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con Shizuka, Kan

21:20 Shizuka:
  [Casa -> Gelateria in centro] Quel messaggio arrivato inaspettatamente nella tarda serata l'ha resa più euforica di quanto si aspettasse. Stava con Hime in camera a bighellonare facendo qualche disegno quando il telefono ha squillato e il Sumi l'ha invitata a vedersi davanti alla gelateria dove un tempo lei gli aveva urlato dietro pubblicamente. Lui non ha scritto nulla di preciso ma i cricetini hanno deciso arbitrariamente che sarebbe stata un'uscita di piacere, così dopo aver risposto brevemente ha deciso di prepararsi adeguatamente. I capelli rossi sono raccolti in una coda laterale molto alta, che lascia libera completamente il lato sinistro del capo, mettendo in mostra gli orecchini da quel lato, due sul lobo, una farfalla dorata e una blu, e quell'anellino dorato in cima. Il lobo controlaterale è coperto dal movimento dei capelli che si muovono con quel passo svelto che la caratterizza quando ha fretta. Gli occhi sono truccati, mascara sulle ciglia, l'eyeliner un pochettino più marcato del solito, ad attorniare tutto l'occhio rendendolo più scuro e forse più sensuale, con una lunga coda laterale. Le labbra sono leggermente più rosse del solito, un velo di rossetto le rende più definite, perfino le unghie sono smaltate di nero. Il corpicino è avvolto in un maglioncino nero aderentissimo a collo alto e maniche lunghe, che mette in mostra le forme, peccato che sia coperto da un giubbotto comodo con il pelo marroncino sul cappuccio. Le gambe sono avvolte in due pesanti calze autoreggenti nere, sopra di esse una gonnellina corta, che le arriva circa a metà coscia, a scacchi neri e rossi, ai piedi dei mocassini con un lieve tacchettino. Ovviamente il cellulare sta nella tasca destra, lo zainetto nero sulle spalle, contenente il blocco da disegno, l'astuccio contenente il materiale per disegnare, tre mazzi di chiavi e le cuffie grandi e blu. Le mani sono guantate, ma con dei guantini neri che le lasciano libere le dita, la farfalla di sangue, che ha soprannominato Kimi, è poggiata sull'elastico della coda laterale, sembrando quasi un ornamento su quell'acconciatura. Il passo è svelto dunque, ormai prossima a raggiungere la gelateria, mentre le blu vagano avanti e indietro alla ricerca del fidanzato.

21:28 Kan:
  [Gelateria] Sereno il cielo dopo la pioggia di quella giornata la quale ha portato dolori nella vita dell'albino, un allenamento finito nel modo peggiore, quanto meno secondo la comune logica di uno scontro normale. Ha imparato qualcosa, un modo per confrontarsi con avversari ben più potenti di se; peccato di inesperienza, qualcosa da non ripetere, non mostrare ulteriormente eppure, al medesimo tempo, ha ampiamente dimostrato come non sia fatto per la prima linea bensì per le retrovie, muovere i fili, tessere piani, creare strategie di battaglia. Combattere risulta esser troppo complicato, dispendioso di inutili energie. Necessita di ripristinare il proprio corpo, allo stesso tempo, di godere di un po' di pace, per tal motivo un messaggio viene inviato alla Kokketsu; ella è un balsamo, passare tempo in compagnia di lei porta l'animo ad un ristoro privo di eguali nonostante sia sfatto, capelli bruciacchiati in svariati punti, palesemente rovinati da quelle fiamme esattamente come parte delle vesti da lui indossate. L'odierno outfit del bianco è profondamente diverso dal precedente, esattamente come ogni volta in cui sceglie di cambiare stile. Questa volta ha optato per qualcosa di sobrio ma allo stesso tempo delineando i tratti della propria personalità limando quell'eccentricità iniziale. Calzari di scuro grigio discendono lungo gli inferiori arti ricoprendoli nella loro interezza, partendo dalla vita per giungere poco sopra la caviglia; marroncina la cintura intorno alla suddetta vita con fibbia nera per tenerli sollevati mentre un paio di alti stivali, del medesimo colore della cinta, ricoprono piedi risalendo fino a metà polpaccio inserendo in essi quei calzari. Al di sopra della caviglia due piccoli cinturini per tenere stretta la calzatura. Di un grigio estremamente chiaro, quasi bianco, è la maglietta a maniche corte a ridosso del busto la quale mette in evidenza il fisico del giovane, non scolpito ne tantomeno delineato alla perfezione, solo il giusto per poter risultare in forma con un minuscolo spacco a V all'inizio del petto. Al di sopra del tutto è posta, per concludere, una cappa dal colore nero all'esterno e dal rosso all'interno; una scelta di colori estremamente peculiare da parte del genin. Essa presenta una mantella la cui lunghezza tocca le caviglie, maniche lunghe a ridosso del palmo, un cappuccio tenuto abbassato, all'indietro. I laccetti son messi in posizioni diverse con uno solo ad unire le due ante della cappa mentre sul lato sinistro, in direzione del cuore, una placca in metallo con un effige al di sopra legata alla cappa stessa. Il tutto è concluso dalla presenza di un portaoggetti con al suo interno gli speciali inchiostri e fuda forniti dal clan, permettendo al suo innato potere di mostrarsi in tutto la bellezza di cui è dotato. Giunto nei pressi della gelateria, le dorate ricercano tra la gente la piccola figurina di Shizuka, pochi attimi di tentennamento in cui essa viene scrutata; attimi di ammaliamento, bella, bellissima oltre ogni dire. Labbra schiuse allibito, privo di parole nel vederla in tal stato, muscolo cardiaco perde un battito, leggero il rossore creatosi sulle guance dando colore ad un viso troppo bianco per poter esser concepito. Avanza di qualche altro passo, prova nell'accorciare le distanze percependo piccole scariche di breve dolore lungo l'intera essenza, sopportabili seppur fastidiose <Mia...sei...wow...sei...> parole morte ancor prima di nascere, dorate fisse su ella, emozionato, ammaliato, innamorato di quella piccolina. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

21:50 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Effettivamente dopo pochissimi istanti è l'albino a identificarla, in quegli abiti che la mettono in risalto per quella piccoletta che è e che a lui piace tanto. Il problema però è un altro, lei si sente chiamare e corpo e testolina si volgono nella direzione altrui, però le blu, contrariamente alle dorate si trovano davanti un ragazzo acciaccato, ferito e bruciacchiato. Se lui non riesce nemmeno a spiccicare parola lei lo segue a ruota per all'incirca due secondi: << Mio...sei...oddio... >> Lui al momento si trova al settimo cielo mentre lei è nel più basso degli inferi. << SEI FERITO!! >> E' sconvolta? Si decisamente. Lo aveva curato poco tempo prima, a causa di quell'attacco di Kyosei, era arrivata da lui furente, innervosita da Shin e indispettita dal fatto che non fosse riuscita a proteggerlo, e ora accade tutto nuovamente. Ci mette un istante a ridurre le distanze, le mani si poggiano sul viso di lui, una si infila in quel crine bruciacchiato anche per saggiare l'entità del danno. << Ti hanno attaccato di nuovo? Adesso tu non ri stacchi da me nemmeno per andare in bagno! Sono stufa di questi imbecilli, altro che giri strani senza farsi notare! Io vado li e li faccio saltare per aria! Li annego uno dopo l'altro! >> Il verbo è concitato, a lui viene lasciato poco margine per inserirsi in quello sfogo apprensivo e di rabbia che avviene sotto le iridi dorate. Le manine scivolano sul corpo altrui, gli occhi le seguono, comprendono, valutano la gravità di quanto ha fra le dita prima che la destra a comporre il sigillo ovino per attivare il Chakra. Andrebbe a ricercare le forze che compongono il potere di un ninja. Forza fisica che verrebbe immaginata come una fiammella, rossa accesa a livello dello stomaco, la forza mentale cercata a livello del cerebro, fiammella blu, ardente, una volta ritrovate entrambe cercherebbe di farle convogliare entrambe verso il cuore, li cercherebbe di unirle e mescolarle, andando a formare una grande fiamma violacea, viva e splendete. Qualora fosse riuscita nel suo intento avrebbe dovuto percepire quel potere circolare nel corpicino pronto per essere utilizzato per rimediare alle ferite subite dal bianco. << E adesso vieni con me! >> Senza troppa delicatezza andrebbe ad afferrargli la mano del lato più sano del corpo, per trascinarselo dietro verso effettivamente quella gelateria. Se lui non avesse opposto alcuna resistenza, ella avrebbe richiesto al primo cameriere a portata di farli accomodare in una saletta privata, cosa che verrebbe eseguita in maniera abbastanza rapida. In quel locale infatti vi sono piccole stanzette provviste di piccoli separè, che rendono ovviamente l'atmosfera più intima ma che non vietano ai suoni di passare. [Se Chakra 30/30]

22:12 Kan:
  [Gelateria] L'altrui reazione in merito alle proprie condizioni viene pronosticata con largo anticipo, risultato? Furaya è assente, non può proteggerlo lasciandolo in completa balia della furia rossa e dell'ira che lenta cresce nel piccolo corpicino; come spiegare quanto accaduto? Non difficile ma avrebbe accettato tali condizioni nel comprendere la verità? Probabilmente si. Si ritrova stranamente tranquillo, nella ragione, dopotutto le proprie azioni non rappresentano altro che la naturale prosecuzione di quanto avvenuto fino a tal momento, una lotta dopo l'altra, uno scontro dopo l'altro per fortificarsi maggiormente, assorbire i colpi. Inspira, espira, preleva e rilascia ossigeno in maniera continua socchiudendo le palpebre appena nell'udire l'altrui grido sbandierando ai quattro venti le ferite in possesso del bianco. Sospira lasciandosi avvicinare, prendere il viso portando il volto a ridosso dell'altro incastonando le dorate nelle azzurre senza ottenere il tempo minimo per proferir verbo dando lei una giustificazione adeguata. Labbra schiuse, sorpreso, esterrefatto dalla violenza di tale rabbia reprimendo addirittura un sorriso misto ad una risata; una situazione piacevole, sapere di avere qualcuno disposto a tanto pur di proteggerlo, una persona la cui preoccupazione giunge a simili livelli. Non oppone la minima resistenza osservando il di lei fare, il chakra venire richiamato in quei brevi attimi di pausa e poi il braccio tirato oltrepassando la soglia dell'ingresso della gelateria inoltrandosi al suo interno; segue silente il fare altrui fino alla parte privata del locale dove nessuno può disturbarli. In tale frangente il geniale intelletto elabora pensieri, ricerca una soluzione, un possibile modo di agire per poterla calmare, renderla meno furiosa di quanto non sia. Attende paziente l'arrivo nel luogo prescelte ed indicato dal cameriere lasciandosi tirare e solo una volta giunti all'interno, velocemente, avvicina le labbra al musetto di Shizuka, cerca di porle sulle sue, senza chiedere il permesso o dire nulla di più, un bacio spinto, sentito, voluto <Calma Terminator> una volta staccatosi <Non mi ha attaccato nessuno, mi stavo allenando ai campi di addestramento con Furaya, gliel'ho chiesto dopo l'attacco delle chimere e oggi abbiamo iniziato> spiegando brevemente le dinamiche <Ho sbagliato qualche passaggio e ho finito per prendermi un colpo decisamente forte> alzata veloce di spalle, con esse i superiori arti allargandoli, viso colpevole quanto innocente ampliando appena le labbra in un mesto sorriso, viso appena inclinato sul lato <Ancora arrabbiata?> non si sa mai, forse il proprio verbo non penetra abbastanza in lei da calmarla. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:37 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Mente e braccio. Razionalità e impulsività. Riflessione e azione. Si contrappongono in molte cose ma si completano l'un l'altro, così da creare un mix capace di coprire molti aspetti se non tutti. Fa tutto da sola, spaventata, preoccupata, innervosita nuovamente da quanto successo. Lui si lascia trascinare da quella furia rossa, entrano in gelateria senza che lui pronunci mezza sillaba, la farfallina sulla testa che non si è scomposta minimamente, probabilmente abituata ai modi eccessivi della Kokketsu con cui convive da un po'. Si ritrovano in quell'area un poco più appartata e vengono lasciati soli, con un paio di menù. Ed è proprio li che lui decide di fare la sua mossa, colpirla di sorpresa, strapparle un bacio, intenso, sentito. Quel tocco la fa sciogliere un poco, si abbandona a quelle attenzioni, le ricambia, le prolunga forse anche per qualche istante, come se non volesse separarsi da lui. Si sente appellare con quel termine ronico, il nasino si storce, lo sguardo diventa accigliato mentre lui finalmente le spiega. Un misto di emozioni diverse si dipingono sul faccino della Kokketsu: sollievo quando afferma che nessuno lo abbia attaccato, si fa indispettito quando viene menzionato un allenamento con Furaya, torna il nervosismo sull'ammissione di colpa. E infine, a quella domanda retorica, accompagnata da un mesto sorriso la risposta sopraggiunge, tono alterato: << Come potrei non esserlo?!?! >> Già come potrebbe? << Avrebbe potuto limitarsi! Lo sa benissimo che il tuo potere è diverso dal suo! Avrebbe potuto prevenire tutto questo dolore! >> Ora almeno la furia non è verso il bianco o se stessa ma verso la Nara. << Ha intenzione di avere i suoi alleati arrosto? Devo apprendere qualche tecnica particolare di Suiton così la spengo io quella! >> Straparla, non le va giù che lui sia ancora da rattoppare. << Ti ha protetto contro le chimere per bruciarti vivo? >> Sta ingigantendo la cosa un tantinello ma in ogni caso non le piace come sono andate le cose. Una mano torna fra quel crine candido, tocca quelle punte brucciacchiate: << Dovremo sistemare i capelli Mio... >> Il tono è dispiaciuto, come se il dover tagliare una parte di quei capelli le dispiacesse molto. << Togliti la mantella su! Fammi aggiustare quel che posso! >> Così dicendo entrambe le mani verrebbero poste a livello della bruciatura maggiormente visibile, il chakra verrebbe convogliato negli arti superiori, per poi raggiungere le estremità e venire quindi rilasciato attraverso gli tsubo. Se fosse riuscita ad eseguire quest'operazione, ormai fin troppo consueta per lei, sarebbe stata quindi in grado di iniziare a lenire un poco il dolore altrui, andando a ricomporre e sanare il tessuto bruciacchiato. [Se Chakra 25/30 -> 5 per mani terapeutiche][PV di Kan +8]

23:12 Kan:
  [Gelateria] Quel bacio avanzato a tradimento possiede lo scopo di calmare l'animo di lei, lo spirito riportando un po' di quiete nelle loro vite. Un bacio prolungato dalla stessa genin, sentito a sua volta, richiesto e ne gusta il sapore ogni secondo passato; difficile lo scostarsi da tali labbra, ancor dopo tutto quel tempo esse rappresentano un sogno che si realizza. Lotta con tutto se stesso rimettendo una leggera, leggerissima distanza potendole spiegare al meglio la dinamica delle vicende accadute; l'allenamento, il colpo di Furaya ed il suo ridursi in quello stato al quanto pietoso in cui vesti e crine risultano bruciati in più punti fino all'essere totalmente rovinati. Spera in una reazione pacata eppure essa non sopraggiunge, al contrario, risulta esser ben più esagerata rispetto a prima. Sospira rigettando all'esterno più ossigeno possibile <Se si fosse trattenuta non avrei capito il mio errore e poi, non sto soffrendo così tanto, piango solo per i miei capelli> andando a prendere una delle ciocche in evidenza <Guardali, ci ho messo tanto per farli crescere, li ho curati, coccolati> quasi gli viene da piangere nel pensare a come tale chioma si sia ridotta. Capo chino sconsolato, visibilmente abbattuto più per quello che per le ferite subite. La piccola Kokketsu, nonostante tutto, è in grado di risollevargli il morale trovando una certa ilarità in quel modo di fare, un'ironia di fondo non indifferente <Amore mi fai morire> ridacchiando divertito, goliardico nell'esporre quel pensiero <Però, chiariamo che nessuno mi ha protetto contro le chimere, al contrario, io e lei abbiamo collaborato nel combatterle e questo cambia le carte in tavola> prendendo una piccola pausa, permettendo all'altra di metabolizzare il discorso fatto, le giustificazioni proposte <Non preoccuparti, non mi ammazza. Questo allenamento è necessario, dopo Itsuki e le chimere, devo diventare più forte, a costo di rompermi ogni singolo osso del corpo e continuerò ad allenarmi fin quando questo non si avvererà> un desiderio di forza capace di superare il dolore delle ferite. Percependo il contatto con il crine, il volto è avvicinato nuovamente, labbra veloce vengon posate per l'ennesima volta sulle piccoline di lei, un bacio breve dalla durata infinitesimale <Devo tagliarli, purtroppo>, discostandosi inizia a togliere la mantella adagiandola su una sedia e con essa anche la maglia esponendo il busto nudo alle azzurre. Bruciacchiato, bollato, pregno di lividi in svariate parti colorandone la bianca epidermide. Silente le lascia agire sul proprio corpo mentre le dorate osservano il posto scelto per quell'incontro <Ti ricordi quando ci siamo incontrati qui mesi fa?> sorridendo, un ricordo piacevole, il vero inizio di tutto quello, la vera evoluzione di un rapporto nato per puro caso. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

21:26 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Insomma lui non sembra innervosito da quell'allenamento, non tanto quanto lei che alle spiegazioni borbotta parole imcomprensibili mentre le mani agiscono su quel corpo. Sembra più in lutto per i capelli che non per altro, quei lunghi capelli bianchi così curati, bruciacchiati malamente. Tuttavia pare che ancora una volta la spontaneità della Kokketsu siano in grado di portare un sorriso sulla bocca altrui, che commenta divertito e specifica la collaborazione con la Judai, il non essere stato passivo di fronte a quello scontro terminato con la fuga del bersaglio. << Va bene ma hai capito cosa intendevo! Se lei non ci fosse stata da solo forse non saresti più qui. Vi siete aiutati a vicenda ma vi siete salvati. Tu l'hai ferita in questo allenamento? >> Si aspetta ovviamente una risposta negativa, pronta a rincarare la dose con un "Visto?" che starebbe a sottolineare che comunque la rosata non ha avuto remore nel colpirlo e questa cosa non le piace. Le parole di lui arrivano convinte, decise; disposto a tutto per migliorare il proprio fisico, il di lui potere. Però lo sguardo blu si fa più affilato, decisamente indispettito, arrabbiato e non contro l'ex Hokage, ma contro il Sumi: << Te li sistemi da solo poi tutte quelle ossa rotte! Ma io non lo so...Impara a schivare come prima cosa! Non mi serve un altro Riuky nella mia vita!! >> Quel bacio infinetesimale non riduce il nervosismo della genin che con lo sguardo accigliato vorrebbe quasi perforarlo, anche se ormai si è scostata su quel corpo con le proprie manine, agendo sulla schiena per riparare quei danni visibili, quelle ferite che lo marchiano. << Posso provare ad aggiustarteli un poco con il bisturi di Chakra volendo. Non ho delle forbici dietro... >> Oppure potrebbe andare da un parrucchiere e risolvere la cosa, tuttavia è una decisione che dovrà prendere il bianco, lei si è solo resa disponibile. Mentre lei agisce alle sue spalle il ragazzo ha tempo di guardarsi intorno, tornare indietro nel tempo e ripensare a quanto successo ormai mesi fa in quel luogo. << Si mi ricordo quando ti ci ho portato e quanto sei stato stronzo e mi hai fatta incazzare. >> La terminologia si fa più colorita, forse quelle parole dure che conosce e che usa principalmente nei panni di Hime un poco stanno entrando nel vocabolario anche della Kokketsu. << Mai avrei pensato di doverti curare io Dottor Sumi! >> Lo canzona un pochino, ricordando quando entrambi erano allo stesso livello, entrambi tirocinanti medici, senza alcun tipo di vera specializzazione. Nel frattempo quella sensazione di tepore e salute dovrebbe avvolgere il fisico altrui, mentre quelle manine lo rimettono in sesto. [Se Chakra 24/30 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche][PV di Kan +8]

21:43 Kan:
  [Gelateria] Il calore profuso dal chakra medico non ha minimamente eguali, esso risulta essere in grado di donare maggior forza all'essere umano ristorandone l'energie, la vitalità, portandolo ad essere migliore nell'animo quanto nel corpo. Tanto basta per poter proseguire la conversazione con la rossa le cui cure rappresentano il balsamo migliore di quel mondo infernale in cui entrambi sono nati e costretti a vivere per forza degli eventi; un fare protettivo, inferocito nel vederlo ferito, una dimostrazione d'affetto ben al di là della normalità comune <Questo è vero, se non ci fosse stata probabilmente oggi non sarei qui> deve ammettere un dato fondamentale come quello, impossibile non farlo, d'altronde ella è di gran lunga più potente. Un Kage come alleato vuol dire sopravvivenza assicurata ma, come dimostrato dagli eventi, non sempre è sinonimo di vittoria. Capo chino, lento il sospiro, palpebre socchiuse <Purtroppo no, il mio errore mi è costato caro> qual è lo scopo di mentire quando oramai l'intera verità giunge a galla? Tanto vale enunziare l'intera storia per come si è svolta senza omettere diversi particolari. Inspira ed espira con la ramanzina ancora in corso, essa procede da parte della Kokketsu portando ilarità sul volto del Sumi le cui intenzioni di fortificarsi son alle stelle, deciso, determinato, pronto a sottostare ad ogni tipo di allenamento senza dare peso al suo essere difficile. Trattiene la risata pur di non peggiorare la situazione, chiaro come l'ironia sia elevata tanto da serrare le labbra, sollevare le dorate al soffitto scrutando il loco datogli dal cameriere <Mia> voce soffusa, calda, bassa rivolgendosi ad ella <Non sarò come tuo padre, lo sai bene, le mie inclinazioni sono più...dietro le quinte, diciamo così. Più combatto e più capisco di non essere fatto per lo scontro ravvicinato ne per la prima linea> ammette per l'ennesima volta al capezzale della propria compagna. La bacia a tradimento, un bacio sentito, voluto, desiderato ardentemente tentando blandamente di rabbonirla mitigando quei sentimenti contrastanti, quella furente rabbia in corso nel corpicino. Destrorsa innalzata toccando qualche ciocca, sospira sconfitto, rassegnato <Non qui, non è il luogo adatto, possiamo farlo a casa, così magari mi dai un consiglio su un nuovo taglio...> soffrendo nel pronunciare un tale verbo, distruggere la creazione di anni e anni in favore di un outfit totalmente diverso. Ennesimo il tentativo di calmarla cambiando argomento, riportando la mente a ricordi lontani, più sereni; la volgarità inattesa impedisce al verbo di emergere, labbra schiuse con sorpresa nell'udire simili vocaboli fuoriuscire dalle labbra della nanetta <...schietta eh?> borbottando parole incomprensibili <Tu eri una bisbetica, dovevo rimetterti al tuo posto, tsè> volgendo altrove il volto, colpito nell'orgoglio <Sono molte le cose a cui non avresti mai pensato, dottoressa Kokketsu> canzonandola a propria volta; difatti, da quel giorno, tanto è cambiato, ben più di quanto si possa immaginare. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:02 Shizuka:
  [Gelateria in centro] E' chiaro che la disparità fra i due sia notevole e lui ammette di non essere nemmeno riuscito a scalfirla. Però quel suo ammettere il proprio errore la rabbonisce un poco, lasciando uno spiraglio di sopravvivenza: << Va beh almeno si è fermata e non ha infierito. >> Una sottospecie di contentino, qualcosa che fa sembrare quelle ferite un vero e proprio allenamento. I cricetini si muovono velocemente, così come le mani che spostandosi davanti al corpo altrui dovrebbero terminare di riassettare quel corpo. << Diciamo inoltre che Furaya è in vantaggio contro di te, tu usi il vento, lei il fuoco. >> Diamo a Cesare quel che è di Cesare, il Sumi non è nella posizione migliore per combattere contro la Chunin. Quando quell'affermazione sul padre viene fatta lui abbassa il tono di voce, come se volesse rincuorarla, rassicurarla che sicuramente non accadrà una cosa del genere. << Allora credo che sia il caso di diventare un poco più resistenti Mio. Altrimenti senza il mio scudo rischierai sempre di farti male. E purtroppo io potrei non esserci sempre. >> E' la prima volta che gli concede il fatto di non esistere solo come una coppia, come un tutt'uno, ma divisi, anche perchè in simbiosi ancora non vivono. << Nuovo taglio? >> La manina ormai svuotata da quel Chakra curativo verrebbe portata sotto il mento, visino pensieroso, << Non sono esattamente una parrucchiera quindi non ho molte idee, ma troveremo qualcosa e sarai stupendo come sempre. >> Questa volta è lei a rompere le distanze, gli si avvicina, le labbra che ricercano quelle dell'albino, chiedendo un contatto passionale, che dovrebbe perdurare un poco, il tempo per lui di cercare di cambiare argomento, venendo rimbeccato a dovere. << Ah io ero la bisbetica? Tu mi stavi prendendo in giro da settimane! >> Ma è dopo quell'affermazione ed essere stata chiamata per cognome a sua volta che diventa meno scostante, andando a sospingerlo in modo da farlo sedere per poi mettersi sopra, a cavalcioni, imponendo quel corpicino sopra l'altrui. << Anche tu non avevi certo in mente questo o sbaglio? >> Le blu lo fissano, quasi uno sguardo di sfida, se lei non si era nemmeno lontanamente immaginata una fine del genere, lui aveva probabilmente fatto altrettanto. [Se Chakra 23/30 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche][PV di Kan +8]

22:41 Kan:
  [Gelateria] Alzate veloce di spalle a tale affermazione, di certo è un bene il comportamento della Nara dimostrandosi una vera sensei, non soltanto una Kage od una shinobi, qualcosa di cui l'è grata, quanto meno riesce a smuoversi sulle proprie gambe senza dover chiedere aiuto a qualcuno <Non ha infierito però mi ha travolto> l'ammette nuovamente la disparità tra i due pur non provando rancore ne sentendo qualsivoglia abbattimento, semplicemente la cruda realtà dei fatti. Non abbastanza potente da portarla affrontare, per il momento, necessita di fare ancora molta, moltissima strada. Inspira, espira al compimento ultimo delle cure della rossa, percepisce il fisico ristorarsi, l'energie tornare al loro massimo e quel balsamo di nome Shizuka riesce nel renderlo nuovamente integro dopo un allenamento <Già, devo capire come risolvere questo deficit. Se non riesco ad utilizzare la mia abilità, contro un'utilizzatore del Katon sono finito> pensiero si estranea qualche momento volgendo lo sguardo altrove, fiume di pensieri ne travolge la mente ripercorrendo il corso dell'allenamento, passo dopo passo e del modo in cui ella ha vinto sfruttando gli errori compiuti dal bianco. Nota il cambio di tono da parte della genin, abbastanza da rincuorarlo innalzando il viso, addolcito, ampliando le labbra in un mesto sorriso appena accennato di chi si sente rincuorato <L'allenamento serve anche a questo Mia e sta già dando i suoi frutti, mi sento più forte e meno gracile> la resistenza fisica è in aumento, il proprio potere è in aumento, la forza in possesso risulta diversa da quella sfruttata durante l'attacco della chimera. L'argomento, per fortuna, cambia repentinamente verso qualcosa di maggiormente tranquillo, più solare, meno incisivo capace di rendere entrambi tranquilli; le dorate seguono lo svanire del chakra dalla manina di lei, il toccarsi il visino <Non ho dubbi e non mi farai toccare da nessun altro> mancina innalzata sfiorandone appena l'epidermide del volte, la guancia per l'esattezza, un tocco leggero, accennato ma significativo. Purtroppo, il rivangare il passato porta conseguenze, ironiche, goliardiche con l'orgoglio pronto a bruciare da un momento all'altro <Te lo meritavi signorina so tutto io della vita> destrorsa simula una papera in quella bonaria presa in giro, classico comportamento di due ragazzini ancora troppo giovani per comprendere a pieno la vita, per comportarsi realmente come adulti eppure, ella è in grado di suscitare in lui sentimenti mai provati prima d'ora. Brevi attimi, si ritrova spinto all'indietro, seduto con ella a cavalcioni su di se, una posizione capace di suscitare pensieri, scatenare desideri; dorate immerse nell'oceanico azzurro, deglutisce, inghiotte la saliva <Non sbagli> avvolge il busto tra i superiori arti stringendolo al petto, avvicinandola a se ancor di più <Mai ho pensato che quella ragazzina mi avrebbe fatto perdere la testa in questo modo> non scostando le iridi neanche per un singolo momento, preso, rapito dall'altrui bellezza. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:03 Shizuka:
  [Gelateria in centro] << Allora la prossima volta spenderò meno Chakra per rimetterti in sesto spero! >> Solo quello vien commentato riguardo a quel suo rafforzarsi, a quel suo volersi allenare ancora per poter migliorare. Vale la pena arrabbiarsi sempre? In fondo lei non sta facendo la stessa identica cosa? Non sta inseguendo quelle farfalle, quella strada tracciata dal proprio essere medico? Quella voglia di aiutare il prossimo potrebbe averla condotta nella direzione giusta, o forse anche più in la. Tuttavia il discors ocambia, si alleggerisce, diviene meno pesante lei si scoglie un poco, anche grazie al di lui sfiorarle il viso. << Troveremo qualcosa di adatto al mio guerriero. >> Un sorriso le si stampa in viso, un taglio forse più corto, che si adegui alle necessità di combattere di continuo. Forse dovrebbe pensarci anche lei. Continuano a scherzare poi, prendendosi in giro vicendevolmente, giocando come i bambini che sono, anche se stavolta è la rossa a interrompere il tutto, con quei modi inevitabilmente provocanti che adotta, più per desiderio che non per tentare il Sumi. Alla fine l'ha vinta lei, nemmeno lui si aspettava che le cose mutassero in quella maniera così radicale, fuori dagli schemi. Viene stretta tra le braccia del bianco, e lui dovrebbe fare parecchia fatica a osservarla, data la morbidezza di cui dispone sul davanzale. << Mai avrei pensato che un testardo sarebbe diventato il centro della mia vita. >> Cercherebbe nuovamente un contatto, labbra che cercherebbero le gemelle maschili per unirsi e baciarlo con trasporto, qualcosa in più del semplice contatto, lasciando che la linguetta si spinga a varcare quella porta. Qualcosa di intenso ma di breve durata, scapperebbe indietro da li a poco, il fiato già corto, anche se la posizione viene mantenuta. << Prendiamo il gelato e andiamo a casa? >> Sembra assurdo che quel tipo dal quale nemmeno voleva farsi toccare ora susciti in lei tutto quel desiderio, quella passione, quel sentimento. << Ah Saigo mi ridarà il mio frontalino sai? E ho una dritta per cercare a Kiri qualche indizio. Vorrei che venissi con me! >> Insomma Nobu le aveva detto di portarsi dietro qualcuno di fidato e chi meglio del ragazzo può assolvere a tale compito? [Chakra 23/30]

23:31 Kan:
  [Gelateria] Annuisce con una certa convinzione nel viso, deciso a non arrecarle più sofferenze di quel tipo, impedendole di spendere energie in tal modo <La prossima volta non ne spenderai affatto, ci vorrà ben altro per ferirmi> un obiettivo da raggiungere, un punto certo da prendere con entrambe le mani e fare suo per proteggerla, far avverare i più reconditi desideri dell'animo, essere libero. Un primo passo verso tal obiettivo viene compiuto seppur la strada sia notevolmente più lunga, più ardua, costantemente in salita ad ogni vittoria ottenuta. Gli allenamento con Furaya vanno continuati, sempre più, spingere il corpo al limite comprendendo quali siano le reali mancanze di un tale quanto perfetto fisico. Ne viene ricambiato il sorriso, addolcito, lasciandosi andare ad una leggera risatina impregnata di divertimento <Nessuno mi ha mai chiamato guerriero, lo pensi sul serio bimba?> vuole saperlo? No eppure lo chiede, ansioso di comprendere il reale pensiero della rossa ai danni di lui. Niente, non riesce a resisterle, non riesce a fare meno di averla con se, di tenerla con se per tutto il tempo necessario. Deglutisce nel vederla porsi al di sopra, troneggiare sulla propria essenza scatenando una moltitudine di desideri nel proprio essere; le voglie vengono accresciute da quel singolo movimento nonostante i toni alleggeriti rispetto a prima, adesso il tutto diviene più caldo, soffocante ritrovando le forme i lei a ridosso del viso, adagiate a se. Inspira con fatica, espira a fatica; muscolo cardiaco in fermento, calore corporeo in aumento nello stringerla, avvolgerla in quell'abbraccio non possessivo bensì dolce dolce, amorevole, voglioso di sentire la propria compagna vicina <Ti amo Shizuka Kokketsu> replicando a tal frase. Impossibile dire qualcosa di diverso, infattibile pensare una risposta che non sia quella; l'amore provato viene espresso dal tremolio affatico del tono vocale, della dorate totalmente dilatate, illuminate. Ricambia il bacio spingendo il viso contro l'altrui, lingua a giocar con l'altra assaporandone le labbra, mordendole, tirandola a se, chiedendole tacitamente di non metter mai fine a quella loro storia, a quel momento così unico e impagabile eppure il distacco avviene. Labbra arrossate, lievemente ansimante, annuisce al quesito aumentandone la stretta <Però, sai, qui non ci vede nessuno> malizia emerge in tutta la sua immensa depravazione. Andarsene ora? Sul più bello? Lasciare tutto quanto a metà dopo averla vista con indosso un simile outfit. Lento il carezzare delle dita risalendo il corpicino, piccoli tocchi per suscitare in lei la medesima reazione arrestandosi nell'immediato nell'udire il verbo successivo <Ah si? Che coincidenza, ne ho esaminato uno in laboratorio non molto tempo fa> ridacchiando divertito <Amore, con te verrei anche in capo al mondo> come può dirle di no? Con lei sarebbe andato ovunque, dal paradiso all'inferno <Invece io ho scoperto qualcosa su quel sangue che mi hai fatto analizzare> ammette a sua volta. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:34 Shizuka:
  [Gelateria in centro] La sicurezza della risposta di lui la fa sorridere, è deciso a migliorarsi, a diventare più forte e sembra convinto a non demordere. Lei preferirebbe di gran lunga non doverlo più curare, non doverlo rattoppare, però pare che questa opzione sia difficile da raggiungere, ma è comunque disposta a sostenerlo, nonostante le continue ramanzine. Parlando di argomenti più divertenti lo appella in un nuovo modo, cosa che non sfugge alle orecchie del bianco bruciacchiato, che ripete quel termine con stupore: << Ho mai detto qualcosa che non pensavo seriamente? >> Si pone sopra di lui, le parole si addolciscono noonstante la situazione si riscaldi di parecchio. La spontaneità che la caratterizza non è mutata e spesso porta a situazioni un poco scomode soprattutto in pubblico. << Ti amo anche io Kan Sumi >> Le labbra si uniscono, in quel bacio sentito e passionale che altro non fa se non aumentare la passione, il desiderio reciproco. Si separano a fatica, lei che suggerisce di tornare a casa rapidamente e l'altro che suggerisce di restare, tanto sono in una zona abbastanza appartata. Rossore totale si distribuisce su quelle guanciotte morbide, in un attimo scuote la testa con decisione e si accorge della posizione da lei adottata. Lui la accarezza, risalendone il corpo, facendola rabbrividire a ogni centimentro percorso. Si scosterebbe indietro, cercando di discendere da quelle gambe, portandosi accanto a lui per limitare quei bollori che già si sono fatti strada nella testolina Kokketsu. L'argomento Saigo viene intavolato, così che si passi a qualcosa di meno intimo: << Ho come il sospetto che fosse il mio... >> Borbotta un pochino mentre l'altro risponde all'invito, << Anche se si tratta delle fogne? >> Lo guarda con quegli occhi blu, confusi, stupiti, sapendo che non è esattamente amante dello sporco. Quando infine lui rivela di aver trovato qualcosa in quel sangue lei si sposta verso di lui, proprio mentre un bussare sommesso la fa trasalire e tornare ad allontanarsi. Una cameriera con un grande sorriso sarebbe giunta per le ordinazioni trovandola in seria difficoltà. Balbetterebbe appena, visibilmente rossa in viso, i cricetini nella testa alla ricerca di una opzione plausibile: << Una coppa after Eight grazie >> La prima cosa sovvenuta insomma. Lascerebbe poi a lui la scelta di cosa prendere, e una volta che la ragazza si fosse allontanata gli occhioni si sarebbero nuovamente rivolti all'albino. << Che cosa hai scoperto Mio? >> Ovviamente si riferisce a quel sangue, non ha altri interessi al momento. [Chakra 23/30]

11:57 Kan:
  [Gelateria] Essere etichettato con termini diversi dal solito non è consueto per il Sumi le cui dorate vengono portate a ridosso della ragazzina la quale, oramai, ha preso la dovuta residenza al di sopra delle proprie ginocchia. Stretta a se, percepisce il muscolo cardiaco battere ben più forte rispetto a prima, calore corporeo aumentato, desiderio giunto alle stelle nei confronti di quella nanetta la cui capacità innata di mostrarsi innocente persino in situazioni del genere rende il tutto difficile da sostenere per quanto piacevole <No Shizu> sorridendole <Ma non mi reputo un guerriero, non l'ho mai fatto però, se ai tuoi occhi lo sembro, meglio così. Un punto per me> ridacchiando prima di udire quella replica. Battito del cuore arrestato, il petto diviene immobile, sciolto totalmente alla dichiarazione di lei; consapevole degli altrui sentimenti, ogni volta risulta sempre come la prima, forse anche migliore rimembrando la biblioteca e la dichiarazione fatta per puro caso. Inghiotte, deglutisce accogliendo quel bacio pregno di passione e desiderio, la stretta intensificata sospingendo il viso contro l'altrui, labbra a mordicchiare le altre, lingua alla ricerca delle controparte assaporandola, ricercandola; difficile porre un freno al tutto, in altre situazione il continuo è normale ma non qui, non per lei il cui scuotimento del viso ed il rossore rappresentano una perfetta risposta. Sospira sciogliendo l'abbraccio per permetterle di scostarsi di lato mettendo fine a quel contatto troppo pericoloso per il loco in cui entrambi si son ritrovati. Nuovamente sospira, lievemente deluso nel non poter continuare li, in balia del proibito eppure gli argomenti cambiano repentinamente <Non lo so ma ho trovato delle tracce di sangue umano sopra> spiegando velocemente il proprio lavoro compiuto su di esso <Comunque, è stato Rasetsu a darmelo, abbiamo lavorato insieme sulla questione> aggiungendo varie informazioni su un lavoro svolto non molto tempo prima, a ridosso della propria promozione al grado successivo. Deglutisce, umetta le labbra con lento moto della lingua mantenendo le dorate nell'azzurro cristallino di lei. Socchiude le palpebre un singolo momento <Si...non mi fa impazzire l'idea ma si, anche nelle fogne> un brivido di puro schifo sopraggiunge lungo la schiena, mitigato dall'arrivo della cameriera fin troppo felice per i propri gusti. Smuove le iridi sulla donna, tranquillo, pacato, privo di vergogna <Quello che ha preso lei> senza troppi giri di parola, preferendo passare all'argomento successivo una volta rimasti nuovamente da soli <Nel sangue che mi hai dato ho trovato un gene innestato, il punto è che questo gene è in continuo rigetto, il sangue non l'accetta> si prende una piccola pausa <Credo, ma senza sicurezze, che si tratti di un gene innestato senza consenso> concludendo la disamina, per il momento. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

13:02 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Le effusioni passano in primo piano rispetto al resto, al commento sull'essere o meno un guerriero, su cosa vede uno e non l'altro. In quel bacio si cela tutto il loro rapporto, fatto di desiderio, amore, passione. Una necessità dell'uo verso l'altro e viceversa, senza che questo sentimento sembri affievolirsi nonostante le difficoltà e gli screzi della vita. L'innocenza femminile è un limite e un piacere da dover gestire dal Sumi che la lascia andare, senza forzarla in qualcosa che la mette totalmente a disagio. Anche in questo c'è dell'equilibrio, non ha mai cercato di spingerla troppo oltre i limiti imposti dalla sua stessa psiche, se non quando completamente sicuro di poter osare. Le argomentazioni divengono più serie, parlano di Kiri, di quei dettagli: << Beh forse apparteneva al ragazzo che non sono riuscita a salvare pure quel sangue, se fosse il mio frontalino.... >> Non ne ha la certezza, ma qualcuno a cui chiedere a quanto pare c'è, ed è di nuovo il parente. La missione da intraprendere è in un luogo che all'albino non piace per nulla, però saperlo prima li preparerà al peggio: << Cercheremo di rendere la ricerca il più veloce e utile possibile, e ci prepareremo a dovere! >> Un sorriso molto ampio le si stampa sul viso, come se dovesse rincuorarlo per quel lavoretto sporco, qualcosa che Nobu le ha lasiato, oltre alla sciarpa. Quando la cameriera li disturba loro sono già separati, ognuno seduto al suo posto nonostante il rossore ambiguo sul viso della nanetta. La ragazza sparisce rapidamente lasciando che il discorso si concluda. << Quindi un innesto mal riuscito? O forse è figlio di due genitori con geni diversi che si contrappongono? >> La manina viene portata sotto il mento, pensieri che si fanno avanti, è intelligente ma di genetica ne capisce molto meno del fidanzato. << Ad esempio Mio, quando un domani avremo dei figli, svilupperanno la mia o la tua innata? Come si comportano i geni di innate differenti quando si mischiano? >> La domanda è lecita, lei è figlia di due Kokketsu, non sa cosa succeda quando il tutto venga mescolato con altre origini. L'ipotesi che vi sia un gene innestato senza consenso la fa rabbrividire, proprio mentre un altro cameriere ritorna con le due coppe di gelato, menta e cioccolato. [Chakra 23/30]

13:23 Kan:
  [Gelateria] Le effusioni vengono meno, non del tutto ma decisamente calate per evitare altro disagio alla rossa. Il rossore di quel viso, l'imbarazzo creatosi risulta abbastanza per impedire al Sumi di proseguire nonostante vi sia un certo divertimento sul viso del ragazzo le cui mano la lasciano andare lentamente, senza forzarla. Non desidera obbligarla a far qualcosa che ella non vuole, non è così, non con lei e mai lo sarebbe stato. Il bacio basta e avanza, per adesso, nel dimostrare quanto entrambi provino attrazione verso l'uno e l'altro nonostante i discorsi divengano più seriosi, meno solari parlano di morte, sangue e oppressione in un certo qual senso <Non lo so, nel database non ho trovato riscontri quindi, non so dirtelo. Potrebbe benissimo essere così come potrebbe essere diversamente. Il mio consiglio è di indagare sulla provenienza di quel frontalino ed a cosa corrisponde, magari con queste informazioni in mano posso scoprire qualcosa di più, effettuare una ricerca mirata> non sfrutta mai un gergo tecnico eppure, al medesimo tempo, da sfogo al proprio intelletto. Geniale su ogni fronte, particolare, eccelso dando prova di come il Sumi conosciuto tempo addietro risulti ancora presente al netto dei cambiamenti avvenuti. Amplia le labbra in un mesto sorriso, labbra serrate con piglio puramente ironico <Al ritorno farò un bagno nella salsa di pomodoro> deglutisce, inghiotte la saliva schifato alla sola idea di dover mettere piede nel letame delle fogne, nel pattume e negli escrementi dell'intera popolazione di Kagegakure. Un pensiero oramai fisso, presente fino al giorno in cui tale compito non viene concluso, ovvero tra molto, forse troppo tempo. La spiegazione sopraggiunge per quanto riguarda quel sangue, non troppo approfondita, d'altronde non può approfondire qualcosa che ancora deve studiare e portare a compimento. Scuote il capo lasciando andare via la cameriere, adagia l'arto superiore sinistro sul tavolino dinanzi a se <No, l'innesto è riuscito ma il corpo lo rigetta, significa che è un DNA non compatibile. Un po' come una trasfusione di sangue, se il sangue non è compatibile viene rigettato, si sta male> esempio semplice ma significativo per un medico. Nuovamente si ritrova nella posizione di non essere concorde con la piccolina, in procinto di proferir verbo pur arrestandosi nel momento in cui la possibilità di avere figli si fa largo. Sgrana gli occhi, mai prima di quel momento un simile pensiero l'ha attraversato, metter su famiglia, avere figli con la rospetta. Labbra schiuse, sorpreso, silente per lunghi attimi, non sa bene cosa dire ne in che modo dirlo. Inspira, espira, lentamente, con ordine <No mia> schiarendo la voce <Un figlio mischia in maniera perfetta i due geni, li fonde ed essi convivono perfettamente nel corpo dell'individuo, persino quando sono presenti due tipologie di innate diverse> ennesima spiegazione <Sul tipo di innata sviluppato non lo so, è totalmente casuale o meglio, solitamente uno dei due geni prevale sull'altro per quanto riguarda il potere ma il modo in cui esso avviene, purtroppo, non lo so> schiarendo la voce <C'è anche la possibilità che non si sviluppino, rara ma c'è>. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:37 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Ignote quindi le origini di quel sangue, se fosse stata sveglia probabilmente avrebbe raccolto altri elementi, un capello, dell'epidermide con la quale confrontare eventuale sangue ed identificare quel ragazzo, o per lo meno associarlo a un dna specifico. Purtroppo quella notte si era presa un raffreddore e i cricetini non erano stati esattamente in grado di pensare se non al proprio fallimento in quanto medico. L'argomento tuttavia non viene reintavolato, viene lasciato scorrere nelle fogne e poi portato alla salsa di pomodoro. << Che schifo! >> Il pensiero di una vasca piena di quel condimento la indispettisce non poco, il naso viene arricciato e la testolina smossa in negazione. L'interruzione della cameriera non fa perdere il discorso d'insieme con la testolina rossa in fermento anche se ipotizza, non conoscendo a fondo quella branca. Lui spiega con calma, con termini più comuni alla dottoressa che ha innanzi che annuisce: << Quindi l'amico di Matono è in sofferenza? Dovrebbe essere debilitato? >> E' curiosa, vuole capire appieno il senso delle scoperte altrui, anche perchè sarà lei a parlare con il moro e non viceversa. Lo nota tuttavia interrompersi, stupirsi a quella possibilità intavolata su due piedi; il di lui panico le fa sfuggire una risatina dalle labbra, anche perchè proprio in quel momento compare il gelato. Il proprio cucchiaino viene recuperato mentre assaggia la pietanza e le spiegazioni del bianco arrivano. << Capisco. >> prendendo un altro poco di gelato e ponderando come divertirsi al meglio solleticando la mente altrui in quell'argomento che non aveva minimamente considerato fino a quel momento. << Sarebbe strano avere un figlio che ha il sangue rosso! >> Il tono è ironico, divertito, mai aveva ipotizzato quella opzione, nemmeno con Yasuhiko si era mai posto il dubbio di creare una famiglia, forse il contatto con Furaya e Mattyse, entrambi già genitori l'ha messa nell'ottica di quella possibilità, ovviamente fra qualche anno. << Dovrai far combattere i geni Sumi come non mai Mio. Noi Kokketsu siamo fortissimi! >> Gli rifila un occhiolino, come a spronarlo a imporsi in qualche modo, a far si che la sua progenie abbia qualcosa di lui anche nel DNA. Prenderebbe ancora un poco di gelato, appoggiando la schiena al divanetto rilassandosi un pochino e leccando accuratamente il cucchiaio. << Quando saremo fortissimi possiamo pensarci. Non voglio che tocchino te, figurati se fosse nostro figlio a cui mirano. >> Capisce forse meglio il cambiamento di Riuky, il suo diventare più accorto ma indebolita dall'esserino fragile che era al tempo Shizuka. Insomma diventare genitori, di solito, ti cambia parecchio. [Chakra 23/30]

15:58 Kan:
  [Gelateria] Alza velocemente le spalle al commento sulla salsa di pomodoro, labbra serrate, viso stranamente innocente quando consapevole <Strano ma vero, la salsa di pomodoro toglie la puzza> le fogne puzzano, la sua perfezione non può essere colpita da un tale fetore. A costo di esser preso in giro fino allo sfinimento ultimo, deve effettuare tale bagno tornando come un tempo; la geniale mente s'avvede già del futuro, delle possibili condizioni in cui tornare a casa aumentando il ribrezzo generale, la schiena è colpita da lunghi e continui brividi eppure non continua a martellare sulla situazione preferendo affrontare argomenti decisamente più vicini come il sangue analizzato qualche giorno prima. Deglutisce scuotendo il capo, il proprio dire emerge, una spiegazione semplice, per nulla impegnativa da comprendere <A livello puramente teorico si, almeno in minima parte. Dovrebbe risentirne ma fin quando non lo vedo o non viene visitato, non posso dirlo con certezza. Agendo nell'ignoranza posso solo ipotizzare> d'altronde di questo amico non sa nulla, ne un nome, ne una provenienza, nulla, neanche il database rileva qualcosa. Purtroppo la conversazione prende una piega al quanto strana, figli vengono messi in mezzo, la possibilità di una famiglia con la Kokketsu non è stata presa in considerazione, non nel breve periodo, non a quell'età. Troppo giovane per pensare a dei bambini nonostante la mente sia protratta ad avere un futuro con ella, con le giuste tempistiche. Inspira, espira lasciando trasparire un minimo di agitazione, annuendo solamente all'arrivo dei gelati non ponendo alcun verbo alla volta della cameriera. Lascia che essa vada via quando la rossa batte il ferro, ancora figli, ancora allusioni al loro futuro come genitori. Labbra schiuse, respira, sospira, dorate rivolte alla parete difronte, per un singolo attimo distoglie lo sguardo; in situazioni diverse, tale frase avrebbe ricevuto una giusta risposta ma adesso no, difficile a dirsi, si ritrova senza parole, solo una moltitudine di pensieri e immagini di un futuro prossimo. Veloce l'occhiata lanciatole all'ennesima frase, socchiude le palpebre <Tsè> esordisce fintamente stizzito <Ti posso sbattere a terra come e quando vuoi> non solo una risposta quanto una vera e propria allusione <I nostri figli avranno il gene Sumi come principale, vedrai> cominciando a rivestirsi, indossando la maglia precedentemente tolta per coprire quel busto scoperto da troppo tempo, avveduto persino dalla cameriera <Quando lo saremo, la nostra famiglia sarà intoccabile Mia e non dovrai preoccuparti di nulla> convinto di ciò, del potere di entrambi una volta accresciuta quella forza acerba a loro disposizione <Andiamo a casa...Mia?> dorate l'osservano di sbieco, respiro affaticato, scruta il corpicino altrui, il battito cardiaco oramai alle stelle. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:13 Shizuka:
  [Gelateria in centro] Non vuole nemmeno pensare alla salsa di pomodoro! Non commenta, rabbrividisce vistosamente ancora un poco ma poi passa all'argomento successivo, schifata da quell'ipotesi ben più che dalle fogne. Si concentrano su quel sangue, sull'idea di come esso agisca nel corpo del soggetto, le domande di lei ricevono risposta, diviene pensierosa. << Pensi che ti sarebbe utile sapere se questa persona soffre fisicamente? >> Domanda, non sa quanto possa aiutare nella ricerca ma magari torna utile. I gelati arrivano e lei si diverte a stuzzicarlo un poco con quell'argomento che lo messo in difficoltà, tant'è che non tocca nemmeno il gelato e ancora permane abbastanza interdetto su cosa dire, come agire. Il di lei mettere tutto sul piano della competizione pare però risvegliare l'orgoglio del bianco, che si espone in frasi ambigue che tuttavia la ragazzina non coglie per l'ennesima volta: << Vuoi allenarti anche con me oltre che con Furaya? >> Forse presa fin troppo sul serio, ma come opzione ci sta anche, allenarsi insieme per migliorarsi. La sua risoluzione finale comunque la fa sorridere, interpretandola comunque in maniera molto dolce, nonostante lo sgomento iniziale. << Non sono per nulla preoccupata veramente. Anche perchè manca parecchio tempo direi. >> Lo scherzo giunge al termine, smette di stuzzicarlo, dopo averlo visto rivestirsi, cosa a cui non aveva nemmeno fatto caso. Lei, golosa continua a mangiare la sua coppa mentre lui nemmeno l'ha toccata, ancora non se n'è nutrito, forse troppo pensieroso per quel discorso uscito per caso e che lei ha un pochettino ingigantito per dispetto. Quando quella domanda retorica arriva poi gli occhioni si spalancano, finto stupore su quel faccino e le labbra si schiudono in una sorta di lagna: << Ma non hai nemmeno toccato il tuo gelato! >> Insomma è quella la priorità ora? << E comunque adesso non possiamo farli i bambini mio, prendo l'anticoncezionale lo sai! >> Il tono torna ironico divertito, mentre finisce la sua coppa gelato tutta soddisfatta. << Almeno assaggiala no? >> Lo prega con gli occhietti, convinta che si stia perdendo una prelibatezza. In ogni caso ottenuto almeno un assaggio lo avrebbe accontentato, lasciando il luogo dopo aver pagato il conto e allontanandosi insieme verso l'appartamento di lui. [Chakra 23/30][//END]

16:44 Kan:
  [Gelateria] Scuote il capo alla domanda, il volto diviene lievemente più pensieroso del normale mentre la figura del possibile possessore di quel sangue si erge nella mente dell'albino <No, non necessariamente ma osservare le condizioni in cui verte potrebbe essere interessante, devo ammetterlo> un genetista a tutto tondo, ansioso di scoprire tutti gli effetti di un gene storto nel corpo di una persona. Sorride nel porre quella condizione, un sorriso divertito, goliardico per un argomento oramai concluso dal proprio punto di vista. Deglutisce alla marea di pensieri riguardo alla famiglia, visibilmente in difficoltà nell'affrontare un simile discorso, tanto presto, forse anche troppo eppure ella è capace di prenderlo alla sprovvista ancora una volta. Allenarsi con lei, certo seppur in maniera totalmente diversa; consapevole il non aver carpito il reale significato di tali parole, l'allusione non va in fondo <Si ma non nel modo in cui pensi tu> ammiccando, smuovendo la palpebra destra con un semplice occhiolino lasciando intendere maggiormente le intenzioni future. Manca tempo, su questo concordano, giovani per poter avere dei figli, inesperti su come vivere la vita a pieno, privi delle giuste esperienze senza alcun tipo di insegnamento in grado di rendere migliore l'esistenza. Inspira, il desiderio di fuggire dalla gelateria oramai risulta palese, desidera stare con ella da solo, senza alcuno sguardo indiscreto addosso capace di rovinare quel momento ma l'infantilità prende il sopravvento ponendo le dorate sulla coppa di gelato. Sciolto per l'ennesima volta dal visino addolcito e supplicante, resistere appare quanto mai impossibile finendo per sospirare <Non voglio avere figli ora Mia, padre a quest'età? Avremmo dei bambini già votati alla criminalità praticamente> lasciandosi andare a quella risata puramente ironica, senza intenti serioso, un modo come un altro per portare lo scherzo in mezzo ad una conversazione <E va bene, nana bisbetica, me lo finisco> andando a prendere il cucchiaio iniziando ad assaggiare il contenuto della coppa. Porta la posata alle labbra, mangia, inghiotte sbarrando le iridi completamente, avvicina la coppia a se inizia a mangiare con gusto <Ok, forse farò il bis, non ne sono sicuro> la giornata va dunque a farsi benedire? No, solamente rimandata di qualche minuto in favore della bontà del gelato, delizioso, sarebbe un crimine resistere. [END]

Dopo l'allenamento con Furaya, Kan si incontra con Shizuka alla gelateria in cui hanno discusso la prima volta. Qui la Kokketsu cura il Sumi dopo averlo rimproverato, innervosendosi per quanto fattogli da Furaya. In più parlano della missione a Kiri nella fogne e di quanto scoperto da Kan sul sangue esaminato. Alla fine, arriva anche per il momento, si discute di famiglia e figli futuri.