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Kore e la sua ossessione

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con Iara

21:38 Utente anonimo:
  [Quartiere] Si apposta nel quartiere di Oto da quel pomeriggio la Sabaku, corti capelli quasi bianchi, leggermente sfumati del colore delle sabbie che invece richiama il suo sguardo pieno, traditore della fisicità apparentemente giovine, troppo giovane, mingherlina nei suoi 155 cm di altezza porta con sè un Kunai ed un ENORME zaino nero e logoro, maltrattato, che la estende quasi più in larghezza che in lunghezza. Indossa aderenti pantaloni neri ed una casacca color sabbia accollata che sembra da uomo, il coprifronte di Suna è appeso a mò di collare ma se ne sta meramente immobile davanti al dojo degli Uchiha, su una panchina. Siede comodamente e non ha abbandonato lo zaino, non ha parlato con nessuno ma non esclude di poter essere stata vista sono ormai più di tre ore che sta ferma su quella panchina ad osservare chiunque entra ed esce, non che metta soggezione o allerta la figura di per sè, eppure se ne sta piantonata lì come se aspettasse qualcuno

21:47 Iara:
 Quartiere Otino per la giovane Uchiha, che sta camminando tranquilla pèer le via di quest'ultime, rientrando presto dal lavoro quest'oggi. Uno stecco è tenuto in bocca, dalla bocca approssimativamente si può dedurre che sia quello di un ghiacciolo ormai mangiato. La gioovane indossa, una maglietta leggera dal colore nero a maniche corte, dei pnataloni di tessuto tattico da allenamento e degli scarponcini aperti sulla punta del piedi. Alla coscia destra sopra delle bende, vi è legato il porta Kunai con dei §Kunai e degli Shuriken dentro, mentre all'altezza dell'osso sacro si trova il porta oggetti, con dentro dei fuuda vuota, o dei fuda anche pieni se così vogliamo definirli, dello spray medico e alcuni tonici che non guastano mai. I lunghi capelli neri, ricadono suilla maglietta e si confondono con quest'ultima, ricoprendo anche quel tatuaggio che ha dietro al collo, e che ultimamente si è fatta, ma che fa si che sia sempre ben o male coperto e reca il simbolo della Clan Uchiha: Un ventaglio rossa e bianco. <...< non dice nulla, canticchia qualcosa, mentre prende dallo zaino che regge sulla spalla tramite una tracolla il proprio telefono, inziando a guardare qualcosa su internet. Lo zaino si mostrta come un comune zaino nero, dove ci sono attaccati con delle spille, simboli di diversi Clan, alcune scritte e alcune pezze con immagini varie, ma nulla di così scandaloso. <Però, quasi quasi...> dice tra se e se la giovane, leggendo qualcosa che possa interessargli, come un concerto o cose di questo genere. kopre può vederla, è ad una decina di metri, e la giovane Uchiha non sembra essersi aaccorta dell'altra.

21:56 Utente anonimo:
  [Quartiere] Appostarsi fuori dalla dimora del gran Uchiha non dev'essere un'attività molto divertente, gli occhi contornati dalle occhiaie profonde e da un trucco che ne appesantisce vagano per le vie come se anche una mosca potesse distrarla, poco importa che la sua mosca ha le fattezze di una giovane, vi si posa scandagliandone con la distrazione di chi si annoia, le gambe raccolte ed incrociate ed il gomito destro contro la coscia, il viso contro il palmo stesso oltre che un livido pieno sullo zigomo destro in realtà visibile, frutto di qualche rissa? Magari. Sarebbe meno imbarazzante della realtà, fatto sta che i vestiti dell'altra ad una decina di metri vengono analizzati, così come il suo sostare meditabonda davanti a qualcosa. I muscoli ormai sono intorpiditi dall'attesa, è il caso di sciogliere il suo empasse personale, in fondo quella è la zona del Dojo degli Uchiha, ci si è addentrata consapevolmente e quando scioglie le gambe ha la determinazione di chi ha preso una decisione. Si alza in piedi mostrando dal greve che lo zaino sia più pesante di quanto non sembri, forse anche troppo per quella magra figura che passo dopo passo si sta avvicinando a Iara. <Hei, hei signorina?> Solleva la mano destra, il viso, a parte il livido non sarebbe poco rassicurante ma non sorride, la voce matura e raschiata tradisce la sua età a differenza delle fattezze che potrebbero apparire altrimenti infantili. <Mi scusi, posso chiederle un'informazione? Non sono di qui> Beh il coprifronte di Suna apertamente al collo potrebbe non mentire al riguardo tanto quanto lei, ma concede un discreto spazio, due metri per fermarsi, come se non volesse invadere un rifiuto dell'altra mentre riabbassa la mano ossuta

22:06 Iara:
 Il coprifronte lo ha anche la giovane Iara, e lo tiene legato allo zainoi, con cura e attenzione, in maniera che non si slacci o non lo perda. quest'uiltimo è tenuto perfettamente, il metallo sembra essere nuovo anche se n eha di tempo,. e il tessuto sembra un poco logoro, ma per quello può farci ben pooico anche se ancora regge molto bene. Il simbolo, impresso in quella piastra di metallo, è una nota musicale, simboilo che lei appartiene al Villaggio del Suono, o meglio quello che era il villaggi del suono, la vera Oto, che ricorda poco. <Mmh?> Un piccolo verso, quando sentirà quella voce femminile rompere il silenzio, e alzando lentamente la tesata dal cellulare, inzia a gguardarsi attorno con calma, non mettendoci molto a rivolgere le proprie iridi color della pece sulla giovane Kore, che sembra starla a chiamare. <Le serve qualcosa?> Domande verso quest'ultima, avvicinandosi a passo lento, come se volesse valutare l'altra in qualche modo, osservandola da capo a piedi, con lentezza, come a voler decifrare ogni dettagblio anche il più minimo. <dica pure, se posso aiutarla, più che volentieri> sincera nel proprio dire la giovane, che torna a guardare l'altra negli occhi, aspettando che si decida a chiedergli quel che deve chiedergli> Lei è+ del villaggio di suna < dirà, dopo aver visto il copri capo che ha nel collo> come mai un abitante della Sabbia, è venuto nel quartiere di Oto?> Domanda incuriosita la giovane, che rimane adesso silente, lasciando all'altra la parola, e nel frattempo dell'attesa, andrà a mettere a posto il porprio telefono nello zaino, con fare attento, prima di ritornare con lo sguardo sull'altra, ed infilarsi nuovamente lo stecco del fu ghiacciolo al mango in bocca, inziando a mordicchiarlo lentamente.

22:12 Utente anonimo:
  [Quartiere] Attira l'attenzione di Iara, o quantomeno sembra riuscirci, ma non valica il limite umano autoimposto dei due metri mentre attende che l'altra si volti nella sua direzione, lascia che sia Iara a farlo mentre le mani ossute si accostano agli spallacci del suo zaino enorme percorrendoli dall'esterno con i pollici al di sotto e quindi fermandosi mollemente in quella presa comoda. <Sì, invero...>Gli occhi si sollevano verso quelli scuri della Uchiha, più che timidezza la sua sembra una freddezza schiva, di chi non conosce e sembra non esser avvezzo ad affabilità improvvise eppure quando Iara le si è avvicinata non si scosta. La domanda alla vista del coprifronte è tanto legittima che il volto pallido si torce verso il Dojo. <é che cerco un Uchiha, cioè, non uno a caso, ma non l'ho visto uscire nè entrare, sono qui fuori da qualche ora e mi chiedevo se potesse confermarmi che quella è la residenza degli Uchiha, non vorrei che quella stupida vecchia mi abbia giocato un brutto scherzo...>Arriccia le scure labbra, sottili con una lieve carnosità in quello inferiore. <Non sarebbe tanto stupida in effetti> COncede all'anziana a cui deve aver chiesto tornando su Iara. <Vorrei solo non pedinare la residenza sbagliata, so che detta così...sembra brutto.> Ma non si spiega meglio, non ci prova nemmeno, mantiene solo quella curiosa espressione interrogativa verso la Uchiha come se volesse studiarne le reazioni

22:24 Iara:
 Ascolta quel che gli viene detto senza dire nessuna pèaroila la giovane. sposta lo sguardo tra la giovane che ha davanti, e il resto della via e poi quel dojo che porta un simbolo grande un ventaglio come quello che lei ha dietro al collo tatuato. <Questo è il Dojo del Clan Uchiha, non ricnosci il simcolo?> Domanda verso l'altra con fare del tutto pacato ma tranquillo fondamentalmente. <Se sei qui da parecchio, ti avranno già addocchiato, anche perchè non passi inosservata> dirà in maniera sincera, anche se è stata lei la prioma a non accorgersi della shinobni della Sabbia. <quale Uchiha stai cercando?> Domanda curiosa, mantenendo come una certa calma e una certa tranquillità, visto che comunque è davanti al dojo del proprio clan, e per quanto ci siano state delle piccole increspature superficiali, si sente tranquilla anche perchè la conoscono bene. <Stia attenta signoina a come parla degli Otini, in questo quaretiere di Clan, non piacciono quelli che danno aggettivi non conosoni, sopratutto alle nonnine, che ci sono così care> Afferma, o almeno sono care a lei, sia per la propria storia personale, sia perc hyè sono un immensa fonte di sapere e di saggezza che a lei ha sempre interessanto molto. <Pedinare una residenza è qualcosa di strano, poi se è Uchiha è anche peggio, visto che diventa pericoloso..> La butta li insomma, non vuole spaventarla ma nemmeno dargli un buon servito che non servirebbe praticamente a nulla.

22:35 Utente anonimo:
  [Quartiere] La sua attenzione su Iara, che ha in quel momento in fronte, non sembra essersi posata al suo coprifronte come se fosse cosa data per scontata, non sarà certo quel quartiere pieno zeppo di stranieri e forse comunque il grado di conoscenza inesistente darebbe almeno un motivo al non detto delle parole della Sabaku che priva di dettagli potrebbe innescare un dubbio assai diverso nell'interlocutore locale qualsiasi. Eppure è lei sulle prime parole di Iara ad aggrottare le sopracciglia. <In che senso non passo inosservata?> Sul simbolo non commenta, evidentemente ne ignorava fino a quel momento, o forse sta cercando un appiglio alla sua infruttuosa ricerca di quelle ore. <Non so se posso dirtelo, se una Uchiha?> C'è un misto fedele in quella domanda, come se non volesse far nomi su conseguenze che non conosce eppure non allenta quella questione. <Non sono d'accordo, le nonnine sono le peggiori, sono scaltre...E spesso se ne approfittano. Le nonnine della sabbia sono pessime non fidarti, magari le Otine saranno affabili ma...> Limitandosi a sollevare le spalle sotto il suo zaino. <Non pedino una residenza, pedino una persona.> Schiocca come se fosse normale, deve rendersene conto ad una certa malgrado il tono acre perchè schiude le labbra in un sospiro. <Anche questa sembrava brutta...è un amico. Un amico a cui devo dire una cosa importante...Devo davvero parlare con un Uchiha, puoi aiutarmi?> Sta chiedendo un favore, ne assagglia los guardo, lo mantiene e se chiedi un favore sei inferiore, sei in debito di nome. <Il mio nome è Kore, Kore del clan Sabaku. è davvero importante non voglio guai con gli Uchiha, nè ne cerco. Forse con le nonnine ma quella è un'altra storia, fingono di non conoscere le carte e poi nascondono le migliori nella manica.>

22:49 Iara:
 <Be, se pedini una persona, sei qui da un po deduco, il che fa si, che ti renda qualcosa di notabile, visto che non sei qualcuno di questo clan o di questo settore> spiega con fare tranquillo e calmo, anche se la voce è ferma. <Ma non credo ci siano problemi, quale Uchiha stai cercando?< Domanda verso l'altro con fare tranquillo, mentre va a sentire il nome del richiedente favorfe, e sapoendo usare le buone maniere, non potrà sottrarsi a presentersi a sua volta <Piacere Kore Sabaku, io sono Iara Uchiha> Si presenta con grazia, il tono di voce cambia per un momento, diventa più rotondo, più morbido, senza che ci sia nulla di troppo spigoloso nel romperlo, come invece c'è di solito. finite le presentazione, si fa silente per qualche istante, prima di riportare lo sguardo verso quiel Dojo, chegli fa vivere dentro di se, una serie di lunge emozioni contrastanti, che però riesce a domare ultimamente, il che è una nota positiva. <Un amico Uchiha, e che devi dirgli di così tanto urgente, da doverlo pedinare?> domanda a questo punto curiosa, in fondo è da un po che non trova qualcuno che debba dire con tanta urgenza, qualcosa ad un altra persona <Le nonnine qui sono tutte molto brave e tranquille, non nascondono assi dentro la maniche, stai tranquilla> non nascondono assi ma solamente Kunai, o cose appuintite, ma questo in vero, è e rimarrà sempre e solo un dettaglio, almeno per lei, che di quel quartiere, ha imparato a viverci e sta imparando a chiamarlo casa, un poi come quel Dojo, al quale sono davanti ed ora dona uno sguardo, di pochi attimi, ma sono attimi intensi...per lei...

22:55 Utente anonimo:
  [Quartiere] L'altra si presenta a sua volta dopo un'ovvietà a cui sarebbe dovuta comunque arrivare in quelle ore passate sulla panchina, l'attenzione aumenta visibilmente a quel nome, come se per caso avesse disturbato la ragazza giusta e sembra quasi spontanea ora un'attenzione che si sposta dalla testa ai piedi altrui. <Sei molto bella.> Ma non lo dice come un complimento, lo dice come se fosse una colpa sua o un pensiero buttato lì. <Si chiama Akainu, Akainu Uchiha, lo conosci?> Concede come a riprendersi da quella sua confessione, quella colpa, fossero pure parenti avrebbe fatto una tombola non da poco, c'è però da dire che quella speranza non pare averla, non c'è alcuna somiglianza notabile che ha ripreso sull'altra ed ora che si concentra sugli occhi verdi è come se si rispondesse da sola ai suoi quesiti. <Tutte le nonnine barano...>Snocciola così lasciando cadere quel discorso, come se fosse un collaterale, magari le Otine sono davvero più oneste non potrebbe saperlo dall'alto della sua ignoranza, e non avrebbe motivo di negarlo. <Ho invitato questo mio amico in un posto...Volevo solo avvisarlo di cercarmi prima di andarci, non voglio che abbia problemi, ma ci ho pensato troppo tardi a quanto pare.> Osserva il Dojo alle sue spalle distraendosi dalla Uchiha, se fosse già andato? Quel dubbio pare sedimentare, arricciare le labbra verso destra come un sospetto.

23:07 Iara:
 Ne sta venendo fuori qualcosa di curioso agli occhi dellea giovane Uchiha, che in questo momento, sembra essere ritornata con lo sguardo verso l'altra. Le labbra si distendono a si inarcno, in un sorriso dolce quando sentre quel complimento, che poi non lo è del tutto, ma lei lo prende come tale <Ti ringrazio, sei molto gentile> dirà verso quest'ultima, andando quindi a sistemarsi lo zaino, in maniera che possa stare per bene sopra la spalla senza scivolare e senza dargli fastidio. In tutto questo, osserva il fare dcell'alòtra e ascolta quel che gli viene detto, sopratutto quel nome <Akainu Uchiha... Akainu...> ci pensa su per qualche istante, non gli viene viene in mente nessuno a dirla tutta, anche perchè lei il Dojo non lo ha frequentato moltissimo negli anni passati, ma queste sono cose sue, che non cvrede dirà questa sera, come a qualcunom in generale. <Non dirmi che staavate pensando di uscire dal villaggio e di affrontare le chimere fuori dalle mura..> Cosa molto stupida, anche se lei, vuole essere ingaggiata per la missione che sta organizzando o almeno così ha capito, la giovane Furaya. Una possibilità di fare la storia, una possibilità di poter far tornare gli Uchiha in alto, dove meritano. < e se non è uscire dal villaggio, dov'è questo posto tanto pericoloso?> Domanda curiosa, ancorta la giovane, che rimane silente, lasciando all'altra la parola, consapevole di non aver risposto proprio a tutto..

23:15 Utente anonimo:
  [Quartiere] Gli occhi dalle note sabbiose ripercorrono nuovamente quel tratto, dal Dojo a Iara, quando sente quel nome ripetuto, senza che però una risposta sia data in maniera lapalissiana al suo cogliere improvvisato limitandosi quindi ad annuirne. <Sì, sì lui.> La domanda sosta, curiosa in quello scambio. Il tutto però viene annichilito, quando le palpebre si tendono e sbarrano sugli occhioni, a quella storia delle chimere tutto il resto e la sua attenzione cadono, uno stiletto delle parole dell'altra che sembrano cogliere una nota stonata tra le vie del suono. <Le mura...>Sussurra, quasi balbetta. <Io non-> Deglutisce, boccheggia. <No...No certo che no.> è chiaro come qualcosa di involontario nelle parole di Iara abbia colto un terrore ben più profondo. <Non è nulla di così importante, no di certo. Aspetterò>Sentenzia non tanto liquidando la curiosità dell'altra ma visibilmente incupita adocchiando nuovamente le panchine. Non è importante quindi ma ha una tenda, uno zaino pesante ed enorme e sembra disposta a passare su quelle panchine la notte, magari importante un pelo lo era e ci arriverebbe chiunque, certamente può arrivarci Iara che di tare mentali non ne ha mostrate, rilevando nella fennec una pessima bugiarda. <Perchè hai pensato alle mura?> è così importante?Abbastanza da non guardare la Uchiha, un imbarazzo improvviso, illegittimo, teso e palese, non necessario

19:08 Iara:
 <Aspettare ancora qui, ti farà rischiare solamente di annoiarti> spiega la giovane con fare del tutto tranquillo e sereno verso l'altro. Ascolta ancora quello che l'altro ha da dirgli, e mentre lo fa si guarda attorno con fare sereno ma anche stanco. <Avrò visto di sicuro il tuo amico, ma non riesaco a collegarlo con un volto sinceramente> Gli va a dire, pensandoci bene, anche perchè non è che copn il clan abbia avuto questo gran rapporto, se non negli ultimissimi tempi <Senti, andiamo a mangiare qualcosa, di sicuro passerà in modo migliore il tempo, e poi non credo che aspettarlo ancora qui sdia un bene per quest'oggi> Afferma verso l'altra, andando a sistemarsi per bene lo zaino che ha sopra le proprie spalle, dandogli una spinta con quest'ultime per aiutarsi a sistemarlo, attenta al fatto di non farsi incastrare i capelli nelle bretelle. Cosa che trova veramente molto fastidiosa. <Ho solo detto una meta estremamente pericolosa e spero fuori dalle vostre menti, perchè per andare li fuori ci vuole una squadra, che collabori bene assieme, che abbia le gfiuste conoscenze in fatto di tecniche sia di attacco, che di difesa che di supporto e sopratutto che sappia quello che fa> Il suo dire è qualcosa di molto serio, si vede che quando ne parla ci tiene molto, e poi rivolge lo sguardo verso le mura per qualche istante, prima di riportare lo sguarod verso l'altra, andando a mettere le braccia conserte, una posizione comoda per la giovane, che in questo momento si nasconde dietro il proprio silenzio, per qualche istante, prima di tornare a parlare di nuovo, porggendo una domanda: <Non mi hai risposto prima, e quale sarebbe questo posto pericolosissimo, dove volete andare?> Detto questyo torna silente, lasciando che sia l'altra a prender parola e parlare.

19:19 Utente anonimo:
 Alla questione della noia iniziale le spalle ossute della Sabaku si sollevano appena, come se non fosse importante, seppur le stesse si ammorbidiscano alla questione del nome dal volto non riconosciuto: rinuncia. I chiari segni fisici e gestuali del silenzio ci sono tutti nella Sabaku per quanto l'aspetto giovane e distaccato di carattere possa lasciarne poco intendere le caratteristiche del fennec non mancano, un animale tremendamente capace di far capire uno stato d'animo solo muovendo una coda. <è probabile...> Le mani che accarezzavano ancora le cinghie dell'enorme zaino le abbandonano per andare lungo i fianchi. Le labbra si arricciano per qualche momento, gli occhi dalle note mielate si abbassano, quasi stesse meditando, può esserci rimasta così male? Impossibile dirlo finchè non parla. < Okonomiyaki, ti piace? A Suna non ce ne sono di buone.> A quanto pare no, stava scandagliando la memoria dei posti in cui potrebbe voler mangiare in quel quartiere che non è suo. <Davvero conosci qualcuno che stia imbastendo una missione per andarci? Cosa sai? Che squadra è?Quanti l'hanno già composta?>Il suo interesse è troppo schivo eppure troppo pressante per esser quella considerata una informazione inutile, fa cenno tuttavia alla sua domanda di voler camminare. <Al mio Dojo... Non voglio che si presenti lì dicendo che ce l'ho invitato io, non un Uchiha!> Chioccia lasciando quella frase al vento come se stesse pensando ad altro mentre la diceva, abbastanza però da rendersene conto risollevando lo sguardo verso l'altra. <Non intendevo dire che un Uchiha possa essere peggio di qualsiasi altra persona...Intendevo che non mi va di spiegarla, e che crederebbero ad un Genj-> Scuote il capo sollevando la mano sinistra, proponendo il palmo verso di lei. <Puoi eliminare? Non intendevo essere maleducata, lo sono stata e non so come uscirne, te lo concedo...> C'è qualcosa nelle parole di Iara che ha evidentemente messo la fennec sotto stress, ha iniziato a straparlare, a non pensare più a quello che dice, a gesticolare nervosamente. < Okonomiyaki... Okonomiyaki.>Abbassando la mano e gonfiando il petto come se abbisognasse d'aria.

19:33 Iara:
 <Non esiste una squadra che vuole uscire fuori dalle mura, non ancora almeno> dirà in maniera del tutto gferma e statuaria il giovane, anche se sa che questa squadra esiste, ed ha chiesto di poterne far parte. <quindi non pensateci nemmeno, ma per il resto cosa dovrebbero essere gli Okonomiyaki?> Domanda, non avendo mai mangiato tale pietanza. La giovane in fatto di cibo è una persona molto, molto abitudinaria, e forse per questo non prova mai cosa nuove, se non viene spinta da altre persone nel farlo, e questa potrebbe essere l'occasoione giusta per provare qualcosda di nuovo. Ma dallo sguardo tranquillo e pacato, ecco che per un momentgo, diventa uno sguardo serio sentendo il dire dell'altra. Il corpo si irrigidisce per un momento, gli occhi, nero come la pece guardano quelli della Kunoichi della sabbia. Un riflesso il suo, che svanisce dopo qualche attimo, ed anche quell'espressione tirata, se ne va via, lasciando spazio ad un espressione meno serio nella giovane. <Io ti consiglio di non dire queste cose, così diffamatorie davanti al nostro Dojo> Gli va a dire, con estrema calma <Prendi le tue cose ed inzia a camminare, il tempo per star qui è scaduto, e fidati, è meglio se andiamo a mangiare> Il tono è serio certo, ma non vuole mettergli paura o altro, è per lo più un consiglio, in fondo non fa piacere nemmeno a lei che si discrimini il proprio clan, ci mancherebbe <Vedi di stare tranquilla, non è successo nulla e non succederà nulla> Cerca di tranquillizzarla in qualche maniera. <dov'è che fanno gli Okonomiyaki buoni?> Domanda all'altra, con fare interessato, aspettando che inzi a camminare, per andare via da li.

19:40 Utente anonimo:
 Sulle prime parole di Iara le narici si dilatano, un sospiro riempie il petto scarno sotto la canotta maschile, sollievo quindi. Sollievo e silenzio mentre le labbra si stringon fortemente tra loro. < Okonomiyaki. Frittate. Con la verza.> Sentenzia iniziando a camminare. <Non ho niente da raccogliere e non voglio farmi ammazzare...Come sai della missione allora? Voglio saperne di più> Tutto il resto non sembra avere senso. <Sai se c'è qualcuno di Suna coinvolto?> Perchè gli prema tanto trascinandosi appresso quello zaino enorme non è cosa chiara ma è chiaro come il tono della conversazione fosse improvvisamente cambiato da quando quella prospettiva è stata nominata, c'è qualcosa in quella missione che sta rantolando nell'animo della Sabaku come un malanno, una malattia lenta e dolorosa, scarnificante. <Conosco un posto, è in direzione del centro...> Sta pensando a qualcosa, guardando i propri passi inizia a fare strada ma c'è un tarlo in quegli occhi che evitano la figura di Iara, qualcosa che sta continuando a bussare. <Posso farti una domanda sul vostro potere oculare? Se riterrai appropriato rispondere magari hai una curiosità sui Sabaku che posso soddisfare> Domanda infine sollevando lo sguardo verso di lei. <Sapresti creare un Genjutsu senza accorgertene? è qualcosa che devi saper programmare per forza?>

19:54 Iara:
 <§Hey, non esiste alcuna missione> va a dire, con sguardo fermo e tono altrettanto fermo <Era solamente un esempio estremo di un posto altamente pericoloso dove andare, preso ad esempio> dirà verso quest'uiltimo con tono leggermente infastidito <Non sembra esserci nessuno che voglia andare li fuori per poter riconquistare i territori che abbiamo perso> Spiega < e questa cosa la trova abbastanza triste, anche se posso capire che le persone, si adagino nel benessere di questo villaggio che fa vivere una libertà, che di libertà ha solo l'aspetto, visto che siam costretti un in luogo con confini limitati> Spiega verso l'altra con fare serio <Dove ci sono solamente repliche minuscole di quelli che sono i nostri villaggi natali, e dove l'essere uno shinobi o una Kunoichi è diventato qualcosa di estraneo quasi, o meglio qualcosa che pian piano sta diventando come obsoleto ed è qualcosa che non va bene dal mio punto di vista> Gli andrà a dire <Ma a puiinto per questo, non c'è nessuna squadra, nessuna missione, per uscire la fuori, poerchè le persone stanno bene dove stanno, si sono adagiate in questa picccola osi di agio e di benessere, ed è una cosa che non condivido> Spiega verso l'altra, guardandola conf are serio, mentre prendono a camminare. Il pensiero che ha espresso, è il poesniero che ha maturato dopo aver parlato con Furaya della cosa, ma questa cosa, rimerrà solamente per lei e basta, non la dirà all'altra. Ne ascolta le parole però, e va a farne un sorrisetto <Non ho curiosità sui Sabaku, ma trovo che i Sabaku siano molto curiosi su noi Uchiha, e la cosa mi fda rimanere un po perplessa devo esser sincera> Dirà verso l'altra, sorridendole <Se vuoi sapere qualcosa dei nostri Genjutsu, dovrai scoprirla da solo, io non posso dirti nulla, mi spiace> Il tono è sinceramente dispiaciuto, ma non perchè non possa dirle nulla, ma perchè lei, come Uchiha, non ha ancora attivato il proprio Sharingan e senza nemmenoa verlo attivato, si sente a disaagio a parlare di queste cose, che non direbbe comunque a qualcuno che non sia del clan Uchiha.

20:04 Utente anonimo:
 Ascolta le parole di Iara facendo strada, parola dopo parola il passo silenzioso appare più marziale, un passo ancora, più freddo, un passo ancora, distante. Oasi di agio, oasi di agio e benessere, un psto in cui non si sta bene davvero, ed eccolo lì, la punta del suo astio e del suo odio, quella finzione di cui tutti sono egualmente teatranti, anni che hanno atteso e fermato ogni progresso della Sabaku e che ora la costringono a prendere aria. <Basta, ti prego Iara Uchiha.> Soffia senza smettere di camminare come se avesse improvvisa fretta di farsi lontana dal quartiere dei Clan, soprattutto di quel clan. Solleva gli occhi contornati di nero interno alle palpebre inferiore e superiore verso il profilo dell'altra, il suo senso della vista ancora una volta preso a schiaffi dai propri e consapevoli tratti secchi, volpini, magri, contro il profilo grazioso dai capelli e gli occhi neri della Uchiha. <Persone a me care sono morte per cercare di riprenderci i nostri confini. Sei giovane, io sono giovane, nessuno andrà fuori.Non oggi, non domani...Dovresti toglierti questa cosa dalla testa io... Okonomiyaki, mangerò un Okonomiyaki e la tirerò fuori dalla mia tipo ora, tipo subito. Tipo muoviamoci che si sta già freddando.> Snocciola con una lapidaria quanto estrema spiegazione, nessuno le ha chiesto di dire qualcosa di tanto personale, tantomeno Iara stessa, eppure lo fa quasi a volersi assicurare che il discorso sarà sepolto in una bara di sabbia -ah ah-. <Non c'è motivo per cui tu debba essere perplessa, non vi stavo spiando...Voglio solo capire se posso aver subito un Genjutsu dato dal vostro potere oculare, un dolore fisico, ma senza ferite, e non volontario> Specifica come a dover giustificare la sua curiosità, ci manca solo l'esser davvero arrestata dopo un pomeriggio di pedinamenti come sospetta spia degli Uchiha. < Okonomiyaki, di là, cinque minuti a piedi. Hop hop hop!> Mai in quella conversazione come dall'apice dlelo stress la natura fennec, frettolosa e dall'attenzione labile sembra somigliarle più di ogni suo attento silenzio, quasi stesse creando in quella frittata un'ossessione in cui investire ogni istinto e pensiero.

20:40 Iara:
 La giovane Uchiha non si aspettava una reazione del genere da parte dell'altra ragazza. Ne osserva i movimenti, ne ascolta le parole, e può ben notare come vada subito ad irrigidirsi ed entri in uno stato un poco paranoico, per cosa non lo capisce sinceramente. <Kore-Chan, che succede?> Domanda verso quest'ultima, continunaod a guardarlòa con fare del tutto tranquillo. <Non succede nulla, non devi preoccuparti, tranquillizzati> Detto questo, tornerà silente, contionuando a seguirla per arrivare a quel ristorante dov e gli farà provare questa ricetta che anche se può sembrar strano, non ha mai mangiato. Passo dopo passo, la m3eta si avvicina sempre di più, e quel coprifronte legato nel proprio zaino, riflette la luce che i lampioni emettono, senza che però la giovane possa accorgersene per il momento, anche perchè non deve nascondersi dsa nessuno e non se ne preoccupa. <Se tu fossi sotto Genjutsu, non potresti saperlo, come non posso saperlo io se tu lo sia> Gli spiega semplicemente <Se tui lo sapessi, non sarebbe un Genjustu> Ovvietà quella che è appena uscita dalla bocca della giovane Uchiha, che però non può esprimersi in altro modo se non dicendole quello che gli ha detto. <cinque minuti non sono tanti.. il che è un bene, ho voglia di provare questa nuova ricetta> sincera nel dire questo, e la cosa la si può capire anc he dal sorriso che gli si forma nel volto, con fare spontaneo <Raccontami un po di te Kore, quali sono le tue aspirazioni? Quali sono i tuoi attuali programmi di vita?> Domanda curiosa la giovane, cercando di intavolare un chiacchierare leggero e tranquiullo, sino a quando nons aranno a ristorante, sviando dai vari discorsi tenuti fino ad ora.

20:49 Utente anonimo:
 Annuisce inizialmente, alla questione del tranquillizzarsi, ma poi le sopracciglia si aggrottano, dopo aver ascolato la questione del Genjutsu c'è un'altra cosa che passo dopo passo sembra attirare la sua attenzione. <Davvero non ne hai mai mangiato?> La domanda sembra piuttosto scettica. <Ti svelo una cosa, il motivo per cui le specialità dei deserti sono a base di capra, principalmente, ovinidi generali, è che la maggior parte degli animali muoiono per il troppo caldo...Il pollame era roba da ricchi nei deserti, vuol dire che potevi permettertelo solo se potevi permetterti di tenere fresche le tue galline, altrimenti sarebbero morte e...Vedi dove voglio arrivare seguimi.> Il suo nervosismo sembra diventare parola, ma non confusa, ha un nocciolo e gesticola per metterlo in luce. <Gli Okonomiyaki fatti a Suna fanno schifo, ma è ovvio non ti pare? A me pare...Insomma chi è che se avesse quel benessere economico lo avrebbe speso per mettere in fresco le galline un maniaco?> Sentenzia prendendo un profondo sospiro. <Non credo di avere un programma di vita...Mi piace non fare nulla, ma voglio avere la mia Giara, questa cosa mi ossessiona da mesi...Mesi. Ci penso costantemente. Tu ne hai uno?> Chiede iniziando a rallentare e frugando con gli occhi sabbiosi intorno a sè, gesti febbrili del viso. <Insegna verde....insegna verde...> Mugola portando la mano destra sulla cinghia rispettiva dell'enorme zaino. <Oh, eccolo là.> La mano sinistra indica una delle vetrate, un locale piccolo che peraltro fa SOLO okonomiyaki a giudicare dall'insegna. <Hanno anche del buon sakè...Immagino tu lo beva.> Perchè lo immagini non è chiaro ma la squadra mentre pone quella supposizione. <Se sono stata sotto Genjutsu non lo sono più comunque> Riprende muovendosi verso il locale. <Il dolore è cessato... Okonomiyaki.>

21:03 Iara:
 <No, non ne ho mai mangiato, deve esser sincera> va a dire, mentre continua a camminare, e ad ascoltare quello che gli viene detto. La storia la trova interessante e ascolta con attenzione, e di tanto in tanto osserva anche la ragazzas oltre che a seguirla per arrivare al locale dove si fermneranno per mangiare. <Far stare in un luogo fresco le galline, sarebbe stata una mossa intyelligente se questa cosa fosse stata per tutto quanto il paese, in maniera da migliorare un pooco la vita di tutti i suoi abitanti< riflette su questo la giovane <ma non si ragiona così, e l'avidità rovina tutto delle volte. Ma non solo l'avidità, ma anche molto altro, che per il momento, lasciamo da parte> Va a dire, mentre la osserva per un qualche istante, prima di riportare lo sguardo davanti a se, osservando i negozi e le vetrine di quest'ultimi e la merce esposta. <Tu vuoi la tua Giara, credpo sia comprensibile, è quella che vi identifica come memebnri del clan?> Domanda, cercando di apprendere qualcosa da questa conversazione, per poterne sapere qualcosa in più del villaggio della Sabbia. <noi non abbiamo la giara, o un oggetto materiale> Afferma <In fondo, paese che vai, usanze che trovi no?> Farà un leggero sorrisetto, prima di alzarsi il volto e osservare quell'insegna tutta verde. <Il Sakè lo bevo volentieri, e non vedo l'ora di assaggiare questa Okonomiyaki> ha già l'aquolina in bocca <La fanno con diversi ingredienti e sapori, oppure fanno solo la versione classica in questo piccolo ristorante, Kore-Chan?> Pone quest'ultima domanda, prima di andarsi a leccare le labbra, con fare lento, come se inziasse già da ora a gustarsi quel piatto.

21:14 Utente anonimo:
 Occhieggia l'altra sulle prime parole, tuttavia pare concordare sulle galline, almeno a gesti, per come indica Iara mentre riprende a camminare con un paio di cenni certi sembra che la Uchiha abbia colto il punto. <Esatto, quindi perchè spendere la tua fortuna per le galline? ed è motivo per cui le frittate a Suna fanno schifo...Mentre qui ad Oto sono buonissime! Sai che le galline in realtà sono suscettibili alla musica? Qualche matto ha dimostrato che la bontà delle uova è maggiore se ascoltano musica di violino...Ti piace il violino?> Insomma queste lauree in pollame ab honorem non le danno via come il pane eh? Fatto sta che la Sabaku sta straparlando, segno che la sua tensione si è ora fatta ossessiva, ed essere ossessivi è tipico dei vulpidi probabilmente, se solo l'ammettesse. <Non esattamente.> Specifica in merito alla Giara entrando dentro il locale e guardandosi intorno con fare febbrile, una continua ricerca fino ad un tavolino libero. <Sono figlia di Sabaku, sono una Sabaku...La Giara è sinonimo delle nostre innate, più che sinonimo...è l'affermazione palese che tu sia capace a controllare l'elemento dei Sabaku. Come il vostro potere oculare, non è che nasci Sabaku e quindi sai farlo no?> Domanda con fare concitato arruffianandosi un posto prima ancora di far cadere lo zaino a terra, dal tonfo che gli fa fare non c'è niente di prezioso dentro, ma dal suono e dall'enormità sembra piuttosto pesante, troppo per quella figura magra ed emaciata, pallida e mascolina. <Lascia fare a me!> Sollevando la mano sinistra. <Due Okonomiyaki, con doppio tonno essiccato, e con edamame come suppletivo!Ah...Ah, Acqua e sakè>Ordina cercando Iara con occhi troppo accesi, troppo febbrili, segno di ansia quasi le avesse viste lei le galline. <Il tonno essiccato ce lo appoggiano sopra in verticale, devi vederlo, a causa del calore sembra che si muova da solo, pare una cosa viva nel piatto!è divertente>dovertente....L'idea di mangiare qualcosa che ancora si muove magari per lei dev'esserlo mentre potrebbe fare un po' di ribrezzo, giustamente, a chiunque non sappia che il tonno non è realmente ancora vivo e che non si sta realmente muovendo. <Io non bevo il sakè, ma ho visto un sacco di gente ubriaca qui, deduco che sia buonissimo.> O che è buono, o che quella è una bettola, o che il sakè costa poco, perchè contraddire una tale immotivata euforia. < Okonomiyaki...Non ne mangio da tantissimo tempo, vedrai vedrai, ti piacerà.>

21:28 Iara:
 Entrano nel locale, che non sembra essere poi così brutto. yTradizionale, piccolino, il tutto sembra essere molto artigianale, dai tavoli, che erano stati lavorati finemente ed ora sono un poco logori a causa del tempo, sino ai dipinti sulle pareti, un poco scoloriti e imperfetti, anche questi a causa del tempo. <Non male come posto> esordisce così la giovane, mentre si accomoda con la giovane, andando a levarsi dalle spalle lo zaino, per poggiarlo vivino a lei con fare attento, cercando di metterlo in maniera che nessuno possa toccarlo, essendo lei vicino al muro che fa angolo, stando così più tranquilla. <Che le gallina producessero uova più buone, pe4rchè stimolate dalla musica suonata con mdei violini..> lascia in sospeso la frase, e fa un sorriso, mentre l'altra ordina per entrambe, lasciandola fare. In fondo è l'altra l'esperta. <tio dicevo, riguardo le galline ed i violini, è qualcosa di interessante, anche se ci sono studi che mi interessano di più> Sincera la giovane mora, che in questo momento si da una sistemata ai lunghi capelli, andando quindi ad osservare il locale e la gente che vi è dentro, prima di tornare sull'altra. <Capisco, si beh, ogni clan ha qualcosa di suo, questo intendevo dire, ma in fondo è bello anche così no?> Una domanda che però sa anche di affermazione. <Il tonno che si muove grazie al calore del piatto l'ho già visto, è uno spettacolo molto carino, che da vivacità al piatto, lo trovo qualcosa di allegro e che riesce a far essere ancor più buono il piatto> dirà, sorridendo e aspettando che la loro ordinazione vengo effettuata. <Ci credo che è buonissimo, non vedo l'ora di assaggiarlo!> esclama in fine

21:36 Utente anonimo:
 Ha ordinato, ha assolto il suo compito la fennec, ora abbassando l'ossuto braccio sembra potersi rilassare abbastanza da muovere le dita della mano, chiuderle e riaprirle un paio di volte come a controllarne la mobilità mentre gli occhi seguono il profilo della giovane Uchiha sulla questione, importantissima, delle galline e della bontà delle loro uova in relazione al suono. Annuisce brevemente alla questione stessa iniziando, ora che quella missione che ha fatto dominanza nella mente pare assolta, probabilmente a rendersi conto di aver straparlato. <Beh, il Kazekage Gaara è famoso, la presenza di Giare nei Sabaku non è un segreto, anche gli Uchiha sono famosi...Solo che Gaara era anche bellissimo.> Aggrotta le sopracciglia CERCANDO gli occhi dell'altra in silenzio, un silenzio abbastanza lungo da aspettare di ricevere la sua attenzione a quanto pare. <Avete tutti i capelli neri?> La domanda sembra confusa, non esattamente pertinente, ma il dubbio sembra più che reale come se si fosse appena ricordata una qualche favola. <Non voglio sapere i segreti del tuo clan, Iara-Chan.> Si allunga sul tavolo ma si ferma dal parlare, attende che il sakè per due, ovvero con due bicchierini ed una fiasca seppur non toccherà il proprio sia posato insieme all'acqua, gli occhi si abbassano sui propri palmi nell'attesa esponendoli verso l'alto. <Vorrei solo sapere se secondo te è possibile per un Uchiha usare il suo potere oculare senza accorgersene, ho fatto delle ricerche, le vuoi vedere?> Non dice su cosa ma la questione che gira intorno al dolore, durato ben più di un'ora e ben più di un giorno, devono aver mobilitato abbastanza la mente della vulpide da interessarsi a questioni nuove evidentemente.

21:49 Iara:
 <Anche Kioshi Uchiha era bellissimo, anche Sasukle Uchiha era bellissimo> afferma la giovane con un sorrisone, anche se di questi due non se ne ricorda nemmeno uno. Il primo aveva pochissimi anni quando era all'apice del villaggio, il secondo non era nemmeno nata. Le statyue però, servono anche a questo, a ricordare i Kage caduti, che hanno preceduto l'attuale, ricordare quei tempi, dare un volto a quegli uominio o donne, che abbiano fatto quel che hanno fatto, loro saranno sempre li, a vegliare sul loro villaggio, che sia questa o no la loro volontà. <Occhi neri e capelli neri sono tratti classici degli Uchiha, ma credo ci possano essere delle eccezioni, o almeno credo> Spiega <Voi invece, siete tutti con questi capelli chiarissimi, e gli occhi color dell'oro?> Domanda, rigirando la domanda che gli era stata posta qualche attimo prima. Si ferma dunque nel parlare, osservando dunque con lo sguardo sia il sakè che l'acqua che vengono portate e posate nel tavolo con attenzione. Allunga il braccio destro e con la mano afferra la bottiglia dell'acqua, andando a stapparla <Ne vuoi?> una domanda, e se l'altra la vorrà, andrà a versargliela nel bicchiere, altrimenti lo verserà solamente sul suo, prima di rimettere a posto la bottiglia con cura, senza sbatterla o far confusione. <Non credo sia possibile, farlo> sincera, mentre fissa l'altra negli occhi per qualche istante, prima di riprender parola <Di quali ricerche stai parlando?> Domanda interessata la giovane verso l'altra, con voce più tosto bassa.

22:03 Utente anonimo:
 Ascolta la questione su Kioshi e Sasuke ma il capo scuote appena. <Oh...Non come Gaara. No.>Ad ognuno il suo poste di leonardo di caprio nella stanzetta a tredici anni, quello della Sabaku sembra così lapalissiano da essere quasi un clichè. Non fosse per Gaara c'è da dire che il suo clan avrebbe una tale brutta nomea che nessuno vorrebbe averne a che fare, manco i Subaku stessi probabilmente. Ma quella non sembra cosa importante per la fennec, non quanto la questione dei tratti tipici degli Uchiha, affila lo sguardo ma delle sue perplessità non fa menzione iniziale. <Sono molte...le eccezioni?> Chiede prima di scuotere il capo con fare sicuro. <Oh---No. Assolutamente no!> Come fa Iara a non saperlo? Sembra così lapalissiano. <La pelle, la pelle molto chiara, ma i miei capelli li ho presi da-> Schiocca la lingua sul palato. <La dinastia delle volpi del deserto, o almeno così dicono, parte di madre, comunque...Sabaku entrambi ma i capelli scuri assorbono più calore, rossi, tendenzialmente vincono sulla questione.> Tutto si basa quindi su come si assorbe meglio il sole tra i desertici, cosa che dovrebbe avvantaggiare la fennec ma che non pare farlo all'effettivo prima di diniegare con il capo alla proposta. <Non ho mai bevuto alcool, disidrata, l'acqua in corpo è importantissima.> L'ha selezionato solo per lei, pare, senza un reale motivo, solo perchè è carina e le ragazze carine bevono alcool? Che sia oggettivamente -per lei - bella è cosa già sfuggita alle labbra della fennec, ma che abbia amore per l'alcool è tutta farina del suo delirio, quasi ne avesse sentito l'odore. <Sui Genjutsu... Ho scoperto che c'è un motivo per cui chi pratica i Genjutsu ce l'ha così tanto con il mio clan, non è una vera immunità, ma> Si interrompe versandosi dell'acqua, e versandone dell'altra a Iara senza chiedere in realtà prima di risollevare lo sguardo. <Non parla del Genjutsu oculare degli Uchiha, o almeno non le mie ricerche.>Specifica mentre aspettano quanto ordinato

21:13 Iara:
 Le ordinazioni cominciano ad arrivare, con una c adenza ordinata e non troppo v eloce, che permette alle due, di continuare a dialogare. <Ad ognuno il proprio> Dirà, in fatto di gusti, dove non vuole andare a finire, pooichè è un qualcosa che è personale, troppo personale e ci si litiga spesso. <Pelle chiara e capelli rossi, come Gaara allora> Riflette <Mentre tu sei un eccezione, anche se, devo dire che non stai per niente male così < sincero il suo dire. rimane silente e sfrutta la cosa per riprendere un poco fiato, mentre fa spazio al cameriere c he porta i due piatti principali e li posa sul tavolo, la giovane lo guarda e sorride, andando ad unire le mani pèer ringraziarlo, ritornando a guardare l'altra <Non so quante eccezioni ci siano Kore, ma stai inziando a fare un po troppo domande e non mi stai dando alcuna risposta, questo non è un bene lo sai vero?> Domanda verso l'altra, in maniera un po piccata, un po folle se così vogliam dire, condito il tutto con uno sguardo che per qualche istante sa di folle e psicopatico. Ma è solo un momento, nulla di cui preoccuparsi in fondo, oppure si? < ricerche sulle abilità oculari con i Genjutsu, come mai queste ricerche?> domanda in fine, andando a portarsi alla bocca il bicchiere con l'acqua, rimanendo silente mentre si disseta e si bagna sia le labbra che la gola, lasciando all'altra la parola, mentre inzia a mangiare, cercando di arrestare la sua fame.

21:25 Utente anonimo:
 Al commento di Iara sui propri capelli l'istinto della mano sinistra, posata l'acqua dopo averne versata nei bicchieri, è proprio quello di sollevarsi a passare le dita tra i ciuffi scarmigliati e dopo quelle ore di poste davanti al Dojo Uchiha anche, sinceramente, un po' unti di sudore. Le labbra scure si tendono in un sorriso tenue, appare quasi un ringraziamento meccanico, eppure non fa parola dell'aver colto un apprezzamento quasi le pesasse riceverne o non fosse sua abitudine. Quando la risata si stende, più calda, abbastanza da far danzare brevemente il petto scarno sotto la casacca maschile quella genuinità è già altrove, breve ma spontanea come se avesse voluto contraddire il sorriso precedente da sola. <In realtà sei tu che non mi stai chiedendo nulla, io faccio delle domande perchè sono curiosa.> Dovrebbe essere nella natura del fennec esserlo ma questa è cosa che negherebbe, non esser mai stata simpatica ed affabile come il fratello ha sempre avuto un peso per quella amabilità che quasi avrebbe dovuto ereditare e che non ha mai avuto. Se coglie lo sguardo di Iara come una minaccia è difficile a dirsi, è invece visibile alla Uchiha come l'istinto sia immediato ed è quello di svicolare con l'attenzione visiva dai suoi occhi neri, evidentemente le sue ricerche hanno portato a questo ma non alla comprensione che sarebbe ormai tardi qualora avesse incontrato lo Sharingan a tu per tu. <Eccoli> Così risponde inizialmente alla sua domanda sulle proprie ricerche ma invece di iniziare a mangiare quando arrivano i due piatti osserva l'altra, come se volesse studiare la reazione al primo boccone tornando su di lei. <Allora? Com'è?> Un'aspettativa che la vede immobile la sua, un'attesa di risposta fosse anche negativa senza la quale non sembra intenzionata ad iniziare a mangiare, l'attenderà prima di farlo difatti, ed è cominciando solo a piluccare il tonno, lasciandosi affascinare anche visivamente da quel gioco di movimento che stuzzica con le bacchette che inizia a parlare. <Te l'ho detto, ho conosciuto un Uchiha, un ragazzetto...Quanti anni hai?> Arriccia le labbra ed attende qualora l'altra volesse rispondere, altrimenti proseguirebbe sul suo tonno. <Credo che mi abbia fatto un Genjutsu, ma afferma di non esserne capace, è stato molto doloroso per entrambi e non ho motivo di non credergli, quindi ho fatto delle ricerche, ammesso e non concesso...Facciamo così> Prende un primo boccone più avido e pieno e lo deglutisce rapidamente, aveva evidentemente fame, prima di risollevare gli occhi verso il volto dell'altra. <Supponiamo che questo Uchiha stia risvegliando il suo potere oculare, se io potessi aiutarlo a farlo tu come Uchiha potresti aiutarmi a dire come fare no? Immagino che un Uchiha che risveglia il suo potere oculare sia una notizia lieta anche per voi, non è così?> La domanda sembra avere una sua logica nella mente della bionda, ma si sa che le bionde spesso sanno a stento parcheggiare quindi non è detto la stessa logica appaia anche nel modo in cui le parole sono poste

21:38 Iara:
 Il primo boiccono, poi il secondo, poi il terzo. Se li gusta uno per uno, lasciando che quei sapori gli pervadano la bocca er le pupille gustative, facendo si che possa pprezzare quel gusto, con un sorriso dopo aver inghiottito l'ultimo dei tre bocconi <Devo dire che è molto, ma veramente molto buono> Affermerà, con fare del tutto sincero la giovane, che in questo momento, continua ad ascoltare il dire dell'altra, con interesse, sino a che non arriva l'ennesima domanda, che la fa anche sorridere.. <una vera signorina non rivela mai i propri anni, tu quanti me ne dai?> Domanda all'altra, mentre torna sulla propria frittata di verdure e ne va a mangiare un altro pezzo, aiutandosi con le bacchette, mentre continua ad ascolatare la Suniana, con quei discorsi e quelle domanbde che lei trova ripetutamente fuori luogo e che farà presente a chi did overe, ma cerca di non darlo a vedere. <Come la nostra abilità si sblocchi, non credo sia affare di chi vive nella bellissima Suna> Risponde <Non voglio mancarti di rispetto, ma un Uchiha, la propria innata la deve riuscire a sbloccare da solo, senza l'aiuto di qualcuno di esterno al clan> Spiega, guardandola con calma, prima di tornare a prendere il proprio bicchiere d'acqua, finire quella chen vi era dentro questo, per poi riepirlo fino a tre quarti della propria capienza. <Sarei curiosa di vedere le tue ricerche, leggerle se possibile> La curiosità è vera, sincera <me le lasceresti per leggerle con calma?> Domanda, con fare del tutto tranquillo e genuino, prima di prepararsi all'ennesimo boccone di quella frittata con verdure.

21:47 Utente anonimo:
 Sembra mangiare con gusto maggiore solo quando l'altra afferma di apprezzare, vero o falso che sia quel tributo al cibo non pare di interesse all'animo della Sabaku ma c'è da credere che per qualche momento le spalle si siano mosse, abbiano oscillato, come se stesse gongolando. <Diciassette?> Replica in merito all'età dell'altra. Sta ancora mangiando quando rallenta qualche istante alla questione dell'aiuto esterno. <E perchè mai? Non ti sei mai allenata con nessuno fuori dal tuo Dojo? Mi sembra una cosa molto scomoda...Se tu ti allenassi con me trarresti vantaggio, dal conoscere delle abilità Sabaku, non ti pare?> Anche stavolta il concetto appare biondamente logico intervallando il pasto con un bicchiere a sua volta. <Le mie ricerche sono da libri di accademia, non sono andata per sezioni occulte, e non ne ho una copia...Posso raccontartele se sei pigra ma cosa mi dai in cambio?> Sbircia con il viso emaciato leggermente inclinato la mano di Iara, non ne guarda il viso e stavolta lo fa in maniera evidente, il pasto diviene un ancor più evidente diversivo per non guardarla negli occhi. <Ti ritieni una persona empatica, Iara-Chan? Se davvero potessi aiutare qualcuno del tuo clan che ci tiene molto, la cosa sarebbe disdicevole per un Uchiha qualsiasi, te inclusa, portandolo ad allontanarlo dal vostro clan?>La questione sembra farsi più seria in quella domanda, più meditabonda. <Dimmi la verità e rinuncerò alla mia opera.>Ossessioni, difficile resistere per un vulpide a qualcosa di ossessivo, eppure vi è quel barlume determinato sul suo tentativo, una certa esagerata prontezza a gettare all'aria carte, capre e cavoli

22:03 Iara:
 <Io mi allenerei volentieri con te kore, come credo sia utile farlo per conoscersi, ma non ho detto questo> ribadisce < quello che ho detto è che l'abilità innata del nostro clan deve essere sbloccata senza alcun aiuto esterno, questo ho detto> dirà verso l'altra con fare serio <e dammi retta, non credere che con tutte queste domande nasconde, non mi sia accorta che tu stia chiedendo un po tropp> fa notare verso l'altra, andando a finire il porprio piatto, prima di andare a riempirsi il proprio bicchierino di Sakè caldo. Il tutto è fatto con movimenti lenti, come se fosse qualcosa che va contemplato e rispettato, eppure è qualcosa di semplice, quasi banale il versarsi un liquido in quel piccolo bicchierino di ceramica bianca, che sta davanti a lei, poggiato sopra ad un piccolo fazzolettino sempre bianco, con l'insegna del locale ricamatra in verde. <Non so se sono poi così empatica Kore-Chan, perchè me lo chiedi?> Domanda, senza alcun problema, andando a ricevere subito dopo la risposta, alla quale allarga leggeremente un piccolo sorriso <Aiuterei quelli del mio clan, si che lo farei, perchè non dovrei farlo?> Domanda, anche se la storia che ha dietro di se è più complicata ed arzigogolata di quel che può sembrare, ma per ora non è di certo qualcosa che vuol far sapere, e parla come se tutto fosse normale, anche se ha la consapevolezza che così non è <La verità l'ho detta, ora dichiara la tua opera e rinunciaci per sempre> e sembra solenne quando pronuncia questa ultima frase la giovane.

22:18 Utente anonimo:
 Come promesso lei non si avvicina al sakè, nemmeno se ne interessa con lo sguardo, quando il suo Okonomiyaki è terminato le bacchette vengono impugnate una per mano ed il gioco del suo sguardo si mantiene ad un gioco con delle briciole, ovviamente senza poterle prendere finchè usa le bacchette a mò di denti di tricheco. <Beh, definisci troppo, te l'ho detto di averlo subito...Un dolore indicibile, anche tu vorresti saperlo se qualcuno ti avesse fatto involontariamente del male non ti pare?> Inclina appena il capo incassando le spalle, ma non risolleva gli occhi contornati di nero da quelle bellissime briciole, devono essere così affascinanti. <Mh, non lo so, ci devo pensare. Te lo concedo.> Perchè Iara non dovrebbe farlo? Di motivi ce ne sono diversi. <Se qualcuno puntasse a qualcosa che voglio io, anche fosse del mio clan, io non lo aiuterei ad ottenerlo prima di me, ad esempio.> Il pensiero corre a quella giara, se qualche Sabaku la reclamasse prima di lei sei mesi di ossessione svanirebbero nel nulla, tornerebbe quel senso di vuoto, quella mancanza di scopo. Eppure non ne specifica. <E sia.> Concede sollevando il viso qualche momento ma poi tornando sulle briciole. <Non ci si accorge nemmeno di essere in un vostro Genjutsu, come potrebbe essere successo a me, accade e basta. Non so come avvenga esattamente il risveglio ma so che serve tempo a padroneggiarlo con facilità, se proprio non sei riuscito ad evitare uno Sharingan ci sono poche cose che te ne buttino fuori. Dando per assodato che quanto dico sia corretto potrei essere nel tuo Genjutsu anche in questo momento, vivrei il tutto come se fosse normale, quindi bisgnerebbe mantenere il proprio terzo occhio che io non ho suo dettagli. Parlando di dettagli, e senza offenderti, mi sembri troppo giovane per riuscire a pormi in un'illusione tanto fina da avere otto briciole irregolari nel piatto. L'unica conclusione che ho tratto, se non posso guardarvi negli occhi, è che devo sempre cercare di capire se sono già dentro la vostra illusione, come un sogno vivo...Quindi veniamo al perchè ti ho chiesto se tu sia empatica.> Spingendo una briciolina fuori dal piatto. <Gli occhi...Capisci più o meno sempre la menzogna negli occhi, ma se io non posso guardarti senza timore potresti mai vedere che io sono sincera ed io esserti amica? Sembra qualcosa di doloroso. Qualcosa che una persona empatica patirebbe. Se ti guardassi adesso capirei quanto sei indispettita dalle mie ricerche, potrei mitigare ma...> Solleva le spalle. <Siccome non posso vederlo devo basarmi su quello che dici, te l'ho detto Iara-Chan, le vecchine da noi barano sempre, il grado di attenzione con le nonnine da noi è alto.>Un'altra briciola viene fatta cadere oltre il bordo come se potesse contare i secondi in cui la gravità agisce. <I miei intenti erano buoni, che tu lo creda o meno non puoi guardarmi negli occhi per saperlo, quindi tutto sta alla tua empatia...Almeno però dimmi se ho indovinato l'età.>

22:35 Iara:
 Osserva il farte dell'altra, e quello sguardo tenuto così basso, che in effetti le da un poco fastidio, ma soprassiede alla cosa, e lascia che l'altra faccia uscire quel fgiume di parole e di ragionamenti dalla propria bocca, mentre con la mano destra va ad afferrare con delicatezza il bicchierino del sakè, e c on un gersto delicato va a portarselo verso le labbra. Osserva quel liquido trasparente, che ondeggia in quel piccolo bicchierino di ceramica bianca, dove un leggewro e profumato fumo esce e si dirigfe dritto nel naso della giovane, facendone saggiare l'alcolicità, già prima che la mano con un movimento secco del polso, vada a permettere al bicchierino di inclinarsi di sscatto e vada a rilasciare il lioquido dentro la bocca della giovane. Il primo passaggio sarebbe l'assaggio e poi l'inghiottire quel liquido, alzando il capo in alto per qualche istante, prima di tornare a guardare davanti a se, facendo un leggero sorrisetto <Quando troverai il coraggio di guardarmi negli occhi Kore-chan, senza quella tua paura, allora potremo essere anche amiche> dirà con fare del tutto tranquillo, mentre si va a poulire la bocca con il fazzoletto presente al tavolo, prima di alzarsi dalla propria seduta, e sistemarsi le vesti ed i capelli per poi prendere lo zaino e rimetterselo in spalla <è stata una cena interessante kore-Chan, ma ti do un consiglio, lascia perdere l'innata del mio clan, e lascia perdere i Genjutsu, sono cose pericolose, e di cui è meglio non ti imparanoi troppo, anche perchè non soervirebbe se ne fosse la vitta> Detto questo farà un leggero sorriso, e con fare amichevole, andrà a posargli la mano sopra la testa per qualche istante, un gesto fraterno, che dura pochi istanti se gli verrà concesso <Grazie della cena, e buona notte..Fatti viva ogni tanto, ma levati queste cose dalla testa> Dirà, muovendo qualche passo <lo dico per te> dirà questo, dopo essersi voltata per l'ultima volta ad osservarla, per poi prendere la via che la riporterà a casa sua, dove non vede l'ora di andare per potersi fare una bella doccia e poi andare a riposare. (End)

22:39 Utente anonimo:
 Sulle prime parole dell'altra se avesse avuto davvero delle orecchie da fennec si starebbero sollevando, invece lo fanno solo gli occhi, appena appena e per qualche momento. <Per questo ti ho chiesto se fossi empatica.> Deflette tornando alle sue bricioline seppur il petto si gonfi alla questione di lasciar perdere quel suo tarlo, quel dubbio di averlo subito, che ha comunque promesso di accantonare. Non sarebbe utile a quanto pare. <Già...Non ha senso ossessionarsi per qualcosa di inutile.> Dinoccola, senza che non sia palese una cosa, che per qualcosa di inutile non intende quella loro innata ma il suo sforzo al riguardo. <Pago io.>Conferma a quel ringraziamento allungandosi verso il basso, e non piò sapere Iara quanto le costi in realtà quindi qualcosa di utile dovrebbe averlo ricavato da quella conversazione per spingersi a tanto. Abbassandosi e prendendo il suo enorme zaino per una bretella si solleva facendolo scivolare pesantemente su una spalla, sbirciando verso l'altra ora che inizia a donarle le spalle per avviarsi. <Buonanotte Iara Uchiha...Ci vediamo, sicuramente, per la chiaccherata. Statisticamente il mio prossimo Uchiha è un cinquanta percento di probabilità.> Di cosa non lo dice, Akainu avrebbe compreso, e probabilmente si sarebbe pure offeso mentre lei si assesta lo zaino sulle spalle più saldamente prima di recarsi alla cassa, a saldare, oltre quel saluto per infine abbandonare il chiosco di Okonomiyaki {exit}

Kore e Iara si incontranod avcanti al Dojo Uchiha. Inziano a parlare e alla fine si ritrovano davanti ad un ristorante dove mangiano e la Suniana rifvela la sua paura dei Genmjutsu all'altra e altre cose che l'altra non si dimenticarà facilmente.