Protesi II
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Giocata del 08/10/2022 dalle 13:39 alle 17:40 nella chat "Ospedale [Kusa]"
Nuova giornata in quel di Kusagakure. Il demone è probabilmente arrivato al decimo caffè della giornata e difficilmente ha potuto dormire durante la notte. Kuro-chan ha ben deciso di non addormentarsi ad un orario decente, infastidendo il genitore uno. Il Kokketsu, al momento, si presenta ancora con un paio di pantaloni neri tenuti su da una cintura d'egual cromia; ai piedi, calza un paio di scarpe dello stesso colore, lucidate e ben allacciate. Una camicia bianca ne ricopre l'addome, lasciando aperti soltanto i due bottoni sul petto. Nelle tasche della giacca, così suddivisi, vi sarebbero un tonico coagulante e un tonico per il recupero del Chakra a sinistra e un fuda con un tronchetto già sigillato al suo interno nella destra. Non porta con sé nient'altro che non sia necessario, non essendo affatto abile nell'uso d'alcuna arma. Gli occhialini posti sul naso son ben puliti e sistemati - una volta tanto. Ha un camice bianco che è stato lasciato aperto sul davanti, munito di un badge ben appeso sul taschino sinistro. Sta entrando nel laboratorio con la piccola in braccio - che è abbastanza cresciuta rispetto all'ultima volta. I capelli rossi spiccano sulla testolina di Kuro-chan, un poco smossi e per niente in ordine. Ha deciso di svegliarsi nel momento meno opportuno, poiché il rosso deve cominciare a lavorare per quanto riguarda la protesi di un Senjuu bombarolo particolare e la sua effettiva clonazione. <Buona... Buona...> La dondola un pochetto tra le braccia, spingendo la porta del laboratorio con un discreto colpo d'anca. La neonata indossa una tutina violacea con il simbolo dei Kokketsu disegnato sul retro, regalo di qualche sparuto clannato or che vive nello stesso quartiere. Finché si tratta di regali chi è lui per rifiutare... [ Segue descrizione del laboratorio... ][ Chk On ] Si erano accordati per iniziare a lavorare su quella fantomatica clonazione, argomento di cui Rasetsu si è palesato ferrato, probabilmente ha già iniziato i suoi studi da un bel po' e stava solo cercando il modo per rendere le teorie pratica, Mat non deve far altro che assisterlo e premere sull'acceleratore in questo caso, così che possa provare e fallire più volte in un colpo solo. Il Senjuu varca la prima soglia di quell'edificio con i propri alti stivali neri, questi stringono fino a metà stinco dei pantaloni bianchi, mentre il busto è stato coperto da una maglietta larga e all'apparenza stropicciata di un colore verdastro: l'indumento presenta dei fori sul lato sinistro, all'altezza del fianco, fori con cui è stata disegnata la maglia, insieme ad un largo scollo che rende particolarmente visibili le ferite presenti sul pettorale destro. Mat seguirebbe le indicazioni, cartello dopo cartello, per raggiungere il reparto del genetista, chiedendo tranquillamente assistenza al personale dell'ospedale, fin quando non riuscirebbe a raggiungere il laboratorio del rosso. La mano destra, non che unica rimasta, viene sollevata e rivolgendo il palmo verso di se, il bianco va a picchiare le nocche contro la porta, generando quel classico [Knock Knock] con cui si è soliti chiedere il permesso, ma a Mat di chiede non glie ne frega nulla, motivo per cui le dita andrebbero ad afferrar la maniglia per aprirsi la strada, senza aspettare il precedentemente citato consenso. Speriamo solo non abbia sbagliato, pensate se si trovasse davanti al reparto di ginecologia ed entrasse nel bel mezzo di una visita! Il laboratorio non è particolarmente enorme, ma è perlopiù occupato dal suo utero artificiale che necessita di essere riparato al più presto, ammesso voglia effettivamente lavorarci su col prosieguo dei suoi esperimenti. V'è un tavolino metallico posto centralmente con diversi macchinari quali postazioni computer - almeno due - e microscopi. Un registratore è appeso ad un chiodo di fianco ad un altro pc posto sulla parete frontale e sulla sinistra del costrutto machiavellico del rosso. Sul lato destro, invece, vi è un lavandino in cui è possibile lavare anche tutti gli altri attrezzi che son posti nelle immediate vicinanze come tubicini, bisturi e contenitori di diverse dimensioni. Asettico, come sempre, viene pulito perlopiù dalle amorevoli gesta della genitrice numero due. Il rosso si sta avviando in direzione dei lavandini, in modo che possa agguantare quanto prima un biberon. Or che è nata, gran parte dello spazio possiede anche piccoli oggettini appartenenti alla bimba. Di fronte all'ingresso, sotto agli scaffali e mobili a muro, vi sono latte in polvere, riscalda biberon, baby monitor attualmente spento e pannolini - oltre al fasciatoio sul quale cambiarla che è minuziosamente sistemato in un angolino tra lavandini e scaffali. <Non puoi stare sempre tra le braccia di papà, Kuro-chan.> Sta succhiando il ciuccetto quasi fosse infastidita dalla risposta del rosso, mentre gli occhietti verdastri fissano il genitore come se ci trovasse qualcosa di buffo - non che sia molto lontana dalla verità, a giudicare dall'essere immondo che le ha dato la vita (anche se in maniera del tutto poco ortodossa). D'un tratto, sente bussare alla porta ma non fa in tempo neanche a pronunciarsi: <Av--> che la porta s'apre, mostrando la figura del bombarolo tutto matto. <Sei in anticipo.> Col cazzo, è perfettamente in orario. Non ha un ninjaphone tra le mani per guardare l'orario, ma questo è tutto un altro discorso. L'espressione del demone si fa attenta, mentre tenta di tirare verso di sé il barattolo del latte in polvere dopo aver riempito il biberon d'acqua sufficiente. Che genitore modello, ah? [ Chk On ] La porta si apre senza difficoltà alla pressione della mano, permettendo al Senjuu di entrare in quel laboratorio e rendere il rosso, e sua figlia, principali soggetti del proprio sguardo. Mat rimane per qualche secondo immobile, osservando e studiando la scena, nonostante la voce del genetista raggiunga le sue orecchie senza alcuna difficoltà. L'occhio ambrato si scosterebbe dalla figura del Kokketsu per osservare in lontananza la bambina, vagando poi per il resto della stanza, notando sia l'attrezzatura che i diversi oggetti palesemente appartenenti alla piccola. Mat serra con forza la mascella, gesto ben visibile dai lineamenti del mento e delle guance, gli occhi vengono chiusi per un paio di secondi mentre inspirerebbe lentamente, buttando poi fuori l'aria dalla bocca con uno sbuffo. < Se non fosse che ti somiglia in maniera palese avrei chiesto dove tu l'abbia rubata. > Forse si sta prendendo troppa confidenza. Il bianco allora entrerebbe nel laboratorio, chiudendo la porta alle proprie spalle prima di avanzare di qualche passo- < E' piccola... quanti mesi ha? > Piccola, ma non quanto dovrebbe essere in realtà, ciò gli permette di presupporre che qualche mese di vita almeno lo abbia già passato, forse anche qualcosa di più. < E sentiamo, com'è essere un padre? > Come se lui non potesse immaginarlo... bhe, in effetti non ha avuto l'emozione di prendere in braccio sua figlia, di saziarla con un biberon o di insultare qualche kami perchè questa si svegliava la notte per i primi dentini. Tutte emozioni ed esperienze che non ha vissuto... questi pensieri caricano di rancore il Senjuu, sia nei confronti di Orochi, morto, che di Masumi e pure per tutti coloro che avrebbero dovuto aiutarlo e non lo hanno fatto, partendo da Mekura... per finire con Rasetsu stesso. Fa roteare gli occhi verso il soffitto, pur tenendo saldamente la bambina contro il suo petto circondata dal solo braccio destrorso. Il mancino, poiché principale arto di movimento, deve essere adoperato per rifornire il biberon. Infila le dita nel contenitore così da sollevare il cucchiaio apposito, cercando di far cadere quello in eccesso e conteggiarne il giusto. <Non è che potresti chiudermi il biberon? Con una mano, mi viene diffi--- oh. Giusto.> Bella figura di merda che abbiamo appena fatto! Aggiunge una risata nervosetta alla fine della sua frase, come a voler smorzare la situazione vedendolo non molto distante, ma piuttosto irrigidito. Dal tono, non sembra neanche essere chissà quanto contento d'essere lì. <Facciamo così.> il demone tenta di mordersi il labbro inferiore sin quando non uscirà una piccola stilla di sangue. C'è ormai abituato a quel dolore, quindi non piega manco un po' l'angolo delle labbra o strizza gli occhi. Il Chakra Suiton fluirebbe nel suo sistema circolatorio, amalgamandosi al sangue nero che scorre nelle sue vene. Con la fuoriuscita del sangue dalla ferita precedentemente descritta, esso inizierebbe semplicemente a galleggiargli attorno in piccole volute di vapore con scintille violacee. L'aura che emanerebbe non è niente di positivo. E' come se una malattia mortale si diffondesse nell'aria assieme alla sua presenza. Due lacrime nere gli scivolerebbero dalla palpebra inferiore sino a scendere alla base del mento, rendendo giallastre le iridi del rosso. Il sangue inoltre confluirebbe anche alle estremità di braccia (dipingendosi per l'appunto di nero integralmente) e delle gambe, coperte in questo caso dagli abiti. Così facendo, una volta attivata l'innata, cerca di ricreare un costrutto che abbia la forma di una mano. Sbucherebbe un palmo dalla grandezza massima di mezzo metro, prolungando il mezzo metro aggiuntivo con la lunghezza d'ognuna delle cinque dita. Queste sarebbero arrotondate all'esterno e non notoriamente affilate come suo solito. Poggerebbe su quel palmo di sangue la bambina, incurante che vada sporcandosi poiché non è di suo interesse. Laverà la tutina. La piccola s'agita leggermente, nient'affatto convinta di quanto voglia fare il genitore. Il labbro leporino la rende anche - forse - più carina del solito. <In realtà, dovrebbe compiere il primo mese tra dieci giorni, ma ha una crescita veloce.> Che non scientificamente normale... C'è una motivazione, soprattutto una spiegazione. Kuro-chan ne dimostra anche qualcuno in più rispetto all'età che dovrebbe avere. <Non dormo da quando è nata, praticamente. Non posso portarla a casa finché non ho finito tutti i controlli ed ha una malformazione genetica piuttosto evidente.> Riferendosi al labbro leporino. Sì, ma ti ha chiesto com'è essere genitore, non di lamentarti - anche se poi è qualcosa di direttamente collegato. <Sono stanco più del solito, ma lo rifarei altre cento volte solo per farmi guardare a quel modo prima che dorma.> R a s e t s u papà si è addolcito un po' troppo! Chiude il biberon con un gesto netto, avvitando per quanto possibile la tettarella superiore. Infine, lo poggia nello scaldabiberon acquistato di proposito per questo esclusivo servizio. <E tu non hai idea di quanto mangia e di quanto caga. DI NOTTE, POI.> S'è adeguata ai ritmi di vita del demone... [ -2pt Chakra ][ Punti Vita: 98/100 ][ 2/4 - Attivazione Hijutsu Kokketsu II + 2/4 - Creazione I Costrutto ] Quella richiesta di aiuto, che pare sincera più che una battuta di pessimo gusto, proveniente dal rosso lo distrae quanto basta per rinfrescargli la mente, renderlo meno teso, ma non per questo meno rancoroso. L'occhio ambrato osserva la creazione della mano di sangue prima che l'intera figura del bombarolo si volti per dirigersi verso il lavandino sopracitato per lavare solitamente gli attrezzi, Mat tenterebbe di raggiungerlo per poi aprire l'acqua e, mettendo la mano a formare una conchetta, ne raccoglierebbe un piccolo quantitativo che si lancerebbe sul viso per riprendersi un poco. < Sembra decisamente più grande. > Ancora da le spalle al rosso, ascoltando il suo dire mentre lo sguardo va in esplorazione di quali attrezzi da genetista possa avere ora li di fianco; in cuor suo spera di trovare un bisturi con cui sgozzare il genetista, ma non riesce a trovarlo, motivo per cui fa un secondo profondo respiro intenzionato a calmarsi. Rinunciato all'istinto bellico che solitamente lo caratterizza, si volterebbe ancora. < Deve essere dura, quanto fantastico. > Risponde ora freddo e in maniera secca. < Non ho avuto queste emozioni con mia figlia, sarà perché ora ha undici anni e ne ho passati dieci in un cristallo... O magari perché Orochi l'ha rapita il giorno in cui è nata e ancora non sono riuscito a riprendermela. > Ed eccolo che non nasconderebbe il veleno, non glie lo sputerebbe in faccia, certamente, ma quanto meno tenta di fargli capire in che situazione sia il rosso. La battuta sulla mano aveva sicuramente creato una situazione meno snervante di quella che sta tentando di ricreare il Senjuu. < Sarebbe bastato che qualcuno avesse rispettato gli accordi undici anni fa e ora probabilmente ti starei dando dei consigli su come limitare il suo cagare di notte. E invece sono qui per riavere un braccio e un occhio che molto probabilmente riperderò mentre tento di avere una figlia pure io. > Il volto viene abbassato, rivolto verso il pavimento mentre le labbra vengono schiuse, da queste farebbe capolino la punta della lingua che viene poi appena stretta fra i denti. < So che conosci Shizuka... siete colleghi immagino. > Può presupporlo, lei lavora in ospedale, lui genetista... non immagina che i due siano parenti Lascia che il bianco s'avvicini al lavandino e faccia quel che deve fare. Non è molto importante e non si sogna neanche lontanamente che questi voglia cercare un bisturi col quale sgozzarlo. Peraltro, il demone ha anche attivato l'innata e sicuramente non conviene all'altro attaccarlo in quelle condizioni. Il ping del macchinario per scaldare il latte fa comprendere al genetista ch'è finalmente pronto, quindi lo solleva assicurandosi che non scotti troppo. L'avvicina alle labbra della bambina, togliendo il ciuccio mentre quest'ultima galleggia su quel lettino improvvisato e fatto di sangue nero. <Lo credo anch'io.> Che sia più grande del mese che dovrebbe avere, ma si tratta d'un argomento e d'una situazione che sta già vedendo per sé stesso e reputa che non gliene debba fregare alcunché all'altro. <Sono passati dieci anni! Undici, anzi. Non puoi ancora tenermi il muso soltanto perché non ho ucciso io Orochi. C'era Sakir con te, lui era un mio stretto collaboratore - quindi, è come se avessi comunque adempiuto al mio dovere.> L'ha aiutato ad uccidere il capo della Yakuza? Sì. Indirettamente lo ha fatto proprio il Kokketsu per proprietà intransitiva. Facciamo finta che abbia un senso, per piacere. Il rosso gonfia il petto, mentre volge l'attenzione sia a Kuro-chan che al Senjuu. <Ora> Cerca di trovare il punto della situazione. <sei qui per darmi delle cellule e del DNA oppure per rivangare il passato?> E' pur vero che il demone abbia le sue colpe, così com'è altrettanto naturale che questi non voglia assumersele. Anch'egli s'è ritrovato rinchiuso in un cristallo per un decennio e non è stato affatto divertente; se non fosse che, una volta svegliatosi, ha potuto constatare che le sue droghe gli avevano fatto fare un trip non indifferente. <Fidati che mi ringrazierai. Adesso ch'è già grande, non devi preoccuparti di chissà cosa ma solo di allacciare un rapporto con lei.> Indelicato - come al solito. D'altronde, cosa volete che ne sappia lui di perdere una bambina? L'empatia non è affatto il suo forte, piuttosto rasenta lo zero. Non provando quelle stesse sensazioni, per lui non esistono. Peccato che chi ha di fronte abbia abbastanza motivazioni per lanciargli qualche oggetto contundente od affilato direttamente in fronte o nella carotide. <Siamo imparentati, più che colleghi. Difficilmente mi faccio affiancare da un medico.> Non viene usato come termine dispregiativo nel momento in cui parla di Shizuka, differente quando lo utilizza per insultare direttamente Kan. Il biberon viene sorretto dal controllo mentale e da una piccola quantità di sangue - valevole come secondo costrutto - che lo sostiene non molto distante da Kuro-chan. Quindi, ha le mani libere per infilarsi un paio di guanti in lattice e preparare tutto l'occorrente per quanto riguarda l'esportazione di cellule. Sarà poco piacevole - non conoscendo l'altrui attitudine - per il bianco, ma d'altronde a lui che gliene frega? [ Punti Vita: 97/100 ][ 2/4 - Creazione II Costrutto ][ Mantenimento I Costrutto ][ Chakra invariato ]