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con Saigo, Katai

21:16 Katai:
  [Panchina] La notte è oramai calata su Kagegakure. Le ombre si sono annidate tra la gente, mentre sopra le loro teste brilla un firmamento di stelle. Il cielo è limpido, i kami mostrano la loro creazione in tutta la sua fulgida e fredda luminescenza. Gli occhi di un giovane shinobi, tuttavia, per quanto si sforzino, non riescono a trovare, nel chiarore siderale, il profilo argenteo della Luna. < Oh. > Non subito, almeno. Nera e affascinante si staglia con lontano distacco in un angolo della cupola atmosferica, senza chiarore, senza bagliore, in una silente processione che si muove lentamente. Quando riesce ad individuarla, tiene ancora un dito indice nelle pagine di quello che sembra un libro con rilegatura rossa e carta ingiallita. Siede con le natiche su di una panchina nella piazza dedicata a Kioshi Uchiha, ma non ha attenzione per l'antenato, almeno in apparenza. Indossa abiti comuni e umili, privi di ogni fronzolo o decoro: una maglia scura, dal collo alto e circolare, le maniche lunghe e l'orlo sgualcito, che sfiora dei pantaloncini bianchi, corti sino al ginocchio, oltre il quale discendono dei bendaggi protettivi che terminano entro calzari ninja di un blu scuro, accavallati l'uno sull'altro. Occupa il centro della panchina, in una posizione chiara ed eloquente, che non pare ammettere seconde figure su quel giaciglio di legno e metallo. Lo sguardo si perde verso l'alto, riflessivo e sognatore, pregno di ideali così giovani da risultare innocenti. Il coprifronte, sul quale è incisa la Nota Nera, stanzia sotto la chioma corvina, sulla cima del viso, in mostra. Dietro la cintola è legata una sacca portaoggetti, contenente due kunai e due tonici, uno curativo e l'altro per il chakra. [Equip: kunaix2| tonico pf x1| tonico chakra x1]

21:34 Saigo:
 Altro giro altra corsa, così potremmo dire. Dopo aver osservato con estrema attenzione la fauna e la flora nella sala giochi il giorno prima oggi è tornata ad Oto, pronta a seguire le stesse identiche orme. Per quanto ancora non abbia capito a che diamine potrebbero servire organi di bambini la via della vendita di parti interne o degli esperimenti le sembra la più sensata, infondo per la prostituzione minorile meglio prendere i tipici figli di nessuno, gente che non verrebbe reclamata ecco. Se ieri ha puntato una sala giochi questa sera tocca a qualche bar, uno di quelli piccolini in cui i ragazzini si rifugiano per bere di nascosto, anche la piazza stessa in realtà potrebbe esserle utile quindi eccola camminare nei pressi della stata di Kioshi, il suo vestiario attira l’attenzione il giusto, si è ormai calata nella parte. Un passo alla volta i suoi anfibi neri dai lacci gialli calcano il terreno con ostentata sicurezza. I polpacci allenati ed i glutei sono fasciati in quel pvc lucido dei legghings, le sue forme tutto tranne che nascoste. Una giacca in jeans piena di toppe le ricade aperta, le maniche arrotolate fino ad i gomiti. S’intravede al di sotto un crop top in cotone nero, l’ombelico appena visibile tra la linea dei pantaloni e quella della maglia, pelle bianchissima la sua. La mano destra, ricoperta come la gemella da un guanto in pelle nera senza dita, sale verso l’elastico che ritiene la sua folta chioma in una coda alta abbastanza scompigliata, come se essere figa le venisse naturale, quasi le desse persino fastidio. Gli occhi vagano alla ricerca del suo target, chi tra i presenti potrebbe venir rapito? Chi tra di loro potrebbe essere il prossimo? Il cervellino si attiva, pensa ragazza pensa. Se ne sta accanto alla statua del vecchio kage ora, poggiata con la caviglia destra su quella serpe morente, nemmeno sa il significato di quel che fa. Lo sguardo da stronzetta menefreghista si fa strada, rossi iridi in contrasto con quella pelle neve cercano di non lasciarsi sfuggire alcun dettaglio, infondo è come se lei stessa fosse a caccia questa sera [chk on]

21:44 Katai:
  [Panchina] Non ha frequentato abbastanza il dojo del clan per poter guardare con ammirazione a quella statua che schiaccia una serpe violacea. Non ha frequentato a sufficienza i propri consanguinei per dirsi pronto ad indossare le stesse vesti, lo stesso nome. Il suo unico contatto, per ora, rimane Akainu Uchiha, di cui non ha più notizie dal loro ultimo incontro, se non per vie traverse, vie che si chiamano Kore Sabaku, per la precisione.Tutto ciò che sa sul passato degli Uchiha gli è stato tramandato dal nonno e non in senso positivo, anzi. Eppure era tutta un'illusione, un artificio dell'uomo, un velo di menzogne steso su di lui con oculata amministrazione, proprio dal parente più stretto.Se tutta la sua discendenza è stata una menzogna, come può distinguere la realtà dall'illusione ? < Mpf. > Sbuffa, andando a staccare la schiena dalla panchina, finendo per sporgersi in avanti, come un nero rapace appollaiato sul proprio trespolo, assiso in quel piumaggio scuro e arruffato. < K'so> Sibila, a denti stretti, andando a sbattere quel libro sulla panchina, di lato, con rabbia che emerge all'improvviso, abbacinante e frustrata. Sdump. Il tonfo sordo del tomo sotto lo sguardo del giovane Uchiha. Occhi neri come stelle superdense attorno alle quali nemmeno la luce riesce a gravitare normalmente, venendo irrimediabilmente risucchiata. < Se solo sapessi tutta la verità..> Borbotta, tra se e se in un sussurro che nasce sulle labbra e muore poco oltre, non udibile da terzi. Ed è così, guidato da un pensiero, che l'attenzione scivola sino alla statua dell'antenato, finendo poi, irrimediabilmente su Saigo, assisa proprio al di sotto. Sbatte le ciglia, una volta solamente, cercando di mettere a fuoco il profilo della ragazza, dal vestiario caratteristico ma non per questo insolito. [Equip: kunai x2 | tonico pf x1 | tonico chakra x1]

21:55 Saigo:
 Lei continua in quella sua silenziosa ricerca, predatrice incapace di distinguere la sua cena, è difficile capire cosa cercano coloro a cui da la caccia, non trova nulla che possa accumunare davvero le vittime se non grazie a qualche collegamento logico decisamente tirato. Si morde appena il labbro inferiore quasi frustrata mentre analizza la folla. Chi. La domanda è chi potrebbe essere il prossimo, capirlo le permetterebbe di entrare nella testa delle sue di vittime così da poterli prevenire, così da arrivare a loro. Sbuffa appena mentre incontra lo sguardo di quel giovane sconosciuto dotato di coprifronte, ma che è diventata una moda indossarlo e farla incazzare? <che hai da guardare ninja del cazzo?> domanda semplicemente in sua direzione, schietta, decisa e sicura, mentre lo osserva un soffio di vento e i ciuffi ribelli si muovono ondeggiano quasi minacciosi, come a voler trasmettere quel senso di puro odio verso chi indossa quel simbolo. La necessità di mettersi in mostra, come se ci si guadagnasse qualcosa le fa fremere la pelle, un brivido che corre in lei fino a quando non riesce ad insultarli, possibile che al mondo d’oggi esistano ancora così tanti illusi? Il nervoso nei suoi occhi rossi è più che chiaro, si focalizza su di lui gli istanti necessari non solo a ricevere una risposta ma ad escluderlo dalle possibili vittime prima di inserirlo nei possibili carnefici. Il modo in cui le luci artificiali illuminano il suo pallido volto la rendono più affilata, più dura di quanto i suoi lineamenti non siano in realtà. [chk on]

22:07 Katai:
  [Panchina] Quella ragazza ha un'aria famigliare. Un volto visto da qualche parte, un ricordo nascosto chissà dove, chissà quando. Indugia su di lei il tempo necessario e sufficiente affinché i loro sguardi s'incrocino, incatenandosi vicendevolmente, l'uno più selvaggio dell'altro. < ?! > Le sopracciglia del giovane Uchiha si sollevano verso l'alto, andando a disegnare una ruga di pelle sotto il tessuto bluastro del coprifronte, opportunamente legato dietro la nuca, in quella chioma di capelli ispidi e corvini, quantomai indomiti, ribelli. Le ciocche - due per la precisione - che cadono ai lati del viso dondolano contro gli aliti di vento, come serpi che ciondolano da un ramo. La bocca si schiude appena come per < ...> No, nessun singulto vocale, eccezion fatta per quell'espressione stupita e sorpresa, che si impadronisce dei tratti sghembi, quando ode l'esclamazione della donna. < I tuoi occhi rossi. > Proferisce, in sua giustificazione, portando indice e medio verso le proprie iridi, mimando un cenno atto a sottolineare quelle poche parole. < Credevo fossi un Uchiha. > Aggiunge, sincero, in un tono grigio, asettico. < Ma ti ho già visto da qualche parte ? > Domanda, nonostante l'approccio altrui non sia stato tra i più cordiali. Lui, curioso, non può sottrarsi. E sarebbe stato semplice reperire un'intervista televisiva tra le scatole mnemoniche della sua mente, ma gli eventi recenti hanno modificato persino quella, la sua memoria ed ora gli risulta difficile credere a qualsiasi cosa la mente possa suggerirgli, soprattutto se così istintiva. [Equip: kunai x2 | tonico pf x1 | tonico chakra x1]

22:19 Saigo:
 Il piede destro si stacca dalla serpe, il suo corpo si muove allontanandosi dalla statua su cui stava irrispettosamente, come se potesse mai rispettare uno degli stronzi di dieci anni fa. Un passo deciso, poi un secondo ed eccola avanzare con le mani che vanno ad infilarsi nelle tasche della sua giacca di jeans, nascondendosi in esse e soprattutto tirando tutto l’indumento con il peso delle braccia, si copre appena il ventre chiaro nascondendo quel poco della sua pelle visibile fino a poco tempo fa. Mentre quasi ciondola in direzione dello sconosciuto la sua lunga coda minaccia di superare la linea delle spalle e ricaderle sul seno. Si avvicina abbastanza da poterlo osservare meglio con i suoi occhi rossi <allora sei un coglione> replica semplicemente a quelle prime parole <anche ammesso che te lo direi cosa credi che me ne freghi di una roba come i clan? Solo ad un ninja potrebbe interessare una simile informazione> si mostra disgustata mentre pronuncia quelle parole <che c’è rimpiangi i tempi in cui valevate qualcosa? Quando la gente credeva avreste potuto salvarci tutto? Prima di fare quella fine ridicola dieci anni fa eh?> lo incalza avvicinandosi ancora, osservandolo. Mentre parla il corpo s’incurva, le spalle si piegano in avanti, una posa volutamente provocatoria che svanisce mentre i suoi occhi vagano nuovamente per la pizza <tzè> ed è con questo schiocco sul palato che torna a raddrizzare la schiena quasi a distrarsi <nah bazzico da queste parti ma non sono certo famosa> il suo personaggio non lo è, quella ragazza combina guai che si aggira a perdere tempo in quel di Oto non è famosa, non è nulla solo una maldetta attacca brighe, nessuno di cui interessarsi [chk on]

22:32 Katai:
  [Panchina] Mentre l'altra avanza, ne approfitta per cercare di carpirne l'identità, almeno ancor prima che lei possa anche solo lontanamente alludervi. Ritrae la schiena contro la panchina, quasi volesse prendere le distanze, quelle sufficienti a porre in salvo la faccia, nel caso il chunin vibri un colpo inaspettato. Che poi, così inaspettato non sarebbe, dato l'incipit di quel colloquio. Stringe la labbra, quando oramai lei si ritrova a pochi passi, costretto ad alzare il mento per colmare il divario d'altezze tra i due che. Si trascina dietro la chioma corvina, spettinata come un nido di serpi irretite. Serpi nere come la pece. Così i suoi occhi, bui e densi, che stagnano entro le orbite ed ora si posano sulla ragazza, studiandone i tratti e gli atteggiamenti, proprio come farebbe con qualcosa di recondito , ma famigliare. < ... > Non le risponde in principio, ma batte le ciglia, una volta ancora. La sorpresa viene strozzata dietro la linea sottile e rosea delle labbra, che solca il viso poco al di sopra del mento aguzzo, crocevia di quei lineamenti ripidi, scoscesi , dal taglio affilato, ma giovane. < Valevate ...chi ? > Domanda, perplesso. < Noi ninja intendi ? > Blatera, stupito. < Eppure mi sembra di averti già vista. > Ora, in tono più basso, più pacato,ma senza allusioni di sorta, non nella voce, almeno, ma solo nelle parole. < Non ti ho mai vista da queste parti. > Conclude, senza sorrisi , né convenevoli. < Di questo sono certo. > Sentenzia infine, deciso, convinto. La mano che, istintivamente, mentre l'altra si sporge, scivola verso il tomo lì di fianco, che lei potrà ben vedere, se interessata, come non sia un libro bensì un taccuino, un diario o qualcosa del genere.

22:43 Saigo:
 Lo sguardo spazia alle spalle di Katai sempre alla ricerca di qualsivoglia tipo di informazioni utili su quel rapimento, ora potrebbe anche mettersi a fare una piazzata ma qualcosa le suggerisce che non sarebbe coerente alla richiesta di discrezione. Maledizione. Si distrae appena dai discorsi altrui tenendolo più che altro come una voce di sottofondo <uh?> ecco infatti. La prima reazione appena tace è quella, perplessa mentre evoca nella sua mente gli ultimi ricordi così da dare un senso al chiacchiericcio che non ha degnato di attenzione <cosa vuoi che ne sappia io di dove mi hai vista scusa> in effetti. Il tono è come sempre abbastanza rude, quasi rozzo nel suo esprimersi. La sua carriera da attrice l’ha resa un vero e proprio camaleonte, imitare e replicare gli stereotipi studiati così a lungo nei copioni le riesce sempre più naturale soprattutto da quando ha imparato a metterci una parte di sé <magari sarò la prossima vittima e tu dovresti difendermi invece ti sei dimenticato del tuo lavoro, siete tutti inaffidabili voi dementi con il coprifronte> la butta lì, ci prova, usa le voci di corridoio per cercarne delle altre. Il tono è abbastanza alto da attirare i più vicini a loro due, i passanti che allungano l’orecchio alla loro conversazione ma non urla. Cerca poi di captare la reazione altrui e di chiunque gli sia nelle immediate vicinanze, quanti sanno? Quanti sussulteranno? Chi avrà una reazione differente dal semplice passare oltre? Ogni dettaglio potrebbe aiutarla nella sua indagine ed è per questo che dubito dopo aver detto questa frase rialza gli occhi per puntarli oltre alla panchina, velocemente analizzerebbe la situazione prima di ruotare appena il corpo come se volesse a tutti gli effetti sedersi. Quel movimento in apparenza casuale e dettato da stanchezza o pigrizia nasconde l’intento indagatore, solo così ha in effetti una scusante per guardare chi prima le stava alle spalle [chk on]

22:56 Katai:
  [Panchina] < Hai ragione, non importa. > Taglia corto, dopo aver straparlato per qualche istante con la netta impressione che l'altra non lo stesse ascoltando. Distoglie lo sguardo, infine, proprio quando la figura antistante perde di significato, rimanendo, di fatto, l'ennesimo volto senza nome che sfila nella piazza. I suoi occhi tornano ad indugiare sul diario, che ora la mano avvicina al corpo, quasi volesse difenderlo a tutti i costi, proteggerlo, metterlo al sicuro. Come se potesse bastare l'esigua distanza per fornire un'adeguata protezione al piccolo tomo. Cosa vi sia contenuto all'interno, poi, rimane un mistero ai più, dal momento che, a tutti gli effetti, non appare più di un taccuino da viaggio, un libricino contabile o qualcosa di simile. Inspira, espira, rumorosamente. Le iridi nere scivolano sulle facce senza nome dei passanti, immergendosi nel caleidoscopio di colori che riverberano di locale in negozio, almeno quelli aperti sino a tarda ora, ovvio. La ragazza si volta e lui finisce per portare le iridi su di lei, sulla sua schiena precisamente. La curiosità lascia spazio all'indifferenza e tanto più ampia e profonda è l'una, tanto più imponente l'altra. Non accenna, però, a farle spazio sulla panchina, occupandone il centro in pianta stabile e non dando segni o tracce di volerla far sedere, d'altronde, non pare la più cordiale delle conoscenze e lui, tipicamente asociale, non ha la forza , né la voglia per convincerla a rimanere o per intessere una discussione. < Nh ?! > L'unico mugugno che replica alla sua sentenza. Non batte ciglio questa volta e nemmeno la guarda mentre risponde. < La prossima vittima ? Siamo in tempi di pace. > O così dovrebbe essere, almeno. < Parli dell'attentato al festival sakura ? > Inquisisce, rinnovando la sua curiosità. < Sai se non credi negli shinobi, dovresti uscire da questo villaggio e camminare fino al paese che ti ha partorito. > Sentenzia, lapidario e diretto. < Kagegakure è protetta dai ninja, non dalle mura che vedi. >

23:02 Saigo:
 Il suo interlocutore o è molto bravo a fingere o non ne sa nulla, quindi lei può andarsene ora che ha cercato l’attenzione di altri ma mannaggia quelle paroline <eh vedi che sei coglione> sentenzia scuotendo la testa quasi esasperata. Gli occhi rossi si spostano nuovamente sul suo interlocutore, lo guarda un po’ con la stessa compassione che si mostrerebbe per un animale un po’ ritardato che non riesce a trovare il cibo sotto al suo naso, quindi non con un’espressione molto gentile <questi villaggio è protetto dal consiglio e dalla shinsengumi> replica lei <questo villaggio è protetto dai cittadini onesti che si impegnano per lo sviluppo tecnologico replica ancora una volta riportando i fatti che per lei sono la semplice evidenza <e questo villaggio è nato per colpa dei cretini di ninja come te che si ritenevano superiori si sono fatti stupidamente la guerra e hanno finito per farsi fregare. Il mondo l’avete distrutto voi razza di demente> non ci va giù per il sottile ed è difficile persino per lei comprendere dove finisca la recita e dove invece inizi la realtà dei fatti. Cero l’unica cosa di cui è certa è il suo parere negativo verso chi ancora oggi indossa uno stupido coprifronte, più lì incontra più li ucciderebbe tutti, oh se solo potesse. Ma deve tornare a concentrarsi sul caso lei che a questo punto mostra un gran bel dito medio al signorino e si limiterebbe ad allontanarsi, tornando verso la statua ma nella realtà dei fatti andando più che altro verso un gruppo di ragazzini che stanno bevendo qualche birra e giocando con delle strane trottole luminose, che sia già diventata boomer?[chk on]

23:16 Katai:
  [Panchina] Si ritrova a fissarla negli occhi, ancora una volta, quando si gira in sua direzione. Lui alza il mento, così trascina dietro anche lo sguardo ed il naso, all'insù. < E' il consiglio ad andare in missione ? > Domanda, retorico, stizzito. < O è la shinsengumi ? > Continua, schietto e diretto, senza mezzi termini che possano interporsi o creare fraintendimenti. Indubbiamente la visione della ragazza è tra le più singolari che abbia mai udito, almeno sino ad ora. < Farsi fregare ? E da chi ? Da cosa ? > Domande a cui non attende risposta, anzi continua, imperterrito. < Questo villaggio sarà nato anche dalle ceneri della guerra, ma ora è un luogo di pace. > Più o meno. Sì più o meno. < Io non ho distrutto alcun mondo..> si giustifica ? No, per niente, anzi. < ..io spezzerò questo circolo di Guerre e Dolore, sarò il ninja che tu non credi che esista. > Le promette, salvo poi beccarsi un dito medio dritto in faccia e rimanere quantomeno basito dalla reazione della donna. La mano sinistra si solleva, sventolando nell'aria in una frusta mimica che manda a quel paese la ragazza. Le sopracciglia rimangono strette , calate a stringere gli occhi contro gli zigomi duri, rigidi. La linea della mandibola tesa e prominente, tradisce il serrarsi dei denti, lo stringersi delle labbra. L'espressione appare non poi così giovane, ora, ma deformata in una smorfia di disgusto. Che la donna sia un cittadino scontento è un'ipotesi plausibile, ma che non si sforza di avvalorare, dal momento in cui l'altra abbandona il suo capezzale in favore di un gruppo di ragazzini.

23:22 Saigo:
 Lo ignora completamente, sorride appena quando sente quello che le suona quasi come un giuramento, un sorriso amaro che lui non potrà vedere e di cui sicuramente non potrebbe capire il significato ma poco importa. Presto passa oltre, camminando torna a mostrarsi come la faccia da schiaffi che è e sta interpretando per cui lo lascia semplicemente perdere, raggiunti i ragazzini li guarda <yo> un semplice saluto <se vi dico dove comprare delle canne me lo date un sorso di birra? Di sti tempi meglio dimenticare d’essere braccati no?> la butta lì, ci fa semplicemente amicizia così da tastare il terreno, diventare una di loro oggi. Tra una chiacchiera e l’altra continuerebbe <oh l’avete visto quel tipo strano con il coprifronte? Dite che è qui per aiutare? Avete saputo no dei rapimenti?> e così sfruttando quelle che possono sembrare voci di corridoio vorrebbe iniziare la discussione, cercare di capire se ne sanno qualcosa, quanto ne sanno e soprattutto che idea si sono fatti. Anche oggi la serata scorrerà così, alla ricerca di nuove informazioni nel forse vano tentativo di trovare una chiave di lettura a tutta quella storia. Un sorso di birra, che non fa mai male, l’indirizzo di qualche zona losca di kusa, il suggerimento di qualche nome comune spacciato come il miglior venditore d’erba, la migliore di tutta kagegakure a detta sua e via con le indagini e la scoperta di quello strano gioco che stanno facendo. Lei è una di loro, deve sembrarlo e deve atteggiarsi come tale per comprendere[chk on][end]

23:38 Katai:
 Non la segue, né verbalmente, né visivamente, né fisicamente. La lascia semplicemente andare, così com'era giunta. E , stufo, sbuffa sonoramente < Mpf ! > Stanco di rimanere seduto lì su quella panchina, alla stregua dell'ennesima statua - dell'ennesima statua di un Uchiha. Si va alzando, piegando il busto in avanti, insieme alle spalle, la schiena si curva, le ginocchia si estendono , ma le mani sono proprio sopra quest'ultime, atte a spingere con tutta la sua forza , per potersi issare in piedi. < Ooooplà. > Esclama, vocalizzando lo sforzo compiuto o forse semplicemente anticipando la senilità di qualche decennio. Ci manca davvero poco che non si stiracchi vistosamente: flette ed estende la schiena, una volta in piedi, ergendosi in tutto il suo metro e sessanta. Compie delle torsioni del busto, andando a ruotare il cingolo scapolare di circa novanta gradi, prima in senso orario, poi antiorario, così da riscaldare la muscolatura , quasi ne avesse tremendamente bisogno, quasi fosse rimasto lì su quel giaciglio davvero troppo a lungo. Prima di andarsene non manca di recuperare il diario del nonno che giaceva accanto a lui, chinandosi per afferrarlo e assicurarlo tra le dita. Un'ultima occhiata all'indirizzo dei ragazzini - poveri malcapitati - dove si è diretta la. ragazza, cercando il suo fare, per un'ultima volta. Volta le spalle alla piazza, infine, incamminandosi a passi svelti , ma precisi, verso i dormitori residenziali, laddove ha ancora il proprio alloggio, non avendo deciso se occupare il quartiere del clan o meno. ( E N D)

23:39 Katai:
 Non la segue, né verbalmente, né visivamente, né fisicamente. La lascia semplicemente andare, così com'era giunta. E , stufo, sbuffa sonoramente < Mpf ! > Stanco di rimanere seduto lì su quella panchina, alla stregua dell'ennesima statua - dell'ennesima statua di un Uchiha. Si va alzando, piegando il busto in avanti, insieme alle spalle, la schiena si curva, le ginocchia si estendono , ma le mani sono proprio sopra quest'ultime, atte a spingere con tutta la sua forza , per potersi issare in piedi. < Ooooplà. > Esclama, vocalizzando lo sforzo compiuto o forse semplicemente anticipando la senilità di qualche decennio. Ci manca davvero poco che non si stiracchi vistosamente: flette ed estende la schiena, una volta in piedi, ergendosi in tutto il suo metro e sessanta. Compie delle torsioni del busto, andando a ruotare il cingolo scapolare di circa novanta gradi, prima in senso orario, poi antiorario, così da riscaldare la muscolatura , quasi ne avesse tremendamente bisogno, quasi fosse rimasto lì su quel giaciglio davvero troppo a lungo. Prima di andarsene non manca di recuperare il diario del nonno che giaceva accanto a lui, chinandosi per afferrarlo e assicurarlo tra le dita. Un'ultima occhiata all'indirizzo dei ragazzini - poveri malcapitati - dove si è diretta la. ragazza, cercando il suo fare, per un'ultima volta. Volta le spalle alla piazza, infine, incamminandosi a passi svelti , ma precisi, verso i dormitori residenziali, laddove ha ancora il proprio alloggio, non avendo deciso se occupare il quartiere del clan o meno. ( E N D)

E' una notte tranquilla quella nella Piazza di Oto, dove Katai finisce per fare la sfortunata conoscenza di Saigo.I due discutono della situazione di Kagegakure, in maniera del tutto involontaria e casuale, esibendo visioni differenti circa la reale utilità dei ninja a sostegno del villaggio. Finiscono per salutarsi in malo modo, senza essersi nemmeno scambiati i nomi.