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Diventerai immortale e non dovrai temere la morte

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con Rasetsu, Dokuhiro

21:57 Dokuhiro:
 Il coltello ha fatto il suo lavoro scavando appena sopra il cuore, ma è immobile nel lettino della stanza di ospedale con gli occhi chiusi e battendo forte i denti tra loro, rattrappita su se stessa mentre la pelle presenta venature nere, per altro, le fa male una spalla e quindi deve per forza stare su un fianco, che inevitabilmente colpisce la parte malata e colpita del volto. Le sue vecchie vesti sono zozze di sangue e probabilmente buttate in qualche sacchetto di plastica, mentre il cellulare senza la cover è poggiato sul comodino, ormai senza carica dal tempo in cui è passato prima di potersi svegliare. Tiene gli occhi chiusi, si guarda le mani passate di nero, li richiude appallottolandosi su se stessa tenendo il volto alto per non dover poggiare la parte lesa sul cuscino, perche le fa un male cane mentre hanno già chiuso probabilmente con le dovute cure e lintervento, forse, per il cuore e non perdere ulteriore sangue. Infatti per quanto schivato il muscolo, finisce che ha fatto una bella pozza

22:04 Rasetsu:
 Sia mai che non si trovi all'interno dell'ospedale - questa volta, però l'ala in cui s'è recato è ben diversa: terapia intensiva. Gli hanno riferito soltanto di recente ch'è ricoverata dalla notte precedente. Non sapevano chi fosse ed hanno impiegato un po' di tempo a risalire al suo nome, nonché a qualche contatto utile tramite il cellulare. Inoltre, non era possibile comunque far accedere qualcuno prima d'un determinato orario - ed è naturale che il rosso se ne sia altamente fottuto di tutto e di tutti una volta venuto a conoscenza del suo ricovero. Ha sollevato polemiche a non finire, ha interrotto il suo lavoro - ciò a cui tiene di più al mondo. Il suo cuore non ha smesso un attimo di battere all'impazzata. <Fermati> Stringe forte il lato sinistro del petto con la sua mano corrispondente. Tum - tum. Inarrestabile una volta iniziata la corsa, sia del suo cuore che delle sue gambe. <smettila> Bofonchia tra sé, gli occhi quasi fuori dalle orbite mentre sente quel cuore continuare a martellare. Tum - tum. <non è il momento di battere> Tum - tum. <mi sta facendo perdere dieci anni di vita> Il suo lamentare è costante mentre accelera di brutto il passo, cercando d'adoperare la massima velocità che il suo corpo gli consente di raggiungere. Inspira, cerca di riprendere fiato. I battiti non sembrano diminuire manco per errore. Più s'agita, più accelerano. I vestiti che porta indosso sono i soliti che gli son stati visti nell'ultimo periodo: pantalone e scarpe neri, piuttosto eleganti per un genetista come lui; una camicia bianca ed il camice che ne copre le spalle scendendo sin alle ginocchia. Il tesserino con la sua faccia infastidita ed il nome son apposti sul pettorale destro - il sinistro aveva bisogno della mano, come se quel gesto possa fermare in qualche modo il tum - tum costante. La mano libera agguanta velocemente il cellulare, digitando un messaggio spicciolo nella chat di Shizuka: "Hiro. Ospedale. Ferita. Aiuto". Non ha tempo da perdere in inutili chiacchiere. <Devo entrare> Annuncia. L'espressione facciale mostra soltanto agitazione, ma fissa male chiunque gli si pari innanzi dicendogli che non può passare. <e non me ne frega un cazzo delle procedure. Sono sanificato, ero in laboratorio fino a due secondi fa.> Gli sottolineano che non è un medico e non può entrare quando vuole - che addirittura faranno rapporto se continuerà con quel comportamento. <Sono il *suo* numero delle emergenze. Se scopro che l'avete curata male - d'altronde, cosa ne sapete voi del corpo umano, hm? - vi rimonto al contrario.> Li fulmina con lo sguardo - palesemente di cattivo umore. La voce alta, disturbante considerando l'orario e il reparto nel quale si trova. Gli notificano che per questa volta passa, ma che deve uscire da quella stanza nel giro di mezz'ora. Sì, col cazzo. Si fionda sulla stanza di Dokuhiro, ma quando la mano poggia sulla maniglia è costretto a prendere un PROFONDO respiro. La sospinge senza bussare, annunciandosi solamente. <Sono io-> Diventando di pietra nel vederla... distrutta? [ Chk On ]

22:49 Dokuhiro:
 Ovviamente alla fin fine sente qualcuno gridare fin dall'altra parte dell'ospedale e se non fosse messa così male non si sarebbe davvero preoccupata ma dato che ha una mezza influenza anche se più dolorosa e problematica. Sente qualcuno che entra, si volge verso l'alto con la pancia in su mentre il vento e i fulmini imperversando avvisano che non sono gli unici a fare casino. Batte forte i denti mentre guarda verso l'alto e subito ey notabile la sua pelle percorsa da vene nere che affluiscono fin in ogni percorso dei chackra, ovvero ogni punto seguito dalle vene. Batte i denti e quando vede l'altro riuscendo a metterlo a fuoco con un leggero sorriso come se vedesse qualcuno e fosse lieta che stesse bene. Non parla, balbetta leggermente scossa tra i tremori come se fosse una sorta di budino <stai bene...sei vivo...> mormora l'altra senza muoversi davvero molto, anzi, se ne sta ben attenta a non farlo mentre la cartellina e il volto tumefatto sono una appesa sul letto e l'altra poggiata al cuscino

23:23 Rasetsu:
 Lascia che la porta si chiuda dietro di sé, poggiando per un istante la schiena contro d'essa. Il cuore martella a più non posso, come se non potesse fermarsi per alcun motivo. Gli occhi glissano rapidamente dai piedi del letto al volto tumefatto di lei, notando quelle vene che si fan via via più nere col tempo che passa. <Cosa...> Perché ovviamente non è stato informato di quel ch'è successo tanto meno delle sue condizioni. Si precipita immediatamente verso la cartella clinica, non tanto verso di lei. Deve prima accertarsi d'una cosa. Le analisi fanno presente d'una infezione in circolo di cui non capiscono la causa. <Stolti.> E' naturale, come potrebbero comprendere che ha in circolo del sangue demoniaco? I sintomi son quelli. Li ha testati più volte sulle sue cavie, ne conosce le reazioni. LUI stesso v'è passato per PRIMO. La sofferenza della settimana più lunga della sua vita, quella che ha segnato la sua nascita come DEMONE effettivo. <Hm...> Legge velocemente da un punto all'altro della cartella. Monitora quel che hanno monitorato loro, assicurandosi che sia tutto sotto controllo così come dovrebbe essere. Adocchia la flebo per la trasfusione, lasciandosi scappare una piccola risata che ha dell'isterico. <Cosa pensano di risolvere con del sangue normale? Recupererai quello perso, ma verrà rigettato dal tuo corpo col progredire dell'infezione> Mormora, lasciando andare la cartella clinica ai piedi del letto per sedersi sul bordo del lettino - attento, ovviamente, ai vari cavi di monitoraggio che le avranno certamente attaccato addosso, considerata la ferita riportata al petto. <non possono fare niente, se non aiutarti con qualche antibiotico per far scendere la febbre. Non è una malattia guaribile, ha bisogno del suo tempo.> Qualora sia riuscito a sedersi, tenta di distendere una mano libera - con uno sguardo addolcito, nascondente un ulterior sguardo carico d'odio - verso la sua testa, evitando il contatto con il volto tumefatto. Intreccia le dita ai suoi ciuffi scuri, muovendo leggermente i polpastrelli per darle dei piccoli grattini - ma privi d'unghie. <Certo che sono vivo, idiota. Sei tu che hai rischiato di morire - e non per mano mia.> Bofonchia contrariato in quella concezione d'amore tutta sua - che sa di possesso e di tossicità ai massimi livelli conosciuti. <Vorrei che mi raccontassi quel ch'è successo, ma dovresti riposare. Ho già contattato Shizuka, ma non mi ha ancora risposto. Verrà ad aiutarti il prima possibile.> Sono molteplici le domande che girano nella sua testa - chi è stato, ad esempio. Un Kokketsu, deduce. Possibile? Perché un membro della sua famiglia dovrebbe fare... questo? Perché mettersi contro chi la famiglia non la toccherebbe mai...? [ Chk On ]

23:33 Dokuhiro:
 E lo vede sparire. O meglio, esce dal suo campo visivo per andare a essere in possesso della cartella che dice per altro che ci è quasi rimasta secca, rabbrividisce di nuovo mentre mugugna di dolore lasciandolo sedere mentre ascolta quanti dice <allora avvisali...forse è per quello che...mi brucia> mormora indicando vagamente con la sinistra pororio la vena destra da dove c'è la flebo. Tanto è bloccata per la distorsione ma i Frattini la rendono felice e sorride docilmente <grroow...> mormora roteando leggermente il capo per farsi fare un grattino, aprendo gli occhioni che sono tremolanti di una emozione che ha spesso nei riguardi di rasetzu. Soprattutto ora. Ha bisogno della sua vicinanza. E fanculo a chi si avvicina per portarglielo via <ho freddo> mormora, probabilmente non è vero ed è solo una sua impressione a causa della febbre infettiva <mi...mi hanno trovata...> spiega semplicemente <...mi ricompri la SIM? I soldi sono nel solito posto> aggiunge tra un brivido e l'altro sbattendo gli occhi

23:54 Rasetsu:
 Nell'esatto momento in cui credeva che Dokuhiro non avesse bisogno di lui, ecco il Karma che gira a suo sfavore. L'ha ritrovata in un lettino d'ospedale con una ferita nel petto che ha evitato il cuore per il rotto della cuffia e un'infezione da sangue nero in corso. <Hai bisogno di sangue. Quindi, l'unico modo per ripristinarlo è quello> Indicando la flebo con un'occhiata e un piccolo piegamento del capo nella direzione apposita. <a meno che non ti venga dato del sangue nero inerente a quello che t'ha infettato. Non so di che gruppo sanguigno sia, non voglio correre il rischio di causare un rigetto del mio sangue e di quello altrui.> Parla come se la stesse analizzando perché è l'unico modo che ha per restare pragmatico e calmo. Rischia di arrabbiarsi come farebbe di solito, ma nel vederla in quelle condizioni non può che chiedersi che diamine stesse facendo in quel momento. E' per colpa sua che l'hanno ferita, a giudicare dalle ultime parole che dice. L'hanno trovata... non c'è nessun altro che sta cercando loro se non un gruppo nello specifico. Il demone non è un'entità che si sente in colpa per queste cose, ma di mezzo c'è Hiro. La *sua* Hiro. Quell'esserino minuscolo che avrebbe dovuto trasformare LUI - e solo lui - quando l'altra sarebbe stata pronta per il passo successivo. <Ti brucerà qualunque vena del corpo a causa del sangue che verrà sostituito. Il freddo che provi, la febbre che sale, la nausea che arriverà e i dolori forti in tutto il corpo sono ciò che ogni Kokketsu trasformato ha dovuto subire.> E' divenuto un po' più accondiscendente del solito... forse perché adesso scorre del sangue nero anche all'interno delle vene di Dokuhiro? Non totalmente ancora, certo... ma ben presto diventerà una Kokketsu completa a sua volta, qualora il corpo non decida di rigettare tutto. Sarebbe la conseguenza peggiore in assoluto. S'alza per avvicinarsi ad uno degli armadi dove di solito lasciano una coperta in più qualora il paziente senta freddo. Ne recupera una, aprendola in modo che possa utilizzarla per ricoprire adeguatamente Hiro. Fa attenzione a qualunque monitoraggio, consapevole che deve essere tenuta sotto controllo. La sistema meglio che può, affinché possa sentire meno freddo possibile. Si china in direzione della sua fronte, poggiando delicatamente le labbra contro la pelle calda. L'impressione che potrebbe dare è quella di darle un bacio, ma sta cercando soltanto di misurarle la temperatura col metodo più vecchio del mondo. <Sono tremendamente arrabbiato, Hiro...> Gli occhi iracondi fissano la testa del letto pur di non rivolgere quell'espressione rabbiosa nei confronti di chi lo sta aiutando a risolvere la più grande equazione della sua vita: la clonazione; nei confronti di chi sta credendo ciecamente in lui. La voce, fattasi roca e baritona rispetto alla classica acuta e fastidiosa, riverbera la stanza la sua rabbia. <Lo farò.> La Sim. <Sospenderò l'esperimento finché non ti sarai ristabilita. Poi avrò bisogno d'una descrizione accurata del Kokketsu che t'ha assalito. Deve gocciolare ogni fottuta stilla del suo sangue nero putrido fuori dal suo corpo.> Abbassa lo sguardo verso di lei, sottostante. S'allontana per permettere alla mano di farle nuovi grattini - come se non avesse appena proferito il desiderio d'ammazzare qualcuno... della sua famiglia, tra l'altro. Un tabù per il demone. [ Chk On ]

13:08 Dokuhiro:
 e la giovane non puo fare altro che ascoltare lì lì tra i sentimenti di dolore e quelli di gioia a sentire le minacce che proferisce Rasetzu contro i cattivoni che la hanno quasi letteralmente ammazzata, i grattini le fanno piacere, le danno un po di pace come solo il contatto fisico di rasetzu riesce a darle. non è strano infatti che quando si senta particolarmente stanca si debba ricaricare le batterie costringendo il demone ad essere abbracciato. la fronte calda, i tremori, tutto procede come di consueto per un demone <mi dispiace> mormora pensando che ce la abbia con lei chiudendosi un po di piu nelle coperte tutta tremante <non era solo> gli fa sapere <ma ad uno gli ho dato un calcio nei tesori di famiglia> chioccia con un sorrisetto ubriachissimo per il dolore, e in effetti prova anche a sorridere maligna come il diavoletto che è prima di venire zittita da una scossa, stando dallo sguardo che si piega di dolore <rase...> mormora <ora che posso...ancora pensare> piu o meno, per lo meno puo parlare correttamente prima della febbre quella pesante <vogliono farti soffrire, se non fosse andata come è andata, mi avrebbero ammazzato sul colpo. ma dato che non è successo...in caso il sangue si rigettasse...> mormora <evita di...chiuderti a riccio. faresti solo il loro gioco>

14:04 Rasetsu:
 Piega un sopracciglio quando gli riferisce il suo dispiacere, ma non comprendendo la ragione dell'altrui gesto si limita a fare spallucce. Non è innata in lui la capacità di comprensione del prossimo o di immedesimazione. La mandritta ancor si muove tra i di lei ciuffi corvini, restando ovviamente delicata. Non può toccarle il volto, quindi evita anche il minimo contatto. <Quindi, erano almeno in due.> Mormora, cercando di dare una sommaria spiegazione aggiungendo i dettagli a quella che Dokuhiro rammenta e gli elargisce. Cerca di farla parlare il meno possibile. La vede venir percorsa da dolori fisici e sicuramente anche dalla problematica della febbre. Ha gli occhi lucidi ed è abbastanza calda. <Pretenderò che ti somministrino degli antibiotici. Non faranno molto, come ti ho detto, però t'aiuteranno almeno a riposare.> Nota la fatica che sta facendo, il che è naturale considerata l'infezione che dovrebbe essere entrata in circolo da meno di ventiquattr'ore. E' già tanto che non abbia cominciato a delirare. <Oh, quindi questo qui si ricorderà perfettamente di te. Nyahahah!> Se la ride - un po' per addolcire la situazione, un po' perché gli ha causato veramente dell'ilarità un commento del genere. In una situazione nella quale si rischia la vita, non ci sarebbe un bel niente da ridere. <...> Si drizza rapidamente sull'attenti nel momento in cui l'altra pare annunciare il testamento funebre - con una voce non molto distante da quella d'un condannato a morte a causa d'una malattia incurabile. <S-Sm-Smettila-> Balbetta, sgranando gli occhietti verdastri e focalizzandoli in quelli altrui. S'abbassa per cercare di raggiungere lo sguardo della ragazzina, in modo che possa guardare esclusivamente lei - negli occhi. Il Tum - tum ha ripreso ad accelerare. <Diventerai immortale a tua volta e non dovrai temere la morte> Suda freddo. E' una sensazione che non ha mai provato... o forse una volta sì? Quand'era con Eryk nel corridoio dell'ospedale ed era caduto vittima d'una illusione. Ha il sapore di déjà-vu. <quindi smettila di dire qualcosa che non accadrà mai.> La mano scivola in direzione della guancia, facendo estremamente attenzione a non poggiarla con irruenza. Le dita si stendono - si ritraggono, deve calcolare al millesimo la traiettoria neppur fosse una bambola di porcellana. <Giacché diventerai un demone, ho votato la mia vita alla protezione della famiglia. Quindi, ti prometto che non morirai - ma tu devi promettermi che accoglierai il sangue nero. Se non opponi resistenza, finirà tutto in fretta.> La fronte viene adagiata contro quella altrui, socchiudendo per un attimo le palpebre, nascondendo alla vista gli occhietti iracondi del demone che - neppur lui sa - sta trattenendo la rabbia che gli monta dentro ed il desiderio di andar a cercare oggi stesso quei due che hanno osato tanto. <Ora, riposa. Io resto qui.> Non ci sarà santo che tenga e non riusciranno ad allontanarlo da lì. [ Chk On ]

14:11 Dokuhiro:
 <uno se ne è andato subito, gli altri due dovevano fare il lavoro> spiega all'altro, poi lo osserva e gli occhi lucidi li ha anche perche percepisce che Rasetzu si sta preoccupando. balbetta pure. sorride leggermente sopportato l'infinetesimale dolore che potrebbe causare toccandole la parte sinistra del volto dato che il tutto resto fa male per cento volte tanto <prometto> mormora lasciando che le due fronti si tocchino, bollente <grazie> aggiunge mentre sta cercando di scivolare via dalla presenza del dolore, anche se significa privarsi di rasetzu per qualche minuto, non che possa seriamente dormire piu di quanto vorrebbe, in sogni vaghi, di demoni e di sangue <rase...> aggiunge <ti amo> gliela butta lì, come ultima cosa, prima di addormentarsi con un sospiro anche se pare piu un spirare finale. i secondi passano, evidentemente le hanno dato pure un calmante, ma finalmente il petto si alza e si abbassa con vaga regolarità per essere certo che il cuore stesse funzionando ancora, anche se aver colpito così vicino è doloroso//exit?

14:42 Rasetsu:
 Ne continua ad ascoltare il narrato, annuendo di tanto in tanto. Evita di farla sforzare più del dovuto per ovvie ragioni. Distanzia la mano dal volto nell'istante in cui nota quella smorfia di dolore - che, in realtà, potrebbe essere legata ad un dolore in un altro punto del corpo. Tuttavia, non sapendolo ed evitando di farla parlare ulteriormente, preferisce evitare che ne sia lui l'artefice. La sensazione di sudore freddo non l'abbandona e continua a sentirsi costantemente preoccupato. Il petto gli fa male, come se qualcosa di pesante gli si fosse fermato proprio sullo sterno, senza lasciarlo andar via - senza permettergli a momenti di respirare. S'allontana anche col capo dall'altrui fronte fattasi bollente, rimanendo comunque seduto sul bordo del letto ed assicurandosi che sia opportunamente coperta. Il bip costante dei macchinari non lo infastidisce più del necessario ed è certo non sarà un problema neppure per Dokuhiro, valutando come stia scivolando lentamente nel sonno del quale ha necessità. <...> S'immobilizza sul posto, quasi smettendo di respirare quando sente pronunciarle quelle paroline magiche nel delirio della febbre. <...> Inala quel micro respiro necessario a tenerlo in vita e che il corpo esegue meccanicamente. <Fa in modo che queste non siano le tue ultime parole.> Perché non può amar davvero un demone che s'è sporcato le mani di sangue, tanto meno è qualcosa a cui lui anela. E' ben distante dai legami affettivi, non sa riconoscerli e non sa pronunciarsi in merito. Potrebbe voler bene a qualcuno, ma sarebbe incapace di dirglielo. Qui, la situazione non cambia, però è stato quanto meno bravo coi gesti. Si mordicchia il labbro inferiore interno, un gesto che potrebbe aiutarlo a calmarsi, ma che in realtà non genera nessun sollievo. <Dormi.> Pronuncia a bassa voce, il che potrebbe assomigliare ad una domanda, ma è una constatazione poiché priva di risposta effettiva dalla controparte. Uscirà dalla stanza soltanto per prendere una boccata d'aria, salvo poi ritornarci per controllarla e monitorarla. Rivelerà ai medici la condizione dell'infezione, fornendogli quasi sicuramente un'ottima visione alla quale non sarebbero potuti giungere da soli... [ Exit ]

Viene evocato dal suo laboratorio a causa della degenza di Dokuhiro.
Vi si precipita con un'insensata preoccupazione - cosa che lui non prova mai.
La ragazzina è riversa nel letto ed è scossa da tremori dovuti all'infezione e alla febbre che, nel giro dei prossimi giorni, andrà peggiorando fino al generarsi di nuovo sangue nero nel di lei corpo.
La rassicura - cosa che non pensava di saper fare - e lei ricambia con due paroline magiche che il demone avrebbe ben voluto non sentire ( perché non sa contraccambiarle ).

Andrà in cerca dei malfattori v.v non si tocca il piccolo demone!