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All'embrione!

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con Rasetsu, Dokuhiro

14:43 Dokuhiro:
 Iniziamo subito col dire che la nostra meravigliosa morta passeggiate è un po meno morta. Il periodo di stabilità con rasetzu le ha garantito di poter mettere su peso e sembrare un po meno cadaverica. Sempre magra ma per meno non mette più in crisi le persone che la credono una anoressica, cosa che non è mai stata. Si controlla di nuovo quando ha addosso, un bel maglione a collo alto nero che le sfina la figura e un paio di boxer appena sotto che vengono coperti dalla maglia ironicamente leggera dato che è un maglioncino pieno di buchi per la fantasia. Ricontrollare quindi anche il tavolo si cui stanno la provetta e appena sotto la sua nuova bandana di game, andando a lustrarla di nuovo con il gomito e la manica della maglia, e ripoggiarla con perfezionismo in modo che sia dietro alla provetta, così quando rasetzu alza una deve per forza notare anche l'altra. In più ha preparato il pollo fritto e soprattutto c'è pure una bottigliona di saké usato comunemente per festeggiare i grossi eventi che attende sul ripiano della cucina

15:38 Rasetsu:
 Come ogni giorno... a fine turno, sta rientrando nella dimora che divide con Dokuhiro. Ormai, si direbbero dei perfetti conviventi, forse anche un po' troppo sicuri di loro. Il demone è stanco, è rinchiuso nel suo laboratorio ormai da diverso tempo. Non dorme neanche il giusto. Dorme quanto il suo corpo riesce a sopportare: talvolta un paio d'ore, talvolta soltanto quattro, talvolta ancora resta sveglio per almeno trentasei ore (tanto è già uscito di senno da un pezzo, non potrà accadere ancora). S'appresta ad aprire la porta d'ingresso con il classico mazzo di chiavi, vestito normalissimamente con un paio di pantaloni neri e scarpe eleganti d'egual cromia. La camicia bianca, che solitamente dovrebbe essere sistemata all'interno della cintura dei pantaloni, è sbilenca di fuori - stanco morto, tanto da non sistemarsi neanche quel lembo. La giacca è ripiegata sull'interno del gomito, ciondolante maggiormente da un lato che dall'altro. Spinge la porta con una spalla - le occhiaie fanno provincia. La lascia chiudere dietro le proprie spalle con un colpo di fianchi, guardandosi subito attorno per individuare la posizione della ragazzina nonché scoprire se si trovi effettivamente all'interno di quelle quattro mura. <Sei a casa?> Le chiede ad alta voce, anziché annunciarsi lui stesso. Lascia cader il giubbotto sulla spalliera del divano più vicino - della poltrona, qualunque posticino adatto. Svicola verso la cucina con passo lento e strascicante, inerme. Stanco! Non fa altro che lavorare.

15:43 Dokuhiro:
 Non ha preteso che si accoppiassero nemmeno una volta da quando l'altro si è messo a lavorare sul serio, per quanto ovviamente sia ben felice di stare un po sola con rasetzu, ma almeno quando torna ha quasi sempre la cena pronta, ogni tanto va addirittura all'ospedale a dargli uno spuntino con la scusa che è di passaggio per andare al ristorante dove lavora <bentornato> saluta chiaramente l'altro con un leggero sorriso <come è andata oggi?> chiede semplicemente con un tono piuttosto leggero, anche se è ovvio che qualcosa di strano cu sia. Prima di tutto ha lasciato le gambe libere alla vista, inclusi le vecchie ferite e tatuaggi poco lusinghieri che qualcuno le ha fatto, poi l'enorme bottigliona di sake sul ripiano, ma soprattutto gli indica il tavolo <ho preparato il pollo> difficile non accorgersene, dato che la casa profuma di tale leccornia e invade le narici appena entrati. Sul tavolo. Bhe. Ce quello che era stato descritto prima, ed è evidente che lo stesse aspettando soprattutto per gli occhioni della diavoletta che non lo mollano un attimo, sbirciandolo da dentro il maglione a collo alto, tirato su fino a coprire le labbra

16:23 Rasetsu:
 Tentenna leggermente col capo da un lato e dall'altro come se ciò servisse a farlo svegliare un pochetto di più dal suo intorpidimento quotidiano. Sospira, avanzando distrattamente verso quella casa che non sembra neanche più la sua considerando il poco tempo che ci passa al suo interno. <Come ogni giorno... tentativi fallimentari di ricreare un clone, calcoli che non rientrano nell'ordinario e che rischiano di far collassare l'embrione nel giro di pochi giorni.> Un nuovo e lungo sospiro proviene dalle labbra del giovane, il quale si lascia successivamente abbandonare contro una delle sedie della cucina. Non nota ancora quel coprifronte, tanto meno quella bottiglia di sakè. E' come se nel suo campo visivo non esistesse nient'altro oltre a innumerevoli pagine di calcolo, programmazione dei macchinari e formule chimiche. <Attualmente, non credo possa superare la seconda settimana di vita senza un alimentatore più forte di quell'attuale.> E ci sta lavorando ovviamente - a capire come poter fare. D'altronde, ha stabilito recentemente con Dokuhiro che non dovrà in nessun modo affezionarsi a quell'ovulo. <Perché il liquore?> Indicando la bottiglia, aggrottando le sopracciglia. <Mentre lavoro non bevo.> E lui è come se tutt'ora stesse lavorando. E' una di quelle sessioni intensive, come dieci anni prima, in cui smetteva completamente d'assumere droghe o alcolici affinché il cerebro funzionasse al 101% - incurante dei disagi da astinenza. <Hm?> Incalza, in attesa d'una risposta che sia quanto meno soddisfacente. E' stanco per pensare e fare domande.

16:33 Dokuhiro:
 <niente di particolare> replica la donna muovendosi sui piedi e ciondolando un po con chiara dichiarazione che non è affatto come stia dicendo <è sake celebrativo> ironicamente come faceva la mafia anni prima, ma comunque, da un paio di colpetti sul boccione e poi indica con la testa sul tavolo entrambi gli oggetti <mi pareva giusto festeggiare> spiega anche se non da una vera spiegazione in toto, anzi, lascia volutamente in sospeso cosa stia dicendo per fissare l'altro piena di aspettativa come un cucciolo che ha portato una preda a suo dire deliziosa a rasetzu <un goccettino? Nemmeno uno?> chiede, palesemente allibita <sei fuori dall'ufficio. E stasera non voglio che accendi quel computer, stasera si festeggia> spiega di nuovo, come se avesse una coda che si agita dietro le spalle da una parte all'altra dal tanto che si muove. Via via col tempo, anche se il tono è sempre piuttosto uguale, ha imparato a parlare molto di più grazie alla vicinanza con qualcuno...a cui importava che parlasse. In questo caso rasetzu

16:58 Rasetsu:
 Si lascia abbandonare in avanti verso il tavolo come se niente al mondo potesse tenerlo in piedi quest'oggi. E forse non è neppure così eccessivo. Dovrebbe dormire e anche parecchio, peccato che rifugga dall'idea di farlo. <Festeggiare che?> Aggrotta le sopracciglia, poggiando le braccia sulla superficie lignea del tavolo affinché possa fargli da sostegno. Inoltre, ruoterebbe il capo nella direzione in questione affinché possa finalmente individuare i due oggetti di gran desiderio - anche se uno dei due un po' meno. <Uh?> Allunga immediatamente due dita - pollice e indice - in direzione della boccetta in modo che il primo sia posto al di sotto e il secondo al di sopra. Non lo muove troppo velocemente, ovviamente stando attento a quel che v'è all'interno. <Sei consapevole che deve essere assolutamente conservato poiché al di fuori d'una certa temperatura potrebbe subire un deterioramento precoce, la qual cosa ti porterebbe nuovamente a subire un intervento invasivo da parte di Shizuka?> Proferisce il tutto quasi senza respirare tra una parola e l'altra, fissando inebetito quell'ovetto che gli servirà senz'alcun dubbio, ma risultando essere relativamente insoddisfatto della conservazione. <Congelatore.> Anche se non è sicuro che sia sufficiente. Sospira pesantemente - per l'ennesima volta da quando è tornato a casa. Dovrebbe esserne felice. <E' un coprifronte? In una società che disdegna i ninja e per la quale è inutile indossarlo? E' il simbolo di Ame?> Incuriosito in realtà dalla simbologia più che dall'oggetto, non osando immaginare che stia rovinando un bel momento coi suoi modi rozzi e poco accomodanti. <Un goccio - uno solo.> Per il futuro padre?

17:13 Dokuhiro:
 Lo fissa affaccendarsi per lovetto e per nasconderlo dal calore che ha la stanza, e sorride roteando gli occhi <puoi anche evitare. Ne hai molte altre che ti aspettano nel congelatore della ginecologa> spiega all'altro come se trovasse quasi adorabile quanto si dia al lavoro nonostante tutto e anche riguardo alla bandana, abbassa le spalle come se non credesse a quello che sta sentendo <e dire che pensavo saresti stato felice di avere una genin in casa, evidentemente mi sono sbagliata. E non c'è niente di cui festeggiare> andando a prendere il boccione di sake a due mani <quindi niente sake da festeggiamento> con il tono supponente di chi sa di aver colpito tutti i punti giusti e con una logica inespugnabile, rimanendo così, abbracciata al boccione e fissando l'altro con il suo solito musetto diabolico pronta a portare via l'alcool purissimo lievissimo e che fa fare plin plin all'intestino <magari il tempio di pain lo riprende...> è pure sake sacro! Si dice che berlo porti molta fortuna, per ora rasetzu rischia solo di non vederlo più

17:50 Rasetsu:
 Sposta gli occhietti verdastri in direzione della compagna, arcuando appena un sopracciglio. <Hai anche tenuto in considerazione l'eventualità di più tentativi? Perché in tal caso la tua frase s'annulla.> Si stringe nelle spalle, cercando di raddrizzarle per darsi una posa composta poiché sta quasi sempre inclinato in avanti. Lo schermo del pc altrimenti è troppo distante. <Sono felice che tu ci sia riuscita dopo tanto, ma alla fine dei conti è un costrutto sociale che nessuno calcola più. Quindi, se si tratta d'un monito per te stessa va bene.> Solleva la mancina verso l'alto, affinché indice e pollice possano andare a circondare il setto nasale e a massaggiarlo con tranquillità. <Se vuoi festeggiare, festeggiamo> Quasi ad accontentarla poiché lui non sembra esserne molto convinto, sentendo tuttavia lo stomaco borbottare in segno di protesta al suo dissenso al festeggiamento e alla cena. Tuttavia, c'è anche da saperlo... Il demone è sempre il solito. E quando è sommerso dal suo lavoro - un lavoro che ama in maniera assoluta e che non scema o varia nel tempo, restando costante e al massimo della scala di valutazione - è totalmente un'altra persona: si dimentica di chi ha attorno. Ciò che prova per Dokuhiro è un sentimento che avverte e che non sa gestire perché di emozioni lui non capisce nulla. <è solo che sono tremendamente stanco. Non dormo da un numero imprecisato di ore. E tutto perché Kan è inutile dal punto di vista pratico e teorico. Devo fargli da insegnante, ma chi me l'ha fatto fare esattamente?> Si lamenta di quel che gli accade attorno durante la giornata, di aver a che fare con persone che non hanno il suo stesso intelletto. <Se riesco a far progredire l'embrione fino allo status di essere umano fatto e finito, potrebbe avere il mio stesso intelletto - quindi, lavorare con un mio clone.> Non smette di lavorare neanche a casa... risultando snervante per chi ha davanti, quasi sicuramente.

18:00 Dokuhiro:
 <allora festeggiano> replica senza mezzi termini andando a prendere prima di tutto il pollo fritto e scolandolo sui fogli per essere ancora bello croccante e pronto, andando a poggiarglielo affiancò mentre gli versa un generoso bicchierino di sake, per entrambi <mi fa piacere che ci sono riuscita. Per lo meno non sei arrabbiato perche non ti ho detto niente> gli fa notare mentre lo guarda <non ne so molto di cloni, ma non sono entità a parte con un loro intelletto e personalità?> chiede all'altro, non che ne sappia molto, ma dato che pare essere l'unico modo per fargli fare qualcos'altro rispetto a uno sbadiglio... <brindisi al mio genetista> aggiunge alzando il bicchierino attendendo l'altro con il calice alzato, se vuole davvero brindare <vuoi che parlo io con kan?> domanda semplicemente <e vedrai che dopo la cena e il sake ti metterai a dormire> d'altronde pare essere una "cena" per stroncarlo completamente a modo suo. Un modo subdolo e infame <ha detto che ne avevo così tanti che ci potrai giocare per un po, quindi non preoccuparti> spiega...e poi pare un po su di giri mentre prende una crocchetta <mi ha anche detto...Bhe che se voglio...lei fa la tatuatrice...> buttandola li, tanto nemmeno viene ascoltata

21:35 Rasetsu:
 Abbassa lo sguardo alla volta del bicchierino di sakè. Lo scruta come se fosse la prima volta in vita sua che ne vede uno. Si stringe appena nelle spalle, allungando la mancina e sollevandolo ad altezza del viso. L'avvicinerebbe a quello di Dokuhiro, in modo che possano brindare. <All'embrione.> Cincinna, qualora non gli venga vietato di farlo - anche se ultimamente sembra essere abbastanza accondiscendente. Che in realtà sia d'accordo nel diventar madre d'un esperimento? Poiché di base è un essere a sé stante e non è definibile come clone. Necessiterebbe esclusivamente del suo gene per farlo, tuttavia vuole assicurarsi che riesca dapprima a farlo nascere in provetta. Lo beve in un sorso, prima di allontanare la sedia dal tavolo e sporgerla di lato. Batte con una mano sulla coscia - invitandola. <Vieni qui.> A sederti, indiretto. E qualora l'abbia fatto, poggerebbe il mento contro la sua spalla e una guancia in prossimità di quella altrui, trovando una posizione comoda - forse - ma che tende a farlo stare inclinato in avanti. <Vorrei tanto farlo, ma devo tornare a lavoro.> Sospira, lasciandosi andare mentalmente a tutte quelle teorie strampalate che ha iniziato a tirare fuori, tutti gli esperimenti che sta mettendo in atto e che pretende di riuscire a completare prima che qualcuno lo richiami agli inferi. <Eh?> Non stava ascoltando poi molto, risvegliandosi soltanto quando parla di tatuaggi. <E quindi?> Chiude appena gli occhi un paio di secondi, come a volerli far riposare. E' stanco, dopotutto, non si sta fermando un attimo. <Fai ciò che ti senti fare, non devi chiedermi il permesso.> Gli sta chiedendo un parere... ma d'altronde, lui è troppo stupido per arrivarci da solo. E si sta lentamente appisolando... il calore umano è una manna dal cielo quando si tratta di dormire! Dovrà svegliarlo per portarlo in camera. Dormire sul tavolo all'ingresso non è il massimo. [ Exit ]

Rasetsu torna finalmente a casa dopo almeno 36 ore di lavoro ininterrotte.
Dokuhiro l'accoglie con del cibo e del sakè, nonché un piccolo ovulo per fargli vedere che è tutto pronto.

Il rosso fraintende, reputando che quella sia proprio l'ovulo che userà per l'esperimento, quindi il festeggiamento sembra ostruito dal suo caratteraccio dovuto anche alla mancanza di sonno. Riesce quanto meno a recuperare la serata e a farla contenta, addormentandosi sulla sua spalla.