Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

[Ingresso in clan] Koharu

Quest

0
0
con Saigo, Koharu

Una convocazione ufficiale quella che la ragazzina ha trovato nella sua stanza. La stanza del capoclan, quello che di fatto è l’ufficio di un uomo misterioso, qualcuno che persino i membri del clan possono dire di aver incontrato poche volte e di cui molto ignorano il volto. Proprio lì è stato richiesto a Koharu di presentarsi. Una semplice pergamena le è stata recapitata in modo che la trovasse sulla sua scrivania nella stanza, non c’è specificato un vero orario e non è possibile da quanto è lì eppure la richiesta è di raggiungerlo nel suo antro. La stanza sta al centro di tutta la sede, molti si perdono la prima volta, come se si trattasse di un labirinto ma la genin protagonista di oggi sappiamo non farà lo stesso errore, praticamente è cresciuta lì dentro, figlia di un membro, anzi di due a dirla tutta. Insomma quella è casa sua e la conosce fin troppo bene, non avrà alcun problema a trovare quel luogo. Nel rotolo è anche specificato di portarselo dietro. Ciò che leggera in quel foglio è molto semplice “Piccola Koharu, sei cresciuta ormai ed è il momento per te di sottoporti alla prova. Ti aspetto nella mia stanza” non c’è una vera firma, solo un kanji ben disegnato a rappresentare l’infinito. Perché è ciò che lui è: l’infinito. Quel clan lo ha rimesso in piedi anni orsono, lui ha riscoperto l’utilizzo corretto dei loro geni, l’antica storia degli Otsotsuki è nascosta ai più ma il loro futuro è ben chiaro nelle mani di quello che tutti conoscono come il capoclan. Una figura misteriosa che si firma sempre e solo con quel clan. Tradizioni che si legano al rispetto per un grande condottiero fan sì che nessun altro in quel clan osi imitarlo. La ragazza saprà sicuramente cosa l’attende o almeno a grandi linee, in molti parlano della prova senza mai specificare in cosa consista ma sa che solo dopo averla superata si potrà finalmente essere un membro reale di quella casata, il proprio nome acquisterà un valore del tutto nuovo. Per chi fallisce? Nessuno lo sa bene, chiunque non l’abbia superata se ne è semplicemente andato, abbandonando per sempre quelle mura. Fuori piova ma è davvero importante? Si sente l’acqua sbattere sul legno dell’edificio, sulla passerella esterna che dà a quegli splendidi giardini e sul tetto di cotta, quella sede sembra essersi fermata nel tempo, non c’è accenno di tecnologia, nuovi modi di costruire, alti palazzi forse la sovrastano ma chiunque ci entri può quasi respirare l’antichità su cui si fonda. Kagegakure è un villaggio nato dalla distruzione e similmente la sede degli Otsostuuki è così classica da volersi erigere come vessillo di un passato lontano ma non dimenticato, loro sono rinati dalla distruzione ma loro restano attaccati alla propria storia dimenticata. Il rotolo ha un color blu acceso all’esterno, per questo se Koharu inizierà a camminare chiunque incontri le sorriderà gentilmente come in un saluto pieno di speranza e le indicherà la strada da seguire. Alla fine del suo viaggio una semplice porta in legno e carta di riso di parerà davanti a lei, al centro sembra esserci un meccanismo, un semplice buco, delle dimensioni di quel rotolo che tiene in modo, profondo parrebbe proprio come l’oggetto che le è stato chiesto di portare. Il legno è semplice acero, gli occhielli lo rendono pregiato agli occhi dei più esperti e semplicemente luminoso agli occhi di chi ne sa meno. Per quanto sembri semplice e poco resistente basta uno sguardo per sentirsi completamente schiacciati da quell’ingresso, forse è la solennità con cui si viene chiamati lì, forse la consapevolezza di cosa c’è lì dietro, di qualsiasi cosa si tratti rende la porta classica imponente e quasi opprimente. [quest chiusa][no tempo]

18:22 Koharu:
  [Sede del Clan Otsutsuki] Un fitto banco di nuvole copre il cielo di Kagegakure. La pioggia batte incessantemente sul villaggio e non sembra voler smettere. Una fredda e uggiosa giornata d’inverno, che sembrerebbe non avere nulla di particolare. Nessuna festività, nessuna ricorrenza. Lo stesso non può dire la piccola Koharu. Sulla sua scrivania, tenuta sempre in rigoroso ordine dalla ragazza, di ritorno dagli archivi ha trovato un rotolo dal colore blu acceso. Un oggetto non familiare e soprattutto in un posto in cui la piccola non lo avrebbe mai lasciato. Pochi istanti dopo, lei capì, lo aprì e lo lesse. Il cuore in gola, una lacrima le riga il pallido viso, che ricorda il candore della Luna. Quel giorno finalmente è arrivato e lei, con il suo solito passo solenne, calca i corridoi della sede del clan Otsutsuki. Quelle strade così tortuose e intricate per lei non hanno segreti, essendo sempre vissuta all’interno della sede del clan. Indossa una veste color ghiaccio con i bordi dei baveri e delle maniche, nonché la cintura che la stringe neri, che si interrompe alla metà della coscia. Un paio di pantaloni, sempre color ghiaccio, proseguono naturalmente e completano la veste che indossa. Le larghe maniche occultano le mani fino alla metà del palmo. La folta chioma bianca, sempre ben curata, è lasciata libera di poggiarsi sulle spalle e sulla schiena. Il freddo del legno viene percepito, passo dopo passo, dai piedi scalzi della ragazza. Ogni ticchettio delle gocce pare scandire il suo passo, lento ma deciso. Nella sua mente, un turbinio di pensieri le impedisce di focalizzare la sua attenzione su qualcosa di specifico. È stata convocata dal capo del clan, oggi è il giorno della Prova. Mai si sarebbe aspettata questo giorno, che rispetto ad altri suoi conoscenti è tardato ad arrivare. Pensava di non essere degna. Pensa di non essere degna. Lei, figlia di due membri del clan, dopo oggi potrebbe perdere il diritto a chiamarsi tale e dovrebbe abbandonare quella struttura in cui ha passato tutta la sua vita. E sua madre. Il pensiero del fallimento la spaventa, ma dopo l’incontro con la sorellastra alla sede del clan è più motivata che mai a confermare ciò che lei è. Non ha voluto incontrare la madre, che sicuramente è a conoscenza della convocazione. È ancora arrabbiata con lei per il passato che le è stato celato, ma l’esito della Prova potrebbe portare alla fine dei dissidi tra di loro. Non incontra nessuno per la strada, o meglio, non ha notato la presenza di nessuno per via della noncuranza che sta prestando la ragazza al mondo esterno. E così, dopo un viaggio durato sia ore che pochi secondi, la piccola kusana si trova di fronte a quella porta. Così semplice. Così imponente. Eppure così piccola. La ragazza di fronte a sé nota quella che sembra una serratura da colmare con la sua convocazione. Le palpebre celano per un istante i suoi occhi azzurri, di ghiaccio. Un respiro profondo. Il rotolo viene posizionato dalla piccola nel foro predisposto e il cuore non smette di battere senza controllo.

Appena la ragazza pone il rotolo nel suo posto le porte andranno semplicemente ad aprirsi. Non vede nulla, accecata. La sensazione è la solita, proviene da un luogo che per quanto illuminato a causa della pioggia risulta comunque abbastanza in penombra, oscuro soprattutto se confrontato alla luce che emana quell’ingresso. Gli occhi hanno bisogno di tempo per adeguarsi e sarà, in effetti, solo dopo aver compiuto il primo passo per entrare che finalmente inizierà a mettere a fuoco qualcosa. Mentre la genin sarà impegnata a recuperare il corretto uso della vista e ad abituarsi alla luce la porta la sospingerà appena mentre si richiude così da farla effettivamente entrare. Ora potrà vedere. Non ha caldo eppure quel luogo sembra andare a fuoco, il terreno ai suoi piedi risulta brullo, secco e cosparsa di profonde crepe che corrono ovunque, come se la terra stessa stesse per aprirsi, un’implosione di quel mondo, di quella stanza la minaccia. Intorno a lei solo calore, non lo percepisce ma lo osserva, tremola l’aria all’altezza del suo sguardo, la lava corre lungo quei vulcani in lontananza e quello più vicino a distanza di sicurezza ma alla sua destra. Erutta, i lapilli vengono lanciati con forza e ricadono su quei fiumi rossi, scendono come draghi minacciosi verso il terreno e poi si riversano in quelle crepe, riempiendole. Il mondo è giunto alla sua fine, siamo pronti. La cenere la fa da padrone, riempiendo completamente l’aria dai due metri in su, rendendole quasi impossibile scorgere con chiarezza oltre a quell’altezza. <benvenuta> una voce femminile estremamente delicata potrà distrarla da quella sensazione, cercando da chi proviene la ragazza potrà vedere quella donna dalle forme generose. Un lungo e classico kimono grigio freddo a coprire quella candida pelle, al di sotto la sottoveste rossa che sporge appena nel lato superiore dell’abito, mostrando il doppio strato, le spalle sono completamente nude così che possa vedersi la coda di quel drago ornamentale tatuato in nero sulla clavicola destra e che scende lungo il braccio coperto. Obi nero in vita e piedi scaldi. I capelli sono elegantemente raccolti, proprio come la tradizione vorrebbe, un fermaglio di un drago in madreperla a tener fermi quei capelli bianchi nella loro radice e che vanno a scurirsi verso le punte, un effetto ombrè che arriva al nero. Gli occhi sono di un grigio chiaro, proprio come la cenere che vortica in quel luogo, così chiari eppure così penetranti. Se Koharu si paragona spezzo al ghiaccio allora quella donna può essere cristallo puro, così chiara, così candida e così sicura. Potrà ovviamente riconoscere in lei la figura di una delle compagne del capoclan, lui si mostra poco ma è risaputo che spesso è a quelle quattro donne che delega alcuni compiti. Kessho Otsostuki ecco in presenza id chi è. Per molti lei è il drago. Queste le informazioni che qualsiasi membro possiede su di lei, soprattutto chi in quel posto ci è cresciuto. La bellezza della donna appare come incontestabile mentre resiste alla distruzione con elegante compostezza, sorride verso la ragazzina <allora sei pronta?> una domanda molto semplice, la voce è calda, accogliente e in qualche modo ipnotica, come se volesse condurla solo parlandole. Un sussurro figurato nella mente, una proposta allettante da accettare.[quest chiusa][no tempo]

19:17 Koharu:
  [Sede del Clan Otsutsuki] Quella semplice porta inizia ad aprirsi. La tensione sale, la gola si fa secca. Non avrebbe mai pensato che la Prova sarebbe arrivata anche per lei, ma invece eccola qui. Lei ha sempre sentito gli altri membri del clan parlarne, ma non è mai riuscita a capire di cosa si trattasse effettivamente. La luce della stanza satura i recettori degli occhi di ghiaccio della piccola, che rimane momentaneamente accecata. Un passo, pensieri confusi, timore e la porta si chiude di nuovo, dolcemente, dietro di lei. Dopo qualche istanti riesce a cogliere i dettagli del nuovo luogo in cui si trova. Lo stacco di temperatura che percepisce la mette a disagio ed inizialmente la piccola crede sia dovuto all’agitazione, ma solo dopo che le sue grandi iridi azzurre si posano su ciò che la circonda capisce il motivo. Sotto ai suoi piedi non c’è più legno, ma un terreno arido. La stanza è un mondo a sé, con vulcani in eruzione e la cenere che le limita la visuale. La piccola è sopraffatta da tutto ciò che lo circonda, così strano, celato all’interno della sede del Clan. Non ha la minima idea di dove si trovi, perché pensava di trovarsi in una semplice stanza costruita sulla falsariga di tutte le altre, invece no. Sarà mica la fine del mondo? Migliaia di pensieri confusi continuano ad affollarsi, uno sovrastando l’altro, nella mente della piccola. Il turbinio della sua mente viene poi interrotto da una candida voce che la accoglie, in decisa antitesi con l’apocalisse in cui si è ritrovata in quel momento. I suoi occhi di ghiaccio si posano sulla donna. Dopo qualche istante di messa a fuoco e di riordinamento delle idee e dei racconti di sua madre, capisce con chi ha a che fare: il drago, Kessho Otsutsuki. Non l’aveva mai incontrata prima di quel momento, ma neanche si sorprende del fatto che il capo clan non sia effettivamente presente. La solennità e il candore della donna che ha di fronte richiamano quelli della piccola Koharu, ma in maniera decisamente più amplificata, di una persona che ha vissuto e che è ad un livello nettamente superiore al suo. <Salve… Kessho-sama> si appresta a dire la ragazza, con il suo filo di voce calmo e gelido, mentre va a porgere un inchino solenne con le mani poggiate sulle cosce, in segno di profondo rispetto. Una volta terminati gli ossequi, risponde poi alla donna <Si, sono pronta> con un tono più deciso, ma sempre solenne e pacato, quasi sospirato. Le sue parole si disperdono in quell’ambiente così ostile, con quel caldo che le rende difficile essere totalmente a suo agio. Serra la mascella, poi deglutisce. È pronta veramente.

La donna continua ad osservarla mentre il mondo intorno a loro raggiunge il collasso, sembra come sospeso nel tempo, sempre pronto ad implodere, pronto a distruggersi condannando anche loro alla fine e al tempo stesso non procede mai. Un continuo peggiorarsi condito da quei lievi miglioramento che permettono di mantenere l’equilibrio, sul precipizio ma non per questo giù in caduta. Nulla può turbare quella figura che se ne resta semplicemente nel mezzo e sorride all’inchino della ragazza, a differenza di molti altri la ragazzina è stata cresciuta dal clan, lo si può notare in ogni suo gesto dal sapore antico. Loro sono il vecchio che è pronto a conquistare il nuovo, sono ciò che è stato dimenticato < prima di poter sostenere la prova devi richiamare il chakra> ammette semplicemente appena la ragazza si dichiara pronta a sostenere quel solenne momento. Un ninja non è nulla se non può accedere a quella grande riserva di forza ed energia. Non aggiunge altro quindi se non un piccolo passo indietro, come per volerle concedere maggiore spazio e quindi una maggiore concentrazione, allunga appena la mano destra con il palmo rivolto verso l’alto a darle quindi il permesso di eseguire l richiamo, senza venir percepita come una minaccia, una concessione quella della donna che si mostra solenne con ogni parola ed ogni gesto. Tutte le compagne del capoclan sono famose nel clan per i loro modi che rasentano la perfezione, ognuna di loro ha le sue particolari abilità e sono di fatto il volto di quel personaggio ai più sconosciuto. Non resta che attendere con pazienza l’0esecuzione di quel richiamo da parte della piccola genin finalmente chiamata a quella prova. Chiude le palpebre e l riapre, un battito di ciglia lento e pacato, hanno tutto il tempo del mondo seppur paia che lì di tempo non ce ne sia più. L’impellenza di doversi salvare dalla lava, dai vulcani, dal calore e dell’esplosione contrapposta alla calma mostrata da quella donna che non teme d’essere colta di sprovvista, non teme di vedere la sua vita finire in quel mondo[quest chiusa][no tempo]

21:14 Koharu:
  [Stanza del Capoclan Otsutsuki] La fragilità di quel mondo in cui si è trovata la piccola Otsutsuki non fa altro che aumentare la tensione nel suo animo. Tutto sembra distruggersi accanto a lei, ma anche ricostruirsi, come se stesse tutto per finire ma allo stesso tempo che non sia ancora giunto il momento della distruzione totale dell’ambiente sotto i suoi piedi scalzi e intorno a lei. L’apparente calma e compostezza che la ragazza emana nasconde il suo animo fragile e il timore misto a riverenza che prova nei confronti della donna di fronte a lei, una delle massime figure del clan. L’acidità tipica della ragazza è neutralizzata da quella presenza, alla quale non può né mancherà mai di rispetto per via dell’educazione che sin da quando era in fasce le è stata impartita. Ha sempre vissuto nell’ambiente sociale del suo clan e lo rispetta profondamente, non verrebbe mai meno all’antichissima tradizione di cui i suoi consanguinei e lei ne costudiscono il retaggio nel loro codice genetico. La donna fa un passo indietro, come per lasciarle più spazio, ma non è quella presenza ad inquietarla, così soave e cristallina. Le luci rossicce e offuscate dell’ambiente aumentano il contrasto delle due Otsutsuki, così pallide e bianche. La cosa che conforta la giovane, che non ha mai confidato pienamente nelle sue abilità ereditate, è che i tratti somatici sono esattamente quelle del clan, dalla testa ai piedi, così come l’indole e il rispetto dell’ordine, sintomo di una storia dalle radici profonde. Una volta che le viene intimato di prepararsi, la piccola non aggiunge alcuna parola e chiude gli occhi. Svolazzano le maniche quando giunge con fare deciso le due mani per comporre il sigillo della capra. Le palpebre celano le iridi glaciali di Koharu, la quale allontana dalla sua mente tutti i pensieri negativi. Questo è il momento della resa dei conti, la Prova. È il momento in cui può dimostrare che la sua vita è all’interno del clan, così come è stato a quel momento, e che è pronta per dimostrarlo. Concentrazione profonda. La mente si espande e l’energia mentale viene richiamata, come prima cosa. La piccola è sempre là, immobile e silenziosa, con il sigillo composto. Ora il suo focus si sposta sull’energia fisica. Una volta che visualizza e richiama le due energie, esse andranno poi ad unirsi, con la catalizzazione del sigillo della capra, per andare a formare quella che è la riserva di energia fondamentale, da cui attingere per l’esecuzione delle strabilianti tecniche di cui ogni ninja è capace: il chakra. Una fiammella bluastra si fa sempre più viva al centro dei suoi pensieri e sente dentro di sé l’energia richiamata che la innerva. Il vento, elemento primario del suo chakra, alimenta la fiamma e la rende sempre più viva e accesa. Se questo processo fosse andato a buon fine, la piccola sarebbe pertanto pronta ad affrontare con tutte le sue forze e le sue conoscenze la Prova, avendo impastato il chakra come le è stato richiesto.

Bene, ci siamo finalmente la prova sta per iniziare. La donna lascia tutto il tempo a Koharu di richiamare il chakra attendendo di vederla riaprire gli occhi, ora che forte il chakra scorre dentro di lei. Aspetta pacata ancora una volta senza mostrare segni di forza. Poi si avvicina. Un paio di passi lenti ed eleganti mentre scalza si muove su quel terreno brullo, superando una crepa dopo l’altra come se non fosse importante, quella potenza della lava, la forza ed il calore del fuoco che scorrono in lei. <bene> replica semplicemente andando ora a ridurre le distanze. Così vicina che l’altra potrà sentire il calore del corpo, il suo fiato umido vicino, il profumo così simile a quello di un focolare, legno e sandalo probabilmente la fragranza che emana. Il sorriso svanisce dal volto <ora è il tuo momento, mettiti in contatto con i tuoi geni, riscopri chi sei ed espandi il tuo chakra, apri la porta e permettimi di entrare nella tua dimensione> istruzioni brevi e forse anche poco chiare ma di più non può dirle, sarà la ragazzina id ghiaccio a dover trovare il modo corretto, ognuno segue la propria strada ma arriva sempre e comunque all’obiettivo, almeno coloro che hanno ereditato quella particolare abilità. Un ciuffo le sfugge dal fermaglio e scivola lungo il suo collo nudo, sulla sua spalla andando ad adagiarsi al seno appena scoperto, l’accarezza, elegantemente la rende umana non più solo cristallo. Gli occhi grigi osservano la ragazzina, chiara cenere sul suo volto che si punta invece sull’altrui ghiaccio, ancora una volta in attesa ma ora fremente, curiosa di vedere se lei ci riuscirà, ci sono alte aspettative[quest chiusa][no tempo]

22:08 Koharu:
  [Stanza del Capoclan Otsutsuki] Il chakra innerva la piccola, che adesso può attingere al potere che risiede dentro di lei. Gli occhi si aprono e le iridi di ghiaccio si focalizzano nuovamente sulla donna di fronte a lei, che inizia ad avvicinarsi avendo capito che la ragazza è pronta. Le mani si disgiungono e tornano al loro posto, vicino ai fianchi. Le avversità del mondo che la circonda ormai non la infastidiscono più, ci si è abituata, come se l’ambiente fosse diventato quasi familiare. Anche la presenza di Kessho e la sua statuaria calma le infondono sicurezza e non più avversità. Il cuore batte sempre più forte, ad ogni passo che la donna compie verso di lei, fino a che non è vicina a tal punto che il suo profumo riesce ad entrare nelle sue narici e ad essere processato dal suo cervello. <La mia… dimensione?> chiede la piccola, con il suo gelido soffio di voce calmo, ma allo stesso tempo intimorito. Le parole della donna di fronte a lei sono criptiche, ma allo stesso tempo precise. Come se tutto fosse scritto da qualche parte, dentro la piccola kusana. Senza indugiare ulteriormente e continuando con la Prova, la ragazza chiude gli occhi. Visualizza una fiamma blu ardente, ovvero la sua riserva di chakra, viva e appena preparata per il suo utilizzo. Le parole di Kessho rimbombano nella sua testa: riscopri chi sei. Chi è lei? Il suo vissuto le si ripresenta come sfondo del chakra che arde dentro di lei. Ricordi vaghi e sfocati della sua infanzia, di Kusa, delle vaste praterie i cui fili d’erba vengono piegati dal vento. Poi il vuoto totale, e poi Kagegakure, uno stacco netto nei suoi ricordi che risultano però incompleti. L’assenza del padre in ognuno di essi, la presenza di una madre amica e maestra. Il giorno dell’esame Genin, la scoperta dei suoi veri legami di parentela. Lei è una Otsutsuki, lo è sempre stata. Dopo questo rapido viaggio nella sua memoria, visualizza il sangue, portatore del suo materiale genetico, che scorre nei suoi vasi circolatori, e il centro di esso, il cuore. Vede la fiamma con cui rappresenta il chakra ardere sempre di più, fino a riempirle tutto il corpo e a bruciare quello che è il suo cuore, il quale non si scompone, ma arricchisce la riserva del suo potere. La fiamma arde, sempre di più, cambia colore e diventa bianca, pallida come la sua pelle. Si focalizza su questo. Il suo materiale genetico, il cuore che pompa il suo sangue, può modificare quella che è la fonte del suo potere e sprigionare la sua abilità innata. Cerca di sentire intorno a sé quella che è la sua dimensione, generata dall’unione del suo retaggio e quella del suo potere. Dentro la sua mente vede lei, Koharu, su uno spiazzo di terra. Un ambiente totalmente diverso, con delle nuvole in tempesta che imperversano su di lei e dal quale una fioca luce filtra e le fa brillare la pelle candida. Sotto lo spiazzo si staglia una catena montuosa, ai cui piedi una pianura di spuntoni di terra si estende fino all’orizzonte. Questi pensieri le riempiono la mente in maniera inconscia. Ma non è da sola. In questa dimensione da lei immaginata, è presente anche lei, Kessho. Glielo fa ricordare la fragranza sprigionata da lei, che l’ha accompagnata durante tutta la fase di concentrazione e che le ha fatto mantenere il contatto con la realtà. Questa è la Prova definitiva per Koharu e l’impegno che ci sta mettendo è tutto legato alla sua volontà di dimostrare di che pasta è fatta e soprattutto che merita il cognome che porta.

L’ambiente si modifica mentre la ragazza espande lasciando che quindi quella desolata e bruciante dimensione lasci il posto ad una altrettanto arida ma meno pericolosa. Le nuvole così basse da poter quasi essere toccate, la vastità di quella distesa di terra, le montagne tutt’intorno <benvenuta Koharu> la voce è tranquilla, lei torna a sorridere <ora puoi tornare nelle tue stanze, hai superato la prova> lo spiega in maniera molto semplice, infondo quella famosa prova altro non è che la prima attivazione d’innata, scoprire se chi hai davanti è davvero in grado di accedere a q2uelle dimensioni, richiamare a sé ed utilizzare l’antico potere. La donna fa qualche passo indietro attendendo che la ragazzina rilasci la propria innata e quando questo succederà, allora potranno tornare entrambe in quella semplice e spoglia stanza. Solo il tatami a far da compagnia in quelle quattro mura di carta di riso completamente spoglia, non c’è altro, nemmeno a terra i segni del passaggio di qualche mobile, quasi non stessero mai davvero in quel luogo, infondo possono viaggiare più lontano di chiunque altro restano fermi perché allora arredare la stanza? Perché viverci quando puoi fare tutto questo? Forse non è questione di arredamento o di case vecchie e nuove è solo questione di ciò che si è, loro sono antichi, il loro potere è unico e distante da qualsiasi altra innata e questo li ha resi sicuramente diversi, persino nell’approccio alle cose più semplici come la scelta della propria stanza. Un capoclan sconosciuto e quattro donne a fargli da compagnia, nomi altisonanti a cui difficilmente si collegano i volti, le loro descrizioni sono così accurate però da renderle assolutamente riconoscibili, è solo l’uomo a capo di tutto questo che resta un mistero, inafferrabile proprio come il fumo, nascosto forse nella cenere in cui erano sommerse fino a poco fa. Poco importa ora la ragazza può andarsene con la consapevolezza d’essere davvero una di loro[end]

22:32 Koharu:
  [Stanza del Capoclan Otsutsuki] Gli occhi si aprono, ma un osservatore esterno li vedrebbe non più del loro colore naturale. Sono bianchi, come i suoi capelli, come la sua pallida pelle. Modificazione fisica che avviene quando si riesce ad attivare quella che è l’abilità innata. Il mondo intorno a loro è cambiato. Kessho e la piccolina adesso si trovano proprio nel luogo che era venuto in mente alla ragazza durante la sua fase di concentrazione, quando ha seguito le indicazioni della donna e ha fatto sì che il suo codice genetico si amalgamasse con il chakra. L’emozione è forte. La piccolina è riuscita ad attivare per la prima volta la sua abilità innata ed era questo a cui si riferiva Kessho. Questo era lo scopo della Prova. Koharu volge lo sguardo sopra di lei e vede quella tempesta che sembra così vicina, minacciosa, ma non pericolosa. Poi guarda con i suoi occhi di ghiaccio la compagna del capoclan. Non si scompone, ma un piccolo sorriso di gioia viene abbozzato. Lo sguardo di compiacimento e l’interruzione da parte della donna sono presagio di successo. La ragazza così chiude gli occhi e immagina che tutto il chakra che ha amalgamato con il suo retaggio e che ha espanso attorno a sé si disperda, come se in qualche modo rientrasse dentro di lei. Gli occhi si aprono di nuovo e stavolta è di nuovo in un altro posto. Una semplice stanza, come quella che si aspettava prima di infilare quel rotolo nella serratura. <La ringrazio, Kessho-sama…> afferma la ragazza con il suo tipico tono pacato e solenne, per poi aggiungere <…per me è molto importante. Questa è la mia vita> concludendo. È fatta. La ragazza ha ereditato i geni giusti e riesce ad attivare la sua abilità innata, che le permette di poter creare una dimensione elementale e attingere a quell’elemento, come se fosse suo, oltre che a controllare l’ambiente circostante a suo piacimento. La ragazza è visibilmente emozionata, perché pensava che quel giorno non sarebbe mai arrivato. Invece eccola qua, fiera di essere ritenuta pronta e soprattutto finalmente parte al cento per cento della famiglia con cui è nata, cresciuta e vissuta fino a quel momento. Fiera di essere quello che è, una Otsutsuki. [end]

Benvenuta!
Tralasciando che avrò sbagliato il tuo nome almeno mille volte nei fati (sorry ahaha) te la sei giocata bene! Buone descrizioni e anche la caratterizzazione.
Semplice ingresso visto il bg, si è trattato solo del primo richiamo innata.
A farti da guida una delle quattro donne del misterioso capoclan Kessho il dragone.

No exp perchè il premio è già il clan