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con Akainu, Katai

15:46 Katai:
  [Area Ristorto] Il Sole è altro sopra Kagegakure. Le ombre si nascondono sotto le fronde degli alberi, tra i rami nodosi, nei cespugli più fitti, sotto i caseggiati più spioventi. L'astro infuocato ha raggiunto il suo zenit e lentamente intraprende la quotidiana discesa verso occidente, trascinando con sè la calura del pomeriggio di fine estate, dove le temperature risultano ancora accettabili - non gradevoli, per chi non ama il caldo. E' il caso di un giovane Uchiha, che siede con le natiche nell'area ristoro del campo d'addestramento, proprio al di fuori dei terreni di scontro e allenamento,dove si può consumare un pasto, bere qualcosa o semplicemente starsene per fatti propri. Quest'ultimo scopo è quello che muove , o meglio non muove, il Genin della Nota Nera, vestito di abiti umili e privi di fronzoli. Una maglia scura, dal collo alto e circolare, con le maniche lunghe, arrotolate sino ai gomiti. Un paio di pantaloncini corti, bianchi, che solleticano le rotule ad ogni folata di vento. I piedi divaricati sotto il tavolo dove stanzia, stretti entro calzari ninja di una tonalità del blu scuro. Dei bendaggi si arrampicano dai malleoli sino al terzo prossimale della tibia, proteggendo la carne, consunti e ruvidi. Il capo è chino su di un libro dalle pagine ingiallite e i kanji sbiaditi, la rilegatura scura. Non si nota il titolo, per come è posizionato. Dietro la cintola porta con sé uno scarno armamentario, celato dalla tasca portaoggetti poco sopra la natica destra. Dentro contiene due kunai e due tonici, uno per recupero del chakra e l'altro curativo.

15:55 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Il passo l'ha portato lontano da casa alla volta dei campi di addestramento del distretto di Otogakure il cui cielo è privo di annuvolamenti ed il sole brilla senza freni. Il caldo avvolge ogni essere vivente presente seppur la stella abbia iniziato la fase di tramonto ma poco importa al genin. Cammina oltrepassando la piccola recinzione che circonda il campo, precisamente quello erboso, il meno faticoso da calcare ed il più adatto per un allenamento non troppo intensivo. Inspira ed espira avanzando, smuove le verdi iridi da destra verso sinistra e viceversa notando una figura in solitaria intenta a leggere un libro nell'area ristoro. Solleva il destro sopracciglio deviando dalla propria via per accorciare le distanze con Katai, avvicinarsi fermandosi a poco più di un metro dal ragazzino <Esistono le biblioteche per leggere> esordendo in tal modo. Di certo quello non è il luogo adatto in cui studiare la teoria, esistono posti migliori, costruiti appositamente con tale scopo. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ce l'ha nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Una fascia percorre il busto a cui vi è attaccato un fodero al cui interno è presente una katana la quale si erge sulla schiena in maniera obliqua con l'elsa sulla destra in alto mentre la punta del fodero sulla sinistra ma in basso. Il viso non mostra chissà quale emozione, estremamente statico nel modo di porsi nei confronti del conclannato. [Katana]

16:05 Katai:
  [Area Ristorto] Gli occhi rimangono fissi sulle pagine del tomo. La mano destra, poggiata sul perimetro del tavolo, ora s'avvicina al libro per sfogliarne l'ennesima pagina. E' intento in una lettura attenta e concentrata, ignorando il vociare confuso e concitato del campo d'addestramento. Non ignora, tuttavia, una voce che s'erge più vicina e famigliare, un tono che non traduce, almeno non in principio, eppure lo porta ad alzare lo sguardo, deviando dal percorso dei kanji. < Nh ? > Mugugna, finendo per stampare contro le labbra quel suono gutturale che denota sorpresa o almeno così sembrerebbe, se non fosse che il volto rimane fermo nei suoi lineamenti obliqui e ripidi, addolciti solamente dalla giovane età.La chioma corvina dondola quando il collo si torce, discendendo ai lati del viso in due ciocche più lunghe, dritta sul capo con aria ribelle e indomita, come un nido di serpi irretite. < Oh, sei tu. > Chiosa, trovandosi davanti la figura di Akainu, sulla quale l'attenzione si radica per alcuni istanti, interminabili istanti, andando a scrutare le sue cicatrici, visibilmente esposte e per nulla celate, fieramente esibite qualcuno potrebbe dire. < E quindi ?> Ribatte andando a reclinare la schiena all'indietro, trascinandosi fuori dalla lettura, con movimenti incredibilmente lenti, quasi dovesse sgranchirsi e riprendere il moto corporeo. La domanda non sembra affatto retorica, ma chiaramente interrogativa. < Il libro è mio e lo leggo dove voglio. > Il tono grigio, privo d'inflessioni di sorta, non si capisce se stizzito o ironico.

16:19 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Viene notato dall'altro tanto da alzare lo sguardo da quella lettura. Non serve un genio per capire come qualcosa non vada nel ragazzino, spento, smorto, praticamente uno zombie senza muffa, ferite e con del colorito sulla pelle. Scialbo e privo di qualunque emozione peggio del deturpato, Katai potrebbe esser definito come il classico Uchiha degli ultimi anni. L'idea di cosa possa essere accaduto non sfiora nemmeno per un secondo la mente eppure la distanza viene ulteriormente accorciata per avvicinarsi ancor di più all'altro, passo dopo passo, metro dopo metro prende posto sulla sedia dall'altra parte del tavolino per incrociarne lo sguardo. La mancina tira via la fascia della katana portandola al di sopra del capo per poi poggiarla alla propria sinistra, alla sedia in maniera obliqua; una semplice operazione per evitare di avere un'arma capace di procurargli un secondo buco in zone oscure del corpo. Umetta le labbra inclinando il capo leggermente sulla destra nell'udire la di lui risposta, stizzita palesemente; ironicamente ha reagito meglio l'ultima volta che si son incontrati dove ha insultato il nonno senza troppi complimenti mentre adesso, per un quesito puramente ironico si ritrova a guardarlo con somma serietà <Svegliato con la luna storta per caso? O ammazzi il tempo mentre aspetti Kore per l'ennesimo allenamento> si, la Sabaku l'ha informato degli ultimi sviluppi, del loro ultimo allenamento non finito esattamente bene, almeno per la ragazza. Sa del loro rapporto di sensei e allievo, leggermente simile a quello che intercorre tra se e Shizuka seppur si trovino su un piano diverso, con obiettivi diversi. La ragazza gli serve per migliorarsi contro coloro che sfruttano le arti magiche, comprendere il modo più efficace per batterli senza spendere troppe energie ed allo stesso tempo, capire come salvarsi la pelle quando le cose vanno male. Grazie a Kore è riuscito un minimo a farsi un'idea ma gli serve qualcuno dalla forza maggiore in grado di spingerlo al proprio limiti. [Katana]

16:30 Katai:
 < ... > Non una parola ulteriore, nulla che possa chiarire la sua posizione. Lo sguardo, tuttavia, è attento, vispo, si nota chiaramente come le iridi siano così buie da ingoiare persino la luce del pomeriggio. Nulla, entro quelle iridi, pare sfuggire al gorgo buio che ivi ristagna. Segue il movimento di Akainu e non fa nulla per impedirlo, anzi, ambedue le mani afferrano il libro - che, l'altro Uchiha, potrà notare essere nettamente più piccolo di un tomo da biblioteca, qualcosa di minuto, quasi tascabile. I kanji, se letti distrattamente, possono rivelare storie e saggezze riguardo l'essere un ninja e le sue sfaccettature. Sulla cima di ogni pagina capeggia il titolo del libricino: 'La via del Ninja - Scopri il tuo Bushido'. E' , a conti fatti,la lettura a cui il giovane Uchiha si è dato negli ultimi tempi, soprattutto dopo il suo incontro con Saigo. I gomiti si piegano, tirando il tascabile verso di sè, facendo spazio alla katana altrui, sulla quale cade un'occhiata, inevitabilmente.< Mpf > Sbuffa, ricambiando lo sguardo altrui, ed è l'unica risposta alle sue domande, ammesso che se ne aspettasse veramente una. < Kore non è più la mia sensei. > Replica, andando a socchiudere lo sguardo, abbassando leggermente il mento, riflessivo. < L'ultimo allenamento non è andato come sperava.> L'unico accenno alla motivazione per la suddetta questione. < Sai mio nonno è morto ieri. > Lapidario, diretto, senza mezzi termini. Lo riferisce come se stesse parlando del meteo. Schiude nuovamente lo sguardo, andando a piantare ambedue le iridi negli occhi altrui. < Sto ancora decidendo se è morto un traditore o un parente.> Rivela, conscio dell'opinione altrui riguardo il suo congiunto.

16:44 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Messosi comodo è pronto a ricevere le risposte da parte dell'altro il cui sguardo non cambia minimamente. Umetta le labbra con un sol movimento della lingua, essa possiede il compito di ammorbidirle, renderlo meno difettate mentre con la coda dell'occhio scorge il nome di quel tomo decisamente piccolo rispetto ad un libro normale. La via del ninja, una lettura al quanto strana ma significativa di chi non sa da dove partire; inspira ed espira, aria entra e fuoriesce dai polmoni continuamente. Non commenta tale visione, non è di suo interesse portare alla luce gli hobby altrui specialmente quando riguardano la via dello shinobi; ognuno la segue come preferisce dopotutto. Silente, con il capo ancora reclinato sulla destra, pone l'attenzione sul viso di lui senza mai distoglierlo lasciando al silenzio il compito di avvolgerli totalmente e permettendo all'altro soltanto di romperlo <Cosa le hai fatto?> chiaro come la colpa ricada sull'altro se Kore ha deciso di non seguirlo più. Qualcosa sa ma desidera apprendere la versione altrui per paragonarle, scoprire dove si celi la verità <E ti dispiace che non sia più lei la tua sensei?> incuriosito dalla risposta perchè non ha capito cosa pensino l'uno dell'altra. Stima? Odio? Oppressione? Chi lo sa, è li per quello ma sono argomenti che passano repentinamente in secondo piano. Capo torna diritto, sorpresa si manifesta sul di lui viso, tra tutte le notizie questa è sicuramente la più inattesa eppure non vi è dispiacere, non prova tristezza nei confronti del ragazzino tanto da non far neanche le condoglianze <Una cosa non esclude l'altra> un parente può essere un traditore e viceversa <Egli resterà sempre una macchia nella tua vita per quello che ha fatto> le menzogne di un nonno hanno privato il nipote della sua eredità, del suo essere un Uchiha, della possibilità di scegliere <Adesso puoi essere del tutto libero> mettendolo davanti alla realtà dei fatti <Anche qui, come ti senti? Se hai bisogno di sfogare qualcosa, prego, fallo pure> facendo scendere la sinistra sull'elsa dell'arma <La katana è qui per tenerti a bada nel caso> portando una minima dose di ironia in quella conversazione. [Katana]

17:01 Katai:
  [Area Ristorto] Non un fiato, né un movimento, ma solo un lungo respiro che gonfia il petto sotto quella maglia scura, stira la stoffa, schiacciando la cassa toracica contro di essa. Forme longilinee e slanciate si delineano sotto l'indumento, quando anche le spalle si sollevano, facendo spazio alla boccata d'ossigeno, dubbi e angosce. < ... > La mano destra finisce per muoversi lentamente, trascinando le dita verso il libricino, così da chiuderlo con un tonfo sordo. Quel suono, per alcuni istanti, è l'unica replica sonora alla domanda di Akainu. Segue uno sguardo accigliato , che sottolinea quanto viene detto. < Ho cercato una mossa vincente in uno scontro. > Rivela, infine, appagando la curiosità altrui. < Tutto qui. > Conclude, in tono pacato, calmo, dannatamente calmo. < Lei l'ha presa male.> Aggiunge, poco dopo, andando ad abbassare le iridi sulla rilegatura del libro, che ora mostra il suo titolo chiaramente, senza difficoltà alcuna. < Ma mi ha spiegato il perché. > Esaustivo, almeno in quei dettagli, che però omette, distrattamente. < Quindi posso accettare la sua decisione senza alcun rammarico. > Si stringe nelle spalle, reclinando la schiena all'indietro, quasi volesse prendere le distanze dall'altro, per continuare quel discorso. Lo ascolta, lasciandolo terminare, senza interferire, volendo conoscere la sua opinione in merito. Il respiro dapprima raccolto ora viene buttato fuori, tutto insieme, in un refluo d'anidride carbonica. < Tsk > Uno schiocco della lingua sul palato, come unico suono emesso in risposta all'ironia altrui, ma un debole sorriso si accende sul perimetro delle labbra, da un lato solamente, piccolo, timido, infossa la guancia. < Sì, ora sono libero di scegliere. > E , in quella frase, c'è tutta la potenziale energia della libertà e del destino. < E scelgo di conoscere gli Uchiha fino in fondo. > Solleva gli occhi sull'altro, dopo averli posati sulla katana. < Ogni piega della storia, ogni pagina del passato, ogni segreto...> Ma per quale motivo non sembra intenzionato a dirlo. E' una sorta di promessa, la sua, ma senza fine.

17:16 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Il silenzio vale più di mille parole, grazie ad esso si apprende il cambiamento di Katai, il ragazzo, man mano che vive, muta il proprio essere tramutandosi in qualcos'altro, una persona con una propria coscienza ma questo va affrontato altrove, al momento propizio. Per adesso vuole concentrarsi sul presente vero e proprio, cominciando dal suo rapporto con l'altra <Voglio i dettagli, Kore non se la prende per così poco altrimenti sarei stato mandato a quel paese molto tempo fa> non sa praticamente nulla di quello che è successo e sta tirando le parole direttamente dalle sue labbra con la tenaglia, metaforicamente parlando <Bene, meglio non essere nel mirino di Kore> senza spiegare, effettivamente, il perchè ma sa di cosa parla e quando si rientra nel campo visivo della Sabaku, ci si ritrova perseguitati da un occhio di sabbia anche all'interno del bagno. Momenti, per fortuna, finiti passando al livello successivo. Una lampadina si accende tirando fuori il ninjaphone dalla tasca per aprire la chat della Sabaku e mandarle un messaggio; le dita schiacciano lo schermo velocemente così da inviarlo in pochi secondi e riporlo all'interno della tasca da cui proviene. Apprendere del di lui lutto è importante, può continuare quell'operato cominciato la volta precedente e adesso, forse, con la capacità di fare qualche passo in più. Non ha fretto, la calma è da sempre la virtù dei forti e ciò significa procedere con ordine e senza accelerare i tempi. E' libero di scegliere, sceglie gli Uchiha, di conoscerli, di apprendere la loro storia e tutto ciò che gira intorno al loro mondo. In quanto membro di quel clan, seppur in disparte, conosce il passato della stirpe di Madara <Perchè?> chiede in maniera diretta <Tutto quell'odio che fine ha fatto? Il desiderio di cambiarli?> interessato abbastanza da sospingere il busto in avanti, verdi iridi s'incastonano nelle nere altrui <Cosa vuoi sapere di noi, Katai Uchiha?> chiamandolo con il suo vero nome, lasciando definitivamente alle spalle Shan per abbracciare una nuova era. [Katana]

17:34 Katai:
  [Area Ristorto] < Mpf > Sbuffa, sonoramente, dinanzi all'insistenza altrui. Gli occhi si socchiudono, il mento si china di qualche grado, i ciuffi corvini dondolano dinanzi al viso, andando a cullare i sospiri del vento. Rimane sul proprio posto, con la schiena reclinata e lo sterno lontano dal tavolino, ma ambedue le mani saldamente ancorate allo stesso. Le dita, tutte e dieci, artigliano il bordo dello scranno, proprio come un piccolo rapace farebbe con il proprio trespolo. Reclama il proprio territorio ? Probabile. La presenza altrui, tuttavia, non lo infastidisce. < I dettagli ? > Retorico, inizia, andando a schiudere nuovamente lo sguardo, ma mantenendolo sul libro tra di loro. Una katana da un lato e un libro dall'altro. Estremi di una medaglia che, tuttavia, potrebbe essere la stessa. < Non c'è da aggiungere altro. > Commenta, in tono arrendevole. < Quello che era un semplice tentativo di vincere lo scontro lei l'ha preso come un tradimento.> Si sofferma, una pausa, voluta, cercata. < Mi ha detto che il suo villaggio, così come il suo clan, hanno pagato il tradimento con il sangue. Per loro è una cosa molto seria. > Un aneddoto raccontato dalla Sabaku stessa. < Quindi ho capito quanto profondamente considerasse quel gesto. > Ne parla con tranquillità, come stesse semplicemente disquisendo di una cena finita male. < Perchè in troppi parlano del clan Uchiha. > Taglia corto, quasi stizzito, in tono più affilato. < Assassini, traditori..> Un dipinto quantomai cupo, non c'è dubbio. < Mio nonno ha parlato di un certo Madara Uchiha. > Non è la prima volta che sente quel nome, ma è sicuramente la prima volta che gli attribuisce un significato diverso, reale. < L'odio che covavo è ancora lì. > Il mento non si alza, gli occhi sì. < E' parte di me, come lo sono gli Uchiha. > E' figlio di due mondi, di luce e ombra. < Conosco già l'odio e il disprezzo verso qualcuno..> Gli Uchiha, appunto, come gli è stato inculcato dal nonno. < ..ma non conosco il clan. > Sentenzia, salvo soffermarsi, prima di continuare. < Voglio sapere tutta la storia, passata e presente, voglio conoscere i segreti del clan, i segreti dello Sharingan che mio nonno voleva estinguere. > si sofferma. < Perché ? > La domanda è retorica, ora anche il mento torna a sollevarsi. < Perché voglio essere in grado di decidere chi siamo. Liberamente. > Sembra accettare la propria dinastia, almeno in parte.

17:52 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Ripete la medesima storiella su quell'allenamento, non insiste oltre lasciandosi dare le informazioni che l'altro reputa utili alla causa <Ho capito> Kore è una donna complicata da saper prendere e accontentare, difficile sotto molti dei suoi aspetti. Un metodo per vincere uno scontro viene considerato tradimento da lei ma, a questo punto, cosa si sarebbe aspettata? Un allenamento è tale per affinare le proprie abilità eppure non continua, tace scegliendo di parlarne direttamente con la ragazza più avanti, preferendo passare oltre, verso il vero obiettivo di quella chiacchierata <In troppi ne parlano ma noi non siamo ne assassini ne traditori. Il mio astio nei loro confronti non mi rende cieco alla verità> isolato in quanto mostro del clan, privo di quei dettagli fondamentali per essere un puro discendente di Madara ed è quel nome che sente provenire dalle labbra dell'altra. Le verdi iridi s'illuminano, due fari nella notte compaiono sul volto del deturpato <Nella nostra storia, Madara fu il primo di noi a mostrare al mondo la potenza del clan imprimendo nelle menti degli uomini il ventaglio, nostro simbolo> la venerazione verso quella divinità scesa in terra è infinita, un uomo capace di farsi rispettare con ogni mezzo necessario. Continua ad ascoltare il suo dire rispondendo ai quesiti posti; assottiglia lo sguardo mentre ode parole ben chiare, un segno di accettazione di quello che si è <Allora rispondi ad una domanda> bloccando le sue parole ancor prima che possa continuare <Adesso che hai scoperto la verità vuoi sapere di più sul clan> questo è assodato <Prima, però, quando ti consideravi uno Shan, non hai perso il minimo tempo a professare il tuo odio per noi etichettandoci come dei mostri> breve pausa <Perciò io mi chiedo, hai forse paura di riconoscerti in quelle parole che tu stesso mi hai rivolto contro? Oppure neanche prima ci credevi realmente ma era l'ombra di tuo nonno a parlare?> deve comprendere da che lato pende quel ragazzo, il cambiamento va bene ma sta vedendo in maniera troppo repentina. Con chi ha parlato la prima volta? La morte del nonno e la scoperta della verità hanno davvero influenzato così tanto la di lui psiche da spingerlo a tutt'altro? <Lo Sharingan è un'arte e come tutte, va allenata per scoprirne le reali potenzialità> su questo non vi è il minimo dubbio <E se decidessi che siamo ben lontani da te, cosa faresti? Ci tradiresti o ci accetteresti divenendo, alla fine, parte di noi?> tante le curiosità lasciando in sospeso, per adesso, la sua sete di conoscenza passata e futura. [Katana]

18:09 Katai:
  [Area Ristoro] < ... > Non un accenno d'assenso, né un gesto d'intesa, quando l'altro chiude un argomento, per dedicarsi ad un altro. Lascia cadere la storia di Kore nel silenzio, proprio così com'era nata. Solo ora, quando i meandri del passato si dipanano, iniziando a scorrere come lunghi rotoli da catalogare e leggere, la sua schiena si accosta al tavolo, le mani rimangono ferme ad artigliarlo, ma lo sterno si accosta al bordo e gli occhi neri si immergono in quelli verdi altrui. < Eppure in molti parlano per stereotipi, quasi accomunassero un solo Uchiha a tutti gli altri. > Replica, lasciandolo poi continuare, senza ulteriori intralci. < Partirò da lui. Partirò da Madara Uchiha, fino ad arrivare ai giorni nostri. > Ripromette, annuendo appena , quasi a sottolineare quell'intento. Quando viene bloccato dall'altro, nel suo dire, non si ritrae, ma le sopracciglia si sollevano appena, in un sussulto di sorpresa. Le labbra si schiudono appena, come volesse continuare, ma lascia che l'altro termini il suo dire, prima di riprendere parola. < Hai tutto il diritto di porre queste domande, Akainu-kun.> Lo apostrofa con il suffisso di rispetto e confidenza. < Ma non conosco ancora il confine tra realtà e illusione. > D'altronde, può ben dirlo. < Lo Sharingan è stato capace di modificare la mia memoria, tenendomi all'oscuro di tutto. > Cose che l'altro già sa , ma vengono ribadite. < Ora il mio Sharingan dovrà vedere attraverso la menzogna per scoprire la verità. > Lascia intendere che i dubbi siano molti, leciti e invadenti e che le decisioni debbano essere ancora prese. < Solo allora potrò rispondere alle tue domande. > Conclude, lasciandolo in balia dei suoi dubbi, proprio come il giovane Uchiha è in balia dei propri. < Ma una cosa è certa: sceglierò io chi essere. > Stringe le labbra, con decisione. < Non lascerò che nessuno mi intralci. > No, nessuno, davvero.

18:44 Akainu:
  [Ingresso Campo Erboso] Kore sprofonda nel dimenticatoio, hanno qualcosa di più importante di cui parlare. Gli Uchiha. Il loro sangue diviene fulcro di quella conversazione <Lo stereotipo è più semplice, più immediato e portatore di un certo tipo di verità accomodante> ecco perchè essi vengono diffusi velocemente, tutti parlano delle medesime cose senza sapere realmente la verità dei fatti <Sbagli> ecco il primo errore commesso <Non devi partire da Madara per studiare la nostra storia ma devi partire da una domanda: cosa spinge un Uchiha a fare quello che fa?> il quesito più fondamentale di tutti è proprio questo e quasi nessuno se lo pone preferendo vedere la superficie <Ogni nostro fratello, ogni nostra sorella, passata e presente viene guidata dalla risposta a quella domanda, anche io, anche tu. Ogni nostra azione, buona o malvagia che sia, ha inizio in un determinato punto> smuove il destro indice sul tavolino adagiandolo in un punto non ben precisato della superficie <Trova quella risposta, solo allora potrai cominciare da Madara e capirlo, capire tutti coloro che sono venuti dopo, capire come si sono lentamente allontanati da quella risposta facendo sprofondare il nostro clan nell'anonimato> perchè adesso gli Uchiha non contano più come un tempo, divenuti l'ombra di se stessi perdendo l'antica forza che avrebbe aperto loro ogni porta. Pone ulteriori domande per comprendere l'altrui psicologia eppure le risposte non sopraggiungono per via di una mancata conoscenza approfondita <No> secco <Non è stato lo sharingan a tenerti all'oscuro di tutto ma la venerazione verso tuo nonno ti ha reso realmente cieco> l'unica risposta che trova sensata è proprio quella <Nel momento stesso in cui ti ha spinto ad odiarci, potevi prendere la decisione di dire no, di informarti, di conoscerci eppure non l'hai fatto> sorridendo nel dirlo <Lo Sharingan ti ha privato solamente dell'identità ma l'oscurità l'hai scelta tu assecondando le manipolazioni di tuo nonno> prende una piccola pausa <Hai mai pensato a questa possibilità?> finendo per farlo continuare portando quel discorso alla sua naturale conclusione. La sinistra si porta verso la katana andando a prenderla, solleva se stesso dalla sedia per rimettersi in piedi e riportare la fascia sul busto e la katana stesso sulla schiena con l'elsa puntata alla destra in alto <Io conosco solo una verità, gli Uchiha mi hanno isolato perchè nato sbagliato e dopo il mio incidente, anche il mondo stesso mi ha allontanato ed in quel momento è nata in me una consapevolezza> parte della propria storia emerge, viene fuori <Avrei dimostrato loro che anche uno sbaglio può surclassarli ottenendo la sua rivalsa> prendendo un'altra pausa mentre si allontana da quel tavolino <Il trono degli Uchiha è mio, mi spetta di diritto per tutto quello che ho subito e mentre viaggio per prenderlo, rivoluzionerò il clan, lo renderò grande, maestoso come neanche Madara fu in grado di fare> passando al fianco dell'altro, abbassando le verdi iridi sulla di lui persona <Ed in quel momento dovrai decidere se viaggiare al mio fianco per riportarlo ai fasti di un tempo o remarmi contro e restare uno di loro così come sono adesso, inutili e insignificanti in un mondo che neanche li pensa> smuove il passo in avanti per allontanarsi da Katai. Ha parlato, detto la sua, quell'argomento per adesso è chiuso; il ragazzino ha tanto su cui riflettere, tanto su cui pensare ed il deturpato sarebbe stato li ad attendere una risposta, ad accogliere quel possibile alleato. Per adesso lo lascia li, da solo in quella zona ristoro scegliendo la via del congedo. [END]

18:57 Katai:
 < !! > Le sopracciglia sussultano ancora, un brivido di sorpresa , che scorre sotto la pelle del viso, s'impadronisce dei lineamenti, almeno per un attimo, salvo poi tornare ad estinguersi, proprio com'era nato, dal nulla. Le labbra, tuttavia, permangono schiuse, leggermente, come ad inalare ossigeno e risposte, prima ancora che l'altro possa fornirgliele. Gli occhi catturati dalle parole dell'altro, che, in qualche modo, rivela parte della sua storia, parte del suo passato. Conscio che la sua prima domanda, posta nel discorso, sia più retorica che reale, non replica, non subito, ma lentamente le sopracciglia tornano verso il basso, andando a schiacciare lo sguardo contro gli zigomi. Un'occhiata più dura, più presente, che getta alle spalle la morte del nonno, almeno per un momento. < Parli come se fosse tutto scritto nel nostro sangue, Akainu-kun. > Non è un rimprovero, tantomeno una sentenza, ma solo una constatazione, un dato di fatto e , come tale, viene proferito, in tono piatto, grigio. < Devi capire che mio nonno per me era tutto. > Continua, andando ad emularlo, alzandosi dal tavolo proprio come fa l'altro, ma afferrando un libro e non una katana. < Ma mi ha tradito, proprio come le persone che lui accusa di essere traditori e assassini. > Gli Uchiha,ovviamente. < E tutto è cambiato. > Sì, nella vita del piccolo Uchiha qualcosa è andato modificandosi , radicalmente. Non si oppone alla vicinanza altrui, andando a liberare le gambe da sotto il tavolo, per potersi muovere a sua volta. Il libro viene raccolto e rifilato nella tasca dei pantaloncini. < ... > Nessuna risposta giunge in soccorso delle ultime parole altrui, nessun cenno in merito alla sua profezia. < Un giorno dovrai parlarmi di questa tua visione. > Commenta semplicemente, torcendo il collo ed il mento per poter gettare un occhio, uno soltanto, sulla schiena dell'altro Uchiha che si allontana, prima di fare altrettanto, nella direzione opposta. ( E N D)

Katai e Akainu si incontrano nel campo d'addestramento di Oto, la conversazione assume subito toni seriosi, a dispetto delle intenzioni dei due.
Il clan Uchiha è il principale argomento della loro discussione, nella quale emergono le due correnti di pensiero, a tratti simili, a tratti molto differenti.
Emergono i passati di entrambi, ma il futuro, per loro, è ancora tutto da scrivere.