Il sole splende alto nel cielo di Kagegakure, irradiando i fiori di ciliegio ormai spogli per l'arrivo dell'autunno. I petali rosati son ormai scemati verso il terreno sottostante, andandosi ad ingrigire man mano che il tempo passa. Il sentiero che percorre questo campo di ciliegi spogli è percorso da poche persone dato l'orario prettamente mattiniero. C'è chi sta ancora svolgendo la sua mansione a lavoro, chi sta frequentando l'Accademia, chi eventualmente è in missione. Ciò non importa alla nostra Kokketsu dai capelli cremisi, la quale sta camminando in questa parte del piccolo mondo che i nuovi concittadini si sono creati dopo la sconfitta del vecchio. Laddove la luce solare si fa sì intensa, il laghetto ristagna nel suo cristallino chiarore richiamandone l'attenzione. Al tempo stesso, nonostante venga invogliata ad avvicinarsi a quello specchio d'acqua anche a causa d'una fugace farfalla che vi svolazza al di sopra dal colorito bluastro, la sua figura - nonché quella della Benisuzume che si porta dietro - vengono ammantate d'un certo grigiore, come se di botto fosse scesa la nebbia per nessuna ragione scientificamente possibile. La circonda, ma pare tenersi a distanza come se, nello specifico, fossero gli altri a essere tenuti a distanza da lei - un muro invalicabile o un muro invisibile, per così definirlo. Nell'aria, soltanto la risatina di quella che potrebbe facilmente essere fraintesa appartenente ad una bambina... Una risata di scherno, di gioco, come se stesse prendendo in giro chi ha davanti, come se di fatto non venisse presa sul serio. Che sia solo un gioco di qualche ragazzino avente appena appreso qualche tecnica? [ Ambient - Chiusa ]
Il suo carapace ha le tonalità del blu scuro, mentre le ali che s'allargano dietro d'esso posseggono una colorazione differente e che spazia sul bluastro dell'oceano, ma anche sul blu della notte puntellato di piccoli puntini luminosi. Or che la nebbia ha dato i suoi frutti, pur non rallentando né tanto meno paralizzando la piccola Kokketsu, la farfalla della quale s'era sentita finora soltanto la risata appare in tutta la sua maestosa grandezza. L'apertura alare raggiunge ben cinque metri, il carapace risulta essere leggermente più piccolo delle due maestose ali, ma ciò non toglie che ha di fronte una farfalla d'una altezza esponenziale rispetto alla piccola Benisuzume che ha di fianco. Lo sguardo dell'animale la segue in ogni movimento, focalizzando quegli occhi oscuri privi d'emozione alcuna in quelli azzurri della fanciulla. La risatina cessa, ma la voce che fuoriesce a seguito di quest'ultima ha la medesima intonazione. <Ti sei presa cura della farfalla di sangue, vedo.> Sbatte le ali per tenersi in alto, ondeggiando a destra e a sinistra seguendo il classico moto delle farfalle che fondamentalmente non riescono a volar dritte o a star ferme in un singolo punto. Oscillano. <Ma è giunto il momento di prendere una decisione, Shizuka. Sei pronta? Ho un gioco da fare con te!> La risatina bambinesca prende nuovamente forma nell'aria, lasciando oscillare quelle enormi ali bluastre. Non deve esser facile aver davanti un viso inespressivo dal quale però fuoriesce una risata fanciullesca. E' alla pari d'una bambola di porcellana, ma sotto forma d'essere senziente. Il laghetto, a differenza del resto del sentiero, risulta essere ben visibile alla Kokketsu, poiché probabilmente la farfalla vorrebbe spingerla proprio in quella direzione - cosa che è riuscita a fare, di base, anche un po' per volontà della stessa Chunin. A lei, ovviamente, rimane la possibile risposta da rivolgerle - e a nessun altro. [ Ambient - Chiusa ]
La farfalla le sta chiedendo di giocare e Shizuka pare altresì propensa a rispondere a quella richiesta. Non si scoraggia, non si tira indietro nonostante quella figura sinistra la metta un po' in soggezione. La Benisuzume continua a volteggiarle attorno, come a volerla difendere ma invero non c'è nessun nemico davanti a loro. Umiko perpetra nello sbattere le ali, muovendo l'oceano dietro la sua schiena. Ondeggiano leggiadre nella nebbia che le circonda, che non permette a nessuno l'ingresso in quel mondo utopistico. <La nostra Guardiana ha già spiegato il nostro motivo di esistenza.> Netto riferimento a Kimi, colei che ha poi donato quella farfalla di sangue alla prescelta. <Proteggiamo le anime dei defunti fin quando non potranno dirigersi verso la Pianura dei Cieli o lo Yomi — che per voi umani rispecchiano il Paradiso e l'Inferno.> Una sommaria spiegazione, un preludio prima che possa effettivamente spiegarle le regole del gioco che andranno a fare — un gioco al quale la Kokketsu ha accettato di partecipare, ma al quale si sarebbe potuta sottrarre. Le farfalle non hanno un animo malvagio, tutto sommato. Le avrebbero permesso di andarsene, perdendo di fatto la possibilità di stringere un patto con loro. <Intendo concederti la possibilità di vedere le anime, come noi, soltanto per un tempo limitato.> La risatina fanciullesca fende di nuovo l'aria attorno a loro, facendo vibrare le ali poco più forte. Non si muove troppo da dov'era posizionata prima, oscillando però sul posto. <Dovrai convincere le anime che non vogliono staccarsi dal mondo terreno, portandole da noi a questo laghetto.> Le motivazioni le ha anticipate poc'anzi, è soltanto il loro lavoro. Svolgono un'opera di smistamento, niente di più e niente di meno. La si potrebbe vedere come un'opera di bene nei confronti di coloro che hanno perso la vita e che non sanno più dove volgersi, vagando sulla terra sottoforma di spirito. <Ma prima di accettare...> La nebbia tende a farsi più fitta come se volesse stringere ulteriormente Shizuka in uno spazio ancora più ristretto. <Se supererai questa prova, potrai stringere un patto con noi Farfalle, al termine del quale diventerai una nostra Custode. La tua anima apparterrà a noi, assumendo le stesse sembianze.> E se tutte quelle farfalle che ha potuto vedere fossero in realtà dei vecchi evocatori tramutatisi in quella forma? È un pensiero che potrebbe farsi tranquillamente spazio nella mente della fanciulla... La decisione spetta esclusivamente alla rossa, a nessun altro. Così come le conseguenze della sua vita dopo la morte. [ Chiusa ]
La Kokketsu è rimasta in silenzio per tutto il tempo. Non ha spiccicato parola fintanto che Umiko non ha terminato quel che aveva da dirle. L'unica domanda che sovviene dalla futura evocatrice è una e sola: cosa potrebbe succedere nel caso in cui non fosse capace di assolvere a questo compito? <Non potrai siglare un patto con noi sorelle.> La risposta che si aspettava è effettivamente quella che riceve. Non c'è un altro finale. Semplicemente non riuscirebbe a siglare alcun patto. Umiko si lascia scappare un'altra piccola risatina fanciullesca, agitando le ali dietro di sé. La nebbia, fattasi un po' più fitta, andrebbe a gettarsi addosso alla Kokketsu. Non sentirà alcuna costrizione, non sarà in nessun modo bloccata. Tuttavia, la fitta nebbia sembrerà muoversi e gettarsi nei suoi occhi. È costretta a stringerli, non tanto per il dolore ma per il fastidio. Quando li riaprirà, questi avranno assunto una tonalità lucente di verde — differente dal solito azzurro che contraddistingue il suo sguardo normalmente. La sua percezione viene attirata verso il laghetto, all'interno del quale è possibile per lei vedere delle piccole fiammelle — simili a fuochi fatui. Mettendoli ben a fuoco, invece, abituandosi a quella nuova visione, le viene concesso di vedere due bambini e un adulto. <Hiki e Kiki sono due gemelle> Prende a parlare la farfalla. <che soffrivano di una rara malattia fin dalla loro nascita. Sono morte poche ore fa. Sua madre non ha potuto reggere la perdita e si è buttata dal palazzo in cui viveva.> Spiega in sua direzione, narrando quanto accaduto alle anime che lei stessa presto o tardi dovrà trasportare. <Hiki e Kiki vogliono continuare a giocare con i loro amici, mentre sua madre vorrebbe rivederle correre in questo bosco come fecero una volta. Non vogliono andarsene. Sono riuscita a convincerle, ma non sarà facile con qualunque anima incontrerai.> Non le spiega come abbia convinto le tre anime a seguirla perché altrimenti il compito assegnato sarebbe troppo facilitato. È qualcosa che deve comprendere lei — lei soltanto. Questa volta, non c'è nessuna risatina infantile ad aggiungersi alle sue parole. Pare prendere molto seriamente il compito che la natura mistica ha assegnato loro. Benisuzume le svolazza attorno come a volerle dare un minimo di supporto emotivo. Tutto però sta nelle mani — o negli occhi, in questo caso — di chi guarda la scena. [ Chiusa ]
La Kokketsu sembra essere pronta a tutto. Nonostante Umiko glielo abbia spacciato come un gioco, lei pretende di partecipare e anche di vincere. Le anime permangono sullo specchio d'acqua poco distante da loro, mentre la farfalla gigante sta ancor affrontando il discorso con l'eventuale loro prossima evocatrice. <Allora non farci attendere.> La voce fanciullesca divertita lascia trasparire di nuovo quella risata fastidiosa se ascoltata per troppo tempo. La nebbia comincia a diradarsi con un lento agitarsi delle ali che va via via accelerando. Nell'istante successivo, Umiko ha ormai preso il volo verso l'alto. Vi sono dei portoni giganti ad attenderla che s'aprono non appena resisi conto della presenza della traghettatrice di anime. Le tre piccole fiammelle poc'anzi scorte la seguono danzandole attorno, come se avessero finalmente ritrovato la loro felicità. I portoni vengono chiusi alle spalle delle quattro con un lieve cigolio e un sonoro tonfo di porte pesanti e spesse. Nel guardarsi attorno, Shizuka è tornata alla normalità. Il bosco dei ciliegi riluce ormai, la nebbia è scomparsa e la visuale è tornata ad essere quella di sempre. C'è solo un piccolo dettaglio: adesso, potrà individuare le anime dei defunti attorno a sé, quindi non sarà mai totalmente da sola ovunque vada. Specialmente in un luogo come un ospedale dove la morte è - ahinoi - all'ordine del giorno... Ma il gioco è appena cominciato. La ragazza dovrà soltanto darsi da fare e dimostrare alle sorelle farfalle che non è soltanto un divertimento. [ E n d ]