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Saisho no ippo

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con Nobu, Kento

12:10 Nobu:
  [Tetto Accademia Konoha] Ah la pioggia, quell’evento atmosferico così raro dalle sue parti natali e che raramente viene riprodotto pure da lui, nel quartiere sunese di quella megalopoli chiamata Kagegakure dove il clima è stato reso per l’appunto più torrido o come piace dire a lui, tropicale, abitando ormai da parecchi mesi con la coinquilina e collega di team e corporazione Saigo. Se la gode, la pioggia, come spesso fa, lasciando che questa gli cada in testa e lungo il corpo, nello specifico la schiena dato che è allungato in avanti, appoggiato con gli avambracci sulla balaustra del tettuccio dell’accademia di Konoha a guardare in giro, compreso il campo d’addestramento scrutabile all’orizzonte. L’acqua gli bagna quei capelli neri, rendendo la rasata sottostante sfumata, meno visibile, dato che quel caschetto ricade sopra, perdendo l’acconciatura tipica del chuunin. Oltre la sua figura, tra le varie fila di gocce di pioggia, si intravede il fumo, come al solito sta fumando. Veste la divisa classica da Shinsengumi: pantaloni e scarpe nere eleganti, cintura di pelle nera con fibbia d’argento e una camicia bianca che è fradicia ora come ora, lasciando intravedere sulla sua schiena quel tatuaggio di drago, unico simbolo che gli ricorda che è un Ryuuzaki, su quella pelle d’ebano chiaro, color cioccolato al latte. Una schiena definita ma non di quelle imponenti e super muscolose, infondo non è fisicato e anzi, è molto slanciato e definito al massimo, come un corridore invece che come un combattente. Ma che ci fa Nobu all’accademia di Konoha? Beh, ultimamente si sta recando più spesso qui in questo distretto, specialmente a quello che è il dojo degli Hyuga. Ancora convinto che sia un abilità innata che gli è stata innestata e non sua biologica, sta venendo ad allenarsi nelle tecniche che fanno l’uso specifico di quell’abilità oculare che custodisce come un segreto all’interno di quegli occhi che ora, senza chakra che fluisce all’interno, sono semplicemente azzurri come il ghiaccio. L’aveva mandato la Shinsengumi in qualità di ufficiale per mantenere appunto l’immagine chiara di loro, come la spada e lo scudo di Kagegakure contro le minacce esterne e, da quando sia lui che Saigo sono apparsi in televisione pubblicamente, sono diventati un po' i punti di riferimento per la shinsengumi. La giacca nera di divisa infatti è appoggiata solamente sulla spalla mancina e si intravede ancora l’emblema d’orato e blu da ufficiale, sostituito a quello verde e oro da agente scelto dopo che ha ricevuto la promozione. Aveva tenuto una lezione di storia oggi all’accademia, sensibilizzando le nuove reclute, dato che oramai il cammino del deshi non è più obbligatorio, se così vogliamo dire, ma una scelta di genitori e figli da intraprendere. [chk on]

12:30 Kento:
  [Tetto Accademia Konoha] Accedemia di Konoha .. o meglio, della parte di quel nuovo(?) villaggio dedicato alla foglia. Non che per lui sia un gran problema: nella vera Konoha c'è stato pochissimo, contando i lunghi viaggi compiuti in compagnia del padre. Si trova sul tetto dell'accademia, dopo che - finita la lezione - ha deciso di tampinare Nobu. Lo ha seguito sin lì, preoccupandosi relativamente poco, del fatto che lui potesse essere riuscito - cosa molto probabile - a individuare la sua presenza, dietro le sue spalle. < Lo so che sapete che io sono quì .. > sillaba, intrecciando le braccia al petto. No, non lo sa, ma ne è sicuro: del resto, immagina che chi ha davanti, sia uno shinobi di grandissimo talento, essendo un membro della Shinsegumi. < Kusanagi .. > mormora poi, muovendo un passo in avanti < .. il mio nome è Kusanagi > Inspira. La lingua scivola lentamente sulle labbra, ammorbidendole appena un pò. Veste con la solita maglia a maniche lunghe e collo alto nera, un paio di pantaloni scuri, calzari ninja, un paio di guanti alle mani e con una particolare maschera di stoffa, che gli copre parte del viso. Al fianco destro, la sua maschera .. o meglio: quella appartenuta al nonno. rapido è il movimento con cui - tramite le dita - slaccia la maschera dal passante dei pantaloni, adagiandola a terra. Piove .. diluvia, in realtà. Un dettaglio che - seppur dannatamente fastidioso - non sembra inficiare sulle intenzioni del deshi. La mano destra, spinge in avanti la maschera, lanciandola in direzione di Nobu. Sulla pavimentazione, si crea una sorta di solco che se da una parte aiuta l'oggetto a scivolare, dall'altra - data la quantità d'acqua che sta cadendo - ne rallenta l'incedere. < Voi della Shinsegumi, siete soliti coprirvi il viso con delle maschere? > domanda. L'espressione è seria. La dentatura si abbatte sul labbro: pare nervoso lo studente < Forse non dovrei fare queste domande e probabilmente .. > dice, sollevando le spalle < .. non dovrei portare questa in giro > inspira < Vorrei solo capire chi era Kendo Kusanagi > il nonno.

12:51 Nobu:
  [Tetto Accademia Konoha] Difficile non accorgersi della presenza altrui ma non tanto perché è un ninja di gran valore o chissà che altro motivo, più che altro perché da quando si è trasferito proprio a Suna va in giro in maniera circospetta, prestando attenzione a ogni minimo particolare per evitare di incappare nei genitori che, tuttavia, monitora costantemente. Tra bambini che lo guardavano affascinato, ragazzine emozionate dall’aspetto intrigante del chuunin e altre persone interessate a quello che raccontava o quando passava per i corridoi, sicuramente ci stava anche Kusanagi, un ragazzo che probabilmente è molto più vicino a lui anagraficamente parlando rispetto a quello che appare visivamente, con Nobu che dimostra più anni di quelli che ha in realtà. Lo sente parlare ma ancora non si gira, si volte solo al rumore della maschera e a quella domanda. Spegne la sigaretta, ormai un mozzicone, sul cornicione e la butta giù totalmente incurante per poi voltarsi verso Kusanagi. Non si presenta dato che si era già presentato all’interno della classe con nome, cognome e ruolo nella società, o forse l’insegnante lo aveva introdotto brevemente. Abbassa lo sguardo prima sul Konohano e poi sulla maschera, chinandosi sulla punta dei piedi con le ginocchia che scrocchiano rumorosamente quando lo fa. La mano destra, così grande, più del normale, come se fosse un giocatore di basket, si allunga proprio verso quella maschera bianca, con le dita che si avviluppano alla base di essa e la solleva, rialzandosi a sua volta. La guarda per bene, sentendola anche al tatto. Sicuramente una maschera particolare, visivamente simile a quella degli Anbu con la quale ha avuto spesso a che fare, soprattutto Shiroi Cho e durante il caso del serial Killer. < No, noi Shinsengumi non portiamo maschere. Siamo riconosciuti pubblicamente. Sai perché non ne portiamo, Kusanagi? > gli chiede con quella voce tipicamente baritona che si ritrova. Strofina nel frattempo il pollice contro l’interno della maschera a sentirne la consistenza e lo spessore. Non essendo tuttavia un Anbu non può averne la certezza. < Perché non dovresti? Penso sia giusto sapere da dove veniamo e le nostri radici, inoltre … > si stacca dalla balaustra, muovendosi proprio verso il ragazzo più basso di lui di quasi trenta centimetri, allungandogli la maschera di nuovo. < Non ti scambierebbe comunque nessuno per un Anbu dal momento che la porti in giro in bella vista, se è questo il tuo timore. Infondo, per un Anbu, la sua identità segreta è importante. > Cerca di essere il più neutro possibile e di non far trapelare la pessima reputazione che questo corpo specifico ha nella mente dello Hyuga anche per passate esperienze. [chk on]

13:09 Kento:
  [Tetto Accademia Konoha] Lui non si volta: non nell'immediato quantomeno. La figura che ha davanti è colma di fascino ed è innegabile quanto il deshi, ne sia travolto. tanto che - a lezione - appena ha riconosciuto in Nobu il tizio della Shinsegumi apparso in televisione, si è messo al primo banco, tartassando lo shinobi di domande, interrompendolo a più riprese, insomma .. .. è Kusanagi no??! Ora però, le spoglie del ragazzino curioso e probabilmente piuttosto fastidioso, sono svantite, lasciando spazio a un ragazzo dal musetto serio, preoccupato e forse, adirato per giunta. < Vi ho fatto questa domanda per un motivo ben preciso .. > recita, puntando i suoi occhi su di lui, cercando di dimostrarsi forte e determinato. Non vuole apparire debole in questo momento, non vuole essere il ragazzino che stava seguendo la lezione .. vuole essere all'altezza di Nobu. < Furaya ha detto che .. > inspira. Parole sfuggite di bocca che vengono liberate quasi senza pensarci, di getto, istintivamente. Tanto istintivamente che - per un istante - sembrerebbe come accorgersi di aver parlato più del necessario .. forse < .. Furaya ha detto che non dovrei farlo. Cioè .. non ha detto proprio così ma .. > scuote la testa, come se ci fosse una zanzara a dargli fastidio con il suo ronzio < ahh, non importa. Credo che mio padre mi abbia riempito la testa di frottole. So cosa vuole da me. Ormai, non sono più un bambino. > afferma. Le braccia si tendono sino al massimo loro consentito, mentre i pugni si stringono in maniera energica < Si è approfittato dell'amore di mia madre: per colpa sua, lei ha perso ogni casa: il suo clan, la sua famiglia .. il suo lavoro > racconta con tono stizzito < Io però, potrei scegliere .. > inspira, tornando a mordersi il labbro, sotto la maschera di stoffa < Io però posso essere chi voglio no?! Giusto?! Non sono solo un Kusanagi .. in me scorre anche il sangue di mia madre > dice. Parole che è evidente, palesano l'insicurezza di un ragazzo che sta cercando il suo posto nel mondo. Un ragazzo confuso e - in questo momento - arrabbiato.

13:25 Nobu:
  [Tetto Accademia Konoha] Inarca un sopracciglio, quello destro, al sentire il nome di Furaya. Ovviamente Kusanagi non può associarlo al fatto che Furaya è una degli osservati speciali da parte della Shinsengumi, così come tutti quei ninja che si sono risvegliati da quelle crisalidi dopo dieci anni e i loro collaboratori. Normale amministrazione da parte del consiglio: prevenire qualsiasi male e, quelli che sono stati catapultati nel ‘futuro’ potrebbero decidere di tornare al passato. KAgegakure è appunto una megalopoli, coesistono diversi paesi all’interno ma così come coesistono è altrettanto vero che spesso ci sono attriti insabbiati e sul limitare dei confini dei distretti, questi vengono accentuati particolarmente con razzismo e ancora odio ben presente nelle memorie di chi sa cosa c’è stato prima di Kagegakure. Forse è proprio a questo che si riferisce Furaya, cercare di non attirare a se troppe attenzioni, soprattutto da chi potrebbe essere mal intenzionato. < Capisco il punto di vista di Furaya > o Pakkurida, in qualsiasi modo si sia presentata a Kusanagi < Tuttavia sono passati ormai undici anni da quando lei era Hokage di Konoha. Ormai gli Anbu ricoprono un ruolo molto più circoscritto col fatto che non si ha segretezza del villaggio, essendo che facciamo parte tutti di un unico paese. > gli spiega, sottolineando come appunto in questi anni la figura dell’anbu, dal suo punto di vista di ufficiale della Shinsengumi, sia diventata quasi ridondante visto che il consiglio sa tutto dei distretti e che i Kage stessi, sono come dei sindaci che fanno comunque rapporto e riferimento al consiglio. < Vedi, posso dirti che KAgegakure magari ci ha sottratto quella identità che avevamo come popolo. > inizia a spiegare, stiracchiandosi appena, lasciando che finisca appunto di dire quello che voleva il ragazzo, molto simile al suo stesso background. Le parole che arrivano ora sono sentire e oneste e lo si capisce anche dal tono con cui le pronuncia, lui stesso che con la guerra ha perso la sua identità e il diritto di presentarsi davanti ai suoi parenti, abbandonando il suo nome natale proprio perché non più all’altezza. Sia perché Kagegakure è diversa da Suna ma anche per via dello svilupparsi di quei disturbi post traumatici che un bambino di otto anni può vivere vedendo tutto crollare e le bestie invadere il villaggio, con le difese ridotte al nulla dopo che già la grande guerra tra Oto & Yugure contro l’alleanza, aveva debilitato le forze ninja. Carovane di profughi attaccate e costretti a scappare verso un lido unico sulla quale è stata fondata la città delle ombre. Lui stesso ormai non si sente più sunese… < Tuttavia qui, puoi essere quello che vuoi, è tutto a tua portata di mano. Puoi decidere di essere il figlio di tuo padre, un Kusanagi, o te stesso.> [chk on]

13:55 Kento:
  [Tetto Accademia Konoha] < Hokage .. > mormora, mentre dal viso, scivolano a terra gocce d'acqua proveniente dalle nuvole, poste proprio sopra di loro < .. ora capisco perchè .. > inspira. Deglutisce, lasciando che l'aria scivoli fuori dalle labbra come fosse obbligato a farlo e non, per un mero meccanismo di sopravvivenza. < La pace .. > sillaba, cingendo la mano destra fra i capelli < .. ora - con la pace - non è facile come prima individuare i propri nemici .. > aggiunge, fissando lo sguardo in direzione della figura innanzi a lui < .. vero?! > chiede, forse un pò retoricamente, in questo caso < Avere un unico villaggio, significa che ogni dissapore, potrebbe sfociare in una rivoluzione vera e propria, contando che Kagegakure - ora - è il villaggio di tutti. Dovrebbero abolire i quartieri, i villaggi e abituare le persone a sentirsi tutti parte della stessa cosa. Dimenticare è impossibile, presumo, ma un futuro diverso, è sempre possibile > afferma. < Ci saranno sempre nuove generazioni, ma finchè ci si intestardisce a farli crescere guardandosi indietro, sarà impossibile anche per loro, andare avanti > Scuote il capo, cercando di liberarsi di quei pensieri che - dopo tutto - non lo toccano per il momento. < Me stesso .. > recita sollevando le spalle < dovrei chiedere asilo ai Senjuu .. per me e per mia madre ma, non so se la rivorrebbero ancora con loro, dopo quanto è successo > Avanza. Un passo viene eseguito, per poi farne un secondo e un terzo. Raggiunge la balaustra, affiancandosi al sunese < nessuno è più sunese e Konohano o kumese .. > stilla poi, voltando la testa verso il musetto di Nobu < .. ma chi di noi è kagegakese(?)? > gli chiede retorico.

14:19 Nobu:
  [Tetto Accademia Konoha] Quello che dice Kusanagi è corretto, senza un nemico comune e pubblico spesso individuare i nemici è complicato. Qualcuno potrebbe dire che appunto gli Anbu, che fanno gli interessi dei Kage, sono i nemici di Kagegakure, altri potrebbero azzardare che la Shinsengumi che fa rispettare il volere del consiglio e veglia su tutti dall’alto e dalle ombre, sia il nemico. Si diceva che la Jikan Ryoko Sha poteva diventare il nemico pubblico con la storia delle faglie, motivo per la quale lui e Saigo erano andati in televisione, spariti poi probabilmente all’interno di una di queste per quello che ne sa. < Beh Kusanagi, un nemico in realtà c’è: le bestie che girano ancora fuori da queste mura. > fa spallucce, come a indicargli che non è esattamente finita la tragedia di undici anni fa ma anzi, è ancor ain corso e quel villaggio delle ombre non è nient’altro che una gabbia per uccelli per tenerli al sicuro. Si vocifera che due genin sono usciti dal villaggio e non hanno fatto più ritorno ormai da mesi, così come girano voci che una bestia è stata trovata all’interno delle mura nel quartiere di Kiri. < Forse non te lo ricordi, forse eri troppo piccolo o forse, considerando che hai iniziato ora l’accademia, non erei un ninja ai tempi della guerra, ma prima era molto più complicato interagire tra persone di villaggi diversi. Le distanze sia geografiche che umanitarie erano difficili da colmare. > gli spiega, chiaramente una persona pro Kagegakure per le opportunità che gli ha dato il nuovo villaggio. <I distretti sono stati ricreati per mantenere un senso di familiarità in tutte quelle persone che erano abituate al vecchio mondo, però non sei vincolato a un distretto piuttosto che un altro. Al compimento del tuo esame con successo diventerai un Ninja di Kagegakure, non di Konoha. > gli spiega, stiracchiandosi appena. Ne approfitta per passare le manone sul viso, tirando indietro i capelli corvini a esporre per bene i lineamenti così squadrati e marcati in totale contrasto con la sua carnagione scura. Si vedono meglio gli orecchini neri, come se fossero dei dilatatori ma riempiti, ai lobi. Scrocchia il collo appena in maniera sonora anche se la pioggia probabilmente copre quel rumore di ossa. < Capisco. Non conosco personalmente i Senjuu ma ti posso assicurare che accolgono tutti. > perché ne è così sicuro se ha detto che non li conosce. < Vedi, quando ti dicevo che puoi diventare letteralmente quello che vuoi non mentivo. Se per caso il genoma di tua madre non dovesse risvegliare in te l’abilità dei Senjuu, beh …> si avvicina, abbassandosi il tanto per avvicinarsi all’orecchio macino di Kusanagi e sussurrargli senza che nessun altro lo possa sentire < .. il consiglio mette a disposizione per i propri ninja degli innesti di DNA. Ogni Clan, fatta qualche eccezione, ha il dovere, sotto il nuovo governo, di accettare e crescere le nuove leve, sia che siano prole di membri già presenti, o nuove reclute. > si rialza in maniera eretta, facendo un passo indietro per guardarne l’espressione. Lui stesso pensa che sia successo questo a se stesso, anche se nel suo caso è andata in maniera differente: Nobu tutt’ora non sa che Nora, sua madre, in realtà è una Hyuuga, nel loro caso il gene ha saltato una generazione e quindi, quando fu il suo turno, hanno riscontrato il Byakugan nei suoi occhi. A oggi, Nobu pensa ancora che sia gli sia stato innestato dal consiglio, motivo per il quale lo tiene nascosto. [chk on]

14:39 Kento:
  [Tetto Accademia Konoha] Le tematiche affrontate sono "da grandi"(?): non gli capita di parlare di queste cose con Kashirama .. purtroppo. Muove il capo - in segno di diniego - socchiudendo appena gli occhi < No: ero troppo piccolo ma più che altro, mio padre mi portava sempre con se. Andavamo in giro a cercare compratori e sebbene fosse davvero pericoloso, voleva sempre che io fossi al suo fianco .. > la lingua scivola energicamente sul palato < .. TSK > schioccando perentoria < .. ora, credo di comprenderne il motivo > aggiunge. < capisco benissimo. Il problema è che - forse - si tende ad essere troppo conservatori, quando invece dovremmo guardare in avanti > afferma ben convinto della sua idea. < Il coprifronte per esempio .. > aggiunge, appoggiando gli avambracci alle transenne ferrose, incurvando la schiena in avanti < Perchè non ne esiste uno di Kagegakure? > chiede retorico. Ovviamente, quella è solamente una supposizione. In realtà potrebbe benissimo esistere, senza che il deshi lo sappia. Si volta, sollevando le sopracciglia in um moto del tutto innaturale < Cosa accadrebbe nel caso in cui due organizzazioni nate con scopi diversi - ancora esistenti - affrontino uno stesso problema, ma con soluzioni diametralmente opposte? Senza un corpo centrale Kagegakure un giorno, imploderà su se stessa! > riflette, dando voce ai suoi pensieri, senza applicar il benchè minimo filtro < Credo di aver capito cosa mi interessa fare! > afferma poi, lasciando che il palmo delle mani, colpisse l'inferriata che lo separa dal vuoto [ SPLING! ] < Avete ragione: sarò uno shinobi di kagegakure! > stilla, convinto. Poi però, lo shinsegumi s'avvicina di colpo. Istintivamente, la testa arretra di qualche centimetro, la schiena si incurva e lo sguardo, segue i movimenti dell'altro < humm..? > mormora, lasciando però che lo shinobi, si avvicini al suo orecchio < Heeee????! > chiosa, strabuzzando gli occhi < Quindi .. quindi significa che potrei avere qualunque potere??! > chiede esterrefatto < Con il consenso del suddetto clan .. certo .. stupido Kusanagi! > rettifica da solo. < Sapete??! Credo di aver trovato il mio scopo oggi! > gli riferisce soddisfatto < immagino che io debba ringraziarvi! > aggiunge, chinando il capo, in segno di rispetto.

15:10 Nobu:
 Non si esprime su ciò che faceva il padre e quello che vendeva, non ne sa nulla e non se la sente neanche di tirare a indovinare, come potrebbe dopo tutto dato che Kusanagi oltre ad aver espresso un senso di ripudio nei suoi confronti non è stato specifico. Forse si trattava di qualcosa di losco ma difficilmente può esserne certo e, nel dubbio, preferisce non esprimersi apertamente sull’argomento. < Il coprifronte non serve più in quanto serviva a riconoscere l’appartenenza dei propri servigi al villaggio. Con il fatto che ormai fare il ninja è totalmente una carriera che viene scelta e non più imposta, tutti i ninja sono Ninja di un unico villaggio. Portare il coprifronte è ridondante ormai per questo motivo. > gli spiega anche se probabilmente gli consegneranno comunque il coprifronte di Konoha, un po' come se fosse un foglio di diploma, niente di più e niente di meno. Ha perso il suo significato ormai tanto tempo fa ormai, prima ancora della guerra quando le varie nazioni come Kusa, Konoha e altre si erano unite nell’alleanza. < Ma è così infatti. Il consiglio veglia sulle ombre grazie a noi Shinsengumi. Siamo noi il preposto che fa andare tutto liscio e che mantiene il villaggio sui binari giusti. > gli dice prima di allungare le mani nelle tasche e tirare fuori un'altra sigaretta fuori dal contenitore metallico. Se la porta alla bocca, afferrando il filtro tra quelle labbra leggermente carnose. LA sinistra fa scudo dalla pioggia mentre la destra aziona l’accendino. Aspira a pieni polmoni, con le guance che fanno una visibile fossetta per quello che sta facendo. Un po' di fumo viene buttato fuori dalle narici e il resto dalle labbra, con il residuo nei polmoni che fuoriesce naturalmente quando parla. < Vedi, c’è un organigramma ben chiaro. Immaginatelo con Il consiglio in cima. Dal consiglio si diramano sette linee. La prima e unica alla loro destra siamo noi: la Shinsengumi. Le altre sei si muovono sotto e sono i Kage del distretto di Suna, Ame, Konoha, Kiri, Oto e Kusa. Dai ogni Kage invece partono tre linee: le due sotto sono i ninja e il popolo che abita il rispettivo distretto, mentre al loro lato ci stanno gli anbu dei distretti. > Glielo spiega cercando di fargli associare quell’immagine mentale anche per fare chiarezza del livello gerarchico delle varie istituzioni all’interno del villaggio delle ombre. Si gode quel teatrino che mette su Kusanagi quando si rende finalmente conto di tutte le opportunità che il villaggio delle ombre gli pone davanti, che effettivamente può essere lui stesso il padrone del proprio destino anche di fronte al proprio DNA < Non serve ringraziarmi. Sono nozioni che prima o poi avresti appreso comunque intraprendendo questa carriera. Consideralo un bonus per la tua curiosità!> [chk on]

15:27 Kento:
  [Tetto Accademia Konoha] < Non sono d'accordo! > risponde il più giovane dei due, dissentendo non solo verbalmente, ma utilizzando anche un chiaro movimento rotatorio della testa < Non è ridondante. E' un simbolo e come tale, deve indicare qualcosa. Il problema è che .. > fa una piccola pausa < .. ad essere vuoto è il significato del simbolo, non il simbolo stesso > Un pò strano come concetto, è vero, ma concreto .. se si riesce a capire cosa egli intenda < Una volta Genin, chiederò ufficialmente di poter utilizzare un simbolo che simbol .. ripetizione .. > sorride appena, sotto quella piccola maschera di stoffa, ormai zuppa < .. insomma .. che simboleggi il NOSTRO villaggio. Sarò il primo vero shinobi di kagegakure! > afferma, rinvigorito e pieno di energia < Siete stato chiarissimo: vi ringrazio > dice, accennando al discorso ramificato, riguardo ai vari settori e diramazioni del corpo sociale dei villaggi e la loro composizione < Io sono sempre curioso! > mimando un occhiolino < Ora vi lascio alle vostre cose e alla vostra sigaretta eeeeee .. > sibila, dilungando il braccio destro in direzione dell'interlocutore < .. a questo proposito: me ne offrireste una? > gli chiede < Non si è mai visto uno shinobi senza vizi: porterebbe solo jella! > afferma ben convinto di ciò che dice. In ogni caso - sia quello in cui Nobu gli avesse dato una sigaretta o nell'altro - il deshi si muoverebbe lungo il bordo ferroso della transenna, sfiorandone delicatamente la superfice con l'indice < Ora vi lascio alle vostre cose: vi ho disturbato anche troppo. Mi farebbe piacere però incontrarvi di nuovo: vi trovo interessante Nobu San > un giudizio dato senza la ben che minima esitazione o imbarazzo quello < A presto eeeee .. non fatevi ammazzare, mi raccomando! > [ FINE ]

16:24 Nobu:
 Gli pone la sigaretta tranquillamente anche se sono le sue preferite e particolari. < Tieni pure l’accendino. > e glielo allunga con la destra mentre con la sinistra preme il filtro in quel classico rituale dopo il primo tiro. [Click] ecco che rompe la ball all’interno con l’aroma di lampone. Il fumo ha lo stesso medesimo colore, l’unica cosa che cambia è quel retrogusto nella gola che lo rinfresca e ripulisce il tutto. L’atteggiamento di Kusanagi è lodevole, anche se non è esattamente il primo ninja di Kagegakure a conti fatti. Si stiracchia un ultima volta e dopo aver salutato per bene il giovane deshi e avendolo visto allontanarsi ecco che fa altrettanto. La sinistra si posa sulla balaustra per poi portare il proprio peso ben oltre, saltando oltre verso in piano inferiore. Scendendo di piano in piano dal tetto, saltando su terrazzi, tettucci e muretti fino ad arrivare al suolo, proprio come ci si aspetta da un ninja esperto come lui. Chissà che cosa farà Kusanagi della sua carriera ninja, se sceglierà di rivalersi sul padre, seguire le orme della madre e del clan oppure prendere una strada tutta sua. Il suo compito da veterano nel mestiere e figura pubblica l’ha svolto pienamente oggi. Morire… beh l’ha corteggiata parecchio la morte lui stesso ma è un amore un po' unilaterale, mai ricambiato, mentre Nobu è come se fosse uno dei più fedeli Warlock che offre alla sua patrona con la falce momenti e anime ma senza che questa gli rivolga uno sguardo. Magari Kusanagi stesso lo rivedrà più in là, quando entrerà a far parte della cerchia dei ninja stessi e inizierà a intraprendere il suo cammino… solo il futuro può saperlo![end]

Nobu si presenta ai giovani dell'accademia a spiegare una lezione di storia, anche per continuare a mostrarsi il volto pubblico della Shinsengumi. Kusanagi lo segue a fine lezione e i due parlano un pò del cammino che il giovane deshi sta per intraprendere, con consigli da parte del più esperto ufficiale.