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con Rasetsu, Kashirama

15:37 Rasetsu:
 E' da una SETTIMANA che fa il santarellino, che fa da INFERMIERE quando lui è un GENETISTA fatto e finito... QUINDI, è giunto il momento di far qualcosa per sé stessi! BERE. Non tanto da sbronzarsi, forse, ma d'altronde chi se ne frega? Se Hiro è confinata a letto nella stanza d'ospedale per riprendersi totalmente dalla trasformazione, sta a significare che non potrà raggiungerlo sino in quel bar. Non ancora. Perché quando avrà preso completa padronanza di quel potere... saranno uccelli senza zucchero. Un brivido lo coglie lungo la spina dorsale, al sol pensiero che con quel sangue possa fargli vedere i sorci verdi. Gliel'ha detto anche Shizuka, mettendolo in guardia. Niente più sconti. Tuttavia, adesso non deve pensare all'ipotetica morte che l'attenderà nella malaugurata ipotesi decida di tornare a drogarsi come un fallito qual era o nel caso in cui voglia tradirla. No, non deve pensarci. E' l'ultimo giorno da UOMO LIBERO! Quanto la fa tragica... Come se gli dispiacesse davvero aver a che fare con Hiro per il resto della finta eternità che gli rimane da vivere. Perché è ovvio che non potrà MAI far soffrire una Kokketsu o causarle del male. Quindi, dà già per scontato d'essere incatenato completamente a quella ragazzina vita natural durante finché morti non li separi - neppur fossero sposati per davvero! Quella dannata promessa lo distruggerà. Gironzola per un quartiere notturno che aveva imparato a conoscere e che ha smesso di frequentare proprio a causa del corvetto nero a cui s'è affiancato. Cerca un locale, uno qualsiasi, potrebbe andar bene anche una bettola ora come ora, non gli importerebbe. Veste con un pantalone nero sorretto da una cintura d'egual cromia con fibbia argentata. Una camicia bianca ne copre il petto, ben abbottonata, con le maniche però piegate sin ad altezza dei gomiti mettendo dunque in risalto le cicatrici biancastre - alcune delle quali perennemente in via di cicatrizzazione - che s'ammassano sui suoi polsi. No, giuro che non si taglia con le lamette... gli bastano i denti! Gli occhiali vengono ben sistemati sull'aquilino naso mentre i capelli risultano essere - come sempre - una zazzera di media lunghezza nient'affatto pettinata. [ Chk On ]

15:41 Kashirama:
 Il pomeriggio tranquillo di oggi ha spinto il giovane Senjuu ad abbandonare la propria abitazione per uscire un all’aperto e respirare un po’ di quell’aria primaverile che da qualche settimana aveva preso il posto del freddo invernale oramai lasciato alle spalle dai cittadini di Kagegakure. Nonostante l’atmosfera sia decisamente più abbordabile rispetto a prima, il caratteristico venticello fresco di quella stagione non permette ancora di abbigliarsi senza tenere in conto un possibile cambiamento di temperatura improvviso, inducendo così il ragazzo di Konoha a portarsi appresso un giacca di pelle nera come precauzione; suddetto indumento cade a pennello sulle spalle larghe di Kashirama, la cui alta figura slanciata svetta tra le strade del quartiere notturno, il busto muscoloso è coperto da una semplice maglietta maniche corte del colore della neve appena caduta, le lunghe gambe sono fasciate da un paio di pantaloni neri tenuti fermi da una cintura del medesimo colore, mentre ai piedi sono indossati dei comodi stivaletti marroni. Camminando dunque per le strade del quartiere conosciuto da tutti coloro a cui piace divertirsi, il Senjuu osserva da dietro le lenti degli occhiali appoggiati sul naso l’ambiente circostante, respirando appieno l’atmosfera che col passare dei giorni si fa sempre più vivace; la mano destra, libera da buste al contrario della mancina, viene passata tra i ciuffi di capelli sfuggiti allo chignon situato dietro la nuca, cadendo davanti agli occhi ambra e intralciando così di tanto in tanto la visuale del ragazzo. Quest’ultimo procedendo con passo tranquillo, mormora tra sé e sé una leggera melodia che lo accompagna da quando è uscito di casa e svoltando verso destra, supera la soglia del primo baretto aperto pronto a prendersi una pausa da quel giornata di shopping < Buongiorno > esordisce quindi cordialmente, dirigendosi subito dopo verso un tavolo libero accanto alla finestra da cui si mette ad osservare l’esterno in attesa di poter ordinare.[https://i.pinimg.com/564x/ce/a9/80/cea980d4d50beec29e7bf1f1895d5e43.jpg]

16:04 Rasetsu:
 Un lento sospiro proviene dalle fauci del demone, il quale piuttosto imbronciato intercetta l'ingresso d'un baretto. Non è un caso che sia ESATTAMENTE quello di Kashirama - altrimenti che divertimento ci sarebbe? Il rosso non è intenzionato ad importunare NESSUNO, per ora. Vorrebbe importunare Hiro, ma ha deciso comunque di prendersi un meritato RIPOSO or che può staccarsi da lei. D'altronde, è appena diventata immortale... non pensi che potrebbe fare a meno di te? Una mano s'alza andando a sventolarsi per aria così da cancellare immediatamente quella buffa nuvoletta dell'autore, imbronciandosi ulteriormente. E' colpa sua se quei mafiosi hanno cercato d'ammazzarla, peccato che non sappia riconoscere i sensi di COLPA perché di solito n'è privo. <Affoghiamo i pensieri nell'ALCOL!> Se l'è meritato. <Non bevo da cinquantotto giorni, ventidue ore, trentasette minuti e diciotto secondi... diciannove secondi.> E' sobrio da TROPPO tempo! Più o meno da quando ha iniziato a lavorare intensivamente alla teoria della Clonazione e all'inseminazione artificiale dell'ovulo di Hiro in provetta. STA PER DIVENTARE GENITORE! E ancora non se ne capacita NESSUNO, neanche lui. Reputa che ciò che si trova in quella provetta sia un esperimento... mica qualcuno che avrà parte del suo DNA, che crescerà chiamandolo SOMMO GENITORE... Uno. Avanza passo dopo passo, spingendo la porta d'ingresso con un rapido cenno della mancina, lasciando poi che vada chiudendosi dietro di sé con un piccolo tonfo. Gli occhi si dirigono immediatamente alla volta d'un tavolo vicino la FINESTRA. A lui di solito non interessa dove sedersi per bere, non ha bisogno d'alcuna visuale che non siano le chiappe d'una ballerina al palo da lap dance. Questa volta vuole scaricare tutte le sue frustrazioni su qualcuno e quel qualcuno non può che essere un perfetto sconosciuto. <EHI, TU!> Urla. Così dal nulla, facendo probabilmente trasalire quei pochi ubriaconi rimasti anche dopo l'ora di pranzo, sdraiati su qualche sedia. <Quello è il MIO posto!> MA SE SI TRATTA DELLA PRIMA VOLTA CHE METTI PIEDE QUA DENTRO! Digrigna gli aguzzi denti ed assottiglia le palpebre. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate. [ Chk On ]

16:11 Kashirama:
 Sistemandosi la giacca in modo tale da non sgualcirla nel momento in cui si va ad adagiare sulla sedia, il Senjuu appoggia delicatamente a terra vicino alla gamba del tavolo la busta piena di libri da poco acquistati lungo la strada in una piccola libreria gestita da un’anziana signora molto cordiale; al rammentare quell’incontro e la conseguente chiacchierata breve ma estremamente piacevole, l’estremo sinistro della bocca del giovane si solleva di poco andando a formare un piccolo sorriso sereno nel mentre che gli occhi ambrati continuano a scansionare l’ambiente circostante. Raggiunto alla propria postazione da una cameriera, Kashirama dà l’ordinazione prescelta alla ragazza con tono amichevole < Un semplice thè verde andrebbe bene… > si ferma un attimo a riflettere per poi riprendere la parola < Se vi è possibile aromatizzato all’arancia, grazie > al cenno di assenso ricevuto dall’altra il Senjuu rivolge un sorriso, riportando lo sguardo altrove. Nell’attesa che la propria bevanda venga riparata, il moro va ad appoggiare il gomito destro sulla superficie lignea del tavolo per poi andare ad posare il proprio mento sulla mano rialzata, iniziando a grattare distrattamente con le dita affusolate la corta peluria che ricopre tutta la zona della mascella partendo da sotto l’orecchio destro e giungendo fino all’altra parte; da qualche giorno si sta domandando se lasciar crescere un poco di barba oppure se continuare a portare via quei peletti ispidi oltre a chiedersi addirittura se sia il caso di tagliare quella massa di capelli che si ritrova e trovandosi dunque a valutare le opzioni va a perdersi nei propri pensieri. L’ingresso rumoroso di una figura nel locale è ciò che riporta alla realtà il giovane konohano, che viene subito interpellato dal nuovo arrivato in maniera decisamente maleducata, situazione che porta le sopracciglia del Senjuu a corrugarsi in un’espressione leggermente basita alle parole della figura dai capelli rossi < Uhm, mi scusi, non ho visto il suo nome sopra > risponde con finta cordialità (che cliché), pur non essendo intenzionato ad incappare in qualche scontro o robe simili… desiderio che di certo non verrà avverato quel pomeriggio, mannaggia a Rasetsu.

16:41 Rasetsu:
 Lui non è maleducato, è stupido! A volte, non sempre. Ci tengo a sottolinearlo. In determinati contesti, ad onor del vero, la sua non è neppure stupidità. Non sa relazionarsi col prossimo, è questa la realtà dei fatti. Non ha mai avuto modo tanto meno motivo di farlo, a meno che ciò non comportasse il ficcare il suo gingillo in qualcosa di caldo e confortevole. Tornando a parlare di quanto sta accadendo in quel piccolo bar, il demone è pronto ad appropriarsi di quel posto asserendo sia il proprio. Di fatto, non lo è. Non è mai stato prima là dentro e ha deciso ARBITRARIAMENTE che si sarebbe voluto seder vicino alla finestra, ancorché quest'ultimo fosse già occupato da qualcun altro. <Ah no?> Tipica faccia da politico perplesso quella che si palesa sul volto del Kokketsu, il quale non perde affatto tempo in chiacchiere. Adopera il proprio Chakra, il quale viene convogliato lungo l'arto superiore mancino. Esso fluisce rapidamente in direzione della mano, la quale vien tenuta ben ritta con le dita ben unite tra di loro. Così facendo, la patina generatasi ne circonderebbe tutt'e cinque le falangi, allungandosi di soli tre centimetri - ma tre centimetri che risulteranno essere il suo cavallo di battaglia. Si pone dal lato opposto a quello di Kashirama, quindi fermandosi di fronte a questi dall'altra parte del tavolo. Dando sfoggio della sua manualità da mancino, non farebbe altro che iniziare a scrivere il suo NOME. La grandezza non è eccessiva, ma posiziona il tutto giusto al centro del tavolo affinché sia visibile da chiunque e da qualunque posizione. Traccia lentamente la R, seguita poi da una A e aggiungendo man mano tutte le lettere che compongono quello strampalato nome che si è dato in piena autonomia. Certo, non deve essere molto divertente venir importunato da un bambino troppo cresciuto che inizia a scrivere il suo nome sulle cose esclusivamente per averne la proprietà... <A breve, sarà mio eccome!> Certo, come no. Completamente tuo. [ Chakra: 55/65 ][ 2/4 - Bisturi di Chakra ]

17:01 Kashirama:
 Nonostante pensasse di aver richiesto una bevanda piuttosto inusuale per quel genere di quartiere, Kashirama si ritrova ad essere servito piuttosto celermente dalla stessa ragazza a cui aveva affidato speranzoso il proprio ordine che, ritrovandosi in mezzo allo scambio tra i due clienti, posa velocemente sulla superficie il piattino e la tazza di ceramica contenente il thè preferito dal Senjuu, per poi defilarsi altrettanto celermente tornandosene dietro il bancone. Gli occhi color dell’oro del konohano osservano da dietro gli occhiali i movimenti di Rasetsu, attento a non perdere alcuna mossa dell’uomo dai capelli rossi e pronto a reagire in caso la situazione prenda un giro sbagliato; la tazza di ceramica viene presa dai bordi dalla mano destra di Kashirama e accompagnata alle labbra di quest’ultimo che ne assaggia un sorso, riempiendosi di quel liquido caldo la cavità orale e facendolo scendere lungo l’esofago per poi fare schioccare la lingua contro il palato rilasciando un rumore secco e deciso. Nel momento che il nuovo arrivato solleva la propria mano circondandola di chakra, la mascella del Senjuu si serra e i muscoli della suddetta zona si contraggono in attesa di vedere la prossima mossa del Kokketsu il quale, lasciando stupefatto, basito e sconcertato il konohano, inizia ad incidere il proprio nome sulla superficie lignea del tavolo; lo sguardo del più giovane dei due è fisso sulla scritta che sta venendo scolpita e , quando il nome dell’altro è ormai bello che inciso, il moro solleva il volto in direzione di Rasetsu assumendo un’espressione scioccata con le labbra leggermente aperte e le sopracciglia sollevate che vanno a creare delle piccole rughe sulla di lui fronte < Hai… > le parole non riescono ad uscire talmente il ventitreenne è sbalordito e proprio quest’ultimo, dopo aver inclinato il capo verso sinistra come un cucciolo di golden retriever e dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte, inizia < Hai davvero appena rovinato un tavolo di un bar solo per scrivere il tuo nome? > l’attimo di pausa che fa serve a risistemare le idee andate alla rinfusa dopo il gesto dell’altro cliente, a cui viene dunque chiesto < Ma quanti anni hai scusa? Cinque? Oppure ti hanno fatto cadere di testa da piccolo? > diciamo che ormai la calma e cordialità che solitamente caratterizzano il Senjuu sono andate a farsi un giro per le strade del quartiere notturno, lasciando dunque lì al bar un ragazzo piuttosto infastidito il cui unico desiderio era quello di bere un thè in santa pace.

17:35 Rasetsu:
 No, caro Kashirama, non stai sognando. Non è neanche un barbatrucco di quelli che il demone farebbe grazie ai suoi genjutsu. Ha davvero adoperato il Chakra per ricreare un bisturi col quale ha inciso il tavolo della bettola nella quale si sono incontrati. Dal canto proprio, non sta facendo NIENTE di male se non ciò che TUTTI farebbero - tutti quelli come lui. E per fortuna, nel mondo, per quanto possano essercene PARECCHI, ne saranno comunque sempre in MINOR numero. Una volta terminato quell'infausto gesto, disattiva l'emissione di Chakra onde evitare spiacevoli quanto inutili consumi. Poggia ambedue i palmi sulla superficie del tavolo, convinto di quanto compiuto e gonfiando il petto con ORGOGLIO perché lui ha fatto la cosa GIUSTA, esattamente ciò che andava fatto e non può pentirsene! Perché mai dovrebbe? Il ghigno s'amplia sul pallido ovale del demone, mostrando quelle lunghe zanne acuminate. Sembra un piccolo squaletto, peccato che abbia la forza fisica d'un moscerino. <Non l'ho rovinato, l'ho ABBELLITO con il mio nome! Nyahahah!> Sia mai che possa dir qualcosa contro sé stesso o che possa ammettere che, preso dall'impeto del momento, abbia fatto qualcosa d'assolutamente SCONSIDERATO che neppur un bambino pregno dell'immaturità della sua età avrebbe potuto fare. Kashirama ha appena scoperto d'avere a che fare con un bambinone troppo cresciuto che dimostra a malapena la quarantina d'anni che in realtà possiede. <Cinque anni mi sembrano improponibili> Grazie al cazzo, è ironico. Non penserai mica che lui creda davvero che tu possa avere CINQUE dannati anni? <meno improponibile è la possibilità che sia caduto da piccolo, considerati i miei genitori.> Difficile per lui menzionarli ad alta voce o far presente al mondo che, in effetti, non è nato sotto ad un cavolo ma effettivamente dal ventre materno - come TUTTI. Si stringe nelle spalle, prendendo FINALMENTE posto al tavolo del Senjuu battezzato sotto il nome del Kokketsu. Uno di fronte all'altro perché adesso Kashirama ha la facoltà d'alzarsi. Che scuse si inventerà ADESSO? Che quello potrebbe non essere il suo nome e pretenderà di vedere un DOCUMENTO? <Ma che cazzo è? Thè? In un bar?> Domande d'un certo spessore quelle del genetista che fissa l'interlocutore con un sopracciglio alzato - dubbioso. <L'ultimo che ha preso un thè in un bar davanti ai miei occhi è uscito strisciando.> Che bei ricordi... mamma mia. [ Chk On ]

17:52 Kashirama:
 Riflettendo attentamente il giovane potrebbe iniziare a domandarsi se abbia compiuto qualche azione scorretta o addirittura malvagia verso qualcuno senza rendersene conto, perché insomma… non è possibile. Le poche volte che si allontana dal dojo del clan per fare una passeggiata e rilassarsi o per fare compere, si ritrova ad incontrare gente piuttosto particolare: Takanato è un bambino a tutti gli effetti (vera età e mentalità), perciò di lui non si può dire troppo… ma di Sango e Rasetsu? Diavoli sì che ci si può lamentare alla grande. La prima, incontrata pochi giorni fa durante una passeggiata ad Ame si è rivelata essere una donna alquanto inquietante, dark, dagli ideali parecchio discutibili, ma soprattutto con una strana e poco salutare ossessione per la massoneria. Il secondo invece, ritrovandoselo davanti agli occhi, pare (per adesso) solo un mentecatto immaturo dal quale bisogna guardarsi attentamente per evitare di trovarsi in mezzo ad una scenata infantile o di farsi venire un esaurimento nervoso a causa di possibili capricci infantili. Riavvicinando la tazza dipinta con motivi floreali (per la felicità del Senjuu), il giovane sorseggia di nuovo parte del tiepido contenuto assaporando e inalando con calma l’aroma dell’arancia proveniente dal thè verde, mentre lo sguardo viene fatto scorrere sul nuovo dettaglio impresso sul tavolo con il chakra < Ah beh, il dubbio c’era > risponde con una piccola risata alle parole dell’uomo dai capelli rossi, scegliendo di non commentare ulteriormente quando quest’ultimo tira in mezzo i genitori. Squadrando quindi l’interlocutore che nel frattempo si è seduto davanti a lui, Kashirama assume nuovamente un’espressione leggermente infastidita alla domanda postagli dal Kokketsu… di certo non si aspettava che quell’idiota fosse un minimo cordiale o comunque abbastanza educato da non rivolgersi in quel modo ad un perfetto sconosciuto < Sì, Rasetsu… il thè è un’ottima bevanda > replica pronunciando con più forza il nome dell’uomo di fronte a lui < Dubito che tu l’abbia mai provato… non mi sembri una persona da questo tipo di, come dire… drink, giusto? >. All’ultima frase pronunciata dal genetista, lo scuro sopracciglio destro di Kashirama copia quello del Kokketsu inarcandosi < Dev’essere stato un pessimo thè allora > sorride per l’ennesima volta, un falso cortese si potrebbe dire, il tono sereno non lascia intendere alcuna irritazione che tuttavia può essere intravista di sfuggita sul volto abbronzato del konohano < O magari era la compagnia ad averlo steso… >. Frecciatina lanciata! Non che il Senjuu si aspetti che Rasetsu la capisca però.

20:04 Rasetsu:
 Insomma... una volta aver preso posto, che fai, non intrattieni una poco piacevole conversazione con quello a cui hai cercato di fottere il tavolo, scrivendoci sopra persino il nome? Si presume che Kashirama non veda l'ora di bersi tranquillamente il suo thè piuttosto che star dietro ad un pazzo psicopatico come quello che ha di fronte - che di base, non ha ancora ordinato nulla da bere. E probabilmente neppure lo farà. Ha trovato il suo da fare, come perdere tempo in attesa che avvenga qualcosa di migliore. <Tch.> La lingua schiocca contro gli incisivi del demone, ben affilati e sempre pronti a mordersi l'interno del polso per attivare quella sua stramba quanto potente innata. <Se non si tratta di un alcolico, difficilmente è passato per il mio stomaco.> Fa eccezione ovviamente l'acqua - perché dopo un'ubriacatura delle sue, l'H20 è la sua ancora di salvezza per uscire dal tugurio nel quale si getta(va) coscienziosamente. In effetti, nell'ultimo periodo, non sta più bevendo come una spugna, specialmente da quando s'è messo sotto con la teoria della clonazione e tutto ciò che n'è derivato. <Era un tipo alquanto noioso> Racconta di Itsuki, del bevitore di thè ch'è uscito dal locale non ricordando molto dell'accaduto. <un po' come te> Riferendosi anche fin troppo chiaramente al Senjuu che ha di fronte. <dovevamo far qualcosa per rendere la sua giornata indimenticabile.> Drogargli il thè o sostituirlo con un alcolico, GIUSTAMENTE, è sembrata loro la cosa più APPROPRIATA da fare. Ma d'altronde ciò che afferma deve comunque esser preso con le pinze, sicché in quel momento anch'egli era sotto effetto d'alcuni stupefacenti tra i migliori da lui creati con le proprie mani. Gli mancano un po' quei periodi... ma purtroppo, senza la materia prima, la situazione diventa complicata, se non del tutto infattibile. [ Chk On ]

20:25 Kashirama:
 Come l’uomo dai capelli rossi si sistema comodamente davanti al Senjuu, le labbra di quest’ultimo si serrano tra loro andando a formare una linea sottile lungo il volto del moro che assume un’espressione rassegnata… di sicuro non c’è più speranza di scrollarsi di dosso il Kokketsu e di conseguenza nemmeno di passare una serata in tranquillità. Accompagnando le dita della mano sinistra all’astina metallica poggiata sul suo naso, il konohano va a sistemare gli occhiali da dietro i quali osserva leggermente annoiato l’interlocutore; i denti affilati di questo demone personificato fanno sollevare le sopracciglia all’altro presente che dopo aver ascoltato le parole altrui risponde divertito < Il tuo fegato regge ancora? Oppure è andato a farsi un giro come le tue maniere? > la domanda-frecciatina fuoriesce dalle labbra del Senjuu, un accenno all’azione compiuta in precedenza dal rosso che come risultato ha lasciato inciso sul tavolo ligneo il nome del Kokketsu. Al sentirsi definire ‘noioso’ al più giovane dei due scappa una piccola risata subito dopo la quale la risposta non attende ad arrivare < Mh… la tua è solo una supposizione… anche sbagliata a dire il vero > questa volta a schioccare è la lingua di Kashirama che, scontrandosi con il palato rilascia un rumore secco < Non mi conosci così come io non conosco te… > uno sbieco sorrisetto compare sul volto del moro che conclude < La mia idea su di te è che sembri uno scemo ubriacone molto maleducato con cui nessuno vorrebbe avere a che fare… ma poi potrei sbagliarmi anche io e tu potresti essere un gentiluomo benvoluto da tutti > il sorrisetto del Senjuu non cessa di esistere sul volto abbronzato del ragazzo che è più che convinto di avere per una buona parte ragione e di aver perciò ‘letto’ già in maniera quasi perfetta la persona che si trova davanti… E’ Rasetsu davvero così? Sì, per noi lo è.

21:14 Rasetsu:
 Forse dovrebbe davvero ordinare da bere così da togliersi di dosso quel fastidioso atteggiamento che si porta dietro. Ora più che mai, gli mancano le pasticche che lo alleggerivano dallo stress facendogli vedere il mondo di tanti colori diversi (non è un eufemismo, riusciva a percepire gli odori come se fossero fonti di calore - molto simile alla capacità dei serpenti, avendo fatto uso del veleno Yakushi). <Credo sia nero come il carbone, ma quello è normale> Riferendosi al fegato nonché alla sua peculiarità relativa all'avere il sangue nero in circolo, a differenza di qualunque altro essere umano il cui colore naturale sarebbe il vermiglio. <l'ho anche fatto ripulire.> Tamburella con le mani sul tavolo, inclinando la schiena all'indietro contro lo schienale della sedia. Così facendo, tenta anche di farsi notare da qualche buon cameriere affinché possa ordinare quel che desidera per concludere nel migliore dei modi questa serata. Una serata che, oseremmo dire, non è neppure cominciata come si deve. <Un whisky con un cubetto di ghiaccio.> S'appresta ad ordinare non appena qualcuno avrà girato la testa in sua direzione, aspettando soltanto che possa portargliene. <E' la prima impressione che faccio a tutti. Nyahahah!> Fatti due domande perché potresti giungere a delle considerazioni veramente efficienti. Potresti salvare il mondo dalla carestia e da te stesso. <Potrei anche essere un serial killer> Gli si addice considerando quante persone son passate sotto le sue mani e non hanno mai più rivisto la luce, ma lui preferisce definirsi scienziato pazzo, creativo per la precisione, nonché intelligente. <e tu non lo sapresti mai. Allo stesso modo, potremmo essere colleghi e non lo saprei io.> Si stringe nelle spalle, pronunciando - forse - una delle frasi più sensate che abbia potuto dire nell'arco di tempo passato assieme a Kashirama in quel locale fatiscente. <Non giudicare un libro dalla copertina, o di solito dicono così.> Siamo arrivati addirittura ai proverbi, pensa un po'. [ Chk On ]

21:33 Kashirama:
 A forza di prestare attenzione alle parole del rosso, più per curiosità che per altro, il thè ordinato dal moro si è quasi raffreddato completamente e il pensiero di bere anche solo tiepida quel tipo di bevanda fa scorrere un brivido lungo la colonna vertebrale del giovane che inorridisce all’idea: o si beve caldo quasi da bruciarsi o niente; proprio per questo Kashirama si affretta dunque ad afferrare con una presa salda il bordo colorato di verde della tazza (non il manico), per poi portare l’oggetto alle labbra e versare il contenuto all’interno della bocca, assaporando con enorme piacere il retrogusto di arancia di quel thè verde. < Vuoi assaggiare? > domanda così a Rasetsu mantenendo il contatto visivo e allungando di qualche centimetro la tazza in direzione dell’interlocutore che nel mentre ha appena dato la propria ordinazione ad un cameriere lì di passaggio < Whisky con cubetto? Allora hai gusto > esordisce con tono leggero e un poco stupito, quasi ad approvare la scelta dell’altro uomo la cui risata particolare destabilizza leggermente il Senjuu. < Nahh, i serial killer solitamente sono metodici e tu non mi sembri tale a dire il vero… > va a commentare facendo un attimo di pausa nella quale permette alle proprie pupille di scansionare a fondo la figura del Kokketsu < Mi dai l’impressione di essere più un maniaco che altro > la risatina che erompe dalla gola del moro scuote il di lui busto e le di lui spalle che si sollevano e si abbassano un paio di volte. Sorseggia nuovamente la propria bevanda lasciando che il demone continui a parlare, senza però distogliere lo sguardo dalla figura di quest’ultimo che, bisogna ammettere, desta la curiosità del konohano ormai interessato a conoscere un po’ più a fondo quello strano personaggio che si trova davanti… d’altronde, nonostante gente particolare in giro ci sia, non capita molto spesso di incontrare persone così – come dire – diverse. < Oh diamine… mi hai beccato, sono così pessimo a nascondere la mia vera identità? > il tono di Kashirama continua ad essere parecchio divertito, quasi intrattenuto da Rasetsu < Ti confiderò il mio numero se mi dici il tuo… > propone con il sorriso stampato sul volto, le guance solcate da due profonde linee verticali e le gote chiazzate dalle lentiggini sollevate che fanno socchiudere un poco gli occhi; il numero di cui accenna il Senjuu è ovviamente riferito alle persone uccise… ovviamente no? No, affatto < Su questo mi trovi pienamente d’accordo con te Rasetsu > conclude così Kashirama, pronunciando il nome dell’interlocutore con maggiore enfasi < Pensare di sapere senza averne la certezza è probabilmente uno dei peggiori errori che si possano fare >.

22:02 Rasetsu:
 Disgustato alla sola idea di provare quel thè - sul serio, non ne ha mai bevuto in vita sua da che ha memoria - scuote velocemente il capo da un lato all'altro sol per negazione. <Il mio stomaco non lo reggerebbe!> Bugiardone, ormai non fai altro che bere acqua o caffè - specialmente il caffè, dato che ha necessità di tenersi sveglio gran parte del tempo soltanto per andare avanti coi suoi esperimenti. Ha ridotto le ore di sonno, mica scemo; deve essere produttivo al millemila percento. <Sei tu che non ti fidi.> E come potrebbe MAI fidarsi d'un megalomane ch'è entrato in un locale millantando che quel tavolo fosse di sua proprietà e, non contento, vi ha scritto al di sopra il proprio nome? Il suo bicchiere di whiskey arriva nel giro di poco, d'altronde non è molto quel che avrebbero dovuto preparare. Si tratta di versare due dita d'alcol e aggiungerci un cubetto di ghiaccio. <Se dovessi calcolare la percentuale di quante volte mi hanno dato del pedofilo o del maniaco, sarei sulla stessa strada.> Bene ma non benissimo, magari evitiamolo di dirlo anche ad alta voce, che dici? Magari dieci anni prima non eri punibile per legge, ma i tempi son cambiati e potresti rischiare un brutto quarto d'ora con il Generale Anbu. Dico, eh. S'accorge del sarcasmo che proviene dalla voce del Senjuu, d'altronde il demone non crede che chi ha di fronte sia davvero un serial killer - un po' perché è sicuro di sé ed è convinto del primo pensiero avuto e un po' perché è un ritardato, non c'è bisogno che io spieghi ulteriormente. <...> Tuttavia, perché non reggergli il gioco? Perché non far finta di credere anche solo VAGAMENTE a quella messinscena che, tutto sommato, ha cominciato proprio il demone? <Oh, sono proprio curioso di sapere.> Sghignazza tutto convinto, replicando anche alla domanda implicita che gli ha rivolto l'interlocutore. <Non mi bastano le dita che ho addosso per contarli, ma oserei dire d'essere ormai arrivato ai duecento. Duecentouno!> E lo dice con una sicurezza fin troppo... seria? Di quelle che ti fanno dubitare del fatto che sia sincero sol perché vuoi sperare che stia scherzando. D'altronde, ha alle spalle circa quindici anni di onorata carriera come genetista della peggior specie. Di cavie sotto le sue mani ne son passate a iosa, per non parlare degli omicidi su commissione per conto della Yakuza. <A volte, anche una copertina dice tanto, però. Abbastanza da far capire bene che elemento è chi si ha davanti.> Criptico, assottigliando le palpebre nel fissarlo, come se si riferisse direttamente a Kashirama. Solleva il bicchiere poi, godendosi un sorso. [ Chk On ]

22:24 Kashirama:
 L’ultimo sorso di thè viene trangugiato in un solo sorso come se fosse uno shottino… decisamente in maniera poco elegante, ma ormai alla presenza di Rasetsu le buone maniere sono andate a farsi un giro ad Ame: il gomito si alza in direzione del soffitto così come fa il mento, il capo viene reclinato leggermente all’indietro allungando e mettendo in bella vista i muscoli del collo (anche quello lentigginoso) e la tazza di ceramica viene ‘rovesciata’ celermente in un solo movimento in modo tale che il contenuto si versi immediatamente nella gola del ragazzo dai capelli scuri. < Quanto sei esagerato… > inizia a commentare scuotendo il capo da destra verso sinistra < Secondo me potrebbe piacerti, prima di dire così dovresti almeno provarlo non credi? Non sei tu a dire che non si giudica? > asserisce con arguzia, deciso ormai a far provare a Rasetsu quella bevanda nonostante l’abbia appena finita < Mi ha proprio soddisfatto sai? > ricomincia a parlare appagato, i lineamenti del volto ora rilassati in un’espressione pacata < Non avrei mai pensato che in questo quartiere ci fossero locali con una buona offerta di thè… > le parole sono accompagnate da un piccolo sorriso ormai segno distintivo del giovane che sporadicamente può essere intravisto in assenza di quella serenità in volto che lo caratterizza che non vacilla quando l’interlocutore risponde alla domanda su quante persone abbia fatto perire. < Wow, allora sei arrivato al livello esperto eh? > l’avambraccio destro viene sollevato accompagnando la mano all’altezza del petto seguita a ruota dalla mancina e le dita affusolate sono in un primo momento distese dando un momento al Senjuu di fare finta di contare nella mente quante vittime siano le proprie: ad ogni secondo che passa un dito viene abbassato. Lasciando appunto che il tempo scorra, Kashirama scuote nuovamente la testa è assume un’espressione leggermente delusa < Ammetto di non essere alla tua altezza… > esordisce, contento che il rosso abbia deciso di stare al gioco (però ne siamo sicuri?) < Io sono arrivato a circa trentacinque, una di più o una di meno… anzi meglio una o due di più > esclama compiaciuto, riempiendo i propri polmoni con l’aria densa dell’odore dell’alcohol e andando così a gonfiare il petto < Sarò onesto, ho impiegato parecchio tempo prima di raggiungere il punto in cui sono ora… però come si dice, esercitarsi aiuta e soprattutto fa migliorare no? > la domanda rivolta al Kokketsu è del tutto retorica e non necessitando di una risposta il ragazzo di Konoha continua nella sua spiegazione < All’inizio le tagliavo troppo lasciando poco o niente… facevo sempre un macello > i ricordi riemergono alla sua mente facendolo ridere spensierato < poi le affogavo letteralmente… grande errore da principiante > la mano destra è di nuovo portata alla mascella, punto in cui le dita iniziano a grattare distrattamente la barbetta lì cresciuta < poi però sono diventato molto più bravo… recido nei punti giusti e soprattutto non supero mai il livello dell’acqua adeguato > la frase conclusa viene lasciata ‘fluttuare’ nell’aria con espressione sognante, quasi come se fosse un anziano signore che rammenta vecchi ricordi ormai sbiaditi con quella nostalgia che caratterizza coloro che rimpiangono il passato. Le palpebre del moro si chiudono sopra i di lui occhi ambrati < Già, bei tempi quelli… molto più spensierati >. Rasetsu e Kashirama stanno parlando della stessa cosa??

22:37 Rasetsu:
 <Non esiste!> Esclama, strabuzzando gli occhietti verdastri. Non esiste che provi il thè. <Te l'ho già detto, il mio corpo ne risentirebbe troppo!> Al contrario, Dokuhiro potrebbe esserne contenta così smette di far fuori la dispensa di caffè. Si rifiuta categoricamente di provare quell'astrusa bevanda. Avete idea di cosa possa uscire da un demone abituato all'alcol e alle peggior droghe esistenti che inizia a bere del thè? L'apoteosi del male, mischiandolo alla caffeina. Un essere che smette di dormire e che vive costantemente sclerato dalla mattina alla sera. Nessuno più lo sopporterebbe, neanche chi gli ha rivelato d'amarlo. <Ne sono sorpreso io. E' un quartiere pieno di zeppo di locali a luci rosse e bar. E sono finito giusto in quello che serve thè caldi.> Questo perché, mio caro demone, non sai che si può creare qualcosa d'alcolico anche col thè... forse. Potrebbe non essere l'epoca giusta. <Più che esperto!> Esclama, convintissimo delle proprie idee e lasciando che Kashirama capisca che lui sta al gioco - pur facendo finta di credere a quella messinscena. Preoccupato dal suo contare, reputa che questi possa superare il numero appena esposto dal rosso. Tuttavia, ammette la sua sconfitta. E' pur vero che nessuno dei due ha delle prove effettive su quanto pronunciato ad alta voce. <Non svolgi un lavoro adeguato. Ci sono molti metodi per compiere il tuo 'macello personale'> Pensa che concezione possiede delle vittime che gli passano per le mani, solitamente usate per gli esperimenti più disparati. <partendo dall'uso di pasticche, medicinali, endovena e veleni. Soprattutto gli ultimi!> Alcuni sono particolari, uccidono in fretta. Ma stiamo davvero ancora parlando dello stesso argomento? A giudicare da quel che il suo interlocutore sta dicendo si direbbe di sì. E lui continua imperterrito in quella recita senza frontiere. <Poi dipende da quanto vuoi essere cruento. Se non vuoi sporcare, devi colpire i punti giusti dai quali sai che uscirà poco sangue e non dovrai pulire.> Ryuuma... tutto quello che vuoi, però, non esagerare. Potrebbe davvero credere che tu sia un assassino - non che sia falso e non che tu tenda a nasconderlo poi molto, eh... <Quindi, ti diletti anche nello sminuzzare, mica male.> Lui a quel punto c'è arrivato, senza dubbio, ma solo perché doveva far sparire la signorinella di cui ha abusato per fare un torto a dei mafiosi... che di contro, hanno quasi ammazzo la sua, di ragazza. <Da quanto non ne fai fuori uno?> Basta, ti prego. Il fraintendimento è bello quando dura poco... ah no, era lo scherzo. Allora, continuate pure. [ Chk On ]

23:00 Kashirama:
 < Va bene, va bene… > commenta rassegnato all’esclamazione del Kokketsu, sollevando entrambe le mani davanti al petto in un gesto che sottolinea come il konohano abbia per il momento rinunciato all’idea di far bere all’interlocutore del thè < Però sappi che prima o poi riuscirò a fartelo assaggiare… non mi scapperai facilmente > asserisce con convinzione, fermo e saldo nella propria decisione < Il tuo corpo ne gioverebbe, altro che risentirne… magari all’inizio perché non abituato, ma poi vedi come ti ringrazierebbe > continua a commentare per poi aggiungere borbottando sottovoce < Forse ti migliorerebbe anche un po’ la faccia > la frase è pronunciata sì con un tono più basso di prima, ma in modo che Rasetsu sia in grado di udirla e di comprenderla senza problemi. Tamburellando le dita sulla superficie legnosa del tavolo, poco distante da dove il nome del rosse è stato inciso, il Senjuu ascolta particolarmente interessato alla spiegazione del demone, come farebbe un discepolo con il maestro, annuendo di tanto in tanto per segnalare all’altro di stare prestando attenzione alle di lui delucidazioni < Può essere sai… sono consapevole che ci siano svariati metodi, però non mi è mai piaciuto usare roba chimica > l’ammissione di colpa è sostenuta da un leggero sbuffo di aria che viene fatto fuoriuscire dalle labbra del moro, accompagnato da una lenta alzata di spalle < Ho sempre preferito la roba come dire… più naturale insomma > continua imperterrito a dare la propria visione a Rasetsu iniziando a gesticolare con le mani, indice del fatto che la conversazione lo stia assorbendo particolarmente… Può darsi che Kashirama si sia dimenticato che si suppone che stiano parlando di omicidi? Forse sì oppure sta solo continuando a scherzare con l’altro uomo. < Cruento? > domanda quindi curioso, inclinando di qualche grado verso destra il capo < No no, le delicatezza credo sia decisamente meglio… > un leggero colpo di tosse interrompe il suo pensiero che viene ripreso celermente < Come dicevo si trattava più che altro di inesperienza. D’altronde non tutti nascono talentuosi… > Il ragazzo nativo di Konoha rivolge un’occhiata veloce al compagno di bevute di quella serata, annuendo leggermente con il capo e mentalmente ricredendosi: una serata iniziata non nel modo migliore si è trasformata in maniera stupefacente in una piacevole serata passata a chiacchierare con quello che Kashirama riteneva (o ritiene tutt’ora) un mentecatto, allontanandosi così da tutte le aspettative negative che il Senjuu si era immaginato. < Sangue? > ricomincia a parlare dubbioso, ma immediatamente il volto si illumina come se una lampadina avesse appena illuminato la stanza buia in cui si trovava < Ahh intendi la linfa… la linfa vitale giusto… beh di sangue non ne è mai uscito troppo > ammette con fierezza ed un sorriso orgoglioso stampato sul giovane viso < Più che sminuzzare direi potare… mi pare un termine più consono > la correzione appena fatta a Rasetsu potrebbe far suonare un campanello nella mente di quest’ultimo, facendogli capire che il Senjuu effettivamente sta parlando di esseri viventi uccisi, ma non di persone! < Saranno anni che non ne uccido una! Qualche volta mi è capitato ma perché distratto o arrabbiato, però ormai direi che cinque anni sono passati tutti… Tu invece? Anche tu da tanto tempo? > domanda quindi al Kokketsu con la stessa curiosità di un bambino.

23:19 Rasetsu:
 E' questa una promessa che i due si stanno facendo? Stanno davvero decretando che presto o tardi Kashirama gli farà assaggiare quel fantomatico thè di cui parla? Nel frattempo, però, il nostro demonietto da quattro soldi sorseggia ulteriormente il whiskey - in procinto di terminarlo. <D'accordo, quando sarò abbastanza ubriaco da non ricordarmi neanche come mi chiamo> Senza contare che già sta utilizzando un nome fittizio, non essendo quello attuale il reale. <proverò questo thè di cui vai blaterando.> Vabbè, e allora che problema c'è? Basta continuare a bere un altro po' per riuscire ad ottenere il desiderio tanto agognato. Sembra tutto così semplice. <Che ha la mia faccia che non va?> Beh, potremmo dirne tante in effetti, ma lasciamo che sia Kashirama a rispondere a quest'incresciosa insinuazione. Riuscirà a trovare senza dubbio una risposta che sia quanto più soddisfacente e che non lo faccia diventare il duecentoduesimo (si scherza, amici della postale). <Sono fan anch'io della roba naturale, tuttavia talvolta si ha bisogno di strumenti per ridurre la possibilità d'errore.> Di conseguenza, si torna alla possibilità d'utilizzare pasticche e quant'altro. Sembra aver trovato un nuovo amichetto col quale disquisire d'argomenti che, solitamente, non interessano a nessuno... pur non rendendosi conto che, con il termine 'potare', si sta riferendo a tutt'altro genere d'argomento. <Il tempo e la pratica rendono talentuosi.> Di conseguenza, più uccide e migliore sarà il metodo con cui potrà farlo in futuro. E annuisce anche convinto della frase saggia che ha appena pronunciato, poiché si potrebbe anche facilmente fraintendere così facendo. <Allora sei piuttosto bravo, io tendo a sporcarmi più del necessario.> E' anche per questo che indossa un camice o qualunque altro abito faccia al caso suo, pur evitando d'indossar qualcosa che possa dare troppo nell'occhio. Il bello della discussione è che entrambi risultano essere FIN TROPPO seri, come se fosse normale che uno parli della linfa... e l'altro del sangue che scorre da un corpo ucciso. <Ne ho un paio sulla lista, ma effettivamente è passato un po' di tempo che non mi sporco le mani.> Sogghigna, immaginando già il modo in cui potrà fare a pezzi quel tal dei tali che ha osato quasi ammazzare Dokuhiro, trasformandola in un Kokketsu senza il suo permesso (il permesso di Rasetsu, eh, sia ben chiaro). Ad ogni modo, a meno che non decidano di comprendersi a vicenda, questa discussione potrebbe proseguire all'infinito capendo sol dopo (magari prima d'addormentarsi quando ci si ferma ad ascoltare i pensieri, approfondendoli più del necessario anziché mettersi a dormire) quel che s'è voluto dir davvero. Oppure cesserà al terzo bicchiere di whiskey del demone, il quale continuerà ad ordinare ma senza la resistenza alcolica d'un tempo. Tutto sommato... il Garpez è stato solo l'inizio. [ END ]

23:35 Kashirama:
 Spostando gli occhi color dell’oro in direzione della finestra accanto al tavolo dove i due clienti sono seduti, Kashirama osserva l’ambiente esterno sollevando lo sguardo verso il cielo notturno privo di nuvole; il ragazzo deve ammettere che il tempo trascorso velocemente è stato particolarmente dilettevole, superando di gran lunga tutte le sue aspettative per quella serata, in particolare dopo l’ingresso in scena del Kokketsu… sia mai però che il rosso ne venga a conoscenza. Cercando di fare un breve calcolo mentale delle ore passate da quando ha superato la soglia di quel locale, il Senjuu sospira pesantemente e ruotando il capo a destra e a sinistra, solleva le braccia allungandole verso l’alto e va a portare il busto all’indietro distendendolo sullo schienale della sedia e premendo su di esso in modo tale da far schioccare le vertebre della colonna vertebrale. Dopo essere riuscito nell’azione e aver fatto risuonare rumorosamente entrambe le spalle e la schiena, il moro riporta il proprio tronco nella posizione di partenza e sposta lo sguardo sul suo interlocutore < Affare fatto! > esclama contento e compiaciuto che anche l’altro uomo abbia ceduto alle pressioni da parte del Senjuu il quale, alla domanda postagli dal rosso, risponde andandosi a grattare la nuca quasi imbarazzato < Ma sai com’è… potrebbe magari essere un po’ meno ehm… inquietante? > accenna brevemente con un sorrisetto che potrebbe apparire timido, ma è tutt’altro che quello; cercando però di cambiare subito la direzione del discorso per evitare di inimicarsi lo strambo personaggio che ha di fronte, il konohano si appresta a rispondere con prontezza all’affermazione del Kokketsu, annuendo con decisione < Sì, assolutamente… soprattutto quando c’è qualcosa di marcio o che potrebbe esserlo > asserisce, supportando con convinzione il compagno di bevute < Beh, allora la vediamo allo stesso modo > la dichiarazione è riferita all’idea sul tempo e sulla pratica, opinione che pare essere condivisa da entrambi < Sono bravo perché a essere sincero non mi fa impazzire sporcarmi… > ammette con sincerità il moro scrollando lievemente le spalle < mi dà un po’ fastidio dover poi lavare tutto e si sa che quella roba è difficile da portare via dai vestiti > Quella roba cosa? Sangue? Terra? Concime? La risposta non si saprà mai, lasciando i due a parlare ignari del fatto che ormai abbiano preso due strade completamente diverse < Beh, se mai avessi bisogno di una mano puoi venire a cercarmi… mi farebbe piacere aiutarti > la proposta viene avanzata con un sorriso cordiale e tranquillo, ovviamente non intesa come un’offerta ad aiutare Rasetsu ad uccidere per davvero qualcuno, Kashirama sta palesemente parlando di piante che diamine… d’altronde lui è un giardiniere provetto: avrà impiegato qualche anno a raggiungere il livello di adesso, ma alla fine dei conti ci è arrivato. Comunque sia il Senjuu continuerà a rimanere ignaro delle vere intenzioni del Kokketsu, pur avendo deciso di rimanere ancora in quel locale per tenere compagnia al rosso e continuare a fraintendersi con l’interlocutore, convinto di star parlando del medesimo argomento. [End]

Kashirama beve un thè, Rasetsu vuole il tavolo vicino la finestra che però è occupato dal primo.
Ci incide sopra il suo nome per farlo diventare di sua proprietà, dopodiché iniziano a trovarsi su un particolare argomento...

Numero di omicidi - che in realtà sono le piante - e metodi per occuparsi dei cadaveri - che in realtà è la coltura stessa.

Nuovi amichetti del cuore!