L'INGANNO DELLA CADREGA
Free
Giocata del 12/04/2022 dalle 15:13 alle 18:55 nella chat "Ospedale [Kusa]"
Non che ci sia molto da dire nei riguardi di doku. Dopo la cucitura d'emergenza al cuore, o meglio appena sopra, ha combattuto per tutta la settimana con le unghie e coi denti per la propria sopravvivenza contro il sangue nero, guardata a vista dal demone rosso nei suoi brevi istanti di coscienza che si fermavano di nuovo negli incubi e nei sogni non appena il corpo cedeva...e ora niente. Di colpo si è aqquietata come morta, ma per la fortuna psitica di rasetzu ieri i macchinari assicuravano che fosse ancora viva, semplicemente aveva smesso di rispondere o di muoversi come se fosse finita in letargia, praticamente quasi azzerando i moti degli organi interni e del cuore in un minimo indispensabile a rimanere viva ma senza sprecare energie. Dopo la settimana di overwork e pulsazioni accelerate dall'infezione è l'esatto opposto ora. Non parla, non si muove, non fa niente. Ma è viva...secondo i macchinari. E ha abbandonato nella realtà rasetzu ad avere a che fare con una morta di fianco al suo letto dopo una settimana di inferno per entrambi su due differenti livelli di dolore. Una fisica, forse psirica per il costante delirio, e l'altro... Bhe ha imparato ad occuparsi di qualcuno. Un infermiere demoniaco. In compenso le vene sovracutanee sono sparite, lasciando solo il suo solito pallido colorito. Dove saltano più in risalto nelle articolazioni però, sono sicuramente nere . ...se si riesce a identificarle nel marasma di cicatrici e compagnia che percorre il suo corpo ovvio, tatuaggi osceni inclusi che ormai rase conosce bene [Stanza di ricovero] Il passo è svelto, quelle ballerine nere che indossa sono molto comode per spostarsi senza dolore ai piedi attraverso quei corridoi intricati che ormai conosce a menadito. Sa perfettamente quale stanza raggiungere, se l'è fatto spiegare per poter agire personalmente su colei che ormai è a tutti gli effetti una parente. Inoltre Rasetsu le ha chiesto aiuto, e non si può negare supporto a un familiare, soprattutto se questo è uno che solitamente non chiede niente a nessuno. I capelli rossi sono sciolti, due fermacapelli laterali ai lati, che ricordano le ali di una farfalla le adornano il capo, così come i vari orecchini, due ai lobi delle orecchie per lato e un cerchietto in cima al padiglione sinistro. Indossa una camicetta bianca, sopra un maglioncino in cotone nero, la collana con il pendente a farfalla sul collo, le gambe avvolte in un paio di pantaloni neri. Attorno agli occhi un filo di matita e un poco di eyeliner, il Chakra impastato e pronto per essere utilizzato sulla paziente in questione. Ormai dovrebbe essere prossima alla porta della stanza del ricovero, giunta innanzi ad esso andrebbe senza troppe cerimonie ad aprire la porta, in maniera tuttavia pacata e silenziosa se possibile. Non sa se ci troverà anche il genetista all'interno, però sa che troverà l'Hasegawa. [Chakra ON] Dorme nei momenti liberi e questo non è uno di quelli, motivo per il quale non dorme praticamente mai. E' abituato a questi ritmi di vita mentre lavorava, tuttavia adesso s'è fermato il tempo necessario per permettere a Dokuhiro di riprendersi - la qual cosa sta iniziando a degenerare. Dopo la settimana passata a sguazzare nel dolore dell'infezione, la quale ha proseguito in maniera lineare sin oggi, a quanto pare il corpo della ragazzina ha deciso d'andare in stand-by. Passeggia per la stanza la stragrande maggioranza del tempo, un disperato che non dorme e che beve caffè sistematicamente ogni due ore - solo per evitare d'addormentarsi e perdersi il risveglio della ragazza. Giustamente, ha avuto già modo d'ipotizzare i motivi che hanno potuto portare al coma, sicché il sangue nero dovrebbe aver ormai raggiunto ogni parte del corpo, sostituendo quello cremisi e trasformandolo in quello demoniaco. Tuttavia, c'è una sostanziale differenza tra i Kokketsu che si trovano nella stanza... il rosso ha provato su di sé quel dolore, il cervello che si spegne per acconsentire alla trasformazione. La rossa, invece, è nata con quel sangue in circolo. E poi c'è Dokuhiro - lì, nel letto, che non è stata trasformata dal demone. Sente la porta aprirsi, teso come la corda d'un violino a causa della mancanza di sonno e dell'eccessiva caffeina in circolo. E' vestito relativamente come suo solito: pantaloni neri sorretti da una cintura in cuoio con fibbia argentata, camicia nera sbottonata sin al centro dello sterno e maniche arrotolate ad altezza dei gomiti. I capelli son più spettinati del solito, sia mai che si metta a posto da quand'è là dentro. I medici ormai sanno che non lascerà mai il posto fisso finché non lo farà anche Dokuhiro. <Shizuka?> La chiama, piegando il capo da un lato. [ Chk On ] Povero il rosso demone che si et trovato a fronteggiare fin troppo nella sua breve esistenza con doku. In realtà sono passati mesi. Ma in quella situazione drastica non la ha mai vista. Persino durante i dolori del ciclo doku si inghiotte una ninjarina e parte per il turno di lavoro al ristorante. E tanti saluti al dolore. Lei ha delle cose da fare! E invece eccola li. Stesa. Addormentata. In coma. Non risponde al povero rosso ne è avvezza a credere che ci sia qualcuno li fuori. Chiusa nella sua mente chissà che sta sognando. Sempre ammesso che lo stia facendo. Magari è solo in un limbo vuoto, o forse sta affrontando chissà cosa nella sua psiche da tempo deviata. Probabilmente altrimenti non riuscirebbe a tenere testa a rasetzu. Ora invece non solo lo farà, se si sveglia, ma sarà così incazzosa che potrà pure usare il suo nuovo sangue per fargli capire chi comanda in casa...ovviamente tutti sanno che è doku. Se guardassero una sua giornata tipo col rosso. Ma ora è così apparentemente pacifica che nemmeno le cannonate potrebbero svegliarla, anche se iniziasse la quinta guerra ninja. Gli occhi sono chiusi, c'è ancora un Bellocchio nero dove è stata colpita, ma almeno il taglio è stato cucito d'urgenza...dato che zampillava come una fontana il suo vecchio sangue cremesi, ogni tanto ha qualche movimento che pare si stia per svegliare, ma puntualmente delude rasetzu tornando a respirare come prima in un crudele gioco dove mette in posta le stesse convinzioni malvagie del rosso che forse tanto malvagio non è... Con lei [Stanza di ricovero] Beh in fondo se l'aspettava, di trovarlo lì si intende. Sapeva che era preso da quel suo studio sugli ovuli ma quel messaggio di aiuto indiretto che aveva ricevuto le era arrivato in maniera forte e chiara. Il tono che utilizza per chiamarla è indecifrabile, non sa se sia stupito, stanco, incredulo, ma meglio non farsi troppe domande ne pretendere di farne a lui. << Ciao zietto! >> Usa quel soprannome uscito fuori come una presa in giro, accolto dall'altro in maniera un po' troppo entusiasta e poi utilizzato solo in maniera ironica per infastidirlo, ma non oggi. Quella parola, usata in quella stanza e in quell'istante ha un significato molto più profondo di quanto ci si possa aspettare: in fondo sono in tre familiari ora, per lo meno questo è ciò che ci si augura. Per quanto la nanerottola sia quella meno informata sui dolori di una trasformazione successiva alla nascita, anche lei ha potuto venire a contatto con qualche 'innestato', primo fra tutti il padre, ma forse in maniera più dubbia con Ryoma. Lo sguardo blu comunque viene poggiato sul parente solo per un breve attimo, per poi saettare sulla paziente, stremata e comatosa a letto. Si è fatta spiegare in quella settimana dai genitori cosa succede quando il sangue nero viene a contatto con qualcuno che originariamente non lo era, dolori lancinanti, opposizione all'invasione, febbre, e poi se per pura fortuna si riesce ad accettare quella maledizione, o dono, a seconda dei punti di vista, si raggiunge una sorta di morte apparente, dalla quale, forse, ci si può risvegliare. Qualche movimento spontaneo del corpo pare quasi illudere in un risveglio ma niente di che. << Se non ti dispiace faccio un controllo. >> Sa già la risposta, nemmeno attende il permesso prima di muoversi verso l'Hasegawa, prendere un fonendoscopio e iniziare ad auscultare il polmone, il cuore. Non sembra che dal visino paffuto sovvengano smorfie, ma nemmeno sorrisi, intenta com'è nel compiere il suo lavoro. Poi considerata l'impossibilità di percepire dolore efficacemente andrebbe a controllare manualmente il corpo della giovane, spostando le mani in cerca di zone di disarticolarità o eventuale edema interno. << Come stai? >> La domanda è rivolta al genetista ovviamente, dato che l'altra non può parlare, ed è posta informalmente, anche se quegli occhi blu non si allontanano dal corpo della malata. [Chakra ON] La maggior parte delle ferite di Dokuhiro sono state chiaramente curate e controllate durante questa settimana di degenza. C'è necessità d'effettuare alcuni controlli, nonché evitare che muoia proprio sotto i loro occhi durante questa fase della trasformazione - che comunque dovrebbe essere ormai arrivata alla sua conclusione. Sospira di nuovo, come ormai fa da una settimana a questa parte, inoltrando le sottili falangi all'interno della folta chioma rossa. Tenta di sistemarla un pochino, spingendola all'indietro e dandole quello che potrebbe essere un senso - o un ordine, ma piuttosto difficilmente. Il di lui tono non è eccessivamente alto - come se non volesse disturbare Dokuhiro che dorme, anche se in realtà è in uno stato vegetativo. <Fai> Mormora, agitando la mano nell'aere come se la cosa non gli importasse più del necessario. <non troverai niente di diverso da quel che so io.> Ecco perché non gl'interessa, anche se un parere in più può sempre far comodo e di quest'è consapevole anche il demone. L'ultima domanda la dà per scontata, come se l'avesse chiesta alla ragazza addormentata piuttosto che a lui. Tuttavia, rammenta dopo qualche istante di puro silenzio interrotto solo dai macchinari che, in effetti, potrebbe avercela esclusivamente con l'unico sveglio nella stanza oltre alla dottoressa. <Non lo so come va, inizio a stancarmi. Aspetto che si svegli da un momento all'altro, ma sta tardando. Dovrebbe già essersi svegliata. Il sangue dovrebbe aver concluso.> Sospira, iniziando a parlare a ruota libera - forse perché si sente da solo da quando Dokuhiro non gli rivolge la parola? Neppur se si fosse offesa con lui! E non è insensato dire che lui possa pensare qualcosa del genere, conoscendolo. <Voglio dormireeee~> Lamentoso - per finta. Tenta di dissimulare. [ Chk On ] Il mondo si tinge di nuovi colori, il fuoco che cedeva il passo allo.bra da parte di shikuka che si piega e la nasconde dal riflettore della luce e da quella che entra dalla finestra. Il silenzio da parte sua continua mentre le pulsazioni sono deboli ma ci sono. Il silenzio è assordante, come forse rasetzu ha notato nel tempo che le ha fatto da infermiere. Un tempo lungo, disperato. Qualche vago movimento articolare ogni tanto come un mignolo che si muove se non è poggiato bene al letto, una contrazione involontaria. E grazie agli dei non ha avuto il ciclo durante questa settimana o il bordello era aggiuntivo. Il freddo dello stetoscopio non viene sentito. Il tono lamentoso di rasetzu nemmeno, eppure...eppure... Qualcosa Si muove. Una lacrima le scende da un occhio, un riflesso forse del corpo che non ha niente a che fare col suo risveglio, ma normalmente non è nemmeno difficile immaginare che forse, secondo alcune teorie, il coma è solo il passaggio Per altri mondi. E ovviamente i sostenitori di tale teoria, così come i fanatici e i truffatori, sono stati compagni fidati del povero demone rosso che ha dovuto averci a che fare prima di sbudellarli, probabilmente. Assieme ai avvocati che come avvoltoi si aggiravano consegnando i loro biglietti nei casi come doku dove qualcuno allettato era in realtà stato ferito da qualcun altro e inneggiavano a volergli fare causa. Faine tutti quanti! Silenzio ancora da parte sua, DK doku, in attesa come di qualcosa che ancora nel suo sonno non era avvenuto [Stanza di ricovero] Non trova nulla che sia fuori posto fortunatamente, sono controlli di routine, qualcosa di minimo che tuttavia deve essere compiuto per assicurarsi della stabilità della paziente. La cosa che nel complesso la infastidisce di più è quel livido sotto l'occhio che avrebbero dovuto sistemarle immediatamente, in fondo, risanare un tessuto del genere è qualcosa da poco, almeno per quanto riguarda gli addetti ai lavori. L'altra permane dormiente mentre lei ne sente il respiro, i battiti, tutto nella norma, così come descrivono le macchine, evidentemente quel corpo torturato dagli anni ha bisogno di più tempo del normale. Ascolta le risposte ricevute dall'altro con calma, ne ascolta le lamentele, i capricci, lasciando che si sfoghi, almeno con lei; dubita che lo faccia con altri. << Secondo quanto mi ha raccontato papà dovrebbe essere nella fase finale. Però pare che la forza fisica aiuti parecchio a reagire prima, lei è stata maltrattata fin troppo. >> Insomma, diciamo che Riuky ci ha messo poco a tornare in se, mentre quel fragile corpicino distrutto negli anni dai soprusi magari avrà qualche difficoltà in più. << Sappiamo entrambi che non avrà problemi, dovresti preoccuparti di fare le valigie sai? >> Ovviamente sta sottointendendo il fatto che debbano spostarsi nel quartiere dei Clan, che saranno annessi entrambi sotto l'ala dell'Arufa. << Se vuoi puoi andare a dormire, sto qui io e ti chiamo se cambia qualcosa. >> Supporto, difficile riceverne quando sei l'ex capo della mafia, anche se sa perfettamente che lui non si schioderà da quella stanza. Le manine esili andrebbero a salire su quel visino, poggiarsi in prossimità di quel livido sul viso per poi socchiudere gli occhi rapidamente, concentrare il proprio Chakra a livello degli arti superiori, facendolo discendere armoniosamente verso le mani, le dita, e infine lasciargli modo di fuoriuscire dagli tsubo. Se fosse riuscita in quel compito in cui è ormai avezza, dovrebbe riuscire a eliminare quella macchia recente dal corpo altrui, per le cicatrici non c'è nulla da fare, tuttavia non vuole che le permanga sul corpo un segno negativo di quella trasformazione. Le piacerebbe che fosse fiera di essere quella nuova versione di se stessa. Tuttavia mentre esegue quella semplice operazione le viene in mente qualcosa. << Rasetsu credi che stimolarle i muscoli possa aiutare? Stimolare la vista, l'udito, cose del genere. Credi che se ci riuscissi potrebbe sentirti? >> Molto romantica come idea, il demone stesso dovrebbe andarla a cercare in quella bolla di silenzio nel quale la mingerlina si è infilata, riportandola alla vita, a una nuova. [Se Chakra 41/50-> Mani Terapeutiche Superiori] Trae la sedia che l'ha accolto da una settimana a questa parte. Vi si sistema al di sopra, stravaccandosi completamente e andando alla ricerca d'una posizione adeguata, mettendosi comodo. Gli occhi del demone vengono socchiusi come se fosse in procinto d'addormentarsi, ma straordinariamente ancor regge e volge l'attenzione completamente al piccolo demone dormiente che deve soltanto darsi una mossa. Così, potrà tornare a dormire sonni tranquilli - o lavorare in laboratorio ch'è ciò che gli manca davvero (pensavate fosse Dokuhiro la fonte dei suoi pensieri primari, ah?). <Tuo padre non può saperne più di me.> Agita nuovamente quella mano dimostrandosi il più fastidioso possibile, forse perché con Shizuka deve dimostrare d'essere il solito menefreghista ch'è lì per mera logica, per tener sotto controllo una trasformazione dovuta al sangue nero - quindi, per il clan, per la famiglia e non perché c'è qualcuno, in quel lettino, che gl'interessa. <La forza fisica è relativa soltanto durante la fase acuta della trasformazione, quella in cui il corpo deve resistere maggiormente.> Spiega alla diretta interessata, mantenendo come sempre quel tono da saccente che lo contraddistingue - anche se, a ragion veduta, ha avuto abbastanza prove a favore delle proprie tesi. <Ora come ora, è tutta questione di volontà. Deve riuscire a capire cosa vuole: risvegliarsi o lasciarsi morire.> Lasciarsi morire equivarrebbe ad aver perso, ovviamente, perché verrebbe meno alla promessa fatta al demone; in più, vuol dire non riuscire ad accettare sé stessi anche in queste condizioni catastrofiche - e Dokuhiro s'è accettata in condizioni peggiori, come anche Shizuka ha potuto constatare. <Che palle!> Esclama, infastidito. Detesta quando Shizuka gli mette davanti la verità dei fatti. Egli n'è consapevole, ma non dicendolo ad alta voce è come se fosse tutto sotto controllo. Contrariamente, esternandolo, dimostra che così non è affatto. Cambiare dimora è la scelta LOGICA perché se son riusciti a trovarla, vuol dire che possono arrivare a lei DI NUOVO - presupponendo che sappiano che sia riuscita a sopravvivere ed anche in questo caso, non è ancor detto. <Col cazzo che me ne vado.> Deve ancora risponderle, no? Deve ancora ricambiare, no? Perché s'è interrogato durante questa settimana, dopotutto. E nonostante ciò non si sente affatto molto sicuro di dirlo ad alta voce - per lo stesso motivo di cui sopra! Finché è nella sua testa è tutto sotto controllo. Si mordicchia il labbro inferiore, tamburellando con le dita sul bicipite, avendo dapprima incrociato le braccia. <Tentar non nuoce. Qualunque stimolazione esterna dovrebbe aiutare, anche se di poco.> Arrendevole, tira anche un piccolo sospiro. [ Chk On ] Chi era colui che si era autoproclamato il suo numero di emergenza minacciando chiunque si trovasse nel suo range di portata che cercava di fermarlo di rimontarlo al contrario? Divertente quindi dare la colpa di tutto al menefreghismo. La donna ha una buona idea e il livido sparisce, ma soprattutto non si può muovere, quindi attende [Stanza di ricovero] Chi lo sa, in fondo anche il padre ha subito quel processo, ma questo ha poca importanza. Straordinariamente dopo quel breve scambio di messaggi riesce a interpretare meglio l'astio dell'altro, farselo scivolare contro in maniera più pacifica. E' nervoso, lo percepisce in ogni movimento che compie, e questo nervosismo è dettato da più fattori che ora riesce a vedere con più chiarezza dato che poco alla volta hanno imparato a conoscersi meglio. Fa il professore, le spiega come funziona, ascolta incuriosita nel caso dovesse rivedere sintomi simili in futuro. Quindi ora è solo questione di fermezza, consapevolezza di riuscire a ottenere qualcosa in più un potere decisamente notevole per proteggersi, per proteggere l'altro. Quando la rossa sottolinea il fatto dello spostamento se ne lagna come un bambino capriccioso, ma ancora una volta, la ormai diciassettenne pare essere più orientata, più sicura di come gestire la situazione. << Se è questione di volontà lei tornerà da te sicuramente. >> Si era ripromessa di non stuzzicarlo, invece, indirettamente l'ha fatto. Lei ha detto di amarlo, quindi sicuramente non accetterà passivamente che le venga portato via, sicuramente non dalla morte. Quando gli suggerisce di dormire un'altra reazione rabbiosa, nervosa che le fa spuntare un sorriso sul viso, manco le avesse fatto un complimento. << D'accordo, d'accordo! >> Alza le mani dopo aver ultimato le cure, chiedendo scusa in quel modo per la proposta indecente appena effettuata. Poi quell'illuminazione, quell'idea di stimolare la fisicità effettivamente presente di una persona in coma, una follia sosterrebbero in molti, eppure lei è viva, semplicemente è distante dal presente, dalla realtà, quindi perchè non acuirne i sensi? Lui acconsente, dando manforte a quella teoria. La nanerottola andrebbe quindi a recuperare uno sgabellino, ponendolo esattamente in testa al letto, in modo che ella possa raggiungere la testa della paziente senza difficoltà. Andrebbe a sedersi dunque, mani che si porterebbero a livello delle orecchie, appena superiormente ad esse, una per lato ovviamente. Gli occhi verrebbero chiusi nel tentativo di ricercare la concentrazione necessaria per eseguire quella tecnica nuova, qualcosa imparato con lo studio prettamente. Cercherebbe dunque di concentrare dapprima il proprio Chakra a livello delle mani, come se stesse eseguendo una cura tradizionale, tuttavia una volta riuscita in tale impresa avrebbe iniziato a farlo vorticare, andando a creare una sorta di spirale in esso, dal movimento rotatorio. Una volta riuscita in quel gesto avrebbe dunque iniziato a far fuoriuscire in quel modo il chakra dagli tsubo, aiutandosi a mantenere quella circolarità anche con il movimento delle mani, che andrebbero a massaggiare in maniera circolare la zona dove si trova, internamente, l'apparato uditivo. Se il tutto avesse funzionato correttamente avrebbe come annullato parzialmente la momentanea sordità acquisita dal coma, risvegliando in parte quel senso intorpidito dalla fatica spesa per reagire all'invasore. [Se Chakra 28/50 -> 13 per attivazione massaggio terapeutico] Il fatto che Shizuka acconsenta e non ribatta prontamente come suo solito lo insospettisce. E più la cosa diventa sospetta, meno il demone è sicuro e convinto della cosa. Che sia qualcun altro sotto trasformazione? Che sia uno di quei mafiosi che vuole finire l'opera cominciata ai danni di Dokuhiro? Sta diventando paranoico. <Ti stai comportando in questo modo con me solo per quel che ti ho detto?> Le domanda di getto, non sapendo neppure da dove gli sia sorta questa domanda. Che non si fidi di Shizuka tutt'a un tratto? Che pensi davvero possa trattarsi d'un qualche mafioso entrato nell'ospedale con le sembianze della parente? D'altronde, se son riusciti a rintracciare Dokuhiro, nulla potrebbe vietar loro d'essere a conoscenza anche della figura della Kokketsu. Ed è proprio quest'ultima che sta toccando la ragazzina con quelle mani. Tuttavia, riconosce quella tecnica - ne ha sentito parlare quand'era dirigente dell'ospedale assieme a Kouki (ovviamente), ma non l'ha mai davvero utilizzata per ovvie ragioni. Il suo tempo e le sue risorse (compreso il Chakra) son sempre state usate per tutt'altro genere d'affari, in particolar modo il contesto genetico e tutto ciò che n'è conseguito. Non la sta ancor fermando poiché non n'è sicuro, tuttavia deve accertarsi che quel che sta facendo sia quanto più corretto possibile - e che soprattutto non stiano cercando di fregarlo. Aggira il letto, tenendosi di fianco alla rossa, assicurandosi che la situazione possa esser tenuta sotto controllo e ch'egli possa intervenire nella malaugurata ipotesi i suoi pessimi pensieri vadano concretizzandosi. Affatto soddisfatto di come stiano andando le cose, di tanto in tanto lancia anche delle occhiate alla volta di Dokuhiro nel caso in cui possa risvegliarsi da un momento all'altro. <...> La qual cosa comunque non gli dispiacerebbe affatto... [ Chk On ]
Giocata del 15/04/2022 dalle 18:49 alle 23:07 nella chat "Ospedale [Kusa]"
[Stanza di ricovero] Quando invece che rivolgersi alla propria ragazza per risvegliarla lui si perde a farle domande banali deve fare un profondo sospiro per non insultarlo gratuitamente e perdere magari la concentrazione su quanto sta facendo. << Mi sto comportando così perchè IO a contrario TUO sono più empatica. Questo mi permette di capire quando qualcuno ha bisogno di aiuto e sostegno invece che insulti. >> Il broncio si fa largo su quel faccino tondeggiante, sembra quasi indispettita dalla domanda posta: possibile che Rasetsu sia così cieco davanti alle interazioni sociali? Le mani nel frattempo non si scostano dalla zona uditiva della ragazzina in coma, sembra quasi che le stia facendo un massaggio stile parrucchiere prima dello shampoo. << Sono qui perchè ti serve una mano ok? >> Borbotta, quasi in difficoltà nell'ammettere ad alta voce le motivazioni per cui ha deciso di approcciarsi a quella stanza, a quel supporto. << Per quanto tu sia un adulto nel corpo, a livello di relazioni sentimentali sei una larva. Non riesci nemmeno a concentrarti più sulla tua amata Genetica da quando lei sta così! Ti serve qualcuno che ti dica chiaramente che Dokuhiro per te è importante per arrivarci? >> Le mani hanno smesso di muoversi per un attimo, anche se il flusso del Chakra sembra essere rimasto attivo, la concentrazione tornerebbe quindi sulla tecnica più che sull'imbecille che in quello stato è riuscito solo a pensare a un complotto piuttosto che il fatto di aver trovato un vero e proprio alleato nella vita, senza secondi fini apparentemente. Il massaggio riprende, cercando di portare la stimolazione di quell'apparato al massimo. << Ora per cortesia potresti cercare di chiamarla? Vorrei evitare che la prima cosa che senta dopo tutto quello che le è successo sia noi due che ci insultiamo! >> Il faccino torna a essere imbronciato, la mette sul rispetto della sofferenza altrui, anche se in realtà sta solo cercando di applicare all'altra quello che renderebbe felice lei: la persona che ama che cerca di andarla a recuperare, perfino dal mondo dei morti. [Chakra ON] [Stanza di ricovero] // edit: [Se Chakra 26/50 -> 2 per mantenimento massaggio terapeutico] Una vena s'ingrossa sulla tempia del demone, il quale viene preso ovviamente in contropiede dall'ammissione altrui, quella risposta che desiderava ricevere ma sicuramente non con il contorno che n'è derivato. Digrigna i denti, pronto ad affrontare la parente a muso duro, ben consapevole che in stanza - adesso - son ben tre demoni dal sangue nero. Va da sé ch'è rischioso inimicarsi un membro della propria famiglia, non potrebbe colpirlo tanto meno ammazzarlo. Figurarsi se alza una mano o anche solo un dito su esseri simili, esseri che lui reputa mitologici e importanti al livello delle divinità. E figurarsi se sia capace d'insultarne uno... <MA PORCO YUKIO!> Ed eccoci arrivati al punto di non ritorno: abbiamo iniziato ad insultare anche le divinità, non soltanto chi si ha di fronte. <HIRO> Si gira rapidamente verso il letto, prendendo una mano della fanciulla così da stringerla nella propria - senza capire che nell'effettivo sta facendo esattamente quel che Shizuka vorrebbe. <SVEGLIATI E MOSTRA A QUESTA STRONZ---> Si blocca. Stronza è eccessivo. Certo, chiamarla meretrice era anche peggio. Sol perché è arrabbiato non può certo permetterselo. Però, la sta chiamando, no? Nel senso, sta facendo qualcosa di costruttivo stranamente. <---ETTA> Alleggerisce l'insulto, anche se non è che sia cambiato poi molto. <CHE PUOI FARCELA ANCHE SENZA DI LEI!> Inviperito come non si sa che cosa, forse un drago che sputa fuoco dalle fauci spalancate, il demone è pronto a dare battaglia a Shizuka. Punto e basta! Che gli occhi di Dokuhiro possano aprirsi proprio nel momento in cui loro due litigano, ahimè, non è propriamente così difficile. Potrebbe succedere per davvero e il rosso non sembra essere affatto preoccupato dall'eventualità della cosa. <E NON DIRE MAI PIU' NIENTE DI COSI' FALSO!> Ma è vero che hai rinunciato alla genetica fintantoché Dokuhiro non si fosse ripresa completamente! Non è che sei tu quello falso qui in mezzo? La fronte è rossa, imperlata di sudore per il fastidio e per l'ansia che la ragazzina addormentata abbia potuto sentire qualcosa delle parole di Shizuka. Perché - ovviamente - il rosso non vuole dimostrarsi debole per alcuna ragione ed anche il sentimentalismo ne fa parte. D'altronde, è abituato a non provare nessun genere di sentimenti che possa tale definirsi. [ Chk On ] Un rumore fastidioso le entra nelle orecchie, un rumore che non vuole riconoscere, per lo meno non il significato intrinseco del nome che usa Rasetzu per chiamarla. Aggrotta le sopracciglia leggermente, ma poi rilassa i connotati come se stesse solo ignorando una chiamata molesta. Lentamente i sensi le tornavano e riusciva ancora a sentirlo, una voce che conosceva e che amava, era ancora lì per lei, la stava aspettando dall’altra parte “avevi torto” dice a Qualcosa nel buio della sua psiche, mentre risaliva verso la voce che la attirava, da fuori tutto pare normale anche se intanto la donna stava attivando il suo elemento di suiton per imprimersi proprio nel sangue, diluirlo e renderlo più malleabile all'interno delle vene divenute nere, ma senza trovare un apparente sfogo continua a diluirlo, a modificarlo, prima di accorgersi istintivamente che in realtà...è ferita. Sente qualcosa nel braccio che non dovrebbe esserci e che le da uno sbocco verso l'esterno e incanala il sangue mischiato al suiton verso di esso, se non che forse qualcuno che fissasse la siringa nella vena poteva notare che il sangue cremisi stava venendo corrotto lentamente, centimetro per centimetro, lungo il canale di materiale sintetico che arrivava fino alla sacca, dove lentamente, altrettanto, cominciava a muoversi e a comprimersi e allargarsi.
Di li a poco, come uno scoppio si protrae dalla sacca che implode schizzando sangue nero ovunque, sulle pareti e sugli oggetti imbrattandoli in una pioggia grottesca che colpisce anche il volto di una dokuhiro addormentata a formare delle lacrime verticali mentre alcuni schizzi mai giunti alle superfici cominciavano a condensarsi attorno alla comatosa, fino a che semplicemente aprì gli occhi divenuti momentaneamente viola. Come se si fosse solo svegliata sbadiglia pure rivolgendosi a Rasetzu <...> un secondo di silenzio, come se non lo riconoscesse, per poi sorridere <ciao amore> saluta il rosso come se si fosse solo svegliata da una dormita troppo lunga[ck on][tecnica kokketzu1 [Stanza di ricovero] Ecco aveva passato tutto quel tempo a limitarsi ma alla fine non è riuscita a mordersi la lingua nel momento cruciala, andando a toccare tasti delicati senza il minimo ritegno. Ma in fondo lei è sempre stata così, dice quello che pensa alle persone che la circondano, spesso in maniera troppo diretta, ma sempre attestando la verità che vede. Lui sbotta, malissimo, lo sente imprecare e alzare la voce contro di lei, ma inaspettatamente quello schiaffo morale lanciato dalla nanerottola lo rianima, insieme al caffè forse. Si porta verso Dokuhiro, le stringe la mano, la chiama, proprio ciò che voleva la rossa, ma in grande stile. << HEY! Stronzetta a chi?! >> Risponde di getto, quando si sente appellata in quel modo senza ritegno, senza un minimo di gratitudine per colei che in realtà lo sta solo aiutando. Non commenta l'altra frase, sa di non essere lei il catalizzatore del risveglio dell'Hasegawa ma il rosso stesso, però sarà meglio non dirglielo prima di farlo infervorare. Però al resto si vede costretta a ribattere, punta sul vivo, lei che fatica a mentire a quelli che le stanno a cuore: << Sei tu l'idiota che non vuole accettare la verità! >> Il faccino diviene sempre più corrucciato, anche se le mani non si scollano dal corpo femminile, aiutando quelle urla a raggiungere la mente altrui. E apparentemente il tutto avviene, in maniera molto più scenografica del previsto. Forse appunto il caos che l'ha raggiunta repentinamente o l'essenza stessa della giovane che non si è mai fatta schiacciare da nulla, oppure Rasetsu stesso con i suoi modi hanno dato vita a una prima attivazione esplosiva che comunque non impensierisce minimamente la Chunin, lei che quel sangue lo vede da tutta la vita. Si risveglia infine apre gli occhi, sbadiglia e poi saluta il genetista che ancora le stringe la mano. Unica cosa che fa al momento è spostare le mani dalle tempie femminili, portarle lungo il corpo, smettendo l'influsso del Chakra, lasciando ai due il momento di salutarsi. [Se Chakra 24/50 -> 2 per mantenimento massaggio terapeutico] E' inviperito come chi ha appena subito un torto quanto una casa, aggiungendo gli istinti omicidi del demone che han sempre fatto parte del suo carattere. In questo momento, nella sua ottica assassina (finta, ovviamente) v'è Shizuka per via di quanto azzardatasi a dire poc'anzi. Tuttavia, non può esagerare nei suoi confronti, anche se in realtà era da tanto che non litigavano. Anzi, stavano andando anche piuttosto d'accordo - ulteriormente strambo! Mostra gli aguzzi denti assieme a quell'espressione arcigna che di solito lo caratterizza assieme al ghignetto di soddisfazione, lanciando inviperito una nuova occhiata in direzione della Kokketsu - quella dai capelli rossi! <A TE! A CHI ALTRO SENNO'?!> Esclama di botto, la fronte ancor cremisi - o sarebbe meglio dire nera, considerando che l'afflusso di sangue nero dovrebbe generare un alone scuro piuttosto che un alone rossastro. La incenerisce con lo sguardo - ma quanta paura può fare un emerito deficiente che non sa riconoscere il fatto di provare dei sentimenti per un'altra persona? <IO NON SO DI QUALE VERITA' TU STI---> La sacca di sangue che le hanno dato affinché ne recuperasse una buona parte - avendone persa - esplode lasciando svolazzare per la stanza piccole gocce di quel liquido che ormai non appartiene neanche più al suo corpo. Si gira di scatto in direzione del lettino, non comprendendo fin da subito cosa sia successo, poiché la mente è bloccata al pensiero che sia successo qualcosa di TERRIBILE, qualcosa di ORRIBILE a quel demonietto che sino a pochi istanti prima dormiva sonni profondi nel letto d'un ospedale. <...> In un primo momento, resta totalmente ammaliato da quegli occhi violacei, dalle lacrime nere della trasformazione che le solcano le guance e dall'aura violacea che dovrebbe circondarla. Oltremodo le estremità delle braccia e delle gambe dovrebbero dipingersi di nero a causa dell'agglomerazione del sangue necessario alla creazione dei cosiddetti costrutti. Non sarà possibile notarlo per entrambe, ma quelle pupille hanno assunto la forma d'un cuoricino non appena mostratasi come nuovo demone. N'è infinitamente contento, ma è ancora oltremodo ARRABBIATO e il suo status di RABBIA non muta poi così velocemente come il resto delle sue emozioni... <AMORE UN CAZZO!> Sbraita, sbattendo il pié manco al suolo, infastidito come NON MAI dal fatto che Dokuhiro si sia risvegliata ESATTAMENTE nel modo in cui Shizuka aveva pensato fosse possibile svegliarsi. Perché adesso ce l'ha con lei e le conseguenze si riversano anche sulla povera Hiro che non ha fatto altro che svegliarsi nel momento meno opportuno. <QUANTO PENSAVI DI DORMIRE, DEMONIETTO?> Giustamente. [ Chk On ] bel modo di accoglierla nel mondo dei vivi, invece sorride leggermente di piu facendo un mezzo sorriso ulteriore provando a ridere di gusto, ma sente una fitta e smette con una leggera smorfia <non pensavo...che qualcuno mi aspettasse di qui> ammette sinceramente guardando con ammirazione rasetzu, per poi accorgersi che ce qualcuno sopra di lei <tu...sei...shizuka> come se lentamente ricordasse <ciao anche a te> semplice, con il tono affaticato ma sincero con un leggero sorriso che si staglia sul volto <...> si guarda attorno nella parafrasi della sua nuova innata <ha funzionato?> come se non capisse se abbia effettivamente funzionato <che devo fare ora?> sta montando un pochino di panico, dato che insomma, era umana fino a una settimana fa, mentre il sangue a bolla si contorce un po come a reagire alle sue emozioni, o alle volontà di agitazione che cominciano a farsi notare <come...come faccio a spegnerlo?> chiede ancora leggermente in panico che comincia a salire caroccolando dall versante nord del letto <...aiutino?!> domanda di nuovo nella richiesta di soccorso immediato da parte degli altri, prima di bloccarsi per la fitta al petto e i punti nel cercare di non avere un aneurisma di dolore nel tentativo di non avere un colpo al cuore, o meglio appena sopra di esso per riuscire a respirare come si deve, smettendo dir idacchiare o panicare per ovvie ragioni di tipo tecnico, ovvero le convulsioni date dalle fitte di dolore per i punti di una accoltellata che quasi la hanno strappata dalla vita [Stanza di ricovero -> (?)] Lui mostra i denti come un animale arrabbiato, lei di contro fa una smorfia sempre più corrucciata, arrabbiatasi di contro anche se sa che lui sta solo agendo da bambino. Ma come si può chiedere a una diciassettenne di mantenere la compostezza oltre a quelle urla? << SEI UN CRET- >> Anche lei viene zittita da quell'esplosione che poi lascia spazio a una trasformazione vera e propria della nuova Kokketsu presente nella stanza. Quegli occhi ammantati di viola, quel sangue che scorre lungo le guance, una nuova creatura demoniaca nata sul momento, un nuovo membro della famiglia. Come detto si discosta da quella prima interazione, lasciando il furioso genetista a gestire male la situazione. Però a quanto pare l'altra è fin troppo scossa per dare orecchio a quelle parole rabbiose dell'altro. Si accorge della figura della rossa, che aveva ormai spostato gli arti per non tediarla, viene salutata e un sorriso dolcissimo le si forma sul viso, rimosso il noioso Rasetsu dalla mente con una passata di spugna. L'ex Hasegawa però si innervosisce parecchio subito, quel potere che ormai la pervade deve essere molto spaventoso per chi non è abituato a possederlo. Come sempre la regola è quella: Acquisizione, Brama, Concretizzazione. E' chiaro come nonostante il dolore fisico dovuto all'operazione lei stia bene, tanto che si preoccupa di disattivare ciò che è iniziato spntaneamente. Capisce il nervosismo e il panico ma decide di lasciar modo a qualcun altro di gestire la situazione. Andrebbe a spostarsi accanto al letto, poco davanti al Genetista e senza gran preavviso andrebbe a stringere con affetto fra le braccia la nuova ragazzina agitata per quella novità. Calore, questo principalmente quello che viene trasmesso alla nuova giunta nel mondo dei demoni dal sangue nero, un calore che pare inverosimile se li si considera solo figli di qualche Kami. << Benvenuta in famiglia Dokuhiro! >> Il lei lasciato da parte, non si è mai permessa di darle del tu prima di allora, ma in quel momento vuole farle capire che ormai non sarà più lasciata indietro. << Rasetsu è in grado di spiegarti qualsiasi cosa meglio di me. Ma se dovesse servirti qualsiasi cosa puoi chiedere anche a me quando preferisci. >> Si allontanerebbe dal corpo altrui, gli occhi blu ormai fissi solo su di lei. Qualche passo indietro per lasciare spazio a quello che accadrà dopo, mentre si volge appena verso il genetista, prima di salutare la malata. << Ti lascio nelle sue mani! Non vedo l'ora che vi trasferiate nel quartiere dei Clan! >> Le rivolgerebbe un occhiolino, prima di scappare rapidamente verso l'uscita, mollando lì l'impacciato rosso, che sicuramente la insulterà per quell'uscita di scena. [Chakra 24/50][//END] Non sai chi sia peggio lì dentro. Vorrebbe espatriare in un altro mondo, fuori dalle grinfie di due Kokketsu. Sì, perché indirettamente ce l'ha anche con chi non c'entra assolutamente niente, quando in realtà dovrebbe avercela esclusivamente con sé stesso per essere un inguaribile deficiente patentato. <E io chi pensi che sia?> Le domanda di getto quando reputa - dicendolo ad alta voce - che non ci fosse chissà chi ad aspettarla. E' OVVIO che si senta in difetto perché, al contrario, lui non ha fatto altro che aspettarla specialmente nell'arco degli ultimi giorni in cui lei è finita in quella sottospecie di coma causato dalla trasformazione. Ambedue - lui e Shizuka - sembrano fermare quel battibecco creatosi poco prima del risveglio di Dokuhiro, permettendo dunque ad entrambi di concentrarsi esclusivamente sul nuovo demonietto. Rivolge comunque un'occhiataccia nei confronti della parente, la quale scarica oltretutto la patata bollente della spiegazione al genetista - che l'avrebbe fatto in egual modo, conoscendolo. <FINCHE' CI SARAI TU, IO NON VERRO' AL QUARTIERE DEI CLAN!> Esclama di getto, poiché la stragrande maggioranza delle volte non pensa assolutamente a quel che dice, figurarsi se si preoccupa della reazione o delle conseguenze che queste parole potrebbero avere sul loro rapporto. D'altronde, non era iniziato già nel bel mezzo d'un litigio? Come hanno fatto ad andare d'accordo poi? Sta di fatto che, una volta chiusasi la porta alle spalle, i due potranno finalmente star da soli - specialmente con una Dokuhiro sveglia, piuttosto che con una dormiente perennemente. <Calma> Abbassa finalmente il tono, allungando una mano verso la sua testa. Ne accarezza il capo - divenuto praticamente docile non appena la Kokketsu è uscita fuori dalla stanza. Tutto acquisisce un senso, adesso. <regolarizza il respiro e rilassati. Non sforzarti.> Le parla con la flemma che s'è abituato ad usare nell'arco di questa settimana, chinandosi in avanti per raggiungerne il volto. Le poggia un delicato bacio sulle labbra altrui, prima di distanziarsene il tempo necessario a ravvivare i propri ciuffi cremisi e a calmarsi. Sì, perché adesso quel peso che sentiva sullo stomaco è completamente sparito non appena Dokuhiro ha riaperto gli occhi. <Immagina d'avere un interruttore violaceo che s'illumina d'una luce tetra> L'innata Kokketsu legata al sangue nero e all'alone violaceo che aleggia sempre attorno ad esso praticamente. <e spegnilo. A me ormai viene naturale, ma ti aiuterà i primi tempi.> Le rivela. Resterà ovviamente nella stanza con lei, quanto meno il tempo necessario a farla calmare e riposare - o comunque finché ne avrà bisogno a sua volta. [ Exit ] <il mio amore> replica subito, calmandosi leggermente quando lo dice, prima di guardare che la donna la abbraccia e rimane pietrificata sul posto, non essendo abituata <mh. si. grazie.> riguardo alla cosa, andando poi a prendersi la carezza e sospirare di gioia, andandno a cercare di fare cosa gli ha detto, andando a cominciare a parlare. e parlare e parlare una volta che la innata si è spenta, parlava di tutto, come se avesse perso tempo prima e ora voleva riprendersi, soprattutto dice <c'era tutto buio, pensavo non ci fosse nessuno...> ammette impaurita <poi ti ho sentito litigare> aggiunge <e ho capito che eri qui> sorride di piu, felice//exit