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con Rasetsu, Dokuhiro

14:55 Dokuhiro:
 Non si sta più scherzando; il veleno e il sangue nero, probabilmente in una adeguata dose di uno a uno, si sono mischiati nel sangue e stanno causando quello che sicuramente è uno delle peggiori settimane che la donna abbia mai provato. Trema, ha alle volte anche dei leggeri scatti dati dai muscoli che sono costantemente affaticati dalle contrazioni muscolari che il dolore le provoca e spesso e volentieri ha bisogno di essere tenuta sotto controllo o finisce per rotolare e staccare qualcosa che le è stato attaccato per monitorare le sue condizioni. Le vene superficiali presentano ovviamente un reticolo nero, e stavolta non è più i. Grado di parlare con un senso compiuto, guardando ogni tanto il soffitto e ogni tanto appisolandosi, ogni tanto pare disconoscere pure rasetzu, ma non può essere mai certo che stia propriamente vedendo, dato che con tutta probabilità una ventina capillae dell'occhio si è rotta facendo maculare l'orbita un tempo bianca di un nero solido, anziché di un normale rosso che dovrebbe essere

15:16 Rasetsu:
 I cambiamenti corporei che Dokuhiro sta sperimentando sono del tutto normali. Il rosso li monitora in prima persona, essendosi di fatto allontanato dall'esperimento sulla prole in provetta esclusivamente per assicurarsi che quel piccolo demonietto - a breve, quasi effettivo - sopravviva senz'alcun rigetto. S'è anche placato - il loro primo incontro in quella stanza d'ospedale non è stato certo dei più rosei per il nostro genetista. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, il battito cardiaco accelerato e un insano desiderio d'andare immediatamente a prendere a calci in culo quel tale che l'ha infettata. Qualora la ragazzina riuscisse a tenere gli occhi aperti quel minimo sindacale per metterlo a fuoco riuscirebbe a notare la mancanza del camice bianco e un vestiario relativamente differente. Indossa sì i classici pantaloni neri, ma la camicia ha subito un drastico cambiamento rispetto al classico perla che porta sopra al lungo giaccone cremisi. E' totalmente nera con rifiniture violacee - quasi l'abbia fatto di proposito - con le maniche piegate sin ad altezza dei gomiti. Lascia scoperte le vene nerastre che risaltano sull'incarnato pallido, nonché le numerose cicatrici ad altezza dei polsi - alcune delle quali neanche mai guarite del tutto, poiché costantemente torturate dai suoi canini. I primi bottoni son lasciati sbottonati scoprendo lievemente il petto e il collo. I capelli cremisi, solitamente mal pettinati e lasciati fluenti sulle spalle, son raccolti - solo nella parte superiore - in una piccola coda che glieli tieni fermi, liberando la fronte. Gli occhiali, stranamente ben tenuti, vengon tirati sul naso da un movimento solito. <Sei al quarto giorno. E sta andando tutto come al solito.> Ha sperimentato su molteplici individui, alcuni dei quali son deceduti durante l'innesto del gene Kokketsu dato dal suo stesso sangue. Gli altri... beh, non hanno vissuto comunque a lungo per raccontarlo. <Dovresti essere quanto meno fuori pericolo.> E' poggiato contro il muro adiacente al lettino di lei, stendendo la mancina in direzione del suo capo per smuoverle leggermente qualche ciocca - evitando il causarle ulteriore dolore. [ Chk On ]

15:47 Dokuhiro:
 Un uggiolio le esce dalle labbra sentendo che comunque qualcuno le sta parlando. Dovrebbe essere un buon segno se non che la sua testa stia letteralmente grondando dai lati delle orecchie liqyefacendosi per la febbre mentre il petto si solleva e si abbassa con velocità per riuscire a tenere il passo della infezione non è un bello spettacolo, ma si sa, alla fin fine nessun malato lo è. Le carezze pare riuscire a capirle, perche da un leggero movimento del capo per inseguire la mano del demone. Ogni tanto delira pure parlando di cose strane. Mischiando il pollo assieme a pezzi di ricette e ad assegni o cose di famiglia...fino a nomi. Nomi che vengono seguiti da uno spietato "eliminato". E la lista è molto lunga se nemmeno si considera che forse rasetzu conosceva pure qualcuno dei loschi individui appartenuti al vecchio clan della malavita che si ancorava con le unghie per non essere eliminati completamente e riportare in auge il loro impero di male e dolore e contratti. Anche un altro nome esce spesso dalle sue labbra. Un nome di donna

16:14 Rasetsu:
 Quando la sente uggiolare, quindi piuttosto spesso, è solito sollevar la mano sulla sua testa ed evitare di sfiorarla ancora - come se temesse che sia a causa del suo tocco ch'ella prova dolore. Contrariamente, quando smette, riprende ad esser delicato con quel lieve tocco che le dona ogni volta che può. <Hm? Se elimini anche il mio nome potrei offendermi.> Non capisce molto bene cosa siano quei nomi, alcuni potrebbe anche averli sentiti, ma in un primo momento non riesce a ricollegarli. E' passato troppo tempo. Dieci anni fa, quella ragazzina aveva soltanto pochi anni. Però li annota perché a tempo debito dovrà affrontare anche quell'argomento. <E questa da dove la tiri fuori?> Quel nome femminile che le ha sentito pronunciare nel delirio della febbre non gli è assolutamente familiare, piuttosto risulta essere nuovo. Non è innaturale che di tanto in tanto abbiamo spiato il telefono altrui - soltanto per farsi gli affari di Dokuhiro - ma non rammenta granché d'utile. La mano s'abbassa in direzione della fronte, scostandole i ciuffi corvini e cercando di poggiar il palmo a contatto con la pelle. <...> Aspetta qualche istante, giusto per assicurarsi che la temperatura percepita sia quella corretta - non che possa effettivamente sbagliarsi. <Sei così calda... e non come piace a me.> Borbotta con una mezza risata di scherno, consapevole però che la piccola Hiro non possa sentirlo - o se lo sente, comunque a malapena. Sospira pesantemente, lanciando un'occhiata al monitor delle sue condizioni vitali. Il battito cardiaco accelerato è del tutto normale. Non sembra esservi nessun dettaglio di rilevanza. <Non pensavo mi sarebbe mai mancato parlar con te.> Si annoia, no? La presenza dell'Hasegawa tutto sommato non gl'è mai dispiaciuta davvero poiché lo rendeva in qualche modo... utile a qualcosa? No, questo no. Ma la solitudine percepita un tempo è come se fosse stata spazzata via soltanto dalla sua presenza e da quel programma odioso sui vestiti da sposa. [ Chk On ]

16:24 Dokuhiro:
 Il suo programma sui vestiti da sposa! Da quanto tempo! Soprattutto nel periodo in cui rasetzu ha passato il tempo in laboratorio alla fin fine si è ingollata di quei programmi affinché sentisse meno la solitudine. Come è comunque ovvio alla fin fine rasetzu non capisce una cipolla e per avere il contatto con le sue mani le tocca tacere. Nel cellulare dell hasegawa c'era solo e soltanto il numero di rase. È triste come cosa, ma alla fin fine la galleria è piena di micetti, foto a tradimento, e foto di ricette, incluso un swlfie dove sorrideva fiera con il coprifonte nella mano libera dal telefono. All'improvviso una convulsione la fa quasi piegare a metà mentre si stringe nelle spalle rischiando per altro che l'ago nel braccio della flebo si spezzi per aver chiuso il gomito, o per lo meno è sempre quel genere di paura che hanno chi non è un medico e sa che lago è solo di qualche millimetro ma comunque non fa bene agitarsi così. I ricordi si rincorrono con quello che è il normale delirio della degenza. Non può fare a meno di annunciare ogni tanto che ammazzerà qualcuno o "rase metti giù la bottiglia" pure nei suoi sogni, che pure i. Quelli pare volerlo comandare a bacchetta dandogli qualcosa che non aveva mai avuto: una routine. Delle regole. Una mano ferma anche <pancaccia> mormora follemente, chissà che vuole dire con quella parola strana anche se le punta delle dita sono percorse da convulsione spontanee che le fanno stringere e allargare le dita con il battito accelerato che sancisce per lo meno che è ancora viva

16:45 Rasetsu:
 Quando mai il demone ha capito QUALCOSA delle relazioni sociali ed umane? E' ovvio che non sappia cosa l'altra voglia che lui faccia se non glielo dice apertamente - e data la situazione, risulta giusto un po' COMPLICATO! La vede muoversi in preda ad una delle convulsioni causate dal dolore di tutto il corpo - non osa immaginare quanto possa aver sofferto, essendo partita direttamente dal cuore. Invero dovrebbe esser qualcosa di semplice, di veloce proprio per via della parte del corpo presa in esame. Tuttavia, non è mai una passeggiata quella trasformazione - forse, lo è stata solo per Yukio stesso. Si stacca dalla parete aggirando il letto in modo che possa soffermarsi sul braccio e sulle mani che stringe convulsamente. Cerca di farle distendere l'arto munito d'ago, affinché non provi un dolore lancinante unito al resto - che, in effetti, potrebbe anche venir ignorato dal dolore restante. <Sta buona.> Voce ferma quella del rosso, mentre cerca di metterla comunque a suo agio. Tira verso di sé la sedia che ha finora usato per stare al suo 'capezzale', sedendovisi. Le prende la mano scossa dai tremiti con la propria, stringendola sì - ma sempre con quella delicatezza mai vista provenire da questi. <...> Aggrotta le sopracciglia, confuso dalla parola che sente provenire dalla voce impastata e poco chiara della fanciulla. <Pancaccia...?> Ha sentito bene? Che diamine di parola è pancaccia? <Mi stai prendendo per il culo come tuo solito.> Tenta di smorzare quella tensione dettata dalla situazione in cui volge l'altra, ma è palese che non sta capendo una beneamata ceppa. Tant'è che il sopracciglio manco ha un guizzo, come per sottintendere la mancanza d'una spiegazione logica. Neanche il più intelligente del duo riesce a cogliere quel significato! [ Chk On ]

17:07 Dokuhiro:
 <pancaccia> riprova a dirlo come se avesse effettivamente sentito la voce di rasetzu chiederle che diamine fosse quello che ha appena detto nel momento in cui lo ha detto. Ma ovviamente per quanto i suoi tentativi siano buoni, non riesce a spiegarsi davvero anche se stringe leggermente più forte la presa attorno alla mano che le viene prestata con la scusa di un aiuto e soprattutto quello di tenerle l'arto disteso. Scalciando leggermente per riuscire a mitigare senza successo il suo dolore alla fin fine non è che sia davvero di così grossa compagnia in questo preciso istante, anzi, in compenso ha ripreso a dire che vuole una pancaccia. Che diamine è una pancaccia! <pancaccia...> mormora di nuovo, come se rase dovesse efftivamente portarle quello che ha chiesto mentre tende un po il collo sul cuscino per tornare in una posizione adeguata a una persona, ma un altro infarto le fa saltare il cuore e scuotere la mano bloccata che vuole andarsi a prendere il petto come l'altra mentre biascica senza voce ne il successo di poter mitigare il dolore, non che sia strano inoltre, che spesso piange per l'ovvia ragione di avere quella situazione del ca***che si ripercuote sulla sua salute e su tutto quello che avrebbe voluto fare se non fosse successo biascicando senza voce il suo dolore ansima per riprendere un pochino di fiato nei polmoni. D'altronde non si sa mai fino all'ultimo momento se andrà tutto bene, giusto? Ovviamente è nel suo più che totale interesse vivere, e infatti ogni tanto mormora che vuole una zuppa di riso, che poi finisce per doverla diluire fino a un liquido per riuscire a bere

18:02 Rasetsu:
 Ripete quella parola astratta tirata fuori da chissà dove. E la faccia perplessa del demone fa di nuovo capolino come se le avesse appena sentito pronunciare una bestemmia per la prima volta in vita sua. Recupera il cellulare dalla tasca dei pantaloni, digitando per l'appunto il termine pancaccia. La home page di Ninjoogle s'apre palesando diverse tipologia di pizze, panpizze, focacce e chi più ne ha più ne metta. <...che abbia fame?> Domanda ad alta voce, non trovando effettivamente un altro pretesto per associare la cosa. La spiegazione effettiva resta al momento ancora un mistero. Non può esserne certo perché la signorina vive nel limbo del sonno e della febbre, laddove la veglia è relativamente ridotta in facoltà del riposo del quale ha costante bisogno. La vede agitarsi nel sonno in maniera più decisa, più dolorosa. Gli strattona la mano, ma non gliela lascia andare piuttosto resta concentrato su quel che c'è da fare, sull'ipotesi che stia rigettando, sulla possibilità che stia maggiormente male. <Buona, Hiro...> Le sussurra, cercando di calmarla a modo proprio, un modo che non conosce davvero e che sta soltanto sperimentando. Non è certo della sua riuscita perché non s'è mai impegnato davvero. <Te la procuro questa cazzo di pancaccia, ma cerca di resistere.> Adocchia l'ago per eventualmente sistemarlo qualora stia uscendo fuori sede, potendo ovviamente adocchiare quelle vene dipingersi di nero sotto alla pelle diafana. Alcune sembrano ancor verdastre come se conservassero il liquido cremisi originario. <Facciamo una cosa...> Tenta di muoverla delicatamente, mettendola a sedersi - a metà, invero, tra una distensione totale e una seduta. Le sistema alla bell'e meglio il cuscino dietro la schiena, affinché possa sollevarla il necessario. Le avvicina la cannuccia utilizzata per farla bere, avvicinandole anche la bottiglietta d'acqua. <Cerca di bere, devi restare idratata. Cazzo, avrei voluto anch'io un'infermiere personale per la mia trasformazione.> Biascica infastidito. Mica fesso. [ Chk On ]

18:27 Dokuhiro:
 Alla fin fine le sta tornando indietro quello che rasetzu ha visto fare a lei quando il demone ha iniziato a disintossicarsi sotto la massiccia dose di vigilanza di doku. E ora i giri si sono invertiti ed è lei l'allettante paziente che si ritrova li li a combattere non solo col rigetto ma anche con la speranza che l'operazione vicina al cuore sia andata bene. Uggiola di nuovo mentre viene sollevata, si aggrappa forte al demone in cerca di sollievo ma alla fin fine molla la presa che non ha nemmeno la forza di mantenere mentre stringe di più gli occhi. Le viene dato qualcosa da bere. Qualcosa DJ vero che non sia nelle flebo, e socchiudendo gli occhi riesce a indirizzare la ciotola alle labbra per prenderne un generoso sorso. Almeno la fame non le è passata ed è un buon segno. Il segno che si sta ancora aggrappandosi alla vita che probabilmente sara quella di una diavoletta ancora più pestifera e con addirittura il potere per essere definita tale. Per fortuna esiste ninja NET, comunque. Ma sorpassando questi quesiti personali e sinceramente ininfluenti, non appena ha buttato giù il sorso si addossa di nuovo al cuscino nel pigiama che probabilmente gli avrà portato rase...si spera. O almeno il camice ospedaliero? Le manca un colpo di respiro e per un secondo annaspa l'aria con sofferenza. Ma non di è affogata col sorso, bensì, dato che subito dopo inizia di nuovo a respirare significa che era solo un altro attacco di cuore <hunnn> mormora aprendo e chiudendo la mano con l'ago dove prima c'era rasetzu, con il musetto che si contorce di dolore

21:41 Rasetsu:
 Riesce a farle bere il minimo sindacale per rimettere in circolo un po' di liquidi. E meno male, vista la situazione drastica. Nota il di lei fare, quel modo di sorreggersi al demone come se fosse la sua ancora di salvezza. Non la ferma in alcuna maniera, piuttosto l'accompagna e la sorregge per quanto possibile. D'altronde, non può pretendere di far molto vista e considerata la situazione. Di fatto, non l'hanno neppure potuta dimettere perché le sue condizioni fisiche son tutt'ora un disastro, in particolar modo per la febbre. Poggia il contenitore dell'acqua sul mobiletto più vicino al letto, adocchiando nuovamente il monitor. L'espressione del rosso non è mutata poi tanto col passare del tempo. Di tanto in tanto, aggrotta le sopracciglia come se la situazione lo preoccupasse - ad esempio quando Hiro grugnisce o si lamenta per qualche dolore troppo forte. Data la ferita al petto, le hanno fatto indossare una sorta di camicia da notte ch'è possibile sbottonare sul davanti per cambiarle le bende e controllarle le ferite, anziché muoverla eccessivamente durante quel controllo. Abbassa lo sguardo verso la mano che si muove, s'apre e si chiude come se lo cercasse, poggiando la propria su quella altrui con il nessun minimo intento di stringerla troppo. La gemella invece si porta sul suo capo, attirandola leggermente verso di sé. Le deposita un candido bacio sulla sommità dei capelli, un nuovo annuncio - lui è lì. <Devi provare a riposare, Hiro. Da domani, la febbre dovrebbe abbassarsi. Avvertirai ancora bruciore in tutto il corpo, ma il peggio è passato.> E' quasi al termine della settimana, quindi - come già precedentemente annunciato - dovrebbe aver scampato il pericolo massimo. Rischia di sopravvivere e di diventare un demone completo - forse più fastidioso e pericoloso di Rasetsu stesso. [ Chk On ]

21:57 Dokuhiro:
 <miu> mormora la donna, molto simile al suono che produce un piccolo mostriciattolo con cui rasetzu la ha vista giocare su un emulatore sul suo cellulare. anche perche se non ha contatti, li compensa maggiormente con le app. sia per imparare cose, per fare le ricette, per imparare tecniche (di dubbia natura utile) ma anche soprattutto dei giochini di quel genere, roba che a dieci anni fa di rasetzu probabilmente gia esistevano e oggi i giovani ci tornavano a giocare perche gratutiti sugli emulatori. ha baci e mani, ha tutto quello che le serve mentre stringe gli occhi di gioia anche se poi il volto muta in una maschera nuova di dolore non per colpa di rasetzu, ma si sa, tutti vedono quello che vedono loro <alto...>borbotta <pelato...del cazzo.> mormora agitandosi <barba> forse sta dando addirittura qualcosa di utile a rasetzu, o sta rivivendo la brutta avventura che ha subito <altissimo...> una caratteristica che evidentemente la ha preoccupata non poco, gia che doku non è altissima, nella media, quest'uomo deve essere stato davvero un infarto per lei! si agita di nuovo, si muove un po dopo che raserzu ha lasciato la presa, anche se tiene salda la mano in quella del rosso <kyubi...> che centra ora il demone volpe? non si sa, nessuno lo sa, chi mai puo guardare all'interno della sua mente che è percorsa dal sangue dei demoni e che la faranno diventare ancora piu rompipalle di quanto gia non sia? magari iniziera addirittura a seguirlo come un'ombra solo per controllare l'uomo piu di quanto non abbia gia fatto

22:29 Rasetsu:
 Pigola sotto quei gesti, motivo in più per fargliene. Vuol dire che s'accorge di riceverne, ch'è tutto sotto controllo nonostante la febbre. Nel giro di ventiquattr'ore dovrebbe iniziare a scendere, tuttavia non n'è certo poiché ogni corpo è a sé stante. Per l'appunto, Dokuhiro potrebbe sentirsi meglio dal giorno successivo. Il demone non si schioda dalla sua stanza neanche per errore, a meno che non abbia necessità d'andare a prendere un cambio d'abito per entrambi. Ascolta quella che sembra la descrizione d'un tipo ch'ella ha potuto incontrare. Che sia uno di quelli che l'ha colpita quasi mortalmente e che l'ha poi trasformata nel demone che sarà? <Nyahahah!> Scoppia in una risata quando gli sente pronunciare quell'insulto ai poveri pelati, riconoscendola effettivamente per quella che è. <Altissimo- presumo ti riferisca rispetto a te.> La prende in giro ora che non può rispondere né ribattere come si deve, farabutto. Ti piace vincere facile, proprio. Annota tuttavia quelle che potrebbero rivelarsi informazioni utili, ma si trova ad aggrottare le sopracciglia nel momento in cui nomina il Kyubi. Il nostro demone, però, non è mai stato interessato poi molto alla storia antica e contemporanea - se non per lo stretto necessario. Va da sé che non conosca questo nome e che non sappia legarlo ad una figura mistica. <Stenditi, ora.> Rigido nel tono, l'aiuterebbe nuovamente a tornare distesa onde evitare che si sforzi più del necessario. Lascia che quanto meno gli stringa ancor la mano, non lasciandogliela neppur per errore. Com'è probabile che accade, resterà ancor la notte lì a dormire nella posizione più scomoda possibile, ma non abbandonandola mai. Perché è anche questo il Rasetsu che state plasmando. [ Exit ]

22:59 Dokuhiro:
 stiamo creando un mostro, il destino sta creando un mostro, ma quando viene nominato il fatto che sia una tappa, che cosa in realtà non è troppo, alza la mano libera dall'ago e da quella di rasetzu per dargli una manata in faccia, dato che è così vicino da essere un buon punto per colpire, e quindi potersi mettere a riposare. in realtà delirerà ancora per un po ma infine si abbandonerà//exit

Questo è il mostro che la signorina Dokuhiro e la signorina Shizuka hanno creato.