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con Shizuka, Tenjiro

12:02 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Strano l'accordo prefissato dai due medici, che invece che trovarsi come sempre in ospedale o davanti a una ciotola di Ramen quest'oggi si sono dati appuntamente al campo d'addestramento di Konoha. Indossa per l'evento un paio di leggins neri molto aderenti, degli anfibi neri anch'essi, una canottiera aderente nera, che lascia in bella mostra quelle forme spropositate che si ritrova. I capelli rossi sono raccolti in una coda alta, due fermagli che ricordano le ali di una farfalla li tengono in posizione, la frangetta è l'unica cosa che sfugge all'acconciatura. Gli altri lepidotteri visibili sul corpo della giovane sono la collana dorata con le ali blu brillanti, e i quattro orecchini ai lobi delle orecchie, rispettivamente due per lato, uno oro e uno blu. Oltre a quelli si può riconoscere un anellino dorato in cima all'orecchio sinistro. Gli occhi verde acceso sono grandi, truccati leggermente da un filo di eyeliner e un poco di mascara, null'altro. E' ormai praticamente sul posto, lo sguardo alla ricerca del collega nonchè affezionatissimo nonno acquisito, anche se questo non lo ha mai detto ad alta voce. La situazione avvenuta fuori le mura ha forse però ammorbidito i confini che ci sono fra il rispetto e la parentela e anche l'arrivo di Kurona l'ha resa forse un poco più elastica riguardo a quel discorso.Di novità la rossa ne ha fin troppe da raccontare al buon Hyuga, alcune belle, altre brutte, molta confusione quello è certo. Insomma sarà una lunga giornata sicuamente anche perchè quell'uomo solitamente riesce a farle esprimere i propri dubbi in maniera completa, senza mordersi le labbra per l'indecisione, un confidente fidato tanto quanto i genitori insomma. Ad accompagnarla c'è quella farfalla di sangue doku anche oggi, ha preso l'abitudine di portarsela dietro di continuo, come se temesse che le venisse portata via a breve. [Chakra ON]

12:40 Tenjiro:
 [Campo di addestramento] Il tempo scorre inesorabile, ma non tutti lo percepiscono allo stesso modo. Per Tenjiro, per esempio, sembrano passati pochi minuti da quando si è recato nel campo di addestramento per allenarsi e meditare, ma la verità è che ancora il sole non era così alto quando è arrivato... e che quei minuti si possono tradurre in intere ore. Alla base di un albero riposano i suoi giacconi e il cappello di paglia, mentre lui è in piedi perfettamente immobile. Ha deciso di recarsi lì con largo anticipo, rispetto all'orario dell'appuntamento con Shizuka, così da ritagliarsi del tempo da dedicare alla ricerca di risposte ai propri quesiti. Quesiti che ora lo costringono a tenere gli occhi chiusi e concentrare la propria attenzione su ciò che ha dentro, e non su ciò che è fuori. Per lei, lui sarà inconfondibile. Alto come al solito ed imponente, indossa un kimono nero fisso in vita da una cinta bianca. Le maniche larghe penzolano verso il basso, lasciando sbucare quelle mani tanto delicate quanto pericolose. Un leggero soffio di vento smuove la coda di cavallo che penzola lungo la sua schiena, esattamente come quel ciuffo di capelli ribelle che invece infastidisce il viso. Eppure, non sembra curarsene. La meditazione è assai più importante... a tal punto da ignorare completamente anche l'avvicinamento della compagna. Solo lui sa quali turbe stia affrontando o in che meandro si sia tuffato per trovare le proprie risposte. Sta di fatto che, di qualsiasi cosa si tratti, ancora non ha trovato una sua degna conclusione. Resta lì, statuario e contemplante, eretto in una fierezza quieta: una percezione di se che poche persone al mondo sono in grado di dare. Solo quelle che hanno raggiunto il giusto equilibrio interiore e hanno votato la propria esistenza al mantenimento di quella pace. La cosa divertente è che la fonte di quell'equilibrio sta sopraggiungendo proprio in questo momento alle sue spalle... e che probabilmente un giorno sarà anche la causa per cui questo equilibrio verrà meno.[Chakra ON]

12:53 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Impossibile non riconoscere la statuaria figura dello Hyuga che per quanto abbia rimosso i suoi molteplici soprabiti viene addocchiato rapidamente. Sembra che stia meditando, una condizione nella quale lo ha incrociato anche la prima volta. Meno male che oggi non piove e il sole bacia le terre di Kagegakure, associato a un pizzico di venticello che non guasta mai. Quella particolare capacità dell'altro di rilassarsi e focalizzare i propri pensieri è molto invidiata dalla rossa che tende sempre ad agire di pancia, lasciandosi andare a emozioni meno controllate. E' anche vero che è maturata in questo senso, sembra che l'utilizzo del Genjutsu l'abbia spronata ad essere più riflessiva e meno diretta, un mix perfetto fra mamma e papà. Si avvicinerebbe senza alcun intenzione di nascondere la propria presenza all'altro, in fondo si erano accordati per quell'incontro e per quanto alla Nanerottola dispiaccia interromperlo sa anche che potrebbe aspettare ore senza ottenere nulla. Perciò il primo passo è farsi udire semplicemente con l'incedere e poi, una volta affiancato l'omone, sedersi poco distante sull'erba del campo d'addestramento, gambe portate al petto, schiena dritta, per avere una posa composta. Solo se lui non si fosse ancora mosso dalla sua condizione avrebbe emesso un colpo di tosse leggero, introduttivo al parlato: << Ciao Nonno Ten. Come va la dentro? >> Il tono è pacato e velatamente ironico, ma non eccessivamente alto, come per veramente non rischiare di disturbare il lavoro altrui. Di per se è anche la prima volta che si concede tutta quella informalità, quella missione oltre le mura ha rotto decisamente qualche equilibrio. [Chakra ON]

14:35 Tenjiro:
 [Campo di addestramento] Shizuka si fa sempre più vicina e non si premura di passare inosservata. A tal punto che, ad un certo punto, ignorarla sarà letteralmente impossibile. Eppure, pur carpendo il rumore dei suoi passi, Tenjiro non apre gli occhi istantaneamente. Sembra quasi riconoscerla solo da quel rumore... o forse è una ingenua convinzione data dal fatto che non aspettava nessun altro lì. La ragazza si porta leggermente più in la rispetto a lui e sul prato prende posto, nell'attesa che il buon Hyuga termini il proprio discorso con se stesso. Non ci vuol molto prima che quell'occhio destro si riapra lentamente. La pupilla perlacea si posa sulla figura inconfondibile della nipotina acquisita, mentre nella sua testa i pensieri si diradano, lasciando spazio solo alla realtà presente. La voce di lei, dolce e non troppo squillante, accompagna questo simil risveglio... e con una domanda lo costringe a rimetter in moto le meningi per dare un senso alla realtà. <Shizu-Chan...> La chiama con quel diminutivo che tempo addietro si è concesso da solo deliberatamente. Il suo tono è calmo e caldo, come al solito... in grado di tranquillizzare anche gli animi più irrequieti. Tuttavia, questa volta è il tono dei lei a rallegrare lui. L'ha chiamato con un appellativo che non si sarebbe aspettato. Ne è sinceramente felice e lei potrà leggerglielo in faccia. Non esplode in un sorriso solare... questo no. Tuttavia è una schietta serenità che gli dipinge il volto. <Yare, yare...> borbotta massaggiandosi la nuca con calma. <E' tutto un po' confuso in realtà...> è onesto al cento percento con lei. Ha troppe strade da seguire e non sa da dove iniziare. <Ma dimmi di te! Dovevi mostrarmi i tuoi grandiosi miglioramenti!> Ne sembra veramente entusiasta e curioso. Si avvicinerà a lei lentamente, come è solito fare, per darle qualche leggera pacca sulla testolina. Ovviamente facendo ben attenzione a non scompigliarle troppo i capelli. <Non ci vedevamo da un po'!> chiosa infine, aspettando che l'altra lo illumini.[Chakra ON]

15:14 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Quel nuovo appellativo viene accolto di buon grado, forse in maniera più positiva di quanto la ragazzina si aspettasse. Viene salutata e con parecchia sincerità le viene rivelata la confusione dell'animo altrui, della quale non può rallegrarsi. Sperava in fondo che qualcuno riuscisse a vivere tranquillo, ma il periodo non lo concede. Però rapidamente, come ogni adulto che si rispetti il proprio viene accantonato, dando priorità alla gioventù o forse a problemi che considera più semplici da affrontare. Gli occhi stranamente verdi della giovane verrebbero ridiretti verso l'unico utilizzabile dallo Hyuga, come a ricercare un contatto ulteriore, un coinvolgimento maggiore. << Sono stata in missione fuori dalle mura. >> Si morde il labbro inferiore ma manterrebbe il contatto visivo, non teme di mostrare quello che nasconde nell'animo, non a lui, come non è successo con i genitori. << Ne abbiamo persi due, forse tre. >> Dolore e insoddisfazione sono i sentimenti che traspaiono maggiormente su quel viso, ma quel forse è carico di una speranza flebile, mantenuta su da un filo sottile quanto la tela di un ragno. Ed è solo l'inizio, l'incipit di una storia che l'ha portata a battibeccare con Furaya, a decidere di non essere forte a sufficienza e all'incontro con le farfalle che ne hanno cambiato il colore delle iridi. Ma in fondo è tutta una cascata di conseguenze, è necessario partire dal principio se si vuole raccontare bene. [Chakra ON]

15:35 Tenjiro:
 [Campo di addestramento] In men che non si dica viene stabilito un contatto visivo. L'iride perlacea di lui si tuffa nei fari di speranza che solitamente sono gli occhi di lei, ma oggi son diversi. Diversi non solo per espressività, ma anche per morfologia. <...> La mano destra di lui volerebbe verso il viso di lei, seppur senza nessun intento nocivo. Cercherà di accogliere la sua guancia nel proprio palmo, così da permettere al pollice di tirare appena lo zigomo verso il basso e farle spalancare meglio le palpebre. Un gesto che nasconde un'innaturale affetto, seppur sia tipicamente di natura medica. <I tuoi occhi sono diversi...> E anche il suo animo ha un colore diverso ormai. Subito dopo apprende della missione sconsiderata, e del fatto che il suo esito sia stato potenzialmente provante per la ragazza. <Cielo...> borbotta, empatico. Ammesso che quel contatto fisico sia andato a buon fine, cercherà successivamente di spezzarlo e di lasciarle andare il volto. <...> Avrebbe tante cose da dire. Tante domande da fare... ma non può fare a meno di immaginare come l'altra si senta. Una creatura così attaccata alla Vita e suscettibile alla Morte come Shizuka, non può esser rimasta impassibile dinanzi alla perdita di compagni di missione. <Ti va di parlarne?> Come un padre che cerca di far sfogare la figlia, o ancor meglio... come un nonno che offre una spalla alla propria nipotina. Cercherà di sedersi di fronte a lei, a gambe incrociate, così da poter mantenere il contatto visivo. E' consapevole di essere una presenza rassicurante. Certo, lo fa involontariamente, ma gli è stato detto più volte che questo è l'effetto che fa alla gente. Ebbene, forse ora più che mai vuole enfatizzare quella percezione di se. Vorrebbe far sentire Shizuka al sicuro, ora. Vorrebbe scacciare pensieri che non avrebbero mai dovuto varcare la soglia dei cancelli di Kagegakure.

15:49 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Impossibile per chi la conosca non notare quel colore alternativo, così lo Hyuga stesso ne rimane stupito, tanto da allungarsi verso il viso altrui per poter osservare meglio quel cambiamento. Non si oppone a quei modi, sono gentili e in ogni caso non ha mai rifiutato il contatto con l'altro al quale si è sempre naturalmente sentita vicina. Diversi, così vengono definiti, con un tono che lascia intendere che non sia solo un cambiamento fisico ma anche forse più profondo che vede. << Quella è una storia ancora diversa, è un dono. Una prova da affrontare. >> Spiega brevemente senza entrare nello specifico, ogni cosa a suo tempo, non può lasciare che lui perda dei pezzi, perchè forse è l'unico oltre ai genitori che sia in grado di darle un punto di vista diverso senza infervorarsi o attaccarla. E' chiaro come quel solo contatto visivo abbia trasmesso le preoccupazioni dell'animo altrui e l'altro empatizza quasi in maniera automatica; potremmo definirlo un difetto della professione in parte. << Avremmo dovuto solo fare un controllo del perimetro, però non è andata liscissima. Siamo stati scoperti e non abbiamo ingaggiato battaglia perchè questo richiedeva la missione. >> Spiega a grandi linee quanto avvenuto, almeno l'inizio di quella notte travagliata. << Il capo del Team era Furaya Nara. Io ho agito di testa mia e mi sono staccata dal gruppo con un ninja esperto, cercando di attirare l'attenzione su di noi grazie all'odore del sangue. >> Chiaro che abbia usato le proprie capacità, il piano che aveva in mente era semplice, forse rischioso per se stessa, ma lineare. << Siamo riusciti ad attirarne parecchi, anche un volatile che ci ha messi alle strette. Però sono riuscita a illuderlo che stessimo correndo in un'altra direzione. Siamo corsi giù da un crinale per seminare gli altri e abbiamo identificato una via di fuga. Pensavo che ce l'avremmo fatta entrambi. Però il resto del gruppo ha avuto qualche problema in più, è stato appiccato un incendio, quindi la via di fuga era potenzialmente più esposta quindi l'uomo che era con me si è sacrificato per consentire a noi di tornare. >> Stringe un pochettino quele gambe che ancora sono poggiate al petto, raggomitolata su se stessa. << Continuo a pensare che avrei potuto fare meglio, che avrei dovuto impegnarmi di più, gestire meglio la situazione. Avrei dovuto prendere io le decisioni. >> Insomma si sta in parte colpevolizzando e in parte sta cercando di capire come migliorarsi, come salvare più gente. Il contatto visivo è stato mantenuto per tutta quella spiegazione, ha voluto mostrargli il dubbio, la paura, l'adrenalina del momento. E' una situazione che forse qualcuno con qualche anno in più di esperienza è in grado di gestire meglio. [Chakra ON]

16:29 Tenjiro:
 [Campo di addestramento] Non smette per un attimo di guardarla, mentre poggia l'avambraccio sul ginocchio issato innanzi al suo petto. Ascolta ogni singola parola proferita dall'altra ed apprende della breve e pericolosissima avventura oltre le mura. <Quindi è giunto davvero il momento...> Borbotta più tra se e se, che il resto. Ovviamente si riferisce al fatto che le mura siano diventate strette per la popolazione... o almeno questo è quello che lui ha travisato. Sapeva che prima o poi quei portoni sarebbero stati varcati in via ufficiale... ma non pensava che sarebbe stato così presto. <Non so cosa avrei dato per evitare che fossi tu a dover superare quelle mura...> Ammette, noncurante dell'orgoglio altrui. Non pensa neanche per un attimo che quella frase potrebbe ferire la ragazza, poichè travisata come scarsa fiducia nelle sue capacità. Eppure questo è quello che pensa. La sicurezza della nipotina viene prima di ogni cosa. Prima ancora dell'orgoglio e della fiducia. <...> Sospira, socchiudendo gli occhi e ascoltando tutto il piano e la sua esecuzione. <Quindi Furaya era con te.> Mugugna ancora. Difficile capire se sia soddisfatto della cosa o meno. Per la prima volta, l'espressione di Tenjiro è ben lungi dal lasciar trasparire sentimenti. E' vagamente spento. Eccessivamente riflessivo. <Shizuka...> Preambola, prendendosi del tempo per formulare correttamente il concetto da esporle. <... non credo sia saggio colpevolizzarsi per quello che è successo.> Come al solito, lui cerca di mediare e appacificare. <Quando si agisce in squadra, l'esito della missione dipende da ben altri fattori rispetto alla propria volontà individuale. Purtroppo non ero con te...> Purtroppo, si. Avrebbe preferito essere lì per assicurarsi che tornasse viva. Per sacrificarsi al posto del forte ninja, se fosse stato necessario. <... quindi non posso dare una valutazione reale. Tuttavia, cerca di non mortificarti troppo per qualcosa che non poteva semplicemente dipendere da te. Anche se tu avessi preso il controllo del gruppo e avessi provato a coordinarlo meglio... comunque l'esito del tutto sarebbe dipeso dalla sinergia delle vostre volontà.> Piccole pillole di saggezza. Pillole amare per il buon Tenjiro, che ha dovuto imparare a proprie spese questi concetti tanto tempo addietro. Tira ancora un lungo sospiro, salvo poi decidere di alzarsi e torreggiare ancora una volta su di lei. Il motivo? trasmetterle un messaggio concreto. <Sai perchè cadiamo, Shizu-chan?> Ovviamente è una domanda che non aspetta una risposta vera e propria. <Per imparare a rimetterci in piedi.> Le tenderà la mano destra, in un gesto che simboleggia molto più che il semplice aiuto a ritrovar l'equilibrio. Quel gesto significa che qualsiasi cosa sia successa e la stia turbando, ora va lasciata alle spalle. Va usata come fertilizzante per una crescita più rigogliosa. Quel gesto significa che la sua mano sarà sempre protratta verso di lei, fin quando ne avrà bisogno. Per questo motivo, su quel viso si allarga nuovamente un sorriso. Uno dei classici sorrisi tranquillizzanti dello Hyuga. <Vieni. Facciamo due passi.> La invoglierà a muoversi. Anche questo puramente a scopo allegorico! Fermarsi è il modo migliore per affondare. Invece, nonostante tutto, nella vita bisogna andare avanti. Incosciamente, questi messaggi dovrebbero passare alla ragazza come per osmosi. <Tutto questo... rafforza i miei timori... e con essi, anche le mie convinzioni.> Ripensa al suo percorso di crescita e alla necessità di diventare più forte. Di poter difendere con efficacia ciò a cui tiene. Tuttavia diamo tempo al tempo... la loro chiacchierata è appena iniziata.[Chakra ON]

10:11 Shizuka:
  [Campo di addestramento] La testolina viene mossa di lato su quel primo commento, confusa, come se non capisse a cosa faccia riferimento. Ma non fa domande in merito, ascolta quella tristezza che traspare dall'altro, forse per la prima volta gli ha dato un cruccio notevole. << Beh siamo ninja, siamo medici oltretutto. Prima o poi sarebbe successo. >> La prende sul logico, è il loro compito quello che si sono scelti in quella vita. Non si è offesa, ha capito perchè lui ha pronunciato quella frase, per quanto fatichi a comprendere perchè si sia meritata tanto affetto da parte dell'uomo. Conosce la Judai a quanto pare, però non è chiaro se sia un bene o un male. Lui sembra più pensieroso del solito, quasi tornato in meditazione prima di esprimere quello che è un concetto molto serio. Non c'è un solo colpevole mai, come diceva Furaya, si il leader ha la responsabilità, ma è il singolo Shinobi che può e deve fare la differenza. Però avrebbe voluto essere con lei, per tante ragioni che non vengono esplicitate, ma probabilmente se ci fosse stato lo Hyuga al posto di Shinzou non avrebbe reagito con la stessa mente razionale utilizzata in missione, sarebbe stato peggio. Un altro insegnamento viene donato, un leader può tanto e non tutto, ora che non è piena di adrenalina questa frase si imprime molto più a fondo nell'animo della Chunin, giustificando ancora maggiormente la Nara e il suo modo di commemorare i dispersi. Lei inevitabilmente si stringe nuovamente un pochino quelle gambe, rannicchiandosi in se stessa, come un piccolo riccio che cerca di proteggersi dall'esterno e da quelle verità scomode. In fondo ha diciassette anni e una vita pacifica alle spalle, non sa cosa voglia dire la guerra effettivamente, non la ricorda, non ha dovuto fare scelte scomode, è la prima. Le pone quella domanda, restando frontalmente ad essa, senza pretendere una risposta ma per dargliene una poco dopo. Gli occhi verdi si specchiano nel perlaceo altrui per poi scivolare su quella mano che le viene porta, per aiutarla metaforicamente e fisicamente ad alzarsi e continuare a combattere. Libera quelle gambe, la manina destra si stringe con forza a quella maschile, quasi accettasse implicitamente quell'aiuto, che ha cercato a parole con quell'incontro. Si alzerebbe, guadagnando la sua solita esigua altezza e affiancandosi all'omone che la sorpassa di una trentina di centimetri. L'accettazione di quella mano evidentemente riporta un poco di serenità nello Hyuga che le sorride invitandola a camminare. Non si nega nemmeno a quel moto, a quell'incedere verso altro, verso il nuovo. Però la mano destra dell'altro verrebbe lasciata temporaneamente, così che la ragazzina si sposti sul lato destro del medico, andando però a stringere quell'arto con la propria mano sinistra. << Che timori? Che convinzioni? >> La domanda e la curiosità sopraggiungono istantaneamente, quegli occhi verdi alla ricerca del viso altrui, mentre dovrebbero passeggiare insieme con calma mano nella mano. << Ho fatto del mio meglio. Forse non avrei potuto cambiare le cose, ma se fossi stata più forte forse avremmo salvato qualcuno in più. >> E' quella la conclusione infantile che è sorta da quella piccola colpevolizzazione, quindi non bloccarsi ma fare di più. [Chakra ON]

11:21 Tenjiro:
 Tenjiro mugugna appena. Le parole della Kokketsu sono veritiere, ma non c'è ragionamento logico che tenga, laddove affetto e premura schiacciano qualsiasi forma di raziocinio. <...> non aggiunge altro, per non contraddirsi. E' emotivo, in questo momento, ma non cieco. Meno che mai stupido. Sa benissimo che l'altra ha ragione e che se fosse stato lui dall'altro lato, la situazione sarebbe stata identica. Per questo motivo, semplicemente tace e affoga nel conflitto di interessi. Coerenza e Premura, due concetti che teoricamente dovrebbero essere positivi e rappresentare il Bene, ora in lui cozzano con la stessa violenza con cui una forza inarrestabile, la Premura, si abbatte su un ostacolo inamovibile: la Coerenza. In tutto questo, Shizuka accetta di levarsi dal suolo con l'aiuto di Tenjiro. Persino quando si rimette in piedi, la differenza d'altezza è notevole. Torreggia su di lei, ma non come un'ombra inquietante... come un albero che offre riparo dalla violenza del sole e della pioggia. Lei si porta al suo fianco e cammina con lui, ottenendo un risultato che mai potrebbe immaginare. L'animo di Tenjiro si acquieta... e parlare di quelle convinzioni e preoccupazioni con lucidità diventa immensamente più facile. <Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo discorso...> preambola, pensieroso. <... quello delle mura e delle chimere, intendo.> Ci ragiona su con calma, lasciando che trascorra il tempo necessario per per mettere insieme i tasselli giusti. <Kagegakure è un bellissimo sogno.> Usa quella parola con cognizione di causa. <Ma proprio per questa sua natura, è un'utopia. Avevo iniziato a maturare questa consapevolezza ormai da un po'.> Non la guarda. Lui continua ad andare avanti e ad offrirle il suo profilo affilato. Maturo. <Queste mura sarebbero diventate strette, presto o tardi. Certo, non immaginavo -così- presto... ma era impensabile riuscire a vivere per sempre in uno spazio confinato. Va contro la nostra natura.> Di uomini, intende. Cacciatori e avventurieri sin dall'alba dei tempi. <Di conseguenza sapevo che non avremmo potuto ignorare quelle chimere per il resto della nostra esistenza. Prima o poi avremmo dovuto affrontare il problema.> Ebbene, questo momento è arrivato. Troppo in fretta, forse. <Ho sempre votato la mia esistenza alla pace, sai? Alla protezione di persone care e non. Mi viene chiesto sempre come posso essere un pacifista e, contemporaneamente, desiderare di diventare più forte... e credo che la risposta a questo controsenso risieda nel fatto che il nostro mondo -non è- pacifico.> Socchiude l'occhio destro per un istante. <Non saremmo qui a parlarne, altrimenti. Saremmo da Ichiraku e pensare cosa ordinare per pranzo.> Ridacchia, cercando di sdrammatizzare. <Vorrei essere più simile a mio padre...> Morto per la causa più grande. Per il bene superiore. <Per questo cerco di seguire le sue orme.> Volge lo sguardo al cielo, con un rinnovato sorriso sul volto. Sembra quasi fantasticare, o semplicemente cullarsi nei ricordi. <Le sue evocazioni erano spettacolari... e la sua trasformazione era un simbolo.> Ci riflette. <A Konoha...> ma poi si corregge. <... a Kagegakure manca un simbolo, oggi.> Questo è quello che crede. Crede che la popolazione di Kagegakure sia priva di Eroi. Sia disillusa. Sia allo sbaraglio. C'è bisogno che qualcuno indichi nuovamente la via. Una via costellata di valori, di bontà, di coraggio e dedizione. <Vorrei provare ad incarnare quel simbolo, come fece mio padre per me.> Fiero. Nella tristezza di quella rimembranza, comunque mostra l'orgoglio che serba per la sua discendenza. <E non con un Potere fine a se stesso... Non ho bisogno di un potere che mi aiuti ad uccidere persone...> Nessun dono finalizzato alla neutralizzazione dell'individuo umano. <Ho bisogno di un potere che mi aiuti a proteggerle.> Per questo ha bisogno dell'aiuto di Gamabunta e della possibilità di trasformarsi in un gigantesco drago. Un Mostro per fronteggiare i Mostri. Infine ascolta le parole della ragazza e quel sorriso si macchia di rinnovata amarezza. Un'amara consapevolezza: <Non si è mai forti abbastanza, vero?> Tuttavia non si abbatte. Non è più il Tenjiro di una volta. <Ma non è necessariamente una cosa negativa. Dagli errori si impara, lo sai...> Ne avranno parlato centinaia di volte, ormai. <... e dalle sconfitte si trae la forza per impegnarsi ancora di più. La Shizuka di domani sarà abbastanza forte da salvare un'altra persona in più, e quella di dopodomani sarà ancora più forte.> E così via a cascata. <E' questa la vita che ci siamo scelti.> Non quella da medici. Quella da persone costrette a convivere con la consapevolezza che qualunque sia l'entità del loro sforzo, non sarà abbastanza per salvare chiunque. Quella da persone che, pur con questa consapevolezza, continuano a votarsi al bene collettivo e a cercare di fare l'impossibile. <Gli Eroi esistono ancora.> E' questa la sua sentenza. Una sentenza che potrebbe riaccendere la speranza anche nell'animo più buio.[Chakra ON]

11:57 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Quella domanda che sembrava innocente diviene il fulcro del discorso. Come se quella ragazzina avesse aperto un vaso di pandora che ormai era stracolmo, così pieno da non poter essere contenuto con la meditazione e basta. La cosa paradossale è che il confidente di un quasi cinquantenne sia una ragazzina nemmeno ventenne. Anche se è uno specchio notevole di come le generazioni possano comprendersi e avvicinarsi su punti in comune, se le problematiche vengono affrontate con la dovuta calma. Visti da lontano sono un quadro veramente singolare, fra la differenza di altezza, la differenza di età, la differenza di corporatura, fanno sorridere. Il discorso dell'uomo è profondo, pregno di rammarico, di consapevolezza e di preoccupazione. Le chiemere sono un mostro invidiabile, l'animo umano è sempre stato instabile e desideroso di scoperta, quelle mura sono una protezione ma anche un limite e presto o tardi qualcuno se ne sarebbe reso conto. Un sorriso sorge spontaneo sul viso della Kokketsu non appena lui afferma di essersi sempre votato alla pace, in un mondo di tumulti: << Faccio veramente molta fatica a immaginarti come un guerrafondaio! >> Una battuta, forse per alleggerire il momento, per stemperare la tensione che grava sulle spalle altrui, grandi e possenti ma pur sempre non infinite. Il commento sul ramen ha lo stesso obbiettivo probabilmente, ma poi torna a toccare un tasto delicato, quello del padre, del quale aveva accennato già in precedenza più volte. << Beh io non credo che qualcuno si ricordi di tuo padre quanto te. Secondo me puoi diventare tu il simbolo di questa nuova generazione. Io non so se posso aiutarti a farlo ma posso provarci... >> L'ultima frase è detta boffonchiando, a mezza voce, non troppo convinta di poter fare qualcosa di tanto eclatante. Però quella manina sinistra stringe la destra altrui, come a volergli trasmettere sicurezza, o meglio, vicinanza, per fargli capire che non è necessariamente solo in quel percorso, anche se chi l'accompagna è un esserino alto poco più di un metro e cinquanta. << Il potere è una condizione necessaria per fare quello che si vuole. E' come si impiega il potere che fa la differenza! Un Kokketsu non è necessariamente malvagio, il sangue nero può essere usato come spada o come scudo. >> E lei di solito crea lance per i nemici e scudi per proteggere gli amici. E' solo il come si utilizza il tutto che cambia. Poi però quel concetto di forza viene rivolto alla considerazione che ogni fallimento porta a una motivazione, a spingere al miglioramento, non al compiangersi. << Io sono riuscita ad attirare l'attenzione di alcuni animali, sono diversi dalle rane di tuo padre, ma forse loro potrebbero sapere dove trovarle se glielo chiedessi... >> Non ne avevano parlato in quei termini prima di allora. Lei gli aveva si presentato quella farfalla di sangue ma non aveva mai esposto a lui i dubbi riguardo al legame di essa con delle evocazioni, o per lo meno non ricorda di averlo mai fatto, più per mancanza di certezze in merito o per altre priorità. Ora però lo sa per certo che può raggiungere quell'obbiettivo, che può sfiorare quegli esseri immensi e chiedere il loro aiuto per combattere. Prima deve passare la prova però. [Chakra ON]

12:40 Tenjiro:
 Alla fine il discorso si stempera un po' nell'ironia. Tenjiro si stringe un po' nelle spalle, ma non lascia mai andare la mano della ragazza. <Si, è abbastanza complicato, ammetto.> Vederlo come un guerrafondaio. Non gli è mai riuscito bene. L'amore per la pace e per la tranquillità ha sempre avuto il sopravvento su tutto. Eppure eccolo li... a cercare di diventare uno dei ninja più forti attualmente esistenti. La voce di lei lo rassicura, specialmente quando spende parole di conforto e incoraggiamento. Lei potrà percepire l'anima di lui che si rinfranca, semplicemente dal fatto che quella presa... quel contatto fisico si fa più saldo. Non forte, ma deciso. Non vuole mica stritolarla. Per quanto riguarda il padre, il discorso è ancora assai complicato e lungo. <Assolutamente... è il mio obiettivo, proprio perchè io lo ricordo come se fosse ieri. E quel ricordo mi da speranza.> Forza... sia di volontà, che fisica. Il padre di Tenjiro è ancora circondato da quell'aura di dorato misticismo e velata adorazione. Certo, solo da parte del figlio. Quello che incarnava ormai non c'è più... e lui si è prefissato il compito di ergere nuovamente quel totem di giustizia e bontà. Per la prima volta da quando hanno iniziato a camminare, volge lo sguardo verso di lei e smette di guardare avanti. Il suo viso è sereno e un lieve sorriso lo attraversa. <La tua presenza sarà fondamentale. Di questo ne sono certo.> Alla fine è lei che ha messo in moto tutto quanto. E' solo merito suo... per questo motivo, la proteggerà anche a costo di quella vita che lei stessa ha contribuito a rendere nuovamente degna di esser vissuta. Infine sopraggiunge un'informazione importante. <Hai ragione... non ci avevo pensato.> Alla fine si tratta di creature che vivono per tempi spropositatamente lunghi e che magari hanno avuto modo di incontrarsi e conoscersi nelle ere passate. La possibilità non è da escludere... a tal punto che si permetterà di chiederle un favore. <Potresti informarti a riguardo?> Modesto, ma non si limita. <Non sono ancora nelle condizioni di incontrare Bunta.> Lo chiama con il diminutivo con cui lo chiamava suo padre. Ovviamente si riferisce al grande Re dei Rospi. <Ci farei una pessima figura e non accetterebbe di votarsi alla mia causa... ma sapere dove si trova sarebbe già un favoloso passo in avanti.> Significherebbe concretizzare una remota possibilità. Renderla più vera e tangibile. <Nel mentre cercherò di diventare forte abbastanza da impressionarlo. Dovrò dimostrargli che posso essere il simbolo di questa nuova era... e che combattere al mio fianco contro questo Male, potrà avere un senso.> Nella sua mente sa già cosa fare. Deve poter assimilare la tecnica del padre e divenire un Drago colossale. Dovrà affrontare Gamabunta da pari e dimostrargli il suo valore. Peccato che... la pergamena sia andata perduta e non sia nel Dojo Hyuga. <Temo solo che... i segreti della tecnica di mio padre siano andati perduti con l'ultima grande guerra.> O sono stati distrutti, o sono ancora nella vecchia Konoha. <Nella migliore delle ipotesi, sono ancora a Casa mia.> Se sono andati perduti, allora è chiaro a -quale- casa si stia riferendo. La vecchia! Sa già che Shizuka non accetterà che lui esca, ma non ci sono molte altre possibilità.[Chakra ON]

14:34 Shizuka:
  [Campo di addestramento] E' indubbio che la positività di quella nanerottola riesca a coinvolgere lo Hyuga, quella stretta sulla mano viene percepita e accolta con piacere, come se sapesse già interpretarla a dovere. Poi ciò che importa è che lui sia più deciso. L'amico ha già deciso che sarà lui a rappresentare questa nuova generazione, in onore del padre ma anche per se stesso, perchè è ciò in cui crede. Quando però le viene dato un ruolo cardine in questa evoluzione, quel faccino si fa stupito, si volge a lui con sincero dubbio stampato sopra. << Farò del mio meglio! >> Questo ne tira fuori, convinzione, certamente non ha intenzione di lasciarlo da solo su quel percorso, anche perchè le sembra il migliore, salvare Kagegakure da dentro, senza sfruttare qualcosa che sta fuori. E' proprio per quel motivo che fa quella proposta, riguardo a quelle farfalle che non è certa conoscano i rospi, ma in fondo è uan delle migliori idee di cui dispone. Sembra concordare anche lo Hyuga a riguardo e si azzarda a chiederle quel favore, in maniera si audace, ma accolta da un'espressione di ovvietà che la metà basta. << Beh l'ho proposto per informarti! Ovviamente posso chiedere ma prima temo che dovrò soddisfarre la loro richiesta. Stanno ancora decidendo se fare un patto con me. >> Insomma, a prescindere potrà chiedere, ma non sa ancora come contattarle fisicamente, sono sempre loro a trovare lei. Sente il suo dire, il fatto di non considerarsi ancora all'altezza di quell'incontro, di voler migliorare: << Beh allora basta allenarsi no? E' arrivato il momento di mettere da parte la meditazione e menare le mani nonno Ten! >> C'è un velo di ironia in quella frase, ma è un modo come un altro per spronarlo, considerando che dei due quella più attiva è sicuramente la nanerottola. Ecco però che il tasto dolente viene tirato fuori e quell'ironia viene spazzata via da un timore ancestrale. Se stavano ancora passeggiando insieme amabilmente ora la Chunin si bloccherebbe sul posto, senza mollare la presa su quella mano altrui ma trattenendola qualora lui avesse continuato nel suo incedere. << Non puoi uscire è pericoloso. >> Ok questo è decisamente un capriccio, e se ne rende conto da sola, in un istante, tanto che lo sguardo verde si alza verso l'unico occhio buono dell'altro, iridi che nuovamente sono attraversate dalla paura, più di perdere qualcun'altro che non per la propria vita. << Non puoi andare ora, non puoi andare da solo. Io vengo con te. >> Si blocca un attimo, snocciolando a velocità siderale le proprie idee, ancora tenute nascoste al resto del mondo. << Voglio chiedere al Mizukage una squadra di recupero per Shinzou. Gli ho ordinato di non morire, lui ce l'ha fatta sicuramente e lo ritroveremo. Con quella squadra possiamo recuperare lui e andare a Konoha, Furaya verrebbe sicuramente e probabilmente anche Kan anche se vorrei restasse a casa. Però non puoi andare ora. >> Si è fermata spontaneamente, ma allo stesso tempo è come se con quel gesto la ragazzina stesse bloccando l'incedere altrui, volesse fermarlo dal commettere follie. Va bene diventare più forti, ma ninja del grado Chunin non sono tornati vivi, da quell'inferno e lui non ha tutte quelle capacità ancora. [Chakra ON]

19:32 Tenjiro:
 [Campo di Addestramento] La passeggiata continua, ancor per qualche istante all'insegna del buon umore. La ragazza asseconda il vecchio Hyuga quando in lei vien riposta speranza e addirittura si offre di richiedere informazioni alle farfalle dell'ade per conto del nonno. <...> Socchiude l'occhio buono e sorride caldamente, annuendo ancora quando l'altra allude agli allenamenti per diventare più forte. <Si. Basterà allenarsi.> Ne è convinto, anche se segretamente pensa anche che il livello di sfida sia troppo elevato per un uomo solo. Per questo ha intenzione di chiedere l'intervento di quelle creature che, da piccolo, riempivano i racconti favolosi di suo padre. Ad ogni modo lascerà decadere il discorso delle evocazioni per uno molto più importante. La ragazzina si spegne. La sua luce viene affogata dal timore di rivedere scene che Tenjiro non comprende, ed il diniego sopraggiunge inevitabile. <Shizu-chan...> Mugugna, comprensivo e preoccupato. <Non c'è un'altra possibilità.> La sua voce è calda. Non ha lasciato andare la sua mano e si limita a guardarla negli occhi con quell'espressività perlacea che solo uno Hyuga può avere. <Ho provato a replicare quella tecnica, ma ho bisogno del rotolo di mio padre. Da solo ci impiegherei troppo tempo... e non penso di averne a sufficienza.> In tutti i sensi. Sia per quanto riguarda la minaccia incombente, sia per quanto riguarda l'età anagrafica. Il padre iniziò a perfezionare quella tecnica quando era molto più giovane di lui. Tenjiro finirebbe per raggiungere un risultato concreto quando ormai troppo vecchio per renderlo effettivamente fruttuoso. <Shizuka...> La chiama daccapo, serrando appena la presa su quella manina così minuta rispetto alla sua e tirandola a se. Vuole portarla in un abbraccio paterno. Nell'immensità calda di quel corpo tanto più grande del suo. <Sai che non posso permetterti di venire con me.> Nella premura e nel calore v'è una nota di imposizione. Di fermezza d'animo. <Probabilmente sei diventata già molto più forte di me, ma non sopporterei l'idea che ti succeda qualcosa.> La terrà in quell'abbraccio finchè potrà, o finchè l'altra non vorrà liberarsi. <E' una mia battaglia... ed una mia scelta. Non permetterò che abbia delle potenziali ripercussioni su di te. Lo capisci questo, vero?> Non le permetterà di andare con lui. Su questo sembra essere categorico. Ignora che se dovesse perdere la vita in missione, probabilmente i risvolti sulla vita di Shizuka ci sarebbero lo stesso. O forse lo sa... ma in ogni caso non vorrebbe esporla ad un rischio troppo grande. Ed infine l'altra gli annuncia la sua volontà di tornare all'esterno. <...> Nella dolce morsa di quell'abbraccio, il cuore di Tenjiro si ferma per un istante. Un istante che dura un'eternità. Sembra quasi morto... eppure le sue labbra si schiudono ancora, dopo tanto tanto silenzio. <... Non posso impedirtelo, vero?> E' una domanda retorica. Sa già la risposta. <Rispetterò la tua scelta, piccola mia...> Di andare a recuperare Shinzou, s'intende. <... ma ho bisogno che tu comprenda la mia.> Per ora, portare qualcuno con se non sembra un'opzione valida.

19:57 Shizuka:
  [Campo di Addestramento] Se si era cercati di andare a distendere quel discorso, avevano cominciato a cercare una strada per andare avanti insieme e poi si è rotto tutto. Quell'insieme è diventato da solo e quel muoversi è diventato un fermarsi. Quell'iniziale capriccio infantile viene accolto con dolcezza, comprensivo ma allo stesso tempo nega che ci sia effettivamente un'altra scelta. Si spiega, non vuole che gli creda solo sulla teoria, vuole che capisca che ha già sondato altre vie, però quegli occhietti verdi non sembrano convinti, la paura di perdere qualcun altro la fuori diventa totalizzante e inaccettabile. Non è ormai più una bambina, ha diciassette anni eppure alle porte della maggiore età non vuole assolutamente concedere a qualcuno di scegliere deliberatamente la via della possibile dipartita. Forse se le spiegasse cosa diavolo fanno davvero quegli occhi perlacei sarebbe più tranquilla, ma lei non ha mai avuto modo di capirlo, ne di leggerlo sui libri. La versione quindi cambia, semplicemente non può andare solo ma lei lo vuole accompagnare, cosa che però diventa ancora più inaccettabile per l'altro, tanto da stringerla in un abbraccio veramente caldo. L'insieme di tutto quell'affetto riversatole addosso e di quelle parole ancora di rifiuto non fanno altro che farla scoppiare a piangere, mentre le braccia si stringono in maniera decisa attorno al corpo altrui. Lui le nega di seguirlo proprio perchè teme la stessa identica cosa di cui ha lei il terrore. << E se non dovessi tornare tu pensi che non ci saranno problemi per me? Questa è una bugia Ten-chan e lo sai bene... >> La voce è udibilmente rotta dai singhiozzi, anche se sembra quasi che stia cercando di rimproverarlo perchè ha cercato di gabbarla. E' poi la Kokketsu a dare una stoccata allo Hyuga, rivelando che in quella testa confusa ci sia il desiderio di andare a recuperare chi è andato perduto, colui al quale ha chiesto di tornare a casa con le proprie gambe. << Non posso uscire da sola però... mi serve una squadra altrimenti sarebbe come andare a buttare la vita che mi ha dato lui. >> E' consapevole dei sacrifici fatti dagli altri, non vuole che vadano persi, sarebbe come mancargli di rispetto, come detto da Furaya. << Tu invece vuoi andare da solo ed è una cosa folle! >> Stringe quelle braccia attorno al corpo dell'altro, come per continuare a fare i capricci, come per suggerirgli che in questo momento non riesce proprio ad accettare quella scelta, non ne è in grado. [Chakra ON]

20:27 Tenjiro:
 [Campo di Addestramento] La reazione di Shizuka è inevitabile. Sapeva che sarebbe successo, ma non poteva far nulla per alleggerire il colpo. Il legame che si è instaurato tra i due è talmente forte da rasentare, o addirittura superare, quello della parentela. Lei tiene a lui esattamente come lui tiene a lei, ed il risultato di questo è un tiro della fune dove non possono uscire vincitori entrambi. Uno dei due dovrà mollare la presa. Le lacrime della giovane Kokketsu bagnano il kimono di Tenjiro. Le mani vengono portate sulla sua schiena e sulla sua testa, per accarezzarla e donarle conforto. A differenza sua, Tenjiro non piange... ma sorride debolmente. <...> Lascia che il silenzio culli la ragazza e che le lacrime fluiscano. Lo sfogo è fondamentale e preliminare per poter passare all'accettazione di qualcosa... e lui ha bisogno che Shizuka accetti il suo punto di vista. <Si, è una bugia...> Sarebbe stupido mentire. Inoltre Tenjiro non mente mai. <Ma la tua vita ha molto più valore e potenziale della mia. Sei ancora molto giovane e meriti di vivere il futuro più radioso possibile.> E' sincero in quello che dice. Non sta cercando solo di convincerla a mollare l'osso. <Deve essere premura della mia generazione consegnarti in mano il mondo migliore che riusciamo. Non dovremmo scaricare su di voi...> le nuove generazioni <... il peso di una responsabilità che non vi spetta.> Continua ad accarezzarle i capelli, senza lasciarla andare. <Per questo non posso chiederti di uscire dalle mura insieme a me.> Perchè non è quel mondo... quello pieno di chimere e pericoli, quello che vuole lasciare nelle mani della ragazza. Perchè non vuole che quel mondo sia l'ultima cosa che quegli occhietti verdi vedano, prima di chiudersi per il desiderio di un vecchio ninja troppo debole per reggersi sulle sue gambe. Intanto si torna sul recupero di Shinzou e sul fatto che la ragazza voglia uscire. Le ha concesso di farlo, ma la verità è che non ne è troppo convinto. Si è pentito quasi subito di averle detto una cosa del genere, e nella sua testa sta già cercando un modo per ritrattare. Si parla di sacrifici, di non buttare via la vita... e Tenjiro casca in un silenzio profondo come l'Abisso. <...> Continua a tenerla a se. Matura una convinzione sempre più forte, seppur sempre più folle... fino a quando i singhiozzi di Shizuka vengono interrotti dalla voce calda del nonno. <Andrò io.> A recuperare Shinzou. E' la cosa più logica che gli viene in mente, visto e considerato che l'altra non vuole che si muova da solo. <Recupererò io Shinzou e poi ci dirigeremo insieme verso Konoha.> Questa è la sua soluzione. Nella sua testa, il disegno non prevede l'abbandono di Kagegakure da parte della giovane Chunin. <Se ci muovessimo in troppi saremmo troppo visibili e ci intralceremmo a vicenda.> Le spiega per cercare di tranquillizzarla. <Devi fidarti di me, Shizu-chan...> Perchè? E' presto detto. <Posso vedere molto più lontano di qualsiasi altro uomo o ninja esistente...> Per via del Byakugan. <... il mio sguardo penetra ogni ostacolo, impedimento o creatura.> Riuscirebbe a vedere le chimere arrivare da una distanza smodatamente superiore rispetto a un comune Shinobi. Inoltre... <E posso vedere il chakra delle creature che mi circondano. Sono la persona più indicata per una missione di recupero.> Suppone che Shinsou, se ancora vivo, si sarà nascosto da qualche parte. <Ti riporterò indietro il tuo amico... e il tuo nonnino.> Chi dei due sia cosa è un gran mistero!

Shizuka tira un D100 e fa 35

22:04 Shizuka:
  [Campo di addestramento] Il silenzio la fa da padrone per qualche minuto, con la più immatura dei due a riversare di nuovo le proprie preoccupazione, le proprie angosce sull'altro. Le viene accarezzato il testino, la schiena, in modo da confortarla, rassicurarla ma paradossalmente quel tocco non fa altro che far aumentare quelle cascate che le rigano il volto, e non di sangue nero come al solito. Lo Hyuga ammette come stia mentendo ma cerca di spiegarle nuovamente quello che pensa, il suo punto di vista, che è molto diverso da quello della rossa, che mette in primo piano la famiglia, compresa quella acquisita. Tira su con il naso in maniera rumorosa, staccandosi appena dal corpo altrui per guardarlo in viso, con quegli occhi bagnaticci e arrossati e una faccia così pura che farebbe impallidire i santi: << Come farà a essere radioso se tu non torni? >> E qui sarà molto complicato dare una risposta sensata alla Kokketsu, qualcosa che possa convincerla che invece sarà così in ogni caso. << E comunque non me lo stai chiedendo te lo sto imponendo! >> La voce ha perso quella purezza ed è tornata a fare i capricci, perentoria come se potesse decidere lei cosa fare, sapendo benissimo quanto questo sia falso. I cricetini l'hanno portata a cercare un modo sicuro per uscire, per trovare una soluzione al problema di vedere Tenjiro esposto ai nemici in maniera tanto devastante. E mentre boffonchia di voler ritrovare colui che ha perso e di formare un gruppo è il buon Dottor Ten stesso a trovare una scappatoia forse efficace per costringerla ad accettare quell'opzione. Si offre lui di andare a recuperare Shinzou. Vuole trovarlo, andare con lui a Konoha e tornare indietro. Però non si ferma a quella idea, le spiega un poco meglio come e quali siano le abilità che possiede, fatica ancora a capire nel dettaglio, soprattutto riguardo al Chakra ma non è quello l'importante. E' che comunque lei non riesce a stare con le mani in mano. Di nuovo tirerebbe su con il naso in maniera molto rumorosa, passando una manina sugli occhi ormai arrossati cercando di asciugare quelle lacrime rimaste. Di nuovo gli smeraldi tornerebbero in quell'unico occhio perlaceo che ha l'uomo, il faccino con stampato sopra un atteggiamento deciso che chiaramente non ammette un 'no' come risposta: << Però mi dirai quando partirai e io creerò un immenso diversivo. >> Vuole distrarre quelle chimere, dirottarle lontano già in partenza, un nuovo incendio nella foresta potrebbe essere anche sufficiente. Però non ha le idee chiare, vuole solo aiutarlo, e non sa cosa altro possa fare. [Chakra ON]

22:19 Tenjiro:
 [Campo di Addestramento] Shizuka si allontana appena da lui e lo guarda nell'occhio. Non l'ha mai vista così distrutta, eppure quella disperazione lo addolcisce. E' premura nei suoi confronti, dopotutto... nella sua forma più pura ed emotiva possibile. Quando l'altra accenna alla luminosità del futuro, un pezzo di anima di Tenjiro muore. Inevitabilmente la sua personalissima visione del futuro si incupisce, e il peso di quella responsabilità si fa più gravoso. Eppure... non perde il sorriso. Quel viso continua a trasmettere affetto e sicurezza. In fondo è quello che un simbolo di pace deve fare no? Far sentire le persone al sicuro. Quindi, anche se non ne è convinto al cento percento, eccolo pronunciare la sua primissima bugia bianca. <Non posso non tornare.> Spavaldo e quasi buffo. <Prima di abbandonare queste terre devo essere sicuro che il Mondo sia radioso abbastanza da poter compensare la mia assenza!> La mano destra torna ad accarezzare la testa della ragazza, cercando di riportarla a se per un altro abbraccio. <Ah si? Se pensi che due lacrimucce da coccodrillo ti basteranno per impormi la tua volontà, ti sbagli di grosso signorina.> Sta cercando di buttarla sull'ironico, per deviare leggermente il discorso e renderlo più difficile da digerire. Sa che l'altra non sarà mai daccordo. Sa anche che probabilmente, fino a quando non uscirà sul serio, continuerà ad assillarlo per convincerlo a partire con lei... ma allo stato attuale delle cose non oserebbe per nessun motivo al mondo metterla in pericolo. <Ecco... questa mi sembra un'idea molto più efficace e razionale.> Ammette sorridendo, lasciandola poi andare definitivamente via da quell'abbraccio. <Degna della ragazza che tanto adoro e stimo.> Le dona un complimento, come è solito fare. La tristezza si sta assopendo... ma è inevitabile che più ci si avvicinerà alla data prestabilita e più l'ombra della morte tornerà a minacciarli. <Su, abbiamo un allenamento completare. Dovevi farmi vedere le tue nuove abilità, no? Magari scopriamo che sei diventata forte abbastanza da difendere questo villaggio senza il mio aiuto... così potrò andarmene in pensione una volta per tutte!> Sdrammatizza come solo lui sa fare, alzandosi e stiracchiandosi per riprendere l'allenamento. Per oggi sono state versate anche fin troppe lacrime!||

22:51 Shizuka:
  [Campo di addestramento] A quella domanda capricciosa e in cerca di sicurezza viene data una risposta con il sorriso. Quegli occhi verdi cercano di guardare oltre a quel mare color perla, di capire se le sta dicendo una bugia nuovamente, cosa che teme, ma per il momento sembra sincero e vuole illudersi che sia così. Forse anche questo le consente di smettere di piangere, oltre al successivo abbraccio. Le accarezza la testa mentre di nuovo cerca di fare la bulletta, prendendola in giro. << Io non sono un coccodrillo! E non voglio obbligarti... >> Ok non è decisamente in grado di forzare la mano in maniera esagerata su qualcuno a cui tiene, in realtà punta a farsi capire, difficile ovviamente mentre perdi il controllo e scoppi a piangere come una bambinetta. Lui cerca di alleggerire il mood, lei per ora sembra dargli corda. Lo Hyuga arriva perfino a farle dei complimenti riguardo alla geniale idea di creare un diversivo per attirare l'attenzione delle chimere. Quegli occhi verdi si poggiano ancora sull'altro, che si è appena allontanato alla ricerca di possibili prese in giro che non riesce comunque a cogliere. Però è forse quell'incentivo a muoversi che la porta a realizzare qualcosa. << Mi servirà comunque un consigliere di fiducia! >> Risponde a tono immediatamente, cogliendo la palla al balzo per non consentirgli di andare in pensione. << Comunque ti farò vedere che sono abbastanza forte da venire con te a Konoha! >> Pessima idea buttarla sulla forza nonno Hyuga, questa nanerottola si sta impegnando molto per migliorare e diventare una degna avversaria delle chimere, ora ti toccherà stare a guardare! [Chakra ON][//END]

Shizuka e Tenjiro si erano accordati per trovarsi al campo di addestramento di Konoha per allenarsi insieme. Peccato che all'arrivo uno Hyuga preoccupato si sia aperto con la nipotina, dando così il via a un discorso e delle confessioni fra i due che li hanno portati a intravedere la strada che cercheranno di percorrere insieme.