Il relax ogni tanto
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Giocata del 25/09/2022 dalle 18:07 alle 22:29 nella chat "Piccola Oasi"
[Riva] Non va da tanto in quel posto, l'ultima volta si è visto con Shizuka e poi più nulla, troppo occupato, troppo impegnato e da quel giorno sono successe così tante cose che sembra esser passato un secolo. La sua vita è cambiata, non più la stessa persona di allora, estremamente diverso con una sicurezza rinata dentro di se, obiettivi prefissati che non vede l'ora di portare a compimento. Un crescente desiderio di rivalsa verso tutti coloro che per anni l'hanno sempre sottovaluto, preso in giro, schifato, un sentimento capace di incrementarsi giorno dopo giorno eppure oggi ha scelto di rilassarsi, di staccare la spina passando una serata con la Sabaku. Seduto sulla riva del laghetto con alla propria destra Kore, le verdi iridi fissano il panorama sunese; da quando ella vive con lui non ha più molte occasioni di mettere piede in quel distretto ne di vedere i paesaggi sabbiosi. Importa poco, dopotutto l'interesse per andare a Suna è uno, il medesimo che ora sosta ad Oto. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ce l'ha nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Una fascia percorre il busto a cui vi è attaccato un fodero al cui interno è presente una katana la quale si erge sulla schiena in maniera obliqua con l'elsa sulla destra in alto mentre la punta del fodero sulla sinistra ma in basso. Il silenzio fa da terzo incomodo, braccia adagiate sulle ginocchia mentre sosta ad una distanza irrisoria dall'altra tanto da potersi toccare con i relativi corpi, sia mai che stiano distanti. [Katana]18:20
Utente anonimo:
[Riva] Indossa un jeans chiaro abbastanza modaiolo rispetto al solito ed aderente, quindi visto quanto è magra sarà uno di quei jeans per bimba 12-14 anni, ed un paio di scarpe da Outdoor comode. Superiormente una maglia senza maniche giallo limone a girocollo, semplice ma piuttosto larga per le sue fattezze, abbastanza da sembrare ci stia annegando dentro. Nel portaoggetti tiene un fuda con tronchetto, il suo ninjaphone, due tonici curativi e due di recupero del chackra, ma apparirebbe comunque disarmata non fosse per la giara, che sosta a meno di mezzometro da lei, poggiando sulla sabbia alla sua sinistra come una compagna silenziosa. Eppure non ha peso morale per lei la presenza di Sunodeki, quasi fosse mera estensione del suo animo alla destra, fianco non occupato da Akainu, questa appare come una clessidra in vetro ambrato, traspare sul cumulo di sabbia disposto alla metà inferiore che si mostra in quel momento quieta. I biondi e corti capelli sono scarmigliati intorno al viso pallido e magro come tutta la sua figura, ogni osso visibile e parzialmente celato come le costole sembra voler sporgere a ricordare la minuta magrezza della figura della fennec, nessun orpello se non il coprifronte portato al collo, il simbolo della sabbia non viene celato su quella figura che stenta nel mostrare la sua reale età, apparendo nella minutezza ancor più infantile. Stende i talloni contro la sabbia, la stessa sabbia tra cui affonda le dita mentre il sole sta ineluttabilmente calando verso il sonno. <è riuscito poi Katai a trovarti? Ti ho aspettato al Takoyaki tutta la sera.> Sentenzia allargando appena le gambe fasciate nei jeans mentre il viso emaciato si solleva sul profilo destro dell'Uchiha, lo sguardo si affila.<Credo di averlo spaventato un po'...> [Riva] In questi giorni si è perso nell'etere dei pensieri e degli ultimi avvenimenti verso cui non può non dare un certo peso. Quanto avvenuto con Kore dopo il loro allenamento continua a spiazzarlo, lo rende irrequieto come se avesse visto per la prima volta una Sabaku completamente diversa; deglutisce celando un misto di piacere e timore in se. In quel momento non ci ha riflettuto, occupato a prendersi le cure dell'altra eppure, adesso, tutto appare strano e nonostante ciò, il sentimento che l'avvicina non vacilla ne viene meno; così come il primo giorno, anche adesso prova qualcosa di forte, qualcosa di indescrivibile con parole mortali, non ci sono termini in grado di rendergli giustizia. E poi Katai, la sua scoperta di essere un Uchiha l'ha lasciato stupito, perplesso, privo di parole e, allo stesso tempo, ha reso possibile una sorta di alleanza con quest'ultimo. Sfruttando quella sofferenza è riuscito a portarlo dalla sua permettendo al di lui dolore di prendere il sopravvento sulla lucidità; adesso la strada verso il comando del clan è meno impervia seppur ugualmente ostica. La coda dell'occhio nota il movimento delle gambe altrui, lo stendersi nella sabbia, segno di un relax totale da parte della ragazza. Inarca il destro sopracciglio nell'udire il nome del conclannato, decisamente qualcosa di inatteso da parte della genin <Non sapevo neanche mi stesse cercando> sincero nel dirlo, non l'ha cercato lui, ergo, perchè dovrebbero incontrarsi al momento? Troppo poco tempo dall'ultimo incontro, necessita di qualche giorno per creare un piano concreto <Mi dispiace, ho avuto degli imprevisti, mi farò perdonare> labbra si ampliano per un piccolo e leggero sorriso, sinceramente dispiaciuto e rammaricato e poi l'ennesima confessione, non si sorprende di quelle parole, anzi, tutto il contrario, si ritrova a sorridere divertito <Perchè? Cosa hai fatto o gli hai detto? Ma soprattutto, quando vi siete incontrati e conosciuti voi due?> associando le due cose al medesimo giorno, almeno per adesso mentre permane nella sua ignoranza. Beata ignoranza. [Katana]18:39
Utente anonimo:
[Riva] Sulle prime parole di Akainu continua a percorrerne il profilo con fare attento e misurato. <Hai promesso di allenarlo?> La domanda sorge come un'indagine malgrado in quei giorni abbia passato più tempo alla Magione. <Imprevisti di che tipo?> Quell'indagine continua a ciondolare prima che lo sguardo si abbassi alla punta del suo piede sinistro lasciando che ciondoli sulla sabbia e cercando l'allungamento verso il tallone destro di Akainu per superarlo. <Cos'è tutta sta certezza che sia stata io a fare qualcosa? Non può essere che sia stato lui? Bel fidanzato che sei...Che partito preso.> Dinoccola sollevando lo sguardo dopo aver intentato quel contatto contro la parte interna del piede dell'altro, le dita delle mani affondano nella sabbia fermamente ma il busto si mantiene lievemente reclinato all'indietro. <è il mio allievo...Mi ha fatto compagnia quando ti ho comprato il bento, cioè, ho dato i soldi a lui e l'ha preso lui ma non è questo il punto. L'ho scambiato per un Uchiha e non mi è parso l'avesse presa benissimo, ed è qui che non mi spiego come sia entrato in gioco tu.> Constata fissandone il profilo prima di affilare lo sguardo con quella curiosità tagliente quanto femminile di domande non espresse. <Mi devi una cena, ti ricordo che un'avvenente bibliotecaria ha cercato di conquistare il mio cuore.> Chioccia con il fare impettito di chi se ne vanta pure, seppur sia lei che Shiroichi abbiano i brividi solo alla memoria di quanto accaduto in biblioteca non ne dona a vedere con l'altro. [Riva] Non riesce ad immaginare se stesso nell'intento di allenare qualcuno, non possiede le competenze adatte per farlo eppure, in un certo senso, può insegnargli come essere un'Uchiha, fare in modo che si comporti come tale senza risultare una vergogna <Una cosa del genere, circa> restando vago, non entrando nel dettaglio della cosa. Per adesso preferisce non parlarne, forse per scaramanzia o forse perchè troppo presto per metterla al corrente di quanto sta avvenendo <Sto pianificando qualcosa, qualcosa di grosso> replicando all'ennesimo quesito. Nonostante non stia effettivamente dicendo nulla, ella è già informata sugli obiettivi del genin, già sa a cosa ambisce, ulteriori spiegazioni possono risultare superfluo, di troppo o, addirittura, fuorvianti se non ben comprese. Il contatto con lei lo rincuora, lo scalda, un qualcosa di cui non può fare a meno, ne vorrebbe di più ma teme di lasciarsi andare, teme di essere completamente se stesso in quel dato ambiente di intimità, teme di non essere accettato per quello che è. Tanti i timori ancora vigenti e seppur ella sia riuscita ad abbatterli quasi tutti, il lavoro da fare è ancora molto. China il capo sorridendo, divertito <Hai detto di averlo spaventato, a meno che lui non sia in grado di farsi paura da solo...> semplice e pura logica la sua, niente di che mentre inarca il sopracciglio destro <Ora come ora prenderei te> malizia in quella frase nel manifestare quell'improvviso e persistente desiderio nei di lei confronti. Brevi attimi di silenzio in cui anche lui si rilassa allungando la gamba sinistra sulla spiaggia, stira i muscoli fin troppo contratti mentre apprende il legame che intercorre tra i due. Sensei e allievo, di certo non se lo sarebbe aspettato <Non l'hai scambiato, Katai in realtà è uno di noi. E' un Uchiha che non desidera essere tale> rivelando il segreto del ragazzo, rivelando che, nonostante essi siano sensei ed allievo, lui sa qualcosa in più del ragazzo, qualcosa che neanche Kore avrebbe potuto immaginare <E' carina questa bibliotecaria?> chiedendo improvvisamente, di punto in bianco come se fosse realmente importante. Un banale tentativo di farla ingelosire? [Katana]19:19
Utente anonimo:
[Riva] Appura la risposta di Akainu in merito all'allenamento, eppure non lo commenta, semplicemente l'assorbe come una duna che si lascia carezzare dal vento, diversa è invece la reazione sulle parole seguenti dell'Uchiha. <Grosso più di darmi una mano a fare irruzione al Dojo Noribiki?> Domanda con fare vago, il tono atono e solito non lascia intendere se stia scherzando, sia seria, o stia volutamente soppesando dalle reazioni di Akainu la sua disponibilità ad un attacco coattivo. Abbassa lo sguardo verso il proprio piede sinistro intento ad agganciare quello dell'Uchiha fino a quella malizia esasperata che le fa sollevare lo sguardo. <Qui, davanti a tutti? è pieno di famiglie pervertito pazzoide.> Dinoccola cercando nuovamente il profilo dello sfregiato con lo sguardo contornato di nero all'interno delle palpebre. Ne ascolta le parole tuttavia sollevando appena le labbra verso destra, quello che appare come un sorriso ghignante. <Lo sapevo avevo ragione!> Schiocca in merito a Katai, come se fosse meramente soddisfatta di aver avuto adito alle sue supposizione. Peraltro, che lei sia il sensei di Katai è cosa che la Sabaku ha scelto in maniera unilaterale, a coglierla di sorpresa però sarà una domanda, la questione sulla bibliotecaria non viene fraintesa, più che esserne gelosa la fennec pare mostrare un pensieroso tarlo al riguardo, tuttavia dopo qualche momento meditante solleva la mano sinistra dalla sabbia ripulendosi le dita con sfregamento sulle altre, così esita solo brevemente nell'avvicinarla al volto di Akainu CERCANDO il suo mento con fare analitico, le labbra che si arricciano. <Mh, non saprei...Ha più barba di te ma tu sei un finto maggiorenne, potrei lasciarmi sedurre.> Ha detto che fosse una bibliotecaria ma non ha mai ammesso che non fosse baffuta, ed effettivamente ha più peluria di Akainu ma quello sbotto di sincerità cerca di mantenersi in una carezza. [Riva] Per qualche attimo ha dimenticato la questione di Gaara e della clonazione da parte dei Noribiki ma c'è anche quella questione da vagliare e da tenere d'occhio. Kore è fuori come un melone e la consapevolezza che potrebbe effettivamente realizzare quanto dice è alta <Ancora con questa storia?> si, ci ha provato a farla desistere ma lei prosegue imperterrita nel voler mettere un punto alla questione <E se ti sbagliassi? Sai quali potrebbero essere le conseguenze di un simile gesto? Scateneresti una guerra tra clan, cosa ne penserebbe il tuo capo clan?> cerca di comprendere fino a che punto voglia spingersi, cosa pensa di tutta quella storia. Non le da una risposta, i fatti con i Noribiki sono troppo grossi e troppo importanti per concentrarsi su di se; egli ha solo un'idea, il piano va creato e solo quando è pronto attuato come si deve per permettergli di emergere e permettere al clan Uchiha di brillare come una volta. Il tono utilizzato è serioso mentre le verdi iridi cercano di incrociare quelle altrui, incastonarle li ed ammirarle mentre attende una replica eppure, in tutto questo, vi è persino spazio per della malizia che non guasta mai <E allora? Credo sia impossibile? O hai solo paura di essere scoperta? Mh?> provoca la donna, la stuzzica a non finire anche se non quanto ha fatto lei l'ultima volta. L'essere in pubblico lo frena dall'osare più di quanto non stia già facendo, l'audacia di compiere determinate azioni potrebbe avere risvolti non proprio piacevoli. Capo nuovamente chinato, un leggero sorrisetto creatosi <Sulla base di cosa pensavi di avere ragione? Lui ha sempre odiato gli Uchiha, cosa ti ha fatto venire il sospetto?> incuriosito dalle capacità deduttive altrui, forse lei ha notato dei dettagli sfuggitigli in precedenza. E' curioso come lui, un Uchiha, non sia riuscito a riconoscerne un altro mentre ella è arrivata al sospetto. Non oppone minima resistenza, si lascia toccare ma quando quella mano giunge nei pressi del mento, il corpo s'irrigidisce appena, qualcosa di impercettibile dall'esterno. Labbra richiuse, un piccolo moto di schifo sopraggiunge nell'apprendere della donna con la barba <Non credo sia il tuo tipo, io sono imbattibile> una strana sicurezza nel pronunciare tale frase, ne conosce i sentimenti e non può pensare che ella s'infatui di qualcun altro <Devo farti una domanda> deglutisce <Dopo l'allenamento...cosa ti è preso? Non ti ho mai visto così> non riesce a trattenere la domanda, necessita di avere almeno una piccola risposta. [Katana]19:50
Utente anonimo:
[Riva] Akainu sembra buttare la questione dei Noribiki su un piano concreto, ovviamente, lontano da quello che è invece il grado percettivo della fennec al riguardo, la quale molto maturamente solleva le sopracciglia quando il capoclan viene citato emettendo un sospiro. <Informerò Asuke-sama, anzi...Perchè non vieni con me? Mi servirà un testimone, tu mi credi no?> Ma ve lo immaginate Akainu che va a fare il falso testimone alla Magione Sabaku su una clonazione inesistente? Beh a quanto pare la Sabaku se lo immagina eccome. Quella provocazione viene accolta smuovendo appena il piede verso di sè. <Impossibile no, ma sei pronto a finire arrestato per atti osceni?> Non sembra prendere sul serio quella malizia, malgrado quanto accaduto tra loro e malgrado il suo tono resti una fredda maschera pare discernere l'accaduto dalle possibilità attuali. Ritira la mano, riabbassandola appena seppur ne studi con fare attento gli occhi verdi, quando ne avverte forse quella tensione. <Capelli neri, occhi neri, faccia da psicotico depresso...> Soffia quelle parole su Katai come un tratto distintivo, senza che sembrino un insulto reale quasi fossero una sorta di dose ma quando la mano torna ad intrecciarsi contro la sabbia per reggere il proprio peso la domanda di Akainu si insinua all'udito rigettando gli occhi della Sabaku come uno scudo fatto di suono. Le pupille muovono verso gli ultimi riflessi diurni sulla piccola oasi ricostruita mentre le labbra si arricciano in silenzio. <Volevo farmi perdonare...Ti ha dato così tanto fastidio?> Ha lasciato perdere la questione della bibliotecaria ma pone seriosamente quella domanda, lentamente nella sillabazione come se stesse accavallando i pensieri. <Volevo chiuderti nella sabbia con me, eri...ferito. Non lo so.> Dinoccola quelle ultime tre sillabe come se rinunciasse a dare adito in parole, nuovamente in scontro alle difficoltà oratorie, alla domanda dell'altro, come una tartaruga torna a nascondersi nel suo silenzio mentre il piede sinistro arretra sulla difensiva cercando di sciogliere quel contatto ravvicinato seppur non si allontani fisicamente [Riva] Ecco, adesso si che le parole gli muoiono in gola nel vero senso della parola, talmente stupito e preso in contropiede da non saper cosa dire. Forse ella non riesce a rendersi conto della richiesta appena fatta, l'entità di quello che potrebbe accadere <Io ti credo ma le mie parole sono fumo senza prove concrete alla mano. Non bastano due genin per smuovere un capo clan a dichiarare battaglia ad un altro clan> senza contare le ripercussioni politiche di un simile gesto tanto sconsiderato <In più vorrei incontrare costui> verificare con i propri occhi la veridicità delle parole altrui. Se si rivelasse vero, in quel caso potrebbe optare veramente per una testimonianza alla Magione dinanzi al capo clan dei Sabaku. Si stanno cacciando in un brutto guaio e può solo peggiorare da li in avanti, divenire una vera piaga. Per fortuna quel minimo di malizia viene accolta, dibattuta ancora con quel contatto a perdurare tra loro <Si, ne vale la pena> riportando lo sguardo su di lei, sul visino, incrociando gli occhi mentre continua con fare malizioso a provocarla sulla riva di un lago le cui acque risultano calme e pacate. Oramai il sole li ha abbandonati, la sera è giunta con la luna al suo seguito, bianca e brillante, un vero faro nella notte dei tempi <Per te vedere un tizio con occhi neri, capelli neri e triste, equivale ad un'Uchiha? Quel ragazzo lo è solo di nome, nei fatti è completamente l'opposto. Da come parla sembra uscito da un racconto per ragazzi, un paladino della giustizia. Vuole dimostrare che noi non siamo cattivi praticamente> vi è della presa in giro nel tono utilizzato ed in quelle parole. Non comprende come un simile obiettivo possa concretizzarsi, loro sono ciò che sono, esulare da quel percorso in un modo del genere è impossibile. Poco importa perchè l'argomento cambia focalizzandosi su quanto successo ai campi di oto pochi giorni prima; scuote il capo lentamente <No, al contrario, mi è piaciuto terribilmente tanto da non volere che finisse> visto che la sincerità è in ballo, tanto vale esserlo <Sono solo rimasto sorpreso> ammettendo lo stupore nel vederla in quel modo. Non appena ella accenna ad allontanarsi, smuove il bacino per farsi ancor più vicino, il destro braccio cerca di avvolgerne le spalle per tirarla verso di se, portarla contro il proprio petto in quell'abbraccio <Ho capito> non la fa continuare, cerca di rassicurarla mentre le labbra si avvicina al capo lasciandole un piccolo bacio. [Katana]20:24
Utente anonimo:
[Riva] Ascolta le reticenze di Akainu continuando a fissare il pelo d'acqua cheta. <So dove abita.> Si limita a sillabare quando l'altro fa menzione al dover incontrare Shisaki, ne ascolta tornando mite al silenzio come quelle acque, forse pensando a come sia possibile clonare Gaara, forse gozzovigliando sulle strane intenzioni verso i Noribiki, fantasticando congetture o forse semplicemente colta nella reticenza incapace di spiegare a parole il suo fare. Le gambe si arricciano, i talloni contro la sabbia verso i propri glutei tornano a stringere appena le gambe ossute prima che la mano sinistra si sollevi mostrando un indice di disappunto con la sabbia che ne cola appresso. <Tecnicamente non ho detto triste, non è la tristezza...Ma che pare un disturbato.> Snocciola abbracciandosi le gambe con quello stesso braccio, sempre più in chiusura gestuale verso quella conversazione, il busto curva in avanti lasciando le scapole rilevarsi al di sotto della maglietta mentre lo scenario sembra cogliere l'apocalisse. L'acqua della pozza d'acqua mite tra le palme richiama gli allori delle sabbie circostanti, ma oltre quello sguardo basta guardare un po' più in là, se ne coglie il riflesso degli alti palazzi del centro di Kagegakure ad interrompere la poesia di quello stagno ricreato. <Ti avevo detto che non era una buona idea> Mormora poggiando il mento contro le proprie ginocchia mentre i polpastrelli sfregano mollemente il polpaccio cedendo granelli residui alla gravità, così accartocciatasi il braccio di Akainu deve abbassarsi per passare oltre le spalle cercando di smuoverla a sè, ne lascia fare con una parzialità rigida. <Non succederà più> Mormora senza sollevare lo sguardo seppur senta tra i capelli il viso dell'altro cercare quel bacio e l'istinto sia quello cedevole di farvisi avanti con cautela sciogliendo le gambe per concedere quella vicinanza. Spiegare quella condizione atavica sembra andare talmente lontano dal suo limite verbale da generare una rinuncia netta nei confronti di un secondo allenamento. Se il sangue è stato già assaggiato da quei granelli non era mai stato quello di Akainu, non era mai stato suo, come se si fosse vestita della pelle dell'altro per qualche momento al punto da desiderarla fino ad imbrigliarla, inglobarla, in un possesso che non le appartiene, non così crudelmente anche se ormai è questione di tempo prima che debba farne i conti. Chiude gli occhi mentre coglie l'odore di Akainu in quella vicinanza, frammenta quei ricordi cercando di arroccarli come un puzzle incompleto, lì dove l'eccitazione del sangue è sempre esagitato nella morte con Akainu ha avuto un'esagerazione diversa, trattenuta da una tale ossessione che sembrava volesse divorarlo. [Riva] Le iridi si volgono al cielo, privo di sorpresa ma pregno di rassegnazione nell'udire quell'affermazione <La cosa non mi sorprende per niente> esclama dopo aver capito quanto il suo essere stalker sia oramai in una condizione ineluttabile <E dove abiterebbe di preciso? Tanto vale, sputa il rospo nonnina> richiamandola con quel piccolo nomignolo affibbiatole nei primi giorni di conoscenza per rimarcare la differenza di età sostanziale tra i due. Oramai non ci fa neanche più caso, a volte se ne dimentica persino di quanto ella sia più grande e, potenzialmente, più matura sotto vari aspetti, nonostante ciò ne ha sempre visto un lato più infantile <Anche io sarei un disturbato allora. Salvo gli occhi, dovrei avere tutti i requisiti> ovviamente, i pazzi attirano i pazzi altrimenti come si sarebbero incontrati questi due? Il destino ha voluto unire due follie per farne una sola, una più grande e marcata così da portare il mondo nel caos più totale <Katai è stato ingannato dal nonno il quale gli ha nascosto la verità della sua discendenza. Per questo è così, è passato dall'odiarli ad essere costretto a farne parte. Un po' mi dispiace per lui ma quella rabbia che si porta dentro può essermi utile, devo solo plasmarlo> confidandosi per quanto riguardo i piani nei confronti del ragazzo. La mente del genin inizia ad architettare qualcosa eppure, nella mole di idee, deve ancora comprendere come muoversi evitando i vari ostacoli od affrontandoli senza rimanerci. Tirare fuori l'argomento dei campi ottiene una reazione strana da parte di lei, si racchiude in se stessa come un piccolo bozzolo in cerca di protezione <Beh, se tutte le mie brutte idee finiscono così, farò in modo di averne altre> occhiolino rivolto alla ragazza per stemperare la tensione, renderla più serena, cercando, sforzandosi di fare dell'ironia e mettendo da parte i musi lunghi. La stringe contro di se baciandone il capo, brevi azioni capaci di rilassarla, di addolcire quella negatività sopraggiunta senza essere richiesta <In realtà devo dirti grazie> ammette <Ho capito molto, ho imparato tanto e non sarebbe mai successo senza di te> deglutisce, la destrorsa discende verso il viso altrui per carezzarlo flebilmente, provando ad essere dolce seppur con fatica <Stai cambiando il mio mondo e qualunque cosa tu faccia, continui a cambiarlo. Non smettere di fare quello che fai, nonnina> strofinando il viso tra i di lei capelli, facendosi, se possibile, più vicino. [Katana]20:57
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[Riva] Solleva gli occhi, a quella provocazione iniziale su casa di Shisaki, e lievemente il viso l'accompagna come a constatare che la domanda di Akainu sia seria e non una scherzosa menzogna. <Qui vicino, sud di Suna, a confine. Vicino al passaggio che abbiamo liberato dai detriti.> Se Akainu è un mentiroso quindi la Sabaku non pare aver colto il sarcasmo e la sua risposta scivola seriamente, la stessa serietà con cui non slega gli occhi da quelli verdi dell'altro. <Amore ma tu sei un disturbato, per questo ti amo.> Snocciola quelle parole con una tale serietà che non lascia adito alcuno nemmeno all'ipotesi che possa essere una battuta o una nota di ironia. Dei disturbi di Katai invece non pare curarsi con altrettanta fermezza, si limita a dilatare le narici espirando un sospiro lasciando perdere l'argomento del suo allievo arruolato alla coatta maniera, perchè la Sabaku è piccola sì, ma un po' coatta pare esserlo comunque. Scioglie le gambe mentre ne ascolta le parole, affacciandosi con il viso contro il collo in parte deturpato dalle ustioni. Pensandoci potrebbe anche darsi che Katai abbia deciso di imitare Akainu pure in quello, in fondo era ustionato, il che lo renderebbe meno suo allievo quindi non lo permetterà, si inventerà qualcosa ma non lo fa in quel momento. <Non è divertente, hai avuto bisogno di cure, non ho minimamente controllato la forza della mia sabbia e...> Dovrebbe pronunciare le parole ma pare che la definizione sia ben più ostica dei fatti seppur allunghi le mani contro la gamba destra di Akainu cercando di appoggiarvisi, iniziando a giochicchiare con i polpastrelli mentre se li fissa, disegnando curve astratte contro i suoi pantaloni. Si lascia accarezzare il viso in quella posizione, apparendo senza la sua Sunodeki persino più piccola del solito. <Cosa avresti capito? Che quando uso la mia innata mi vengono strane voglie?> Domanda incrociando gli occhi malgrado l'altro non possa vederli e scostando il viso per allungarsi con le labbra contro il palmo dell'Uchiha nei pressi del viso. <Lo stai dicendo per consolarmi o perchè sei un pazzoide?> Domanda contro la cute dell'altro finendo per districarsi, arretra fino a distendersi più comodamente contro la sabbia, lasciando che la schiena aderisca fresca contro il suo elemento mentre la mano sinistra dalla gamba le scivola appresso carezzando con il dorso il fianco dell'Uchiha e cercando di risalirlo seppur si sia distaccata da un abbraccio scomodo riluttante a perderne il contatto. <Ti ho detto che sono stata a studiare il Dojo dei Noribiki?Quel Senjuu...Quello con le ustioni sull'occhio.>Domanda guardandolo dabbasso, con la testa a giacere sulla sabbia incurante di quanta se ne porterà appresso [Riva] Viene sul serio a conoscenza dell'abitazione di quel povero sventurato e non è neanche così lontano. Chissà per quanto tempo l'ha seguito, quanto abbia utilizzato quell'occhio di sabbia per spiarlo; l'idea di lei in quella missione di spionaggio lo rende irrequieto, ha forse fatto anche lui le medesime cose fatte con se? L'ha seguito ovunque? Spiato in ogni momento? Ha reso il loro avvicinamento un qualcosa di banale? Si, riesce ad essere geloso anche del suo essere stalker <Andiamo a fargli una visita, non negherà un incontro con te, no?> magari anche quelli non vede l'ora di rivederla per passare del tempo con lei. Pregusta già il giorno del loro incontro per saggiare quanto di vero vi è nei propri pensieri, capire se vi sia qualcosa di concreto oppure solo delle paturnie. Le verdi iridi s'illuminano, una singola frase basta per renderlo felice, al settimo cielo come mai prima d'ora. Lo chiama Amore dicendo di amarlo, tutto nella medesima frase, un miracolo fatto e finito. L'istinto ne guida le movenze avvicinando le labbra alle sue lasciandole un bacio in tutta risposta, veloce ma sentito. Alcuna sillaba ne vien fuori, solo quello, basta come prova e come ricambia di simili sentimenti ma il bel momento svanisce. Di Katai non interessa più niente a nessuno dei due arrivando a concentrarsi nuovamente su quanto accaduto <E sto bene. Non ho più nulla, non serve che ci pensi ancora. Sto bene, sono vivo e sono con te. Conta solo questo> tutto il resto è futilità allo stato pura, roba infima che può essere benissimo messa in secondo piano, di poca utilità per non dire totalmente inutile <Anche quello ho capito e lo sfrutterò ancora> stavolta a modo suo ed in maniera che più gli aggrada <Ho capito come poter tenere testa alle arti magiche di questo tipo ma senza un confronto diretto non ci sarei mai arrivato> l'è grato per questo, forse ha una possibilità contro Shizuka, tenue, misera ma sempre una <Un po' tutti e due> replica seguendola con lo sguardo nel suo sdraiarsi sulla sabbia. Si lascia accarezza dalla gamba, brevi momenti prima che sia lui a muoversi andando a porsi al di sopra della ragazza in maniera perpendicolare, sovrastandola dall'alto mentre le verdi iridi si concentrano in quelle altrui <Qualcosa me l'hai accennato via messaggio ma di questo senjuu non sapevo niente> ammette chinando il viso per avvicinarlo al collo di lei sul quale comincia a lasciare una serie di piccoli baci. [Katana]21:25
Utente anonimo:
[Riva] Solleva le spalle alla questione su Shisaki. <Non credo, no, a meno che i Noribiki non l'abbiano messo in allerta. L'ho portato alla Magione prima di riaccompagnarlo a casa. Volevo vederlo accanto alla statua.> Sentenzia forse distruggendo tutta quell'immagine di pedinamenti che comunque, oggettivamente, sarebbe stata molto da Kore. Si lascia cogliere da quel bacio per quanto breve, giusto premio per avergli dato del disturbato e come riflesso pavloniano raccoglie in quel gesto la crocchetta. La domanda sul Senju scosta gli occhi della Sabaku dalla propria mano all'alto cielo, anche le stelle sarebbero state diverse, non sarebbero obnubilate dall'inquinamento luminoso in una vera oasi. <Mi ha chiesto una mano per una questione, personale, ma non è questo.> Sillaba concedendosi un sospiro lievemente sonoro oltre le narici. <Ha promesso che un giorno mi riporterà tra i veri deserti di Suna> Sentenzia senza allentare la carezza della mano sinistra, non per il momento. <Sembra determinato a riportare la vita fuori dalle mura. Mi ha ricordato Kombu.>Annuncia quelle parole stendendo il collo contro i baci dell'Uchiha mentre la mano sinistra si limita a percorrere ormai la zona tra le scapole dell'altro, alla sua portata più prossima. Il perchè muova quelle parole, forse sedotta dalle ore che sta passando nell'oasi, resta un po' sospeso dalla leziosità lenta con cui esprime quelle considerazioni. Da quella posizione cala lo sguardo scomodamente verso il basso per cogliere parte dei capelli brizzolati dell'Uchiha nel suo campo visivo. <Prima che ti arrabbi, non ho dimenticato quello che ci siamo detti...è solo strano, sentirlo da qualcun altro.> Dinoccola come se la reazione dell'altro potesse metterne più in allarme del fatto in sè, ma come spiegare quel collante tra le sabbie, incluso quanto avvenuto durante il loro allenamento, resta un processo apparentemente ostico. Potrebbe aver immaginato i veri deserti della sua terra, le notti glaciali ed i giorni torridi. <è che ho trovato dei disegni di Suna, nel libro che sto leggendo, disegni fatti molto bene, ho riconosciuto alcuni quartieri.> [Riva] In quella frase coglie il grande errore da lei fatto, portare qualcuno di estraneo nella magione del clan. Non avrebbe mai concesso a qualcuno di entrare in un luogo riservato agli Uchiha, specie qualcuno senza alcun legame <L'hai anche riaccompagnato?> in tutto quello, la parte dell'andare a casa di lui è l'unica verso cui da realmente importanza lasciando emergere ancora una certa dose di gelosia. Viene ricambiato con quel bacio, l'ha desiderato e se l'è preso senza porsi troppi problemi ma ecco che l'argomento cambia repentinamente parlando di un Senjuu non messo molto bene, forse allo stesso livello del genin per quanto riguarda i malanni esterni del corpo. Mugugna pensieroso su quanto apprende in merito al konohano, la promessa fatta a Kore, portarla all'esterno per farle visitare la vecchia Suna. Sospira pesantemente, devono affrontare di nuovo quell'argomento, ancora e ancora con gente che desidera uscire e poi, qualcosa lo coglie. Le parole di Shizuka tornano, lei conosce gente desiderosa di uscire, forse questo Senjuu è in mezzo alle conoscenze della Kokketsu? Deve indagare, magari farsi dire un nome perchè, se è così, qualcosa può farla realmente e non solo come spettatore. Non dice nulla limitandosi a baciarle il collo prima di guardarla, pensieroso, assorto nella propria mente non sapendo bene come reagire e nel momento in cui schiude le labbra, giunge un'alzata di mani. Sospira pesantemente abbassando il viso, sfiorando il nasino di lei con il proprio <Per uscire dal villaggio bisogna abbattere le chimere, solo così non correrai rischi o devi trovare shinobi dalla grande forza per accompagnarti, più forti di me e te messi insieme> quella clausola è fondamentale per non rischiare la vita inutilmente in un mondo ormai fatto di morte e devastazione, un mondo apocalittico dove l'essere umano non è più concepito ne rappresenta la specie dominante <Probabilmente qualche scrittore della vecchia Suna, sembra nostalgico> esibendo un piccolo e leggero sorriso prima di riprendere ad essere più serioso, tornando a darle quella serie di baci, stavolta sul lato sinistro del viso. [Katana]21:55
Utente anonimo:
[Riva] Sulla domanda di Akainu nuovamente sbircia verso il basso. <Per tenere sotto osservazione qualcuno devi saperlo dove abita non ti pare? L'ho accompagnato solo fino alla zona ma non credo che trovare la casa sarà un problema.> Potrebbe sbirciare oltre le finestre con il suo occhio IMMUNE AL GENJUTSU ma questo non lo specifica apertamente, non ne ha necessità, si limita a risalire e scendere con lentezza in quella carezza contro la schiena dell'Uchiha, strofinandosi appena contro il suo naso fino a poter cogliere le parole altrui con il calore del fiato sulle labbra, una carezza fatta di sillabe. <Lo so, ho promesso che non lo farei mai senza di te.> Quella rassicurazione sembra insistere, dichiarata nell'argomento con il Senjuu quella promessa, ma la fretta verre comunque meno mentre scivola a carezzare la guancia dell'altro di rimando, cogliendone il sorriso contro la cute. <Probabile.Ma no, il libro parla di Shukaku, non di Suna in sè, le immagini servono solo ad allacciare un ricordo ad una storia.> Soffia in merito allo scrittore smuovendosi contro la sabbia sotto il corpo dell'altro. <Non vuol dire che non ci abbia pensato.Ti sarebbe piaciuta? Ci sei mai stato? Io...Ti sarei mai piaciuta se non fossimo dentro queste mura?>Non si sarebbero mai incontrati, è probabile, ma sembra che il tarlo vada oltre. Se sconfiggessero le Chimere un giorno il loro posto sarebbe diverso, distante, il posto dell'Uchiha è Oto, con il suo clan di sbruffoni, il proprio è Suna con il proprio clan di sbruffoni, è una realtà piuttosto arida da pronunciare baciando i lembi cicatriziali sul viso dell'altro. [Riva] Non fa una piega, la situazione è diversa ma non fa una piega, il suo essere stalker può tramutarsi davvero in un lavoro. Con molte probabilità sarebbe un Anbu fantastica la ragazza solo che ancora non lo sa <Ne sono sicuro, sapresti trovare un ago in un pagliaio> non vi è sfottimento ma pura verità <Sei riuscita a trovare i miei manga anche da nascosti> trovare un'abitazione è un gioco da ragazzi. Umetta le labbra passandovi sopra la lingua velocemente, le rende più morbide, meno fastidiose, in particolar modo quella bruciature sul labbro inferiore, ammorbidisce specialmente quelle. Sentire di quella promessa, in qualche modo, prova sollievo, vuol dire che ha ancora tempo per divenire più forte, migliorarsi, migliorare lo sharingan così da poter tenere testa non soltanto a lei ma, forse, anche a qualche avversità esterna. Le carezze e le coccole scambiate tra loro sono tante, dolci, prive di volgarità alcuna ma solo per il puro gusto di stare insieme <Il monocoda? Prima di conoscerti non sapevo neanche dell'esistenza di questi demoni..forse davvero questo mondo non è più fatto per noi, forse è tempo di farci da parte> mettere fine alla lunga storia di specie dominante per inchinarsi alle nuove bestie, re e regine di quella terra oramai da anni e anni. Inarca il sopracciglio cessando di baciarla ma guardandola con una certa intensità, tante le domande poste, una dopo l'altra ma l'ultima, forse, è la più significativa. Interessante e spinosa allo stesso tempo, lei gli sarebbe piaciuta lo stesso? Si sarebbero mai incontrati se il mondo non avesse preso quella piega? Oppure avrebbero vissuto vite completamente diverse. La destrorsa si solleva per carezza quel visetto in maniera amorevole, estremamente più dolce <Mi saresti piaciuta sempre e sempre ti avrei cercata, sognata, desiderata. Anche senza queste mura, saresti stata la mia piccola Kore> pollice si muove lentamente carezzandone la gote del viso, non riesce a pensare ad un'altra che non sia lei al proprio fianco <No, non ci sono mai stato e si, penso mi sarebbe piaciuta, vederla con te, farmi fare da guida per tutto il villaggio> una vita che purtroppo non avrebbero mai conosciuto, un sogno irrealizzabile, o forse no? <Un giorno, magari, tutto questo accadrà> chi lo sa, il futuro è ancora da decidere, da svilupparsi. Possono morire domani, possono vivere per altri 100 anni e cambiare quel mondo riportandolo al suo stato di una volta. Quel libro è ancora tutto da scrivere e loro ne sono i protagonisti. [END]22:25
Utente anonimo:
[Riva] Sorride appena alla questione dei manga, può solo sentire l'altro contro la pelle l'inclinarsi delle labbra, ma senza alcun commento verbale che l'altro possa realmente udire. <Sì.> Replica alla domanda sul monocoda temporeggiando nei pressi del lobo sinistro dell'Uchiha. <Sapevamo tutti di Shukaku, per via di Gaara Sama, ma nessuno sa dove sia finito...Se l'avessero preso i Noribiki?> Nemmeno quelle coccole sembrano distrarla da quell'ossessione costante verso il clan Sunese dei ferriferi, inizia ad odiarli, intimamente e senza riserbo alcuno, ma soprattutto senza motivo perchè la sua ossessione continua a trascinarne quella direzione. Quando l'altro si scosta ne ritrova lo sguardo, sembra sia stata eccepita la serierà di quel complesso pensiero. Nella vicinanza la carezza contro il viso ne appesantisce le palpebre, ma non ne interrompe il flusso di parole semplicemente affrontanone lo sguardo con la morbidezza che l'orario inizia a rendere un po' pigro un po' voglioso, quella fase dell'esser troppo stanco per uscire ma ancora abbastanza sveglio per togliersi i vestiti nel caso. <Probabilmente anche tu saresti stato il mio pazzoide Uchiha...Samira è gelosa come la merda da quando si è sparsa la voce che sto con un Uchiha che sta allenando il mio occhio di sabbia. Sono diventata il pupillo antigenjutsu.> Mentendo spudoratamente tra l'altro, ma lo ammette pure, però in qualche modo la cosa sembra vagamente divertirla. Il dubbio di quanto sarebbe accaduto oltre quelle mura non sembra lasciarne il totale abbandono, sarebbe stato improbabile se non impensabile, invece lei si gode dentro quelle mura il rosik della sua nemica numero 2, superata solo di recente dai Noribiki. <Non saresti mai pronto fino a che non avrai assaggiato la tipica zuppa a base di interiora e latte di capra della festa grande.> Una squisitezza insomma, ma con la stessa ne cerca le labbra sollevando il capo dalla sabbia per pretenderlo. <C'è tempo per le sfide culinarie dei desertici...> Lo sa, che quelli di Suna sono i peggiori a causa della scarsità storica di alimenti. Lo ammette ma ora l'idea di torturare Akainu con qualche strana pietanza sembra surclassata. {exit}