Red e Toby
Free
Giocata dal 08/03/2022 22:26 al 09/03/2022 02:33 nella chat "Piazza [Suna]"
[Suna | Pressi Piazza] Pioggia: Sosho, odia la pioggia! Non è difficile notarlo, mentre passeggia a ridosso di una stradina che, a breve, dovrebbe condurlo sino nella piazza principale di quella che viene definita, SunagaKure. Viene definita, si .. .. suo malgrado. Non ci addentriamo però in problemi che per ora, esulano da ciò che è - ora - importante. Veste con un paio di jeans piuttosto anonimi, una maglietta nera a maniche corte, una felpa rossa con cappuccio e un giaccotto di jeans smanicato. Dietro al giaccotto è ben visibile una sorta di logo, un simbolo piuttosto particolare: una zampa di gatto completamente nera, che copre in pieno, l'intera parete del tessuto. Ai piedi, porta un paio di scarpe da ginnastica bianche: niente di che, ma comunque piuttosto comode. Il cprifronte è la sua cintura, o meglio: la sua cintura è il suo coprifronte., Ha infatti sostituito la fibbia della cintura, con la placca metallica del coprifronte. Un vero idiota. I capelli sono spettinati, con quel bianco avorio che sovrasta il nero della ricrescita sottostante. Al collo, è ben visibile il tatuaggio - FUMIKO - mentre l'altro, sembra essere tutt'ora nascosto sotto le maniche della felpa. Non ha armi con se. Gironzola stizzito, mugugnando qualcosa, imprecando contro chissà chi per quella pioggia fastidiosa, che non vuole smettere di cadere. [Suna - Piazza] Suna non gli era mai dispiaciuta. Un villaggio che riteneva relativamente tranquillo, forse un po’ meno brulicante di vita in confronto a Konoha, ma comunque che meritava tutto il rispetto del giovane, nonostante la considerasse poco sotto il livello del suo luogo natale. Il giovane Senjuu non vi era stato molte volte, ciò nonostante non aveva mai disprezzato l’idea di trovarsi nel villaggio della sabbia ed è per questo motivo che quando quel tardi pomeriggio la zia gli ha chiesto il favore di fare un ‘breve’ viaggio fino a Suna per acquistare delle erbe e delle spezie in un preciso e piccolo emporio sunese, il moro non aveva avuto niente da ribattere… ripensandoci però, se ne sarebbe dovuto rimanere a casa visto il ritorno della pioggia che, battente, cadeva a grandi gocce sulla figura del Senjuu. Ormai rassegnato al suo destino, il Senjuu cammina a passo lento per la strada principale del villaggio osservando i negozietti che posti in fila lo accompagnano lungo il tragitto fino alla piazza centrale. Al contrario di qualche giorno prima la temperatura è calata nuovamente, spingendo Kashirama ad indossare un vestiario più invernale: un felpone verde con il cappuccio nasconde il busto atletico del moro, un paio di pantaloni felpati color terra gli fasciano le gambe snelle e muscolose, mentre ai piedi sono calzati degli stivaletti di nera pelle che senza cura vengono immersi ogni due-tre passi in una pozzanghera; gli indumenti sono coperti a loro volta da un cappotto nero lungo fino a metà coscia e i capelli lunghi sono raccolti in una coda bassa e sbarazzina che non riesce a tenere i ciuffi più corti che cadono di fronte al volto. La mano destra tiene l’ombrello di color giallo brillante nel mentre che la sinistra tiene tra le dita una busta di plastica con all’interno il contenuto della spesa appena conclusa. [Suna | Pressi Piazza] L'incedere è piuttosto svelto: più avanti c'è un piccolo chioschetto con una tettoia che - in questo caso - fa esattamente al caso suo. Una corsetta veloce, che lo vede spingersi fino al chioschetto luogo di ritrovo di parecchie persone, a quanto pare. < TSK > mugugna infastidito, cercando di tenersi a debita distanza dai presenti che, come lui, hanno trovato lì, riparo dalla pioggia. Si guarda attorno, muovendo appena la schiena in avanti, lasciando che la testolina spuntasse fuori dalla tettoia < Non sembra proprio volerne di smettere .. > stilla, evidentemente stizzito < .. dannazione, questa è Suna, non quel buco di Konoha! > aggiunge, arricciando appena il naso. Annoiato, afferra il kunai estraendolo da sotto il giacchetto. Con maestria, inizia a giocherellare, facendolo roteare sul palmo della mano come fosse una trottola < Nya nya nya nya nya nya nya > una canzoncina allegra viene canticchiata a bassa voce, seguendo un ritmo sempre più veloce ed incalzante. Muove la testolina andando a tempo, lasciando palesare all'esterno - di quando in quando - quei canini leggermente più lunghi del normale: una caratteristica particolare solo sua e di sua sorella quella. [Suna - Piazza] Un fulmine seguito da un tuono decisamente più forte degli altri blocca l’andatura del Senjuu che spostando leggermente all’indietro l’ombrello, solleva lo sguardo verso il cielo coperto da nere e pesanti nubi da cui proviene la piccola tempesta che imperversa in quel momento. Sbuffando leggermente per la sfortuna capitata, il moro nota di sfuggita una tettoia sotto cui sono riparate alcune persone e capendo che non avrebbe potuto continuare sotto quel temporale, decide di girare sui tacchi e prendere la stradina che porta in direzione di quella copertura ormai tanto bramata. Raggiunto l’obiettivo, il konohano cerca di farsi un po’ di spazio tra la gente lì presente per mezzo della sua stazza slanciata e ben messa e, dopo aver posato tra i propri piedi il sacchetto in plastica della spesa serrando le caviglie per mantenerlo stabile, porta la mano libera alla punta dell’ombrello dove attraverso il meccanismo posto sul manico, riesce a chiudere con non poca difficoltà il parapioggia. Scrollando l’oggetto per qualche secondo in modo tale da far cadere l’acqua residua dal materiale impermeabile, muove da destra a sinistra il viso per guardarsi attorno e capire meglio dove si trovi; una leggera canzoncina vivace che giunge alle orecchie del Senjuu fa da sottofondo a quell’atmosfera cupa, e rimanendo in attesa che il meteo si calmi un pochino il ragazzo abbassa le palpebre sugli occhi ambrati e sospira pazientemente. [Suna | Pressi Piazza] Sebbene il tempo non sia dei migliori, il sunese sembra proprio - stranamente - di buon umore. Attraverso un rapido movimento del polso, il movimento dell'arma si ferma di colpo [ FIUM! ] Arma che poi - altrettanto rapidamente - viene riposta dietro il giacchetto: non è il caso di rischiare di far male a qualcuno: se gli dovesse sfuggire di mano, passerebbe un guaio. Non è molto che è diventato ufficialmente un genin e chissà - con la sua sfortuna - che potrebbe capitare. Si volta. La punta delle scarpe continuano a battere ritmicamente sul terreno, mentre quella canzoncina, continua a librarsi in quel piccolo pertugia < nya nya .. nya nya nya .. > Agli occhi - come al solito - è stato applicato un tocco di matita nera: un abitudine che ha ormai da tempo e che non ha più lasciato da quando .. .. ma passiamo ad altro. S'accorge del konohano, del sacchetto appoggiato accanto a lui < .. .. .. > Il sopracciglio destro si inarca, ma sembra - malgrado la palese curiosità - evitare di ficcare il naso negli affari altrui. La lingua scivola sulla dentatura, sfiorandone il bianchissimo rivestimento. Un movimento lento, che concede agli occhi altrui, di notare quei canini di cui va tanto fiero. Ci giocherella, picchettando con la punta della lingua, la punta dei dentini affilati. < Se fossimo nel paese del Vento, questa pioggia non sarebbe affar nostro! > afferma, tornando ad arricciare il naso, movendo per l'ennesima volta, quei pensieri liberi di esser caaptati da chiunque abbia orecchie, lì vicino. Non è certo una novità per il Nekoka: chi lo conosce sa benissimo cosa pensa, quanto detesti quel luogo e - ancor più, se possibile - la pioggia. [Suna - Piazza] Dopo aver riaperto gli occhi, Kashirama punta le pupille sull’ambiente oltre la tettoia acquisendo un’espressione leggermente annoiata; la pioggia cade incessante, senza dare tregua alle figure che colpisce e a cui non permette di procedere per le proprie strade, il venticello gelato della fine dell’inverno colpisce le persone sotto la tettoia facendo rabbrividire il Senjuu che, fino a quel momento fermo immobile quasi come i volti di pietra del monte degli Hokage, tenta di scrollarsi di dosso il freddo che lo sta assalendo muovendo il busto di qualche grado a destra e a sinistra. La canzoncina allegra continua a riempire l’aria frizzante assieme al leggero vociare delle altre persone fino a quando non cessa improvvisamente, per essere sostituita dalla voce di un ragazzo lì vicino, la cui uscita cattura l’attenzione del moro; quest’ultimo ruota il volto verso la fonte delle parole e sollevando un sopracciglio scuro replica tranquillamente < Peccato che non siamo più lì eh? > il tono pacato non tralascia alcuna emozione; da esso chiunque lo senta non sarebbe in grado di comprendere se il Senjuu sia d’accordo con l’altro o se abbia risposto con sarcasmo alla lamentela del ragazzo di Suna. [Suna | Pressi Piazza] Si volta, puntando l'attenzione verso il Senjuu < Mhh???! > mugugna, sollevando un sopracciglio < Non siamo stati in grado di difendere i nostri villaggi .. > ribatte palesemente infastidito, digrignando i dentini < .. questa è la punizione che ci spetta! > afferma, sollevando le spalle. decide dunque di avvicinarsi lentamente a quel ragazzo che - più o meno - dovrebbe avere la sua stessa età. < Quando dico che dovremmo andare lì fuori e riprenderci quello che è nos .. > inspira, guardandosi rapidamente attorno. Si accorge che due o tre uomini lo stanno guardando e .. .. non sembrano molto felici delle sue parole < Bhè??! > ringhia, verso di loro, muovendo la testa in un cenno verso l'alto < .. problemi??! Ancora posso esprimere il mio parere no??! > aggiunge, arricciando il naso. Movimenti che fanno sembrare Soshomaru, più un gatto randagio, che un ragazzo come gli altri. < lascia stare.. > sillaba poi, tornando a dare attenzione allo sconosciuto < .. sono dei fanfaroni, dei buoni a nulla. Se ci fossero stati loro al posto dei nostri padri, non sarebbe esistita nemmeno questa merda di Kagegakure > sfiata, cercando questa volta, di parlare sottovoce, avvicinandosi - se gli fosse permesso - all'orecchio di Kashirama. < Non sei di queste parti vero? > domanda, tornando a muovere la punta del naso < Di quale distretto sei? > gli chiede. Si rifiuta di chiamarli ancora villaggi: questi, non sono i nove villaggi. [Suna - Piazza] La figura del sunese cattura l’attenzione del Senjuu che non sposta lo sguardo dal ragazzo, mantenendo un’espressione priva di alcuna emozione, e inizia a squadrare da capo a piedi l’altra figura: i capelli sbarazzini di due colori contrastanti, gli occhi di un colore simile a quello del konohano, i vestiti decisamente più leggeri di quelli del moro e la fibbia con il simbolo del villaggio della sabbia; tuttavia ciò che incuriosisce maggiormente il ragazzo sono le movenze dell’altro, come se fosse un animale chiuso in una gabbia che però dovrebbe essere tutto fuorché rinchiuso tra delle sbarre. Le parole di Soshomaru scuotono un minimo il Senjuu dall’apatia che in quel momento prevale su di lui: il tono brusco, contrassegnato da una rabbia repressa, con cui vengono pronunciate stupisce il ventitreenne che sussulta impercettibilmente alla ferocia dell’altro. Sollevando gli avambracci e di conseguenza le mani all’altezza del petto, il moro muove gli arti leggermente in avanti come a cercare di calmare lo sconosciuto che si sta per scontrare con altri uomini li presenti e replicando cordiale < Suvvia non c’è bisogno di creare confusione no? > lascia che un leggerissimo sorriso si dipinga sul suo volto costellato di lentiggini. Sempre all’erta, non distoglie di un millimetro lo sguardo dal sunese e quando quest’ultimo gli si avvicina eccessivamente all’orecchio, oltrepassando la distanza ‘vitale’ a cui è abituato, il konohano assottiglia lo sguardo che assume un velo di minacciosità alle parole sibilategli e risponde con voce sottile in un quasi sussurro < Villaggio della Foglia o Konoha… come preferisci… non ho bisogno di chiederti la stessa cosa vedo > [Suna | Pressi Piazza] I due sono come il bianco e il nero: è evidente. E' evidente come il sunese, sia una persona che fa dell'esuberanza la sua caratteristica peculiare. Così come - anche - dell'impulsività. Un ragazzo che apre bocca e lascia libera la lingua, di dire tutto ciò che pensa, un ragazzo senza filtri .. o quasi. Un vero e proprio randagio, il Nekoka. Non a caso il destino, lo ha voluto donare proprio, di quel cognome di cui, quel suffisso richiama palesemente la razza felina. Il Senjuu invece, sembra essere l'opposto. Posato, riflessivo e mai fuori posto. Non può dirlo con certezza, ma è certo che fra i due, quello col cervello sia il konohano. E' lui - infatti - a tentare di calmare le acque, quando sembra che Soshomaru perda le staffe, con il rischio di mettersi nei guai. < Forse quel momento .. > dice, voltandosi in direzione del parigrado < .. è già passato da un pezzo! > soffia lui, come una tigre addomesticata che in trappola, anela la sua libertà. < No .. > risponde ancora, tirandosi indietro notando il senso di disagio dell'altro < .. non ne hai bisogno > stilla, appoggiando i pollici sulla fibbia, a mo di pistolero western(?). < Tranquillo konohano: non accadrà nulla. Da queste parti ci sono poche risse: quando vogliamo mettere in chiaro le cose, siamo soliti andarci giù pesanti .. > afferma, passandosi la mano fra i capelli < .. poche zuffe, ma buone! > sempre che di "zuffe" si stia parlando. < Insomma .. > [ sniff sniff ] .. < che si dice nel distretto della foglia? > domanda, tirando su col naso, arricciando - ancora - le narici. Un movimento che è una costante quello. Come un tic nervoso, dettato forse dalla natura di un ragazzo che par essere, molto particolare. [Suna - Piazza] I fulmini che cadono rischiarano il cielo in lontananza aiutando i lampioni ad illuminare l’ambiente circostante, mentre i tuoni, boati fragorosi, scuotono la terra su cui gli abitanti del distretto del villaggio della sabbia sono soliti camminare. Comunque è proprio vero, il modo in cui il sunese si muove dà l’impressione di essere di fronte ad un animale selvaggio e ciò riporta alla mente del Senjuu gli anni passati fuori dalle mura; flashback che compaiono improvvisamente davanti agli occhi ambra del moro, lasciandolo un attimo lì fermo immobile, interdetto e stupito da quelle memorie che improvvise prendono spazio nella sua testa. Scosso il capo leggermente da sinistra verso destra, come se stesse tentando di scacciare quelle visioni, Kashirama riacquista coscienza di sé e di ciò che lo circonda, riportando quindi l’attenzione sull’altra figura che aveva appena finito di parlare. Non avendo appunto ascoltato le prime parole del sunese, il Senjuu si limita a mugugnare un semplice < Mhm… > come segno di assenso e a fare un cenno positivo con abbassando il volto di pochi gradi verso il terreno. Cercando di restituire un minimo di serenità al suo animo inspira profondamente l’aria umida di quella sera, ascoltando un poco distratto ciò che Soshomaru gli sta dicendo. All’implicazione che il konohano possa aver timore di ciò che potrebbe accadere lì, il sopracciglio destro del Senjuu scatta celermente verso l’alto, senza mutare la sua espressione impassibile e per nulla impressionata < Di sicuro non ho timore della gente di Suna e di ciò che potrebbero fare… > la frase viene lasciata un attimo sospesa nell’aria: pare essere conclusa lì, quasi come se fosse una frecciatina nei confronti del villaggio della sabbia, ma proprio per evitare conflitti inutili e infruttuosi, il tono serio di Kashirama spezza quel breve lasso di tempo passato in silenzio < …ho sempre ritenuto Suna come un villaggio di brava gente… cordiale quasi con tutti anche se non molto estroversi > i lineamenti si rilassano per permettere al Senjuu di assumere un’espressione quasi amichevole contrassegnata dal solito sorriso leggero. [Suna | Pressi Piazza] Lo lascia parlare, desideroso di saziare quella sua innata curiosità, il Neko. Sguardo che si assottiglia, in quegli occhi dalla linea allungata, tratteggiati di nero pece. Occhi selvaggi, occhi che non tradiscono la natura indomita di un ragazzo che - è evidente - sembra riuscire a stento, a moderare i suoi impulsi. < Certo .. ma certo .. > sillaba, muovendo la mano destra in modo armonioso, sferzando piccoli colpi all'aira < .. nessuno lo mette in dubbio. > aggiunge, lasciando che un leggero ghigno, bagni appena le sue labbra < Voi konohani, non avete paura di nulla > Sarcasmo? Che il konohano prenda la cosa come più gli aggrada. < Ora siamo alleati, giusto?! > domanda retorico < Più che alleati: vicini di casa, direi! > afferma giocoso, lanciando un occhiolino in direzione del Senjuu. Intanto il temporale non sembra volersi placare. Fulmini illuminano il cielo, tuoni irrompono nel silenzio, come bombe carta in un tempio buddhista. < Tutto ciò è innaturale > mormora, tornando ad arricciare il naso < Hare Hare .. > sillaba poi, muovendo la testolina su e giù < .. brava gente. certo. > non dissimula il Nekoka. Non fa nulla - questa volta - per evitare che il konohano, intuisca il suo sarcasmo < voi della foglia e la vostra diplomazia .. > dicendolo, sembra voler lasciare - appositamente - quella frase come incompiuta. Non c'è molto da aggiungere, per chi sa leggere fra le righe, del resto. < Le brave persone non esistono konohano .. > aggiunge, chinandosi appena in avanti, come volesse - ed è esattamente quello che vuole fare - condividere la sua saggezza(?) con lo sconosciuto parigrado < .. esiste chi riesce a dare un freno al suo egoismo .. > piccola pausa < .. e chi no! > afferma, tornando poi eretto, tirando su la schiena. "SNIFF SNIFF" Ancora una volta, il randagio si muove come tale: sempre pronto a graffiare, sempre allerta, sempre affamato di qualcosa. [Suna - Piazza] Lo guarda dall’alto verso il basso, quella manciata di centimetri di altezza che ha in più gli permettono di abbassare di poco il mento verso il terreno e di scrutare il volto del sunese, nonostante l’attenzione non cali affatto, con non molto interesse. Un particolare però che fa inclinare il capo al Senjuu sono i canini più appuntiti del normale che Soshomaru possiede e che non fa nulla per celarli agli altri presenti… anzi, pare che ne vada addirittura fiero facendo passare spesso la lingua su di essi; un’altra peculiarità che cattura la curiosità del giovane konohano è quel leggero tic che con cadenza quasi ritmica fa smuovere la punta del naso al gattaro. < Non direi che non abbiamo paura di nulla… semplicemente lo affrontiamo > scrolla le spalle svogliatamente, leggermente infastidito da quel luogo comune sul suo villaggio… è impossibile non avere paure ed il Senjuu lo sa bene, tuttavia le persone si dividono tra chi non teme il confronto con esse e chi si fa sopraffare da quest’ultime. < Ormai dovremmo essere considerati persino concittadini non credi? Sai, con la storia di Kagegakure e tutto il resto… > Da vero e proprio diplomatico Kashirama ritorna con astuzia sul discorso che ha avvicinato i due in precedenza, curioso di conoscere più approfonditamente il pensiero dell’altra figura e lasciando che la propria frase venga recepita da Soshomaru come incompleta, in attesa di un suo parere. Altri tuoni giungono alle orecchie del moro che ormai presta poca attenzione alla piccola tempesta che avviene lì poco distante; il fitto ticchettio della pioggia rimbomba sulla tettoia, ampliandone il rumore sordo che continua ad essere il sottofondo alla chiacchierata tra i due. Quando il sunese si avvicina nuovamente alla figura del Senjuu, quasi come se dovesse impartire una lezione di vita a quest’ultimo, il volto lentigginoso e abbronzato del konohano assume un’espressione divertita, un sorriso sbieco distende le guance solcate dai lineamenti eleganti, ma decisi. < Ahh beh… direi che è una cosa relativa… magari buoni e cattivi non esistono, ma le brave persone ci sono eccome… semplicemente non viene data loro la giusta importanza. Anzi, sono un po’ sottovalutati direi > le palpebre sbattono con una pacata lentezza sugli occhi color dell’oro che a loro volta trasmettono un senso di tranquillità assieme alla voce cordiale che andrebbe a ribattere con un’ulteriore condivisione di sapienza. I due si staranno per sfidare a chi la sa di più? [Suna | Pressi Piazza] Sempre posato, sempre riflessivo .. attento ad ogni dettaglio: Kashirama .. ovviamente. Non è di Soshomaru che stiamo parlando, è scontato. Lui, che costretto a puntare gli occhietti ferini verso l'alto, sembra quasi sfidare quella differenza di prospettiva, quasi come se quello, fosse un affronto. Da parte di chi, non si sa e in realtà, non farebbe alcuna differenza! < Credi davvero che i piani alti vogliano questo?! > sillaba, sollevando le spalle < Pensi che vogliano un villaggio unico per tutti? Davvero??! > Inspira, per poi sbuffar via l'aria dai polmoni. Scuote il capo, passandosi le dita fra i capelli sbarazzini < Fosse così, nessuno di noi avrebbe il coprifronte di Suna, o quello di konoha: avremmo tutti quello di Kagegakure! > Il Nekokapensiero in tutta la sua saggezza(?) < perchè l'idea di multiculturalità non si è mai affrontata, prima? te lo sei mai chiesto? Perchè non conveniva a nessuno! la pace, non conviene a nessuno. Una gerra infinita fra nove potenze militari invece .. > lascia il discorso a mezzi: non c'è alcun bisogno di aggiungere altro. Intanto, le facce dei presenti cominciano seriamente a guardar di traverso il Nekoka: che stia passando il limite?! Non che gli interessi. Decide di evitare come la peste il discorso sui buoni e i cattivi, reputandolo - evidentemente - noioso < Si si .. buoni e cattivi .. come vuoi > sillaba, sollevando le spalle < Andiamo konohano, torniamo a casa che quì le cose si stanno per mettere male! > dice, dando una rapida occhiata ad un gruppetto di persone che - sempre più nervose - sembravano puntare su di loro < Buona serata e salutami gli Inuzumerda! < si riferisce a quello strambo clan sempre con dei cani a fianco: insopportabili! [ To Be Continued .. ] [Suna - Piazza] Kashirama non si fa scioccare da quell’attacco verbale improvviso che il sunese gli rivolge: ormai è quasi ben sicuro di aver più o meno capito che persona si trova davanti e quale sia il suo temperamento, indi per cui la figura del konohano rimane impassibile davanti a quella mezza sfuriata. < Meglio che ti calmi, ragazzo… non sono qui per avere problemi > il tono freddo e autorevole del moro fa intendere come lui non stia più ‘scherzando’: gli occhi ambrati sono seri, impassibili dinnanzi a quella dimostrazione di misera rabbia nei confronti di un governo fantoccio di una pseudo-città. Ovviamente il Senjuu può ritenersi molto più riflessivo e accorto dell’altro ragazzo, di conseguenza è ben consapevole del fatto che urlare il proprio dissenso nei confronti della città di Kagegakure in mezzo ad una piazza brulicante di persone, non è la mossa più intelligente che si possa compiere. I lineamenti induriti del volto del Senjuu si distendono impercettibilmente quando Soshomaru comincia a fare l’esagitato della situazione, sparando a raffica (ed in maniera anche sconnessa) le proprie opinioni ad uno sconosciuto di cui non sa il nome, ma soprattutto non sa se lavori proprio per il governo. Cercando dunque di evitare che il sunese infili anche un secondo piede nella fossa, il konohano interrompe la scenata altrui mantenendo un tono di voce contenuto < Non sono nessuno per giudicare il lavoro che è stato portato a termine… > un flebile sospiro lascia le labbra del moro che, chinando il busto verso terra, afferra con una mano la busta della spesa e continua a parlare dopo aver ripreso una posizione eretta < I coprifronti sono un ricordo del passato per coloro che rimangono aggrappati ad esso… per quelli che hanno bisogno di qualcosa di familiare che ricordi loro che fanno parte di una comunità come quella di un villaggio > mentre le parole vengono liberate nell’aria, la mano libera del Senjuu prende l’ombrello giallo pronto ad aprirlo per mezzo del pulsante situato all’altezza del manico < ormai le persone si stanno abituando a questo tipo di ambiente… una relativa quiete che non è ancora stata disturbata ed è per questo che molte persone sono convinte che funzioni… ma ripeto, la mia è solo un umile parere. > Kashirama conclude così di offrire a Soshomaru la sua opinione, ovviamente ritoccata abbondantemente, e quando quest’ultimo si rende conto dell’atmosfera tesa che sta prendendo piede e lo invita ad allontanarsi da lì, il Senjuu con un cenno affermativo e un piccolo sorriso cordiale, fa scattare il meccanismo di apertura del parapioggia e, coprendo la propria figura con l’ombrello, mette piede al di fuori del riparo datogli dalla tettoia, allontanandosi così da quel luogo. [END]