State alla larga da quei due
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Giocata dal 18/10/2022 20:43 al 19/10/2022 00:54 nella chat "Quartiere dei Clan [Oto]"
Le tenebre della notte pervadono tutta Kagegakure, ma una particolare zona sembra avere un colorito decisamente più oscuro delle altre, si tratta dei quartieri di Oto. A quest'ora molti mercanti si apprestano a chiudere le loro attività mentre dei vicoli bui, tra una via ed un'altra, iniziano piano piano a riempirsi di gente poco raccomandabile. La luna in cielo fa quel che può per illuminare quelle strade che però, in determinati punti, rimangono nere come la pece quasi come se volessero nascondersi dalle parti più belle e graziose della città. Proprio in quelle "zone d'ombra" è cresciuto Gomi conoscendo quelle strade a menadito. Il ragazzo non manca di passeggiare in mezzo a quelle strade di tanto in tanto, in un certo senso le sente come fossero casa sua. Il giovane indossa una felpa nera che lascia intravedere la maglietta bianca al di sotto della stessa, appena sotto il collo, con un paio di pantaloni blu a coprirgli le gambe fino a sfiorare il collo dei piedi. Un paio di scarpe da ginnastica bianche avvolgono i piedi che alternandosi lentamente fanno avanzare il genin con passo calmo e disinvolto. Egli si presenta con la sua corporatura snella leggermente piegata in avanti in quanto le iridi scure guardano fisse il terreno sottostante, come fossero incantati. I capelli corvini vengono dolcemente smossi da un flebile vento, generatosi probabilmente grazie alla conformazione della zona. Il giovane continua la sua passeggiata con quel suo fare pensieroso mantenendo un volto serioso, come suo solito, ed avendo entrambe le mani in tasca con i gomiti lievemente piegati all'indietro. Un paio di pantaloni neri, un crop top bianco che scopre appena dalla felpa ugualmente corta sempre nera ed infine un cappellino da baseball sulla testa, capelli sciolti, le ricadono sulla schiena abbastanza nuda, così come il ventre si mostra candido e quasi pallido. Il riflesso dei suoi ciuffi è decisamente più biondo che altro a causa soprattutto della scarsità di luce di quel luogo. Si aggira alla ricerca di qualcuno, qualcosa, un indizio qualsiasi sul perché sia capitato tutto questo. Non ha avuto altri rapporti dai suoi superiori ma lei continua a non comprendere come si sia potuti arrivare a creare un abominio come quello affrontato solo qualche giorno fa. Avvicinandosi alla sua figura sarà ancora possibile scorgere quel livido ormai giallognolo, unico segno rimasto da quello scontro quasi mortale. Lo sguardo rosso vaga verso l’ingresso del clan Uchiha, lei si aggira lì, non così vicina da risultare sospetta ma sempre nella zona, come se stesse aspettando qualcuno o forse qualcosa. Lo sguardo non vaga, resta fisso perso nei suoi pensieri, nelle sue idee. Non ha risposte e odia questa sensazioni, non ha nemmeno una pista da seguire e sicuramente le manca persino l’idea generica di cosa potrebbe fare. Il piede destro si muove, verso un sassolino, la sneakers nera lo colpisce lasciandolo rotolare, manifestazione della sua insoddisfazione, di questo momento di crisi. Un rumore sordo del sassolino che spezza il silenzio di quel luogo senza risvegliarla dai suoi pensieri, lei resta fissa ed in fissa incapace di uscirne, bloccata. Se pensava di aver fatto passi avanti adesso è caduta nel baratro, quell’unica domanda le vortica nella testa “come” [chk on] Il ragazzo continua imperterrito nel suo incedere avvolto totalmente nei suoi pensieri quando all'improvviso un rumore sordo lo sorprende facendo arrestare la sua avanzata, si ferma ponendo le gambe distanti pochi centimetri tra loro con i piedi paralleli. Lo sguardo del genin si alza di poco per vedere quel sassolino rotolargli davanti ed accertarsi che il rumore da lui percepito provenga proprio da quella piccola pietra. L'oggetto rotola in direzione perpendicolare rispetto ai piedi del corvino. Con la dovuta calma gli occhi del giovane ripercorrono il percorso del sassolino per individuare la possibile causa del movimento dell'oggetto. Ben presto lo sguardo di Gomi si imbatte nella figura di una ragazza. Poiché le iridi scure del ragazzo erano già rivolte verso il basso le prime parti del corpo che nota dell'individuo sono le gambe per poi sollevare il suo sguardo e ravvedersi anche del busto e del viso, in cui si sofferma per qualche secondo per ammirare quegli occhi rossi. Le iridi accese della ragazza indubbiamente portano alla memoria del ninja l'uomo che lo ha ispirato, possessore di un potere oculare particolare. soffermandosi qualche attimo sull'altrui sguardo sembra capire che gli occhi della sconosciuta siano di natura diversa rispetto al ninja che lo ha soccorso da bambino. Dopo aver prolungato per qualche secondo lo sguardo sulla ragazza socchiude gli occhi per poi tornare a guardare davanti a se e riprendere in tutta calma la sua passeggiata. La sua faccia resterebbe imperturbabile, mantenendo quell'espressione seria e apparentemente priva di qualsivoglia emozione. Non se ne accorge subito, così come non si accorge del sassolino che fa incrociare le loro strade ma il peso di quello sguardo sui suoi occhi diventa pressante ed è per questo che sbatte le palpebre, come per rischiararsi la vista, tornare a mettere effettivamente a fuoco quel mondo, le occorre qualche altro istante e nel frattempo il ragazzo ha smesso, nel silenzio torna a muoversi ma questa volta è lei a fissarlo. Tanti i motivi che potrebbero spingerla a parlargli così come sono tanti i motivi per cui potrebbe tacere, eppure <qualcosa non va?> non ci sono tanti dubbi in merito a ci sia l’oggetto delle sue attenzioni, quella via a quell’ora risulta quasi deserta e non solo per i recenti fatti e i recenti rapimenti anche perché ormai la stra grande maggioranza delle persone è tornata a casa per cena o è già uscita per far serata, diretti al centro di kagegakure o anche solo nella piazza di Oto, chi è a casa ora desidera restarci mentre chi doveva uscire tendenzialmente l’ha fatto. Non ha scelto casualmente l’orario lei. Con le mille domande che ancora si affollano nell’angolo della sua mente l’attenzione devia ora verso lo sconosciuto, sospetto probabilmente quanto lei in quel momento. Si scosta appena un ciuffo di capelli con la mano destra, era ricaduto a coprirle parte di quel viso candido e le ostruiva semplicemente la vita. Non altro movimento da parte sua, se non quel lieve alzarsi ed abbassarsi del petto, ormai non più dolorante, che la identificano come viva ma null’altro. Non è facile starsene nei suoi panni ora che ha compreso che il Dio non è l’unico mostro e che di demoni ne esistono altri in aggiunta a quelli nella sua testa.[chk on] Proprio mentre si gira per riprendere la sua camminata la ragazza gli rivolge la parola, probabilmente spinta dallo sguardo prolungato verso le di lei iridi. <Tch!> Schiocca la lingua some sintomo del suo fastidio. Il busto, così come il resto del corpo, viene rivolto verso la sconosciuta tirando fuori le mani dalle tasche che vengono lasciate semi chiuse appena al di sotto del bacino con le braccia interamente distese. Mantiene il suo volto serio, ma non nascondendo un certo fastidio nel suo tono <No!> Risponde seccamente per poi sospirare <Guardando i tuoi occhi mi hai ricordato una persona.> Nonostante tutto ammette sinceramente come mai si era soffermato sull'altrui sguardo. Di sicuro non nasconde il suo caratteraccio e in maniera saccente aggiunge <Se hai capito annuisci e vattene!> La guarda dall'alto in basso, spavaldo come pochi. Resta lì, immobile, attendendo che l'altra segua o no la sua sottospecie di consiglio, un'azione che potrebbe essere interpretata in molti modi, ma trattandosi del corvino questi spera soltanto che la ragazza torni a casa sana e salva. In pochi come Gomi sanno chi può aggirarsi a quest'ora in queste strade ed il corvino non vuole che nessuno si faccia del male, gesto nobile sicuramente ma con modi piuttosto discutibili. Sembra che abbia trovato qualcuno di più intrattabile con lei, la cosa la porta semplicemente a sorridere, senza nemmeno provare a nascondere quell’espressione, troppe le cose che le passano per la testa in questo momento per cercare anche di mascherare alcune spontanee espressioni. Lo lascia parlare si limita a restare lì con quell’espressione quasi di presa in giro. Come se lo osservasse fare tutto da solo gli occhi finalmente si scostano dall’ingresso della sede Uchiha <E perché dovrei andarmene io? > replica semplicemente senza cancellare il sorriso dalla sua faccia <perché non dovresti andartene tu?> che sia o membro di un clan di Oto lei questo non può saperlo ma può contare sullo stesso dubbio. In questo preciso momento chi potrebbe ricondurla a Suna? I suoi occhi fin troppo spesso l’hanno portata ad essere accumunata a quel maledetto clan dalle splendenti tomoe. Insomma si muove in una figurata ombra, nella possibile ignoranza altrui e lo fa con il solito stile: un sorriso che spiega solo quanto trovi divertente la situazione. Meglio non pensare ad altro, ai suoi problemi e ai dubbi, meglio concentrarsi in quello che le riesce meglio da sempre: infastidire e tormentare il prossimo. Le mani ora si infilano nelle tasche dei pantaloni e la schiena finalmente si raddrizza iniziando così il primo vero movimento da tanto tempo a questa parte. Si raddrizza e si limita a fare un passo verso quel ragazzo, solo perché le è parso di capire che non vorrebbe, solo perché deve sfogarsi e sotto sotto è una bulla senza un minimo di ritegno [chk on] Gomi si dimostra saccente come suo solito, ma l'interlocutrice gli mostra un sorriso altezzoso di tutta risposta, sicuramente una rara reazione che in qualche modo sorprende e rende il giovane più irrequieto del solito. Nonostante tutto il volto rimane impersonale, come se non gli importasse dell'altrui reazione e di nient'altro. Freddo e distaccato risponde alla ragazza <Possibile che tu non abbia niente di meglio da fare?> Sospira socchiudendo gli occhi e sfrutta il suo tono di superiorità soffiando dalla bocca <Sei proprio una ragazzina.> Chiaramente per quel che ne sa potrebbe addirittura essere anagraficamente più grande di lui, ma non può fare a meno di stuzzicarla. <Questa è casa mia, io non me ne vado!> Esclama con supponenza <Smamma, prima che qualcuno possa attirarti con una caramellina per poi farti cose indicibili.> A suo modo la mette in guardia, paragonandola implicitamente ancora una volta ad una bambina. Non lo dà a vedere, ma sicuramente si tranquillizzerebbe sapendo che la ragazza torni a casa senza incontrare nessuno di sconveniente, chiaramente il ragazzo non la conosce e non sa quali abilità ella possiede, fino a questo momento per lui la sconosciuta altro non è che una semplice civile. Quale miglior modo per sollevarsi il morale se non rovinare quello altrui? Questo spiega la gran parte di quello che lei sta facendo ora, a partire da quel sorriso che stampato in faccia se ne resta lì a monito di quanto trovi divertente il tutto. La domanda retorica viene accolta dal ragazzo ma tralasciata nella sua componente principale: la retorica appunto. Non sta cercando una vera risposta ed proprio per questo che non può esimersi dal fornirla <assolutamente possibile> inizia subito allargando un po’ quella mezzaluna, mostrando appena i suoi denti <infatti sono qui> conclude poco dopo, una semplice pausa per dare quasi più patos al suo prenderlo in giro, esaltando quella componente quasi allo sfinimento. Un divertimento contorto il suo, forse, l’atteggiamento tipico del bulletto ma vista la pesante settimana chi potrebbe mai biasimarla? Non è suo attaccar briga a caso, non picchierebbe una persona in un vicolo ma prenderla in giro cercando di ferirne l’orgoglio e annullarlo, beh quella è in effetti la sua specialità. Il discorso prosegue ed eccola trasformare il suo volto in una maschera di recitata pietà, una finta palese, nulla di così sottile da poter essere spacciato per vero, anche il tono similmente si modifica, facendosi sin troppo dolce <vivi per strada quindi? Oh mi spiace non sapevo fossi un barbone> replica ancora una volta facendosi più attenta però ora, che sia un Uchiha? Che possa passare da lui? Ma per fare cosa, a che pro quale pista potrebbe mai fornirle un membro di quel clan? Senza alcun distintivo poi. L’idea muore veloce così come era nata. Sorvola poi volutamente sul resto delle frasi, non è tipo da replicare con velate minacce né tipo da affermare la propria potenza, -preferisce venir sottovalutata, che tutti la credano indifesa è in realtà la sua più potente arma da anni ormai[chk on] Sembra che stavolta il ragazzo abbia trovato pane per i suoi denti, infatti la ragazza non sembra minimamente intimorita o per lo meno infastidita dai modi di Gomi, al contrario un sorriso quasi beffardo verrebbe rivolto al giovane. Impassibile come sempre il suo sguardo serio incrocia quello altrui <Sei proprio una marmocchia, non è il momento di fare i capricci.> Prova a stuzzicarla ulteriormente, che in fondo anche lui si stia divertendo? Non lo si può dire con certezza per via del suo viso del tutto imperscrutabile, ad eccezione di qualche accenno di superbia nei confronti altrui. Le braccia vengono incrociate e con sguardo altezzoso si rivolge alla suddetta come se fosse una sorta di giudice <La mamma non si preoccupa se stai fuori fino a tardi?> Parole di scherno ovviamente, sembra di star assistendo ad una lotta verbale. La ragazza dà del barbone al corvino e quest'ultimo la guarda in maniera truce, allargando il più possibile le proprie iridi nere. Le braccia precedentemente conserte ritornano lungo i fianchi e la man dritta si chiude a pugno, stringendosi talmente forte da generare un flebile tremolio lungo tutto l'arto. In qualche modo pare aver c'entrato l'unica cosa in grado di turbare verbalmente il ragazza che, per l'appunto, ha passato la sua intera infanzia a mendicare e ad aggrapparsi a tutto pur di sopravvivere. Rubacchiava in giro, si nascondeva e fuggiva, tutte cose di cui non va fiero poiché dopo aver incontrato il ninja che lo ha ispirato ha iniziato a considerare il sé bambino debole. Nonostante ciò, non rinnega le proprie origini e le strade di questi quartieri sono per lui la propria casa. La furia di Gomi piano piano va scemando con quest'ultimo che controlla i propri impulsi facendo un lungo sospiro e lasciando che la propria man dritta si riapra. <Non siamo tutti fortunati come te, bambina. C'è chi deve lottare per guadagnarsi un futuro.> Torna a dire serio, con la calma e impassibilità che lo contraddistingue. Continuano quei due con quella sfida verbale che ha del ridicolo in effetti se vista con occhi esterni ma tant’è al momento hanno entrambi la loro motivazione per portarla avanti e non è nemmeno una mera questione di orgoglio la sua, infondo quello l’ha ingoiato e dimenticato dieci anni fa circa, no la verità è che vuole sfogarsi e continuerà finché non si riterrà soddisfatta, dovesse pure provare a picchiarlo a sangue, provare perché di certo non sono i pugni la sua arma più temibile. Il livido in via di guarigione sul corpo infondo lo testimonia, non sa fare a botte come una persona normale <no> replica così, quasi fredda, distaccata, monocorde nel tono <è morta> lo dice con una spontaneità imbarazzante, che poi sia tutta una menzogna poco importa ed è anche difficile comprenderlo, non ha la minima idea, infondo, del destino di sua madre o di suo padre, è già tanto che nutra la speranza che sia morta la sorellastra figurarsi se può immaginarsi il destino del resto della sua famiglia di nascita. Vede poi quel muscolo tendersi, la mano sessarsi e si gode semplicemente lo spettacolo, ampliando il suo sorriso. Le mani nelle tasche si scaldano finalmente e tutto il suo corpo sembra trovare nuovo vigore, allontanandosi da quello che per lei è già freddo artico. Sarà forse per la gioia d’essere riuscita nel suo intento? Ai posteri l’ardua sentenza. <sfigato> replica solamente a quelle parole. Il passato è ben nascosto nella sua mente, non ci pensa mai quando è sveglia ed è assolutamente in grado di rimuoverlo dall’equazione quando parla, le fa quasi piacere sapere che uno sconosciuto qualsiasi guardandola riesca ad immaginarsela come fortunata, dalla vita semplice, va bene così infondo è il suo scopo. Cosa davvero si porta sulle spalle è tutta una questione diversa, cosa ha segnato profondamente la sua mente, l’ha fatta diventare il ghiacciolino che è ora: la ragazza che a fatica riesce a fidarsi del suo coinquilino, che ancora non sa definire amico, [chk on] Il dialogo poco amichevole fra i due continua è alla battuta del corvino l'interlocutrice risponde seccamente, rivelando la morte di sua madre. Col suo sguardo imperturbabile la fissa negli occhi, di certo non sa se sia vero oppure no, ma in ogni caso rimane muto per qualche secondo lasciando che il flebile vento soffi su entrambi i ninja, quasi come stesse sottolineando quel momento. Gomi non ha mai conosciuto i suoi genitori e non sa quanto possa fare male perderne uno o addirittura entrambi: cosa si proverà? Tristezza? Cosa mancherà dopo la loro scomparsa? Tutte domande a cui il ragazzo non potrebbe dare una risposta. Diretto come al solito, e notando come la sconosciuta abbia risposto senza battere ciglio, le chiede lasciandosi inondare dalla curiosità <Ha fatto male?> Precisa con decisione <Perdere tua madre dico.> L'argomento sembra essere diventato più serio di colpo. A sdrammatizzare la situazione ci pensa l'interlocutrice dandogli dello sfigato, la cosa non sembra particolarmente toccarlo <Tutto qua? Non hai molta fantasia.> Dal tono non è difficile scorgere una flebile delusione, di sicuro ha sentito di peggio <Se hai finito il tuo vocabolario di insulti me ne andrei.> Prima comunque vuole assicurarsi che la ragazza se ne vada da quelle strade poco raccomandabili <Dovresti andare a letto, altrimenti domani non potrai andare a scuola.> Come sempre i modi non sono il suo forte. Si trattiene dal scoppiare a ridere in faccia allo sconosciuto notando la sua reazione. Insomma non vuole mica che lui scopra la verità ed è per questo che ricorre a tutte le sue doti da attrici per nascondere il divertimento provato davanti allo sgomento e alla serietà altrui. Oh andiamo fa così ridere! Questa deve assolutamente ricordarsi di raccontarla a Nobu <è morta lei mica io> replica semplicemente <che vuoi che ne sappia se fa male> usa lo stesso identico tono apatico, si concentra davvero tanto adesso per mascherare la realtà, non reggerebbe oltre comunque per questo annuisce alle sue parole successive. Come a volergli dare ragione ed è a questo punto che si volterebbe. A questo punto al riparo dai suoi occhi indiscreti si limiterebbe ad aprire la bocca, fare qualche esercizio per distendere i muscoli che ha dovuto tener contratti per evitare di scoppiare in una fragorosa risata. Fa linguacce, boccacce, apre e chiude la mandibola nel tentativo di continuare quella finzione senza farsi scoprire, ancora almeno. Sul treno di ritorno probabilmente verrà scambiata per pazza ma ci penserà dopo <e tu trova un buon ponte eh! Ti sconsiglio Kiri in questo periodo> ed è con queste parole che riprenderebbe la strada, prima verso il centro di Oto e solo successivamente verso la stazione così da prendere il caro treno che la riporterà a Suna dove potrà godersi qualche ora di tv spazzatura prima di andare a lavoro, infondo ha dormito abbastanza in questi giorni. Così crede. Sicuro ci si appisolerà davanti al televisore ma non importa. [chk on][end] I due continuano a parlare, arrivando alle battute finali di quella discussione. La ragazza sembra essere poco interessata alla morte della madre e col suo modo di fare indifferente Gomi le risponde <Ho chiesto alla persona sbagliata.> L'interlocutrice gli dà le spalle e fa per andarsene, consigliando in fine un ponte al ragazzo <...> Rimane silente, senza rispondere continuando ad essere imperturbabile. Solo dopo che l'altrui figura sparisse dalla sua vista soffia <Ponte...> Sembra non aver minimamente capito cosa volesse dirgli. <Tch!> Schiocca con la lingua infastidito <Quella lì mi ha fatto perdere un mare di tempo.> Non che in questa serata avesse qualche impegno. Ad ogni modo il corvino si volta dirigendosi verso la direzione opposta della ninja, stavolta gli occhi puntano davanti a lui scorgendo le strade da percorrere <Certo che se ne incontra di gente strana in giro.> Col suo solito tono serioso è con questo commento che il genin si dilegua per raggiungere chissà quale luogo durante questa notte. [End]