Indovina chi (?) Uchiha's challenge
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Giocata del 06/09/2022 dalle 14:26 alle 16:00 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
L'astro di fuoco vigila alto su Kagegakure. Ogni ombra si dissolve come volute di fumo, attorniando gli angoli delle case, sotto le tettoie dei negozi, oltre i bordi delle finestre. L'ora è dominata dal Sole,ma una piccola ombra si adagia, spalmata su una panchina qualunque, china su quello che, da lontano, appare come un libro, ma più minuto e sottile, rilegato in maniera del tutto differente. Dieci adunche e piccole dita artigliano quel manoscritto, mentre una colata di pece - ispida e ribelle - scivola dalla nuca e penzola sul viso, contornando i lineamenti aguzzi e obliqui. Addosso i vestiti umili e sgualciti di chi non bada troppo all'immagine, ma più alla funzionalità: abbastanza comodi da poter permettere movimenti ampi e diversificati. Una maglia nera dal collo alto, circolare, a sfiorare il mento. Un paio di pantaloncini candidi , sporchi di macchie scure qua e là, mentre i piedi, divaricati all'altezza delle spalle ricurve, sono fasciati da calzari ninja , dai malleoli fino all'ultimo metatarso, lasciando libere solo le dita, nude. Le natiche poggiate sulla seduta che detiene, solitario, ma solo ora solleva gli occhi dal diario, finendo per gettare curiosità sulla folla antistante, principalmente su di un crine color platino, che trascina con sè quella che appare come una giara. Un individuo degno della sua momentanea distrazione, che si sofferma a scrutare come un rapace in volo, quasi per gioco.14:27
Utente anonimo:
[Negozi] Non fatica Katai a vedere la mole di disagio emanato dalla mingherlina figura, avviene quando si trova accanto un uomo almeno 4 volte la sua stazza giara inclusa e la vicinanza muove un rapido passo indietro, quando realizzata, svelando una nota di ribrezzo più che di paura. è in quel momento che la fennec indietreggia, ancora indisturbata, fino ad un angolo tra due pareti, un punto semi coperto che sembra volerle assicurare la distanza da chiunque, appena coperta da una rientranza di muro quindi e con la giara rivolta verso l'angolo. La Sabaku sembra aver deciso che quella ricerca sta andando troppo per le lunghe, ma quali siano le sue intenzioni non è chiaro, semplicemente muove la mano destra all'addome componendo il simbolo della capra e chiudendo gli occhi. Respira lentamente e misuratamente preparandosi a quell'esercizio mentale conduce poi le due sfere a formarsi in un disegno via via più nitido, la bianchiccia alla fronte e quella marrone e pesante all'addome, l'elemento del vento e quello della terra necessari a comporre il suo legame con la flessuosa giara contro la sua schiena, a vorticare dapprima su sè stesse, l'una in senso orario e l'inferiore in senso antiorario; impiega un po' a comporre quella specifica torsione alla mente per cercare un equilibrio globale del loro movimento, e solo dopo in avvicinamento orario mediante una torsione sempre più fitta a giungere il Chackra Sabaku al centro del petto, con il colore candido di quelle due sfere miscelate nelle note d'oro della sabbia. Solo a controllo ottenuto del chackra gli occhi dalle note mielate e contornati di nero lungo le palpebre sembrano tornare vivi al presente. Nulla ancora è realmente visibile nè delle intenzioni nè di quanto ha fatto se non la composizione del sigillo che viene disciolto. {Chk ON 30/30} E' poco più di un piccolo rapace appollaiato , solitario, sulla panchina prescelta. Le spalle leggermente curve in avanti, come ali ripiegate sul corpo, i gomiti poggiati sulle cosce, dove il tessuto dei pantaloncini si sgualcisce per il peso - seppur esiguo - che vi grava sopra. Ora una leggera pressione dei piedi sul terreno, quasi a dimostrazione della sua esistenza, non tanto come mera figura nel caleidoscopio della piazza, ma forte di una reale umanità, che tuttavia a malapena traspare, se non in quello sguardo buio. Occhi color petrolio, che si appiccicano a Kore, nella sua movenza, in quei gesti sconosciuti, mentre si ritrae dal Mondo in favore della sua concentrazione più completa. La cacofonia di suoni e rumori copre ogni spiraglio d'intesa, se non visiva, distante. Le sopracciglia del giovane Deshi scivolano verso il basso, stringendo il cono visivo entro le cavità orbitali ; lo sguardo si assottiglia. [ ... ] Muto, ora i polsi si ammorbidiscono e il diario penzola tra le dita, mentre segue la kunoichi nelle sue gesta.14:34
Utente anonimo:
[Negozi] Stavolta non è chiaro cosa stia facendo, sembra immobile per qualche tempo nell'angolino ritrovato di sicurezza, il tempo che in realtà necessita, percepito il chackra, per sospingere le proprie energie verso la Sunodeki. Coperta dal suo corpo mingherlino non se ne nota immediatamente il risveglio che in realtà è assai visibile, non è difficile trovandosela di fronte vedere come la giara in forma di clessidra e dal finto vetro ambrato e trasparente, inizi a gettar dei granelli verso l'alto, come se contasse il tempo al contrario o stesse impastando un'illusione, non sempre la sabbia che si vede risalire sembra reale, non quanto la manciata di qualche pugnetto che invece abbandona realmente il foro superiore. Quando le mani tornano a muoversi lo fanno componendo il sigillo della capra, seguito da quello del bue, è solo allora che impasta quel pugno di sabbia alle forme di un occhio chiudendo i propri, attende, e man mano che l'agglomerato non inizia a farsi nelle sembianze un occhio vero la Sabaku pare una statua, è solo quando le nervature ottiche vengono sancite che la sua attenzione torna al presente e la bionda sembra persino rilassata. L'occhio inizia a fluttuare dalla sua altezza verso la vetrina del negozio e lei se ne può stare al sicuro da contatto, iniziando a guardarsi intorno e trovando...Katai che la fissa dall'altra parte. Sobbalza appena indietreggiando il capo e sbarrando gli occhi dalle note mielate e l'interno della palpebra annerito dall'ereditarietà canidae di madre, non che fosse cagna intendiamoci. Solleva la mano destra smuovendo le dita in saluto, le labbra si sollevano grottescamente come se si sforzasse di fare un sorriso, -magari non ha visto nulla- pare cantilenare la testa
{Chk 26/30-Inn Attiva, Occhio di Sabbia 2/4+2/4} Tutto ciò che è racchiuso in quel diario consunto che tiene tra le dita, passa in secondo piano - almeno per ora. La curiosità dilaga sulla fiumana di corpi e voci che scivolano dinanzi, come un enorme serpe gonfia del lauto pasto. Da lontano non riesce a comprendere fino in fondo cosa sta accadendo, almeno fin quando qualcosa che pare sabbia - da così distante - non si agglomera in un occhio fluttuante, sì, un occhio: iride e sclera, persino una pupilla. Ed è proprio lì che si ritrova a fissarlo, in quel momento in cui molti dei passanti non degnano d'uno sguardo ciò che sta accadendo. Lui, dal canto suo, sobbalza [ !! ] Drizzando le spalle e scuotendo la chioma corvina, che ciondola, ribelle ed ispida, ai lati del capo, incorniciandone il viso giovane, di un tredicenne, poco più alto del resto dei suoi coetanei, ora catturato dall'emanazione tangibile di un'arte magica mai vista prima. Per un attimo si dimentica della ragazza con la giara a forma di clessidra sulla schiena, seguendo la levitazione dell'occhio di sabbia. Le sopracciglia scivolano verso la fronte, le labbra si schiudono appena, inalando ossigeno e curiosità. Sbatte le ciglia un paio di volte, quasi stesse cercando di mettere a fuoco la situazione, invano. Poi la mano di Kore si solleva in segno di saluto ed il piccolo corvo si ritrae sulla panchina, intimidito. Stringe le labbra, sottili e rosee, spaccate in un angolo, dove qualcosa pare averle urtate con forza. Così, dal canto suo, per evitare ulteriori incidenti sociali, solleva a sua volta la mano, spalancando il palmo, lasciando alla sinistra l'impegno di tenere il diario. La destra si apre e si solleva verso il cielo terso. Il sorriso è artificioso, ammesso che possa essere visto.14:57
Utente anonimo:
[Negozi] Il sorriso della Sabaku pare meccanico, quello di Katai artificioso, pare si siano trovati. La mano scende con lentezza ma non controlla in alcun momento l'occhio, l'arto sta scandagliando le vetrine nelle vicinanze spostandosi e l'attenzione della Sabaku invece si concentra sul flusso di gente, cerca di muovere i primi passi a scartarne in avanti, palesemente si sta avvicinando cedendo a quella natura di creatura curiosa ma abbastanza schiva da voler apparentemente evitare le persone. <Sei un Uchiha vero? Capelli neri, occhi neri.> L'ha salutato no? I convenevoli sono fatti ed eccola la voce, sembr apiù matura di quanto dimostra esteticamente confermando i suoi 23 anni suonati; aggraziata e morbida e femmnile, e no, nulla di tutto questo, sembra priva di accento quando parla, ha la sillabazione dura che avrebbe un dispositivo elettronico come se aspirasse a diventare la voce principale delle applicazioni di maps. Invece di sedersi accanto a Katai sembra risalire la panchina con fretta, scivola sulla stessa mettendosi in piedi come se si stesse assicurando un trespolo sicuro. Mentre il suo occhio va a caccia di qualcosa di carino non pare distratta, ormai avvezza a quell'incanto inizia a richiamare altra sabbia dalla sua clessidra, nel vuoto essa ne discende come una serpe fino ad agglomerarsi piano piano, sembra che stia creando e rifinendo un disco, senza usare le mani, del diametro di circa 70/80 cm e dallo spessore di circa 3cm. <Quindi? Sei un Uchiha?> Dopo aver invaso il suo spazio vitale, fissato il suo disco davanti alle sue cosce, in piedi sulla panchina, abbassa lo sguardo sull'altro tornando a mostrare intenzione dello sguardo
{Chk 24/30-Inn Attiva, Occhio di Sabbia mantenimento-Creazione oggetto 2/4} Non si scompone poi troppo, automa qual è. Schivo nel gesto quanto nell'interazione sociale. Stringe le labbra, forte, riducendole ad una linea sottile, che solca il viso, al di sopra del mento aguzzo - crocevia di quei lineamenti obliqui. Giovane, nei tratti e nella fisionomia, seppur slanciato e longilineo: un piccolo rapace che ora strabuzza lo sguardo, quando l'altra decide di avvicinarsi. Deglutisce, visibilmente, ma gli zigomi permangono rigidi e immobili, solo la chioma si spande alle carezze del vento, spettinandosi ancor più, se mai fosse possibile. Uchiha. La prima domanda che gli viene posta e a cui segue soltanto una dilatazione delle narici, che cercano ossigeno, cercano risposte, mentre gli occhi tradiscono solo domande. Tredici anni forse, forse quattordici, non più dimostra quel piccolo corvo che ora fa un passo di lato, facendo spazio sulla panchina per l'altra figura. Lo sguardo scivola su di lei come una macchia di pece scura e liquida, individuandone , solo ora, il coprifronte al collo. < Sei una kunoichi ? > Una domanda per un'altra. Non ha risposte, ma conosce quella parola pronunciata dalla sconosciuta. < Sono Katai. > Replica. < Katai Shan. > E basta. Il tono quasi duro, piccato. < Non so di cosa tu stia parlando > Sentenzia, lapidario e diretto. chiudendo il diario di scatto, con un tonfo sordo che mette il punto nel loro silenzio, quello che cade inevitabilmente di fronte a quel disco di sabbia che ora volteggia lì accanto, seguito pari passo dallo sguardo dell'aspirante shinobi. < Tu ..tu sai fare questo ? > Ammicca, irritato, ma curioso.15:25
Utente anonimo:
[Negozi] Quando il disco di sabbia si è formato quel che si evince sul viso secco e pallido della Sabaku sembra sollievo. <Sì.> Una risposta lapidaria quella iniziale, mentre spinge il disco più in basso e sfila dalla panchina con la chiara intenzione di sedervisi sopra. <Non giudicarmi, so quello che hai visto, non sto rubando nulla.> Sentenzia con quel fare algido e secco, c'è da dire che non c'è modo migliore di avitare contatti che mettersi a sedere su un disco di sabbia, rannicchia le gambe incrociandole sullo stesso, sembra che l'allenamento con Nairoshi abbia davvero portato un progresso alle sue abitudini. I movimenti appaiono scattosi ed inquieti, ancora curiosi, tanto da osservare uno dei negozietti con fare fisso come a constatare le persone mentre ascolta Katai. <Non sai cos'è il clan Uchiha? Non sembri così giovane...> Determina standosene appollaiata sul suo disco, occupa praticamente più spazio la Sunodeki che la sua persona. <Più o meno...Senti.> Indica il negozietto. <C'è una cosa che mi interessa lì, la prenderesti tu per me? Ti dò i soldi ovviamente.> Un chiosco di souvenir pieno di gente e dalle vettovaglie vare, mentre lei fa riferimento ad una cosa che potrebbe essere davvero qualsiasi cosa guarda Katai. <Mai sentito Shan, comunque.> Aggiunge con fare meditabondo occhieggiandone ancora i tratti,neri capelli ed occhi, apparenza giovane. <Sei sicuro di non aver parentele Uchiha?> Se continua così lo prenderanno ab honorem {Chk 23/30-Inn Attiva mantenimento, Occhio di Sabbia mantenimento} Osserva ancora il disco di sabbia fluttuare a mezz'aria, proprio davanti alla panchina. < ! > Le sopracciglia permangono alte, a sfiorare i ciuffi corvini che cadono sulla fronte, colando come una frana di pece che si addensa attorno al viso giovane e sghembo. < .... > Ascolta le motivazioni altrui, senza guardare la kunoichi in prima persona, ma rivolgendo l'attenzione alle sue movenze ed è proprio quando si appresta a sedere sul disco sabbioso che lui si va alzando, spingendo sulle gambe e drizzando tutto il suo metro e - quasi - settanta, lasciando che la maglia scivoli sul petto e si distenda fino alla cintura, dove i pantaloncini bianchi si stringono ancora. Fa un passo indietro, come spaventato, ma , in realtà, sembra portarsi ad una distanza di sicurezza, tale per cui possa racchiudere in un solo sguardo i movimenti dell'altra. < L'ho sentito nominare. > Taglia corto, riguardo al clan Uchiha. D'altronde, è il passato, un passato buio, in cui il nonno ha detto di non ficcare il naso. < Ho quattordici anni e mezzo. > Dichiara, stringendo poi le labbra in una linea dura, proprio come i lineamenti. < Sono abbastanza grande da poter entrare in Accademia. > Rivela, quasi stesse difendendo la sua posizione. Eppure si scioglie, in un attimo, curioso com'è, dinanzi alla richiesta altrui. < Cosa devi comprare ? > Domanda, rimbalzando lo sguardo tra la kunoichi e la vetrina del negozio. < Perché mai dovrei avere parentele con quelle ...persone ? > Rimarca l'ultima parola, quasi faticasse a considerarli tali. Una Nota stonata, non c'è che dire.15:48
Utente anonimo:
[Negozi] Katai è già più alto di lei, ammazza come crescono in fretta, il pensiero corre a Shiroichi ed a tutti i ragazzini di 14 che lei guarda dall'alto del suo metro e cinquantacinque. Annuisce alla questione dell'età, abbastanza da poter entrare in accademia, lì le sopracciglia della fennec si sollevano. <Oh sì, lo ben vedo.> Semplicemente soffia con fare atono alla sua dichiarazione sull'età mentre gli occhi scivolano al negozio. <Un bento nero e rosso, ci troverai un occhio davanti non puoi mancarlo.> Sentenzia mettendo mano alla tasca, non sa quanto effettivamente l'altro abbia visto del suo occhio che evidentemente si è intanto infiltrato in quel negozio perchè in strada non è più visibile. Tira fuori una banconota da cinquanta ryu ed eccola la sua malattia, invece di porgerla all'atro fa abbassare il disco di sabbia e li poggia sulla panchina manco stesse spacciando. Indica la banconota con la mano scivolando all'indietro sulla sua sabbia comodamente atta ad accoglierne la seduta. <Beh, te l'ho detto, capelli neri ed occhi neri, sarai anche Otino immagino no? Perchè non dovresti esserlo sembri il prototipo degli Uchiha> Ammette quella che è una sua personale sensatezza senza dare un ulteriore reale senso però alle sue parole, perchè l'ha pensato punto, come a voler dire che altro motivo dovrebbe esserci? <Terzo corridoio a destra, sezione casalinghi, quarto scaffale in alto, è quello senza comparti interni, prendi il comparto nero con il simbolo di Suna e quello rosso con il singolo di Oto. Sono i componibili.> Missione di livello S {Chk 22/30-Inn Attiva mantenimento, Occhio di Sabbia mantenimento} In piedi è più simile ad un palo che ad un corvo. La pelle chiara che riflette i raggi del Sole, sempre alto su di loro, a vegliare quell'angolo di Kagegakure come fosse un silenzioso vigilante. Il giovane Deshi distribuisce equamente il peso su ambedue le gambe, dimostrando una disciplina del corpo che esula dal mero garzone di bottega qual è stato per molto tempo e quale sarebbe stato a lungo, se non fosse per il desiderio di entrare in Accademia, espresso poc'anzi a gran voce - o quasi. Inspira, a fondo, dalle narici che si dilatano, mentre armeggia con il diario, finendo per consegnarlo alla cintola dei pantaloncini, ficcandolo tra l'osso sacro e gli indumenti, dietro la schiena, così da nasconderlo a gli altri - o a se stesso ? Nel mentre osserva la banconota lasciata sulla panchina, quasi stesse per esplodere come una cartabomba. < .... > Rimane in silenzio, avvicinandosi poi quel che basta per agguantarla e scrutarla per un attimo, in cerca di una qualsivoglia trappola tra le possibili e immaginabili. < I miei nonni sono di Oto, sì. E i miei...>Genitori ? Scomparsi. Si zittisce, deglutendo vistosamente: un groppo amaro quello da mandar giù. < Lascia stare. > Taglia , di netto, il discorso. Il tono che cala d'una ottava, più cupo, grigio. Ascolta le istruzioni altrui, facendo per incamminarsi verso il negozio, salvo poi arrestarsi, di botto, torcendo il busto di 45° , gettando lo sguardo oltre la spalla destra, il medesimo piede che segue la torsione e indietreggia rispetto all'altro, i ciuffi corvini a disegnarsi attorno al viso. < Perchè non ci vai tu ?> Una domanda diretta, senza mezzi termini. Missione fallita ?
Giocata del 06/09/2022 dalle 18:57 alle 22:58 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
19:47
Utente anonimo:
Nessuna trappola sulla banconota a quanto pare, potrà essere presa e niente esploderà, la sua sembra una mania piuttosto conscia ma è lì che lo sguardo tondeggiante osserva come lo smilzo ed alto moro sembri scettico sulla banconota. <Non morde.> Dichiara con quella cadenza vocale che sembra priva di qualsivoglia enfasi, un audiolibro perfetto dei propri pensieri. Non indaga tuttavia oltre quando è Katai stesso ad interrompere il suo dire, stoppandolo con un -lascia stare- che viene accolto nella Sabaku con il silenzio di una creatura sì, curiosa, ma non invadente a quanto pare e non interessata. <Quindi sei un Otino tutto nero...Non è stupido che la gente te lo possa chiedere, davvero non l'ha mai fatto nessuno?> Domandare all'altro se sia un Uchiha? Magari la gente non è ossessiva e magari le sue ossessioni sono altre che inimicarsi tutti gli Uchiha di Oto senza volerlo, magari eh? Ma non fissiamoci sui tecnicismi, il giovane inizia a camminare e la Sabaku inizia ad andargli dietro, qualche passo in cui quel disco di sabbia avanza tuttavia alzandosi, come se stesse volendosi portare oltre l'altezza altrui che si volta trovandola di fatti ormai all'altezza delle spalle prima che si fermi. Tanto di raro le capita di guardare qualcuno dall'alto che lo fissa come se si dovesse abituare persino lei. <è pieno di persone lì dentro, sono tempi di svendita. Ho una malattia, le ossa di vetro, se mi urtassero per sbaglio potrei morire.> Ma che laida...Non è vero nulla, ma lo afferma senza mai aver cambiato modulazione della voce, un'anima fredda che sembra fatta delle stesse sabbie su cui siede: arida. è difficile capire se scherzi, difficile capire se sia seria, triste, felice e finanche se stia mentendo su questa TRAGICA patologia che comodamente la porterebbe a non aver contatti con sconosciuti di sorta.{Chk 20/30-Inn Attiva mantenimento-Movimento, Occhio di Sabbia mantenimento} Rimane a fissarla a mezzo busto, piantandogli due iridi d'ebano sulla faccia. Fermo, deciso, inquisitorio - tanto nello sguardo quanto nell'atteggiamento. Sembra una Nota caritatevole e altruista, ma piuttosto guardinga, letteralmente sospettosa. Ma è curioso, perciò prosegue e ascolta, persino. Incredibile come quel viso giovane, stretto tra ciuffi ispidi e ribelli, neri come la notte a cui hanno rapito le stelle, possa risultare così incombente e insistente. A quanto pare, c'è qualcosa che impedisce alla kunoichi di inoltrarsi in quel negozio, ma < .... > qualcosa non torna. Una piccola ruga inizia a disegnarsi sulla fronte, sottile, a malapena visibile, ma esaltata dal movimento delle sopracciglia che discendono sulle orbite, schiacciando quegli oceani di pece che gorgogliano contro la Sabaku. < No, nessuno. Perchè avrebbero dovuto ? > Una domanda lecita, che rimarca quanto espresso in precedenza, quasi cercasse una soluzione a quel rompicapo. La verità è che c'è un buco vuoto nel suo passato, riempito dalle parole di un uomo a lui caro, ma assai enigmatico ed ermetico. Proprio come lui, ora, potrebbe sembrare. < E hai deciso di diventare uno shinobi ? > Incalza, unendo le labbra tra loro, fino a storcerle d'un lato, infossandole nella guancia medesima. < Posso aiutarti. > Afferma poi, concedendogli un barlume di speranza, ma prosegue. < Ma devi dirmi la verità. > Quattordici anni e qualche giorno, il naso all'insù e il mento che lo segue, per poter scrutare l'altra dritta in faccia, mentre fluttua sulla sua nuvola di sabbia.20:23
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Osserva l'espressione stupita dell'altro, l'indagine di quegli occhi scuri e quasi per provocazione assottiglia le palpebre a sua volta come un gatto che si vuol far cattivo in maniera rilassata, senza fretta, non replica alle ragioni che l'altro richiede, l'ha già detto il perchè e già la Sabaku non è di troppe parole, figurarsi a ripeterle quanto si starebbe sprecando, semplicemente alla sua domanda si solleva ancora nella sua nube di sabbia, fino a due metri punto nel quale tutti possono vederla ma pochi possono urtarla per sbaglio, sicuramente quelli che non giocano a basketa sarebbero fuori portata. <Vedi? Hai sprazzi intelligenti come gli Uchiha e ripeti le domande a disco rotto come gli Uchiha se non ti piacciono le risposte...E hai il ciclo, come un Uchiha. Gli Uchiha sono le nuove donne...> Brontola iniziando a fluttuare verso il negozio così anticipandolo. <Non ho mentito, non se guardi le cose da un punto di vista meno letterale, la mia giara potrebbe rompersi, e per me sarebbe come morire. Inoltre...Non mi piace la gente.>Sentenzia con quella stasi di chi non ha fretta torcendosi sul disco per tornare ad osservarlo. <Allora mi aiuti? Puoi tenere il resto.Non posso tenere il mio occhio là dentro per sempre, prima o poi qualcuno proverebbe a comprarselo o a giocarci, guardare te e custodire la mia preda è faticoso Otino, e si da il caso che la mia preda ora sia un bento tricolore, fuori verde e dentro rosso e nero...>Apre i palmi e li mette uno di fronte all'altro, in modo da evidenziare la larghezza dell'oggetto. <Con due cassetti componibili che desidererei dav-ve-ro tanto.> {Chk 19/30-Inn Attiva mantenimento-Movimento, Occhio di Sabbia mantenimento} < ... > In silenzio, così com'era cominciato tutto. Un lungo respiro, che gonfia il petto sotto quella maglia scura, dal collo alto, sollevando le spalle e tirando le vesti contro il corpo longilineo e slanciato, seppur giovane, ancora immaturo. Le forme di un uomo sono a malapena visibili, le spalle non poi così larghe, le braccia - nude, che escono dalla maglia all'altezza dei bicipiti - esili, il petto stretto. Eppure fronteggia l'altra con un piglio più maturo di quanto non sembri. L'accostamento a quel clan del suo vecchio villaggio - di cui ha a malapena memoria - non pare piacergli troppo. Suo nonno ha sempre parlato male degli Uchiha, ecco. Sbuffa, quindi, dopo aver inspirato profondamente, socchiudendo un istante gli occhi, abbassando il mento, mentre l'altra volteggia ancor più in alto, oltre le teste che gli sfiorano, oltre il confuso chiacchiericcio che minaccia il silenzio calato fra di loro, proprio dopo le sue prime parole. < Sembri conoscerli molto bene, tu. > Che stia sorgendo un'idea tra quei capelli corvini e ribelli ? < Come mai ? > Domanda, incalzando, seguendola poi, appena lo sorpassa, ascoltando quanto ha da dire e da aggiungere in sua difesa. Lo sguardo va alla giara, favorito dalla posizione. Il discorso fila, almeno in parte. < E va bene. > Accetta, infine. < Ma non ti credo, ancora. > Ammonisce, forse fin troppo estremista. Non paiono esserci vie di mezzo con lui. O bianco o nero. Quindi riprende il proprio passo, diretto al negozio prestabilito.20:47
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L'allusione di Katai sugli Uchiha viene accolta in un silenzio iniziale, è quando viene posta la domanda che cerca quegli occhi neri con fare indagatore stavolta. <Meno di quanto non dovrei, probabilmente.> Semplicemente replica tornando a torcersi verso il negozio, donandogli le spalle qualche momento e dovendo torcere parte del collo per tenerne vista con la cosa dello sguardo. <Diciamo che ne conosco un paio.> Fluttuando nuovamente in avanti ma mantenendosi oltre i due metri riprende il passo per accompagnare Katai fino alla porta del negozio dopo che l'altro ha accettato l'offerta. <Bravo ragazzo.> Che non le crede o che abbia accettato di farle quella cortesia? Sopra la porta scorrevole del negozietto gremito di sovenirs il suo disco si ferma. <Terzo scaffale a destra mi raccomando> Non faticherà Katai una volta dentro a trovare l'occhio di sabbia sopra l'ultimo scaffale, sarà l'occhio stesso ad avvisare la Sabaku dall'esterno della sua presenza, come se avesse una vista, Katai può confermarlo perchè qualora svoltasse l'angolo dello scaffale giusto scenderebbe appena verso il basso agitandosi per visibilità prima di puntare apparentemente il bento designato, paro paro a come era stato descritto. Nel contempo una volta fuori la troverebbe esattamente come l'ha lasciata, con l'acquisto completato o meno. Deve aver visto anche il prezzo perchè di resto Katai ci avrà guadagnato si e no 3 ryo. <Allora?> Inutile chiederlo, l'occhio che segue Katai e che si avvicinerebbe verso di lei saprebbe già se l'acquisto è stato fatto. <Quindi frequenterai l'accademia?> {Chk 17/30-Inn Attiva mantenimento-Movimento, Occhio di Sabbia mantenimento} Avanza a piccoli passi , ma precisi e cadenzati, proprio verso il negozio dove l'occhio volteggia dinanzi alla "preda" della Sabaku. Un bento, ecco il suo bersaglio. Ha persino il colore ad aiutarlo nella sua caccia.Terzo scaffale a destra: è quello l'obiettivo ed ha persino un percorso, tra tutti quei souvenirs. Sembra tutto facile, quindi. Eppure c'è qualcosa di distorto in quella faccenda, qualcosa non torna. Gli occhi scrutano scaffale dopo scaffale, sino a raggiungere quello prestabilito. SI lascia guidare dalle indicazioni di Kore, prima di prendere l'oggetto tra quelle mani adunche e sottili. Uno sguardo all'occhio fluttuante, l'altro a gli sguardi degli astanti. Stringe le labbra, inspirando profondamente. Dinanzi alla cassa, estrae la banconota , ricevendo un resto ben misero, ma ciò non pare scomporlo. < Arigatou. > Proferisce , in direzione del cassiere. Un cenno del capo, in segno di ringraziamento, quindi esce nuovamente, accompagnato dall'occhio fluttuante. < Ecco a te. > Allunga ambedue le mani in direzione dell'altra, aspettando che fluttui più in basso per afferrare l'oggetto. < Sono persone buone ? > Gli Uchiha, ovviamente. La domanda è tra le più innocenti e sembra persino sincero, quasi curioso. < Stai attento a loro. > Ammonisce, quasi premuroso ? Forte di chissà quale conoscenza.21:26
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Katai fa qualcosa di non previsto, porgendole il suo acquisto direttamente la Sabaku sembra perplessa, l'occhio si sgretola mentre immobile lascia che il suo disco si allunghi, a mò di fagiolo, creando una sorta di piattaforma cui si aggiungono i granelli appena dissolti ed altri dalla sua giara. <Poggia lì.> Determina con fare serioso ma allo stesso tempo eccitato, non si vede in volto, va intuito dal modo in cui la sabbia ondula appena, incontrollata. <Vedere vedere?> Aspetta quanto basta per starsene lì sospesa e fuori dalla portata dei primi ubriachi della sera, iniziando ad esaminare l'oggetto come un cane che non trova modo di aprire una serratura e vi si rende determinato. <Definisci il tuo concetto di buono...> Mugola con fare distratto esaminando i colori del bento,ne pare soddisfatta, impettendosi richiude tutto ma poi si trova a sbatacchiare le palpebre verso Katai a quel monito. Lo fissa e sembra non le sia ben chiaro se quel monito sia una sorta di presa in giro, inclina appena il capo verso la spalla destra con fare convinto ed infine batte la lingua contro la guancia destra, deve aver determinato la serietà dell'altro in silenzio. <Ma stessero attenti loro a me, io sono una Sabaku, casomai.>Però intuisce che c'è qualcosa in comune, le maldicenze sull'Uchiha, non sembra qualcosa che la tocca nell'intimo ma inizia palesemente a renderla curiosa. <Pensavo che qui ad Oto tutti quasi venerassero gli Uchiha, con tanto di statua nella piazza...>Sembra un domanda la sua seppur non suoni tale.<Via dalla confusione comunque, missione compiuta giovane allievo.> Iniziando a fluttuare verso la zona meno gremita del piazzale, ovvero proprio vicino la statua di Sasuke Uchiha
{Chk 16/30-Inn Attiva mantenimento-Movimento, Occhio di Sabbia distruzione} < Nh ?> Un mugugno, che si infrange contro la dentatura stretta e giunta dietro le labbra sottili e rosee, che solcano il viso in maniera distesa, sopra il mento - aguzzo crocevia dei suoi lineamenti. E' la sua reazione a quell'invito giunto dall'alto - letteralmente. Uno sguardo all'occhio che si dissolve in una nube di sabbia, prima di piegare ambedue le ginocchia, finendo per sostenere il peso solamente con gli avampiedi , entrambi. I talloni si sollevano mentre si accovaccia, poggiando a terra il bento acquisito. < Tieni pure il resto, non ne ho bisogno > Davvero. Non ha più un lavoro fisso, ma ora sono gli allenamenti a riempire le sue giornate - e le nocche sbucciate potrebbero suggerirlo. Prendere a pugni bersagli di legno, immaginari, non è poi il modo migliore per conservare il proprio corpo. SI è speso in quella "missione" con un piglio titubante e diffidente, ma ora sembra voler indagare maggiormente le intenzioni dell'altro, si può notare in quegli occhi di pece , stretti sotto le sopracciglia, tra quest'ultime e gli zigomi. I lineamenti tesi, le palpebre che sbattono a ritmo regolare. Indietreggia, poi, dopo essersi rialzato , lasciando che l'altro esamini l'oggetto. < Buono ? > Una domanda per un'altra, ancora. < Un individuo caritatevole, altruista, che antepone il villaggio al proprio interesse. > Uno shinobi mancato. O forse solo una Nota stonata. < Sabaku ? > domanda, a sua volta. < Mai sentito. > Sincero, forse offensivo, ma dal basso del suo metro e sessanta, innocente qual è , sembra addirittura convinto di quanto afferma. La voce grigia, atona, impossibile comprenderne le sfumature. < Tutti tranne noi. > "Noi" chi ? E' scontato, ovvio, sottinteso forse. < Mio nonno diceva che non ci si poteva fidare degli Uchiha. > Eppure ha scritto un diario, lasciatogli in ultima istanza ed ora infilato dietro la schiena, tra gli indumenti. Lo segue, diretto fuori dalla matassa di corpi e braccia e teste.21:47
Utente anonimo:
Raccatato il premio di quella missione e tenendolo abbracciato il disco di sabbia torna a sollevarsi nello spostamento verso la statua<Come vuoi> Tanto il resto era da pezzenti, nemmeno lei ci si metterebbe ad insistere sopra. <Se questa è la tua definizione di buono no, allora no.> Risponde con una semplicità schietta e fredda mentre il disco continua a scivolare in avanti. Lo osserva in tralice qualche momento, ormai giunti ai piedi della statua iniziando a levitare verso il basso fino ad una trentina di centimetri da terra. <Sei più piccolo di quanto sembri allora...Tutti conoscono il Kazekage Gaara.> Sentenzia con fare secco ma tuttavia sospetto, non sembra sarà lei a fargli lezioni di storia limitandosi a scendere dal suo piatto di sabbia per tornare in piedi, sciogliendo le gambe e pggiando i piedi come qualcuno che sta scendendo da un letto, fino a porsi in piedi. <Era saggio tuo nonno.> Ne mantiene il passato ma non indaga, si direbbe qualcuno non estremamente curioso della vita d'altri, come prima, forse curioso sì ma non esattamente invadente. <Da noi si dice che ogni quattro Uchiha sono matti in tre.> Perchè non assecondarlo del resto? Agita la mano sinistra per modellare il disco in una sorta di conca e ci butta dentro il regalo di Akainu rimpicciolendone la dimensione. <Takoyaki...Andiamo, ci ho ripensato. Li mangi almeno i Takoyaki si? C'è un posto da asporto qua dietro con quattordici salse diverse. Hop- Segui la tua mentore falso Uchiha.> Chioccia proseguendo dalla direzione della piazza da dove era cominciato il tutto a quella opposta, la parte meno affollata della stessa che porta presto in periferia{Chk 15/30-Inn Attiva mantenimento} Rifila le mani nelle tasche, piuttosto rilassato - almeno in apparenza. Le movenze fluide, precise, ma flemmatiche. Alza gli occhi verso l'interlocutore, almeno fin quando quest'ultima non decide di atterrare - o quasi. Il suo disco, comunque, si abbassa ad una portata tale da poter conversare senza rischiare una cervico-brachialgia. I capelli corvini che ciondolano ai lati del viso, indomiti, senza posa, né ordine. Il taglio sghembo dei lineamenti, che si spegne entro quegli occhi neri come frammenti d'ossidiana e , proprio come questa, riflettono la luce dei lampioni e dei negozi. < Mio nonno non si è mai interessato del mondo degli shinobi. > Taglia corto, come a giustificare le sue lacune culturali. Non vorrebbe risultare offensivo, tantomeno scortese, ma nella sua favella c'è sincerità, una sincerità tale che sembra poter ferire, proprio come il tono tagliato di quella voce grigia. < Io ho deciso di diventare uno shinobi, come i miei genitori. > Ammette ora, in una rivelazione che lo costringe al silenzio, almeno per qualche istante, gettando gli occhi addosso alla statua di Sasuke Uchiha. < Da voi sono saggi, allora. > Ribatte, risollevando il tono della voce, ma non c'è traccia d'ironia in quelle poche parole. < Mangiare ? > Domanda, retorico, senza attendere risposta. < Certo, ma offri tu. > Spilorcio. Che la gentilezza di prima sia stata tutta una messa in scena per scroccare una cena ? < Comunque sì, ho intenzione di frequentare l'Accademia. > Ammette, seguendola nella sua crociata alimentare.22:11
Utente anonimo:
Katai sembra aggiungere dettagli alla loro camminata, mentre il fagotto di sabbia divenuto quel che era un disco, aleggia a pochi centimetri dalla sua coscia sinistra. Non risponde inizialmente la Sabaku, nè sulla giustificata ignoranza dell'altro nè sulle sue intenzioni, ora che è "tornata" ad essere più bassa di lui si limita a guardarlo di tanto in tanto mentre camminano. <Certo che lo sono, siamo Sabaku.> Sentenzia inizialmente scuotendo appena il capo, ancora impossibile determinare se stia muovendo tra il serio ed il faceto, mentre inizia ad inoltrarsi tra le vie di rapida giunzione con il quartiere periferico. <Compito per la prossima volta, allora, studia i Sabaku.E magari fammi sapere che si dice di noi qui ad Oto.>Il simbolo della sabbia al collo del resto non mente ma continua a far strada con l'aria di chi sa benissimo dove andare come se vivesse in zona, con il suo sacchetto di sabbia appresso. Dev'esser, a parte la magrezza, una che manco si sforza più di allenare quei quattro muscoli che la tengono in piedi sfidando la gravità, manco il vento che almeno a quello ci pensa la sua giara. <Solo una mezza porzione, stai affamato, stai concentrato.> Cita solennemente parole di chi non si sa bene chi possa essere ma che deve aver sentito da qualche parte da come le pronuncia. Così arrivano alla parte esterna di un chiosco di Takoyaki, il Tako-Yatta, fermandosi alla finestra di asporto segno che non intende restare. <Buonasera...Tre porzioni da otto e salsa all'ostrica e curry. Ah...Una in confezione da asporto le altre due.> Sta parlando più con la cameriera dei takoyaki di quanto abbia fatto nelle ultime ore, sfoderando dalla conchetta di sabbia il nuovo bento. <Me le può mettere qui?> {Chk 15/30-Inn Attiva mantenimento} La seguo pari passo, o meglio, una fluttua e l'altro cammina, ma sono dettagli. Di tanto in tanto scocca occhiate al disco di sabbia che la sostiene, quasi sincerandosi che non si dissolva d'improvviso - o muti forma, ancora. Il discorso prende un'altra piega, virando sulle dinastie della Sabaku, finendo per abbandonare l'ossessiva insistenza verso la genealogia del giovane Deshi - e questo è un bene, almeno per lui. Appare più rilassato, quindi, ora che non si parla più del suo passato, tradendo un piglio più leggero, lineamenti meno tesi e labbra schiuse ad inalare ossigeno e fumi, aromi che aleggiano nell'aria buia, fin quando non scemano uno ad uno, man mano che si allontanano dalla piazza, in favore dei vicoli più limitrofi. E' proprio in prossimità del Tako-Yatta che decelera, lasciando che il passo si estingua in prossimità della finestra dell'asporto. Le luci dell'interno che si allungano sul selciato come grinfie d'una belva lucente e incontenibile, rinchiusa dentro quelle mura di cui osserva, per la prima volta, gli esterni. < Ahm, senza curry. > Suggerisce, imponendo la propria volontà su chi sta anche per offrire. Impertinente, forse, a tratti. < Ti importa tanto sapere cosa si dice di ...voi ? > Domanda, quasi retorico, non aspettando una risposta. < Sono impegnato con gli allenamenti, fin troppo per potermi preoccupare delle dicerie del villaggio. > Tronfio e fiero di quella che oramai è divenuta un'abitudine.22:34
Utente anonimo:
Scesa ormai dal suo disco di sabbia si trova in piedi, liberatasi del bento che porge alla cameriera la sabbia inizia nuovamente a sgranulare, sibillina, verso il foro della sua sunodeki che ancora conta il tempo alla rovescia alle proprie spalle segno che non ne sta abbandonando il controllo del tutto. Mentre aspettano si volta. <Non ti ho detto che le salse fossero per te, quelle se le vuoi te le paghi sa solo.> Trincera con fare dubbioso schioccando la lingua sul palazzo. <Nè ti ho chiesto le dicerie ma di studiare sui libri all'Accademia. Ti toccherà fare anche quello, sai?> Occhieggia le mani dell'altro vistosamente, segno che si, le aveva notate. <Prendere a pugni le cose non ti renderà un Ninja. E neanche essere così alto.> Ne sa qualcosa Shiroichi, quel commento però appare più accorato di quanto non dovrebbe. Incrocia le braccia sotto i seni nell'attesa del suo Takoyaki, facendo solo quello l'attesa non è certo lunga. <Beh, Katai Shan di Oto, è stato un piacere, cercami alla Magione Sabaku quando ti sarai messo a studiare mh?> Determina pagando le tre porzioni e le quattro salse che imbusta insieme al suo bento. Lascia la confezione a parte sul banco accennando all'altro, senza porgergliela, ancora una volta. <Ah, mi chiamo Kore. Scusa ma devo andare a far vedere al mio ragazzo che razza di pazzoide schizzato è ciao.> Così scivola via verso la periferia più inoltrata, a poche vie scompare dietro gli angoli snodando fino a casa di Akainu armata di un bento nuovo, fuori verde smeraldo, dentro con due sezioni personalizzate, rosse fuori e nere dentro, con i simboli una di Oto ed una di Suna, in ognuna delle due sezioni otto Takoyaki-Beccati questa pazzoide-
{Chk 15/30-Inn Attiva|Exit} < Tu non sei una persona buona. > Sentenzia, lapidario e diretto, in quel giudizio che formula in poco tempo, sulla base della risposta altrui - riguardo l'Accademia o le sale ? Non è dato saperlo, non del tutto , almeno. Le mani escono dalle tasche, rivelando le piccole escoriazioni sulle nocche. Così porge in avanti entrambi i palmi, in attesa dei suoi Takoyaki. O forse in religiosa preghiera. < Non paghi neanche le salse. > Termina, in uno sbuffo che rompe il silenzio creatosi tra lui ed il proprietario del chiosco. No, niente salse aggiuntive ed è inutile fissarlo ancora , dritto negli occhi. Un sospiro, profondo e liberatorio. < Sono alto abbastanza da continuare a prendere a pugni le cose. > Ribatte, senza guardarla. < Prima o poi crolleranno. > Un motto, forse - o uno stile di vita. < Il piacere è stato mio..> si sofferma. < Kore > conclude, finendo per salutare senza aggiungere altro, ricevendo la sua porzione di cena e alzando una mano, in un palmo aperto e pallido, in segno di saluto. ( E N D )