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Rientro dall'inferno

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con Furaya, Shizuka, Kan

22:35 Furaya:
 La ferita sulla spalla destra sta continuando a sanguinare. L'adrenalina tuttavia è così tanta in corpo da non essersi neanche resa conto del dolore. A malapena sente qualcosa di liquido scivolarle dalla spalla. Non le sta importando. Gli occhi stanno guardando davanti a sé, ma mentalmente sta ripercorrendo quant'accaduto. Non è terrorizzata, lungi dall'esserlo. Ha vissuto di peggio. L'ultima volta che ha affrontato quel gorillone, subito dopo la lotta, era seduta a terra a ridere sguaiatamente perché, dopo tanto tempo, qualcuno era finalmente riuscito a farla sentire nuovamente viva. Qualcuno riusciva finalmente a tenerle testa. Una volta rientrati, varcata la soglia del portone, avvicina la mandritta al ninjaphone nella tasca porta oggetti - nella speranza che durante la fuga non sia andato distrutto. Pare essere ancora funzionante. All'esterno, non c'è nessun campo quindi le notifiche le stanno giungendo tutte in questo momento. Si premura soltanto d'avvisare Matt ch'è tornata sana e salva, ma nient'altro. E' probabilmente l'unico messaggio che invierà in tempo record, rimettendolo a posto. Hanno già salutato i due medici rimasti e l'ultimo taijutser, in modo che tutti possano andare a riferire a chi di dovere l'accaduto. Il trio non era ovviamente contento, hanno perso delle persone alle quali evidentemente tenevano, gente che conoscevano da tempo immemore. E' anche per tal ragione che la Judai s'è votata al silenzio fintantoché non sono rientrati, fintantoché qualcuno non le rivolgerà la parola. Si tratta di portare rispetto ai morti, gli stessi morti che hanno combattuto al loro fianco, nonché Shinzou che s'è letteralmente immolato per la causa, per salvarli tutti. Ha compreso quanto il mondo là fuori sia pericoloso. Se or s'affacciassero sulle mura, vedrebbero la foresta ardere ancora. Si spegnerà da sola, prima o poi. Magari qualche altra chimera farà la stessa ed identica fine. Le luci dell'alba, invero, potrebbero essere quelle più prossime ad allargarsi alle spalle del trio rimasto ai portoni. Il silenzio della notte è così surreale. Lancia un'occhiata a Shizuka e a Kan, giusto per sincerarsi delle loro condizioni. Anche nei loro confronti che dovrebbe dire? Bella raga, vi è piaciuta la missione? Come pensate sia andata? Credete che il Mizukage sia soddisfatto? Non ci sono parole da aggiungere dopo quant'accaduto. C'è solo un sospiro di sollievo da tirare per essere tornati vivi, con la consapevolezza che si dovrà uscire all'esterno con numeri maggiori se si vuole disintegrare quella minaccia. Deve parlarne piuttosto a chi di dovere quanto prima. [ Chk On ]

22:39 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] La rossa indossa gli stessi abiti che aveva alla partenza dal villaggio, ora che vi ritorna, forse un poco più logori ma apparentemente intatti. Dei leggins aderenti neri, ai piedi degli anfibi neri che le raggiungono il polpaccio, maglia nera a maniche corte aderente con scollo non pronunciato a coprirle il busto, attorno al collo ben visibile la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti. I capelli sono raccolti in una coda molto alta, fissata con quei fermagli donati dai genitori che riordano le ali di una farfalla, lasciando sfuggire solo la frangia, lasciando in vista la moltitudine di orecchini che ormai indossa; due per ogni lobo a forma di farfalla, una dorata e l'altra blu e il piercing ad anello dorato in cima all'orecchio sinistro. Una cintura in vita sempre nera sostiene il porta oggetti nel quale si trovano: 2 tonici Chakra, un tonico salute, le chiavi di casa e il cellulare. Alla coscia destra viene infine assicurato il coprifronte del proprio distretto, quello Kusano, che indossa raramente, solo durante le missioni ufficiali praticamente. Hanno appena sorpassato il portone per rientrare a Kiri, le parole durante il viaggio sono state poche dopo essersi lasciati Shinzou alle spalle. Ha continuato a singhiozzare per un poco, dopo qualche altro metro di fuga sembravano essere relativamente al sicuro, perciò ha deciso di non attirare su di loro l'attenzione di altre belve con l'odore di sangue che la circondava, così ha interrotto l'utilizzo della propria innata. Però di nove che erano partiti sono tornati in sei, di cui parecchi feriti, se non all'esterno quanto meno all'interno. La povera Aruna ha pianto anche le lacrime che non aveva in corpo, è stata quasi trascinata fin lì in pratica e ora i tre si sono allontanati per i fatti loro, per confermare l'avvenuto ritorno e per rimettersi in sesto. Restano loro tre, quel team che dovrebbe essere ben più che coeso ma nel quale qualcosa si è rotto in quegli avvenimenti notturni. In particolare la Kokketsu è uscita in un modo ed è rientrata diversa, cambiata nell'animo, con dei pensieri scomodi con i quali interagire e l'adrenalina ancora prepotentemente in corpo. Quegli occhi blu non sono più ammantati di viola, ma la loro sclera è rossa, perchè le lacrime si sono appena spente quasi. Però vengono poggiati sul fidanzato, forse lo guarda con una luce decente da quando sono usciti solo in questo istante accorgendosi di quel fianco ferito del quale non è stata fatta menzione. I passi vengono mossi in di lui direzione, ha ancora abbastanza Chakra per questo, le manine verrebbero protratte verso di lui senza dire una parola, mentre cercherebbe di convogliare in esse il proprio Chakra medico. Se fosse riuscita in questa operazione lo avrebbe fatto fuoriuscire dagli tsubo sulle mani, andando a rigenerare quel corpo ferito, marchiato da quei mostri che nonostante tutto li hanno raggiunti. Il suo piano non era perfetto in fondo, però lei è riuscita a non essere nemmeno scalfita, forse non avrebbe dovuto portare Shinzou con se, lui l'aveva protetta da quel lupo, se lo avesse lasciato con Kan forse lui non si sarebbe ferito e l'anziano non sarebbe morto. [Se Chakra 23/50 -> 9 per mani terapeutiche superiori; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura][PV Kan +17]

22:46 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] La missione si è conclusa, un successo sulla carta ma per quanto riguarda il resto, un vero e totale fallimento. Tre di loro sono morti, non sono riusciti a salvare tutti quanti come da comando, lui non è riuscito a portare tutti sani e salvi al villaggio. Quell'atroce paura, quel timore gli hanno mandato in pappa il cervello, non ha ragionato più, non ha più pensato ne visto nulla riuscendo a smuoversi quando, oramai, il tempo si è rivelato troppo avanzato per poter fare qualcosa di concreto. Ragionare, pensare, azioni difficili da compiere al momento, distrutto fisicamente quanto mentalmente, il Sumi avanza insieme al trio al sicuro tra le mura di Kagegakure, nel distretto di Kiri. La notte è profonda, silenziosa, troppo dopo quanto assistito; mole di orribili immagini passano in rassegna, le chimere, il gorilla, quei mostri sono tornati prepotenti e chissà per quanto tempo ancora avrebbero albergato nei di lui pensieri. L'arto destro sollevato, piegato con la mano a premere alla volta del suddetto fianco per impedire ad ulteriore sangue di fuoriuscire da quel taglio di media profondità; pur non avendo continuato gli studi medici, riconosce l'entità di una ferita, sa di non essere in pericolo di vita ma averla rappresenta un'ulteriore fallimento. Il vestiario si presenta nella maniera più semplice e spartana possibile, privo di eleganza, solamente utile all'occorrenza; esso è composto da una maglia nera a maniche lunghe a ricoprire l'interezza degli arti superiori ed al di sotto della suddetta maglia, sugli avambracci vi sono dei vambracci a protezione mentre sulle mai dei guanti ninja con delle placchette di metallo sul dorso. Nel ricoprire gli inferiori arti un paio di pantaloni della tuta neri, sotto di essa son stati posizionati degli schinieri mentre, legato alla vita, sul lato destro, vi è un portaoggetti avente al suo interno due tonici coagulanti e due tonici recupera chakra, un paio di spray curativi, 4 fuda di cui due aventi sigillato al loro interno un tronchetto della sostituzione ed infine dei rotoli e inchiostri speciali donati del clan per permettere al di lui potere di venir fuori in tutta la bellezza di cui è capace. Ai piedi dei sandali ninja classici, blu la fattura. Sulle spalle ha posto uno zaino le cui bretelle girano intorno ad esse ed all'interno troviamo riposto un respiratore, un paio di occhiali mono lente, pennello e inchiostro classici ed il suo kit da medico, ricevuto all'assunzione in ospedale. Infine, sull'orecchio sinistro ha posizionato un'auricolare per comunicare con la squadra. La bianca chioma permane corta sul capo dell'albino, essa non sorpassa la metà del collo, copre una piccola porzione dell'orecchio, tenuta in perfetto stato. Il chakra scorre nel di lui corpo irrorando ogni singola parte di esso, pronto ad esser utilizzato e sfruttato in qualunque momento in caso di pericolo. Un dolore passabile rispetto al bruciante fallimento in cui il trio si sta crogiolando; la missione non è andata come nei piani e quel silenzio tra di loro parla di più mille parole, significativo sotto ogni punto di vista. Per la prima volta in vita sua non ha il coraggio di guardarle in faccia, sconfitto, abbattuto da dei mostri che non dovrebbero esistere ma è questione di attimi, brevi momenti e la Kokketsu si affaccia avvicinandosi; ne percepisce il calore del corpo, il calore del chakra medico intorno alla ferità Deglutisce sollevando il viso, portando le dorate iridi in quelle azzurre di lei. Non una parola, niente, si limita a guardarla, gli occhi arrossati, neanche un graffio sul corpicino ma, come tutti, estremamente provata. [C 31/50][Rilascio del Chakra Avanzato][Auricolare][Vambracci][Schinieri][Portaoggetti: 2 tonici Coagulanti | 2 Tonici recupero chakra | 4 fuda di cui 2 con tronchetto all'interno | Fuda e inchiostri speciali | 2 spray Curativi][Zaino: Respiratore | Occhiali Mono Lente | Kit OMM | Pennello e inchiostro semplice]

23:01 Furaya:
 Il silenzio che troneggia tra i tre mette quella giusta percezione d'ansia che già non mancava assolutamente. Nessuno sembra riuscire a spiccicare mezza parola. Kan e Shizuka non sono per niente abituati a queste missioni, motivo per il quale è altresì naturale che si siano ritrovati a sentirsi emotivamente distrutti. La donna ha vissuto sorti peggiori, ha dovuto svolgere missioni più difficoltose di questa; ha visto morire gente che conosceva da decenni e non qualcuno conosciuto due minuti prima di cominciare quella specifica missione. Ciò non toglie che il dispiacere d'aver perso qualcuno in battaglia rimanga, tuttavia la rosata non se ne sente responsabile - per un motivo o per un altro. Sa bene che ci sono stati degli errori che non sarebbero dovuti venir commessi, però è altresì consapevole che delle perdite sarebbero state perlopiù normali. Non avrebbero mai potuto riportare tutti a casa e non avrebbero mai potuto difendere chiunque. Inoltre, si dava per scontato che la squadra messa a loro disposizione sapesse quanto meno proteggersi da sola sicché si trattava di un supporto al trio iniziale. Si rivanga però in mere scuse. <Avete bisogno d'una mano?> La domanda spezza il silenzio che finora non ha fatto altro che trionfare, provando quanto meno a comprendere i bisogni della squadra senza apparire come la menefreghista di turno - che in realtà neanche sarebbe. La ferita inizia finalmente a pizzicare, comprende che s'è lasciata ferire da quegli spuntoni che ha provato a sciogliere con la lava anziché evitarli meramente spostandosi. Reputava di non riuscirvi. Abbassa per un attimo uno sguardo sull'indumento stracciato a causa del colpo ricevuto, mostrando una discreta quantità di sangue che però non ne inficia i movimenti o la stabilità - tant'è che fino a qualche istante prima la stava bellamente ignorando. Null'altro fuoriesce dalle proprie labbra, niente che possa quanto meno avere un impatto grossolano sullo stato d'animo dei due. Come anticipato, non c'è niente di meglio da dire dopo una missione che ha l'odore e l'aria della disfatta. [ Chk On ]

23:11 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] Quella ferita è stata sopportata fino a quel momento in silenzio, questo vuol dire che non è così grave, soprattutto nessuno dei due medici sopravvissuti ha pensato di curarlo. Ma forse avevano la testa altrove, concentrati su altro, su qualcosa come il terrore. Nemmeno il bianco riesce ad aprire bocca, nemmeno di fronte a quelle cure, a quel calore che la rossa gli trasmette. Più che il suo scudo sta diventando la sua infermiera e la cosa non le piace per nulla. Ha scelto di proteggerlo forse nel modo sbagliato? Che abbia ragione lui quando dice di avere bisogno di più forza? Di non ptoer contare solo su di lei? E' la voce della rosata a spezzare quella monotonia, quel flusso di pensieri e la cosa la infastidisce parecchio. Il leader del team è colui che ha in mano le scelte tattiche del gruppo, colui sul quale si fa affidamento. E agli occhi della Kokketsu la Judai non è stata all'altezza del ruolo che si è voluta prendere da sola. << Non da te. >> Il tono è acido, non nasconde minimamente il risentimento che prova, nemmeno ci prova a dire il vero. Però quella frase viene detta con decisione e nessun desiderio di nascondersi, così che si metta a guardare anche la figura della Konohana finalmente. Quegli occhi blu scorrono su quel corpo, notandone il sangue colante, il braccio ferito. Inala aria dalle narici in maniera rumorosa, espira dalle labbra nello stesso modo, cercando in qualche modo di contenere il flusso di rabbia che ribolle incessante all'interno di quel corpicino. Si allontanerebbe dal Sumi, qualche passo per raggiungere la Nara e porre le proprie mani a livello della ferita di quest'ultima. Di nuovo cercherebbe di far passare il proprio chakra medico dalle proprie mani al tessuto altrui, portando del sollievo anche a quella persona che, sebbene lei non ritenga in grado di essere un leader, è pur sempre un ferito. Lei è un medico, si è prefissa di non perdere più alcun paziente, Furaya non fa eccezione. [Se Chakra 21/50 -> 2 per mantenimento mani terapeutiche superiori; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura][PV Furaya +17]

23:22 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] Il chakra medico è da sempre un mezzo per affievolire il dolore, ridurre le ferite a mere cicatrici, donare sollievo ad un corpo provato. Si lascia cullare da quella sensazione quasi amorevole, un trattamento che la rossa gli ha sempre riservato; lei più di tutti l'ha visto in condizioni critiche, sempre ferito, sempre colpito da qualcosa e l'ultima volta ciò ha permesso la nascita di un litigio eppure questa volta il sentore è diverso, la tensione abbatte ogni parola, ogni pensiero, ogni intento possibile. Poco a poco la ferita si rimargina con conseguente cessare dell'afflusso sanguigno all'esterno; le carni lacerate si risanano, la pelle si unisce lasciando una modesta cicatrice, neanche troppo evidente, su quel fianco. La perfezione del corpo è perso, adesso è segnato, veramente segnato da qualcosa di esterno, visibile comprendendo cosa voglia dire rischiare davvero la vita in qualità di ninja. Neanche lo scontro con Kyosei l'ha portato ad un simile timore ma questo è il mondo odierno, un costante e continuo pericolo incombente. Solo a cura ultimata le labbra vengono schiuse <Grazie...mia> rivolge quelle uniche parole a Shizuka, guarda soltanto lei ma il tono di voce è rauco, basso, poco voglioso di farsi sentire, necessita di tempo per metabolizzare quanto accaduto quest'oggi, di momenti di calma per ritrovare una sorta di lucidità e fare nuovamente affidamento al proprio intelletto come un tempo. La lingua passa sulle labbra ammorbidendole piano piano mentre nota l'avvicinarsi delle due donne, quella richiesta della Nara e la successiva risposta della nana non preannuncia niente di buono; una tempesta sta per abbattersi tra quelle due capace di avvolgere persino il bianco. Nonostante ciò, un'occhiata è lanciata alla propria mano, le dita si aprono e si chiudono all'interno del palmo destro, distaccatosi dal fianco; ha ancora tanto da imparare, da migliorare ma quella forza in suo possesso non basta, troppo debole per affrontare quella realtà, per realizzare il suo unico sogno di libertà. Mai come adesso desidera possedere la potenza di quel demone codato, mai come ora è necessario anche solo per poter correre alla pari con Shizuka ed essere degno di definirsi un suo compagno <La missione...> esordisce rompendo il ghiaccio verso entrambe, scegliendo di dire la sua apertamente <...è stata un fallimento> dal suo punto di vist si, non vi è nulla da festeggiare, nulla da applaudire. [C On][Stesso Equip]

23:38 Furaya:
 La risposta netta e chiara, nonché glaciale, ricevuta da Shizuka non la sorprende poi molto. Shinzou non sarebbe dovuto morire e sarebbe dovuto tornare con loro. Tuttavia, il compito che questi le ha affidato era riportare la Kokketsu sana e salva dentro quelle mura. Reputa d'aver adempiuto come si deve al suo ultimo desiderio, tanto da poter finalmente commemorare l'altrui anima perduta. <Ottimo.> Non si tratta d'una risposta ironica. Tutt'al più, non sa neanche cos'altro rispondere che non la faccia agitare ulteriormente. Quindi, si limita a questo. La signorina dai capelli cremisi si rende però conto che la donna sta sanguinando, motivo per il quale, dopo essersi presa cura di Kan, si vorrebbe prodigare anche per aiutare la Judai. Quest'ultima si scosta immediatamente, compiendo un paio di passi all'indietro per allontanarsi dalle mani terapeutiche altrui. <Non ne ho bisogno.> Perché il suo orgoglio viene messo avanti prima di qualunque altra cosa. Se Shizuka reputa che l'aiuto della Judai non sia necessario, allora lei non pretende che quello altrui lo sia al contempo. Non vuole niente in cambio soltanto per pietà, soltanto perché sta perdendo un po' di sangue. Piuttosto incrocia le braccia al petto e sosta di fronte a loro. L'orgoglio è un vanto, tuttavia ha l'essenza del difetto più grande. <Dipende da che punto di vista tu voglia guardarla.> Si riferisce a Kan nei riguardi della missione che hanno appena affrontato e dalla quale son tornati a malapena sulle loro gambe. Per fortuna, nonostante questo, le ferite non sono state neanche eccessive. Sarebbero potute rivelarsi peggiori. <Se la intendi dal punto di vista delle perdite, posso assolutamente concordare con te nonostante fossero lì per quella ragione: non tanto per farci da scudo, ma per aiutarci a tornare.> Chiaro riferimento a Shinzou questa volta, provando ad intrufolarsi nell'altrui argomentazione con qualcosa di solido e fondato. Sta chiaramente ragionando alla vecchia maniera, come si faceva una volta. Allo stesso tempo, non pretende che gli altri due lo comprendano poiché ben poco avvezzi alla guerra e a battaglie di questo genere. <La raccolta delle informazioni è stata comunque fallimentare. Ciò che abbiamo raccolto è che le chimere si ammassano attorno ad un falò e che si comportano come un branco: informazione già risaputa.> Gesticola con la mandritta, nonostante il deltoide stia continuando a sanguinare a causa delle cure che non vuole, alle quali s'è sottratta per mera questione d'orgoglio. E' fatta così. Piuttosto, preferisce morire dissanguata. <Hanno un Alpha che seguono, altrettanto naturale trattandosi d'un branco.> I lupi si comportano allo stesso modo, per questo reputa di saperne abbastanza - così da poterlo dire apertamente. La sua espressione non è mutata per tutto il tempo; seria e guardinga - come se dovesse aspettarsi un colpo alle spalle da un istante all'altro. <Il gorilla, non solo è un Alpha, ma è anche abbastanza intelligente rispetto alla lucertola che abbiamo affrontato. Il che lascia pensare che vi siano chimere di livello A e chimere di livello D.> Il danno collaterale alla foresta al momento non lo menziona. Si è limitata a snocciolare le informazioni raccolte, come a voler fare un punto della situazione. Vecchia scuola, come già anticipato. [ Chk On ]

00:02 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] Nemmeno risponde a quel ringraziamento, lo considera superfluo, scontato che lei si occupi delle ferite di lui così come lui ha provato a fare con lei quando necessario, dopo quello scontro per entrare nella mafia. Ora però le uniche ferite che si porta addosso sono un taglietto all'interno della bocca e il fatto di aver lasciato fluire il proprio sangue attorno a se. Di nuovo, è stata in grado di destreggiarsi in una missione senza subire danno esterno alcuno, di nuovo quel potere innato che possiede è stato in grado di difenderla adeguatamente, insieme al Kaguya. Gli occhi blu sono già sull'altra, quel tentativo di cura va a farsi benedire perchè l'altra vi si sottrae dicendo di non averne bisogno. In quel momento quella reazione non la infastidisce neppure: << Meglio così. >> Il Chakra può pure salvaguardarlo per qualcun altro. E' lì che sopraggiunge il commento di Kan, che è un'espressione ad alta voce del pensiero anche della Kokketsu, però a quanto pare la Judai la vede in un altro modo. E ci vuole un attimo per farla imbestialire: << Le persone non sono state messe lì per morire. Aiutare tutti a tornare. Eravamo un team ponderato per tornare insieme. >> Punti di vista differenti che si scontrano, di nuovo e ancora, come ogni volta che le due si incrociano su argomenti di un certo spessore. << Ciò che abbiamo scoperto è che c'è un punto di ritrovo e dove questo si celi, che sembrano organizzate in maniera maggiore di quanto si supponesse. Inoltre alcune sembrano facilmente ingannabili dalle illusioni. >> E quel dettaglio lo ha colto lei, perchè ci ha provato, perchè è arrivata a sconvolgere i pensieri di un mostro che si è illuso di vedere qualcosa di inesistente. << Farci. Noi non contiamo più dei caduti. Noi forse contiamo anche meno di essi! Ogni singola vita è importante e la missione prevedeva di tornare indietro dopo una breve avanscoperta. Di non ingaggiare battaglia! Chi ha dato fuoco alla foresta? Le chimere? I medici? I gemelli taijutser? >> Il tono si è decisamente alzato, non avrebbe dovuto farlo, lasciare che la rabbia si impossessi delle sue parole la rende più soggetta alle emozioni, meno capace di far comprendere il proprio punto di vista anche. Però ci voleva poco per toccare i nervi scoperti della diciassettenne, che per quanto sia abituata a non venire mai ferita, di certo non è abituata a lasciare indietro qualcuno. [Chakra 23/50; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura][PV Furaya +17]

00:22 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] Deglutisce nel vedere il distaccarsi di Furaya dall'offerta di cure di Shizuka, una prova di quanto la Judai conosca poco la compagna. Un'errore che non avrebbe dovuto fare, rifiutarle un aiuto solo per stupido orgoglio o, in questo caso, più per ripicca nei confronti di una risposta non piaciuta. Solo i Kami possono conoscere il risvolto di un simile gesto da parte di lei. Espone il proprio pensiero, non riesce a vederla diversamente da così, non c'è niente in quella missione da considerare un vero e proprio successo, nemmeno quelle poche informazioni perchè tutto è andato in malora, tutto è andato a farsi benedire in un battito di ciglia. Sospira pesantemente, la risposta di lei non si fa attendere e solo stavolta le dorate iridi vanno ad incrociare quelle della ex Decima Hokage, la scrutano attentamente seguendo ogni singola frase da lei pronunciata. Strizza gli occhi trovando in quelle parole un senso morale pressoché assente. Lui in primis non avrebbe esitato a sacrificarli per salvare la vita della Kokketsu ma non è quello il caso; essi sono morti per dei loro errori e Furaya li tratta come spazzatura, come qualcosa di normale e insignificante <Perciò loro per te non erano altro che carne da macello?> diretto, senza giri di parole e mentre parla sopraggiunge Shizuka la cui rabbia esplode al sentire simili frasi. Non si sono mai trovati realmente in contrasto ma questa volta, entrambi, si ritrovano d'accordo, un pensiero unico espresso da due voci differenti <Avevamo tutte le carte per tornare insieme. Ninjutser, taijutser, medici, la squadra perfetta> come da prassi accademica andando a coprire ogni singolo punto. Come se non bastasse, Furaya continua elencando i fallimenti, in netto contrasto con l'affermazione sul punto di vista portando sul tavolo argomenti già conosciuti <Si comportano come un branco? Scherzi? Non ho mai visto ne sentito parlare di branchi fatti di centinai di esemplari. Non era un semplice branco, si stavano riunendo, il gorilla le stava chiamando a raccolta> umetta le labbra <Non è solo un'Alpha ma qualcosa di più. Come diamine fai ad essere così superba da non vedere che c'è qualcosa all'opera la fuori?> lentamente si sta sbilanciando anche lui. In qualche modo trova in quelle parole un insulto alla propria intelligenza, alla mente che, per quanto scombussolata dalla paura e dall'agitazione, ha visto e guardato tutto <Il gorilla non è solo intelligente. E' vivo. In quell'occhio ho visto la sua rabbia e il suo rancore. Lui ha puntato principalmente noi due, ha voluto vendetta verso chi l'ha ferito> andando ben oltre il normale concetto di intelligenza, il gorilla ha dimostrato di essere una specie ancor più evoluta. Apprende da Shizuka una nuova informazione, essi non sono immuni ai genjutsu, utile, preziosa ed essenziale come poche altre cose. Qualche attimo di silenzio per lasciare l'espandersi dell'altrui rabbia verso la Nara - Yoton, un rinfacciarle di quanto compiuto <Siamo venuti meno quasi ad ogni singolo punto della missione. Non doveva morire nessuno ma questo a te non sembra interessare. Conta solo la missione, giusto?> la differenza tra ninja del vecchio mondo e del nuovo inizia a farsi sentire. I vecchi stilemi di un tempo, quelle regole rigide e retrograde sono venute meno in soli 10 anni. [C On][Stesso Equip]

15:13 Furaya:
 La battaglia tra la nuova e la vecchia generazione è appena cominciata. Da un lato, abbiamo colei che ha ricoperto il ruolo di Decimo Hokage - un ruolo importante, altisonante. Dall'altro lato, dei ragazzini che sono cresciuti fuori dall'ideologia della guerra - che non sanno cosa voglia dire affrontare missioni di quel calibro. Tira fuori dalla tasca porta oggetti uno dei tonici coagulanti, in modo che possa gettarlo tra le fauci, masticarlo ed usufruire del suo effetto benefico. La ferita dovrà comunque venir visitata e controllata da un medico, ma quanto meno smetterà di sanguinare. <Non mettermi in bocca parole che non ho detto. Ho soltanto riesumato le parole del Mizukage.> Si riferisce all'aver definito carne da macello coloro i quali s'erano aggregati al trio per farli poi tornare vivi indietro. I medici sarebbero serviti per curarli, ma fondamentalmente erano più che altro una palla al piede da proteggere, piuttosto che un aiuto concreto. A ben vedere, sarebbe stato meglio recarsi fuori dalle mura esclusivamente con Shinzou. Inspira profondamente or che dovrebbe riuscire a ragionare a discapito del dolore, avendo fermato l'emorragia che rischiava di causarle non pochi fastidi. Si ferma dapprima alla volta di Shizuka, così da darle una risposta adeguata e sottolineare tutti i punti necessari. <Si trattava di una missione di rango B. A quante missioni di questo rango avete partecipato?> No, non è una retorica, pretende davvero una risposta. Il tono non è seccato, tanto meno saccente. E' pacata. Vuole capire. Vuole confrontarsi, a differenza dei due che non hanno fatto altro che attaccarla immantinente. Certo, le opinioni però son contrastanti. <Nelle missioni di rango B *si muore*.> Sottolinea questa volta con il timbro vocale, gesticolando appena con la mancina. Tende a tener fermo l'arto che ha subito la ferita nonostante la discussione vada accendendosi man mano. <Chi esce fuori dalle mura è preparato mentalmente alla possibilità di non tornare vivo. Con questo, non intendo affermare che qualcuno sarebbe dovuto morire lo stesso; ma che al posto di Shinzou e del medico, ci saremmo potuti essere io e Kan.> L'espressione seria e fiera della donna or scandaglia il duo, provando quanto meno a far ragionare su quant'accaduto e sulle altre possibili conseguenze. Davvero la colpa è esclusivamente la sua con un team non funzionale? <Il capo team non deve difendere tutti coloro che partecipano alla missione. Certo, deve assicurarsi che la squadra torni intera: ma questo era il compito di Shinzou e l'ha adempiuto. Mi ha lasciato il dovere di riportare Shizuka intera dentro le mura di Kagegakure e l'ho fatto. I due leader hanno collaborato. Se avreste preferito che al posto di Shinzou ci fossi stata io, allora ditelo chiaro e tondo, ma non girateci attorno.> Lei ha commemorato il defunto adempiendo, per l'appunto, all'ultimo compito che le ha dato. Quest'è quanto. Sussiste anche il problema d'aver bruciato la foresta, alla cui speculazione solleva un sopracciglio. <Il mio elemento è il Katon. E da quando mi son risvegliata, non sono ancora riuscita a recuperare la mia vecchia forza. In che altro modo mi sarei dovuta difendere? La foresta è stato un effetto collaterale a causa della chimera che ha lanciato il magma in ogni direzione. E' come se ti chiedessi di non usare il tuo unico elemento naturale: ti improvviseresti taijutser con la consapevolezza di non poter resistere?> Davvero la foresta adesso è tanto importante? Ha messo loro davanti l'eventualità, anzi una domanda vera e propria: che diamine avrebbe dovuto utilizzare per difendersi esattamente? Sapranno sicuramente darle una risposta! <Okay, ipotizziamo che non si tratti d'un branco. Sei uno zoologo? Hai mai studiato il comportamento delle chimere? Non sappiamo letteralmente NULLA di come si comportano, di come agiscano. Sappiamo soltanto che si muovono in branco. L'Alpha chiama a raccolta il branco. E se il loro branco fosse formato da così tanti esemplari? Mettiamo per iscritto che anche la tua teoria è valida. Cosa stanno architettando? Capisci da te che le informazioni raccolte sono comunque nulle, quindi il nostro intervento è stato vano.> Motivazione per la quale ha chiarificato di voler fermarsi almeno cinque minuti fintantoché le chimere non si fossero mosse: raccolta informazioni. Inspira - di nuovo. Questa volta, in maniera poco più profonda per tranquillizzarsi. Gli occhi glaciali si fossilizzano sul Sumi. <Quando partecipi ad una missione, lascia i sentimenti a casa. Quando partecipi ad una missione, l'obiettivo di quest'ultima ha la precedenza assoluta ancorché tu rimanga da solo a portarla avanti. Il mondo dei ninja funziona in questo mondo. All'interno di Kagegakure, non dovete affrontare niente di tutto questo. Là fuori, se davvero vuoi uscire come dicevi di voler fare> Stende l'arto destrorso verso il portone, indicandolo con l'indice. <devi anche considerare che morirai, che resterai da solo e che, quando succederà, tu dovrai decidere per te e per il tuo obiettivo. Se vi fa star bene, potete anche affibbiare alla sottoscritta la morte dei nostri compagni. Ne sono consapevole. Il fatto che io non pianga come state facendo voi è perché si onorifica colui ch'è caduto col silenzio, con una degna sepoltura quando possibile, con una preghiera.> Solo nell'ultima spiegazione, relativa appunto alle perdite, si ritrova ad arricciare il naso come un lupo pronto a ringhiare. E per poco dalla gola non le sale proprio quello stesso ringhio: perché dirle che non compatisce le perdite è di quanto più sbagliato si possa affermare. [ Chk On ]

15:49 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] La nuova generazione di nuovo a confronto, stavolta per lo meno il bianco sta dalla sua parte. Anche lui vede l'assurdità nelle parole della ex Hokage, non riesce a comprendere il di lei punto di vista. E anche lui ritiene che le informazioni siano più di un semplice "sono animali che agiscono in branco come i lupi". Quel dettaglio riguardo allo scimmione non lo conosceva, lei non si è accorta che quel coso ce l'avesse in particolare con loro due, ma sono solo dettagli di una trama più grande. Solo su una cosa non concorda con il fidanzatino, l'ultima domanda retorica che pone alla Judai. Però le gli sfoghi dei due generano una reazione in lei, che parte in maniera pacata, spiega il suo punto di vista, per poi riscaldarsi mentre il tutto aumenta. Non parla mentre lei chiede, si esprime e mette a nudo quello in cui crede, almeno questo glielo deve e in qualche maniera quel discorso non la fa innervosire ulteriormente. Un profondissimo respiro viene effettuato prima di andare a rispondere in merito alla questione. << La missione è la cosa più importante in assoluto. Raccogliere informazioni e rientrare. Però rientrare tutti e soprattutto non ingaggiare le chiemere. >> E' quello il punto focale, quello il dettaglio infimo che è venuto a mancare, è stata ingaggiato uno scontro. << Questa è la seconda missione di rango B alla quale partecipo, nella precedente eravamo nuovamente nello stesso team. >> La risposta è data come se fosse una macchinetta, una piccola nana che risponde agli ordini del proprio superiore. << Però mi permetto di fare una correzione: nelle missioni di rango B c'è il rischio di morire. >> Non succede sempre, c'è la possibilità, come quando si cammina per strada che ti venga un infarto. << Il capo del team non deve difendere tutti, deve coordinare l'azione e valutare le potenzialità e capacità dei propri sottoposti per sfruttarle al meglio e raggiungere l'obbiettivo. Nella fattispecie chiedo scusa per aver agito di istinto e aver preso iniziativa senza concordare prima la cosa. >> Praticamente al momento sembra una specie di soldato secchione, che ripete le informazioni e nozioni che ha appreso sui libri, perchè in pratica ovviamente pecca fortemente. << Apprezzo il pensiero del signor Shinzou ma la mia missione era di rientrare alla base, non avrei abbandonato la missione per capriccio. Non sono una bambina sono una shinobi. >> Sta facendo parecchia fatica per rimanere in quella versione militare, tanto che il registro cambia dopo quell'affermazione a dir poco sconveniente. << Avrei preferito che al posto di Shinzou non ci fosse un membro del team. Nella mia testa, avremmo dovuto agire in maniera perfetta per salvarci tutti. >> E' seria, non auspica la morte della Judai, non lo ha mai fatto, non è che se non va d'accordo con qualcuno allora vuole necessariamente eliminarlo. Quell'affermazione riguardante il proprio elemento naturale però la tocca di nuovo sul vivo, anche perchè effettivamente lei ha ben pensato di rinunciare alla sua potenza. << Io stessa ho considerato l'impossibilità di usufruire del mio potere più grande. Il mio sangue nero in questa missione si sarebbe potuto rivelare estremamente sconveniente, attirando l'attenzione non poco. Cosa che per altro ho fatto per provare a fare da esca. Credo che sia sempre così no? Bisogna essere versatili, cercare la soluzione migliore nell'ambiente ostile. E per inciso, non ho utilizzato una sola tecnica del mio clan se non l'innata. Non sono riuscita a generare un singolo costrutto con essa, ma siamo riusciti a cavarcela. Entrambi senza un graffio. >> Parla sia per lei che per Shinzou, forse peccando di arroganza in parte ma è davanti agli occhi di tutti il fatto che quel microbo non abbia alcuna ferita esterna. << E' proprio per questo che di solito si lavora in squadra. Dove io sono manchevole verrò aiutata da un compagno. Per questo ho chiesto supporto al signor Shinzou. Lui mi ha dato l'impressione di avere la forza fisica che manca sicuramente a me. >> Insomma, sembra che quella testolina rossa, per quanto inesperta sia parecchio studiosa e anche parecchio orientata sul come sfruttare al meglio quelle regole scritte. << Che le informazioni siano nulle questo l'hai deciso tu. Nemmeno tu sei un'esperta. Ritengo che sia meglio mettere tutto quanto in mano a chi di dovere prima di giungere a conclusioni affrettate. Sono le parole che vengono dirette a Kan che tuttavia la portano a indietreggiare, portarsi verso il Sumi e prendergli la mano. << Lui non resterà mai da solo. E nessuno ti ha chiesto di piangere per i caduti. Puoi pregare per loro quanto ti pare. Ma quando c'è un leader è su quella persona che cadono le responsabilità. E' questo che significa essere un capo, forse te lo sei scordata. >> Il tono non è per nulla aggressivo, è più tranquillo, è come se in quel momento quella diciassettenne si stesse ergendo a paladina del proprio pensiero e delle proprie conoscenze. << Se noi vogliamo piangere non sarai di certo tu a dirmi di non poterlo fare. >> Resterebbe lì, la manina intrecciata con quella dell'altro, solo il lato volto alla ex Hokage. [Chakra 23/50; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura]

15:56 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] Inevitabile la nascita di un sorriso sul volto del bianco, tirare in mezzo il Mizukage è il peggiore modo per argomentare qualcosa in questo momento. Ricorda le volontà di quest'ultimo, gli ordini impartiti e la chiarezza delle parole non può essere messa in secondo piano <Lo stesso Mizukage che ci ha detto di tornare tutti vivi perchè sapeva che avevamo tutte le possibilità di farlo> ribatte mantenendo le dorate iridi in quelle della Nara, sa bene di non essere nel torto, almeno in questo punto. Il pensiero discordante dei due si fa sempre più evidente, il vecchio e il nuovo si scontrano apertamente in quella battaglia inevitabile; forse pronosticare una morte avrebbe aiutato ma quel preciso ordinare di tornare vivi ha aumentato le responsabilità accrescendo, in un certo senso, il peso stesso della missione oltre la sua difficoltà perchè sopravvivere ad una chimera è un'impresa titanica <Una, questa. Immagino tu abbastanza da non fallire mai eppure abbiamo fallito. Non usare la tua esperienza come scusante o come mezzo di superiorità. Le cose non cambiano> la domanda è a tratti giusta, a tratti sbagliata ma sbattere loro in faccia quella differenza, quel distacco non serve a nulla. Il fallimento resto. No, non si muore, non quando puoi evitarlo. Dalla Judai quello che sente sono solo scuse su scuse, niente fatti, niente di concreto capace di zittirlo e seppur sia ben lontano dal provare rabbia, non nega di trovarsi in una situazione di nervoso; dopo una simile esperienza, arrivare a questa discussione può destabilizzarli tutti e così sta avvenendo. Necessitano tutti di riposo, di staccare la spina ma, purtroppo, continuano imperterriti <Shinzou, il medico, il taijutser, loro sono morti non per la difficoltà della missione ma per i nostri errori. Hanno dovuto salvarci la vita, anzi, il medico e il ragazzo neanche quello, sono morti e basta senza una ragione, neanche per sacrificarsi> umettando le labbra, smuovendo la lingua per irrompere in quella secchezza e renderle morbide. Deglutisce, inghiotte quella saliva in eccesso, fastidiosa quanto inutile <Tu non vuoi capire, la preferenza non esiste. Se fossi morta, pensi che la reazione sarebbe stata diversa? No, forse anche peggiore. Continui a giustificare le morti e no, non esiste una giustificazione. Il capo team, il leader ha l'obbligo di riportare o di provare quanto meno a riportare indietro tutti. Non compiere la missione è un crimine ma lasciare indietro i propri compagni, è un crimine ancor più grande e tu dovresti saperlo meglio di tutti, Hokage> ponendo l'accento sull'ultima parola, su quel titolo a cui ella è tanto legata, a cui cerca di ritornare con tanta determinazione. Non pone commento alcuno sul Katon, può avere ragione come può avere torto, in quel caso non conosce le abilità nascoste della donna; forse è la sua unica alternativa o forse no, non mette bocca su dove può sbagliare facilmente. L'attenzione permane rivolta alla donna, adesso è lui ad essere preso di mira dalle di lei repliche <Ma ti ascolti quando parli, zoologo? Sul serio vuoi buttarla sulla scienza con me?> in fondo il suo lavoro è l'essere un genetista <Non ci vuole un genio per capire cosa stanno architettando. Le abbiamo incontrate in una spiaggia a pochissime miglia dal villaggio e mesi fa abbiamo avuto una loro incursione nel distretto di Kiri con a capo quel gorilla. Secondo te cosa vogliono fare? Voglio attaccare Kagegakure e questa volta in larga scala. Non è un branco, è probabile sia un'alleanza tra più branchi> prende una flebile pausa di qualche secondo al solo scopo di recuperare fiato <Abbiamo abbastanza informazioni per dare l'allarme e preparare tutti ad un'inevitabile scontro perchè questo accadrà. Non oggi, non domani ma lo stanno preparando> sicuro di questo, dannatamente sicuro tanto da voler contattare il Mizukage in persona per riferire di quanto accaduto e non solo lui. Ogni alto esponente del villaggio deve venire a conoscenza di quelle informazioni e dare la possibilità ai ninja di prepararsi <E' quello che hai detto a Konoha 10 anni fa quando l'hai portata alla rovina? Hai giustificato le tue mosse con "in missione si muore"?> rinfacciandole, adesso, il passato <Tu sei l'erede di Konoha, tu sei l'erede della volontà del fuoco tanto decantata dai nostri avi, te la ricordi?> rimbeccandola, adesso, sulle vecchi tradizioni del villaggio <Davanti a me, adesso, non vedo Konoha ne un Hokage> ecco la sua risposta, un attacco sul personale, questo è certo ma trattenere oltre quel pensiero sarebbe stato fin troppo deleterio. Al contrario, Shizuka riprende il controllo di se divenendo più pacata, argomentando su qualcosa verso cui il Sumi non tiene particolarmente, essere ninja. La differenza tra i due è proprio questa, ella è e vuole essere un ninja mentre il bianco sfrutta quel titolo solo per i propri fini, per ottenere la libertà agognata provando un'interesse quasi nullo eppure, il proprio orgoglio, la propria reputazione prendono il sopravvento quando qualcosa viene meno. L'ascolta senza intromettersi, lasciandola parlare, sfogarsi se lo volesse ed in quella decantazione di potere può notare come lui stesso non abbia utilizzato il proprio potere nonostante avesse potuto fare ben più di quello. La mano viene schiusa accogliendo le dita e la manina della ragazza, la stringe appena senza sorridere, sentendo, però, la di lei presenza al proprio fianco. Entrambi, alla fine, si sono uniti. [C On][Stesso Equip]

16:36 Furaya:
 Cos'altro deve fare se non inspirare profondamente per l'ennesima volta e cercare d'avere un discorso che possa definirsi normale e pacifico tra tre persone dotate di raziocinio? Ecco, non avrebbe dovuto ringhiare come un lupo. Tuttavia, è una parte di sé alla quale non può rinunciare; alla quale non vuole rinunciare. <Ho una domanda per entrambi. Rispondete uno per volta. Non ha senso che io vi dica il mio punto di vista, preferisco siate voi ad immaginarlo.> Porta l'arto destrorso a circondarle la vita, con la mano corrispondente a sorreggere il gemello, la cui mano gesticola leggermente durante l'esposizione dei fatti. Vuole portarli a far ragionare, quanto meno Kan. Con Shizuka, ha capito che un punto d'incontro potrebbe anche trovarlo, ch'è la più incline ad ascoltare a differenza del compagno. <Kan. Hai di fronte a te un popolo che inneggia il tuo nome, che ti venera come capo villaggio perché la tua fama di ninja leggendario ti precede. Hai sulle tue spalle ogni errore, ma quando ottieni un vanto si aggiunge alla miriade di buone azioni che hai fatto. Ogni errore viene stigmatizzato sulla tua faccia, al contrario. Ora, tenendo conto d'una situazione del genere, come avresti fronteggiato la guerra contro la Yugure? Ti saresti alleato con la Yugure pur di evitare la guerra? O avresti combattuto per difendere l'Alleanza e il tuo popolo da chi minacciava di sovvertire il mondo qualora tu non ti fossi alleato con loro?> Forza, Sumi. Mettiti nei panni dell'Hokage. Come si sarebbe comportato al posto del capo di stato? Come avrebbe agito? Quali decisioni avrebbe preso? Soltanto mettendo questi ultimi nei suoi panni potrebbe finalmente far comprendere loro la situazione. Non ha senso continuare a sproloquiare. <Shizuka... Tu come ti comporteresti?> Laddove il tono con Kan è più duro, nei confronti della Kokketsu è leggermente più pacato perché, nonostante abbia espresso il suo parere, non è stato un vero e proprio attacco nei suoi confronti. Kan la sta provocando. E' differente. <A prescindere da quale possa essere la tua risposta, dovresti vivere la situazione per poterla comprendere appieno. Vi lamentate di chi occupa il posto di comando, ma non vi mettete mai nei suoi panni. Vi atteggiate come squadra, ma Shizuka ha ammesso d'aver agito d'istinto. Un istinto che io, come capo squadra, ho preferito premiare. In una squadra, nonostante ci sia un capo, si collabora e si propongono soluzioni. Quando dirigo una squadra, lascio libero arbitrio a chi mi circonda purché non sia una scelta suicida. Quello di cui parli tu è un dittatore. Io decido cosa bisogna fare e voi lo eseguite senza battere ciglio. Non dirigo le squadre e le missioni in questo modo.> E le hanno affibbiato anche questo status sociale, figurarsi. Non sa neanche cosa possa aver passato lei, tuttavia sancisce di poterlo sapere, di poterlo immaginare. Questo la Judai non l'accetta. E' come sputare sul suo passato e dar per scontato che l'unica a commettere errori sia stata lei e non l'intero mondo ninja. Come se a governare il mondo ninja ci fosse soltanto lei soltanto perché chi avrebbe potuto rispondere di questa cosa è deceduto mentre lei no. <Di fatto, non abbiamo ingaggiato le chimere. Ci siamo difesi.> Preferisce soltanto sottintendere, dichiarando però chiuso l'argomento dal proprio punto di vista, non avendo altro da aggiungere. <Hai utilizzato il tuo sangue nero nell'istante in cui hai potuto farne uso, così come io ho utilizzato la mia innata nel momento in cui ho ritenuto necessario farlo.> Anche in questo caso, preferisce soltanto mettere il punto alla situazione, dal momento che le sue capacità permangono comunque soltanto quelle e in qualche modo si sarebbe comunque dovuta difendere. Evocare i lupi era un po' fuori contesto poiché la sua capacità permane limitata. <Perfetto. Allora, lasciamo che sia il Mizukage a decidere se queste informazioni siano necessarie. Che le chimere vogliano attaccarci è un dato di fatto, ci sono anche già riuscite. L'ipotesi che si stiano organizzando è fondata, ma ciò implica che bisogna precederle. Tuttavia, non conoscendo il loro metodo di pensiero, ciò diventa infattibile.> Man mano va chiudendo un discorso dietro l'altro, così da terminare quella scaletta di considerazioni che stanno facendo alle prime luci dell'alba, con l'adrenalina che va scemando e che porta con sé tutto quel nervosismo che sta venendo fuori dai tre. Anche la Judai, solitamente paziente, al momento sta perdendo colpi e vorrebbe soltanto terminare questa lunga giornata: è il discorso di poc'anzi, nessuno si mette nei panni dell'altro. E un po' pecca anche lei, è umana. Non è una divinità: non più ormai. <Non ho detto che tu non debba. Ho specificato che se io non lo faccio, non vuol dire che non prova dispiacere verso chi è caduto in battaglia. Siamo di due scuole completamente differenti.> E' bene metterlo per iscritto, lasciando comprendere a chi ha di fronte che si sta parlando di due modi di vedere diametralmente opposti. Non per questo non possono andare d'accordo, ma va compreso che bisogna trovare un compromesso perché nessuno troverà l'ideologia dell'altro migliore della propria. Quest'è quanto. <Ti sbagli. Anche io ho fallito. Come tutti.> Ecco ciò a cui vuole andare a parare. Non avrebbe neanche motivo di mentire. La sua sconfitta più grande è sui libri di storia. Ma da qui a prendersi tutte le colpe del mondo... ne passa d'acqua sotto i ponti. Martire sì, scema no. <Io *voglio* capire, tu non ci stai neanche provando a farmi comprendere il tuo punto di vista: pretendi che sia tale e basta. Ti stai scontrando con qualcun altro che non la pensa come te. Affronta il dilemma, la discussione anziché puntare il dito e accusare.> Nuovamente risale quel ringhio dalla gola mentre ne discute. Diamine se Fenrir ne sarà orgoglioso. Pakkurida è parte del branco, dopotutto. Poi tutto sfuma... Persino l'eventuale rabbia. Cessata, sparita. Le sfugge una risata. Sincera, eh. Le si illumina persino lo sguardo. <Oh, ti prego. Quando vorrai ascoltare come sono andate veramente le cose undici anni fa, allora sarò contenta di parlartene e di raccontarti la mia vita assieme alle decisioni che ho preso. Non mi tange che tu non mi veda come un Hokage perché fondamentalmente non lo sono. Così come non mi tange il fatto che tu abbia tirato fuori l'Eredità del Fuoco che so di portare con me. Si chiama consapevolezza dei propri errori. Ciò che vedi davanti a te OGGI non è l'Hokage che ero undici anni fa, l'Hokage che provava ancora speranza nei confronti dell'Alleanza quando, in realtà, ciò che avrei dovuto davvero fare era allearmi con chi aveva capito tutto.> Riconducendosi infine alla domanda che gli ha fatto inizialmente. Uroboro. [ Chk On ]

17:00 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] Pensava di essere lei quella con la testa calda, ma forse, quella tensione, quella paura hanno inficiato di molto anche Kan che alza la voce, esprime il suo pensiero e soprattutto attacca direttamente la Nara con parole che vogliono ferire, non comprendere. E' forse anche per questo che torna da lui, gli stringe la mano, cerca di trasmettergli in quel minimo gesto che non è da solo e che sono a casa. Che stanno bene. Difficile anche per l'altra mantenere la calma di frotne ad accuse dirette, tuttavia ci prova, stressata dalla situazione riuscendovi per lo più e ponendo i due bambini di fronte a un pensiero da grandi. Gli chiede di diventare Kage per mezzo secondo, prendere una decisione su quelle poche informazioni. Le labbra della rossa si schiudono in un attimo, per lei la risposta è una sola, le esce dallo stomaco, non dalla testa: << La famiglia è la cosa più importante del mondo. Io avrei difeso il mio popolo a ogni costo. >> E' qui che casca l'asino, idealista, come Furaya al tempo, ha preferito proteggere quello che le avevano dato in mano invece che sottomettersi a qualcosa di sconosciuto e pericoloso. << Però non so dirti se per proteggerlo avrei scelto la Yugure. Non ho abbastanza elementi per capirlo. >> E' limitata, non sa bene se la risposta data sia sufficiente, dovrebbe conoscere altre cose per avere un quadro completo, però la propria famiglia è assolutamente la cosa più importante, e la famiglia di un Kage è il proprio villaggio. Lei si sente criticata e messa in croce per quanto accaduto e li rimprovera di non mettersi nei di lei panni; forse è vero, ma lei non si è mai presa quella responsabilità proprio perchè teme di non essere all'altezza del ruolo. << Non ritengo di essere in grado di ricoprire la posizione di comando. Non l'ho mai ricoperta, immagino possa essere difficile prendere quel posto soprattutto non conoscendo le abilità di ognuno adeguatamente. >> E' una scelta quasi consapevole quella della Kokketsu che tuttavia pare che stia cambiando. << E' solo che tu l'hai richiesta, consapevole immagino di cosa questo comportasse. Sentir dire dal capo della missione qualcosa come 'è normale che ci siano state perdite' non è piacevole. >> Sta tutto lì nell'apertura di quella discussione, nel nervosismo lasciato scivolare fuori dalla labbra dopo un momento di tensione. << Forse se tu ti fidassi abbastanza da lasciarti capire, per noi sarebbe più facile lavorare insieme. Ma sembri sempre irraggiungibile. >> Quindi non è solo una questione di punti di vista, è che l'Hokage tende a mettere muri fra se e le altre persone, a non fidarsi, a non mostrarsi. Un profondo sospiro verrebbe liberato di nuovo da quelle labbra: << Mi dispiace aver risposto in quel modo. E' che sono così arrabbiata. Ho fatto di tutto per non rischiare la vita e Shinzou ha dovuto sacrificarsi. Vorrei solo capire dove ho sbagliato. >> Il tono è decisamente più basso ora, con le lacrime che di nuovo minacciano di riprendere a rigare quel faccino tondeggiante. [Chakra 23/50; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura]

17:20 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] Sono tante le domande a cui si possono rispondere ma quella posta da Furaya e senza dubbio la più insidiosa tra le tante. Come avrebbero agito, loro, anni fa per preservare la pace. Allearsi con i cattivi oppure perseguire in quello status quo di difesa della libertà. Già, una bella, bella domanda, allearsi o meno. Difficile a dirsi ed è qui che l'assenza di spirito di comando nel Sumi si fa sentire; non saprebbe cosa scegliere, non saprebbe quale delle due soluzioni potrebbe funzionare eppure la domanda è semplice per quanto insidiosa. Come agisce un Kage? Soprattutto, come agisce Kan? Cosa sarebbe disposto a fare per raggiunger un fine? Tutto, questo è certo eppure lo fa a modo suo, a discapito di quanto pensano gli altri <Non posso rispondere a questa domanda come Furaya. Posso rispondere come Kan> deglutisce nel mettere quelle mani avanti come a voler giustificare la propria, futura, risposta <Avrei inscenato un'alleanza con la Yugure> sceglie accuratamente le parole da usare, non a caso ma una in particolare tra esse è significativa sul suo modus operandi e su come si sarebbe mosso. Non dona ulteriori dettagli ad un argomento troppo insidioso bensì lascia alle due l'arduo compito di immaginare il resto ma viene nuovamente tirato in mezzo con parole dure, venendo additato come dittatore. Qualcosa è andato storto in quelle sue frasi, essere frainteso in tal senso gli pare decisamente eccessivo ma è così, non vi è il punto d'incontro neanche questa volta <Non mi sembra di aver detto questo. Non ho parlato di ordini imperativi ma di obbligo nel riportare a casa sani e salvi tutti> replicando ancora una volta quel suo concetto primario mentre gli argomenti, piano piano, trovano una loro conclusione, sulle chimere, sugli attacchi e persino il parlare con il Mizukage per combattere le chimere stesse <Non conosceremo mai il loro pensiero, a meno che non si tiri fuori una tecnica per parlare con gli animali> si, insomma, per quanto intelligenti siano, si necessita uno studio da vicino e approfondito per conoscerle al meglio, totalmente infattibile. Stringe la manina di Shizuka, mantiene quell'intreccio nel sentirla parlare, la scelta di lei non è così limpida seppur gli ideali permangono gli stessi ma una cosa è certa, nessuno dei due è in grado di comandare, chi per inesperienza, chi per inadeguatezza ma sono le ultime parole della donna a prenderlo, quel suo cercare di farsi capire, lui che neanche ci prova. Forse è vero, forse non ci prova nemmeno a farla entrare un minimo dentro la mole di pensieri che l'affliggono <Io non sto puntando il dito Furaya perchè non vuoi vedere> alzando la voce prima di riabbassarla, trasformarla quasi in un sussurro <Tu eri l'Hokage, sei il punto di riferimento che abbiamo e nonostante i tuoi errori, nonostante tutti ti vengano contro, io me ne sono sempre altamente fregato perchè ho bisogno di capire. Ho bisogno di capire come pensa un leader, come si muove e cosa fa perchè io non lo sono e se devo uscire da queste mura, devo essere consapevole di cosa fare. Devo essere in grado di proteggere lei> non la indica, non la guarda ma parla di Shizuka la quale ha scelto di seguirlo nella sua impresa folle <Ma se non riesce neanche a salvaguardare il team durante una missione, come posso pensare di avere successo? Se persino il leader del team ritiene le loro morti giuste? Sono frustrato, questo riesci almeno a capirlo? Mettiti tu, per una volta, nei miei panni, nei panni di qualcuno che è cresciuto qui, a Kagegakure e non a Konoha, o Kusa o Oto> sospirando, sentendo il petto pesante, sentendo quella frustrazione presente più che mai, sentendo la debolezza del proprio corpo e delle proprie capacità <Io ci sto provando a capirti ma non ci riesco>. [C On][Stesso equip]

18:13 Furaya:
 Per fortuna, Shizuka riesce ad avere un punto di vista non troppo distante da quello della Judai. Riesce quanto meno a capire dove questa voglia andare a parare. <Ho provato a difendere il mio popolo. Diedi alla luce mia figlia e due giorni dopo, ero nel territorio del Ferro ad allenarmi con la mia Evocazione per padroneggiare il Senjutsu. Un potere che mi avrebbe aiutata a proteggere il mio popolo! E nonostante questo, ho visto davanti ai miei occhi il mio popolo morire e ho perso dieci anni della vita di mia figlia.> Un motivo in più per dire loro che, prima di parlare, dovrebbero pensare a cos'ha perso lei e cos'ha dovuto subire. Prima d'affermare che davanti a loro non c'è un Hokage, dovrebbero immaginare il dolore che ha patito. Ciò che affermano i due è veritiero. Lei non permette che gli altri la leggano perché è stata abituata da sempre ad erigere delle armature - sempre più spesse, dolore dopo dolore. <La disfatta ai Monti ardenti non è stata colpa della Yugure, ma del Kami che non eravamo riusciti a sconfiggere antecedentemente. Tuttavia, fossimo stati dei veri alleati, ci saremmo accorti per tempo del suo arrivo e avremmo potuto fronteggiarlo.> Così non è stato come la storia insegna. Tuttavia, vogliono che lei s'apra e vogliono che si faccia capire. Ci sta provando. Si passa una mano sulla fronte, così da massaggiare e prevenire quell'emicrania che sa bene giungerà a breve. E' imminente, necessita anche lei di riposare dopotutto. <Comprendo non sia piacevole, tuttavia tendo a mettere davanti agli occhi la realtà dei fatti - specialmente a chi, come voi, non l'ha vissuta giorno per giorno per trent'anni della propria vita.> Ammette velatamente d'aver detto qualcosa di sconsiderato, indirettamente scusandosi. L'orgoglio continua a farla da padrone, purtroppo. Spera che quanto meno questo basti. Lo sguardo si posa di nuovo su di loro, non perdendo di vista le occhiate, gli sguardi e le emozioni che traspariscono su di esse. <Se vuoi uscire dalle mura, non devi proteggere lei e lei non deve proteggere te. Dovete collaborare e dovete lavorare come un'unità. Anche voi dovete fidarvi l'uno dell'altra.> Il tono appare finalmente anche un po' stanco, avendo comunque affrontato argomentazioni piuttosto difficili che avrebbero messo a dura prova chiunque - pensate farlo dopo una missione livello B dalla quale siete tornati con tre morti sulla coscienza. <Smettila di mettermi in bocca frasi che non ho detto. Non le reputo giuste, ma ero e sono tutt'ora consapevole che sarebbero potute esserci. A differenza vostra, sono così abituata ad essere circondata dalla morte che non mi fa né caldo né freddo. Quindi, quando ne parlo potrei risultare insensibile ai vostri occhi, ma non lo sono. Ho pianto ogni konohano caduto su quel fottuto campo di battaglia, ogni fottuto konohano che io ho portato a morire. Perché la guerra è inevitabile. Perché il mondo pretende la guerra. Perché la mia speranza d'ottenere una pace duratura era talmente fallace da essere spazzata via non appena ne parlassi. Nessun capo di stato ha mai preso in considerazione di smettere di farci la guerra tra di noi, nonostante fossimo un'Alleanza. La Yugure avrebbe voluto distruggere l'Alleanza perché era quest'ultima a rendere la mia speranza fallace. E nonostante io lo sapessi nel mio profondo, ho provato in OGNI MODO - anche il meno ortodosso e legale - per tenerla assieme, quando l'unica cosa che avrei dovuto fare era lasciargliela distruggere. In questo modo, nessun konohano sarebbe perito e ne avrebbe comunque giovato.> Volevano che si aprisse. Ci sta provando. Loro non sanno come ragiona la mente d'un traumatizzato che cerca di tenersi tutto dentro, che la notte non dorme perché riaffiorano le immagini della battaglia e le urla di coloro che la invocavano per un aiuto. Non sanno cos'ha vissuto, ma tutti pretendono d'avere ragione su di lei. Si stringe nelle spalle, irrigidendosi un minimo nel parlare. Cerca di far trasparire la frustrazione, quella che non darebbe mai modo a nessuno di vedere. E sospira, di nuovo. <Voi siete vissuti tra quattro mura, non sapete cosa voglia dire svegliarsi e combattere. Alla vostra età, ero un Chunin che fronteggiava l'armata sunese perché il mio Kage voleva causare una carestia. L'anno dopo, ero Consigliere dell'Hokage per le mie gesta ed avevo sulle mie spalle già degli oneri che a quell'età sono gravosi. Comprendo che voi non siate abituati a tutto questo, ma cercate di capire chi c'è nato nella guerra e l'ha dovuta combattere anche quando non voleva. Mio padre ha scatenato una guerra, ragazzi. Andiamo! I vostri genitori presumo vi abbiano coccolati, vi abbiano cresciuti con amore. Il mio mi ha impiantato un gene che non m'appartiene! Io più di così non ce la faccio.> Zittendosi. Alza gli occhi al cielo e li chiude per un istante. Sia mai che delle lacrime ne solchino le guance. Sia mai che si lasci andare per un istante. E' frustrata anche lei, ma che non voglia darlo a vedere è comunque sintomo di grande orgoglio - che, come già detto, è il difetto più grande. [ Chk On ]

18:40 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri] La differenza fra Kan e Shizuka non è poi così grande. Forse lei si è espressa con parole diverse, ma se fosse stato necessario, lei avrebbe sacrificato tutto pur di difendere i suoi. E quindi anche scegliere la Yugure. La come precedentemente affermato dalla Judai, è inutile fare illazioni, bisognerebbe trovarsi lì sul momento. Probabilmente i più giovani si sentono solamente molto persi, questo perchè il mondo e il terrore gli si sono piantati davanti al naso con una violenza che non avevano considerato. Forse proprio perchè non abituati a combattere contro quei mostri hanno bisogno di un adulto che gli faccia da luce, da faro, e l'unico adulto rimasto vivo è la Nara. Le parole non si sprecano, ognuno a spiegarsi nel migliore dei modi, cercando di comprendersi a vicenda nonostante la stanchezza, però sembra che ancora una comunicazione sia ardua, che manchino dei ponti fra loro. Quel rimprovero sull'irragiungibilità di Furaya però sembra in qualche modo andare a minare a quelle mura insormontabili che la circondano. Forse aiuta parecchio la stanchezza sia fisica che mentale, però in parte a suo modo cerca di aprirsi per quanto possibile. Lascia che quel quasi monologo si estingua, restando ancorata al proprio compagno, del quale si fida, tanto da lasciarlo da solo, tanto da non essere uno scudo fisico ma un diversivo. << Allora forse avresti dovuto scegliere la Yugure e salvarli tutti. Ma quello che è stato non si può cambiare. E penso che dovresti smetterla di tediarti. >> Questa è l'impressione che quella nanerottola ha avuto della donna che ha di fronte, una persona piena di conflitti che non sa fare altro che quello che le hanno insegnato per anni. << Io non credo che il mondo voglia la guerra. Penso che sia insito nell'uomo cercare di approfittarsi del debole. E nella mia visione infantile sono convinta che si possa instaurare una pace parziale. >> Non nega che lei ci creda, e forse di fronte a chi ha perso ogni speranza questo vale proprio come una bambinata. Però dopo quello stralcio di vita, raccontato stancamente ai due e soprattutto quell'ultima frase, le dita della rossa scivolerebbero lontano da quelle del Sumi. Tornerebbe ad avvicinarsi alla ex Hokage, fermandosi di fronte a lei. << Guarda che nessuno pretende più di quello che sei in grado di fare. Nessuno di noi si aspetta che tu sia perfetta. Ma forse il problema non siamo noi no? >> La guarda con quegli occhi azzurri che sono molto simili a quelli della Nara, senza alcun tipo di giudizio in essi, forse stanchezza e un minimo di curiosità. E quelle frasi vogliono far intendere che è stata lei a cucirsi quel ruolo addosso, ma può smettere di farlo in qualsiasi momento. << Forse potresti anche considerare il fatto di non dover fare tutto tu no? Non sei più l'Hokage, il mondo non dipende da te. Hai cercato degli alleati e abbiamo risposto. Tu ci hai accettati, sarebbe anche ora che invece di fare solo il capo, tu ci concedessi di aiutarti. >> Le manine verrebbero nuovamente portate ad altezza della spalla, di nuovo l'intenzione sarebbe quella di chiudere quella ferita che per il momento non sanguina grazie al tonico utilizzato poco prima. << Posso? >> Non proverebbe a curarla se lei non acconsentisse, ma se solo l'altra si ritrovasse ad abbassare un poco quel muro insormontabile, non ci metterebbe nulla a infondere quel chakra alle mani, per poi farlo convogliare nel corpo altrui per rigenerare i tessuti. [Se Chakra 12/50 -> 9 per mani terapeutiche; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][2/4 di cura][Se PV Furaya +17]

18:48 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] La stanchezza inizia a farsi sentire, la pesantezza della nottata grava sulle spalle di tutti e 3 e nonostante questo sono li, a fine missione, a discutere ancora ed ancora senza darsi tregua. Le parole emergono come fiumi durante una tempesta, sfociano al di fuori di quella diga rompendola definitivamente, non dando modo e potere alla ragione di surclassarli. Faticosamente le gambe reggono ancora quel corpo, pesanti e quasi tremolanti percepiscono la fatica mentre le prime luci dell'alba si manifestano sul distretto di Kirigakure. Il sole sta sorgendo lentamente, il cielo si dipinge di rosso, segno del sangue versato quella notte e le loro facce mai come ora si dimostrano distrutte, occhi a pezzi, occhiaie marcate, corpo ferito e vesti stracciate, quanto meno per il Sumi e la Nara. Colei con cui si è ritrovato fino ad ora a discutere inizia ad aprirsi, a mostrare il dolore e la forza, i sacrifici fatti in nome del popolo e li il bianco si zittisce. Non una sillaba viene emessa, tace e ascolta senza interromperla ma limitandosi a fare, forse, quello che avrebbe dovuto fare fin dall'inizio, ascoltare. Le dorate iridi concentrate nelle azzurre di lei ne seguono il moto delle labbra, le legge rendendo sue le parole proferite e ciò che consegue è una storia dura, fatta di sacrifici e di morte. Finalmente inizia a comprendere un po' del mondo visto dalla Konohana tempo addietro, di come abbia dovuto affrontare un mondo dedito solo ed esclusivamente alla guerra; concetti che crede di sapere già ma non è così, la guerra non l'ha mai vissuta veramente seppur sappia come comportarsi con gli altri, non sa come gira quel mondo in cui tutti vivono. La morte è la storia, la storia è la morte, questo ne viene fuori ma non solo. Ogni decisione, come sempre, ha delle conseguenze e la sua è quella di aver perso tutto per aver creduto nell'alleanza ninja invece di cedere alle richieste della Yugure per salvaguardare tutto quanto e tutti quanti. Affannato il respiro con lo sguardo ad abbassarsi parola dopo parola, di una ragazza chunin già in guerra, di come da un anno all'altro sia divenuta consigliera con enormi responsabilità addosso. Cose di cui non deve preoccuparsi il bianco, cariche e ruoli morti, responsabilità inesistenti nel mondo moderno e quel rospo da ingoiare diviene sempre più grosso, più difficile. Scioglie l'intreccio con le dita di Shizuka, le lascia la mano iniziando a camminare verso Furaya; quel passo è lento, barcollante mentre lo sguardo si alza e gli occhi ne risalgono la figura sostenendola fino a fermarsi a meno di un metro da lei. Può sentirne il calore corporeo, il respiro addosso <Mio padre ha abbandonato mia madre quando è rimasta incinta> cominciando proprio dal padre, una figura, a quanto pare, che non fa altro che creare danni nella vita delle persone <Mia madre è morta dandomi alla luce, da sola, in un letto di ospedale> il secondo genitore andato via, sfumato nell'etere lasciando così un figlio da solo <La mia migliore amica è stata assassinata il giorno in cui sono entrato in coma mentre cercavo di difenderla> una storia che solo Shizuka conosce fino in fondo, di cui ne ha visto le conseguenze sull'animo e la psiche del bianco. Il braccio destro si alza nel momento stesso in cui Shizuka si avvicina raggiungendolo, quelle parole sprizzano bontà da tutti i pori, incredibile come quella nana abbia il potere di cambiare gli altri solamente parlando. L'ha fatto con lui e, in qualche modo, anche con Furaya convincendola ad aprirsi. Arto destro allungato appena alla volta della Nara, mano aperta rivolte alla volta di lei <Mi dispiace> niente viene aggiunto ma in quelle due singole parole è racchiuso tutto quanto. Dispiace per quello che ha passato; dispiace per quello che è successo nella missione; dispiace per questa discussione e per non essere riusciti a capirsi. Non è buono quanto Shizuka nell'affrontare discorsi di pace, ha altre qualità ma sicuramente sa comprendere quando è il momento di posare le armi. [C On][Stesso equip]

19:43 Furaya:
 Una volta riuscito a tirar fuori quel fiume di parole, la donna s'è dimostrata un fiume in piena di risentimento verso sé stessa. Shizuka riesce quanto meno a comprenderla e, per sua somma fortuna, anche Kan. A quanto pare, bastava davvero che s'aprisse quel minimo. <Smetterei ben volentieri, tuttavia sono in molti a ricordarmi quanto ho perso per la mia decisione.> Ci sono le occhiate della gente che la guardano, che la giudicano ogni volta che apre bocca o che soltanto respira. Dal canto loro, non dovrebbe neanche essere ancora viva. E' come se sfidasse la sorte giorno dopo giorno. <Questo non posso saperlo.> Non ha neppure un'opinione in merito al momento. E' come se si sentisse svuotata da quanto detto, come se fosse finalmente riuscita a tirare fuori qualcosa che si portava dietro da così tanto tempo da esser diventato un peso costante. Forse, proprio come pensato da Shizuka, avrebbe soltanto dovuto aprirsi precedentemente. Portarsi dietro tutto quel peso è stato fuorviante, per non dire del tutto stupido. <E' come se invece tutti si aspettassero qualcosa da me o, ormai, non s'aspettassero proprio più niente perché li ho delusi abbastanza.> L'unica risposta che riesce a dare a Shizuka è soltanto questa. E crede che possa bastare. Si è aperta abbastanza e si è già richiusa a riccio. Adesso, si sente più stanca di prima. Deve riuscire a ripercorrere la via sino al raggiungimento del Quartiere dello Spettacolo, ma richiamare uno dei lupi è fuori discussione. Consumerebbe troppo Chakra. Deve farcela, come sempre, con le sue sole forze. Altrimenti dovrà chiamare Mattyse per farsi venire a prendere, ma sarebbe comunque come farsela a piedi. Forse vuole soltanto un po' di compagnia. <D'accordo.> Cede a quelle che potrebbero essere delle insistenza, ma che in realtà non lo sono. Le permette di raggiungere il deltoide ferito, in modo che possa chiuderle decentemente la ferita. Durante la fase di guarigione, la di lei attenzione vola in direzione del Sumi in modo che possa rispondere anche alle altrui perplessità o repliche che siano. Le iridi glaciali della donna vanno soffermandosi sul ragazzo mentre questi le parla del suo passato. Pare che voglia mettersi a paragone, ma in confronto non ci va neppure vicino. Soprassiede. Reputa che non sia il momento adatto per manifestare ad alta voce un pensiero simile. Se lo terrà per sé o ne parlerà con chi di dovere. Quando questi lascia trasparire il suo dispiacere, annuisce. Gli porge la sinistra giacché tenta di restare immobile dal lato destro, poiché Shizuka le sta curando proprio quella spalla. Gliela stringe per quanto possibile, permanendo seria - forse più pensierosa di prima, adesso. O stanca che sia. E qualora non ci sia null'altro da aggiungere, tenterà quanto meno di tornare a casa propria. [ Exit ]

20:12 Shizuka:
  [Interno - Porta di Kiri -> Casa (?)] Il silenzio cala sul racconto di Furaya, nessuno dei due riesce a dire una parola in merito ma solo ascoltare. In qualche modo quella sincerità spinge il Sumi a fare altrettanto, forse quei due alleati si conoscevano a malapena, molto meno di quanto lei non stia facendo con la controparte della Nara. Ma questi sono pensieri inutili al momento. E' sempre lei ad aprire strade che sembravano inagibili e forse è un piccolo passo avanti verso una comprensione maggiore, simboleggiata dal fatto che la rosata si faccia curare dalla rossa, nonostante avesse rifiutato. << Sai quanta gente mi ha detto che sono un mostro? Che la mia unica possibilità sarà quella di portare dolore e morte? Sono un'erede di Yukio dovresti immaginarlo no? >> Non vuole fare paragoni solo portare esempi, vuole mostrare ciò che fa lei, perchè forse potrebbe essere d'aiuto. << Ho deciso di dimostrare il contrario al mondo. Non importa quanto tempo ci metterò ma lo farò. >> E questo perchè dovrebbe interessare alla Judai? Si allonerebbe dopo quella cura quel tanto che basta per affiancare di nuovo il Sumi e stringergli nuovamente la mano. << Tu e Matt dovreste prendere in considerazione l'idea di ricominciare. Di ripartire da zero, dandovi una seconda possibilità senza pensare al resto del mondo. L'ho detto anche a lui. >> E si ha di nuovo usato la forma accorciata del nome del Senjuu ma forse l'altra non se ne accorgerà. Forse. Lo sguardo blu si scosta infine dall'ex Hokage portandosi verso il mare dorato del proprio compagno. << Andiamo a casa? Tanto andiamo tutti verso Konoha giusto? >> Chissà se la Nara sa che loro ora convivono, ma in ogni caso, parte della strada verrà fatta insieme, sempre che il Sumi sia d'accordo. Forse un poco più uniti di quando erano partiti anche se decisamente cambiati. [Chakra 12/50; PV 92/100][Rilascio del Chakra avanzato][Porta oggetti: tonico recupero Chakra x2; Tonico salute x1; Auricolare x1][//END]

20:26 Kan:
  [Interno | Porta Kiri] Quella mano viene stretta con Shizuka nuovamente artefice delle coscienze altrui, colei in grado di smuovere gli animi di chiunque con poche e semplici parole. Possono cambiare, possono vivere esperienze dolorose di ogni tipo ma ciò non modifica il modo di fare della Kokketsu la cui purezza emerge in ogni situazione. Rilascia la mano della Nara immergendosi nel più totale dei silenzio, le parole sono morte in gola, il pensiero viaggia per i fatti propri ascoltando a spizzichi e bocconi quanto proferito da Shizuka, sul suo essere definita mostra per via di un sangue, a detta di tutti, maledetto. Mai per un secondo ha pensato questo di lei, al contrario, quella forza in suo possesso l'ha sempre affascinato e, per un periodo, voglioso di possederla. Ora quel momento è passato ma non può far a meno di notare come siano realmente forti i Kokketsu, di come lei sia forte rispetto a lui e, forse, rispetto alla Judai stessa, almeno fin quando ella non recuperi il pieno della potenza. Labbra strofinate, bocca allappata volgendo altrove lo sguardo, all'alba con quel sole sempre più alta ad illuminare la nascita di un nuovo giorno nella storia di Kagegakure. Non vi è speranza in quella visione bensì la consapevolezza che il tempo sta passando velocemente e le chimere sono sempre più vicine, devono muoversi, parlare con il Kage, fare rapporto e mettere giù un piano per salvaguardare la sicurezza dell'intero villaggio. Stringe la manina della rospetta volgendo il viso, portando le dorate iridi in quelle di lei e lasciandosi andare ad uno stanco quanto flebile sorriso. Non un solo commento viene fatto, con oggi ha parlato abbastanza, aggiungere qualcosa sarebbe decisamente superfluo e fuori luogo limitando ad essere una presenza. Cos'abbia imparato deve ancora capirlo, forse fra un paio di giorni, una volta riposato e con la possibilità di rifletterci. Annuisce socchiudendo le palpebre <Andiamo a casa> un po' di quella strada l'avrebbero fatta insieme alla volta di Konoha prima di dividersi, ognuno verso la propria dimora. Furaya da Mattyse e lui e Shizuka verso il centro del villaggio. Neanche ci fa caso al nome accorciato usato per indicare il Senjuu, esso rappresenta l'ultimo dei suoi pensieri e problemi. [END]

Rientrati dalla missione, il trio si confronta su quanto avvenuto e sui fallimenti. Il confronto è tra la nuova e la vecchia generazione, verso chi piange i morti e chi li onora. La frustrazione di Kan viene fuori così come parte del passato di Furaya che, per la prima volta, si apre con qualcuno dopo molto tempo. Shizuka, al contrario, partita come la più rabbiosa di tutte, diviene l'artefice della pace e colei che riesce a far ragionare tutti i presenti.