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Il dolore e la luce

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con Shizuka, Kan

13:30 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Una giornata apparentemente tranquilla per il bianco, niente da raccontare, niente da mostrare per la prima volta, può definirsi in pace con se stesso sotto molti aspetti di quella vita seppur quel tarlo permanga. L'esterno si è dimostrato ancora una volta pericoloso, ostile tagliando di netto ogni possibilità di sopravvivenza; le notti vengon passate tra gli incubi di quella missione, le morti scaturite, la marea di bestie che han deciso di inseguirle per mettere fine a quell'esistenza dimostrando la loro estrema superiorità. Non possiedono, nessuno di loro, la forza necessaria per abbatterle mettendo fine a questa tirannica presa di potere da creature uscite fuori dai meandri più oscuri della terra; non hanno la forza di combattere un numero simile di mostri ed il desiderio di avere un mostro dalla sua capace di donargli il potere sufficiente, si fa strada giorno dopo giorno. Necessita di un piano ben preciso per agire, una squadra capace di districarsi agevolmente tra i pericoli, qualcuno che sappia come non farsi vedere ne sentire dalle chimere permettendo loro un passaggio pseudo sicuro in quelle terre distrutte. Tanto da fare, probabilmente l'unico in grado di assecondare una simile idea è un Kage. Per il momento tali pensieri vengon scacciati per passare un momento di tranquilla intimità con la Kokketsu. Il cestino del pic nic viene adagiato sull'erba al di sopra di una collinetta, sotto un albero di ciliegio, aperto ne tira fuori una tovaglia allargandola sul terreno, stendendola con una certa minuzia per poi tirare fuori un paio di piatti ed un paio di bicchieri. Ha apparecchiato tutto sommato mentre le dorate iridi si soffermano sul visino della compagna, ne ammirano il volto, la bellezza ed allo stesso tempo il suo essere più tacita del solito <Cosa t'impensierisce?> insorge con un quesito diretto con la preoccupazione sempre presente in quei giorni ma non trovando mai il momento adatto per chiederlo, per parlare. Il vestiario che porta con se è totalmente rinnovato, composto da un singolo paio di neri pantaloni sulle leve inferiori di un blu notte, aderenti in zona cosce andando a restringersi man mano che si avvicina ai calzari; quest'ultimi risultano esser semplici, neri, privi di forme particolari. Il busto è ricoperto da una camicia color del latto a lunghe maniche, sbottonata nella zona del collo ed un piccolo gilet del medesimo colore dei pantaloni. Rossa cravatta intorno al collo discende lungo il busto per poi finire con una giacca, sempre di quel blu notte, a ricoprire il tutto, maniche lunghe, polsini arrotolati ed abbottonati con svariate linee bianche dando un pizzico di colore in più al contesto. Chioma bianca totalmente stravolta dal recente taglio, decisamente più corta sui lati le cui ciocche giungono al di sopra delle orecchie; medesime ciocche coprono parzialmente la fronte mentre sul di dietro ricadono sul collo senza mai superarlo. Sull'orecchio sinistro un orecchino dal color blu, rappresentante del legame con la Kokketsu mentre sul lato destro della vita il portaoggetti contenente fuda ed inchiostri speciali del clan per permettere lui di creare meraviglie. Il chakra scorre nel corpo donandogli forza e potenza come mai prima d'ora. La distanza tra i due è irrisoria, dovuta solamente a quella tovaglia la quale non funge più da impedimento tanto da smuovere il lento passo alla di lei volta, dite della destrorsa innalzate con l'intento di lasciarle una carezza sul visetto passando per le gote, la mascella. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

13:53 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Il sole splende alto nel cielo, grazie ai Kami rispetto alla sera precedente con quella pioggia noiosa e insistente. Fortunatamente il terreno si è asciugato, giusto in tempo per consentire ai due fidanzatini di concedersi un momento di relativa pace in quel bosco che tanto sta dando alla rossa. Sia in termini positivi che negativi. Tant'è che gli occhi verdi si spostano quasi freneticamente a destra e sinistra metre avanzano verso il punto prescelto, alla ricerca di qualche anima vagante, che per errore si stia dirigendo proprio in quel momento verso il laghetto. Contrariamente al solito è lei quella con il visino stanco, un poco tirato, si è truccata appena per sembrare più presentabile ma impossibile non notare la differenza con quel turbine di energia che di solito la caratterizza. Oltre ai soliti monili, orecchini, collana, piercing, oggi indossa un abitino blu, con lo scollo a barchetta, le manichine bombate che lasciano scoperte le spalle, esso si stringe in vita, arrivando poi con una gonna larga fino appena sopra le ginocchia. Ai piedi indossa delle scarpe da tennis di un colore bianco, così come è candido il maglioncino che si è messa sopra, per non rischiare di prendere freddo nel caso il tempo cambi repentinamente. Ha una piccola borsetta bianca con se, con lo stretto indispensabile, i capelli sono sciolti e quei fermagli a forma di farfalla sono posizionati uno per lato. Kimi li ha ovviamente seguiti e sta svolazzando in gito, ormai non si separa più da quella farfalla, teme che le verrà portata via una volta conclusa quella chiacchierata con le traghettatrici di anime. Il Chakra ormai scorre dentro quel corpicino ogni volta che esce di casa, non si lamenta più degli avvertimenti del padre, ritenuto esagerato inizialmente, ormai ha visto cosa possa succedere di fianco casa. E' proprio per i vari pensieri che il compagno riesce ad avvicinarla prendendola alla sprovvista. Si abbandona facilmente a quel tocco delicato, a quella carezza che si poggia sul medesimo lato sul quale Nobu invece ha stretto con violenza. << Troppe cose in realtà. Ma passerà. Ad esempio preferirei non vedere nessuno fin tanto che siamo qui, o almeno nessuno che conosco... >> Ovviamente si riferisce agli spiriti dei morti, non vorrebbe avere brutte sorprese proprio mentre sta cercando di rilassarsi. [Chakra ON]

14:13 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Il modo di fare di Shizuka si presenta diverso dal solito, l'energia che la contraddistingue è in qualche maniera meno presente, taciturna, di poche parole. Non sa bene a cosa ricondurre un simile cambiamento, il suo non parlare rende il tutto complicato e per quanto possa vantarsi di essere intelligente, non ha il potere di leggere nella mente ed apprendere cose a lui sconosciute. Le capacità deduttive del chunin si basano esclusivamente su ciò che l'aspetto esteriore comunica tra gesti, vestiario e abitudini ma il pensiero, esso è una parte difficile da capire e comprendere quando si ha poco in mano; le labbra vengono aumentata nel corso di quella carezza, le dorate vengon incastonate nell'attuali verdi di lei, un colore stranamente atipico su quel visino, troppo abituato all'azzurro, al mare di cui è portatrice. Non si priva di una visione del vestitino indossato, sempre bello, sempre perfetto nonostante tutto e quella semplice frase proferita lo porta ad impensierirsi. Inspira ed espira mettendo fine a quel contatto per poi inserire la destrorsa nel portaoggetti tirando fuori il fuda e gli inchiostri speciali del clan; mette una piccola distanza per adagiare l'armamentario a terra ed aprire la carta. Lento il respiro mentre l'arto destro incastra tra le dita il pennello ancora immerso nell'inchiostro con la mancina sollevata ad altezza petto formando un mezzo sigillo della pecora cominciando ad agitare il chakra all'interno dell'essenza del genin. Mosso per il sistema circolatorio esso infonde energia ad ogni singolo arto cercando di convogliarne una maggiore quantità nel destrorso fino al raggiungimento dell'inchiostro provando a far uscire l'energia bluastra al suo interno per attivarne le potenzialità inespresse. Mischia l'energia con il liquido, tenta di dar vita al proprio potere in modo diretto e perfetto. In caso di riuscita, la capacità innata del proprio clan pervade l'essenza dell'albino donando ad egli il potere di compiere meraviglie. Adagia la punta del pennello cominciando a disegnare partendo dalle zampe, tre dita con delle piccole unghie risalendo sullo stelo sottile della gamba per poi disegnare un corpo tondeggiate appena con un lungo collo il quale sfocia in una testolina rotonda ed un becco d'osso. Ai lati del pavone due ali piumate e la grandezza dell'animale sarebbe di circa 150 centimetri mentre, sul retro di esso una lunga coda di 6,25 metri di lunghezza e larghezza. Ne disegna i particolari come l'apertura ad arco ed i vari ricami. In caso di riuscita effettuerebbe il mezzo sigillo della pecora tramite la mano destra ad altezza del petto tentando di smuovere ancora una volta il chakra cercando di spingerlo all'esterno del corpo in direzione del rotolo fuda per convogliarlo all'interno del disegno e donar lui una vita. In caso di successo il pavone dovrebbe uscire dal fuda esattamente a 3 metri da loro, sul lato destro del Sumi per la precisione. Il pavone nella sua nascita va ad aprire la coda totalmente, un'altezza ed una larghezza di 6 metri così da coprire entrambi in quel piccolo nido; in tal modo nessuno può vederli o notarli data la copertura fornita, nessuno può disturbarli <Ora nessuno saprà che siamo qui> guardando il proprio operato <Un po' appariscente ma non sono l'unico Sumi per fortuna> confida in quello, nel non essere riconosciuto. La tecnica è la medesima utilizzata durante la missione, un qualcosa di nuovo anche per lui. Si avvicina al cestino del pranzo tirando fuori qualche pietanza, una torta, del ramen, pesce fritto ed un contenitore con al suo interno la cibaria preferita di Shizuka <Ti va di parlarmene davanti ad un piatto di Takoyaki? Li ho preparati questa mattina presto> piccola pausa contemplando quel cibo <E' la prima volta, spero siano venuti bene> nel dire ciò invita la ragazza a sedersi frontalmente porgendole il contenitore con le polpette di polpo al suo interno. Il sorriso nasce sul viso del bianco e lo sguardo non viene scostato neanche una singola volta da quel viso. [C 36/50][2/4 Choju Giga II + 2/4 Pavone dalle ali nere][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:58 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Lo osserva nel suo fare, allontanandosi da lei si mette a disegnare, utilizzando quelle capacità di cui si è parzialmente innamorata sempre proprio in quel bosco. Le verdi si poggiano su quei tratti, seguendoli e cogliendone l'essenza, un pavone dovrebbe comparire a proteggerli dagli sguardi altrui. L'idea non è male, sicuramente è stato un pensiero dolce ma purtroppo non è così che funziona. << I morti non rispettano i muri. >> Il sorriso è decisamente stirato, è chiaro come abbia ben inteso quello che l'altro ha cercato di fare per lei, eppure al momento nulla può sottrarre quell'impegno al quale ha deciso di aderire. Pesante da viva, forse quando sarà una farfalla lo sarà meno. Tuttavia nonostante la riuscita non ottimale di quel piano l'altro prende posto sulla tovaglia, estraendo parecchio cibo da un cestino che non pensava fosse così capiente. Decide di affiancarlo ancora prima della notizia della presenza delle palline di polpo, ma quando tale nuova arriva, quegli occhi verdi si illuminano di luce nuova. << Li hai preparati tu? >> Stupito il tono, sicuramente inaspettato. La borsetta viene poggiata sulla tovaglia mentre la posizione su di essa viene sistemata compostamente: rimuove le scarpe per poi sedersi sulle proprie caviglie, gambe piegate sotto le cosce, sull'attenti mentre accoglie il contenitore della pietanza divina. << Grazie Mio! >> Ora sembra nuovamente felice come se nulla fosse accaduto, eppure il buio torna presto su quel faccino. << Ti sto facendo preoccupare eh? >> In fondo in quei giorni è stata più fuori che a casa, ha passato molto tempo in ospedale ed è rimasta concentrata sul risolvere il problema affrontato in missione. << La missione dell'altro giorno non è andata liscissima. E' stato quasi più spaventoso di stare fuori dalle Mura. >> Snocciola qualcosina, alla fine non può nascondersi per sempre da colui che vuole sia il suo compagno di vita. Anche se non vuole dirgli tutto, fra di loro ci sono dei segreti riguardanti gli altri che spesso restano tali, come le notizie su Rasetsu. [Chakra ON]

16:15 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] La tecnica si espande isolandoli dal resto del bosco, creando un anfratto tutto per loro vicino a quell'albero, uno spazio privato dove nessuno può vederli, disturbarli od intromettersi in quel momento intimo. Ha speso una quantità di chakra non indifferente per mettere in atto quella creazione sfruttando una delle tecniche più potenti del suo arsenale, un pavone capace di oscurare e proteggere ed è esattamente quella sua funzione, anche in quel caso. Proteggere la donna della sua vita, permetterle di considerarsi al sicuro da problemi di qualunque tipo, anche se per poco tempo. La realtà non può essere isolata all'infinito, bisogna affrontarla prima o poi e comprendere come risolvere ogni cosa ma, per il momento, non desidera altro che qualche ora di tranquillità con lei. Alzata veloce di spalle, labbra socchiuse a quella precisazione di lei <Almeno abbiamo escluso una buona fetta> gli esseri viventi non possono avvicinarsi, almeno loro vengono tenuti fuori, all'esterno da quel nido. Estrae le cibarie una dopo l'altra, un pochino di roba preparata quella mattina presto dandosi da fare; portare panini e quant'altro avrebbe reso il tutto troppo scarno, quanto meno alla di lui vista protendendo per l'esagerazione e sa bene come quelle palline di polpo riescano a tirarla su di morale, renderla felice. La luce negli occhietti viene vista, osservata, contento di quella reazione facendole posto al proprio fianco, non distaccandosi ma restando li in attesa del suo sistemarsi. <Cucinare per te è sempre un piacere> replicando al ringraziamento, in quel breve momento di distensione in cui ogni male sembra svanire ma, appunto, è solo un momento. L'oscurità degli ultimi avvenimenti si diffonde nuovamente in lei, le verdi iridi perdono lucentezza, cupo diviene il visetto e solo i Kami sanno cosa possa essere successo per portarla a stare così. In tutto quel tempo in cui la conosce, in cui hanno iniziato la loro relazione, non l'ha mai vista così abbattuta, neanche quando sono usciti dalle mura, neanche per gli avvenimenti di Kiri, niente l'ha scossa ma adesso qualcosa è accaduto <Mentirei se dicessi il contrario> ammette in maniera franca, non nascondendole quelle sensazioni provate ed il tutto si riconduce ad una missione svolta, l'ultima in ordine cronologico. A sua volta incupisce lo sguardo strizzando le dorate iridi per poi scostare l'arto destro superiore, esso vien portato a contatto con la manina di lei tenendola stretta, carezzandola con lentezza <Cos'è successo? Ne vuoi parlare?> solo con lei desidera sapere cosa le accade, qual è l'evento capace di ridurre in quel modo la sua Shizuka, aiutarla a rimettersi per quanto gli sia possibile. [C 35/50][Choju Giga II][Pavone dalle ali nere][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:41 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Il pavone li copre per un attimo, oscurandoli dai vivi ma non dai morti: << Non è necessario, siamo già in un posto tranquillo. >> Insomma inutile mantenere quella specie di costrutto attivo, anche perchè probabilmente sarebbe scomparso a breve. L'attenzione torna sul cibo, la scatolina viene aperta proprio mentre considera il fatto di averlo fatto preoccupare, che non viene smentito minimamente, anzi lo conferma. Andrebbe a rubare una pallina morsicandola e prendendone una parte per assaggiare quella pietanza preparata per lei. Il sapore dovrebbe essere buono, non perfetto ma sicuramente qualcosa di accettabile che in qualche modo riesce a ridare alla rossa un poco di serenità. Forse però non dovrebbe rifugiarsi nel cibo in quel modo, rischia di ingrassare. Lui nel frattempo ha tempo di domandare cosa è successo. Finisce quella pietanza, prende la successiva e stavolta la butta fra le fauci per intero, come se dovesse trovare la forza di proferire risposta a quel quesito. << Non ne voglio parlare. Ma penso che sia necessario. >> Insomma non ha la minima voglia di ripercorrere quella missione, i sentimenti che ha provato, ma se non lo fa, nessuno potrà mai aiutarla a uscirne, forse solo la Manami e il Ryuuzaki che hanno già i loro problemi. << A oto un genetista pazzo rapiva bambini malformati per farne delle vittime di esperimenti. Lo faceva perchè ha perso il figlio a causa di una grave malattia. Corpi mutilati, ricuciti, ha generato un mostro fatto di tanti pezzi di carne e c'erano ben cinque bambini ancora in ostaggio, vivi. >> Sottolinea l'ultima parola, come se fosse il dettaglio fondamentale. << Eravamo un Team perfetto. Siamo entrati senza difficoltà, però dentro è stata dura. Nella colluttazione per abbattere il nemico e sopravvivere ho ucciso uno degli ostaggi. >> Insomma primo grande cruccio che le invade la mente ogni volta. Ancora non menziona il resto e soprattutto non vuole parlare delle abilità dei suoi compagni. Lo ha anche promesso. [Chakra ON]

19:41 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] In contemporanea a quelle parole, il pavone lentamente si scioglie in un cumulo d'inchiostro sotto gli occhi di entrambi a cominciare dalla coda per poi prendere il corpo intero del pennuto. Si sistema a sua volta mettendosi a gambe incrociate, seduto al di lei fianco osservandola mentre è intenta ad assaggiare le proprie palline di polpo; con insistenza la guarda non scostando lo sguardo neanche per un singolo secondo, ansioso di ricevere un responso da parte di lei, avere delle critiche se necessario, capire cosa può migliorare nella ricetta. Mentre lo fa pone anche un quesito fondamentale, decisivo per smuovere le acque da quanto sta accadendo alla ragazzina; inspira ed espira sempre in attesa notando il suo mangiare un'altra pallina, stavolta intera, sorprendendolo senza ricevere giudizio alcuno. Potrebbe considerare quel gesto come positivo, essere riuscito a creare un Takoyaki perfetto e gustoso ma ben sa che fin quando l'esperta non avrebbe parlato, nulla è certo; inghiotte una quantità indefinita di quella roba, nessuno è meglio di lei in tutta Kagegakure per decretare se sia buono oppure no. Il silenzio piomba in quei brevi momenti di attesa, rotta direttamente da lei con un'ammissione. Mentalmente si prepara a non ascoltare niente, non intenzionato a forzarla ma quando ella stessa prende la decisione di farlo, le dorate iridi si illuminano, risplendono, contento di quanto voglia fare. Parlare in una coppia è fondamentale, non solo quando vi sono problemi interni ma anche se tali problemi riguardano solamente uno dei due. Silente come non mai pone a Shizuka la necessaria attenzione udendo la storia, cosa ha scatenato la necessità di una missione e l'incipit porta un brivido lungo la schiena dell'albino. Tutto riporta alla mente la prima volta all'Ochaya dove ha appreso della presenza di una bambina tra quelle mura, una figlia strappata al padre ma qui si tratta è peggio; bambini disabili rapiti per degli esperimenti. Man mano che procede con il racconto le labbra si schiudono, sorpresa, sbigottimento, mancanza di respiro. Questa è la prova di come i mostri, molto spesso, non sono all'esterno, non sono quelli immaginari dei libri bensì sono gli esseri umani stessi. Assurdo, totalmente assurdo e privo di qualsiasi morale, un mostro fatto di pezzi umani, di bambini deformati e per cosa? Ricreare un figlio morto..assurdo seppur non inconcepibile. Il potere della genetica risiede anche in questo, poter creare l'impossibile ed è solo alla fine che parte del fulcro di quel disordine altrui si manifesta, ha ucciso uno degli ostaggi. Una consapevolezza insorge nel bianco, la comprensione di quei taciti giorni arriva, tutto diviene più chiaro <Stavi combattendo e rischiando la vita per salvarli, è stato un'incidente non dovuto a te ma alla crudeltà di chi l'ha rapito. Se non l'avesse, se non avesse rinnegato la sua umanità, sarebbe ancora vivo> tace per lunghi momenti, tace mettendo in ordine i pensieri <La colpa non è tua e neanche quel bambino ti starà dando la colpa ma puoi ancora aiutarlo> sospirando <Puoi fare in modo che cose simili non accadano più, puoi fare in modo che mostri del genere non sfruttino più le loro conoscenze per fare del male a degli innocenti. E' l'unico modo che abbiamo per fronteggiare qualcosa per cui ci sentiamo in colpa> presumendo i di lei sensi di colpa per tale evento ma in tale frase include anche se stesso in qualche modo. Non esplica il proprio pensiero, prodigato ad ascoltare la compagna di vita, rassicurarla, consolarla <Continua> incitandola a continuare il racconto, dubita ampiamente sia finita li. Un singolo evento non l'avrebbe mai spenta in quel modo per quanto grave e provante sia. [C 34/50][Choju Giga II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

19:55 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Non ha nemmeno la testa per pensare a un giudizio su quelle palline, al momento sono buone, e quando finisce di parlare se ne trangugia un'altra, giusto per addolcire la pillola riguardo a quell'uccisione di un innocente. Per quanto lui osservi lei, invece la rossa mantiene quello sguardo smeraldo fisso innanzi a se, in un punto vuoto del mondo, come sul nulla, per non deconcentrarsi, per non lasciarsi prendere dall'ansia e dalla paranoia che percepisce da quella missione. Le parole di lui arrivano, e sembrano voler giustificare dei sensi di colpa con i quali sta lentamente venendo a patti. La chiacchierata con la Manami durante le cure già l'aveva messa su una strada diversa. << Me l'ha detto anche Saigo che se non avessi fatto quello che ho fatto, forse non ne saremmo usciti vivi e forse quei tre sopravvissuti sarebbero morti. Devo solo decidere chi voglio essere mio. Se Shizuka la ninja medico del villaggio delle ombre o se voglio essere Shizuka il medico del villaggio delle ombre. >> La linea è sottile, essere uno shinobi vuol dire essere lucidi tanto da capire che ogni tanto bisogna rinunciare a qualcosa per ottenere un bene più grande. Facile da dire ad alta voce, facile da rinfacciare a Shiroichi con un polmone bucato, più complicato da fare quando riguarda noi stessi. << I due bambini sono andati al laghetto. Anche Noumu ci è andato con suo padre. >> Forse l'intelletto geniale può capire da solo di chi sia quel nome pronunciato. << Far si che non accada più è il passo successivo. Sto cercando di capire come arginare lo Sharingan e il Byakugan. Quel mostro aveva questa doppia abilità oculare. >> Dettagli che vengono donati al Sumi, forse dettagli riservati, ma in fondo specificherà in seguito che sono informazioni confidenziali se proprio dovrà. << Ho cercato più volte di rallentare quel mostro, Saigo ha quasi rischiato di perdere la testa letteralmente. Nobu si è messo in mezzo e si è rotto un braccio. E' un eroe. >> Continua a vederlo in quel modo, nonostante tutto. La mano sinistra che non ha toccato ancora cibo però andrebbe istintivamente a toccarsi il collo, dove quella stretta si è fatta persistente e forte. << Ho temuto il peggio per i miei compagni e per me, è stato spaventoso, peggio che scappare dalle chimere, molto peggio. >> Insomma un'esperienza molto più traumatizzante di quanto si aspettasse.

20:29 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Non arriva risposta alcuna e non la richiede in alcun modo, lascia che il silenzio li avvolga in quei momenti. Il proprio sguardo non è ricambiato e, nonostante tutto, non cessa di guardarla, di osservarla con intensità; difficile staccarle gli occhi di dosso, preoccupato e con un pizzico di ansia per quello che può udire. Ancora fatica a credere come qualcosa si riuscita ad abbatterla fino a tal punto rendendola triste, incupita oscurando la sua solarità. Dopo tutto quel tempo si ritrova a dover affrontare una situazione nuova, un diverso modo di comportarsi di lei a cui mai una singola volta ha pensato. In lei ha sempre visto una luce impossibile da spegnere, una luce così forte da poter abbagliare qualunque cosa, qualunque tipo di oscurità; persino con le chimere, dopo quella missione, la luce di Shizuka ha iniziato a splendere portando Furaya ad aprirsi quel tanto che basta per risolvere i dissapori momentanei. L'ascolta evitando di interromperla, prestando attenzione, in particolare al nome di Saigo, dunque è lei una dei suoi compagni di missioni; non vede l'agente da molto tempo, mai avrebbe pensato di risentire quel nome in quell'occasione <Saigo ha ragione> si limita a dire soltanto quello trovandosi d'accordo con l'esponente della Shinsengumi. Una situazione difficile che ha richiesto molto a tutto il team a quanto pare, talmente complicata da portare con se una morte e poi una decisione. Sottile la linea tra l'essere ninja e medico o soltanto medico; due visioni differenti con approcci estremamente differenti. Conosce Shizuka, sa bene il di lei pensiero in merito eppure come può esprimere un proprio parere? Di certo non può dirle cosa essere ne cosa diventare, è, appunto, una sua scelta e soltanto sua <La scelta è la prova più difficile che la vita ci metta davanti ed in base ad essa decretiamo il corso della nostra storia> parla, riflette ad alta voce per farsi sentire, cercare di aiutarla in quell'arduo percorso. Capo chino distogliendo le dorate iridi un singolo momento, sospira pesantemente <A volte, invece, quella scelta l'abbiamo già fatta ma ancora non lo sappiamo> risollevando il viso, riportando su di ella lo sguardo <Chiediti questo, cosa farebbe Shizuka?> la risposta alla di lei decisione è insita in quel quesito. Cosa farebbe lei? Rinunciare a qualcosa per un bene superiore od agire per aiutare tutti indistintamente? Il potere di lei di vedere le anime dei defunti le consente di sapere dove essere finiscono, in questo caso in quel laghetto ed annuisce nell'apprendere quel nome, non fa domande, ci arriva da solo seppur non sia il fulcro del discorso <Due innate oculari? Come?> ha ucciso qualcuno? Sicuramente ma non sono state notificate sparizioni nel villaggio, non di così grande rilievo. Cosa stia accadendo all'interno del villaggio è un mistero, avvenimenti strani nell'ultimo periodo, troppo per poter essere ignorati. Anche un altro nome viene fatto, un certo Nobu, già udito in passato per mezzo della stessa Shizuka; non passa inosservato il gesto al collo, assottiglia lo sguardo concentrandosi su quella zona per qualche momento <Siete stati tutti e tre degli eroi. Senza di voi sarebbero morti tutti e, prima di farlo, avrebbero patito sofferenze immani> breve pausa <Sei stata un'eroina anche tu> non può essere definita in altor modo se non così, un'eroina in tutto e per tutto. Si avvicina rendendo definitivamente nulle le distanze, il destro arto si solleva per adagiarlo al di sopra delle di lei spalle, stringerla a se <Un ninja non avrebbe esitato a sacrificare i suoi compagni per il bene della missione> comincia il proprio discorso merito <Ma un vero ninja sa che una missione non può essere portata a termine da solo, un vero ninja riconosce il valore dei propri compagni fino a considerarli amici> serioso nel proferire tali parole <Questa è Shizuka> quell'esperienza traumatica potrebbe avere ripercussioni anche più in là nel futuro ma questo non possono saperlo, non possono dedurlo <Adesso state tutti bene, è finita e ne sei uscita più forte. Devi pensare a questo, pensare che non si ripeterà perchè ora sai e non permetterai alla storia di ripetersi>. [C 33/50][Choju Giga II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

20:48 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Spreca giusto due parole verso Saigo, sentirle ad alta voce non fa che rafforzare la sua convinzione. E' difficile interagire con qualcuno che guarda fisso in avanti, senza sembrare veramente interessato a quel che le stai dicendo, in fondo il discorso non è facile da affrontare e quella chiusura non aiuta minimamente. << La risposta non è stata difficile da trovare. Shizuka ha già fatto la sua scelta nel momento in cui ha utilizzato un cannone d'acqua alla massima potenza contro il nemico, che si stava proteggendo con dei bambini vivi, non con dei cadaveri. >> Loro non lo sapevano, pensavano fossero morti, forse questo dovrebbe dirglielo ma in fondo a cosa serve? Ha deciso davanti alla statua di Yukio che sarebbe stata un ninja, che avrebbe preso le redini di quel clan e che lo avrebbe guidato in una direzione nuova. Un medico e basta questo non lo può fare. Le domande successive sembra quasi che la infastidiscano, non le importa granchè del come ci siano finiti li dentro quegli occhi: << Ma che ne so! Sei tu il genetista mica io! Li avrà cuciti come tutto il resto! >> Già perchè quel corpo era un insieme di pezzi, pure di occhi. Quella mano scivola di nuovo verso le palline dopo essere stata sul collo, ne mangia un'altra senza forse nemmeno gustarsela. E nel frattempo lui fa i complimenti ai tre, definendoli tutti eroi, non solo il choconinja. Un nuovo sospiro le esce dalle labbra, pesantemente: << Lo ha detto anche Nobu >> Ci ha parlato parecchio con quei due compagni di sventura, con i quali i legami sono cambiati in maniera totale rispetto a qualche giorno prima. Le parole generiche da libro riguardo alla via dello shinobi la toccano appena, gli insegnamenti dell'accademia contano poco quando sei in situazioni limite. << Shizuka voleva salvarli tutti. E ha fallito miseramente. >> Un fallimento personale non di missione, ma qualcosa ha portato a casa anche da questo. << Adesso non stiamo tutti bene. Nessuno sta più bene adesso. Siamo interi fuori ma rotti dentro. Ho paura che possa succedergli qualcosa da un momento all'altro se non sono con loro. >> La testolina viene abbassata, andrebbe a raggomitolarsi su se stessa poggiando di lato quelle palline. << Shiroichi mi ha detto che senza gli occhi gli Uchiha sono inoffensivi. >> Insomma qualcosa di definitivo ma vero. << La prossima volta la prima cosa che farò sarà puntargli una lancia di sangue per accecarli. >> Violenta al punto giusto ma risolutiva. << Per gli Hyuga non so come fare però, non so se funzioni così facilmente >> Insomma difficile ancora stabilirlo, non è riuscita a parlarne ampiamente con Tenjiro ancora. [Chakra ON]

21:16 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Parlare con lei è più difficile rispetto ad altre volte, gli avvenimenti di quella missione l'hanno segnata più di quanto il bianco stesso possa comprendere o forse lo fa ma senza rendersene conto, emotivamente troppo preso. Prende un profondo respiro, cerca di trovare un minimo di lucidità, di essere riflessivo su quanto sta apprendendo da lei, su come si è comportata. Dice di aver già fatto quella scelta eppure quelle parole finiscono per cozzare contro quanto affermato prima <Se Shizuka avesse veramente scelto, adesso non starebbe così> deglutisce, pensieroso, con il capo chino mentre mette insieme i pezzi di quei discorsi <Io credo tu abbia solamente agito ma senza poter veramente scegliere> confida in quanto dice, ella non ha mai scelto, non ha mai potuto scegliere altrimenti non avrebbe esposto un simile dubbio. A confronto la propria esperienza con le chimere è nulla, non ha mai ucciso nessuno, non si è mai rapportato con eventi di questo tipo, così macabri dove una scelta può decretare la vita o la morte di qualcuno, neanche la loro ultima missione insieme. Le morti sono avvenute per via delle chimere, non a causa di una scelta loro e non sono artefici di quanto accaduto, non del tutto <Touchè> replica al fastidio di lei <Ma non intendevo quello> limitandosi ad una precisazione che muore esattamente nel momento stesso in cui viene fatta. Non continua un discorso inutile capace solo di peggiorare l'altrui umore. L'abbraccio persiste, non cerca un ricambio ma la stringe a se lasciandola parlare, lasciando che quel dolore venga un minimo condiviso <Perchè è così> eroi ed eroine, l'ha riconosciuto un membro stesso del team. Nonostante non possa essere del tutto imparziale, è indubbio il comportamento dei tre, indubbio come abbiano dato tutto loro stessi per poter salvare più vittime possibili e salvare anche loro stessi. Ogni parola detta sembra sbagliata, ogni affermazione per tirarla su sembra errata non facendo altro che peggiorare il tutto <Il fallimento è il miglior insegnante. Shizuka ha fallito ma ora non fallirà più se è questo quello che vuole veramente. Una volta caduti si può solamente rialzarsi, imparare dai propri errori ci rende inevitabilmente migliori> eppure ella effettivamente non sta bene per niente. Una rottura interna difficile da riparare e saldare, una frattura che la sta logorando non dandole pace. Cerca di stringerla maggiormente a se una volta raggomitolata, starle accanto, vicino <Non ho mai nascosto quanto tu sia più forte di me ma ogni volta che vai in missione, ogni volta che ti butti in qualcosa provo una paura indescrivibile, una paura che non mi fa dormire, una paura che mi logora e porta a voler essere con te> il medesimo sentimento ma in casi estremamente differenti <Ciò che mi fa andare avanti è la fiducia, la fiducia in te, la fiducia nelle tue capacità, la fiducia nelle tue decisioni. La fiducia è ciò che ci fa andare avanti> elemento fondamentale in qualunque tipo di relazione, sentimentale, di amicizia, di lavoro <Devi fidarti di loro, Shizuka. Devi confidare in loro> non aggiungendo altro in merito avendo espresso qualcosa di fondamentale. Nel dire ciò il tono di voce viene abbassato, divenendo più intimo, permettendo solo a lei di udirlo. Breve cambio di argomento per quanto riguarda le abilità oculari, su come poterle affrontare; non bada al nome di Shiroichi quanto al modo in cui affrontare un Uchiha <Efficace, devo segnarmelo> conviene a sua volta che possa essere un'informazione utile <A livello puramente teorico, credo funzioni allo stesso modo se la forza derivi dagli occhi> ma solo in teoria appunto, non ha una conferma precisa non conoscendo nessuna delle due abilità. [C 33/50][Choju Giga II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:04 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] << Non credo si potesse fare molto diversamente. Migliorerò con il tempo presumo. >> Nello scegliere nella maniera corretta, nel modo più giusto. << Con loro non c'è stato bisogno di un leader. Eravamo in sintonia. Ci siamo mossi come se ci leggessimo nella mente. >> Esprime quel concetto ad alta voce per la prima volta, forse proprio alla persona che meno può apprezzare qualcosa del genere. << Ho fatto del mio meglio, creato construtti in quantità industriale eppure loro sono rimasti feriti. >> Avrebbe voluto evitare, avrebbe voluto proteggerli di più, molto di più. Resta nel suo gomitolo, abbracciata dall'altro e quel calore che lui emana un poco le arriva, come se riuscisse in parte a farla sentire meno sola. Ancora una volta il Sumi cerca di consolarla, dicendole che le emozioni provate sono legittime, che pure lui ne è avvolto quando lei sparisce per qualche missione senza la bianca presenza. E' allora che il faccino pallido si alza, quegli occhi verdi che cercano le dorate, mentre le lacrime iniziano a solcarle il viso: << Nobu ha subito una frattura scomposta di radio e ulna a sinistra, uno stiramento del bicipite destro. Saigo ha subito una frattura dello sterno e della quarta e quinta costa. Io ne sono uscita con un livido sul braccio destro. >> La disparità di effetti negativi subiti è immensa, e lei ritiene sia fortuna mentre il choconinja le ha detto che è semplicemente brava. << Io non sono riuscita a essere lo scudo di nessuno. Come posso proteggere te? >> Questo è solo uno dei tanti pensieri negativi che le passano per la testa. << Io mi fido di loro, mi fido di loro più che di Furaya! Sono i ninja più forti che io abbia mai conosciuto. >> E' decisamente stato un incontro particolare quello, sotto diversi punti di vista. Eppure non è tutto lì che si nasconde ma non può rivelare altro, non può dirgli di Nobu, anche perchè teoricamente nemmeno lei dovrebbe ricordarselo, eppure il Ryuuzaki ha fallito nel suo rimuovere i ricordi. << Shiroichi vuole uscire dalle mura per prendersi un demone. Gli ho fatto giurare che non dovrà più pensarci fino ai suoi trent'anni! Potresti smettere anche tu? >> Quegli occhi verdi lo fissano, è come se si aspettasse di corromperlo con quei lacrimoni, con quella sua forma così fragile che è difficile trovare solitamente disponibile. [Chakra ON]

22:43 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Il fallimento insegna a non commettere più gli stessi errori, così in missione così nella vita di tutti i giorni, questo è un qualcosa di certo, assoluto. Fallendo si è in grado di vedere il mondo e le situazioni con occhio diverso, egli stesso vi è riuscito ogni volta che ha commesso un'errore, persino nei confronti di Shizuka; sbagliando con lei ha imparato come comportarsi, come agire <E' possibile ma c'è sempre una soluzione alternativa, per tutto. Migliorando riuscirai a scorgerla sempre meglio> eppure ella è già tanto forte, già potente quanto abile, ben più di lui e di Furaya stessa. Una ex Kage, la cui forza dovrebbe essere incrementata dell'esperienza, non può competere con la Kokketsu, anzi, probabilmente può solo soccombere al cospetto di Shizuka. In quella frase una nota di amarezza insorge sul viso, il lato destro delle labbra si alza appena in una smorfia stizzita; ha trovato affinità con altri compagni, ha trovato la squadra perfetta con cui agire. Forse sono perfetti per stare insieme ma non per fare squadra, troppo diversi sotto quell'aspetto, abilità poco affini ed obiettivi completamente opposti che li portano ad agire secondo dogmi differenti <Capisco> nessun commento a riguardo, non può evitare quel moto di egoismo, quel pensiero negativo. Prova ribrezzo per se stesso nel non riuscire a mettere da parte se stesso in favore dell'altra ma è così, più forte di se, continua e avrebbe continuato ad agire in quella maniera <Se hai fatto del tuo meglio, non posso dirti nulla. Probabilmente sono vivi anche grazie a te ed a quello che sai fare. Il tuo meglio li ha riportati a casa, feriti ma ancora in grado di respirare> una verità da cui non si può scappare. Fosse stato un altro ninja, qualcuno sarebbe morto ma con Shizuka in squadra, tutti quanti sono tornati vivi, sia Nobu che Saigo, entrambi, feriti ma vivi, l'ennesima prova di quanto la Kokketsu sia ben più potente dei ninja della sua età e del suo grado, la prova di come ella sia ben oltre il chunin, facilmente paragonabile ad un Jonin. Stringe ancor di più il corpicino, capo viene appena chinato per adagiarlo su quell'altrui creando un involucro atto a proteggerla, tenerla con se. Si scosta appena nel percepirne il movimento, le dorate si incastonano in quelle verdi, le lacrime a solcare il visino ed una stretta al cuore sopraggiunge; straziante vedere la propria ragazza, la propria ragione di vita piangere in quel modo, pregna di tristezza, afflitta. La disparità di ferite è evidente, nuovamente elle ne esce praticamente illesa <In missione all'esterno io ne sono uscito con una ferita al fianco e tu senza un graffio> rimembrandole il ricordo più recente <La missione al negozio di Kiri, io sono stato colpito e tu illesa> una missione di grado C vecchia ma significativa ugualmente <Sei una ninja eccezionale, l'hai dimostrato qui ed in tante altre occasioni, ecco perchè ne esci illesa> prende un profondo respiro <Attualmente potresti essere la Kunoichi più forte di Kusa e una dei ninja più in gamba di tutta Kagegakure> solamente quello è il motivo, non vi è fortuna, non vi è una sorte a favore ma solo una grande forza, una grande capacità. Il tarlo lo comprende, il desiderio di protezione di Shizuka viene fuori usando il bianco per esprimere un concetto più ampio <Proteggere qualcuno non vuol dire usare solo tecniche o in missione. Tu mi proteggi fin da quando ci siamo conosciuti, mi proteggi dalle decisioni stupide, mi proteggi dalle mie idee fuori di testa, mi proteggi da me stesso. Senza di te a proteggermi, a quest'ora potrei non essere qui, potrei essere perso> deglutisce arrivando a sorridere per la prima volta dall'inizio di quella conversazione la cui amarezza si fa sentire parola dopo parola, frase dopo frase <Loro si sono feriti ma è la tua protezione ad averli riportati vivi ed è questo che conta. Senza la tua presenza, forse, le cose sarebbero potute andare peggio ma grazie a te non è stato così> sincero, ci crede veramente in quello che dice, non vi è menzogna o blandi tentativi di convincerla. Le dorate iridi la vedono in quel modo e mai potrebbe cambiare idea su questo <E allora continua a farlo, continua a fidarti, abbi fede nelle loro capacità così come io ce l'ho nelle tue> ignorando totalmente quanto accaduto con il sunese, degli accadimenti intorno alla di lei gola. Probabilmente la reazione sarebbe stata diversa, estremamente diversa. Dal canto suo non si fida di Furaya ne di nessun altro, una sola persona ha il privilegio di possedere ciò ed è la ragazza che ha davanti; a lei soltanto viene donata la fiducia ma ecco che un qualcosa di nuovo viene tirato in ballo. Shiroichi vuole uscire dalle mura per prendere un demone. Stupito qualche momento, la guarda, l'osserva preso in contropiede non sapendo bene come reagire, cosa rispondere ad una simile novità, salvo riprendersi a quella domanda. Dinanzi a se ha una ragazza fragile, triste, sconvolta e quegli occhi non aiutano. Desidera il demone per liberare il mondo dalle chimere così da poterlo vedere, essere libero di portare la propria arte e, soprattutto, per proteggere Shizuka, proteggerla da qualunque minaccia cerchi di minare la sua vita, la sua felicità. Le labbra vengono schiuse appena, il respiro diviene lento, appena accennato mentre gli occhi permangono fissi in quelle di lei. La difficoltà nel darle una risposta si fa sentire, una pressione sul petto che non gli lascia tregua alcuna finendo per trattenere il respiro qualche secondo. Gonfia il petto, socchiude le palpebre digrignando i denti, rughe si formano ai lati delle labbra stesse, il capo si smuove e poi, sospira. Rilascia l'aria all'esterno, riapre gli occhi <D'accordo> esordisce così, acconsentendo a cessare quella ricerca del demone, per adesso <Ma non rinuncio al mio sogno> a quello no, può rinunciarci, andrebbe contro la propria natura farlo. [C 33/50][Choju Giga II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:07 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Migliorare ancora, diventare più forte, raggiungere il progenitore, in grado di eliminare da solo un'intero clan. Quello deve fare, un demone oscuro in grado di portare la luce fondamentalmente. Ha trovato dei compagni con cui la sintonia è perfetta, muoversi come una sola mente può portare a grossi risultati, eppure Nobu non vuole fare squadra, pensa di non andare bene. Lui rimane decisamente freddo a quell'affermazione, ma non importa, tanto lei è altrove, i pensieri che voleva tenere nascosti sono diventati un fiume in piena che lo investe, insieme alle lacrime. << Lo ha detto anche Nobu.. >> Che se lei non ci fosse stata probabilmente sarebbero stati peggio, che sono tornati vivi anche perchè lei era lì. Ma comunque quella testa vede più le ferite che il resto, più la sofferenza che il fatto di essere vivi. Forse sta veramente esagerando, dovrebbe venire a patti con le ferite ma come ben le ricorda il fidanzato, lei quei lividi non se li è mai fatti. Le lacrime continuano a rigarle il volto, anche mentre lui le rinfaccia quanto successo in passato, di essere veramente molto forte, di essere unica. Ma inconsapevolmente le da un suggerimento anche per quello che la Kokketsu non ha detto. Secondo il Sumi lei è capace di proteggere lui dalle decisioni stupide, dalle follie, dalle esagerazioni. Potrebbe essere perso. Le lacrime rallentano quella lunga discesa sul visino pallido della ragazzina. Quella potrebbe essere una risposta, un modo per salvare anche Nobu. Eppure quello spiraglio di luce non è abbastanza per smettere di tirare fuori il resto. Pretende in maniera infantile, ricattandolo con quel dolore, che rinunci a quella follia riguardo al demone codato, quella stupidaggine alla quale è sempre stata contraria e che ha accettato con fatica e un gran bel morso sul braccio per calmare la rabbia in eccesso. << Tanto la scelta non c'è più. Dobbiamo vincere quei mostri oppure moriremo noi. >> Insomma alla fine lui potrà vederlo quel mondo esterno che tanto lo attira, ma dovrà trovare un modo diverso di essere forte. Le braccia femminili si sganciano dalle proprie gambe, per poi muoversi finalmente sull'altro, abbracciandolo con tutta la forza di cui dispone. << Grazie. >> Non dice altro, non specifica nemmeno a cosa si riferisca, anche se è palese. [Chakra ON]

23:27 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] Il nome di Nobu viene fuori nuovamente, a quanto pare sia il bianco che lo Hyuga la pensa in maniera uguale sull'utilità della Kokketsu in quella missione eppure l'ennesima morsa va a stringergli lo stomaco. Frena la lingua ma non i pensieri i quali si susseguono uno dopo l'altro senza sosta alcuna; nonostante il momento, nonostante l'altrui dolore, non riesce ad impedire alle proprie emozioni di venire a galla, di farsi largo in lui creando quel sentimento di gelosia nei confronti di qualcuno che nemmeno conosce. Gelosia per un nome ripetuto troppe volte, per essere accomunato a qualcuno in grado di dirle le sue stesse parole. Inspira ed espira mordendosi la lingua, impedendo a se stesso di far emergere quel sentimento, trattenerlo non essendo il momento. Stringe con forza la lingua in quell'abbraccio lasciandone i segni, con essa, l'intero viso viene racchiuso, strizzato lottando con i sentimenti che desiderano emergere <E' la verità Shizuka> limitandosi a dire solamente quello mentre sulla lingua si creano inevitabilmente i segni dei denti, impressi per chissà quanto sul tessuto. Le lacrime sul visino sgorgano in maniera continua, senza sosta alcuna; oramai le parole possono fare ben poco, le ci vuole tempo per superare tutto, tempo e una grande forza di volontà per reagire, alzarsi e continuare a vivere, a lottare come ha sempre fatto fino a quel momento. Ogni singola parola proferita è sentita da parte del bianco, le pensa sul serio, tutte non escludendo nessuna di esse. Non sa quali effetti possano avere, adesso, su Shizuka le proprie parole, il silenzio cala nuovamente, piomba su entrambi inevitabilmente lasciando campo libero a quelle lacrime che non smettono un singolo secondo di sgorgare dal visetto. Ennesima stretta allo stomaco nel non essere riuscito a placarle ma forse è meglio così, ha bisogno di sfogarsi, di lasciar uscire quell'oscurità che l'attanaglia, libera il dolore. Il cambiamento lo si nota in quell'ultima frase, ha deciso di combattere contro le chimere per non morire; un punto di svolta inatteso eppure il volto del Sumi non si dimostra sorpreso quanto più pensieroso. Anche lei, alla fine, è giunta a quella conclusione inevitabile, combattere è l'unica cosa da fare per essere veramente liberi, per potersi salvare tutti quanti. Non dice nulla ma accoglie quell'abbraccio, finalmente viene ricambiato seppur con una forza decisamente maggiore. A sua volta la stringe con la medesima forza, la tiene stretta a se come se stesse per scappare da un momento un all'altro <Per te farei qualunque cosa Mia> anche rinunciare a quel potere che per mesi e mesi ha inseguito cercando un modo per uscire dalle mura e prenderlo. [C 31/50][Choju Giga II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:48 Shizuka:
  [Bosco - Collinetta] Lei ci crede poco al momento a quella verità che per l'altro sembra così ovvia e scontata. In realtà forse ora la ragazzina si trova davanti a un muro per la prima volta, qualcosa che non riesce ad abbattere con le forze che ha. Lui parla poco e lei anche meno, mentre quello che la smuove di più sono i singhiozzi. Quel pianto si arresta solo brevemente, quando quel barlume di speranza le viene mostrato proprio da colui che di solito ha avuto bisogno di supporto. A conti fatti è la prima volta che i ruoli si invertono. I takoyaki sono stati abbandonati a favore di un contatto più diretto con la propria metà che accetta non senza difficoltà quella richiesta, fatta per paura, per consapevolezza di non poterlo aiutare anche. Quella bugia che esce dalle labbra maschili non le importa, si è appena contraddetto ma non fa nulla a lei basta che rinunci quanto meno a tutte le cose pericolose che qualcuno gli ha ficcato in testa. Resta lì attaccato a quel corpo caldo che non se ne va, la abbraccia in risposta senza sussurrarle all'orecchio che poi non ricorderà più nulla. Quello che doveva essere un picnic piacevole è stato decisamente rovinato, anche se forse era proprio necessaro lasciar fuoriuscire da quel corpicino il dolore accumulato in questi giorni. In realtà dopo tutto quel pianto gli occhi sono sempre più rossi e brucianti, e lei si sente quasi svuotata. << Possiamo restare così ancora un poco? >> Domanda innocente, che tuttavia non accetta una risposta negativa, tanto che non pare volersi minimamente staccare dall'altro, permanendovi ancorata come se temesse il suo allontanarsi. [Chakra ON]

00:01 Kan:
  [Collinetta | Sotto albero] E' finito il tempo delle parole, non c'è molto da dire ancora, il dolore deve venire fuori così come la tristezze e la sofferenza; le lacrime sono il mezzo per eccellenza per fare ciò, piangere aiuta a buttare fuori tutto quanto. La stringe più forte che può in quell'abbraccio dopo averle detto che non avrebbe più cercato il demone, per adesso intende rispettare quella promessa non parlandone più, non facendo alcuna menzione e ciò significa non parlarne neanche con il Mizukage. Le pianificazioni vengono accantonate, non desidera vederla soffrire ancora, non vuole più vedere lacrime su quel viso ma questa volta non è sua la colpa ritrovandosi, per la prima volta, nella posizione opposta. Lei è la sua forza, la sua colonna portante, colei in grado di risollevarlo quando cade ma adesso spetta a lui aiutarla, darle un minimo di speranza per continuare a lottare. Solo ora si rende conto di quanto le abbia reso la vita difficile con le proprie paturnie, le paure scaturite per colpa delle chimere, il timore di non essere all'altezza; essere parte di una coppia significa anche questo ed adesso lo sta imparando. Giorno dopo giorno impara come affrontare la vita di coppia, specialmente adesso che convivono in maniera quasi definitiva. Le braccia non accennano a lasciarla andare, se possibile viene messa ancora più forza per quanto le braccia del Sumi possano essere definite forti ma ci prova, con tutto se stesso a non farla sentire sola in quel dolore, prova a donarle la propria presenza in quella battaglia contro l'oscurità che adesso l'avvolge. Capo chinato per lasciarle una serie di baci sull'altrui, tanti, piccoli, affettuosi coccolando la fidanzata, consolandola più che può <Tutto il tempo che desideri> addolcendo immensamente il tono, lungi da lui lasciarla andare, gli piace starle vicino, lo vuole, non desidera altro e non può desiderare nessun'altra. Unica in tutto e per tutto, Shizuka merita di essere protetta, di avere una vita normale come ha sempre desiderato. [END]

Per la prima volta è Shizuka ad essere provata portando Kan a ritrovarsi nella posizione di doverla ascoltare, aiutare nel suo percorso. Apprendendo di quanto accaduto in missione, cerca di farle vedere un altro lato della medaglia; scendono lacrime insieme alla volontà di migliorarsi.