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Il ritorno delle tigri

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con Sango, Kan

Splende il sole sulla desolazione del bosco oscuro dove il fuoco ha agito su di esso rovinandone alberi, cespugli, rendendo tetro il paesaggio. I raggi solari penetrano con assoluta facilità in uno spiazzo impregnato di cenere nel lato sud orientale, estremamente vicino al distretto di Otogakure. Un affronto per chiunque ami la natura e la bellezza che essa risulta esser capace di manifestare, la medesima bellezza di cui è dotata l'Ishiba la cui sveglia quest'oggi è avvenuta in maniera al quanto insolita. Al risveglio un sensazione si è impadronita di lei, la necessità di recarsi dove ha provato a richiamare le sue prodi alleate; la natura di tale sentimenti è sconosciuta ma ciò basta a spingerla nella parte bruciata del bosco dove il misfatto è stato compiuto. Con i suoi occhi può assistere allo scempio compiuto, può sentirsi insultata, sbeffeggiata esattamente quanto la natura stessa ma per quale motivo sei li? Intorno a te non c'è nulla salvo tronchi spezzati e bruciati, foglie martoriate a terra, metri e metri di cenere abbastanza alta da far affondare metà del piede se non si pone la giusta attenzione a dove si cammina. Dietro di te le orme dei tuoi passi vengo lasciate mentre avanti a te il nulla, piatto ma la sensazione permane, la sensazione di andare avanti, proseguire come una voce che ti chiama, attirata dalla possente vocalità. Il destino si sta facendo strada, sta ricreando il disegno di tempo orsono ma il modo, questo è tutto da scoprire. Avanza e scoprilo Sango Ishiba. [AMBIENT]

14:49 Sango:
 E' li, in quella foresta ancora una volta, ma quest'oggi non ci sono le mani oscure della morte a tentar di coglierle le membra , ma raggi di un sole timido, ancora troppo debole per scaldare davvero da quel penoso inverno. Le narici si impregnano dell'umidità della terra, di qualcosa che stuzzica le narici alla vista di quella cenere vicina.. un ricordo, un momento di perdizione e si trova ancora una volta nella vecchia e vera Otogakure. Porta le vesti che ha indossato quella mattina, un singolare kimono blu notte molto semplice invero : le maniche son lunghe e scendono a campana sui polsi mostrando solo parte delle sottili e affusolate dita, laccate di nero sulle unghie. Una scollatura quasi inesistente sui morbidi seni, una cintola d'argento vivo a trattener la veste sotto di essi.. e morirà quella stessa sotto i glutei mostrando le gambe lunghe, affusolate, con ai piedi un semplicissimo paio di sandali da shinobi. La schiena è decorata invece da un solo disegno, un marchio, un riferimento al proprio clan. I capelli di quel rosso sangue così vivo scivolano come lingue lungo la schiena, relegate a quell'alta coda di cavallo alla sommità del capo. Non ha nulla in viso, lo sguardo azzurro e intenso è vivo , preso e violato da un interesse interiore, qualcosa che l'ha portata di nuovo li. Ma prima di uscire s'è guardata bene questa volta dal portare qualcosa con sè, una katana giace sul fianco sinistro, mentre alla coscia destra un porta kunai : 2 kunai a 3 punte, 2 shuriken, nulla di più. Schiaccia lei stessa quelle foglie, cercando di percepire ancora una volta quell'antica e unica forza del senjutsu, di ricollegarsi in qualche modo a quel regno che le pare esser stato precluso.. ah quale orrore non poterla più percepire come dovrebbe! Ma l'istinto, si affida a quello, a quello della tigre bianca, a quella di Byakko. [chakra on][equip : katana, 2 kunai a 3 punte, 2 shuriken]

Il tempo sta giungendo al suo culmine, quella sensazione diviene pressante, presente come la vita stessa in un corpo andando a sostituire l'anima stessa. Il sentore di qualcosa, il richiamo di una forza a lei conosciuta la porta a muoversi, avanzare, un moto continuo nell'incertezza ed è in quel preciso istante che un'esplosione di fumo emerge a 30 metri dalla donna. Una cortina di fumo risale, sempre più in alto e da essa una zampa si manifesta, in avanti lasciando una profonda orma sul terreno; sporca di cenere, pelosa, artigli lunghi come katane, possente la zampa a susseguirsi. La terra trema al passo dell'animale, uno, due, tre singoli passi fuoriuscendo dalla coltre di fumo; il muso del felino in mostra. Pelo candido come il latte, strisce nere appena accennate, fierezza fuori dal comune ed iridi glaciali adagiate sulla figura di Sango. Royarutaigà presenzia dinanzi all'Ishiba in tutta la sua feroce e pericolosa bellezza, una tigre fuori dal comune, il re di tutte loro ha deciso di scendere in campo, di incontrarla. La chunin può finalmente comprendere la natura di quella sensazione, di quella voce sottile il cui richiamo l'ha spinta all'interno del bosco. Lento il respiro dell'animale la cui postura passa dallo stare in piedi al sedersi osservando la donna dall'alto verso il basso, una figura piccola se messa a confronto con la possanza di lui <Abbiamo sentito il tuo richiamo, Sango Ishiba> voce tuona, ben presto le creature li presenti si affacciano per osservare il re dei felini, la sua comparsa nel mondo umano <Pensavamo fossi morta e sono venuto ad accertarmene> una blanda spiegazione a motivare la presenza di lui <Cosa è successo?> il tono esprime tutta la fierezza possibile nonostante permanga tranquillo. Glaciali iridi incastonato nelle azzurre di lei, non scosta lo sguardo attendendo di udire dalla donna quanto richiesto. [AMBIENT]

15:11 Sango:
 La sente, come una feroce e violenta scossa lungo il corpo, sotto la pelle vibra inarrestabile, e s'affanna verso qualcosa che ancora non può vedere, ma che sente come se fosse sua, ancora una volta quell'adrenalina scorre nel corpo, e ancora una volta andrà di colpo a fermare il passo. I piedi che scostano nel loro fare terra, foglie, tutto ciò che adesso non le interessa, e alla fine si mostra, alla fine torna ancora una volta su di lei con quello sguardo mastodontico, con il vello bianco e candido di chi non necessita nascondersi da alcuna parte, perchè è lui il Re. E lo fissa così come fanno i bambini con le farfalle, intrappolata in quella felicità immensa e meravigliosa, di un cuore che galoppa, di un orgoglio che torna a vibrare con quel lieve rossore sul viso. E lei cosa farà? Semplice, ciò che ha sempre fatto per loro, un inchino al suo cospetto, nell'estremo rispetto che ha sempre portato ad ognuna di quelle antiche creature nascoste nel manto delle foreste < mio Re > un saluto, un segno di rispetto e la voce si sporca di quella gioia, nel risollevare il viso all'enorme essere, colui con cui ha combattuto quell'ultimo istante di vita prima che la terra inghiottisse il mondo. < pensavo di essere morta anche io > confessa senza mezzi termini, conscia di come quelle tigri non siano nemmeno le più loquaci, affidandosi più all'istinto < durante la nostra battaglia nel bosco vicino alle terre del suono è accaduto qualcosa che si pensava impossibile > tocca a lei spiegare ciò che successe in quel preciso istante < il falso dio è tornato.. non da solo > stringe piano quei denti sul labbro inferiore < delle bestie immonde hanno invaso tutti i villaggi e le terre a noi conosciute > morte, dolore, distruzione < ma noi.. noi shinobi presenti, quelli più forti siamo stati risucchiati alla terra > rimembra ancora quel momento, quando l'ultimo raggio della luce s'è spento, e con lei anche l'Ishiba < sono caduta in un lungo sonno per dieci anni dentro un cristallo nel cuore della terra > e li, per il momento , termina quella sua spiegazione, in favore del tempo che serve alla comprensione di ciò che è in realtà incomprensibile. [chakra on][stessi tag]

Permane eretta la postura del Re al cospetto di quell'inchino, non si scombina ne smuove un singolo passo restando fermo in quella posizione guardando la propria suddita prostrarsi. Il silenzio permea la creatura, la domanda viene posta e la risposta attesa senza la quale non proferire alcun verbo. Udito accentuato nell'ascoltare il verbo di Sango donandole la necessaria attenzione che le spetta. Breve la storia del falso Dio e del uso essere rinchiusa in un cristallo per 10 lunghissimi anni sprofondando in un sonno senza pari; semplicistica la questione ma non una sola parola emerge dalle fauci del Re le cui iridi vengono scostate, avanzate osservando la desolazione del bosco oscuro <Avete mandato il mondo in rovina permettendo ad orribili creature di porci sopra le loro sudice zampe> accuratamente non dona ad ella più alcuno sguardo, non l'ignora ma nemmeno quel privilegio di essere osservata dall'unico vero Re dei felini. Non c'è rabbia, non c'è aggressività ma solo le metodiche parole di un sovrano <Perchè hai tentato di evocarci? Credi di essere ancora degna?> impossibile non porre tale quesito ed è nel farlo che il tono di voce subisce un'inclinazione più votata al ringhio. Voce rauca contaminata da un soppresso ruggito. Affaccia il muso al cielo lasciandosi inebriare dalla bellezza del sole, invaso da quella soffusa luce invernale mentre le zampe del Re si sporcano con il passare dei minuti; il candido pelo è contaminato dalla grigia cenere oltraggiando la perfezione dell'altrui aspetto. [AMBIENT]

15:41 Sango:
 La storia finisce, breve, ci sarebbero migliaia di cose da dire, da narrare, da affrontare, ma non è questo il momento, vuole giungere al punto quanto prima possibile, vuole ritrovare ancora una volta quella forza che le è venuta a mancare nel momento peggiore. Ode quel primo dire, e nemmeno lei andrà a scomporsi, non davanti a lui, rispettosa, ma mai debole, pregna di un orgoglio antico che affonda le sue radici nel proprio essere da anni, troppi anni ormai. < siamo stati ciechi d'innanzi la nostra arroganza e il nostro egoismo > risponde alla fine < ma non vuol dire che io non rivoglia ancora una volta il mio villaggio. Non vuol dire che non rivoglia io stessa questo mondo al di la di queste mura > deve tornare adesso in quel luogo, deve ritornare li dove l'acqua è protagonista di tutto quanto, in un mondo che ha perduto da decenni. Per rimettere i pezzi di un passato al loro posto, per tentare finalmente di lasciarlo andare via, di andare avanti e guardare finalmente al futuro < ma non posso farlo da sola > ecco la motivazione, ecco il perchè si è spinta finalmente a volere ancora quelle che sono state le sue compagne per troppe, infinite missioni < lo sono > non vi è dubbio che s'insinua nella voce < come lo fui tanto tempo fa a Kusa > ricorda quella prima notte, quel primo incontro, con la regina, coi cuccioli, e infine con lui stesso : colui che le diede in persona il contratto che li lega col sangue e con il chakra. < non sono più quella Byakko , non del tutto. Ho perso troppo per riuscire ad uscire da quella terra senza che il passato gravasse sulle mie spalle, senza che le mie azioni e quelle di altri non avessero un vero peso > ha perso troppo per non esserne contaminata < ma sono la Byakko che avete conosciuto voi stessi per così tanto tempo > quella che si è immersa nel loro mondo per cercare la perfezione dell'unione con la natura, quella che ha superato i limiti dell'esistenza umana per divenirne parte .. e non è nemmeno diventata pietra. Ancora arrogante, ancora infinitamente orgogliosa, ma non più delle stesse cose che aveva un tempo, eccola la differenza. [chakra on][stessi tag]

Giustificazioni provengono dall'Ishiba, dichiarazioni d'intenti manifestate con il medesimo orgoglio, con la determinazione da sempre mostrata eppure esse non ottengono risposta da parte del Re il cui sguardo è posto avanti. Il suo respiro scatena una minuscola folata di vento, gettato con moderata forza portando la cenere ad alzarsi, sporcare ancora i dintorni ma liberando la terra sotto le zampe della creatura, sotto i calzi della chunin. Si dichiara degna, afferma quanto affermato in passato, lo è ancora ma cosa ne pensa il Re di questo? Scosta le iridi sulla destra estendendo lo sguardo tanto quanto si estende la terra bruciata <Guarda questo luogo Sango, guarda cosa è stato fatto alla Natura, alberi ridotti in cenere, privati della vita e della loro sacralità> questa volta il tono si mostra rabbioso lasciando emergere parte di quel ruggito soppresso prima, ringhia appena senza sbilanciarsi troppo <Un affronto è stato fatto in questo posto, alla natura, a noi, a te> sottolineando quell'ultima parole, quel a te decisivo, intenso <Le parole non bastano, Sango Ishiba. 10 anni sono tanti, 10 anni possono cambiare qualcuno, anche inconsciamente, per questo motivo vogliamo osservare con i nostri occhi la veridicità delle tue parole, delle tue affermazioni> solo ora le glaciali iridi tornano a scrutare la figura dell'Ishiba ricercandone le azzurre, incastonando in esse lo sguardo <Ne sei in grado?> desidera udire le parole direttamente delle altrui labbra prima di sbilanciarsi, di rendere noto il proprio pensiero e le proprie intenzioni. [AMBIENT]

16:13 Sango:
 A quell'invito scosterà quello stesso sguardo intorno a sè, ne osserva la piccola distruzione posta da un Uchiha maldestro, ma lo sguardo accompagna quelle alti, enormi, possenti mura che vi sono oltre quella barriera naturale, di quelle che non possono sciogliersi ne rompersi per puro caso, quelle che li ingabbiano li dentro in quella misera protezione. E l'istinto ancora cerca di correre via, ancora come un tempo, tornare ad esser quell'eremita a sua volta, senza un vero tetto, una vera casa, dormendo tra le foreste e vivendo davvero come una di loro. La natura in quel loco esiste in senso lato, creata artificialmente, appositamente per allietare i loro ricordi, per render meno grigia quell'enorme cumulo di una città troppo grande, di una torre troppo alta a controllarli tutti < non sono mai bastate le sole parole > stringe le proprie labbra, se solo quelle fossero bastate, se solo quelle avessero trovato terreno fertile, tutto sarebbe stato immensamente diverso da adesso. E torna invece il proprio sguardo, azzurro quasi simile a quello dell'imponente re, a cui vedrà nascere un sorriso < sempre > pronta a tutto pur di riuscire a raggiungere i propri scopi, pronta a distruggere di nuovo quel mondo solo per il proprio vile egoismo. Pronta a sacrificare tutto.. ma davvero questa volta è pronta a sacrificare quel piccolo nido che è riuscita a crearsi? A sacrificare quel biondo , ma soprattutto il sangue del proprio sangue? Quella piccola bambina inconsapevole degli orrori delle guerre, degli orrori perpetrati dalla stessa madre, di cui si ciba nel seno nutrendosi di quella mezza follia, di quell'odio viscerale, della rabbia immensa che non abbandona mai il corpo.. ma anche di quel piccolo segno d'amore nell'averla voluta alla fine? < farò di tutto per dimostrarvi che quella Byakko, alla fine, non è morta. E' solo cresciuta > sicura, arrogante, con la schiena flessuosa perfettamente dritta, pronta come fu allora lo è adesso, a tratti perfino più matura, ma pur sempre se stessa. Quanto può cambiare qualcuno che si è cibato e nutrito solo di quella sensazione di potenza? Troppo o troppo poco? Starà al tempo deciderlo, starà alle tigri della foresta comprenderlo. [chakra on][stessi tag]

Quelle parole attese raggiungono l'udito di Royarutaigà le cui pupille divengono minuscole come forellini all'interno delle iridi. Sango sta abbracciando il suo destino, pronta per tornare ad essere la donna di un tempo, colei capace di evocare la potenza dei felini, di utilizzare il potere della natura a suo vantaggio per surclassare i nemici con un'indomita forza e una letale bellezza. Il vento si alza nel bosco oscuro, il crine rossastro viene smosso, le vesti indossate volteggiano e la neve comincia a discendere dal cielo annuvolato; la cene si imbianca, il candido pelo del Re assorbe il ghiaccio scuotendo appena le spalle <Trova l'artefice di questo scempio> il muso indica la devastazione del bosco <E puniscilo per l'affronto fatto> una dimostrazione delle proprie parole racchiusa in quella richiesta <E portami una prova di quanto compiuto> ovvio riferimento alla punizione all'artefice di ciò. Una prova per dimostrare quanto Sango sia ancora Byakko, quanto ella sia ancora degna di potersi definire alleata delle tigri sfruttando il potere rendendo quel viaggio più semplice sotto alcuni punti di vista <Fallo e riterrò il patto siglato anni orsono ancora valido e tornerai parte del branco> dalla postura seduta il Re torna in piedi mostrando tutta l'imponenza di cui è dotato. Fauci interamente aperte, un ruggito viene scatenato, rivolto al cielo, rivolto al bosco, alla natura, un monito quanto avvertimento verso colui che ha compiuto un simile misfatto <Ci ritroveremo al bosco dei ciliegi, Byakko> il busto viene voltato, il Re si incammina nella strada opposta. La terra ricomincia a tremare, uno, due, tre passi compiuti venendo inglobato nuovamente da una coltre di fumo svanendo nell'etere. Sul terreno le orme delle possenti zampe, il suo passaggio impresso a vita su quella terra mentre Sango è sempre più vicina a tornare la Dea di un tempo. [END]

16:41 Sango:
 Ascolta quelle parole, quella che è la sua prova, quella che è una nuova prova. Non vi è emozione a mostrarsi nella violenza di un cuore che batte così forte, e scivolano le iridi per un istante intorno a sè, alla devastazione di quel luogo sacro per loro. Aver distrutto una foresta, la loro casa, quella dove si possono riunire con quello che è il loro branco, quello a cui è appartenuta, quella a cui appartiene tutt'ora . < così sia > un ultimo dire, un ultimo saluto con lo sguardo per osservare il Re in persona, evocazione, andare via sparendo. Riconosce la tecnica del richiamo inverso, l'ha vissuta perfino lei, e solo adesso s'accorge che una mano, la sinistra, si era stretta all'elsa della propria katana. < trovare chi ha fatto questo.. > un lieve sospiro, ma la mente è invasa da quei pensieri che ha saputo riportare alla mente , ricordi vecchi che si snudano dalla coltre e dalla melma della mente, di un fremito che scivola lungo il corpo, le gambe che finiranno per muoversi perfino prima del pensiero stesso, per aggredire quella terra e inoltrarsi al di fuori di quella foresta. Cosa c'è stato li? Cosa è accaduto? Katon, fuoco, un piccolo indizio gliel'ha dato la stessa cenere tutt'intorno < avrò la sua testa > chiunque egli sia , lieta in realtà di sapere che lo stesso Shinsei non ha nulla a che fare con quella storia, o almeno, lo spera vivamente. Tranciare di netto la testa del proprio compagno avrebbe avuto un effetto decisamente importante su una psiche che vacilla tra la lucidità e la follia.. l'avrebbe spezzata. Morderà le labbra , e il primo da cercare sarebbe stato senza alcun dubbio quel gigante. Deve chiedere, deve sapere che non sia stato lui, prima di poter rilassare il corpo e le spalle. [end]

Sango si ritrova nel bosco oscuro in preda ad una strana sensazione. Qui incontra il re delle tigri con il quale intavola un discorso, capire dove ella sia stata, cosa sia successo e se è ancora degna di poterle evocare. Sango dimostra di essere determinata come sempre ed il Re decide di mettere alla prova questa determinazione mandandola alla ricerca di chi ha bruciato il bosco e punirlo, portando una prova di ciò.

OFF

Nulla da segnalare, spero ti sia piaciuta e seguirò i risvolti con interesse!