Una leva per sollevare il Mondo
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Giocata di Corporazione
Giocata del 29/08/2022 dalle 10:53 alle 15:18 nella chat "Quartiere Povero"
[Quartiere Povero | Strada principale] Cielo terso. Neanche una nuvola all'orizzonte, mentre un sole caldo come quello del deserto, irradia qualsiasi cosa si trovi priva di riparo. Uno scenario quasi piacevole, invero, ma che si contrappone ad una realtà decisamente meno rilassante. Il sipario di oggi, infatti, si apre sul distretto povero di Kirigakure. Una zona del grande Villaggio dei Sei che non sembra esser stata toccata dallo sviluppo economico e tecnologico. Anzi... sembra quasi di trovarsi catapultati dieci anni indietro nel passato. Ebbene, è proprio qui che Tenjiro ha deciso di trascorrere la propria mattinata. Il quartiere povero del villaggio della nebbia ha occupato un posto fisso nei pensieri dello Hyuga e della giovane Shizuka... ed è il momento di prendere in mano la situazione e fare effettivamente la differenza. Per questo motivo, il buon Ten passeggia a passo lento per le vie di una realtà devastata. Si presenta ammantato da un giaccone rosa con motivi floreali, mentre sotto di esso inforca un leggero kimono nero e un haori bianco riportante la scritta "Hyuga" sulla schiena. I capelli corvini, a tratti macchiati dal bianco dell'età che incalza, sono raccolti in una coda di cavallo poco curata e parzialmente nascosta da un ampio cappello di paglia. Come al solito, non manca di mostrare al mondo l'handicap che lo caratterizza da ormai quarant'anni. Una vistosa benda nera copre l'occhio destro, ormai compromesso, mentre l'occhio sinistro sfoggia le tonalità perlacee che permettono a chiunque di riconoscere il suo lignaggio anche senza leggere cosa ci sia scritto sul giaccone. Le leve inferiori si alternano con calma e solennità. Per quanto pacifico e placido, Tenjiro è un uomo dalla stazza considerevole e dal portamento fiero. Il retaggio di un'educazione di tipo nobiliare è pesante in lui, ma stempera la cosa in un'indole anche fin troppo bonacciona. <Mattaku...> Borbotta, gettando l'occhio di qua e di la nel distretto. Ovviamente il distretto fa la stessa cosa con lui, considerando che Tenjiro tende ad essere un pugno in un occhio già in condizioni meno esagerate di questa. Eppure, non sembra interessargli. <Le condizioni di questo quartiere sono critiche, temo...> Ma questo è risaputo. Quindi cosa ci fa lì? Lo scopriremo. Per ora avanza al centro di un viale dove il tema costante e ricorrente è la povertà assoluta. Lui, a confronto, sembra quasi un magnate.11:03
Utente anonimo:
Dovendo lavorare al confine tra Suna e Kiri quella sera, come uso dei Sabaku quel giorno di missione gli allenamenti sono sospesi, ha deciso di superare quindi quell'altro lato della barricata aspettando notizie da Akainu e Nairoshi, seppur lo smartphone al tascone destro del pantalone sia silenzioso e non emetta urli di capra indesiderati. Assieme a quello pochi sono gli effetti personali che porta con sè e sembrano tutti adatti ai tasconi laterali dei pantaloni verde oliva a vita bassa, aderenti sui lombi e ben più comodi sulle gambe magre fino ad un restringimento lieve appena al di sopra delle scarpe da outdoor color terra. Un kunai, un futa con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra occupano quelle posizioni, apparirebbe disarmata non fosse per la giara, che occupa tutta la sua schiena, legata alla vita da una fascia verde smeraldo che risale poi ad appendere lungo la spalla destra. Eppure non ha peso per lei la Sunodeki, questa appare come una clessidra in vetro ambrato, traspare sul cumulo di sabbia disposto alla metà inferiore che si mostra in quel momento quieta. Sotto quella fascia si riconosce una maglietta, una canotta dalla spallina spessa tre dita, indumento sportivo e dell'uniforme colore verde oliva come i pantaloni. I biondi e corti capelli sono scarmigliati intorno al viso pallido e magro come tutta la sua figura, ogni osso visibile e parzialmente celato come le costole sembra voler sporgere a ricordare la minuta magrezza della figura della fennec, nessun orpello se non il coprifronte portato al collo, il simbolo della sabbia non viene celato su quella figura che stenta nel mostrare la sua reale età, apparendo nella minutezza ancor più infantile. Gli occhi dalle note del miele di mandorlo misto a sabbia sono contornati di nero, una colorazione delle palpebre interna tipica del tratto canidae a circoscrivere uno sguardo tondeggiante che per pura casualità sembra farsi curioso alla vista di un giaccone rosa, ne segue come farebbe qualsiasi creatura curiosa in silenzio, leggendone la scritta persino, un collegamento forse notorio, iniziando a seguirlo per puro disinteresse apparente. Rispetto a Tenjiro grazie alla sua giara pare più spessa che alta, il che quando si trova ad un paio di metri dall'altro la porta ad usare quell'imponente figura come uno scudo umano er evitare contatti, anche occasionali, coi passanti. è ormai ad un metro da lui quando un mugolio ridesta la visibile attenzione, rendendosi conto che l'uomo parla da solo, mentre ne ha scorciato solo parte del profilo. <Hanno fatto una specie di studio, qui, hanno visto che posando a terra una carta nel giro di una settimana il punto è diventato un posto dove tutti buttavano qualcosa.> La voce è più matura dell'aspetto, soffice sotto taluni aspetti, eppure la sillabazione è fredda ed asettica, così irrompe verso quella schiena rosa. <Lasciandolo pulito nessuno ci buttava nulla...Il succo del quartiere è che degrado chiama degrado.>Kore, impegnata per la pace nel mondo così, enunciando fatti e basta pare. [Quartiere Povero | Strada principale] Continua a guardare qua e la, cercando apparentemente qualcosa che non è stato ancora specificato. Cosa potrà mai volere uno Hyuga dal quartiere povero di Kiri? Tuttavia, prima che si possa giungere a questa conclusione, una voce femmile spezza il silenzio alle spalle dell'omone. <Mh?> Troppo delicata per poterlo spaventare o mettere in allerta. Inoltre, se fosse stato un ladro o un malintenzionato non avrebbe avuto la cortesia di avvisarlo mentre ancora fuori dal campo visivo. Poco male. Tenjiro mugugna pensieroso, arrestando il passo e voltandosi quanto basta per buttar la coda dell'occhio sinistro verso le retrovie. L'iride perlacea si posa su una ragazza decisamente più bassa di lui, che sembra desiderosa di iniziare una conversazione. Le regole dell'educazione e delle buone maniere imporrebbero un approccio differente, oltre che una reazione differente da parte del vecchio Hyuga. Eppure le da corda senza pensarci neanche per un istante. <Ah si? Non ne ero a conoscenza!> Sorpreso. Quasi in maniera infantile. Tenjiro si mostra da subito per il bonaccione che è. Certo un bonaccione molto imponente e dalle alte aspirazioni... ma sempre tale rimane. <Certo è che...> preambola, voltandosi completamente verso la ragazza per poterla avere completamente sott'occhio. <... se invece di perdersi in studi dalla dubbia utilità, cercassero di dare una mano a questa povera gente, ci sarebbe meno degrado ad attirar degrado. Che ne pensi?> Vuole seriamente sapere il punto di vista dell'altra, seppur la conosca appena. Entrambe le braccia si incontrano ad altezza dell'addome, rifugiandosi l'una nella manica della gemela e ivi sostando. L'espressione del vecchio è serena. Rilassata. Occhi e sorriso assecondando questa impressione, mentre le labbra si schiudono ancora per dar voce ai suoi pensieri. <Una cattiva abitudine può essere difficile da cambiare... ma non impossibile da correggere. Mi piace pensare che queste persone si siano involontariamente abituate a questo tenore di vita. A tal punto da far propri dei comportamenti che vanno contro i loro stessi interessi.> Come quello di rifiutare le cure dei medici degli altri paesi. <Ma... non mi sembra una giustificazione valida per lasciare la situazione così com'è.> Sta già parlando troppo e non si sono neanche presentati. A tal proposito. <Perdona la maleducazione...> manco avesse iniziato lui il discorso! <Io mi chiamo Tenjiro.> Il cognome verrà in un secondo momento. Forse. Per ora le formalità non son di casa.11:33
Utente anonimo:
Si trova ad un metro da Tenjiro, usato come scudo umano, a fermare i suoi passi leggeri quando questi si volta, dal basso gli occhioni colgono la sua figura, dai piedi alla benda, fino all'occhio buono ed il suo colore, apparendo tondi e carichi di una curiosità ardente. Pur odiando le persone sembra che trovi sempre qualcosa di interessante da ascoltare, osservare, spiare persino, tra le pieghe di un silenzio o di una parola. Le labbra sottili e scure si sollevano appena, sghembamente sulla parte sinistra del viso, man mano che quella considerazione sul degrado si fa sillaba nell'altro, fino alla questione finale che chiede la sua opinione. <è vero, ed è il suo giorno fortunato, può iniziare già da oggi a cambiare le sorti di questa città...Un'occasione d'oro, stasera io ed il mio team sposteremo i detriti a confine tra Kiri e Suna> Le mani ossute accennano al suo coprifronte, allungandosi poi verso di lui come ad esporre le braccia. <Un signore alto e spesso come lei sarebbe di grande aiuto a questa piccola creatura non le pare?> Non sta cercando di sbolognargli la fatica, vero? Vero? è assai raro che si mostri tanto affabile, seppur la voce mantenga quella nota di oggettivo distacco come se qualsiasi parola da lei pronunciata fosse una sorta di sentenza. Quella curiosità è la stessa che porta gli occhi intorno a sè, nuovamente su quella via degradata scartando dalle crepe sui muri ai vagabondi già su di giri e di alcool di buon mattino, come se stesse considerando la questione dell'abitudine. <C'è un detto, si torna sempre dove si è stati felici, è qualcosa di volontario.> Dinoccola dopo averne ascoltato il nome, tornando sull'altro con quell'atteggiamento che dal basso sembra molto distante dal suo abituale, ma Tenjiro è del resto l'unica cosa pulita di tutto il quartiere o non l'avrebbe scelto come scudo umano. <Involontariamente l'esistenza ci riporta anche nell'infelicità, meccanismi di ripetizione. Una sorta di rivalsa intima, come se la nostra anima volesse superare i dolori in cui ha fallito...Sulla tua giacca c'è schitto Hyuga, perchè un Konohano gironzola qui?> Così ha accolto quella presentazione dell'altro, con una curiosità visibile ed una deduzione probabilmente errata. <Io mi chiamo Kore...Ci aiuterà coi detriti signor Tenjiro?> [Quartiere Povero | Strada principale] Ridacchia divertito quando l'altra inizia a rivolgergli la parola. La mano destra abbandona l'abbraccio con la gemella, venendo poi portata dietro la nuca per una carezza imbarazzata. <Yare, yare...> Bofonchia. <Temo che non sia possibile...> E non perchè non ne abbia voglia. Chiunque lo conosca sa benissimo che si sarebbe offerto volontario per farlo. Tuttavia, pare che questa volta non sarà così. <Indubbiamente.> Ammette alla considerazione dell'altra, aggiungendoci anche del proprio in calcio d'angolo. <Ed ognuno dovrebbe essere tenuto a fare ciò per cui è maggiormente predisposto. Com'è esattamente che una ragazza della tua costituzione si ritrova a dover spostare dei massi tanto pesanti?> Una domanda ingenua, che nasconde in se anche la volontà di scoprire se la ragazza è in realtà dotata di capacità che sfuggono alla vista semplice. Dopotutto... è pur sempre nel quartiere povero di Kiri. Ad ogni modo, è proprio la questione Kiri che attira maggiormente la sua attenzione e che richiede il proprio intervento. <Stento a credere che qualcuno qui si ricordi effettivamente cosa significa essere felici. Non è la ricchezza a far la felicità, ma dall'altro lato... sicuramente la poverta assoluta, le scarse possibilità di sopravvivenza, l'emarginazione sociale...> e il lungo prosieguo dei problemi di questa comunità <... non creano le condizioni ottimali per essere in grado di provare un sentimento simile. Quindi... mi permetto di suggerire una versione differente del tuo postulato.> E' calmissimo. E' solo un gran chiacchierone. <Si torna sempre dove si è stati meglio.> Non necessariamente felici. L'alcol può essere una risposta momentanea, ma non la soluzione. Ad ogni modo, si stringe nelle spalle e sospira quando l'altra enuncia la sua nuova considerazione sulla vita. <Hai una visione molto disillusa della vita, nonostante la tua età.> Si permette di azzardare una stima fittizia dell'età altrui. Non la enuncia, ma ad occhio e croce è sicuramente più giovane di lui di una trentina d'anni. <L'Esistenza è un susseguirsi di esperienze. Positive e negative. Lasciare che quest'ultime influenzino il proprio futuro e le proprie scelte è un vero peccato. Bisognerebbe trarre insegnamento dagli errori.> E lui lo sa per esperienza diretta. Per fortuna Shizuka lo ha tirato fuori dal suo loop deprimente. <Immagino che potrei fare la stessa domanda.> Ridacchia divertito, posando lo sguardo sul simbolo di Suna che svetta al collo di lei. <La risposta è più banale di quel che può sembrare. Cerco un modo per cambiare le sorti di questa città.> Riproponendo le parole di poco prima, così che siano d'impatto. <Vorrei tanto, Kore-chan.> Si prende già delle confidenze, magari anche risultando invasivo o scortese. Tuttavia è fatto così... Tenjiro è un po' l'amicone di tutti. <Ma ho il turno serale in ospedale, oggi.> Le svela un piccolo segreto. Lui lavora già per aiutare le persone. A prescindere dalla provenienza geografica. <Sfrutto il tempo libero di questa mattinata, prima di prepararmi per andare in reparto.> La guarda per un attimo e un'idea gli balena in mente. <Sembri conoscere discretamente bene queste zone. Dove stavi andando? Magari possiamo fare due passi insieme in quella direzione... e nel mentre mi mostri qualcosa.> Una proposta onesta. Lei potrà girare di fianco al suo caro scudo pulito. Lui potrà continuare il discorso, seppur senza interrompere la ricerca.12:20
Utente anonimo:
Inclina appena il capo, scrutando l'altro, nel seguire con fare attento le giustificazioni imbarazzate, ma il sorriso lievemente storto si inclina maggiormente in un'espressione furbagnola, una provocazione sottile che affila appena il suo sguardo. La voce si abbassa di un paio di ottave come a render udibile un bisbigliato segreto. <Sembra ancora troppo giovane per essere in quella fascia d'età che dispensa buoni consigli sulla conduzione delle vite altrui Toshiro-san, proprio sicuro di essere così impegnato?> It's a trap, Toshiro, che dovrebbe rifuggere a quella profusione mascherata da adulazione, il succo di una giovinezza comunque evidente ma che non lesina la questione sulla sua incapacità di spostare i massi. Le braccia secche si abbandonano più morbidamente lungo i fianchi, la sua espressione si appiattisce nuovamente, il capo si raddrizza ad una nota seriosa. <Sono brava coi meccanismi di leva.> E a cercare gente da convincere a sgobbare assieme a lei a quanto pare, la risposta è breve, un conciso che sembra non ammettere questioni seppur lo sguardo si sollevi qualche momento, un pensiero smuove la lingua a carezza del labbro superiore, da sinistra a destra dove la punta sospinge l'angolo e quel meditabondo momento così muore, leccato via nel silenzio di chi ascolta la questione altrui rinnovando il proprio interesse come una distrazione valida più sugli altri che su sè stessa. <Può andare immagino.> Limita in merito al postulato prima che gli occhi mostrino un fremito, un dilatarsi leggero quanto improvviso. <Disillusa...> Arriccia le labbra come se ci pensasse sopra, surclassando la questione dell'età che la vede avvezza a dover ribadire una vecchiaia che non mostrano i tratti emaciati. Quando sente parlare di ospedale tuttavia la mano sinistra si solleva, le dita scartano tra i corti capelli biondi pettinandone appena all'indietro per rilasciarne poi più scarmigliati che in precedenza. <La mia unica amica lavora in ospedale, magari la conosce, Shizuka-chan...Piccola, tanto fru fru, amante del blu e delle farfalle...> Inizia ad enunciare cose, come se dovesse rendere riconoscibile il ninja medico da dettagli come "ama le farfalle" in maniera assai giustificata, quasi quelli fossero i dettagli rilevanti di una personalità e quindi meritevoli di riconoscimento. Inizia a camminare a quella proposta dell'altro. <Beh, non è esattamente colpa nostra se hanno schiaffato il quartiere peggiore proprio a confine con Suna> Semplifica in merito alla conoscenza del luogo. <I rapporti con Kiri possono essere delicati per il mio clan. Ci mandano spesso qui per aiutare a pulire o ricostruire.> Sul perchè siano tanto delicati non ne fa menzione, nè cita il clan esplicitamente come se la giara enorme appesa contro la schiena dovesse parlare sempre da sola nel suo desertico silenzio, eppure il passo deciso sembra far da guida a quello dell'altro. <C'è una specie di mercato nero dell'alcool qualche via più in là, glielo faccio vedere se lei si occupa che nessuno mi tocchi.> Rallenta e lo guarda, doverosamente dal basso, cercandone l'occhio sano. <Non mi piace che la gente mi tocchi.> Un sussurro, quasi un bisbiglio, che vuole spiegare come chiudere la questione ad un palese -così è, punto, sia accettato e scritto sulla sua stele di Rosetta-.<Tanto devo aspettare gli altri della mia squadra, le mie leve non servono a nulla se non ci sono braccia a spingerle...Sono una creatura creativa, non infinita.> [Quartiere Povero | Strada principale] Si apre un sorrisino beffardo sul volto dell'omone, quando l'altra ribatte sulla sua presunta età. <Finalmente qualcuno che non mi da del vecchio!> Rigira la frittata in maniera tale da restare il più conviviale possibile. <Ho sempre avuto questa propensione al suggerire agli altri quello che ritengo sia meglio per loro.> Si gratta la guancia per qualche istante, ridacchiando e realizzando che... <E' un po' arrogante, lo so.> Ma ritiene di farlo a fin di bene e soprattutto <Non riesco a farne a meno.> E' la pura verità. Solleva le spalle per un istante, puntando lo sguardo in avanti e camminando con calma e costanza. <Immagino che sia il voler evitare che altra gente commetta i miei errori. Tutto qui.> E' sulla base delle esperienze personali che si esprime, sempre. Anche quella sull'inclinazione professionale e predisposizione fisica... era una considerazione che affondava le proprie radici nel passato. <Ammetto di non esser stato troppo impegnato per... circa trent'anni.> Ancora una volta si massaggia la testa con fare imbarazzato. <Ma ormai è parte del passato. Ho qualcosa in cui profondere impegno ed energie, ormai.> Non che all'altra interessi sul serio la cosa. Sembra star quasi parlando con se stesso. Una frase il quale scopo è autoconvincersi di ciò e darsi forza. <Meccanismi di leva.> Ripete, portando le mani dietro la schiena e raccogliendole ad altezza della fascia lombare. <Niente male, suppongo. Sicuramente sarà utile allo scopo!> Non si abbatte mica, lui. Ne tanto meno vuole che lo faccia l'altra. <Non è importante quale sia la dote di cui disponiamo. L'importante è sfruttarla come si conviene. Dopotutto... ognuno di noi ha un ruolo da ricoprire, no?> Insomma, cerca di valorizzare quel tratto anche se apparentemente banale. Potrà osservarlo di profilo, mentre avanza, non tentennare neanche una volta mentre pronuncia parole ritenute incoraggianti. Tenere alto il morale delle persone sembra essere il suo passatempo preferito. <Come dici?> Ovviamente si riferisce a Shizuka e alla descrizione che ne segue. <Oh, la conosco eccome!> Non può che strappargli un sorriso, questa improvvisa coincidenza. <E' la mia nipotina!> Ma questo non le è stato ancora ufficialmente notificato(?). Lo ha scelto lui, perchè si. <E' una ragazza stupenda e dal potenziale straordinario. Lavoriamo insieme in ospedale, sai? Ed è terribilmente più brava del sottoscritto.> Ride sotto i baffi, per nulla ferito dalla cosa. Non sembra essere un problema. Ad ogni modo la discussione prosegue senza troppi intoppi, tornando a più riprese sulla questione di Kiri. <Non voglio intromettermi nelle questioni private del tuo clan.> Lui non accetterebbe intromissioni in quelle del proprio. <Però trovo ammirevole che vi prodighiate per un villaggio che non è il vostro. Per quello che vale... avete la mia stima.> Cioè niente. Non vale assolutamente niente. <Mh?> Mugugna pensieroso alle richieste dell'altra. Difenderla? Non sarà un problema. <Tranquilla, nessuno ti toccherà.> Serissimo e fiero. Quasi imponente pure nel modo di approcciare la cosa. <Quando giro qui non mi si avvicina nessuno. Colpa di questo, temo.> Si indica l'occhio buono. Marchio distintivo di una discendenza di sangue assai annoverata tra le più forti e rispettabili di sempre, a Konoha. <E sempre grazie a questo, eviteremo che succeda qualcosa di sconveniente.> Che sia l'essere toccata per lei, o l'essere picchiati di rimando per gli assalitori. Non indagherà sulla questione, piuttosto. Se l'altra non vuole essere toccata, rispetterà la sua volontà e farà in modo che per gli altri sia lo stesso. <Cosa sai dirmi di questo mercato? E' molto frequentato? Cerco un posto dove poter avere quanta più attenzione possibile dalla popolazione locale.> Per cosa, non è chiaro.13:05
Utente anonimo:
Il capo si scuote appena, come se riflettesse sulle iniziali parole di Tenjiro in merito al dispensare consigli. <Conosco un altro Konohano così...Ma non lo fa tanto bene.> Come se la provenienza stesse già creando un filo conduttore tra due figure diverse in praticamente tutto, non lesina tuttavia attenzione mentre scruta nell'imbarazzo altrui quel programma di redenzione trentennale, per qualche momento occhieggia una parete e nuovamente quella sospinta della lingua dall'interno della bocca sembra trasudare un pensiero, ma stavolta cede al grado della sua ossessione, quella parola aleggia tra loro da evidentemente troppo tempo e sa, si conosce abbastanza da saperlo, che se non affronta quell'ossessione ci passerà sicuramente l'intera giornata a batterci i neuroni. <Cosa intende con disillusa?> Così coglie la palla al balzo della tendenza dichiarata altrui al buon consiglio, quasi volesse in realtà fregiarlo dell'onore di toglierle quella curiosità che, arrivando con palese ritardo dalla parola, è palesemente divenuta atavica alla sua mente. Lo sguardo si affila invece sull'argomento Shizuka, le sopracciglia si sollevano. <Shizuka è una Kokketsu...che io sappia. Che intende per nipotina?> Sembra che un'idea viscida, quasi disgustosa, passi tra i suoi occhi per qualche breve momento prima che la tensione di quella smorfia scettica si rilassi. <Oh, lo so che è brava...Mi ha messo a posto un sacco di cose. Sono una creatura fortunata visto che tra le poche persone che possono toccarmi c'è il miglior medico di Kagegakure.> Sentenzia prendendo a camminare e guidando la direzione che scarta dalla via principale dopo un paio di incroci, ne osserva la benda dal basso quando è l'altro ad attirarne l'attenzione. <Secondo me non è quello...è il cappotto rosa. Volevo chiederle dove l'ha comprato per fare un regalo a Shizuka> Determina, senza che quella sembri in realtà una sorta di consolazione in alcun modo quanto piuttosto una sua imprescindibile opinione, con la stessa fredda sentenza. <Il mio clan non ha questioni private, non che ci renda tanto visibili in giro per Kiri...>Ne osserva l'occhio, quello buono, non conosce nulla degli Hyuga se non che hanno una capacità innata oculare, ed effettivamente l'occhio dell'altro appare particolare, atipico, impossibile da non notare eppure vi si sofferma solo ora con l'educazione di chi aspettava fosse l'altro a tirar fuori l'argomento. Scivolando sulla benda lo scenario che abbiano provato a rubargli l'occhio ha una plausibilità che non si fa domanda, non osa, eppure valuta, distogliendo lo sguardo riflette ed improvvisamente tace. Akainu potrebbe trovarsi davanti qualcuno più matto di un Uchiha che vorrebbe rubargli un occhio? Pensare alla propria Sunodeki come oggetto di un furto non è mai stata una priorità, solo un Sabaku saprebbe cosa farsene e per gli altri quella giara sarebbe pure pesante...Eppure quel rischio esiste. Quanto potrebbe spingersi oltre- <Mh?!> Si torce all'improvviso come se la domanda dell'altro l'avesse risvegliata dal suo mondo ovattato, nelle sue ossessioni. <Dai ragazzini, quello che non possono comprare da soli lo scambiano coi vagabondi. A un prezzo maggiorato immagino, che intende per attenzione? Tipo un palco su una piazza?> Scuote il capo, a quel risveglio, come se aver perso frammenti delle parole altrui la portasse ad una confusione apparente. <Due anni fa spopolavano delle rane tossiche, cioè...Allucinogene. Andavano leccate, ma il nostro capoclan non ha preso bene quando un paio di quelle rane le abbiamo trovate nel nostro giardino. Non so se le vendono ancora ma di certo nessun Sabaku si azzarderebbe più a comprarle dopo quella sfuriata, però---Se sentissimo un cra cra non compri nulla. Non sono rospi da compagnia, creda alla sottoscritta>Sancisce, con quella storia che stranamente la vede parlare più a lungo, nuovamente il suo non-sense sembra puntare ad un concetto a cui arriva solo alla fine. [Quartiere Povero | Strada principale] <Pensi che i suoi consigli non siano tanto validi?> Non gli interessa neanche sapere chi sia questo Konohano. Sembra più intenzionato a capire cosa passi nella mente della ragazza e quale sia il suo metro di giudizio. <E pensi che anche al sottoscritto riesca maluccio come cosa?> Si lascia scappare una risatina sommessa, relativamente breve. <Potrei valutare l'ipotesi di cambiare modus operandi.> Se un approccio non funziona, tanto vale cambiarlo. No? Eppure Tenjiro è potenzialmente diverso da qualsiasi altro uomo sia possibile incontrare al giorno d'oggi. Difforme per ideologie e morale, si erge a difesa di una realtà che non gli calza a pennello e che, magari, non lo vuole neanche come difensore. Questo lui lo sa? Assolutamente si. Cambia qualcosa? Assolutamente no. <Mh... fammi trovare le parole giuste.> Ci riflette un po' su. Non vuole correre il rischio di offenderla. <Ho l'impressione che il tuo approccio alla vita sia un po' privo di quella speranza... e quel fascino... che dovrebbe avere per una ragazza della tua età.> Continua a camminare senza guardarla. <Mi hanno insegnato a non giudicare la vita degli altri, poichè non posso conoscere cosa hanno vissuto o stanno vivendo... tuttavia non posso fare a meno di pensare che una ragazza di... vent'anni?... dovrebbe avere una scintilla diversa negli occhi.> Ad un certo punto si ferma e riflette. Forse è stato offensivo e quindi ritratterà. <Intendo...> Mugugna un po', massaggiandosi il mento. <Alla tua età dovresti preoccuparti di quale sia la leva migliore per sollevare il mondo e portarlo in alto.> Per fare un'analogia con quella che ha detto essere la sua specialità. <Non preoccuparti del suo peso o del fatto che a qualcuno possa piacere restare in basso.> Forse è un po' troppo criptico, ma non può farci nulla. Non è un concetto semplice da spiegare. <Io ho commesso un errore simile e ho realizzato con molto ritardo che non ero disposto a rinunciare a quella scintilla.> Lo ha realizzato grazie a Shizuka. Di fatti lei conosce benissimo la differenza tra lo sguardo rassegnato di Tenjiro e quello pregno di senso di rivalsa. <Ho modo di rimediare? Certamente... ma quegli anni non torneranno indietro.> Ormai sono andati. Ride di gusto quando si parla di Shizuka e delle sue doti mediche. <Almeno sarà costretta a convincersene, visto che non sono l'unico a dirglielo.> E' veramente brava e per quanto lo neghi, dovrà farsene una ragione. <Assolutamente, è una Kokketsu. Il sangue, tuttavia, non è l'unica cosa con il potere di creare legami indissolubili. Spero converrai con me, su questo.> Intanto il mercato sembra essere all'orizzonte. <L'affetto che puoi provare per una persona prescinde da qualsiasi cosa. Sesso, sangue, razza o lingua. Difenderei la sua vita a costo della mia, esattamente come farei per la vita di uno dei figli di mio fratello. Questo basta e avanza per considerarla una mia nipote.> Spalle aperte e petto gonfio. E' involontariamente fiero della sua etica e non lo nasconde. Intanto, ancora una volta, Kiri torna alla ribalta come argomento principale. <Si, più o meno. Un palco sarebbe fuoriluogo. Penso a qualcosa di meno goliardico e più utile. Tuttavia mi serve che sia in vista e facilmente accessibile. La voce dovrà girare nel distretto relativamente in fretta.> Ride di gusto sulla questione delle rane, poichè gli ricorda un altro dei suoi obiettivi. <E pensare che le rane le stavo appunto cercando...> ovviamente non quelle allucinogene. <Se avessi saputo che erano qui... mi sarei risparmiato un sacco di fatica!> Ride ancora, salvo poi spegnersi e tornare serenamente serio. <Io e Shizuka vogliamo risollevare questo posto.> Le confida il coinvolgimento della sua amica nel progetto. <Costi quel che costi.> E ce la faranno.14:02
Utente anonimo:
Alla domanda di Tenjiro solleva gli occhi, riflette, riflette, riflette ed infine. <No, penso che sia un cog**ne.> Fine della storia, una sentenza, l'ennessima e dimostra anche una certa antipatia non solo per il francesismo ma per come lo raschia, rauca, dando per assodata la motivazione del proprio astio seppur sbatacchi le ciglia osservando l'altro, vedendolo ridacchiare, come se per lei invece tutto avesse un senso. <Non saprei, non la conosco Tenjiro-san, immagino di no...(?)> Appare incerta, come se non volesse offenderlo ma lo conoscesse troppo superficialmente per compiacerlo del tutto. Non aggiunge altro e fortuna vuole che la sua stessa domanda doni tempo a Tenjiro di parlare e di spiegarsi, rendendola ascoltatore e non narratore, il suo ruolo preferito quello dell'osservatore, il passo che svicola tra le viuzze attenta ad evitare i passanti altri non è che il suo sistema inerziale, è lo spazio che si sposta al suo punto d'osservazione, non lei, quella centralità dei sensi trascina quindi con sè le parole dello Hyuga lasciando alle capacità fino motorie della Sabaku l'arduo compito di non fermarsi mentre elabora i concetti con un'ossessività settoriale, uno schema. <Ventitrè> Conferma come unico adito che lo stia ascoltando seppur non lo guardi, come se quella mancanza di luce detta dall'altro nel suo sguardo gli venisse volontariamente preclusa. <Mh- Ora ho capito.> Determina in merito alla domanda che lei stessa aveva posto. <Mh-> Ma non conferma nè nega, come se non fosse suo interesse farlo, semplicemente torna a scrutarne il profilo con un'espressione di dubbio non espresso. <Prima che risollevare il mondo fosse importante, per lei cosa lo era Tenjiro-san? Tutti hanno una piccola luce che muove le loro vite...Altrimenti non saremmo che anime che strisciano in un fiume di balia, senza braccia e senza gambe, tronchi, letteralmente privi di arbitrio e movimento.> Di fronte a quel palese idealismo la Sabaku è visibilmente spiazzata, come si può circoscrivere un concetto ampio come sollevare il mondo? Le sue gioie sono tutte terrene, sacrali e soprattutto poche, è la loro pochezza a renderle preziose, a volte hanno occhi verdi, altre amano il colore blu, ma sono qualcosa di minuziosamente scelto ad una solitudine misera e misantropa, la stessa che segue l'altro ridere ma non ne accompagna un sorriso, come se l'avesse fatto solo all'inizio per provare a convincerlo e dopo di che si fosse incollata le labbra al piatto. <L'affetto sì, ma non per questo è immediato...Nipote. Conosco storie di zii piene di perfidia, da piccola me ne raccontavano una con un leone dalla criniera nera.Convenga con me Tenjiro-san che non è così scontato.>Dinoccola ascoltando la loro convinzione di risollevare Kiri dallo stato di povertà, eppure non dice nulla, indica un ultimo incrocio con la mano sinistra per poi mettere le mani in tasca, entrambe, come se proteggesse i suoi effetti personali con le dita di istinto. Sbucano quindi in uno snodo di vie lievemente più particolari delle altre a causa delle rentranze delle pareti, come se fossero delle nicchie tra le varie arcate di collegamento tra gli edifici, che forse un tempo volevano ospitare dei tendaggi o persino esser decorativi essi stessi, ora sembrano delle arcate di spesso legno che creano dei nidi prolifici, alcune delle nicchie sembrano infatti ospitare cumuli, carrelli pieni di cianfrusagli, ed i loro proprietari ovviamente seppur l'unica attività -apertamente- di commercio sia un tizio con una bicicletta appoggiata ad un muro che prende dal cestino quanto gli serve a far la barba ad un altro clochard seduto su uno sgabelletto con il viso fieramente sollevato. <Siamo arrivati.> Soffia sbirciando il profilo dell'altro prima di prendere a muoversi. <Far girare una voce con qualche spicciolo qui potrebbe venirle facile...Il problema non è che giri, il problema è come gira, potrebbe esser cambiata o ingigantita, le consiglio di non pagare in anticipo.> Determina poi cercandone l'occhio buono, assottigliando le palpebre. <Shizuka è una ragazza di buon cuore, non la conoscessi troverei molto strano che una Kusana ed un Konohano si interessino alle sorti di Kiri, secondo me questo deve tenerlo a mente, perchè lo penseranno anche gli abitanti di Kiri. Ma io sono troppo giovane per i buoni consigli, probabilmente.> Dinoccola fermandosi sui propri piedi, senza andare più oltre. <Proseguo verso le macerie, magari qualcuno dei due viene prima. Se cambiasse idea sull'apportare il suo contributo con le sue lunghe e nerborute braccia...>La butta lì, mentre palesemente si sta congedando, senza fretta tuttavia, ha tempo di ascoltare la replica dell'altro una volta mostrata l'intenzione di muovere verso il confine non si muove. [Quartiere Povero | Strada principale] Ride di gusto e non si esprime oltre. La sentenza ai danni dell'altro Konohano viene accolta con goliardia, senza lasciare che lo spirito patriottico si metta di mezzo a difesa di una persona che, probabilmente, non ha mai incontrato prima. Le mani continuano a sostare dietro la schiena, mentre nella sua immensità Tenjiro avanza inarrestabile. <Nei miei occhi si sono alternati luce e ombra.> Quella scintilla c'era. Poi è sparita per tanto tempo e successivamente è tornata per donargli nuova vita. <Prima che le sorti del mondo diventassero la mia priorità...> ovviamente non è così ampio come obiettivo. Per salvare il mondo basta salvare chi lo abita, per Tenjiro. Le sue azioni sono tutte finalizzate a questo. <... l'unica cosa importante era evitare di deludere ulteriormente. Me stesso in primis.> Poichè la delusione più grande, per lui, sopraggiunse proprio all'alba dei diciassette anni durante una missione. La stessa missione che gli è costata l'occhio destro. <Evitare di commettere errori.> Come? Con l'abnegazione totale di se stessi. Non si può sbagliare se non si agisce. Se non si rischia. <Posso accettare la definizione, Kore-chan.> Ammette a malincuore. <Per qualche decennio non sono stato troppo diverso da un tronco senza braccia e senza gambe, in balia del fiume degli eventi.> Non ha neanche combattuto contro il dio che voleva distruggere tutto. Non ha mosso un dito contro le chimere. Ha lasciato che la sua abilità peculiare si sopisse del tutto, assieme alle sue abilità da shinobi. Insomma... ha ripudiato se stesso per un terzo di secolo. <Poi all'improvviso conosci qualcuno...> Shizuka, per la precisione. <... a cui questo tronco ispira particolarmente. E decide di tirarlo a riva, asciugarlo e intagliarci qualcosa. Di dargli una forma.> Lui si sente migliore ora. <Non è impossibile perdere quella scintilla.> Si guarda attorno. <Questo posto ne è la conferma. Tuttavia... è molto piacevole ritrovarla. Te lo assicuro.> Con un cenno del capo cercherà di donare forza al concetto. Non per lei, quanto per se stesso. Si fa forza così, quando pensa al tempo sprecato. A differenza dell'altra, che cerca ripetutamente il suo profilo, lui invece sembra puntare sempre avanti. Sembra quasi un difetto di forma mentis. <Ah certo... ma questo conferma ancor più quello che sostengo, ragazza mia. Shizuka non è mia nipote meno di quanto lo sarebbe quella di questa ipotetica zia maligna. Il legame di sangue non significa nulla, se non è rinforzato e cementato dall'affetto imprescindibile e reciproco.> Solo ora si volta a guardarla. Arresta persino il passo, pur di trasmetterle quanto serio sia in merito. <Non è per nulla scontato. Niente lo è a questo mondo. Ciò non di meno è vero. E' -concreto-.> Il legame, intende. Intanto imbocca la strada indicatagli dalla ragazza, fino a quando non si trovano faccia a faccia con la realtà mercantile di Kiri. <Non credo che far girare denaro sia la scelta migliore.> Borbotta tra se e se. <Si concentreranno sull'aspetto sbagliato di tutta la faccenda.> Inoltre non ha abbastanza denaro per farlo. Tenjiro vive una vita relativamente modesta. Spende quasi tutto quello che ha in ramen (?). <Invece temo che come osservazione sia più attuale e concreta di quanto non vorrei.> La rasserena circa il suo consiglio. <Motivo per cui non penso sia saggio sponsorizzare la cosa a nome mio, o a nome di Shizuka.> Ci riflette su. <L'iniziativa deve avere una bandiera neutra. Preferibilmente quella di Kagegakure, visto che è per l'unità comunitaria che lo facciamo. Non per tornaconto o fama personale.> Non gli interessa di finire in prima pagina o di ricevere i meriti della cosa. Gli basta che l'iniziativa sia ufficiale. <Verrei volentieri, ma il turno in ospedale me lo impedisce... Ad ogni modo, ti accompagno ancora un po' se non ti dispiace. Da quella parte c'era un parchetto se non ricordo male... voglio darci un'occhiata.> E da uomo di parola, continuerà a scortarla ed assicurarsi che nessuno la tocchi, mentre si avviano verso il luogo della missione e il parchetto su citato. Il sipario cala qui per il nostro caro Tenjiro. ||14:45
Utente anonimo:
Il fatto che Tenjiro rida di quella sua accusa alleggerisce la pronuncia della parola, pare, ma non porta alcuna ironia sulla sentenza, segno della sua convinzione in merito a tale accusa. Ormai comuqnue è discorso antico,dimentico e non degno di memoria, la questione della scintilla e dell'evoluzione che l'altro confessa tanto arditamente diventa l'argomento principale del proprio attento silenzio. Nuovamente lo sguardo si leva, meditabonda l'espressione, quando la definizione del tronco sembra non solo essere accolta, ma addirittura approvata, e l'immagine dell'intaglio prende piega a quella sua metafora. <Qualcuno. Mh-> Sì, sta pensando, con le mani in tasca ed immobile sembra trovare sulla punta dei propri piedi la necessaria concentrazione per eccepire quei concetti e farne un'immagine mentale. <Allora non è così, io ce l'ho la mia lucciola, o il mio tronchetto...Ho qualche dubbio in merito, potrei essere il tronco come la lucciola. Ma non è questo il concetto, di-va-go->Borbotta risollevando gli occhi su di lui come se desse chiusura alla questione, resasi conto dell'abuso sfuggito alle labbra lasciando all'altro le considerazioni sul mercato, senza interromperle, non nuovamente. Figurarsi se un Konohano non spende tutto in ramen, crescerebbe il suo clichè in merito, ma pare comprendere l'aspetto taccagno della questione del far girare i soldi. <Se prima non fa girare qualche spicciolo non credo che troverà persone felici di aria e buone intenzioni qui, quale parte del leccano le rane non ho espoesto in maniera chiara di una situazione scapestrata?> La domanda ha una serietà quasi solenne, correttiva eppure umile, mettendo in discussione le sue capacità verbali ed emotive, probabilmente consapevole, e non quelle di comprensione altrio. <Credo che tante persone odino Kagegakure...>Un soffio, a quella bandiera, che fa aggrottare le sopracciglia della fennec ma è lì che il dolore fa velo d'appannaggio allo sguardo, la questione del confine irrisolta alla propria perdita torna a bussare come la paura d'azione che ne ha mantenuto la stasi, perchè anche lei è stata un tronco senza braccia e questo lo sa bene, ma lasciare che quei concetti anarchici possano sedurla ha un dolore ed un timore più recondito. <Ci ho provato...Sì, c'è un parchetto, le faccio strada.> Sollevando le spalle in merito alla missione rifiutata riprende a camminare ma la necessità di distrazione da qualcosa che sta prendendo piede la porta a tirare fuori il telefono. <Decisamente, il tronchetto sono io.> Ammette mostrando in quel ritardo come sia capace di arrovellarsi a lungo su un discorso che sembra finito, ci torna sopra e lo ha fatto periodicamente in quella conversazione che probabilmente si allungherà fino alla loro separazione {exit}