k o n o h a
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Giocata del 17/03/2022 dalle 19:25 alle 20:44 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
Il cielo volto all'imbrunire - se non direttamente al buio della notte - l'accompagna lungo il sentiero del Bosco dei Ciliegi. Frequente meta di molti kagegakuriani (ho perso dieci anni della mia vita per scriverlo correttamente), anche lei non n'è esente pur non sentendosi granché parte integrante di quel posto. E come potrebbe, d'altronde? Inutile star qui a ripetersi. Ci passeggia mentre rimugina su diversi pensieri... <Se iniziassi il discorso con 'miei cari konohani'... reputo che prenderei non pochi pomodori in faccia.> Non la vedono di buon occhio, questo è quanto meno ovvio, seppur abbia aiutato il settore kiriano contro le chimere ed abbia rischiato la sua vita - come al solito. <'Cari concittadini, sono qui oggi'... sì, per unire in matrimonio questi due...> Continuando la frase a mo' di battuta, a causa dell'assonanza con le classiche parole del prete che pronuncia una coppia in matrimonio. Sospira pesantemente, soffermandosi in prossimità d'un albero in procinto di sbocciare. Indossa uno yukata dalla stoffa nera, disseminato di petali di ciliegio rosa. La cintura in vita è d'un rosa leggero che ne avvolge i fianchi e la vita. Oltre ad esser pieno di fiori come se volesse portar lei stessa la primavera, è abbastanza caldo da proteggerla dalle intemperie odierne. E' privata della katana ch'era solita portarsi dietro poiché l'incontro con Fenrir dopo dieci anni non è stato certo rose e fiori. Per difendersi dall'altrui furia, l'arma bianca è andata praticamente distrutta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Un pendaglio raffigurante il ventaglio del Clan Uchiha è costantemente presente al collo della donna, mai rimosso per ragione alcuna. Che fare, dunque? Restare a rimuginare? Non sarebbe una novità per lei - un overthinker. [ Chk On ] Ormai la sera può essere definita come il periodo della giornata preferito del Senjuu… non fraintendiamo, al moro fa sempre piacere passare del tempo al dojo o con i giovani del clan ad aiutarli in qualsiasi modo egli sia in grado di fare, o anche solo essere in loro presenza, tuttavia ci sono dei momenti in qui Kashirama sente proprio la necessità di staccarsi dal caos creato da quella gioventù per rintanarsi in qualche luogo più tranquillo e ‘adatto’ alla sua personalità. Proprio quella sera, approfittando del tempo sempre più primaverile, il konohano ha deciso di fare una passeggiata al bosco dei ciliegi sfruttando la temperatura ormai meno fredda, dopo aver trascorso l’ultimo pasto della giornata assieme ai suoi parenti e ad altri componenti del clan; proprio per quest’ultimo motivo, l’abbigliamento indossato dal moro tuttora è certamente più tradizionale di quello che andrebbe ad indossare normalmente. Ai piedi porta dei vecchi e semplici stivaletti da ninja neri, la cui maggior parte della tomaia è coperta dal lungo pantalone color blu scuro che avvolge le gambe lunghe del giovane, il busto, fasciato da uno jinbei azzurro chiaro invece, è ulteriormente rivestito da un lungo haori a maniche lunghe del medesimo colore dei larghi pantaloni e infine, i capelli lunghi sono legati in una semplice coda bassa molto ordinata per il suo solito. I passi cadenzati del giovane lo trascinano senza fretta lungo la strada coperta da mattonelle del bosco dei ciliegi, alberi che iniziano a mostrare i primi segni di vita attraverso qualche piccolo bocciolo bianco e rosa che risiede sui lunghi rami… è proprio la natura circostante che attira l’attenzione del giovane Senjuu il quale, spostando lo sguardo verso l’alto ad osservare la bellezza che ha attorno, procede nella sua passeggiata post-cena. Il silenzio della sera viene spezzato da una voce femminile lontana che mano a mano si fa sempre più vicina, indicando come la fonte di essa stia procedendo in senso contrario al ragazzo <…?> con curiosità dunque, il moro porta gli occhi in direzione della sagoma scura che sta approcciando, in attesa di capire chi incontrerà di lì a poco.[https://i.pinimg.com/236x/6c/73/f4/6c73f44557c0eccd0df3228fa091f914.jpg] Continua a rimuginare su quanto appena pronunciato, sul pensiero di dover trovare in qualche modo un inizio a quel discorso. Il luogo non ha importanza... <Potrei anche soltanto iniziare con 'konohani' - per attirarli ad ascoltare le mie parole.> Borbotta a bassa voce, massaggiandosi distrattamente il mento con una mano, come se tal gesto possa in qualche modo aiutarla a ragionare - inducendole le risposte che va cercando. <Sì, forse è meglio così. E dovrei pensare di getto, senza prepararmi niente prima.> E' deleterio, specialmente per chi è abituata ad aver tutto sotto controllo, affinché non debba cambiar niente del piano. Affidarsi all'istinto del momento può sempre rivelarsi essere un totale fallimento, specialmente se non si hanno piani B, C e D (probabilmente, la Nara arriva anche al Piano Z per quanto la riguarda). Torna a guardar di fronte a sé nel tentativo di non prendere un albero dritto in fronte. Non è proprio il caso di far figure di merda in un posto pubblico, specialmente prima d'un discorso importante che la porterà a riottenere quel legame così profondo e radicato con i Lupi - e si spera con il loro Re. Dei vestiari un po' antiquati - rispetto alla società evolutasi nell'ultima decade - attirano la donna. Gli occhi chiari risalgono man mano lungo l'individuo, non riconoscendolo in un primo momento poiché soltanto al termine si sofferma anche sul volto. <Uh?> Sorpresa nel di lei tono che non nasconde affatto. <Kashirama?> L'ha conosciuto in compagnia del ragazzino smerciatore di caramelle. Come dimenticare l'unico che è riuscito a non farle perdere l'ultima goccia di lucidità mentale? <Che bell'abito!> Sia mai che non le piacciano le cose che hanno l'aria del vecchio e dell'antico... [ Chk On ] La fresca atmosfera della sera rilassa nel profondo il ragazzo, la cui espressione irradia serenità da capo a piedi e il cui sguardo rimane fisso davanti a sé pronto a cercare di capire chi sia l’altra persona che come lui ha pensato bene di approfittare della tranquillità di quel luogo magico. Il sorriso leggero che dipinge il volto abbronzato e cosparso di lentiggini del moro, i passi lenti con cui egli sta avanzando, ma soprattutto la postura diritta e il modo in cui cammina con entrambe le mani unite davanti all’addome, ciascuna infilata nella manica del braccio opposto e dunque nascoste alla vista altrui, lo fanno probabilmente apparire come un anziano, un vecchietto che si sta godendo la vita da pensionato e che non ha né alcun bisogno né alcuna voglia di affrettarsi. Canticchiando tra sé e sé una semplice melodia molto orecchiabile, messagli in testa dalla zia quel pomeriggio, il moro fa scorrere gli occhi sulla figura che ha richiamato la sua attenzione pronunciando il nome di lui: lo sguardo si posa in primo luogo sul vestiario della donna per poi indugiare sul volto di quest’ultima riconoscendola come la decima; ampliando il sorriso che ha in volto il konohano va quindi a rispondere all’affermazione dell’interlocutrice con tono pacato < Oh Nona! > l’espressione del ragazzo assume un velo di divertimento e di scherno nei confronti della donna (ricordandosi l’incontro con il bambino di Suna) e dopo aver ridacchiato brevemente il giovane continuerebbe a parlare < Grazie mille… un po’ fuori moda eh?... cosa la porta qui, Hokage-sama? > andrebbe quindi a domandare inclinando il viso di qualche grado verso sinistra. Per fortuna, anche il Senjuu la riconosce senza problemi (e qualcuno direbbe anche grazie al c4zz0, avendo avuto una fama di ninja leggendario prima di cadere in rovina). Le viene da borbottare quando la definisce Nona al pari di Takanato, terminando il tutto con una piccola risata - giusto per far intendere lo scherzo anche nelle proprie parole. <Anche il mio yukata è fuori moda> Ammette, stringendosi nelle spalle e lasciando ondeggiar l'orlo attorno alle gambe, come a voler sottintendere che stia parlando proprio del vestito indossato. <e ci ho messo un sacco di tempo per trovarne uno adeguato! Sono diventati introvabili al pari dei kimono.> C'è stato un periodo in cui andava chiedendo in giro un luogo adeguato che vendesse o producesse kimono. Era giunta alla conclusione di cercare delle stoffe e farselo fare su misura - che, alla fine, è quello che ha fatto. L'ha pagato un po' più del solito, ma non le importa. Guadagna abbastanza da mantenersi con i lavoretti da fabbro, arrotondando con le missioni alle quali partecipa. Non lo fa certo per benevolenza nei confronti del villaggio, difatti. Porta le braccia al centro del petto, facendo sparire le mani all'interno delle opposte maniche del kimono, assumendo una classica posa da Sensei - zen. <Ragionavo.> Replica in merito al motivo per il quale si trova proprio lì, nel Bosco dei Ciliegi. <A te piacerebbe se qualcuno s'alzasse tra la folla e ti dicesse d'andare a riconquistare ciò che un tempo era nostro di diritto?> C'è anche da chiedersi dove abbiano preso questo diritto. Andare ad ammazzare gente in giro per il mondo, così da sottrarre loro territori? Far la guerra, alla fine, non è altro che questo. Porta la testolina rosata ad inclinarsi da un lato, ulteriormente pensierosa, ma cedendo ovviamente il dire all'altro poiché la di lui risposta le interessa sinceramente. [ Chk On ] Mantenendo una portamento diritto ed elegante con la schiena ben tesa come gli era stato insegnato fin da piccolo dall’anziana nonna, il ragazzo abbassa leggermente il mento verso la pavimentazione e di conseguenza lo sguardo, conscio del fatto di superare in altezza la donna di una buona ventina di centimetri, e comincia a studiare la figura che si trova d’innanzi a lui; senza alcuna malizia o sospetto, le palpebre del moro si socchiudono lievemente sulle iridi di lui facendogli assottigliare lo sguardo, sguardo che viene lasciato scorrere sul volto della donna e sulla di lei postura che, nonostante la situazione alquanto informale, trasuda a prescindere forza ed autorità malgrado gli occhi della rosa appaiano essere pensierosi ed in parte assorti da un qualcosa che il konohano, pur essendo un ragazzo molto sulle sue a cui non piace impicciarsi negli affari altrui, ha deciso di tentare di scoprire. Ascolta con aria tranquilla la spiegazione che la donna gli dà riguardo al suo abbigliamento che porta il moro ad annuire < Ah sì… gli abiti moderni sono molto comodi, però questi hanno tutto un loro fascino… > va quindi a replicare scrollando leggermente le spalle e smuovendo il lungo haori che copre il proprio corpo < Sembra che stia ragionando su qualcosa di importante, vero? > l’intonazione con cui pone la domanda possiede un velo di curiosità che viene sostituito immediatamente da un tono nuovamente scherzoso < Mica sta progettando un assassinio? > gli estremi della bocca si inarcano di qualche millimetro verso l’alto, andando a creare qualche piccola ruga a lato degli occhi e sul naso che si arriccia all’insù. Il quesito che gli presenta la decima lascia un attimo di stucco il Senjuu il quale, sottraendo la mano destra dalla manica sinistra, appoggia il gomito destroso sul palmo mancino e accompagna le dita della mano dominante al mento iniziando a grattare la mascella e assumendo un’aria pensierosa < Uhm… > il konohano riflette qualche secondo riportando il silenzio tra i due per poi affermare con serietà fissando nelle pupille l’hokage < Non credo di essere la persona adatta a cui chiederlo sa? > esordisce con tono austero < Sono decisamente di parte quando si tratta di ciò… però posso dirle che sarei il primo a seguire chiunque lo dicesse… o magari sarei proprio io stesso a proporlo > un sorriso gentile viene rivolto dunque alla figura femminile < questo è il suo cruccio? Uscire da Kagegakure e riprendersi Konoha? > domanda quindi mantenendo diretto contatto visivo.
Giocata del 22/03/2022 dalle 20:53 alle 23:19 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
Si trovano d'accordo inverosimilmente su tante - parecchie cose. Una di queste è il vestiario che ambedue indossano, piuttosto vecchio - per non dire antiquato. Di tanto in tanto, la rosata si ritrova a vestire anche d'abiti moderni, ma è naturale che la sua predilezione siano i kimono e gli yukata, come quello che indossa in questo momento. <Già, vero! Forse è meglio così... che siano diventati rari, intendo.> Vuol dire che soltanto una stretta cerchia di persone potrà indossarlo, soltanto qualcuno che ci tiene davvero. Potrebbero diventare un business non indifferente, peccato che lei abbia tutt'altro genere d'affari da svolgere, per non parlare del tempo a sua disposizione. Mettersi a lavorare per conto del villaggio sarebbe una faticaccia inutile considerando che il di lei obiettivo è quello d'uscire. E a proposito di quest'argomento, tanto vale prestare attenzione e tentare di dare una visione completa del proprio interesse primario. <Eh?> A proposito dell'assassinio, sgrana appena gli occhietti chiari come se avesse appena detto qualcosa di velatamente veritiero, ma che non può confermare in alcun modo. <Ah no no! Non ancora.> Agita la mandritta nell'aere come a voler far decadere il discorso, aggiungendo una piccola risata al contesto nel tentativo di fargli comprendere l'ironia del suddetto. Lo lascia parlare in attesa di poter ascoltare quello che è l'altrui pensiero. Inizia col dirle che è la persona meno indicata a cui chiedere. <Va avanti, ogni pensiero potrebbe esser ben accetto.> Ammette senza cincischiare, zittendosi nell'istante in cui il Senjuu prosegue nella sua spiegazione. <Non è un cruccio, è la mia realtà. Intendo uscire e riprenderci i territori esterni, cominciando da Konoha per una serie di fattori: è il villaggio più vicino geograficamente parlando ed è il *mio* paese.> Potrebbe continuare con le motivazioni, ma reputa d'aver già detto abbastanza. Aspetterà prima una replica, un commento da parte sua per poi continuare. <Il problema è che poche persone protendono per questo compito. A molti non interessa più, stanno bene tra queste quattro mura.> Spiega ulteriormente, gesticolando leggermente con la mandritta per dare maggior enfasi al discorso. Gli cede dunque la parola, non distogliendo però l'attenzione dal diretto interessato. [ Chk On ] Gli occhi ambrati del ragazzo vengono spostati dalla figura di Furaya verso l’alto nel tentativo di intravedere la sagoma di un piccolo uccellino che, posatosi su un ramo facendo cadere a terra un bocciolo, ha iniziato a cinguettare andando a creare una sorta di melodia di sottofondo. Il capo annuisce alle parole della donna e una piccola risatta sfugge dalle labbra di lui all’udire quel “non ancora”; le palpebre sbattono lentamente sullo sguardo del Senjuu, le cui orecchie e la cui attenzione rimangono rivolte verso il decimo Hokage, nonostante il più giovane dei due, notando poco distante una panchina, abbia iniziato a muoversi in direzione di essa. Portando entrambe le mani all’altezza della vita e afferrando i lembi dell’haori, il ragazzo solleva leggermente la stoffa per evitare che si sgualcisca nel momento in cui egli va a sedersi elegante all’estremo destro della panca; subito dopo poggiando i palmi sulla superficie legnosa su cui si trova, fa forza sugli avambracci per innalzare di qualche centimetro il proprio corpo, in modo così da riuscire ad avvicinare le gambe al petto e a raccoglierle al di sotto del proprio busto assumendo la solita posa usata per riflettere o meditare. Le dita della mancina si infilano nella profonda tasca del pantalone e si chiudono in una presa salda attorno ad un pacchetto di plastica che, assieme alle mani, viene posato sul tessuto che copre le cosce. Riportando le pupille sulla decima, il Senjuu fa un cenno con il capo verso il posto libero accanto a lui sulla panchina invitando così la donna < Vuole sedersi? > il sorriso piccolo pacifico e perenne raggiunge persino gli occhi ambrati, facendone brillare il colore vivacemente. Nel mentre che osserva la rosata, i polpastrelli del konohano vengono impegnati nel tentativo di aprire la confezione di biscotti ripieni di crema al limone (tipo i Grisbi), uno dei pochi punti deboli del moro quando si tratta di cibo e dopo qualche difficoltà, il tipico rumore di carta plastificata segnala la riuscita della breve manovra. Kashirama porta uno di quei dolcetti alla bocca, staccandone un piccolo pezzetto con i denti ed assaporandone a fondo il gusto, per poi deglutirlo con soddisfazione; respirando profondamente, quasi come se avesse appena riscoperto la verità dell’universo al solo assaggiare quella prelibatezza, allunga il braccio sinistro verso la figura di Furaya porgendole la confezione < Favorisce? Sono davvero ottimi >. Le parole riferitegli dalla decima Hokage svolazzano all’interno della mente del giovane mescolandosi ai di lui pensieri e portandolo così a rimanere in silenzio per qualche secondo prima di parlare. Portando lo sguardo sulla pavimentazione della stradina riflette attentamente, mugugnando tra sé e sé, cercando le parole adatte non volendo risultare troppo diretto o affrettato o addirittura poco razionale… < Sono sollevato di non essere l’unico a pensarla così allora > il capo si inclina e viene sollevato di qualche grado per incontrare lo sguardo dell’interlocutrice < Di sicuro sarà una missione estremamente pericolosa, però da quello che dice pare che manchino i numeri… tuttavia mi viene da credere che lei stia pensando di affidarsi unicamente a chi conosce direttamente giusto? > fa una piccola pausa per riprendere fiato nella quale il sorriso non cessa di esistere sul volto abbronzato di lui nonostante il tono serioso < O per lo meno delle persone di cui crede di – mi passi il termine - potersi fidare di più… ha ragione a dire che a molti non interessa più andare oltre le mura, d’altronde qua si vive in una pseudo-pace se si è come dire… ignoranti ecco > un altro boccone di biscotto riempie la bocca del moro che ne approfitta per sollevare gli occhi verso il cielo ad osservare finalmente le stelle che lo illuminano, fino a che non deglutisce il morso di dolcetto < credo tuttavia che stia mantenendo una visione un po’ ristretta sa?... > la frase viene così lasciata sospesa: il tono austero e le parole formali caratterizzati da un velo di speranza… speranza che la donna lì vicino a lui riesca ad afferrare il pensiero che presto verrà esposto dal Senjuu. Perché rifiutare di sedersi quando a far da sfondo vi sono degli splendidi alberi di ciliegio ormai in fiore? Per questo motivo, non osa rifiutare bensì si limita ad annuire alla di lui richiesta, seguendolo successivamente alla panchina libera dove anche questi vorrà sedersi. <Uh?> Volge un'attenta occhiata ai biscotti che il moro ha con sé, venendo stranamente attratta dall'odorino di limone che emanano. <Grazie.> Decide di prenderne uno - tra lui e Takanato le faranno venire il diabete. Ne smangiucchia un primo morso, così da saggiarne la consistenza e il sapore. <Mica male.> Mormora, annuendo convinta delle proprie parole. L'argomento cardine però necessita oltretutto d'una replica adeguata, ascoltandone la risposta. Risulta essere comunque piuttosto attenta, pur avendo la testa tra le nuvole a causa dei mille pensieri. Dovrebbe pensare di meno, ma è impossibile per una come la Judai che ha passato la vita a farsi mille problemi e a trovare contemporaneamente mille ed uno soluzioni. <Invero> Chiosa, prendendo fiato e schiarendosi la voce affinché risulti essere più chiara possibile - non c'è spazio per i fraintendimenti se si tratta d'un argomento personale e serio come lo è questo. <vorrei cercare qualcun altro che sia capace d'unirsi alla causa. Inoltre, intendo elargire alla popolazione konohana i miei intenti con un discorso al pubblico. Voglio che sappiano cosa io stia facendo e perché lo faccio.> E' anche a causa di Fenrir in realtà, ma trova più semplice spiegare una delle tante altre motivazioni piuttosto che riferirgli che un grosso lupo gigante le ridarà fiducia soltanto facendo ciò. Potrebbe anche non crederci, non tutti conoscono l'esistenza della tecnica dell'Evocazione d'altronde. <Certo. Se ci sono dei sostenitori di questa pseudo pace, allora qualcuno cercherà sicuramente di fermare me e chi crede in me.> Non lo nega, è un problema che ha senza dubbio messo in conto, altrimenti non sarebbe così sicura delle parole appena espresse negli altrui riguardi. Siede comoda, chinando appena il busto in avanti come se il peso del mondo intero gravasse sulle di lei spalle - la qual cosa non sarebbe neppur troppo fuori dall'ordinario. <Un po' ristretta - ti riferisci al voler riconquistare solo un villaggio? Successivamente, s'andrà oltre per annettere anche gli altri villaggi caduti.> L'obiettivo cardine è K o n o h a e non si discute in merito, ma è pur vero che presto o tardi dovrà far qualcos'altro. Se vuol riportare anche la gente a vivere all'esterno, non basterà esclusivamente Konoha. Ne ricerca lo sguardo, desiderosa ovviamente d'una risposta adeguata e che sia più che soddisfacente. L'argomento s'è fatto interessante, Kashirama ancor di più. [ Chk On ] Quei dolcetti sono ormai una droga per il konohano che, morso dopo morso senza fermarsi, avrà già mangiato più di metà di quella confezione da 10 biscotti; qualche briciola dell’alimento rimasta intorno alla bocca del moro gli solletica lievemente il labbro inferiore e l’estremo destro di esso, portando il ragazzo a sollevarle la mano libera e a passare il dorso delle dita sulla zona ricoperta dai piccoli frammenti di cibo per potersene liberare. Schiocca la lingua contro il palato ripetutamente per tre volte, quasi come se stesse provando a richiamare quei pochi uccellini che ancora svegli svolazzano tra i rami degli alberi e notando un bocciolo di ciliegio caduto accanto al suo ginocchio destro, muove il braccio del medesimo lato per poter raccoglierlo prudentemente all’interno del suo palmo; la mano opposta viene dunque accompagnata verso la forma chiusa del fiore e le dita di essa si muovono con delicatezza nel tentativo di far schiudere i petali e rivelarne così il color rosa e bianco. Sorride compiaciuto quando la decima assaggia ciò che il moro le ha offerto, pur sempre mantenendo gli occhi sul bocciolo situato nella sua mano; giocherellando con quest’ultimo, il moro lascia che la propria coda dell’occhio identifichi la figura della donna, scrutandone i movimenti e la posizione che quest’ultima assume, piegata in avanti come se un macigno le stia gravando addosso senza darle tregua. < Mi riferivo ai clan del villaggio in realtà… > esordisce tranquillo, il tono di voce piatto e sereno nonostante l’argomento di cui i due stanno discutendo < Se si presenta ai cittadini ‘normali’ con quest’idea quasi malsana, di certo incontrerà subito resistenza e perderà quel minimo di fiducia e di rispetto che hanno ancora in lei… > inspira a fondo riempiendosi i polmoni di aria fresca e pulita e sospira lentamente < presentare loro qualcosa del genere li renderà probabilmente poco collaborativi… deve tenere conto che all’interno delle mura i civili vivono in tranquillità, raramente vanno in contro a pericoli, cosa che però non si può dire del passato e proprio per questo la loro fiducia in Kagegakure e nelle sue istituzioni sta crescendo con il tempo… lei potrà essere ancora Hokage, ma di sicuro ha un peso molto inferiore rispetto a quello del governo centrale > la lingua viene passata sulle labbra seccate dal venticello fresco, dando il tempo al ragazzo di pesare le prossime parole < L’idea di tornare all’esterno e riprendersi ciò che era nostro è facilmente collegabile ha cose come violenza, paura e sofferenza e deve ammettere anche lei che di sicuro questo non è ciò che vogliono i cittadini… Potrebbe persino apparire come un suo desiderio egoista, portandoli quindi a forse odiare la sua figura di Hokage, no? > le domanda così pacato, ruotando il volto in direzione di lei dopo aver finalmente aperto completamente il bocciolo e dopo averne rivelato i colori < Per quanto riguarda i clan invece, spero per una buona parte, lei rimane il capo villaggio… colei che dovrebbe avere a cuore il bene di Konoha e dei suoi cittadini… colei che difenderebbe con la vita la nostra terra e per questo confido nel fatto che siano più propensi a darle una mano se sa come convincerli > il sorriso stampato in volto si ampia di qualche millimetro, illuminando i lineamenti del giovane ragazzo < ha detto che mancano persone, ma a parer mio potrebbero rivelarsi molto più numerose se solo – in un certo senso – si aprisse di più con i clan… ovviamente è lei l’Hokage e sarà lei a decidere, ma se mi permette le farei un esempio molto semplice > conclude quindi non volendo risultare logorroico alla donna con la quale sta cercando di creare una sorta di alleanza basata su idee piuttosto simili. Si sofferma sulle movenze altrui. Lo vede raccogliere un bocciolo di ciliegio e, piuttosto sorpresa, s'allunga verso la di lui mano. <Che peccato.> Lei adora i ciliegi in fiore. Storce le labbra con disappunto proprio per via di quel fiore che non sboccerà più. Ma non si dispera. Non ha perso la sua vita invano. <Pensavo di portare loro una prova, ma ho già difeso Kagegakure dalle chimere. Quindi, non ho intenzioni ostili nei confronti di Kagegakure stessa> Non ancora. A meno che non le si mettano contro, poiché in quel caso sarebbe comprensibile rispondere al fuoco con il medesimo. <e dovrebbe risultar essere abbastanza palese, sicché in quest'anno che son qui non ho mai provato a far nulla contro essa.> Non ne avrebbe avuto neppure ragione, visto e considerato che tra quelle quattro mura vi vive anche sua figlia, il suo ex marito e colei che ha cresciuto la bambina. <L'intenzione è quanto meno quella di convincerli a riprendersi il proprio posto nel mondo, ad abbattere le chimere che circondano il villaggio. Che senso ha vivere in pace se non si ha possibilità d'uscita?> Piega la testa da un lato, gesticolando per mantenere ancor vivido il discorso, mentre rilascia le proprie emozioni così facendo. L'espressione seriosa permane sul di lei viso mentre esplica il proprio pensiero, un pensiero che non ha comunque concluso. <Anche qui dentro è accaduto che un serial killer ammazzasse i vecchi ninja. Sta a significare che questi ultimi qui non sono al sicuro: lo sarebbero fuori!> N'è convinta, tanto da proseguire con una spiegazione adeguata in riferimento a quel che intende davvero. <Ad ammazzare le chimere con chi conosce abbastanza bene il posto e i nascondigli, con chi conosce ampiamente le tattiche da utilizzare in battaglia contro più nemici o contro un nemico troppo forte - piuttosto che perire qui.> Lei si reputa piuttosto formata. Riuscirebbe ad abbatterle se soltanto le dessero la facoltà per farlo. N'è sicura, anche se deve ancora agguantare il massimo del suo potenziale perso durante il suo lungo sonno durato dieci anni. <Sicuramente non lo vogliono> Riferendosi alla sofferenza, alla paura e alla battaglia che uscire all'esterno delle mura comporterebbe. <preferiscono vivere senza più combattere. Lo capisco> Sincera. Poggia la schiena contro la panchina, portando le braccia a stendersi lungo il busto e le cosce, stringendo le mani tra di loro. <ma perché non ribellarsi? Ci hanno rubato tutto.> La libertà. Cosa c'è oltre il mare? Cosa c'è oltre le mura? Non comprende come possa la popolazione dormire sugli allori quando le chimere sono riuscite a penetrare da uno dei portoni principali. <Coi clan dici, eh?> Perché non ci ha pensato prima? In effetti, potrebbe essere una valida opzione. Iniziare da loro per poi allargarsi man mano... Potrebbe stranamente funzionare. <Dimmi pure.> In merito all'esempio, lo attende. N'è incuriosita. Kashirama le sta dando non pochi punti di vista. [ Chk On ] L’ultimo morso dell’ultimo biscotto viene consumato con un velo di amarezza dal ragazzo di Konoha, rattristato dal non vedere più dolci all’interno della confezione la quale, venendo accartocciata tra le mani e le snelle dita del moro, disturba con il suo rumore la quiete che regna quella sera nel bosco dei ciliegi. Dopo aver dunque riposto la cartaccia all’interno della tasca del pantalone da cui era stata tirata fuori poco prima, il Senjuu accompagna la mancina all’altezza della fronte per arrotolare i ciuffi di capelli più corti attorno all’indice e al medio e per poi accompagnarli al di sopra della fronte liberando la visuale da quei piccoli impedimenti. Mantenendo la mano a livello degli zigomi, il giovane la strofina delicatamente contro le zone di pelle cosparse dalle sue tipiche lentiggini quasi come se dovesse portarsele via, un tic che ha assunto durante gli anni passati lontano da casa e che emerge nei momenti in cui il konohano si ritrova a mettere in funzione più del solito il cervello. < Non avrà fatto nulla di male in questo anno, però lei saprà meglio di me che piani del genere non si formano in giornata, Hokage-sama… e come lei e me lo sanno anche quelli del governo centrale… anche se in passato li ha difesi, non credo che dubitino ancora di lei? O che comunque la stiano un minimo mantenendo sott’occhio? > inizia quindi a parlare nuovamente, donando alla donna accanto a lui parte dei suoi pensieri ed aggiungendo le sue opinion a quelle di lei, cercando di esserle utile nell’ottenere una prospettiva più ampia < Non dubito che non ci saranno cittadini a sostenerla… d’altronde anche loro hanno perso la loro casa… tuttavia possiamo dire che l’abitudine sia una delle cose che uccidono gli uomini e il loro ‘spirito’… > così dicendo porta la mano destra alla mascella, grattandola con disattenzione e puntando gli occhi sul bocciolo che risiede tra le pieghe del suo pantalone < hanno perso qualcosa, ma hanno ottenuto una certa protezione e sicurezza… si sono abituati ad una vita pacifica all’interno delle mura consci del fatto che fuori è pericoloso e perciò non sono più propensi ad avventurarsi all’esterno… io spero vivamente che ci siano ancora persone desiderose di tornare a casa, quella vera intendo, ma bisogna rimanere realisti e tenere in conto cose di questo genere > conclude di condividere il suo pensiero e rimane attento quando Furaya accenna ad un serial killer di qualche tempo prima < Ah, credo di essermelo perso sa? > ridacchia leggero, scrollando le spalle e di conseguenza il busto, inalando al contempo il profumo proveniente dagli alberi. L’Hokage nel parlare mostra al ragazzo un fervore nascosto in precedenza che porta alla formazione di uno sbieco sorriso sul volto del più giovane dei due, il quale lascia che l’interlocutrice si sfoghi; rimane dunque in silenzio ad ascoltare quelle che potrebbero apparire lamentele alle orecchie di altri, ma che per Kashirama sono esattamente la prova che cercava in Furaya < Ormai molti non hanno più la forza di ribellarsi, figuriamoci di riprendersi tutto ciò che hanno perduto… > un sospiro rumoroso fuoriesce dalle di lui labbra che prosegue pacato, ma con decisione < Sì esatto, con i clan… le probabilità che vi supportino sono decisamente maggiori e magari, se i cittadini capissero che la sua idea ha un supporto più che notevole, avrebbe più possibilità a convincere anche i civili > il volto ruota per l’ennesima volta in direzione della rosa e gli occhi color dell’oro puntano seri il di lei viso < Più che esempio è un suggerimento che ovviamente deciderà lei se ritenerlo opportuno o meno… > esordisce quindi lentamente < Inizi a parlarne con i Senjuu… posso assicurarle quasi al cento per cento che la seguiranno nella sua missione… > un velo d’orgoglio colora le parole successive del moro < il mio clan vuole solo il bene di Konoha e che i nostri concittadini vivano al sicuro e tranquilli… però posso dire con certezza che siamo disposti a tutto per raggiungere quest’obiettivo, anche uscire fuori dalle mura e aiutarla. D’altronde lei è l’Hokage e come tale i Senjuu saranno sempre i primi a darle manforte fino a quando dimostrerà di non voler nuocere a Konoha… e come le ho detto prima io posso essere un uomo in più se lo necessità > la frase dunque viene lasciata a mezz’aria con un sorriso, dando a Furaya la possibilità di intervenire se lo desidera.
Giocata del 23/03/2022 dalle 14:00 alle 15:20 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
L’ultimo morso dell’ultimo biscotto viene consumato con un velo di amarezza dal ragazzo di Konoha, rattristato dal non vedere più dolci all’interno della confezione la quale, venendo accartocciata tra le mani e le snelle dita del moro, disturba con il suo rumore la quiete che regna quella sera nel bosco dei ciliegi. Dopo aver dunque riposto la cartaccia all’interno della tasca del pantalone da cui era stata tirata fuori poco prima, il Senjuu accompagna la mancina all’altezza della fronte per arrotolare i ciuffi di capelli più corti attorno all’indice e al medio e per poi accompagnarli al di sopra della fronte liberando la visuale da quei piccoli impedimenti. Mantenendo la mano a livello degli zigomi, il giovane la strofina delicatamente contro le zone di pelle cosparse dalle sue tipiche lentiggini quasi come se dovesse portarsele via, un tic che ha assunto durante gli anni passati lontano da casa e che emerge nei momenti in cui il konohano si ritrova a mettere in funzione più del solito il cervello. < Non avrà fatto nulla di male in questo anno, però lei saprà meglio di me che piani del genere non si formano in giornata, Hokage-sama… e come lei e me lo sanno anche quelli del governo centrale… anche se in passato li ha difesi, non crede che dubitino ancora di lei? O che comunque la stiano un minimo mantenendo sott’occhio? > inizia quindi a parlare nuovamente, donando alla donna accanto a lui parte dei suoi pensieri ed aggiungendo le sue opinion a quelle di lei, cercando di esserle utile nell’ottenere una prospettiva più ampia < Non dubito che non ci saranno cittadini a sostenerla… d’altronde anche loro hanno perso la loro casa… tuttavia possiamo dire che l’abitudine sia una delle cose che uccidono gli uomini e il loro ‘spirito’… > così dicendo porta la mano destra alla mascella, grattandola con disattenzione e puntando gli occhi sul bocciolo che risiede tra le pieghe del suo pantalone < hanno perso qualcosa, ma hanno ottenuto una certa protezione e sicurezza… si sono abituati ad una vita pacifica all’interno delle mura consci del fatto che fuori è pericoloso e perciò non sono più propensi ad avventurarsi all’esterno… io spero vivamente che ci siano ancora persone desiderose di tornare a casa, quella vera intendo, ma bisogna rimanere realisti e tenere in conto cose di questo genere > conclude di condividere il suo pensiero e rimane attento quando Furaya accenna ad un serial killer di qualche tempo prima < Ah, credo di essermelo perso sa? > ridacchia leggero, scrollando le spalle e di conseguenza il busto, inalando al contempo il profumo proveniente dagli alberi. L’Hokage nel parlare mostra al ragazzo un fervore nascosto in precedenza che porta alla formazione di uno sbieco sorriso sul volto del più giovane dei due, il quale lascia che l’interlocutrice si sfoghi; rimane dunque in silenzio ad ascoltare quelle che potrebbero apparire lamentele alle orecchie di altri, ma che per Kashirama sono esattamente la prova che cercava in Furaya < Ormai molti non hanno più la forza di ribellarsi, figuriamoci di riprendersi tutto ciò che hanno perduto… > un sospiro rumoroso fuoriesce dalle di lui labbra che prosegue pacato, ma con decisione < Sì esatto, con i clan… le probabilità che vi supportino sono decisamente maggiori e magari, se i cittadini capissero che la sua idea ha un supporto più che notevole, avrebbe più possibilità a convincere anche i civili > il volto ruota per l’ennesima volta in direzione della rosa e gli occhi color dell’oro puntano seri il di lei viso < Più che esempio è un suggerimento che ovviamente deciderà lei se ritenerlo opportuno o meno… > esordisce quindi lentamente < Inizi a parlarne con i Senjuu… posso assicurarle quasi al cento per cento che la seguiranno nella sua missione… > un velo d’orgoglio colora le parole successive del moro < il mio clan vuole solo il bene di Konoha e che i nostri concittadini vivano al sicuro e tranquilli… però posso dire con certezza che siamo disposti a tutto per raggiungere quest’obiettivo, anche uscire fuori dalle mura e aiutarla. D’altronde lei è l’Hokage e come tale i Senjuu saranno sempre i primi a darle manforte fino a quando dimostrerà di non voler nuocere a Konoha… e come le ho detto prima io posso essere un uomo in più se lo necessita > la frase dunque viene lasciata a mezz’aria con un sorriso, dando a Furaya la possibilità di intervenire se lo desidera. Poiché fortemente interessata alle altrui parole, non se ne perde mezza e gli presta assoluta attenzione. <Difatti... ci lavoro da un bel po'.> Ammette, scostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <Sono certa che loro dubitino ancora di me, ma al momento pare che tengano soltanto d'occhio.> E che, quindi, non abbiano alcuna intenzione ostile nei confronti della Judai. Poco male, in effetti. Le stanno lasciando fare quel che vuole, anche se non s'è finora ancor esposta. Il cambio della guardia potrebbe essere proprio quest'evento. <E' qualcosa che ho tenuto ovviamente in conto.> Come ci si poteva aspettare da qualcuno che rimugina costantemente su diversi scenari, tenendo specialmente conto delle possibilità di riuscita e delle conseguenze. Assottiglia distrattamente le labbra, facendosi come suo solito piuttosto pensierosa, pur prestando orecchio al ragazzo. <Dipende anche da che legame possano avere con l'attuale Undicesimo Hokage... se il suo ruolo soddisfa le aspettative della popolazione, potrebbero anche preferire lei a me.> Un'altra possibilità che, come al solito, ha avuto premura di tenere in considerazione. Non ha mai avuto a che fare direttamente con l'Hokage d'adesso, quindi non sa neppure che tipo di persona possa essere. Inoltre, qualunque capo villaggio ha perso il potere avuto in precedenza. Ed ecco qui la lampadina... <Però... agli altri capi villaggio l'idea di riconquistare i territori esterni potrebbe giovare. Attualmente, non hanno poi molta voce in capitolo sicché è il Consiglio a gestire la stragrande maggioranza delle cose.> Tant'è che non vi sono neppure poi tante dispute perché non ce la si può prendere con nessuno. Tra l'altro, permettono a tutti di vivere in tranquillità, anche se le porte di Kiri... Gli lancia l'amo, potrebbe essere un'idea. <Meglio così> A proposito del serial killer, stringendosi nelle spalle. <io, per fortuna, non ho avuto a che farci poi molto, ma sapevo che andava ammazzando chi ancora si reputava un ninja.> Come quelli del passato - come lei. La fortuna, infatti, è stato non esserselo mai ritrovato davanti, seppur avrebbe certamente venduto cara la pelle. Infine... la totale attenzione e sguardo della donna son posti sul volto di Kashirama che le rivela quel suggerimento precedentemente menzionato. <Anche il mio compagno è un Senjuu...> Un commento che potrebbe non voler dir niente, ma che nel contesto attuale assume un po' più di significato. Aver già due Senjuu dalla propria parte è un vantaggio non indifferente. Qualcun altro potrebbe unirsi alla causa. <Anche in questo caso, i Senjuu potrebbero non voler andare contro l'attuale Hokage, tuttavia è qualcosa che sapremo esclusivamente andandoci a parlare.> Il di lei tono permane cheto e pragmatico, facendo attenzione alle parole usate per esprimere il concetto, evitando dei fraintendimenti. <Ti ringrazio e accetto di buon grado la tua offerta.> Non si rifiuta un aiuto... tanto meno se proveniente da un papabile alleato futuro. Resterà in sua compagnia ancor un po', giusto per far sfumare completamente quei discorsi che, di base, hanno raggiunto il culmine. Dopodiché tornerà indietro, soffermandosi innanzi alla bellezza dei fiori di ciliegio. [ Exit ] Le gambe del giovane, tenute incrociate e premute contro gli assi di legno della panchina, iniziano a formicolare causando al ragazzo di Konoha un certo fastidio che lo porta a fare forza sui palmi delle mani appoggiati sulla panca e a sollevare il proprio busto in modo da districare i propri arti inferiori da quella posizione, fino a far poggiare le suole delle calzature che indossa contro il suolo del vialetto ricoperto da mattonelle. Sollevando in seguito entrambe le braccia oltre il proprio capo, come nel tentativo di raggiungere i rami degli alberi che pendono sopra le figure dei due presenti, il Senjuu va ad inarcare la schiena all’indietro facendo pressione sullo schienale della panchina, andando così a far scrocchiare di seguito le spalle e buona parte delle vertebre della propria spina dorsale; proprio a seguito di questo movimento, gli arti superiori ricadono privi di freno sulle cosce del konohano, la cui testa si è fatta più leggera e il cui corpo è diventato decisamente meno rigido, quasi molle, indebolito dalla stanchezza della giornata passata che inizia a farsi sentire pesantemente sui di lui muscoli. Tossisce brevemente portandosi un palmo innanzi alla bocca per evitare di colpire la sua interlocutrice e poco dopo, il ragazzo fa ruotare il capo un paio di volte con un movimento fluido da destra a sinistra per allungare il tessuto muscolare del collo, permettendo ai ciuffi di capelli più corti di ritornargli davanti agli occhi e di accarezzargli gli zigomi e le guance lentigginosi. < Meglio per lei che non si siano ancora intromessi > risponde alla breve spiegazione della donna, annuendo leggermente alle di lei parole come a segnalare che l’attenzione di lui non si è mai spostata dalla figura femminile, nonostante lo sguardo non sia più rivolto verso l’Hokage < Riguardo l’Undicesimo Hokage… > esordisce tranquillo, leggermente pensieroso per studiare con attenzione le informazioni appena ricevute < è palese che sia un burattino nelle mani del del governo… difficilmente è preferibile a lei, o per lo meno la gente che conta davvero ne è più che consapevole… può essere un ostacolo, ma dubito che sia di molta importanza > con queste parole cerca di rassicurare Furaya, ampliando il proprio sorriso senza mai però guardare il volto della donna. Ascolta quest’ultima e le idee che balenano nella mende di lei, arricciando le labbra al pensiero degli altri capi villaggio e schiarendosi la gola prima di offrire la propria visione < Di sicuro potrebbero essere degli alleati ideali, ma prima mi concentrerei sul piccolo… gli altri capi villaggio possono essere messi al corrente in un secondo momento… se si vuole mettere in mezzo anche loro c’è bisogno di avere un piano ben delineato, anzi quasi totalmente completato. Però personalmente parlando mi importa poco degli altri villaggi, il mio interesse è rivolto solo verso Konoha quindi che si uniscano o meno gli altri non ha importanza. > subito dopo aver pronunciato queste parole una breve risatina scappa dalle labbra del Senjuu che scuote la testa celermente e dopo qualche attimo di silenzio riprende la parola < Come le ho detto è risaputo che l’attuale capo villaggio non è altro che una marionetta e ciò lo sanno anche i Senjuu e tutti gli altri… proprio per questo dovrebbe fidarsi di loro… > lascia in sospeso la frase, analizzando con calma i propri pensieri: indeciso se renderli espliciti o meno, dopo un breve respiro scegli la prima opzione e con tono austero conclude < Sempre al suo servizio, Hokage-sama… se vuole potrei iniziare a cercare di capire cosa ne pensa il mio clan… ovviamente senza essere troppo diretto o esplicito insomma, però come sa nulla viene dato gratuitamente quindi può darsi che in futuro potrei chiederle qualche favore… > Le labbra si serrano tra di loro a indicare come il ragazzo abbia finito di parlare, le palpebre si abbassano sugli occhi ambrati e i respiri del giovane si fanno più profondi nel tentativo di rilassare il proprio corpo. Rimane così in silenzio, senza proferire più alcuna parola, senza fare più rumore, rimanendo accanto alla donna dai capelli rosa ed assaporando la quiete che li circonda con un sorriso pacato in volto. [EXIT]