Rasetsu tira un d100, da 1 a 33 il bambino è maschio, da 34 a 66 femmina, da 67 a 100 ermafrodito
Rasetsu tira un D100 e fa 61
La reazione che s'aspettava dall'altro - pur non avendola effettivamente contemplata - sapeva che sarebbe stata quella. Anzi, ha smesso di far entrare le donne delle pulizie a pulire il laboratorio soltanto perché una ha finito con lo svenire. Quindi, ha reputato saggio evitare che qualcuno entrasse a meno che il demone non fosse sicuro. Talvolta può risultare anche abbastanza intelligente. <E' la mia bambina.> Ammette senza troppi fronzoli, come se fosse qualcosa da dire a chiunque, come se non ci fosse niente di strano. Nel frattempo, sta mettendo bene a fuoco la figura che ha davanti. Soltanto quando anche l'altro sarà rimasto immobile, cliccherà il tasto centrale e la effettuerà ufficialmente. Con un rapido switch, apre WhatsNinja in modo che possa inviare (nella chat di Shizuka) la foto di Bimbo Konbini totalmente rivestito di bende come una mummia. <Ecco fatto. Shizuka è stata avvisata delle tue condizioni.> Proprio perché il signorino non voleva farla preoccupare. Scrive anche velocemente un rapido messaggio che non menzionerà a voce - per ora - al ragazzino, ma nel quale specifica che s'è fatto male e che la cercava. Tutto qui. Il solito metodo poco convenzionale del rosso per dar fastidio al prossimo. <Sono un genetista, al momento mi sto occupando della teoria della clonazione. Ho unito due DNA di due persone aventi la stessa innata, così da ricreare un feto che avesse le loro caratteristiche ma fuori dall'utero materno. Invero è come se avessi fecondato artificialmente un ovulo. Nello specifico, c'è il mio DNA lì dentro.> Sottintende che quindi la bambina avrà le sembianze del demone per un minimo, ma anche le peculiarità di quest'ultimo nell'ambito della genetica (innata). Ne parla come se fosse la cosa più comune del mondo poiché, egocentrico com'è, gli sovviene persino naturale. Non avrebbe voluto rivelare le sue capacità ancora per un po', ma Shiroichi non è un problema grave - secondo lui - e potrebbe toglierlo di mezzo nel giro di poco - sempre secondo lui, non conoscendo le capacità e l'identità segreta altrui. Tutto normale. <Non toccare niente. Il minimo corto circuito mi stava già stressando abbastanza l'esistenza.> Perché il feto sarebbe rimasto senza nutrimento e sostentamento esterno. Mica pizza e fichi, era un problema da risolvere comunque nell'immediato, il che è una delle motivazioni per le quali passa più tempo lì che altrove. [ Chk On ] [Laboratorio] La risposta del rosso non si fa attendere <La tua bambina? Non dovrebbe essere nel grembo di tua moglie o compagna o quel che è? Lei lo sa?> chiede circospetto il ragazzino mentre torna a guardare la vasca. Ma quando il genetista gli fa la fotografia spiegandogli che è per Shizuka gli domanda <Le hai detto vero che non è nulla di grave e che non deve preoccuparsi? O le vuoi far venire un colpo?> Beh, anche il Nara ha iniziato ad inquadrare il carattere dello scienziato, non che ci volesse in realtà un anbu per capire quell'uomo ovviamente. Ascolta la risposta sul feto e sul suo lavoro <Quindi il 50 percento è il tuo DNA, l'altro 50 percento della tua compagna oppure di una persona a caso?> qui ovviamente bisogna capire se questo esperimento per quanto poco ortodosso sia per lo meno coinvolge adulti consenzienti o meno <Il consiglio l'ha approvato? O almeno l'ospedale?> Piano Shiro piano, non vorrai mica dirgli "Ehi sono un Anbu non è il caso che tu mi faccia vedere ste robe" <Però è interessante, come mai proprio la clonazione, a che scopo?> Non ne sa molto del funzionamento, ma almeno le parole DNA e Clonazione sono note al ragazzino. Il rosso lo ammonisce sul fatto di non toccare niente e lui risponde <Figurati, non sono competente, non tocco nulla, sono solo curioso> risponde serio, per chi lo ha preso? Mica è un bambinetto qualsiasi che si mette a correre in giro per un laboratorio premendo tutti i bottoni a caso come fosse una ragazzina in tutù di un famoso cartone animato di quando era piccolo. <Per curiosità, come mai mi hai portato qui? Se volevi dare un'occhiata alle ferite avresti semplicemente prendere una stanza del pronto soccorso no?> chiede incuriosito da tutta questa apertura da parte dello scienziato che di solito è tutt'altro che loquace sui suoi affari. Agita la mancina in aria come a voler scacciare l'argomentazione da lui fatta circa la posizione del feto in quel momento. Infila il telefono nella tasca posteriore con l'ausilio della gemella, avviandosi poi verso uno degli armadietti d'acciaio posti sulla sinistra dell'ingresso, dietro una tendina fatta apposta per nascondere quell'angolino di stanza. Il laboratorio non è particolarmente enorme, ma è perlopiù occupato dal feto e dal suo utero artificiale. V'è un tavolino metallico posto centralmente con diversi macchinari quali postazioni computer - almeno due - e microscopi. Un registratore è appeso ad un chiodo di fianco ad un altro pc posto sulla parete frontale e sulla sinistra del costrutto machiavellico del rosso. Sul lato destro, invece, vi è un lavandino in cui è possibile lavare anche tutti gli altri attrezzi che son posti nelle immediate vicinanze come tubicini, bisturi e contenitori di diverse dimensioni. <Ti ho spiegato poc'anzi che ho cercato di ricreare un utero artificiale nel quale far crescere il bambino. Potrebbe essere una svolta per tutte quelle madri che non possono portare in grembo il nascituro, se vuoi vederla nel modo più positivo possibile. A me non interessa.> Si stringe nelle spalle, ragionando come farebbe Shizuka per quanto riguarda la possibilità d'aiutare una madre in difficoltà. Ci potrebbe fare anche bei soldini e si raggela per aver pronunciato la sua mancanza di interesse. Ci ripenserà a tempo debito, per il momento si morde soltanto la lingua mentre inizia a sbottonare distrattamente i vari bottoni della camicia - uno dei quali anche sbottonato ed un altro infilato nell'asola del precedente. <Le ho detto che sei ferito gravemente e che la stai cercando.> Il solito stronzo, ridacchiando sotto gli immaginari baffi - non avendone. Infila la camicia sporca appallottolata sul fondo dell'armadietto, così da recuperarne una nuova. Tenta di buttarci sopra qualche altra cianfrusaglia come il camice ivi appeso, così da nasconderla - bianco con bianco. Dokuhiro è un fottuto cane da tartufo. Se ne infila un'altra soltanto per le maniche, uscendo da quel suo nascondiglio improvvisato. Shiroichi potrà notare la sua magrezza contandogli le costole se sol volesse. La pelle è totalmente pallida ed è possibile distrattamente intravedere le vene nerastre che gli attraversano il corpo, rispetto al classico violetto. Anche attorno alle iridi, qualora vi avesse fatto caso, i capillari hanno tonalità nerastre piuttosto che rosse come ci si aspetterebbe da un comune essere umano. A primo acchito, passerebbe anche inosservato abituatisi come si è alla normalità. Sul fianco mancino, ad altezza fegato, v'è una piccola cicatrice da taglio. <Stai iniziando a fare troppe domande delle quali non dovrebbe interessarti, Bimbo - Konbini. Devo pensare che sei una spia?> Gli rivolge un'occhiataccia di sottecchi, iniziando ad abbottonare i primi bottoni e lanciando, di tanto in tanto, un'occhiata all'utero onde evitare che ci siano complicazioni delle quali non s'è minimamente accorto. <Orochimaru era in grado di replicarla. La totalità del clan Uchiha era composta da Cloni dell'Uchiha originale. Quindi, perché non ricreare anche io questa peculiarità? E non necessariamente per il clan Uchiha.> Che comunque sarebbe un gran vanto, ma Kioshi non era d'accordo, rivoluzionando di fatto il clan dalle sue fondamenta. Solleva gli occhi in sua direzione, aggrottando le sopracciglia. <Mh? Io non intendo curarti. Dovevo cambiarmi la camicia.> Non ha neppure le competenze per curarlo, figurarsi se poi ne ha intenzione. [ Chk On ] [Laboratorio] Ascolta la risposta su Shizuka <Tu sai vero che anche io ho il numero di Shizuka e posso subito smentire ciò che hai detto?> chiede con scherno mentre inizia a prendere il cellulare dal porta oggetti e si accinge a scrivere un messaggio di rettifica a Shizuka. Osservando la stanza con più attenzione il detective-anbu nota sempre più cose in quella stanzetta che sembra più angusta di quanto non sarebbe se non ci fosse la vasca con il feto. <Beh comunque, usata bene effettivamente potrebbe essere una buona invenzione...> si limita a dire senza aggiungere altro non volendo nemmeno immaginare per il momento cosa lo scienziato voglia in realtà farci. Lo vede cambiarsi e nota effettivamente la carnagione chiara e asciutta coperta da vene più scure del normale, chissà se è una caratteristica comune a tutti i Kokketsu oppure se è il pallore di Rasetsu a rendere così marcato il sangue nero del suo clan. <Mi fai vedere il tatuaggio di cui parlasti quella sera?> chiede incuriosito il genin memore degli avvenimenti di quella sera, almeno prima dell'alcool e della droga di cui il ragazzino ovviamente non sa ancora niente. La mano destra è ancora sul cellulare mentre digita il messaggio da mandare alla sua amica per evitare di farle prendere un infarto per colpa di uno stupido scherzo. <Sono semplicemente curioso, non puoi mica portarmi qui e aspettarti che non ti faccia domande, qualsiasi persona un minimo intelligente sarebbe incuriosita da questa tecnologia> dice il ragazzino fingendo di non aver capito che lo scienziato si riferisse alle domande sul consiglio e sull'ospedale. <Come se vedessi una chimera impagliata in casa mia, ti verrebbe da domandarmi come l'ho ottenuta chi l'ha uccisa e... se ho imparato a conoscerti un minimo se puoi prendere campioni per qualche strano esperimento no?> chiede in modo retorico <Beh vista così non sembra una cosa troppo male, potrebbe essere anche utile per far ritornare in auge abilità innate di ninja del passato, se fosse una cosa autorizzata potrebbe portare ulteriore sicurezza al villaggio, e chi lo sa, magari potremmo recuperare terreno sulle chimere e riprendere i vecchi villaggi uno a uno> prova a vederla in positivo ancora una volta il ragazzino, criticare lo scienziato non gli farà di certo avere altre informazioni e anzi potrebbe veramente farlo insospettire sulle sue attività lavorative, meglio essere più circospetti. <Ah ok...> dice il ragazzino un po' interdetto <Quindi volevi un po' di compagnia? Allora ti sto un po' simpatico!> dice sorridendo allegro quasi come a prenderlo un po' in giro dato il suo voler sembrare un antipatico pezzettino di sterco tutto il tempo; quanto in realtà lo sia ancora non è dato saperlo, almeno all'anbu. Smette di abbottonarsi per focalizzare la propria attenzione a ridosso di Shiroichi. Può contattare Shizuka direttamente e smentire. <E allora perché cazzo non l'hai contattata fin da subito?> La domanda sorge quanto più spontanea possibile, denotando sorpresa nel tono utilizzato dal demone. E' pur vero che anche la risposta che potrebbe ricevere sarebbe quanto più ovvia possibile. <Ci guadagnerei un sacco.> Perché ovviamente si farebbe pagare non poco. Inoltre, avrebbe a disposizione un singolo macchinario quindi per un numero preciso di mesi potrebbe accontentare soltanto una famiglia. Chissà. C'è da ragionarci sopra. Il demone è bravo in questo, quanto meno. <Mh? Ah, sì.> Riferendosi al tatuaggio che porta dietro la schiena e che gli copre sino alle spalle (soltanto sulle braccia come se fosse una maglietta a maniche corte). Sul davanti ha soltanto i rimasugli delle estremità. Si girerebbe di spalle, abbassando la zona superiore e mostrando l'intera schiena - per quanto magra - completamente tatuata. Uno scheletro è disteso con le braccia dietro la nuca e una gamba incrociata sulla gemella, sdraiato s'un letto di banconote che fuoriescono da quella sorta di bara che fungerebbe da sostegno. Le banconote s'estendono sin sulle spalle. <E' figo, eh? Lo è!> Era convinto fin dall'inizio quando se l'è fatto fare, quindi è quasi sempre stato un suo vanto quando poteva mostrarlo. D'altronde, trattandosi del tatuaggio d'uno Yakuza, per quanto famoso e potente fosse, non poteva certo portarlo come una bandiera ben visibile. <Sì, certo, ma non mi viene da chiederti se il Consiglio è a conoscenza che hai una chimera impagliata in casa e per quale motivo non se la siano tenuta loro per farci degli esperimenti. Sulle chimere si sa veramente poco.> Fa spallucce come a voler far decadere il discorso, ma un bambino intelligente potrebbe intuire che sotto sotto il demone non si fida. Non si fida di nessuno, neppure di sé stesso talvolta. E' diffidente verso l'intero genere umano a meno che non si tratti della propria famiglia, alla quale deve tutto e della quale ha sempre tentato di prendersi cura (sempre a modo suo). <Ma che ve ne frega dei villaggi esterni? Cioè, magari riuscire a debellare la minaccia delle chimere sarebbe tanta roba, ma a me non interessa tornare alla vecchia Kusa. Insomma! Ho il mio lavoro attaccato al luogo di divertimenti migliore del mondo. Quand'ero a Kusa, potevo divertirmi soltanto nel mio locale oppure andare al Tanzaku, fuori dai confini del villaggio!> A lui non tornerebbe niente indietro, neanche il suo vecchio locale data la sparizione di Yukio dalle cartine geografiche. Fa roteare gli occhi all'ultimo commento dell'Anbu, continuando ad abbottonarsi la camicia e schioccando la lingua contro il palato. <Fai una cosa... lasciami solo che devo lavorare.> Ecco. L'antipatia del Kokketsu. [ Chk On ] [Laboratorio] <Non volevo disturbarla e farle prendere un colpo, ho pensato che vedermi dal vivo sulle mie gambe le avrebbe destato meno preoccupazioni!> Dice onesto il ragazzino, scrivere alla ragazza "Sono la controfigura del secondo tsuchikage" non sarebbe stata la migliore delle idee a parere suo. Osserva con attenzione il tatuaggio che lo scienziato gli mostra con orgoglio, non ne sa niente di yakuza e cose simili ma il tatuaggio, per quanto macabro gli piace sul serio <Ma lo sai che sì? È veramente figo, anche se non è il mio genere, però sarebbe figo anche un bel cupo mietitore!> risponde onestamente, per essere un bravo ragazzo il giovane Nara ha dei gusti piuttosto macabri, ma si sa, quando si vive nelle ombre non necessariamente si hanno interessi normali. <Beh a me sì, dopotutto come hai detto tu, per la ricerca genetica sarebbero una miniera d'oro e da bravo shinobi quale sei dovrebbe essere anche una tua preoccupazione, non lo insegnavano ai tuoi tempi all'accademia ninja?> Stai dando del vecchio a Rasetsu, Shiro? <Beh è il principio! Perché dovremmo lasciare loro le terre che un tempo erano nostre, o viaggiare per il mondo, io sono nato su una montagna innevata e non ne ho mai vista una dal vivo, mi piacerebbe potermi muovere oltre le quattro mura del villaggio senza rischiare l'osso del collo ogni volta> dice onesto, il suo è solo spirito di avventura e curiosità, proprio come si conviene al suo carattere. Lo scienziato ovviamente ha finito la sua dose di socialità giornaliera, almeno da sobrio e decide quindi che è tempo che i due si salutino. <Va bene, ma avrei due domande prima! Come la chiamerai quando nascerà? > indica il feto nella vasca con un pollice <E due, mi dai il tuo numero? Così magari quando nasce me lo dici? Sono curioso di vedere come la cosa va avanti!> ovviamente la seconda domanda è solo una scusa per tenere d'occhio il chuunin ed evitare che questo faccia qualcosa di più illegale di quanto già non sembri questo esperimento. Nel frattempo preme invia sul cellulare per il messaggio a Shizuka e posa il cellulare nuovamente nel borsello porta oggetti alla sua destra. Shiroichi gli rivolge pure una risposta che ha del serio, mentre il demone scuote il capo sconsolato. Terminato di chiudersi la sua fatidica camicia bianca, il rosso non farebbe altro che avvicinarsi al retro della porta laddove ha appeso il camice. Lo infilerebbe senza neanche troppi fronzoli, palesando il badge con la sua faccia da pesce lesso (non molto dissimile dall'avatar in chat) appeso al taschino sulla sinistra. <Shizuka sa anche tatuare se t'interessa. Non credo ti tatuerà mai adesso, specialmente un cupo mietitore. Lei è più per le cose carine e coccolose.> Non proprio... però lascia intendere di conoscerla veramente molto bene, eh. E' sicuramente il suo opposto, ma allo stesso modo possiede l'innata di sangue nero. Quindi, quel lato oscuro e tenebroso farà parte anche del mondo della rossa. E poi sono rossi entrambi! <Se lo insegnavano, a me non interessava. Ho seguito le lezioni soltanto per ottenere il grado Genin. Dopodiché me n'è sbattuto il cazzo di tutto il resto.> Molto semplicemente parlando. Figurarsi degli ideali. <E poi parliamoci chiaro... il nostro Kage era Yukio. Era il ninja meno incline al comportarsi come gli altri.> Quindi, non aveva niente a che vedere con un'ipotetica Furaya legata ai dogmi e alla storia del passato, nonché venerando i vecchi Kage prima di lei che hanno fatto la storia. Era tutto gestito dai Kokketsu. Era il suo fottuto regno e non poteva che esserne più appagato di così. Adesso è come se continuasse a mancargli qualcosa. <Cazzo, potrei tornare al Tanzaku.> Che è tutto distrutto, Rasè... collega i neuroni, capisco che ti sia appena ripreso dalla botta, ma è anche vero che bisogna svegliarsi ad un certo punto. Già non dormi mai. A proposito del nome della bimba, il demone si blocca di colpo perché non sa assolutamente che pesci pigliare. Ha provato a disquisire del nome con Dokuhiro, ma dubita che si sia trovato un accordo. Lui un parere ce l'ha. Deve soltanto farlo accettare anche alla partner, altrimenti deciderà da solo come suo solito avvalendosi del fatto d'aver creato quella bambina con le sue sole forze (e di Shizuka... e l'ovulo di Dokuhiro, ma sorvoliamo per piacere! Si arrampicherà sugli specchi come suo solito). <Salvatelo.> Lo menziona ad alta voce, come fatto con Reykas, così da dargli modo di memorizzarlo in rubrica davanti a lui. <Fammi uno squillo.> Shiroichi quanto meno non finirà bloccato come Reykas appena varcata la soglia di quel laboratorio. Vediamola così. Conseguentemente si dovrebbero salutare, anche perché il rosso inizia a diventare impaziente quando non lo lasciano solo nel laboratorio. [ Exit ] [Laboratorio] Il ragazzino ascolta il chuunin <Lo so, me l'ha detto anche lei, dovrò aspettare di essere maggiorenne, o magari quando diventerò Chuunin i miei si decideranno a darmi il permesso e quindi potrò aspettare un po' meno> dice onesto alzando le spalle <Poi mi ha fatto un bel disegno Shizuka, ovviamente vorrei farmi tatuare da lei, se è brava sulla pelle la metà di quanto è brava su carta verrà un tatuaggio della miseria!> dice gasato il ragazzino. <Ah... adesso capisco> Il ragazzino è abbastanza ferrato sulla storia di Konoha e tende a vedere le cose quasi solo sotto quel punto di vista deve ancora capire che all'epoca i villaggi erano differenti e non sempre c'è stata concordia, almeno apparente, tra di loro. <Sono certo che faceva dei begli affari> dice parlando del locale del genetista, più per dire qualcosa che perché effettivamente ci creda, dopotutto, chissà che tipo di gente frequentava quel posticino. Prende nuovamente il cellulare e salva il numero di Rasetsu in rubrica e gli fa uno squillo in modo che anche lui possa salvarsi il suo. <Fallo scegliere alla tua compagna, almeno si sentirà parte del progetto in qualche modo> dice il ragazzino come consiglio non conoscendo effettivamente chi sia la partner dello scienziato. Detto questo il ragazzino apre la porta alle sue spalle e esce dal laboratorio chiudendosela dietro, certo che lo scienziato non vorrebbe che quest'ultima venga lasciata aperta. Dopo di ché procederà verso l'uscita dell'ospedale ancora incerto sul da farsi e se parlare o meno agli anbu del piccolo progetto dello scienziato, sarà di certo argomento di uno dei prossimi incontri con il lato buono dei Kokketsu; ma questo forse meglio non scriverlo per messaggio. Una volta uscito dall'ospedale il ragazzino si dirigerà verso Konoha dove punta ad allenarsi per migliorare le sue abilità con l'innata.[END]