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Kouki dal cuore spezzato

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con Rasetsu, Kouki

15:20 Kouki:
  [Vicino al sentiero] Si trova nel Bosco dei Ciliegi. Era da tanto che non metteva piede fuori dal Quartiere di Oto... tanto tempo che non rivedeva questo posto. Ma quanto tempo è passato in realtà? Quante ore, quanti giorni, quanti mesi? I giorni sono tutti uguali e si susseguono senza fine uno dopo l'altro. Non sa nemmeno dove si trova, in che condizioni è, se è giorno o notte. Vive in un costante non mutamento, mentre tutto intorno a lei invece è cambiato e continua a cambiare. Sola, dispersa, confusa, incapace di elaborare quanto le sia successo, incapace di accettare anche un minimo di quanto è accaduto. Del resto del mondo non le importa. Di cosa le importa allora? Di sicuro di non morire... si trascina sotto il temporale come un fantasma nel puro atto di sopravvivere. Antico spettro, ombra di se stessa. Quei lunghi capelli corvini, lisci e setosi, ormai le arrivano alle ginocchia, tenuti perennemente sciolti facendo si che alcune ciocche più lunghe della frangia le nascondano il volto, completamente zuppi d'acqua, appiccicati al viso e al corpo. Un viso pallido fatto di porcellana, privo di imperfezioni, giovanile, dai tratti morbidi, un viso che accoglie in sé un paio di occhi dorati, e non si è resa conto che sono mutati dal suo risveglio, sono serpentini, con le pupille nere, strette e verticali. Come gli occhi di un tempo, quando era bambina. Lo shock fisico aveva fatto regredire, nascondere, questo gene serpentino puramente visivo... lo shock mentale di essersi risvegliata dopo 10 anni e aver perso tutto... li ha fatti invece riemergere. Come se fosse tornata quella di un tempo, resettata. Ma non si guarda allo specchio da circa un anno, quindi non si è mai resa conto di questo cambiamento fisico. Le labbra pallide e solo leggermente rosate, sono carnose e distese in una espressione neutra. Occhi vuoti. Occhi spenti. Un trucco viola è stato applicato sulle palpebre, allungato verso gli angoli interni degli occhi a ricordare quei lineamenti che erano di Orochimaru. Non servendosi di specchi, però, il trucco risulta un po' sbavato in alcuni punti, non perfettamente uguale su entrambi gli occhi. Le da un'aria trasandata, resa ancor di più dal fisico minuto e secco, con forme giusto appena accennate, quasi scheletrico in alcuni punti, mangia decisamente poco e il necessario per tenersi in piedi. Indossa un kimono di base bianco, coi bordi azzurri e dei ricami del medesimo colore. Le sta un po' largo, quindi le scende leggermente sulle spalle ossute mostrando la pelle pallida e deturpata. In vita il kimono è stretto da un obi azzurro che si lega dietro la schiena da un fiocco non troppo grande e poco ingombrante. Le maniche sono lunghe e larghe, le nascondono le mani piccole e affusolate. Il vestiario le arriva fino a metà delle cosce, poi per il resto le gambe sono avvolte da un paio di pantaloncini neri più corti, attillati ed elasticizzati. Scarpe ninja ai piedi. Ma a dirla tutta non fa la kunoichi da un bel po' di tempo, infatti non porta il coprifronte da nessuna parte. Laddove la pelle non è coperta dal vestiario, dal collo in giù, difficile non notare le numerose cicatrici e bruciature che si diramano per ogni centimetro del suo corpo, di diverse forme e dimensioni, fino alle piante dei piedi bruciate. Un porta kunai e shuriken alla gamba destra e un portaoggetti in vita, dietro la schiena, sono le uniche cose che le danno l'aria di non essere una semplice civile. Non si siede su una di quelle panchine poste lungo il sentiero, sulle collinette, alcune sotto gli alberi di ciliegio... non ha protezioni contro la pioggia, non le importa. Ha camminato lungo il sentiero fatto di mattonelle per un tempo che non sa quantificare. Non sente il dolore e la fatica al momento, quindi decide di fermarsi sotto alcuni alberi, calpestando il prato. Posa una mano sul tronco saggiando le fattezze e il tatto della corteccia dura e imperfetta e rimane rivolta verso il sentiero, ad osservare. Di fatto sembra una figura spettrale che vaga fra quegli alberi, alla ricerca di qualcosa, qualcosa che ha perduto e non sa nemmeno quantificare. Il temporale non le da fastidio, dopo tutti ha vissuto da piccola in strada, ed è abituata a prendersi il mal tempo in ogni sua forma. Non è nascosta, non è nel suo interesse nascondersi, semplicemente sta ferma tra alcuni alberi a ridosso del sentiero. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

15:48 Rasetsu:
 Avrebbe voluto portare a la bambina a fare quattro passi nella natura, ora che finalmente può permettersi di stare un po' tranquillo. Tuttavia, la pioggia ha rovinato completamente i suoi piani, motivo per il quale ha preferito lasciarla alle amorevoli cure della madre. Così facendo, è riuscito persino a raggiungere un konbini per comprare qualcosa di concreto, un pacco di patatine - ad esempio - nonostante non sia mai stato fan di queste schifezze. Addirittura, è riuscito a trovare una bottiglia di birra d'una marca mai sentita. E giustamente, che fai? Non la provi? Certo che la provi. E se gli piace, è ben capace d'andarsene a procurare altre due seppur non beva più come un tempo. D'altronde, è perennemente rinchiuso all'interno del laboratorio, motivo per il quale ha approfittato di questo momento per prendersi un po' di tempo per sé stesso. Ha trovato una delle poche panchine nascoste da un albero di ciliegio, cosicché non sia eccessivamente bagnata. Ha poggiato un ombrello contro la spalla mancina, così da coprirgli quanto meno il capo; è incurante che qualche goccia possa finire per bagnargli i pantaloni o quant'altro. L'importante è che la birra non s'annacqui e che le patatine siano tutt'ora coperte dall'ombrello, poiché posate sulle cosce dell'uomo. Questi indossa un paio di pantaloni neri con scarpe laccate d'egual colore; a coprire il petto, ha una camicia bianca ben abbottonata e una giacca cremisi che gli scende sin dietro i glutei normalmente, qualora fosse in piedi. Sgranocchia le patatine come se niente fosse, godendosi quel freschetto autunnale sotto spogli alberi di ciliegio. Lui è posizionato a ridosso del sentiero, poco oltre quest'ultimo, proprio s'una panchina. Porta la bottiglia di birra alle labbra, così da ingurgitare un piccolo sorso e saggiare il sapore di quest'ultima, almeno per capire se è valsa la spesa in ryo. Dopo neanche il secondo sorso, nell'abbassare il capo precedentemente sollevatosi proprio per bere, gli occhietti verdastri del demone dovrebbero riuscire ad inquadrare la figura della Yakushi sotto qualche albero - poco più distante. <Vale tutti i soldi spesi se mi permette di avere le allucinazioni dopo due sorsi. Nyahahahah!> Ovviamente, è un commento fatto ad alta voce perché mica crede davvero che davanti ai suoi occhi abbia una Kouki ORIGINALE, fatta e finita. [ Chk On ]

16:04 Kouki:
 Per colpa del mal tempo non ci sono molte persone in giro che si concedono qualche attimo e qualche ora a camminare nella natura, sotto quegli alberi, su quel sentiero... dopo tutto non è stata poi una così cattiva idea venire fin qui, anche se ancora non le è chiaro il motivo per il quale dovrebbe comunque darsi tanta pena nel spostarsi dal Quartiere di Oto. Abbassa lo sguardo sull'erba bagnata... trovandosi sotto qualche albero, riesce anche ad essere leggermente riparata dalla pioggia, ma non ci conta molto. Le labbra si inarcano appena in quello che sembra un leggero, quanto minimo sogghigno, catapultato a fior di labbra probabilmente spinto da qualche genere di pensiero o ricordo. Si, perchè oramai non le rimangono altro che i ricordi. Un rumore di passi la costringe a rialzare il volto, proprio perchè non ci sono molte persone in giro, è per lo meno curiosa di vedere chi si sta avvicinando. L'espressione non muta inizialmente quando inquadra la figura del rosso, come se non riuscisse a riconoscerlo nella sua totale interezza. Osserva silenziosa come si sieda su una panchina, incurante del bagnato, protetta da alcuni alberi... lo guarda tenere l'ombrello in modo tale da non bagnarsi troppo e sicuramente tenere all'asciutto il pacchetto di patatine e la birra. Lo analizza, lo osserva, mentre lentamente il suo cervello inizia ad elaborare pensieri, fino a spingersi all'interno dei suoi ricordi. Confusi, ma esistenti. Le sembra di trovarsi di fronte a un'illusione. È Lui, lo riconosce ora, ma allo stesso tempo non le sembra più la stessa persona. Come già detto... ha la sensazione che intorno a lei tutto e tutti siano andati avanti, mentre lei si è fermata in una specie di limbo. La mente stracciata, il corpo deperito. Le parole che vengono dette ad alta voce, e soprattutto quella risata... ah, la risata. È come se d'un tratto non sentisse più freddo. Lascia cadere la mano che prima stava toccando il tronco, le braccia lungo i fianchi e il corpo voltato interamente verso Rasetsu. Finalmente comprende che sia proprio lui... finalmente un volto conosciuto. In questo tempo passato in isolamento ha si e no consapevolezza di sé, ma di colpo ora è come se fosse riuscita a trovare una instabile stabilità. <Pensi che io sia un'illusione?> il tono basso e sibilante, reso leggermente rauco dal semplice fatto che stando da sola, non parla molto... se non con Mirako. Accenna un lieve ghigno con un angolo delle labbra carnose. <Perchè non te ne accerti?> e dopo questa proposta andrebbe ad avvicinarsi a lui, lentamente, perchè mangiando poco ha bisogno di conservare le energie. Ponendosi infine di fronte al Demone. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

16:36 Rasetsu:
 La figura serpentina che si staglia davanti ai suoi occhi ha una certa familiarità, il che è naturale se consideriamo che si tratti di Kouki in persona. Peccato che la signorina sia sparita da così tanto tempo da averne dato per scontato la scomparsa. Il demone non distoglie lo sguardo da lei neanche per un istante. È stato il suo amore più grande, forse non quello vero o probabilmente neanche lui sa cosa voglia dire. Gli affetti e i sentimenti son ben lontani dal suo essere, non essendo in grado di gestirli, a volte lasciandosi andare ed altre risultando così volubile da non saper neppure più cosa preferisca ottenere da questi. Poggia la birra di fianco, sposta anche le patatine. S'alza in piedi e l'ombrello è divenuta una parte poco fondamentale della sua protezione. La pioggia comincia ad investirlo, costretto a strizzare leggermente gli occhi e a sfilare quanto meno gli occhiali, altrimenti troppo appannati e bagnati per permettergli una visuale ottimale. Ora vuole godersela per intero. Lei s'avvicina con quel suo fare, richiamando inevitabilmente anche la stessa libido del rosso - mica scemo. Quella ragazzina ha ancora un ascendente così grande su di lui da neanche rendersene conto. E difatti è già in piedi, pronto a dirigersi alla di lei volta quando gli chiede di constatare. <Anche se fossi un'illusione, finché non decidi d'ammazzarmi, non vedo perché dovrei uscirne.> Per un istante, in quel dannato bosco dei ciliegi, adesso ci sono soltanto quelle due anime che si sono sempre appartenute e che soltanto la fine del mondo era riuscita a separare. Sono presenti un demone dal sangue nero ed un esperimento di Orochimaru. E' come se, per appena un istante, Dokuhiro e Kuro-chan non esistessero; come se neppur lui fosse andato avanti con la sua vita rispetto a quel che veramente è accaduto. Il rosso s'è adeguato alla nuova esistenza, alla nuova vita e non può che ritenersene soddisfatto. E' contento di ciò che possiede, di ciò che è riuscito ad ottenere, della tecnologia avanzata e della genetica migliorata grazie a questa. Una volta fermatosi innanzi a questa, lascia che ci sia un minimo di spazio vitale all'interno del quale non si toccano, ma che potrebbero farlo qualora volessero ambedue. Lo sguardo si china verso il basso, data la differenza d'altezza con la fanciulla domatrice di serpenti. <Da dove cazzo sbuchi fuori?> La domanda è piuttosto lecita, in effetti, e il tono è andato scemando e facendosi poco più cupe e profondo. Quasi innervosito, come se si sentisse preso per il culo. D'altronde, che diamine di senso ha riapparire dopo più di un anno come se niente fosse e incontrarsi casualmente in un bosco? Finora dov'è stata? Sono molteplici, sicuramente troppe le domande che bazzicano per la testa del genetista. [ Chk On ]

16:56 Kouki:
 Impossibile comprendere quello che giri per la testa malata della Yakushi, impossibile comprendere che non tutto rimane sotto la volontà propria quando si tratta di determinate situazioni. Dal punto di vista della diciottenne, anche Lui è sparito nel nulla, solo che Mirako ha così tante volte preso il controllo del suo corpo, che non ha nemmeno idea se Lei sia mai andata a cercarlo, non avendo sempre ricordo di quello che succede quando è dormiente. Lui si alza e lei si avvicina, ma anche l'uomo fa altrettanto, azzerando la loro distanza ma non totalmente, lasciando uno spazio vitale a entrambi per toccarsi o non farlo. Finalmente sente di poter riuscire a far qualcosa per sé... finalmente ha questa sensazione che tutto potrebbe andare bene. Perchè? Perchè il Demone anche non sembra invecchiato di una virgola, forse anche lui ha subito lo stesso destino della ragazza corvina. Rinchiuso in una stasi. Ha davanti a sé qualcuno che non è andato avanti di dieci anni come se nulla fosse, questo la fa sentire meno sola. Rivederlo la scalda, le da speranza, le permette di pensare di poter riprendere in mano la propria vita e uscire dal limbo oscuro in cui si trova. <Perchè dovrei ammazzarti?> domanda con quel lieve sussurro, lo sguardo che si riaccende, quei tratti di maliziosità che ne escono. <Che ne dici allora se ci godiamo insieme questo momento... io non so più nemmeno in che tempo sono, o dove sono.> non sa quanto tempo sia passato, oltre ai dieci anni di stasi. Inconsapevole che invece Lui è andato avanti senza problemi, senza guardarsi indietro, approfittando semplicemente di quello che lo circonda per ottenerne solo il meglio. Eppure il cuore della Yakushi batte, batte forte... si mordicchia il labbro inferiore e non distoglie lo sguardo da lui nemmeno per un momento. Occhi negli occhi, non lo teme. Perchè dovrebbe? A quella sua domanda inarca un sopracciglio e poi assottiglia lo sguardo. <Potrei farti la stessa domanda, sai?> come detto, anche dal punto di vista della ragazza lui è sparito. <Vengo dal Quartiere di Oto... sono sempre stata là da quando mi sono risvegliata... dopo aver perso tutto.> vita, legami, quelle che considerava amicizie... il potere. Dannazione, il potere. La sua posizione all'interno del Clan. <Non ho più la concezione del tempo perchè la maggior parte delle volte sono dormiente. Quindi forse dovresti fare la stessa domanda anche a Mirako.> inizia a parlare liberamente, ma gesticola, al limite con lo straparlare, strabuzza gli occhi. Alza il mento, inevitabile se vuole mantenere il contatto visivo con l'altro, decisamente più alto. <Tu... dove sei stato? Non sembri...> si blocca, lo osserva per bene per qualche istante, poi solleva una mano come se volesse raggiungerlo in qualche modo ma si frena, rimanendo con quella mano delicata sospesa in aria, mentre la manica del kimono scorre leggermente indietro. <...Non sembri averne risentito.> perchè invece lei si sente così sola? A pezzi? Senza un posto dove stare, circondata da volti che non conosce. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

17:20 Rasetsu:
 Solleva per un istante gli occhi al cielo. L'idea d'essere ammazzato chiaramente non lo aggrada, tuttavia era una frase tanto per fare. Spesso non si sofferma poi molto a ragionare; il demone è fatto così. <Era un modo di dire.> Si pronuncia anche ad alta voce, apparendo forse un po' infastidito. I sentimenti che prova in questo istante sono leggermente mischiati. Non sa se dovrebbe essere felice di questo incontro oppure no. <Sono passati circa undici anni dalla guerra contro l'Alleanza e l'arrivo delle chimere, se vogliamo tenere traccia del tempo.> In virtù del fatto che lei viva ancora nel limbo di non saper quanto sia passato, non perché non lo sappia davvero, ma perché la mente è come se rifiutasse quella concezione. D'altronde, cosa c'è di normale nel venire seppelliti sotto terra in un cristallo, usati come batterie per una divinità che neppure sarebbe dovuta esistere? <Per me, che sono rimasto intrappolato nel cristallo per quel lasso di tempo, oserei dire che è passato solo un anno. Al tempo stesso, è come se ne fossero passati il doppio dato l'incremento tecnologico.> Ad onor del vero, hanno fatto passi da gigante per il mero fatto che la tecnologia, precedentemente, era conservata soltanto nelle strette mani di pochi - come Kusa e Yukio, per esempio. Al contrario, una volta raccolti i pochi superstiti all'interno d'un grande villaggio, l'unione ha vinto e tutto è stato condiviso per migliorarsi e riprendersi in poco tempo. Non dice che sia sbagliato, è stata l'unica scelta da poter prendere in quella situazione: una situazione nella quale nessuno s'era mai trovato prima d'allora. <Io bazzico esclusivamente nel quartiere di Kusa, conosci le mie origini e conosci le mie attitudini.> Indirettamente, le fa notare che, qualora conoscesse anche un po' la mappatura di Kagegakure, noterebbe che il quartiere notturno e l'ospedale sono praticamente attaccati e separati soltanto da qualche strada troppo grande e degli edifici per differenziare le due zone. Provvidenziale però la vicinanza con la struttura medica, sicché la maggior parte degli ubriachi finisce proprio lì. <Oh, giusto. Mirako. Sembra passata un'eternità...> Sosta nella sua stasi. Le si ferma innanzi, ma non si muove. Se non fosse per la pioggia che gli smuove alcuni ciuffi e che ticchetta insistentemente sulle sue spalle e sugli abiti, non ci sarebbe assolutamente niente che possa far sembrare che lui si muova. A malapena respira, come se non volesse neanche condividere con lei l'aria. La vede alzare una mano, come a volerlo sfiorare. Prima che lui possa compiere mezzo passo indietro e fermarsi, è proprio la fanciulla a ritrarre l'arto. Si sentirebbe bruciare. Ne ha quasi timore. E' chiaramente rimasto scottato dalla sua sparizione, tanto da attribuire a lei la scomparsa e qualunque colpa: questo perché lui non ne ha mai, egoista com'è. <Sono come uno scarafaggio. Mi adeguo.> Il bello di dirselo da soli è proprio questo, dopotutto. Ci si potrebbe vantare anche d'un insulto finché si è consapevoli d'esserlo. <Perché adesso?> Piccato, aggrotta le sopracciglia e la fronte. <Hai avuto così tanto tempo per uscire allo scoperto. Dici che sei perlopiù dormiente, vuoi dire che Mirako non aveva desiderio di incontrarmi?> La nota dolente dettata dalla voce è vicina alla rabbia, più che altro perché si sente in difetto terribilmente e NON vuole darlo a vedere, altrimenti avrebbe LUI la colpa di tutto. E coerentemente con sé stesso, non ne ha. Perché è lei ad averlo abbandonato, non il contrario. Non è colpa sua d'essere andato avanti. No? Come se quell'amore non fosse mai esistito, ma al tempo stesso è stato quel sentimento - quella ragazzina - a fargli battere ancora il cuore. [ Chk On ]

17:44 Kouki:
 Passa oltre a quel modo di dire, lei non si sente infastidita ma anzi è felice di rivedere finalmente un volto conosciuto... più che conosciuto. Gli sorride, non un ghigno, ma un vero sorriso, di quelli che non donerebbe a nessun altro se non a lui. <E non ti infastidisce?> la prima domanda che mette in evidenza come la ragazzina invece non abbia superato il trauma. <Abbiamo perso dieci anni.> ribadisce. Il tono più affilato, come fa Lui a non comprendere quanto hanno perso? <Abbiamo perso... tutto.> è importante per lei che Rasetsu riesca a comprendere il modo in cui si senta, perchè al momento lo percepisce distante e non riesce a capirne il motivo. Ascolta le sue parole, quella... tacita accusa. La Yakushi inizia a sentirsi come se egli volesse metterla in cattiva luce riguardo a cosa, poi? <Anche tu sapevi dove potevo essere. Oto è il mio villaggio...> si corregge. <Quartiere.> una smorfia e va avanti. <Sai che sono molto legata al mio Clan, ne ero a capo.> gli fa notare come anche lui avrebbe potuto avere ogni modo per cercare di rintracciarla. <Fosse stato solo per me, lo sai... voglio sperare... ti sarei venuto a cercare. Ma di mezzo c'è Mirako. Lo sai.> la cattiveria e il sadismo di Mirako li dovrebbe conoscere, lei che ha sempre fatto di tutto per creare terra bruciata intorno a Kouki. <E' passata un'eternità, in effetti.> lo corregge, gli fa notare tutti quegli anni... pesano. Il cuore inizia ad andare in sofferenza, sta provando del dolore in questo momento, ma un dolore che non sa spiegarsi perchè lei... di dolori amorosi non ne ha mai avuti prima. Ne ha sperimentati tanti, ma non di questo peso. <Ti adegui.> sussurra riprendendo quella parola. <Hai anche solo provato a cercarmi?> lei ha in un certo senso la scusa di Mirako, imprevedibile, stronza. Lui che scusa dovrebbe avere? <Io non so cosa passa per la testa a Mirako. Non mi fa accedere alla sua mente.> lo guarda assottigliando lo sguardo, piccata da quel suo fare. <Dovresti saperlo... lei ha sempre cercato di isolarmi. È sadica, stronza, con degli obiettivi suoi.> ritorna a sottolinearlo. Non intende farsi addossare la colpa di nulla. <Perchè ti comporti in questo modo con me? Io non sto cercando di attaccarti, perchè invece io mi sento attaccata da te?> domanda, stringe i pugni. <Sono stata lontana, così come lo sei stato tu. Solo che io non ho potuto scegliere. Tu invece?> non ha scelto lei di finire in quel limbo, non ha scelto lei di far prevalere Mirako ancora e ancora. <Tutto il nostro legame, il nostro... sentimento. Dicevi di amarmi.> lo guarda dritto negli occhi. Sta lentamente morendo dentro. <Mi hai data per scontata? Il tuo amore non ti ha spinto a cercarmi?> prende fiato. <Ti sei adeguato... velocemente. Senza guardarti indietro a quanto pare.> un attimo di pausa, ma solo un attimo. <In che modo ti sei adeguato?> domanda istintivamente si porta la mano destra ad altezza del cuore, stringendo convulsivamente il tessuto del kimono. <I miei sentimenti per te non sono cambiati. Se avessi potuto, se avessi potuto scegliere, ti avrei cercato subito.> lo mette in chiaro, nel caso sia sfuggita questa piccola ma importantissima nota. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

18:29 Rasetsu:
 Gli chiede se ciò non lo infastidisce. Dovrebbe? Ha perso dieci anni della sua vita, avrebbe infastidito chiunque sano di mente - persino Kouki che mentalmente è instabile! Senz'offesa. <Ciò che ho perso posso riguadagnarlo col tempo. Mi pesa il culo per la posizione nella Yakuza, considerando che adesso preferirebbero vedermi morto.> Anche prima volevano vederlo morto, con l'unica differenza che non potevano farlo fuori a causa della sua posizione nonché il potere ch'era riuscito a raggiungere. In realtà, non si è mai fermato a riflettere su ciò che gli manca adesso. Non ne ha mai sentita la necessità. <Mi sono buttato a capofitto nell'ospedale perché le nuove tecnologie mi interessavano. Sono stato confinato lì dentro praticamente fin dall'inizio.> Sì, molto bene, peccato che tu non stia dicendo la verità. Quella verità che potrebbe metterti in cattiva luce, quell'ideologia sbagliata secondo la quale non esiste alcun altro quartiere oltre Kusa ( difatti, difficilmente esce fuori da quei confini ) ed anche l'aver dato per scontato che Kouki fosse morta in battaglia, quando in realtà non ha mai provato realmente a cercarla. Ma per nessun motivo in generale, eh. Lo ha dato soltanto per scontato perché altrimenti sarebbe apparsa proprio con lui. Kagegakure non è enorme, anche se ricopre ben sei villaggi al suo interno. <Non sapevo neppure dove andare a cercarti, onestamente ero talmente strafatto e perennemente ubriaco che mi bastava immaginarti. Speravo che presto o tardi saresti uscita allo scoperto da sola - come fai di solito, che sparisci perché Mirako ti impone di farlo, ma che quando riprendi il comando torni a cercarmi.> Solleva gli occhi al cielo non tanto perché si sente sopraffatto e infastidito, ma perché la situazione è realmente quella che è. Non ci ha pensato? Non esattamente, ma lo ha dato per scontato. Si sente trafitto a sua volta, adesso, perché ciò che ha vissuto è praticamente stata una menzogna col senno di poi. Avrebbe potuto, avrebbe dovuto. <Perché ho convissuto per quest'anno con l'idea che tu non avessi mai provato a cercarmi, quando in realtà ero io ad essermi adeguato a questo pensiero.> Per non farsi del male da solo, consapevole che la lontananza da Kouki gli causa non poco male e sempre gliene ha causato. E' un vigliacco, ma questo lo sappiamo benissimo. Non c'è da stupirsi, in merito. Già il semplice fatto che non dica le cose come stanno, ma che poi cambi idea sulla base delle parole altrui così da rendersi incoerente fa capire tante cose, purtroppo. Quanto meno, caratterialmente non è che sia cambiato granché. E' un bambino nel corpo d'un adulto che non sa prendersi le proprie responsabilità. E sarebbe stato diverso se si fosse portato anche Kuro-Chan dietro. Molto diverso. Forse questa conversazione si sarebbe conclusa in un bagno di sangue, altroché. <'Dicevo'?> S'adira di nuovo, con le gote e la fronte a tingersi di nerastro sotto la pallida pelle del demone. <Io ti ho amato. Non smentire qualcosa che pensavo davvero.> Ne parla al passato, ma perché non sa neppur lui cosa pensare in questo momento. Non sa neanche dove andare a sbattere la testa, non sa come aprire di nuovo quel sentimento che aveva chiuso sotto chiave proprio per via della sua assenza. Perché dire che l'assenza altrui non gli abbia causato male sarebbe un errore troppo grande da commettere. Riporta gli occhi verdastri su di lei, mostrando leggermente quei dentini aguzzi quando prima ha lievemente alzato la voce. <Mi sono adeguato semplicemente andando avanti> Ancor gira attorno al discorso perché è lei stessa a non porre quesiti precisi, questo a lui va oltretutto bene del resto. Non intende parlare del resto del mondo, in questo istante. <e dovresti farlo anche tu. Riprenditi la tua vita, s'è quella che vuoi. Posso ancora aiutarti contro Mirako.> Giusto per dirne una, mettendosi immediatamente alla ricerca d'una papabile soluzione che tale possa definirsi; un modo come un altro per starle vicino il necessario. Non sta tenendo in considerazione il suo attuale presente. Non sta assolutamente considerando Dokuhiro e la bambina, i suoi progetti futuri, la clonazione. Il cervello gli pinga anche la possibilità di usare nuovamente quel fottuto veleno Yakushi, ma omette l'informazione. Non è il momento. Bastardo sì, eppure non così tanto. <Non so più cosa pensare.> Si china dabbasso, ai suoi piedi - come se chiedesse perdono? Piega le ginocchia e s'acquatta con la schiena rivolta al cielo e la testa tra le mani. Le dita s'intersecano tra i ciuffi cremisi ormai bagnati del demone, tirandoli distrattamente, come se questo gesto possa in qualche modo aiutarlo a venire a capo di tutto questo. [ Chk On ]

18:47 Kouki:
 La pioggia sta ancora cadendo, lei ormai è fradicia fin dall'inizio, ma ora non sente nemmeno freddo o fastidio, è troppo concentrata sulla situazione che si sta svolgendo sotto i suoi occhi serpentini. <Giusto.> non dice altro in merito a quelle prime parole. Ciò che è stato perduto si può riconquistare, ma lei ne sarà davvero in grado dopo questa batosta? Ne avrà ancora la possibilità? Aveva raggiunto vette davvero alte... e poi di colpo le è stato dato un calcio dritto nello stomaco che l'ha fatta precipitare. Adattarsi? <Perchè adattarsi ad un mondo simile?> sibila a bassa voce, ma udibile perfettamente data la loro vicinanza. <La tecnologia certo è comoda, ma per il resto?> lo guarda attentamente negli occhi. <I villaggi sono stati ridotti a quartieri.> schifata lo dice. Ma dopo tutto che altra soluzione c'era? Non lo sa, non si è mai informata più di tanto. <Ti bastava immaginarmi?> domanda, colta da un senso di sconforto... che non sia mai stata abbastanza per lui? <Ma adesso sono qui, davanti a te, dicendoti che i miei sentimenti per te non sono mutati. A dirti che ci apparteniamo a vicenda.> ed ecco che questa volta proverebbe a rialzare la mano e tenterebbe di posarla delicatamente sul Demone, là dove si trova il cuore. Non risponde a tutto quello che sente, perchè il fulcro del discorso, per lei, è questo. <Allora perchè non sei felice di vedermi?> domanda in risposta a quella sua ira. <Ho parlato al passato solo perchè non percepisco da te questo sentimento che ci univa.> abbassa lo sguardo, e se ci fosse riuscita a toccarlo, farebbe scendere anche la mano che tornerebbe al proprio fianco. Torna a guardarlo sollevando la testa. Piove, il suo volto è rigato dalla pioggia. <Possiamo andare avanti insieme, come abbiamo sempre fatto. No?> accenna un sorriso. <Lo so, tu potresti aiutarmi tanto e non solo con Mirako. Potrei riuscire ad uscire dal limbo in cui sono precipitata.> poi però lo vede reagire in quel modo... si piega sulle ginocchia, testa tra le mani. Non sa che pensare. Lei lo guarda in silenzio... un lungo silenzio prima di riprendere la parola. <Perchè sembri così in conflitto? Cosa c'è... dimmelo.> ordina. Non lo tocca, non saprebbe come potrebbe reagire al momento. Ma è palese che qualcosa ci sia, che qualcosa lo sta dilaniando. Di colpo... una fitta alla testa. La Yakushi si porta una mano alla fronte e chiude gli occhi, rimanendo comunque sempre in attesa di una risposta da parte del Demone. Si sente... messa da parte, debole, in un angolo. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

21:18 Rasetsu:
 Adattarsi. E' un termine simbolico in questa situazione, specialmente dopo quant'accaduto durante l'ultima guerra che ha visto tutti allo stremo. <Non c'è altro fuori da queste mura. Ci sono soltanto chimere. Cosa me ne importa dell'esterno?> C'è chi ovviamente preferisce adattarsi piuttosto che cercare una scappatoia, piuttosto che rischiare nuovamente la vita adesso che sono riusciti a ritrovare una stabilità che altrimenti andrebbe perduta di nuovo. Non ci vede niente di male ad adeguarsi, specialmente se si tratta di qualcosa che gli piace. D'altronde, è sempre stato incline alle novità e ai miglioramenti, forse più dei suoi compaesani. Anzi, ha perennemente ricercato il meglio specialmente nel proprio ambito e impiego. Non riesce a dare una risposta effettiva alle domande che provengono dalla fanciulla, piuttosto cerca di darne una che sia alquanto concreta e che abbia un significato preciso. <Sono in conflitto perché sono andato avanti senza di te, perché la mia mente ha dato per scontato che, se non fossi tornata, allora eri semplicemente morta in battaglia. Ho dato per scontato che tu non ci fossi, in modo che non potessi soffrirne. Mi ero convinto semplicemente che mi avessi abbandonato tu, quando in realtà così non è. Kagegakure non è enorme, ma io non mi sono letteralmente mai spostato da quel fottuto settore di Kusa.> Lo idealizza come una sorta di villaggio, quindi non ha alcuna necessità di spostarsi altrove o di andare a visitare qualche posto nuovo. Cerca di rimettersi in piedi e fronteggiarla per quanto possibile. Reputa che sia veramente soltanto questo il motivo del suo sconforto? Lo stesso motivo che quasi l'ha spinto ad allontanarsi quando lei ha provato a toccarlo. <Cos'è che sento che mi fa stare così?> Si chiama senso di colpa, tesoro. Giustamente, non ne ha mai sentito parlare perché non l'ha mai provato. Adesso che si ritrova davanti gli occhietti languidi della serpe, si rende conto che ha fatto lo stronzo con la persona meno indicata assolutamente. Compie un paio di passi in avanti, in modo che possa allargare le braccia verso l'esterno. Cerca di accoglierla e di non averne timore. Lui ne ha avuto fin dal primo momento perché ha spesso immaginato: 'e se tornasse adesso che sto andando avanti?' oppure 'e come la prenderei se tornasse?'. Trovarsi invece davanti l'effettiva situazione precedentemente immaginata lo ha destabilizzato non poco e, come antecedentemente spiegato, il demone ha provato un sentimento che non ha mai provato prima: il senso di colpa. <Fatti almeno toccare. Ti prego.> La vede però poggiare una mano sulla testa, come se avesse appena ricevuto una fitta. <Cosa?> Cerca di capire cosa stia accadendo alla serpe, in modo che possa aiutarla se possibile. Si tratta pur sempre di Kouki... [ Chk On ]

21:36 Kouki:
 Alza le spalle, ora che finalmente ha smesso di piovere lentamente, si sente pervasa da dei brividi... ma sarà davvero colpa solo del freddo? <Sono rimasta attaccata al passato, e la mia mente fatica ad accettare tutto questo.> si confida con lui, perchè non dovrebbe del resto. Ora a lei tocca un silenzio lungo e profondo, tutto il tempo che l'altro ci impiega per spiegarle il motivo di quel suo conflitto. <Mi hai data per scontata.> afferma infine, annuendo. Si sente male per questo... sente un dolore mai provato prima e quella sensazione che qualcosa sia cambiato... irrimediabilmente. Ma vuole cercare di aiutarlo in questo suo conflitto, cercare di capirlo meglio per poi trovare una soluzione per andare avanti. <In che modo sei andato avanti senza di me?> cerca di chiedere in maniera più specifica, dato che il suo problema sembra essere legato a quello. <Hai detto che eri alcolizzato, drogato... adesso stai bene, come ne sei uscito?> forse inconsciamente cerca una risposta anche per se stessa... come uscirne? Lo guarda, gli occhi serpentini e magnetici, il sorriso appena accennato. <Non so cosa senti... anche io sento una specie di dolore, al cuore, che non saprei descrivere.> ma non è senso di colpa il suo, questo loro incontro ha un qualcosa di amaro che la Yakushi difficilmente riesce a mandar giù. Quando lui si rialza e allarga le braccia, lo osserva, senza comprendere... lui si era ritirato dal suo tocco prima, e ora chiede di toccarla come se il problema fosse della ragazza. <Questo... ha un non so che di saluto, come se tu non potessi mai più toccarmi in futuro.> la testa le fa male, pulsa, le urla che sente dentro il proprio cervello, le risate, le parole, tutto sembra soffocarla e rendere ovattato quello che la circonda. Cerca però di mantenere il controllo, scuote la testa. <Non è niente.> non vuole focalizzarsi su questo, quindi senza perdere altro tempo cercherebbe di lasciarsi andare tra le sue braccia. Lo abbraccia, se lui volesse potrebbe farlo a sua volta, toccarla, stringerla a sé. Non importa se sono bagnati per via della pioggia, lei non si fa certo problemi del genere. <Possiamo andare avanti insieme?> gli domanda, ma il tono non è di chi sta pregando l'altro, lei non si metterebbe mai a pregare qualcuno, secondo Mirako, ora, sembra già abbastanza debole così. Se fosse riuscita ad abbracciarlo, si stringerebbe a lui, le mani contro la sua schiena, che lo accarezzano, e l'orecchio appoggiato al corpo dell'altro. Il suo profumo, il suo stesso essere... sono in grado di far sentire la ragazza in grado di poter fare di tutto. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

22:36 Rasetsu:
 Comprende anche la situazione nella quale s'è trovata Kouki, non riuscendo in nessun modo a biasimarla. C'è chi riesce ad adeguarsi come uno scarafaggio - esattamente come lui - e chi, contrariamente, non c'è riuscito per un motivo o per un altro. Esisterà sempre qualcuno con una visione opposta alla propria. <Credo sia normale. Non hai un'attitudine come la mia.> Tornando al discorso iniziale d'adeguamento o meno. Sa perfettamente quanto male le sta facendo, pur non comprendendolo in maniera diretta. Lo capisce dagli atteggiamenti che sta avendo e dalle parole che fuoriescono dalla sua bocca. Tuttavia, quel senso di colpa non sa gestirlo. E' d'altronde la prima volta che lo testa su di sé. Il petto si stringe leggermente in una morsa. E per chi credeva di non avere un cuore, effettivamente sembra essere tutto così strano e fuori dal comune; soprattutto se s'è sempre pensato d'essere immortale. <Ho solo ridotto le quantità. Per un periodo, mi sono totalmente disintossicato. Poi ho ricominciato a piccoli passi, in maniera moderata.> Non sta esagerando ormai da tempo, forse perché nell'effettivo non ha ancora creato la Sbrilluccica in mancanza di veleno Doku. Non ha mai voluto ripiegare su del veleno diverso, poiché l'ingrediente principale pretende che sia quello di sempre per generare una droga perfetta in ogni sua sfaccettatura. Sembra che anche lei sia in grado di percepire lo stesso fastidio al centro del petto, tant'è che il demone la fissa un po' sbalordito. Peccato che il dolore percepito da entrambi sia totalmente differente. Lei si sente ferita dall'atteggiamento dell'uomo che ha sempre amato; lui colpevole per averla tradita. O per star tradendo Dokuhiro, sostanzialmente. <Non mi stai dando il tempo di elaborare la cosa, Lingua biforcuta...> Bofonchia a mezza voce, anche se ha un non so che di scusa. Cerca di abbracciarla come ha provato poc'anzi a fare, in modo che possa stringerla appena a sé. China quanto basta il capo così da poggiare il mento sulla sua testa. Le braccia la circondano, ancor una volta incurante del fatto che ci sia della pioggia a bagnar le loro vesti. Il cielo pare andare schiarendosi con l'avanzare della serata, quindi quelle gocce dovrebbero andare a diminuire pian piano. <Non ho mai smesso di pensarti... ma ho cercato di non farlo.> Non è bravo con le parole, si è innamorata di una persona che sa a malapena rivolgersi a sé stesso senza offendersi automaticamente. Figurarsi avere a che fare con qualcun altro che abbia una capacità di pensiero un po' più normale di lui... [ Chk On ]

11:30 Kouki:
 Non una situazione normale nemmeno per la Yakushi. Gestire quel dolore, quel fastidio, quelle Voci dentro di sé... non è affatto facile. Cerca in ogni modo di mantenere il controllo ma non è per niente facile. Lui si è adeguato, lei fa fatica a farlo. Eppure una parte di sé vuole a tutti i costi adattarsi. Per non soffrire, per poter stare con lui. <Abbiamo un'attitudine diversa in effetti... ma non per questo vuol dire che non si possa andar d'accordo.> è come se la ragazza cercasse a tutti i costi di trattenerlo a sé, poiché sente di star perdendo l'uomo come la sabbia tra le dita. Più stringi e più questa scorre via. Lei non riesce a percepire in lui il senso di colpa, non riesce semplicemente a comprendere il suo atteggiamento, forse perchè lei si era immaginata una tutt'altra reazione. Ad ogni modo rimane in ascolto ed annuisce, dicendo solo piccole cose riguardo alla sua disintossicazione. <Ci sei riuscito da solo? Hai avuto una grande forza di volontà. Tenere la mente lucida è essenziale sia per il lavoro che svolgi, sia per il tuo essere ninja.> per quanto gli occhi rimangano fissi su di lui, le labbra pallide si piegano in un piccolo e delicato sorriso, che sembra sempre un ghigno, ma leggermente più addolcito per via della figura che si trova di fronte. Il suo cuore batte, e anche velocemente. Finalmente lui dice qualcosa che sembra dare un senso a tutto quanto... non gli sta lasciando il tempo di elaborare la cosa... in effetti visto dal suo punto di vista, la questione deve aver avuto un effetto niente male. Lasciargli tempo, quindi? Ma quando si sente chiamare in quel modo, il suo cuore non può che pompare calore per tutto il suo corpo. Calore che si irradia, che la rende... felice. È come se avesse l'impressione di star riuscendo a trattenere quella sabbia tra le mani. Sente l'abbraccio, chiude gli occhi e ricambia. Si appoggia con la fronte contro di lui e ne assapora il profumo. Dopo quel lungo attimo di silenzio, dopo che lui conclude le sue parole, anche la ragazza ha qualcosa da dire, finalmente. <Mi dispiace.> ed eccola che si scusa, ma per cosa non lo specifica, forse si è resa conto di quanto dolore abbia provocato a lui con la sua assenza. <Ma ora sono qui, e non ho intenzione di andarmene.> infine sibila, con tono basso ma udibile. <Tu mi appartieni.> un senso di possesso, che sembra non ammettere repliche. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

11:59 Rasetsu:
 La Lingua Biforcuta, come volevasi dimostrare, è piuttosto restia a lasciare andare il demone. Che ha fatto per meritarsi una figura del genere al proprio fianco? Non lo ha mai capito davvero. Non s'è praticamente mai comportato come una persona a modo, motivo in più per cercare di comprendere qual fortuna l'abbia accompagnato sino a questo momento. <Possiamo andare d'accordo> Ammette, cercando di tenerla ancora abbracciata a sé senza lasciarla andare. Non ne ha particolare attenzione, specialmente adesso che può quanto meno godersi quel contatto. Certo, passasse Dokuhiro in quel momento da lì, sarebbe morto stecchito così com'è in piedi. Tuttavia, anche da questo punto di vista, la fortuna che l'accompagna è drasticamente eccessiva. E' quasi come se la dea bendata l'accompagnasse in ogni momento, talvolta volgendosi dall'altra parte pur di non arrecargli fastidi negativi; ignorando le cattiverie gratuite che ha sempre portato con sé. <ma sei sicura di voler aggregarti a questa popolazione? Non mi sembri propensa, non posso costringerti a farlo esclusivamente per me.> Potrebbe, ma non vuole. Con la Yakushi, non riesce ad essere cattivo. Il suo animo glielo sta vietando con tutto sé stesso; non potrebbe mai. Però è anche vero che la situazione nella quale si trova lo rende un tantinello instabile. Invero, non sa neanche lui stesso come comportarsi. <Ti appartengo e ti apparterrò per sempre, ma devi trovare anche la tua strada. Non puoi dipendere da me. Non voglio che tu dipenda da me. Sono un cazzo di parassita della società e del mondo, ma sei sempre stata il mio cuore.> Essere il cuore di un parassita della società probabilmente non è neanche qualcosa di molto positivo, ma loro due hanno sempre provato a trovare il bene in questa scelta. Si sono appartenuti, si sono perennemente sostenuti a vicenda. Non c'è nessuno al mondo che potrebbe davvero dividerli, a parte una bambina col corredo genetico del Kokketsu... <Devo dirti la verità> Perché il peso che ha sul cuore potrebbe distruggerlo da un momento all'altro. Perché sa bene che con Kouki non riesce a comportarsi da cafone. Si sono sostenuti a vicenda, si sono amati come qualcosa di indissolubile. Le deve troppo e di questo n'è quanto mai consapevole. Il resto del mondo non gli importa, ma la serpentella è sempre stata un'eccezione: l'unica fino all'arrivo di Kuro-chan. Dokuhiro è un caso particolare: ci sono momenti in cui la detesta, altri in cui vorrebbe soltanto ucciderla e non sente di provare davvero amore. Ma questo lei non deve mica saperlo considerando che rischierebbe di sbatterlo fuori casa... e quella casa gli serve. <ho una bambina. L'ho creata in laboratorio. Però la sto crescendo.> Mormora, deglutendo. Forse è giusto che vada così, dopotutto. Non per questo pare voler cedere quell'abbraccio, ovviamente. [ Chk On ]

12:12 Kouki:
 Non dice nulla, ma semplicemente si lascia avvolgere da quell'abbraccio che sembra salvarla da tutta l'oscurità che si porta dietro. Non le importa se sia poco raccomandabile come uomo, non le importa della droga, del suo vissuto, del suo carattere instabile... lo ha scelto, e quando la Yakushi sceglie qualcuno, se lo tiene ben stretto. Il più possibile. Rimane in ascolto ma non risponde alle sue prime parole, solo annuisce con la testa, per poi cercare di elaborare quelle successive del Demone. Non le comprende, non riesce a capire perchè le stia dicendo un cosa simile. <Non voglio dipendere da te.> cerca di sottolineare, ma senza sciogliere quell'abbraccio. Quell'abbraccio le serve per rimanere attaccata alla ragione. <Posso trovare la mia strada pur stando al tuo fianco, non credi?> e così prova a fargli capire che nessuno potrebbe mai dividerla da lui, nemmeno lui stesso. Certo la ragazza non può minimamente immaginare che quello che potrebbe farle lui, è di quanto ci sia più doloroso a questo mondo per la Yakushi. Più delle torture fisiche subite, più degli abusi, più di Mirako stessa. <Io sarò per sempre il tuo cuore, non mi importa quello che potrebbe succedere.> ingenua, si. Sta peccando di una enorme ingenuità al momento, mentre Mirako si rende conto di quanto la ragazza sia debole in compagnia del sentimento chiamato Amore, lei invece non riesce a vedersi come tale. Un ancora di salvezza, ecco... un modo per ricominciare. Non dice nulla, si stringerebbe anzi di più a lui quando gli sente ammettere che deve dirle la verità. Lo trattiene come se non volesse sentirlo parlare, come se avesse paura di quelle parole. Parole che alla fine arrivano come una pugnalata dritta al cuore della Yakushi. Le manca il fiato, smette di respirare... suda freddo, gli occhi si spalancano, ma la stretta contro il Demone aumenta. Un silenzio lungo quello che ne consegue... le parole bambina, laboratorio e crescendo, le vorticano in testa, glie la fanno girare, le manca il fiato. Non sa nemmeno cosa pensare, come pensare, cosa fare e come fare. <Chi?> le esce solo a fior di labbra, un sussurro sibilante. <Chi è la madre?> perchè deve per forza essercene una, non tanto perchè abbia qualche conoscenza a riguardo, ma perchè solitamente un figlio viene creato da un padre e una madre. Si sente mancare, la sua debole psiche sta vacillando, sente Mirako urlarle nelle orecchie, grida, rabbia, risate, parole che non riesce a distinguere, e lei, Kouki, che cerca di mantenere un minimo di autocontrollo. Ma sta tremando, di questo Rasetsu dovrebbe rendersene conto. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

12:59 Rasetsu:
 Chi sta narrando queste gesta ha avuto così tante idee da non sembrare neanche possibile attuarle. Chi, al contrario, si proporrà nella lettura, potrà intuire ben presto anche dove il demone voglia andare a parare. E' una scelta complicata e difficile, spesso impossibile da prendere. Tuttavia, non può neanche rifiutare la sua vera natura. <Perché non torni a lavorare in ospedale?> E' uscito di senno, altrimenti non si spiega. Al contrario, la sua mente sta viaggiando verso lidi non proprio puliti e tanto meno sicuri. L'ospedale è il posto che Dokuhiro frequenta di più quando il demone non torna a casa da giorni, ma è pur vero che ha orari specifici durante i quali può effettivamente recarsi in laboratorio o per una visita. Senza contare che la bambina ha ancora tante necessità alle quali dover fare rapporto, nella fattispecie quell'operazione che dovrebbe rimetterle a posto il labbro - oltre alla crescita accelerata che deve rallentare in qualche maniera. Un po' per volta, come si suol dire. <Potremmo lavorare nuovamente assieme. In questo modo, potrai sì abituarti alle nuove realtà di Kagegakure e sia affiancarmi.> In questo modo, non si troverà da sola ad affrontare il mondo con le sue mille possibilità. Potrà avere sempre qualcuno dalla sua parte che l'aiuterà quando necessario - senza considerare le vicissitudini che così facendo potrebbero andare a crearsi. Anche la possibilità di una clinica privata nella quale riprendere tutti gli aspetti poco legali della loro vita precedente al declino del mondo ninja per come lo si conosceva... Si distacca dalla ragazza soltanto per poterla aver di fronte. Le mani restano poggiate sulle di lei spalle, affinché non debba necessariamente interrompere un contatto diretto da quest'ultima. Anche gli occhi giallo - verdi del rosso permangono fissi in quelli serpenteschi altrui. <Si tratta d'una ragazza di Ame che è stata trasformata in Kokketsu.> Di base, la bambina sarebbe una Kokketsu pura - per esempio, se proprio vogliamo affrontare un discorso affinché l'altro venga momentaneamente dissipato per dare tempo al demone di prendere forza, coraggio e trovare anche delle risposte vagamente utili al contesto. <Ho sfruttato i geni di entrambi combinandoli in laboratorio.> Cerca quella che pare tanto come una giustificazione, deglutendo e stando in ascolto. Sa bene che l'espressione altrui potrebbe distruggerlo da un momento all'altro, così come le parole che potrebbero uscire dalla di lei bocca. Ma si tratta di Kouki... Cos'altro avrebbe dovuto fare? Rinunciare a lei è un po' come chiedergli di strapparsi una parte del corpo. [ Chk On ]

13:15 Kouki:
 Lei non riesce a comprendere molto quello che il Demone le sta dicendo... forse ancora le viene difficile elaborare, ancora le risulta strano il suo modo di comportarsi, ma lui le tende una mano, le da un'opzione per andare avanti, ricominciare. Tornare a lavorare in ospedale, a Kusa, affianco a lui, in modo da potersi aiutare a vicenda, senza dover rinunciare l'uno all'altra. Non sa cosa stia passando per la testa del Rosso, non ha idea di quello al quale potrebbe andare incontro, ma cos'altro potrebbe fare? Rimanere a Oto non sembra più un'opzione. <Mi piacerebbe tornare al tuo fianco, lavorare insieme.> principia senza timore. C'è però qualcosa che non sente stia andando bene... perchè egli parla solo di lavoro? Come se i loro contatti dovessero limitarsi solo ad esso. <Un problema però è che non ho una casa a Kusa. L'ho... l'avevo bruciata completamente. A Oto stavo alla sede del Clan.> potrebbe stare in ospedale? Vivere, lavorare e dormire lì? Oppure... <Hai un posto da offrirmi?> sibila quella domanda con un tono quasi involontariamente malizioso, quasi. Ora lui si distacca, si guardano negli occhi, non le dispiace quel tocco sulle spalle gracili. Man mano che quel discorso spinoso si sviluppa tra di loro, lei non smette di guardare negli occhi il Demone, ma ascolta dolorosamente ogni sua singola parola. Una ragazza di Ame, una che fa parte del suo stesso clan... una ragazza scelta per avere una bambina insieme a lui. Ma ogni parola che sente è simile a una pugnalata in corpo. Non smette di guardarlo. Il volto, se possibile, ancor più pallido del solito. Corruga la fronte, prova dolore alla testa, dei lancinanti dolori che le fanno pulsare il cervello. <E...> il tono trema, si ferma, cerca di respirare normalmente e riprendere il controllo. <E... con lei... tra voi due...> trattiene il fiato, teme la domanda ma ancor di più teme la risposta. <Tra voi due... c'è qualcosa?> si sente le gambe molli, i pugni stretti e chiusi quasi a voler infilzarsi i palmi con le unghie. Ormai tutto gira e lei si sta mantenendo alla realtà aggrappata a una corda che si sta lentamente sfibrando. Capisce ora perchè lui sia così distante, così combattuto... inizia lentamente a comporre i pezzi del puzzle, e lentamente il volto della Yakushi muta. Severa, fredda, una maschera di impassibilità. La corda si sta per spezzare. [Chakra: off | Porta kunai e shuriken dx: Shuriken x6 – Kunai x6 | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x4 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x5 – Tonico curativo speciale x5 – Tonico recupero chakra x5 – Tonico recupero chakra speciale x5 – Fuuda con trochetto x5 – Fumogeni x5 – Veleno stordente C x2 – Veleno tossico C x2 Veleno inibente x5 – Veleno composto speciale x5 | Sigillo potenziante Ninjutsu Speciale sul petto]

14:15 Rasetsu:
 L'idea di tornare a lavorare assieme sembra essere colta piuttosto in fretta ed anche adeguatamente dalla serpentella. Quest'ultima risulta tuttavia essere titubante sul genere di rapporto che potrebbero avere, poiché il demone sembra intenzionato a cambiare argomento. Tutt'altro. Egli è interessato a questa situazione, tuttavia non sa come comportarsi per via di Kuro-chan e Dokuhiro. Giustamente, poi. <Ho un appartamento nel settore konohano... non è molto vicino a Kusa, però ci si può spostare piuttosto rapidamente.> Certo, forse sta parlando meramente arabo nei di lei confronti visto e considerato come s'è abituati a girare perennemente a piedi. Talvolta si utilizzavano carrozze per spostamenti lunghi, ma il mondo è cambiato così tanto che anche lo sfruttamento animale è divenuto meno adoperabile. <E' pur vero che quell'appartamento è uno schifo, ormai vivo praticamente nel mio laboratorio.> Un atteggiamento che, la serpe ricorderà sicuramente, il demone ha sempre avuto. Non sarebbe neanche la prima volta. Anzi, specialmente quando lavora ad un progetto importante, il demone fa tutt'altro che dormire. Ultimamente s'è imbottito di caffè pur di non smettere di lavorare e fatturare, così da non dormire neppure. Quando la Yakushi gli chiede se tra lui e l'altra possa esserci qualcosa, il demone viene raggiunto da un brivido che gli percorre la colonna vertebrale. Un campanello d'allarme gli risuona nel cervello. Gli ricorda che non si sta comportando come dovrebbe, ma d'altronde quando mai l'ha fatto per davvero? <No> La prima bugia. <mi ha aiutato con la bambina donandomi i suoi ovuli. Quindi è come se fosse nostra figlia.> Cerca di farle capire forse indirettamente che quella titubanza è nata proprio da questo, dall'esserci una bambina di mezzo. Non risulta essere un discorso molto semplice da fare, purtroppo. Anche perché dire le bugie non è mai un bene e, ben presto, tutti i nodi vengono a galla; tutto viene scoperto. Non distoglie neanche per un istante lo sguardo dalla Yakushi, provando appunto a mantenere un contatto visivo diretto che non crei alcun disguido. Peccato che il disguido poi esista veramente, ma questo è un altro discorso fintantoché non si sappia in giro... <Ti accompagno?> Riferendosi all'appartamento konohano che le ha menzionato poc'anzi, così da comprendere se abbia almeno accettato e se ci si possa spostare altrove, considerato anche il maltempo che hanno trovato fuori. [ Chk On ]

14:42 Kouki:
 Vivere a Konoha, lavorare a Kusa, stare con il Demone ma allo stesso tempo non coesistere insieme. No, probabilmente lei sta recependo in maniera sbagliata le sue parole e le sue intenzioni. Fatte le proprie elucubrazioni mentali, va a rispondere sollevando un sopracciglio e inclinando appena la testa da un lato. <Allora verrò a stare in laboratorio con te, ma solo per il momento... il tempo di trovarmi qualcosa vicino al laboratorio.> possessiva fino in fondo, non vuole stare lontana da lui, ma allo stesso tempo ci tiene alla sua indipendenza, quindi ha deciso che starà con lui in laboratorio, lavorando al fianco dell'uomo, fino a quando non troverà qualcosa si suo comunque nei pressi della struttura. <A cosa stai lavorando al momento?> domanda interessandosi finalmente ai suoi lavori, con una spiccata sincerità ovviamente. Tuttavia i buoni propositi della Yakushi potrebbero andare a quel paese mentre guarda negli occhi Rasetsu. Vuole scovare la verità e non sa nemmeno se possa essere quella che le ha appena detto. No. A quanto pare non c'è nulla tra loro, eppure non le torna. <Non c'è nulla, ma avete una figlia assieme.> è un dettaglio non minimo e non da tralasciare. <Perchè hai scelto lei? Come si chiama?> il tono è freddo, distaccato, il cuore della ragazza sta pompando in maniera veloce per cercare di rimanere vigile, ma ben presto quella corda finirà per spezzarsi, soprattutto se ora inizia a prestare ascolto alla voce di Mirako. Fa mente locale, il suo essere titubante, il suo non sapere che fare... da una parte è come se si fosse rifatto una vita con una ragazza del suo clan e una figlia. E lei... ne è rimasta chiusa fuori. <No. Non ci vado a Konoha.> secca ma il tono di voce è tremolante. Si sente sull'orlo di una crisi, come se tutto stesse cadendo a pezzi ma ancora non succede nulla. Non sa cosa fare, come comportarsi, chiude gli occhi e stanca, ferita, arresa... si lascia andare. Perchè a Konoha? Perchè non le ha proposto di stare con lui? A Kusa, in laboratorio... per via dell'altra ragazza? Perchè anche lei sta a Kusa. Metaforicamente parlando, si lascia afferrare da dietro, per la collottola del kimono, si sente cadere in un baratro oscuro, spinta indietro senza opporre più resistenza... Mirako passa avanti, prende le redini di una situazione che Kouki fatica ad affrontare. Quando la Yakushi riapre gli occhi, questi hanno una consapevolezza divertente, il ghigno allegro, un'espressione sfacciata. <Ti ringrazio.> sibila, persino il tono sembra quasi differente. <Sembra che nella nostra vita le figure maschili siano una dannazione. Dapprima Otsuki che l'ha torturata e poi abbandonata, poi Raido che le promette di starle vicino e poi la lascia con una lettera. Azrael... oh, alzi la mano chi l'ha più rivisto.> allegro il tono, gesticola, e si sofferma sul Demone lo sguardo. <E ora tu...> scuote la testa ridacchiando. <Una bambina con un'altra donna... serio?> lo fissa. <La crescerete insieme?> si lecca le labbra. <Ti sono grata... grazie a te, posso farla diventare più forte.> si allontana da lui, indietreggiando per evitare di essere toccata sulle spalle dalle sue mani. <Non importa se fra te e l'altra non c'è nulla, non importa se si tratta solo di un esperimento, solo di ovuli presi in prestito, non importa... modificherò la realtà dei fatti e le insinuerò nella testa tanti di quei dubbi... che alla fine la porterò dove voglio io.> si avvicinerebbe di nuovo a lui, e se permesso e soprattutto se ci riuscisse, allungherebbe una mano per posarla sul volto del Demone, su una guancia. Un mezzo ghigno, sadico, e lo sguardo sottile, velenoso. <Quanto ci tieni a noi?> dopo questo, se prima fosse riuscita a mettergli la mano sulla guancia, questa la farebbe scivolare via per poi riprendere le distanze dall'uomo. E sarebbe lei stessa ora che, se non fermata, andrebbe a voltare le spalle al Rosso, ridendo di gusto, mentre inizierebbe ad avviarsi lungo il sentiero, diretta chissà dove. [Chakra: off | Portaoggetti in vita dietro la schiena: Bomba luce x1 – Filo di nylon x2 – Tonico curativo x1 – Tonico recupero chakra x1 – Fuuda con trochetto x2]

20:19 Rasetsu:
 La Yakushi pare non voler assolutamente ascoltare la proposta del demone, riuscendo addirittura a trovare un'altra sistemazione. Il rosso è costretto ad alzare un sopracciglio per via della cosa, ma si limita successivamente ad un'alzata di spalle. Che faccia quel che vuole, praticamente? D'altronde, dovrà star attento soltanto lui alla situazione incresciosa che sta andandosi a creare, senza considerare il fatto che c'è una bambina di mezzo - che in mezzo non dovrebbe venir messa per ragione alcuna. <Va bene comunque, come preferisci.> Non sta assolutamente tremando dentro di sé con la paura - a ragion veduta - d'essere sgamato seduta stante con quel che sta pensando e conseguentemente facendo. Nota quel modo di fare freddo della serpe, provando in qualche modo a non darci troppo peso bensì a rispondere adeguatamente alle domande che pone, come se non volesse creare alcun dubbio a tal proposito. <Sto lavorando alla teoria della clonazione appartenuta precedentemente ad Orochimaru. Voglio ricrearla con le mie mani senza l'aiuto d'un altro scienziato.> Vuole essere praticamente fautore del suo destino, riuscire laddove molti non sono neanche riusciti ad arrivare. Si tratterebbe sicuramente d'un passaggio fondamentale, qualcosa di mai visto prima. Con la tecnologia attuale, non dovrebbe neanche risultare essere troppo complicato. <Creare una figlia in provetta con un suo ovulo e fecondarlo manualmente non implica che debba andarci a letto. E' l'unica che si è proposta. Avrei potuto chiedere a Shizuka, ma la vedo come una sorella e il suo fidanzato è un cagacazzi assurdo!> Esclama, allargando le braccia verso l'esterno come a voler risultare maggiormente teatrale e infastidito dalla cosa. Non sta neanche mentendo in questo caso. L'unica altra persona alla quale avrebbe potuto chiedere qualcosa del genere è appunto la rossa, ma non gli è balenato per la camera del cervello manco per errore. Non riuscirebbe mai a vederla idonea per quella condizione. <Ma non ho un appartamento nei pressi dell'ospedale, ne ho rubato uno a Konoha. Altrimenti dovremmo cercarne uno assieme.> Così da non dormire all'interno del laboratorio come due profughi scappati chissà da quale appartamento - che, per l'appunto, uno è stato praticamente utilizzato abusivamente dal demone. Il problema si crea nell'istante in cui Mirako decide arbitrariamente di prendere il posto di Kouki, così da minacciare indirettamente il Kokketsu con un bellissimo effetto. <Oh, ho davanti Mirako, hm? Quanto tempo...> Fa roteare gli occhi verso l'alto, facendo in seguito schioccare la lingua sotto al palato. Sì, è proprio parecchio divertito dalla cosa - altroché. <Ci tengo tanto da dover concludere quanto iniziato tempo fa.> Ammette, riferendosi probabilmente al salvare Kouki proprio dalla ragazza che vive dentro di sé, dall'altra sé stessa che la rende così cattiva e poco propensa al dialogo, ma che mette da parte tutte le teorie e le paranoie della Yakushi reale. Non sa mai bene quale preferisce... <Andiamo.> Cerca d'avvicinarlesi abbastanza da circondarle il fianco con un braccio così da tenerla stretta a sé. Sì, ha sempre preferito Mirako tutto sommato. Ma l'amore smisurato che ha provato per quella ragazzina è su un altro piano... [ Eventuale end? ]

20:51 Kouki:
 Rimane in silenzio fino a quando non viene attirata da quello che ha intenzione di fare il Rosso. <Orochimaru, mh?> le balenano in testa delle idee, ma non osa pronunciarsi in merito, non lei almeno. <Non vorresti nemmeno il mio di aiuto?> lo stuzzica, con un sorriso e uno sguardo che sembra lasciar trapelare tutto e niente. Ma si chiede che tipo di aiuto potrebbe mai dare lei a livello pratico dato che con la perdita di questa grande quantità di chakra, nulla le riesce come prima e le nozioni di medicina che aveva sono offuscate al momento. Ascolta, si morde il labbro inferiore... il Demone è bravo con le parole, la Yakushi si sente quasi tranquillizzata e tutto quel turbinio di pensieri e sentimenti sembrano trovare una battuta di arresto... almeno fino a quando Mirako non decide di prendere le redini della situazione. <Quanto tempo, vero?> sibila nei suoi confronti, come un sussurro che va a solleticare le orecchie dell'uomo. <Sceglieresti un appartamento in cui vivere noi due insieme?> abusivamente, legalmente, non le importa minimamente. Prende un profondo respiro, ferma il suo avanzare per allontanarsi e si volta a guardarlo negli occhi... quello sguardo assottigliato, sottile e velenoso, accompagnato da quel ghigno quasi mellifluo. <Noi siamo state create in provetta, con il corredo genetico di Orochimaru. Sono quella che più si avvicina al termine di clone del Sannin. Il mio dna potrebbe tornarti utile?> anche se non si tratta proprio di un clone, o sarebbe dovuta nascere maschio. Per lo più è... una figlia. Si avvicinerebbe a lui, istintivamente, si lascia circondare i fianchi dal suo braccio e lo guarda dritto negli occhi. L'obbiettivo di Mirako non è ben definibile alla fine, ma di certo ha intenzione di rimanere a capo di questo corpo il più a lungo possibile. Giocare con la mente di Kouki, divertirsi, cercare di renderla più forte. <Io sono molto volubile.> lo avvisa. <Cambio idea e gusti molto facilmente, dipende dalla giornata, dal momento, addirittura più volte in una giornata.> si girerebbe completamente verso di lui, spingerebbe il proprio corpo contro quello del Demone, senza distogliere lo sguardo malizioso da lui. Cercherebbe di eliminare la distanza che intercorre tra loro alzandosi sulle punte dei piedi, in modo da avvicinare le sue labbra a quelle di lui. <Ho perso molto, non riesco nemmeno più a entrare in contatto con la mia innata... ma io sarò in grado di trovare la mia strada.> soffia quelle parole a fior di labbra. <Scegli me.> ha trovato mille e più modi per distruggere Kouki, chissà se davvero potrà ringraziare Rasetsu, in un modo o nell'altro deve averla vinta. Dunque si avvicinerebbe e tenterebbe di dargli un bacio sulle labbra, tentando, se riuscita, persino a mordergli il labbro inferiore, senza fargli male, ma sensualmente. <Tieni a mente che tentai di castrare Raido, tempo fa. Spero che un tale incidente non debba ricapitare anche con te.> e ghigna divertita, ma alla fine sceglierebbe di andare via con lui, consapevole di star facendo del male a Kouki, ma non le importa. [END]

Un incontro che sarebbe dovuto accadere molto tempo prima si conclude con una Kouki spezzata dal modo in cui Rasetsu s'è abituato al nuovo mondo. Lei non riesce ad adeguarsi come vorrebbe, non capisce perché il demone si comporti in modo restio nei suoi confronti fin quando questi non pronuncia la presenza di una bambina. Kouki è pregna di dubbi, in quanto il Kokketsu non le rivela del legame affettivo nei confronti di Dokuhiro, sancendo come tra i due non ci sia assolutamente niente e che quest'ultima l'abbia aiutato soltanto col corredo genetico della figlia. Mirako prende il sopravvento per ovviare alla distruzione interna della Yakushi, provando a sancire un accordo con Rasetsu.