Terapia D'urto
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Giocata del 09/01/2022 dalle 14:58 alle 21:26 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
Oh vorremmo il sole, il caldo, e l'estate vero? Beh, non tutti almeno lo desiderano, difatti questa non è altro che l'ennesima giornata di freddo e pioggia che si abbatte su Kagegakure. Nemmeno la rossa desidera il sole, figlia della pioggia da troppo tempo, quello non è altro che il richiamo al proprio essere, al proprio passato. Le gocce cadono veloci, battono sui rami rinsecchiti di ciliegi senza bellezza, solo contenitori vuoti e privi di vita quasi, ma dormono semplicemente in attesa di una stagione migliore. Non sembra esserci troppo andirivieni lungo la via principale di quel bosco artificiale, troverà qualche anima coperta da qualche ombrello scuro correre via in favore dei punti nevralgici della città, qualcun altro a nascondersi sotto qualche piccola tettoia sparsa lungo il viale. Ella non porta nulla con se, non ha alcun ombrello, le gocce pesanti cadono sul capo rendendolo più scuro, pesante, d'un rosso violento che diviene sangue sul viso pallido e perfetto, privo di trucco o qualsiasi sorta di emulazione di bellezza. Le azzurre torbide fendono lo spazio d'innanzi, calme, lente, come i pensieri che l'assillano come una lenta cantilena che nasce dalle rosse labbra. Le morbide gemelle che sussurrano qualcosa a bassa voce, troppo bassa per chicchessia, accompagnando il lento passo con compostezza. Il calore si tramuta in nuvolette d'innanzi il viso bagnato, così come le vesti scure che si presentano pregne di quell'acqua, segno che da molto tempo che vi sosta sotto senza fare una singola smorfia. La copre di fatti una cappa nera, il collo alto fino al mento, le lunghe maniche scure coprono fino alle mani lasciando nascere solo le sottili dita e le unghie laccate in nero. La veste che scivola verso il basso come un pesante drappo, giunge fino a metà dei polpacci lasciando nuda la pelle pallida. Ai piedi solo dei sandali da shinobi. La parte davanti della veste è lasciata aperta, mostrando poco del proprio corpo, se non una maglia con una profonda scollatura, e un paio di shorts scuri per la vita. Non ha alcun coprifronte a relegarla ad un villaggio, o settore come lo chiamano adesso, non porta niente che non sia quella semplice katana legata al fianco sinistro. Il chakra è già stato impastato dalla mattina stessa, e avanza senza un vero obiettivo, solo per la bellezza di camminare sotto quella pioggia, solo per avere la bellezza di quello stesso loco lugubre per sè stessa. [chakra on] [Bosco dei ciliegi] La pioggia di certo non lo ferma, non è il tipo da chiudersi in casa, soprattutto ora che si trova nel momento deciso per quanto riguarda la sua crescita come ninja. Si trova appunto nel bosco dei ciliegi il ragazzo, ha camminato un po' e si è fermato sotto uno dei tanti alberi, seduto, come se fosse in meditazione. Le fronde gli offrono un apparente riparo dalla pioggia, che comunque filtra fra i rami ed irrimediabilmente l'ha bagnato completamente. I capelli corvini sono attaccati al viso asciutto dagli zigomi definiti, sbarbato e giovanile. Le iridi blu sono sbarrate davanti a se, immobili, segno che è immerso nella sua immaginazione. Si sta palesemente concentrando, infatti le mani si intrecciano davanti al suo petto a formare il sigillo della capra, quello necessario per impastare il chakra. < Perché non riesco... > Sbuffa. Ovviamente non si riferisce all'impasto vero e proprio del chakra, ma all'eseguire tecniche di Ninjutsu. Inspira profondamente, cercando di sentire l'energia fisica e quella mentale che s'intrecciano al centro del petto per poi espandersi. E' riuscito a controllare il Genjutsu, ma ancora non il Ninjutsu, nonostante gli abbiano detto che è possibile farlo. Si trova comunque seduto a terra, con le gambe incrociate. Indossa pantaloni neri lunghi e stivaletti in cuoio, alla coscia destra vi è un porta-kunai, con all'interno un singolo Kunai appunto, che ancora non sa usare al massimo. Sopra invece indossa una semplice maglia, sempre nera, completamente zuppa d'acqua che aderisce al fisico muscoloso ma longilineo. Le maniche sono corte, pare non subire il freddo della pioggia, dato che si trova in uno stato di assoluta concentrazione. Per ora non nota la figura di Sango. Dove la pioggia cade, l'erba cresce. I Kusani hanno probabilmente una filosofia tutta loro che a dirla tutta potrebbe apparire molto dozzinale. Eppure guarda un po', piove e nel bosco dei ciliegi c'è un membro del quartiere dell'Erba che trotta scavalcando le pozzanghere, vestito con una tuta palesemente di sintetico, scarpacce da ginnastica ormai belle fradicie e una giacca impermeabile color verdone dal cappuccio bello tirato su. <Hop, hop, hop> si dà il ritmo sia con la voce sia con le braccia, ad ogni falcata corrisponde lo slancio dell'arto superiore opposto, con ritmo più o meno sempre costante. A tracolla ha una sacca, anch'essa impermeabile, che col suo kanji cubitale "POSTA" stampato sopra sobbalza obliqua sulla sua schiena. Gli occhi grigi sono assottigliati per ridurre il fastidio delle gocce d'acqua che cadono dal cielo, mentre da sotto il cappuccio qualche scorcio di una corta chioma color platino ogni tanto fa capolino. Trotta, quindi, dicevamo, nel bosco dei ciliegi, casualmente a poca distanza da Ieyasu e Sango, peraltro ben udibile a darsi così il ritmo e con quell'andatura per nulla discreta... Per quanto non ci siano molti, inutile dire che qualche anima vivente apprezzi la pioggia, non solo lei. I passi la porteranno in breve tempo nelle vicinanze del Sunese, potrebbe semplicemente andare avanti, scivolare lungo le pozzanghere alla ricerca di un posto ancor più isolato, privo di vita, di rumori, per rintanarsi ancora nella natura alla ricerca di quel collegamento con le evocazioni che par esser perduto. Ma qualcosa l'attira, un movimento alla periferia del proprio sguardo dritto, stanco, che si riattiva. L'azzurro che diviene un lampo , solo quello andrà a muoversi in direzione del corvino, sottili le iridi nelle palpebre semi chiuse, fendere la pioggia le riesce ancora bene, per volgersi a quei metri di distanza che li separano adesso. Pochi in effetti, poco più di un paio. Lo stesso corpo si ferma nell'osservarlo dall'alto, ne riconosce il sigillo caprino posto al suo vertice, e morbide le gemelle si schiuderanno docili < devi prima saper impastare il chakra > suppone, quella concentrazione serve specialmente a quello, a impastare la loro energia primordiale. La voce si presenta bassa, calda, lievemente roca, di certo non è una ragazzina quella che sta parlando adesso. < e forse dopo potrai fare altro > ha sentito la sua frase? Forse, ma nulla verrà detto in aggiunta, solo in semplice attesa davanti alla sua posizione seduta, ferma, con una mano che oscilla brevemente sull'elsa della propria katana atta a carezzarla, ignorando al momento il postino poco distante < provaci, e concentrati sulle due energie . Mente e corpo, visualizzale qui..> indica la sua fronte < e qui..> indicando il proprio ventre col medesimo indice < trovale e uniscile al tuo plesso solare > questa volta la man dritta andrà ad indicare il corpo del giovane ragazzo, li al suo plesso solare, stendendo la mano e il braccio < e forzale a divenire un unica cosa > perchè lo sta facendo? Perchè gli sta indicando il modo preciso per poter impastare il suo di chakra? Eppur non ha alcuna risposta, solo l'istinto, come molto tempo prima è ancora una Sensei dopotutto. Possono passare anni, decenni congelata al cuore della terra, eppur qualcosa è sempre rimasta tale, come la sua innata propensione all'arroganza che si mostra li, in quel mento lievemente alto, nello sguardo lapidario che si trasferisce sullo sconosciuto, nell'azzurro fermo e tempestoso di iridi che paiono volerlo inghiottire. A lui sceglier cosa fare, se seguire i suoi consigli o tentare invano dopotutto. [chakra on] [Bosco dei ciliegi] Si desta in poco tempo dalla sua concentrazione nel vedere un po' di movimento davanti a lui, prima Sango, poi Jiji. Per un attimo le mani rilasciano il sigillo della capra e le iridi tornano a vedere colori e forme del bosco dei ciliegi, le orecchie tornano a sentire. Pian piano quindi anche la sua mente fa la sua apparizione nel mondo reale. Lentamente si alza, mettendosi in posizione eretta. Prima osserva il postino, riesce ad intravedere il kanji che indica appunto cosa vi si all'interno <Mh? C'è posta per me? > Commenta rapido prima che sango prenda la parola, da come parla ovviamente sembra qualcuno di esperto. Ascolta circa le stesse parole sentite in accademia, alle quali annuisce. < Grazie signorina > Un lieve sorriso, prima di riprendere il sigillo con le mani, il sigillo della capra appunto. Occhi fissi davanti a se, dita intrecciata all'altezza del petto. Sente prima l'energia mentale, a livello della fronte, la visualizza. Stessa cosa a livello del ventre, cerca di sentire anche questa forza. Poi, prova a far fluire le due energie, insieme, all'altezza del petto, per mischiarle, e quindi impastare il chakra, fondamentale per tutto il resto. Respira profondamente dal naso, socchiudendo per un attimo gli occhi, immaginandosi una spirale al centro del plesso solare. < Il mio problema, è che poi non riesco a canalizzarlo il Ninjutsu, ma solo Genjutsu. > Il postino in questione appare da dietro un albero nel suo percorso che pare più una corsa di resistenza, proprio nei pressi di Sango e Ieyasu mentre la loro conversazione ha inizio. Le mani sono avvolte in dei guanti ninja, che testimoniano il suo essere, forse, più di un semplice portalettere. Dicevamo, appare nei pressi, continua a trottare, palesemente rallentando, ma va lungo. E quindi i due astanti potranno vedere il ragazzo continuare a trottare, poi corricchiare sempre più lentamente, in un cerchio attorno a loro, più e più volte, come se non gli sia capitata in testa l'opzione di bloccarsi di colpo sul posto. Rallenta che ti passa, quindi dopo almeno tre o quattro giri attorno ai due, finalmente ferma la propria avanzata, facendo dei profondi respiri per ossigenarsi il più possibile. Porta le mani chiuse a pugno sui fianchi e si protende un poco in avanti, come a far riposare la schiena. <*anf* Ehilà. *huff*> saluta tutti e due, col fiato grosso. Ecco probabilmente un allenamento in più per Ieyasu: mantenere la concentrazione anche con l'irruzione del Basanii sulla scena. <*puff*, nome?> domanda proprio al ragazzo moro, evidentemente per fare mente locale se ci sia o meno posta per lui. Viene distratta anche lei per un breve momento dall'arrivo di qualcuno di decisamente inaspettato li, adesso poi, sotto la pioggia con quella sacca che non fatica a notare ma di certo è lui quello che par esser fuori posto . Solleva il sopracciglio verso lo stesso, interrogativa anche nello sguardo < adesso si va in giro a cercare i proprietari delle lettere ?> oh, domanda più che legittima la propria domanda, mentre la sinistra trattiene ancora la propria katana < puoi smettere di correre attorno? > la lingua sfugge veloce alle labbra, tagliente, disturbata dal suo fare in modo tanto evidente. Le azzurre che si riportano al giovane moro, alla spiegazione, e anche alla brevissima apparizione d'un mezzo sorriso in ombra nel sentirsi chiamata "signorina". Sta marciando bene il soldato. Ha donato le sue spiegazioni, le stesse che chissà quante volte avrà sentito, e attende, osserva il suo impasto, la sua concentrazione, dovrebbe andar bene come possibile andazzo tanto che lo stesso Sunese si troverà a sentire una nuova forza dentro il proprio sistema circolatorio < migliorerai col tempo > con l'esperienza avrebbe imparato a farlo anche senza sigillo. Quasi inizierebbe di nuovo a camminare, andare oltre dopo aver dato quel piccolo insegnamento, riprendere la propria strada e trovare la propria pace, eppur nemmeno il tempo di voltarsi che le rosse gemelle si schiuderanno ancora < problema?> quasi sorpresa nel sentirlo pronunciare tali parole < non vedo alcun problema in questo. > taglia corto, decisa, la voce che assume una sfumatura più rigida, così come la mascella che si serra < Se sei un full genjutser o altro poco importa, col tempo e l'allenamento potrai specializzarti in altre arti che non siano la tua principale > solletica ancora quella spada, come fosse un suo stesso arto < io stessa per anni ho usato solo un'arte, ma ho scoperto che si può imparare molto se ne hai la possibilità, e anche la giusta spinta > sta ignorando al momento il povero Jiji, postino bisfrattato, in favore di qualcosa che per lei ha molto più valore, il valore di uno shinobi si mostra anche da quello, dalle motivazioni. < perchè vorresti utilizzare il ninjutsu e non qualcos'altro? > invadente, curiosa, di un lapillo nello sguardo che l'accende come un piccolo incendio che si nasconde sotto una bieca tenda d'acqua che continua a scorrere dal cielo. I kami sono li, continuano ad osservare. [chakra on] [Bosco dei ciliegi] Dovrebbe quindi sentire il chakra fluire dentro di lui. Un lieve sorriso quasi in risposta a quello della ragazza. Prima però, si volta verso il postino con il fiato corto. Rimane silente qualche attimo, sicuramente non incline alle emozioni il ragazzo. < Ieyasu, di Suna > Ci tiene a far conoscere anche il villaggio d'origine seppur non abbia la stessa valenza del passato. Attende qualche istante l'eventuale posta, prima di far crollare le braccia lungo i fianchi ed ascoltare Sango ed osservare la sua katana che stuzzica continuamente. Cerca il suo sguardo < Il Genjutsu è subdolo, distrugge la mente delle persone, le inganna > E lo dice con una nota sadica nel suo tono di voce, seppur non minacciosa ovviamente. Questo fa notare che va fiero delle sue abilità < devo però imparare anche a distruggere il corpo delle persone, per diventare più forte > Lui ora vede la soluzione del Ninjutsu, ma non è detto che quella sia la via. < Piacere di conoscervi > Si riferisce ad entrambi quindi < Il mio nome l'avete già sentito > Attende quindi. [Chakra ON] Ancora coi pugni sui fianchi si ritira su bello dritto e prende un ultimo, profondo respiro con il fiato che diventa una nuvoletta di vapore nell'aria intrisa di pioggia. Quindi si volta verso Sango e incrocia le braccia al petto. <A posto madama, sono fermo.> E' poco più di un ragazzino, avrà sui sedici anni. Molto più giovane di Sango e Ieyasu, evidentemente, ma già con una brutta cicatrice sulla parte sinistra della fronte, come se qualcuno o qualcosa gli abbia inferto un colpo che ha rischiato di aprirgli il cranio, almeno da quanto si vede far capolino da sotto il cappuccio della giacca impermeabile. <Eh, dipende: vado in giro a far consegne, ma se qualcuno fa quella domanda non posso mica dire di no senza aver controllato prima. E' questa la diligenza che premia un postino!> sentenzia con sicurezza <... e poi prima consegno prima finisco e prima posso andarmi ad allenare sul serio, mentre lavoro posso giusto darmi alla corsa di resistenza.> poi schiocca due dita, con l'aria di chi si è ricordato qualcosa di importante. <Mannaggia, non mi sono presentato. Mi chiamo Jiji. Ri-ehilà a voi.> E abbozza un inchino ingobbendosi con le braccia ancora conserte e inclinando il capo. <Hai una... faccia conosciuta. Ti ho visto su qualche manifesto?> domanda a Sango mentre scioglie l'incrocio degli arti superiori per recuperare la sacca a tracolla e aprirla giusto un po' per guardarci e rovistarci senza bagnare tutto il contenuto. <Ieyasu di Suna... con la I, giusto? Vediamo, Yenneferu, Iakinto, Yormu il gigante...> lo sguardo ora si illumina <Alè, sei fortunato, c'è posta per te.> annuncia estraendo dalla sacca, che chiude subito e si rimette a tracolla, un plichetto che porge al Sunese. <Stavate impastando il chakra? Sono un Deshi dell'Accademia Kusana, sapete?> si impiccia, cosa che forse non è molto da postino ma sorvoliamo. Apprende il nome, apprende la provenienza senza tuttavia intervenire, nulla scatta in lei a sentire quel villaggio, ne astio ne simpatia, è solo uno dei sei villaggi che si son salvati. Se egli ne cerca lo sguardo, lo troverà inciso su di lui, dall'alto al basso, orgoglioso nelle sue sfumature sebbene mostri anche quella curiosità che par renderla forse umana agli occhi di chi non la conosce. < per chi sa usare bene i Genjutsu..lo sono. Subdoli e infami > di certo non ha alcuna bella parola per quanto riguarda quell'arte, avendola già provata su di se non può che detestarla. < e allora allenati, in un arte che credi esser tua > di certo non ha bacchette magiche da donare per imparare, ma il pensiero verrà invaso da qualcuno di differente, dal pallido ragazzino che s'aggira come una molla li intorno. Lo stesso sguardo permane ferreo, ne andrà a vedere i lineamenti, la cicatrice vistosa al viso, tuttavia senza fermarlo davvero, anzi, lasciando che il suo vociare scivoli via come la stessa acqua, e che si limiti a fare il suo lavoro, non l'avrebbe di certo fermato lei. La mano sinistra scivola morta lungo il fianco, viene coperta da quella cappòa scura che mostra ancor meno, seppur sia quasi intenzionata ad andare davvero, a non trascorrere più il suo tempo li con degli sconosciuti. < conosciuta? > lo è davvero? Forse, chissà. < Sango Ishiba, membro della Shinsengumi > attualmente in vacanza, ma ciò non andrà a dirlo con ovvietà, che pensino d'avere davvero qualcuno dei cani del governo davanti a loro. < no > conferma rigida < stavo .. insegnando > ah quanto viene difficile pronunciare quella singola parola? Insegnare, come se potesse davvero tornare al passato e continuare li dove aveva smesso < Kusano..> lo stesso sguardo intenso che si volge di nuovo al postino in questione < di quale clan fai parte? > domanda troppo personale, ma non per lei, che attende in silenzio con un sorriso molto poco raccomandabile a sollevarle gli angoli della bocca verso l'alto. L'ombra del pericolo di cui si impregna lo sguardo, lo fissa, in attesa che osi anche solo pronunciare la parola Kokketsu davanti a lei. [chakra on] [Bosco dei ciliegi] Osserva il postino < si esatto > ed annuisce confermando lo spellino del suo nome < Non da biasimarti > Si vuole allenare ed è ammirevole < Io devo ancora fare la prima missione invece > Qualche attimo, quindi afferra la posta che pare essere indirizzata a lui < Mh... > Mugugna, scartando la lettera. Sconti vari, pubblicità < Ma che... > Leggermente turbato ma non biasima il lavoro del postino, si limiterà a gettare via tutto al prossimo cestino < Carta sprecata > Inspira, prima di cambiare totalmente discorso, per prima risponde Sango, che si, stava insegnando < Si esatto, mi stavo concentrando, riflettendo sul mio futuro da ninja e sulla mia scalata > Deve assolutamente fare carriera, ha perso fin troppo tempo < Quando avrai il tuo esame da Genin? > Dice riferendosi al Kusano < Oh sicuramente mi allenerò. Sentirete molto parlare di me > Un sorrisetto gli si dipinge nell'angolo destro delle labbra. Ha il mondo davanti a se, una miriade di scelte, deve soltanto decidere qualche strada percorrere. [Chakra ON] Ieyasu è poco felice del recapito. <Ahh, un altro di quei plichi di volantini, eh? Ne sto consegnando un sacco ultimamente. Anche se alcuni tendono a tenersi quelli con annunci piccanti.> fa spallucce, per poi rispondere interessato al ragazzo: <Mi esamineranno presto. Sembra che prima vogliano farmi ancora una lezione di ripasso... sto facendo allenamento anche per quello.> sorride un po' al moro. <Per come la vedo io meno si sente parlare di uno shinobi e più passa inosservato in missione, ma ehi, son punti di vista...> Quando sente parlare di Genjutsu, lo si vede irrigidirsi. Per qualche istante un tic nervoso all'occhio destro appare e scompare, rapidamente ma rimanendo abbastanza a lungo da essere individuabile. Scuote il capo, tirando su col naso. <Se vi state allenando con Genjutsu e Ninjutsu ditemelo, che mi allontano. Non per qualcosa contro di voi. E' un problema mio.> specifica rivolto a entrambi, forse un po' troppo sbrigativo e senza reali argomentazioni. Si distrae, rilassandosi, nel parlare con Sango: annuisce compiaciuto forse della propria capacità di osservazione <Ecco, appunto, se fai parte degli Shinsegumi sicuramente ti ho vista in giro, è difficile non riconoscervi.> spiega, salvo poi incassarsi di più nella giacca quando l'espressione di Sango cambia. <Veramente nessuno. Mi fu assegnato un cognome quando mi portarono qui a Kagegakure alla fine della guerra, Basanii... o almeno credo sia andata così. In realtà i ricordi più vecchi che ho sono di me già dentro alle mura... prima non c'è niente.> sembra deluso. <I ninja medici dicono sia amnesia, la stessa che mi ha platinato i capelli.> Se li indica: hanno quel colore tipico dei traumi belli forti. <Detto questo... non guardarmi così, mi fai sentire il bisogno di un adulto.> Sta usando la propria minore età come scudo? Li osserva entrambi in quello scambio che avviene, di posta non le importa molto in effetti, le viene recapitata alla propria abitazione, quanto più alla carta sprecata andrà a dare un occhiata in più. Andrà a concentrarsi, alla ricerca nel proprio essere della propria energia. La ricerca di quella meravigliosa pozza argentea che custodisce gelosamente, e se l'avesse trovata tenterebbe di imbrigliare il proprio chakra per intingerlo delicata al suo interno, un solo tocco, che se riuscito le donerebbe qualcosa in più, differente ma non agli occhi di alcuno. Tenterebbe di allungare la propria innata proprio verso la busta del Sunese, quella carta che tra le sue stesse mani prenderebbe a fremere per accartocciarsi, no, non proprio, andrebbe a piegarsi istantaneamente per formare una farfalla di carta, un origami. La stessa carta non solo cambierebbe forma, ma andrebbe a tingersi d'un rosso vivo al contatto col proprio chakra espanso fino ad essa, finendo per librarsi delicata in aria < che spreco > annuncia la stessa, richiamando quella farfalla alla propria mano adesso tesa verso di lei, li sull'indice andrà a muovere gli ultimi istanti di quelle finte ali. < che problemi hai verso le arti ninja > lo sguardo che torna al postino con lentezza, poco prima di attendere dunque la risposta al proprio vero e reale quesito, di quale clan egli faccia parte. Ma il cognome non le dice nulla, ripercorre la memoria indietro nel passato di più di dieci anni, ma nulla viene alla mente. < meglio così > annuncia statuaria < non ha senso ricordare la morte e la distruzione di tutto se puoi > se potesse cancellerebbe molte parti della memoria, solo per vivere senza il peso di ciò che comportano. < ti da fastidio il mio sguardo > sorride, ma non vi è benevolenza, non per un futuro shinobi dell'erbe < come preferiresti che ti guardassi dunque? > chissà se il duo riuscirà ad udire la nota di divertimento che sbava la propria voce rendendola lievemente più soffusa, come le fusa di un felino che si diverte con una preda, ma che ancora non attacca, non finchè non sentirà il sangue nero. < per uccidere velocemente, Ieyasu da Suna, posso anche consigliarti una katana, tranciare le gole di netto è molto più facile sotto certi aspetti, e molto più divertente per altri > più che un suggerimento par esser un dato di fatto, il suo. [chakra on][tentativo Ishibaku II| 2/4 + 2/4 controllo innata][48/50] [Bosco dei ciliegi] < Si, volantini... > Il tono di voce non è entusiasta e non fa un cenno quando parla di alcuni che si tengono i piccanti < Non ne ho bisogno > commenta spavaldo ed egocentrico < Capisco, buona fortuna per il tuo esame, magari in futuro faremo qualche missione insieme, se diventerai presto un Genin > Sicuramente non starà ad aspettare, vuole diventare Chunin, macinare missioni, far vedere ciò di cui è capace. Un'ambizione spesso anche molto pericolosa, può consumare l'animo. Le iridi si spalancano quando la carta prende forma fra le sue mani, che subito vengono ritirate, facendo cadere a terra il resto dei volantini. Osserva quella farfalla dirigersi verso la ragazza < Interessante.. > Il tono di voce nasconde lo stupore mentre Jiji approfondisce il discorso sull'identità di Sango, che comunque non tange Ieyasu. < No, non ci stavamo allenando, ma perché dovresti allontanarti? Nei sei intimorito? > Ha notato una nota di nervosismo nel suo linguaggio del corpo. Inspira profondamente, rivolgendosi di nuovo alla ragazza che trasforma la carta, cerca il suo sguardo, dritto negli occhi < Che genere di abilità è questa? > Curioso < Una Katana > Ed osserva un attimo quella in dotazione all'altra appunto < Beh, sarebbe molto interessante, vorrei imparare ad utilizzare uno strumento così diretto > Sorride < Ma anche il manipolare il fuoco può essere interessante, pura distruzione... > [chakra on] <E come no.> accetta la proposta di Ieyasu senza troppi problemi. Sembra pensieroso alla domanda di Sango sul come guardarlo. Ma scuote il capo dopo poco. <Mmmh, lascia perdere. Non decido io come vogliano guardarmi gli altri, devo imparare a sostenere le loro occhiate. Sei gentile ad addestrarmi.> E quindi quantomeno ci prova, a fissare dritto negli occhi Sango tra le tre reazioni di attacco, fuga e immobilismo tipiche di una preda, sembra aver scelto l'ultima. <Non avrà senso, vero... ma avere un buco nero in testa non mi piace lo stesso.> replica. Poi però quando con lo sguardo nota la carta assumere una strana forma, e anzi inizia a svolazzare come una farfalla, un brivido lo scuote, e il suo corpo gli fa fare palesemente un paio di passo indietro, con le mani che iniziano a sollevarsi in una simil-posizione di guardia marziale, anche se agli occhi di Sango apparirà ancora acerba. Possibile che si stia impratichendo nel Taijutsu. <.... di mio, non sono contro Ninjutsu e Genjutsu> afferma, lo sguardo che ora si è staccato da Sango e segue fisso la farfalla di carta <Ma quando li vedo in azione il mio corpo mi dà un... segnale, non so spiegarlo. Di stare attento. Di pericolo. Voglio diventare shinobi anche per questo, controllare questa cosa... capire perchè reagisco così.> spiega alla Shinsegumi dai rossi capelli ma anche a Ieyasu che si è interessato della questione. < questa? > la farfalla che tornerà a svolazzare sotto la pioggia, la carta che non si impregna dell'acqua, la rigetta via, si solleva sotto di essa senza morirne < sono una discendente di Konan di Amegakure > vi è l'orgoglio adesso a trillare come una campanella nella voce che assume una carezzevole doratura, di qualcosa che si vede che ama profondamente. Rimarrà lei stessa immobile a guardare la propria creazione < le arti magiche sono decisamente più.. vistose > uno sguardo che torna al postino volante li vicino. Gentile. Lei? < ahahahahah > ride, eccome se riderà, divertita da quel suo dire < lo credi davvero? > lo sta palesemente prendendo in giro, e adesso proprio la farfalla sotto il proprio volere andrà a volare verso lo stesso ragazzo , sulla sua testa per la precisione senza ancora poggiarsi, ma solo librandosi li sopra come un piccolo monito , il proprio. < dunque, se non ho capito male ..> riprende le fila di quella discussione alquanto ingarbugliata cercando di trarne solo l'essenziale, ciò che le potrebbe servire < hai perduto la memoria, non ricordi chi eri prima di arrivare a Kagegakure e hai timore delle arti ninja , giusto? > no, non necessita di una conferma effettiva < ho già conosciuto qualcuno con evidenti problemi di memoria > ne ha due in cantiere in effetti con problemi alla testa, sebbene quelli sa già siano problemi di natura differente < potremmo aiutarti in effetti..> lo sguardo che scivola verso Ieyasu, sa già che possa utilizzare i genjutsu dopotutto < farti provare a vedere le nostre arti e farti avere una specie di crollo mentale per tentare di sbloccare la tua memoria > sorride, quasi maligna nel dirlo < una sorta di terapia d'urto..> lo sguardo che sale di nuovo alla farfalla < dopotutto è un arte magica quella che hai sul capo..> e si, da vera stronza cercherebbe di comandare ancora la farfalla, per non farla svolazzare più ma per farla cadere e poggiare direttamente sui capelli dell'albino, curiosa di sapere cosa possa accadere con un semplice tocco di un ninjutsu, e non del filo della propria lama, quella sarebbe stata..troppo. [chakra on][Ishibaku II][47/59] [Bosco dei ciliegi] Sorride al movimento della farfalla e poi ascolta la risposta quando riguarda Ninjutsu e Genjutsu < Imparerai a controllarli, vedrai > Anche lui dal canto suo ha molto da fare. Segue con lo sguardo il movimento della farfalla che dovrebbe posarsi sulla testa di Jiji < sarebbe più comodo consegnare la posta con qualcosa di simile, ma molto più grande, che ti permetta di volare > Gli da un'idea, che potrebbe anche essere utile per la terapia d'urto. Dopotutto cavalcherebbe una magia. Ridacchia sadico glissando sul passato del ragazzo, non gli interessa, è un egoista di natura. < Più vistose e più distruttive, sicuramente, ma, giustamente. Non sempre è la soluzione migliore > Dovrà scegliere bene la sua via < Ora devo andare, mi devo allenare per le prossime missioni, devo scalare i gradi in fretta > Si direbbe alquanto motivato. Osserva entrambi, con espressione austera, Signorina Sango, Signori Jiji, è stato un piacere conoscervi, spero di rivedervi entrambi > Soliti convenevoli di congedo, mentre la pioggia continua a solcargli il volto incorniciato dai capelli corvini. Li fissa per brevi istanti prima di sorridere < A presto, buon proseguimento > E magari la prossima volta parteciperà alla terapia d'urto per il postino, ma non oggi. Quindi, ascoltante entrambe le risposte, s'incamminerebbe verso uno dei sentieri che escono dal bosco dei ciliegi, allontanandosi dalla zona del fortuito incontro. Lo sguardo non è più rivolto a Sango. Fissa la farfalla, cercando di seguirne ogni guizzo nell'aria piovosa, senza indietreggiare ma con la posizione di guardia che si affina. E' chiaro che stia facendo un grosso sforzo per non indietreggiare. Non parla più. Solo quando la farfalla gli si posa in testa un nuovo brivido lo scuote, si morde il labbro. <Concentrazione. Meditazione. Serve Chakra.> scioglie la guardia, mentre le mani si avvicinano l'una all'altra, finchè provano a congiungersi, all'altezza del plesso solare, nel sigillo della capra. Chiude gli occhi, inspira, espira. Cerca di concentrarsi, visualizzare dentro di sè l'energia della mente, all'altezza della fronte, e quella del corpo, all'altezza dell'ombelico. Due sfere ribollenti, forse di diverso colore, <Concentrazione. Meditazione. Fusione.> Prova a focalizzarsi su quelle energie, per farle fluire assieme all'altezza del proprio plesso solare, sotto il sigillo mantenuto dalle dita. Cerca di indurle a ruotare assieme, fondersi in un'unica sfera, che possa poi esplodere inviando il Chakra in tutto il corpo, per fortificarlo, prepararlo. Alla fine sembra star sfruttando il giochetto di Sango per allenarsi, a modo suo... purtroppo questa situazione gli fa perdere il congedo di Ieyasu, ma l'assenza del Sunese verrà notata a breve. [Tentativo di impasto del chakra] Sta giocando con quel povero ragazzino, averle detto tanto facilmente il suo punto debole rende il tutto quanto più dolciastro per la rossa. Quella farfalla che ormai è divenuta invadente sebbene , a tutti gli effetti, non può causare nessun male, anzi, è mera bellezza, la propria arte nel suo più bel momento, sebbene singolo. < ti sembriamo dei postini? > freddo lo sguardo segue il Sunese in questione, colui che ha anche solo osato dirle qualcosa di simile. Lo osserva col disprezzo a distorcerle la mente, prima di tornare a quel poveretto che viene letteralmente invaso e toccato da quella che altro non è ..che una farfalla in carta. Potrebbe ridere, ma se ne trattiene, osservando in breve l'andarsene del primo moro per rimanere sola col secondo. Povero Jiji. Andrebbe dunque a concentrare il proprio chakra non più solo verso la singola farfalla, ma verso la borsa del giovane che in teoria dovrebbe esser piena di lettere, dunque di carta. Cercherebbe di legare esse alla propria innata, e se vi fosse riuscita, lo stesso giovane sentirebbe la borsa muoversi, agitarsi dall'interno, mentre tutte quelle lettere da consegnare inizierebbero a divenire tutte uno sciame di farfalle simili a quella che ha sul capo. Se tutto fosse andato come nei propri piani, tenterebbe di forzarle ad uscire da quella borsa, forse rompendola, forse uscendo dai buchi di lato, poco importa, ciò che vuole è farle svolazzare tutto intorno a lui come un turbine di sangue, con la propria figura che si intravede proprio d'innanzi ai suoi occhi. < lasciati andare alla paura giovane > biascica lenta quelle parole, le impregna di una sorta di divertimento, ma anche della consapevolezza che in effetti non gli stia facendo alcun male fisico, ma solo psicologico, quasi sapesse usare il genjutsu anche lei. Chissà se davvero quella terapia d'urto potrebbe essergli in qualche modo d'aiuto, o solo un mezzo in più per traumatizzarlo, non resta altro che..attendere. E lei di tempo pare averne abbastanza quest'oggi, quando la ricerca di solitudine s'è trasformata in qualcosa di nettamente migliore. [chakra on][Ishibaku II][4/4 controllo innata][46/50] Non ci vuole molto ad una shinobi esperta come Sango per mettere in atto il proprio piano: mentre la concentrazione di Jiji, necessaria a richiamare il Chakra impastandolo, sembra essere riuscita a dargli quel minimo di stabilità necessario a non avere reazioni troppo inconsulte, improvvisamente il peso sulla sua schiena si fa più leggero; riapre gli occhi, ancora col sigillo della capra composto all'altezza del petto. E si ritrova in un uragano di quelle che un tempo erano lettere e adesso sono farfalle di carta, ciascuna di esse una manifestzione d'arte magica. E Sango che lo incita a disperarsi. Il brivido ritorna, lo scuote ancora una volta. E ancora. E ancora. Riprende la posizione di guardia, i pugni ad altezza viso, sinistro avanzato come il medesimo piede e il destro più arretrato. <No, maestra...> "maestra"? <Mi sto allenando per...> altri brividi, forse qualcosa nella sua mente gli urla *SCAPPA*. <... per non farlo. No.> E col pugno sinistro più avanzato prova a sferrare un colpo, estendendo il braccio, allo sciame. Con la mano che si apre all'ultimo per tentare di afferrare almeno una di quelle farfalle di carta, stringerla... accartocciarla, mentre il resto del corpo è in guardia. Batte i denti, ma non per il freddo, lo sforzo di mantenere il controllo è enorme, si vede. [Chakra ON] La sta letteralmente violentando mentalmente, le basta solo controllare la propria innata, avvolgerlo in una spirale di farfalle che possono solo sfiorarlo senza fargli male. Non perchè non possano, ma perchè non lo desidera, non è li per causargli un dolore fisico, troppo facile da combattere, troppo facile da poter guarire. Eppure sembra volerlo quasi aiutare, sempre che di aiuto si possa parlare in quel caso, il giovane a far venir fuori quelli che sono i suoi traumi, e probabilmente causargliene qualche altro di propria mano. Lo sciame di farfalle sotto quella pioggia è meraviglia ai propri occhi, bellezza come quella di Konan, decine di farfalle che lo avvolgono in quella sorta di bellezza effimera, come se potessero spezzarsi al vento, crollare e morire li, nel fango. Ma lo sguardo ritorna ben presto a quello del giovane Kusano, a quella sua disperazione che ne vede dipinta sul viso, sul proprio invece non v'è nulla, una calma piatta aggiunta solo alla pioggia. Che siano quelle delle lacrime dei kami che li stanno osservando? Ma il divertimento ben presto passa, lasciando il posto ad una breve smorfia all'angolo delle labbra < perchè mi chiami maestra > rievoca la sua figura, basso il timbro vocale, freme tra le morbide gemelle mentre egli tenta di prendere a pugni lo sciame. Riuscirà a prenderne qualcuna, a distoglierla dal proprio cerchio, prima che esse ritornino di nuovo in posizione . Ne stringerà altre, ne farà morire alcune, ma tutte le sorelle sono ancora vive e vegete intorno a lui. < non ti stanno facendo nulla, Kusano > se avesse voluto l'avrebbe fatto, avrebbe reso il suo corpo pieno di ferite solo con quel giochetto < ma sembra che tu non voglia ricordare.. o vuoi farlo? > che qualcuno la fermi, lei e quella dannata terapia d'urto. Probabilmente sarà un mostro agli occhi del giovane deshi < se vuoi ricordare allora prova ad affondare nella paura, altrimenti.. servirà un genjutsu che ti entri nella mente e te la sconvolga totalmente > chissà se comprenderà le sue parole in quel momento? < a te la scelta, puoi provarci ora, o farti lobotomizzare > non si fida di alcun genjutser, ecco perchè ha rinunciato lei stessa a trovare gli Uchiha per sbloccare alcuni dei propri ricordi ormai annebbiati. < ..mi sembri più forte di così.. o sei un debole? > lo stuzzica, lo anima, lo tortura. E chissà che accadrà, crollerà o qualcosa verrà fuori? [chakra on][Ishibaku II][4/4 controllo innata][45/60 - sorry avevo sbagliato il mio chakra totale] <Non... lo so... sento che mi stai... insegnando qualcosa> risponde, fra un brivido e l'altro. Un pugno, un altro, un'afferrata. Non serve a molto. Sta sudando freddo da sin troppo. <Non... non so se voglio ricordare ma...> Stringe la guardia, gli occhi iniziano a saettare qua e là, il controllo vacilla. <Mi... stai dicendo che per controllare questa sensazione devo...> il respiro aumenta di velocità. <... lasciarmici andare.> ultime parole. Abbandona la guardia e guarda verso l'alto, col cappuccio che gli cade scoprendo la corta chioma, innaturalmente color platino. Bloccato per alcuni istanti, salvo iniziare di nuovo a tremare, pian piano dapprima, poi sempre più violentemente. Spalanca la bocca verso il cielo: <YAAAAAAARRRRRRRGH!>, il suo grido lacera la tranquilità del bosco, dura fin troppo prima di spegnersi e che Jiji caschi all'indietro, di schiena, inevitabilmente in mezzo allo sciame di farfalle di carta, cozzando col terreno, le braccia e le gambe lunghe distese. Ancora con gli occhi spalancati verso le nuvole.[Chakra on] Davvero gli sta insegnando ? < e allora cosa ti sto insegnando Jiji? > lo riprende con meno calma, la voce che diviene sempre più graffiante, impetuosa, a volerlo spingere ancor più al suo limite, arrivare a spezzare la sua mente . Continua col suo controllo, lo osserva rinchiudersi su se stesso a proteggersi da un nemico che non esiste < credi davvero di poter essere uno shinobi se hai così tanto terrore delle arti magiche? > crede davvero di poter combattere contro coloro che le utilizzano se la sua prima reazione è quella? < moriresti immediatamente > forse questo gli sta insegnando, a lui dirlo se sia così, se accetterà in qualche modo quel brusco fare, il suo. Le farfalle continuano la loro corsa, anzi, saranno via via sempre più veloci in mezzo alla pioggia, schizzando acqua con violenza sul viso altrui, sul suo corpo, su quell'urlo che ne viene fuori direttamente dallo stomaco. Sta vomitando fuori la sua ansia e la sua paura, ma non s'allontana lei, rimarrà a guardare li mentre il pallido giovane tenterà di lasciarsi cadere come morto all'indietro. No, non sarà così, prima che tocchi il suolo sentirà qualcosa spingere contro la sua stessa schiena, qualcosa che tenterà di riportarlo in piedi . Le proprie farfalle comandate ad arte per farlo < dunque se fossi contro un nemico ti lasceresti cadere a peso morto? > lo sbeffeggia davanti la verità < prima di voler diventare uno shinobi, cerca di rimettere a posto la testa > se vi fosse riuscita allora richiamerà a se quelle farfalle, a circondare lei , il suo corpo, tutte quelle lettere ormai sono sue in qualche modo, poveri coloro che non le riceveranno probabilmente mai < se ti crea tanti problemi, perchè vuoi diventarlo ? > una domanda differente, più seria, con quella curiosità che s'accende nello sguardo nel guardarlo, sempre che sia rimasto in piedi e non sia crollato di nuovo a terra , tra pioggia e fango < nessuno ti richiede di farlo, puoi vivere una vita normale senza alcun..dramma > oh se fossero solo drammi ciò che lo aspettano sarebbero come petali di rose sulla pelle, dolci e alle volte pungenti a beccar qualche spina, ma ella sa, lo si legge nel profondo di quello sguardo amareggiato che gli rivolge ancora. [chakra on][Ishibaku II][4/4 controllo innata][54/60] Non cade. Stranamente, è di nuovo in piedi. L'arte magica che gli ha indotto quel grido è anche la stessa che gli ha impedito di cascare a terra. Comunque, in quegli istanti, non stava respirando. Il primo getto d'aria dopo fin troppo sembra penetrare nei polmoni come un torrente ed uscirne più lieve, più come un fiume. <... E' proprio per questo che voglio diventare shinobi. Se rimanessi una persona normale... sentirei di non aver risolto qualcosa di importante in me.> Si afferra la giacca all'altezza del petto, socchiudendo gli occhi prima di portare lo sguardo verso Sango e le sue farfalle di carta. Ancora sembrano creargli disagio, ma... non ha più brividi. Quantomeno, esse sembrano aver smesso di provocarglieli. <Credo sia il mio modo di diventare più forte per me stesso. O... qualcosa del genere. Mai stato bravo a esprimere certe cose.> Si sofferma. <E poi, maestra, un uomo quando ha fatto il primo passo in una direzione va avanti, no?> ancora con quell'appellativo di rispetto. [Chakra ON] E' libero finalmente, anche di respirare a pieni polmoni l'aria frizzante di una notte che ormai si è estesa come lunghe mani d'ombra rinsecchite su tutta Kagegakure. Ma lo sguardo corre al cielo, il viso bagnato che diviene limpido , le farfalle che hanno raccolto le ultime gocce, così come i propri capelli, zuppi, intensi, scuri e densi come una macchia di sangue e di un viso pallido incastonato in essa . < ha smesso > si rivolge al cielo con un lieve brivido, no, non di freddo ma d'altro, fin quando non porta le azzurre a lui, ben più calme, non v'è più la tempesta sotto le lunghe ciglia nere imperlate. < .. > sembra che voglia parlare, dir qualcosa, ma tace, le labbra morbide si chiudono docili per qualche istante donandogli la possibilità di parlare per primo, sollevando di nuovo il sopracciglio a sentirsi appellare ancora come maestra < se vuoi proprio chiamarmi come tale, chiamami Sensei > quasi un ordine il proprio, ma più vicino ad una richiesta per rendersi meno tesa lei stessa. < fai bene ad esser egoista > le labbra ancor si schiudono, il calore scivola fuori imperituro < forse un giorno, una persona, qualcuno, pochissimi penseranno a te, alla tua vita. > tonalità che diviene più grave, smossa, quasi spezzata dalla pesantezza di quel concetto che fatica lei stessa ad esprimer tanto chiaramente < ma se non pensi prima tu a te stesso, finirai per morire come un nessuno qualunque. Sarai un peso per altri, e verrai dimenticato. > che oblio orribile attende coloro che non riescono ad esser forti per se stessi < eppur non mi sembri tanto debole, sebbene ti manchi l'autocontrollo per non farti ammazzare > lei stessa avrebbe potuto ucciderlo immediatamente, se solo avesse voluto, se solo fosse stato in un loco differente, in un tempo differente < vieni, passeggiamo > lo invita invero, eppur la propria innata è ancora attiva? Si. Le farfalle torneranno ad unirsi e slegarsi per ritornar ad esser delle semplici buste un pò stropicciate in angoli perfetti, comandandole per farle tornare al loro posto d'origine, la sua borsa. Se vi fosse riuscita, altrimenti l'avrebbe fatte morire sul terreno stesso, prima di intraprendere una via differente, per tornare verso quella che è la propria casa < vuoi davvero ricordare? > no, non volge più lo sguardo al pallido ragazzino, lo punta davanti, e parlerà solo nel caso in cui egli l'avrebbe seguita nel proprio cammino lento e cadenzato, perfetto in ogni proprio passo. [chakra on][Ishibaku II][53/60] Come se anche il cielo avesse deciso di togliere quantomeno una difficoltà, specie ora che si è fatto buio, la luna fa capolino tra le nuvole, ancora presenti ma non troppo e ilumina la via. Guarda verso l'alto. <E' vero.> nota anche lui la fine del temporale. Poi torna su Sango, senza risponderle subito, ma iniziando lui stesso a camminare, anche perchè deve recuperare le lettere, giacchè gli stanno tornando man mano nella borsa. Le guarda ogni tanto rimettersi da sole al proprio posto mentre cammina, un po' stropicciate e bagnate ma quantomeno ancora recapitabili. <Te l'ho detto, sensei, ci sto lavorando.> sembra aver accettato la richiesta su come chiamarla. L'ultima domanda però lo fa guardare lontano. Il suo passo non è perfetto, nè troppo marziale: è semplicemente quello solido di chi sta allenando il propro fisico giorno dopo giorno, ancora non proprio maturo, ma sulla buona strada. <A una parte di me non piace avere un buco nero nella testa... ma ce n'è un'altra che dice "al diavolo il passato, conta quello che hai davanti".> Si gratta uno zigomo, pensoso. E poi, la frase chiave del vero uomo quando è indotto a esprimere sè stesso: <E' complicato.> Infine, la osserva nel cammino. <Hai qualcosa da non voler ricordare, sensei?>[Chakra ON] Camminano entrambi, la strada che par esser estremamente lunga per arrivare prima a Kusa, poi ad Amegakure subito dopo, ma si prende il suo tempo senza metter fretta, che egli la voglia seguire o meno sarà una sua scelta. < ancora non capisco perchè mi chiami Sensei > o maestra che sia, dopotutto l'ha praticamente violentato mentalmente solo per proprio diletto, per vedere fino a quanto quella mente poteva reggere qualcosa che non fosse nemmeno lontanamente vicino ad un genjutsu vero e proprio. < il passato è importante quanto il futuro , non credi > una domanda che manca della tonalità giusta, ma è sempre una domanda che sta ponendo più a se stessa che all'altro < chiudere col passato credo sia l'unico modo che rimane per poter vedere un nuovo futuro > lei nel proprio non vede nulla, assolutamente un buco nero, senza direzione e senza uscita , solo il vuoto più totale . Soppesa quella sua ultima domanda, prenderà il suo tempo con la dovuta calma cercando le parole giuste da pronunciare < ho vissuto molto nel passato, nei ricordi, nell'odio.. rabbia, vendetta > non v'è nulla di positivo in quello, i segni leggibili intorno agli occhi, nelle rughette che nascono da un espressione che cerca di contenere < devo solo mettere insieme alcuni pezzi per poter andare avanti finalmente > sbuffa stancamente a quella confessione fatta ad un perfetto sconosciuto , dovrebbe starsene zitta e invece < ti consiglio di mettere a posto ciò che hai perso, altrimenti continuerà a tormentarti per sempre > gli lancia un occhiata in tralice dalla propria posizione, solo qualche attimo prima di tornare avanti a se < dunque dimmi, se non vuoi utilizzare ne il ninjutsu ne il genjutsu, in cosa ti vuoi specializzare in accademia? > la mano sinistra che estrae poco la propria arma, lo specchio della lama perfetta che sembra una lingua di luna nelle tenebre. Armi? La domanda è chiara, sebbene s'affretti a richiuderla nel proprio di fodero , sempre al proprio fianco, quasi morta, seppur molto più che viva. [chakra on][Ishibaku II][52/60] Lui prosegue sulla stessa via di Sango. Anche perchè... combinazione, stava andando proprio verso Kusa dal centro cittadino, ma questi sono meri dettagli. <Perchè...> però la lascia parlare riguardo a passato e futuro. <... da te ho appena imparato una lezione importante sull'affrontare le mie paure. Da solo non ci sarei arrivato facilmente. Anzi, probabilmente mai.> replica. Si aggiusta la tracolla della posta in spalla. La ascolta, prende un respiro più profondo. <Devo solo diventare abbastanza forte per poterlo mettere a posto.> Risponde fissandosi una mano che stringe a pugno mentre cammina. <Taijutsu. I ninja medici mi dissero che ero sopravvissuto alla guerra da bambino perchè ho un buon fisico... lo voglio allenare ancora di più.> è deciso nel tono e nello sguardo. <Finchè il mio pugno non mi permetterà di tracciare la mia strada, paure o non paure.> Lo ascolta, ancora silente, le strade d'entrambi che puntano nella medesima direzione sebbene non nello stesso identico loco. E dunque è quello il motivo per cui la considera una Sensei, per averlo messo alle strette e avergli fatto provare la paura e il timore che già ha in se. Lo osserva ancora in tralice, un lieve mugugno a labbra chiuse ma nulla di più. < dunque sei un taijutser..> non poteva esser altro dopotutto, niente armi se non il proprio corpo < sai.. conosco qualcuno che è un ottimo taijutser > la butta li, come nulla fosse < ha fatto del suo corpo la sua arma, ma non posso dirti molto di più > tace per evitar di rivelar troppo. Troppi segreti, ma che egli non sappia che anche il biondo ha avuto ben più di un problema con la propria di memoria, sembra esser divenuto un classico insomma. Avanzano silenti per ancora qualche metro prima che la voce torni a spezzare quel ritmo < posso insegnarti qualcosa sulla paura, sul terrore, sul passato di come sia infame così come lo sono i Kami che ci stanno osservando > la voce che diviene poco più di un sussurro, udibile solo a lui < ma per il corpo .. ti consiglio di cercare qualcun altro, si chiama Shinsei, vive ad Amegakure > non la vera, sia chiaro, eppur le viene difficile pensare a quelli come un unico loco. No, sono solo costretti a starsene tutti insieme, costretti ad esser rinchiusi dietro quelle alte mura per la propria sopravvivenza. Ah quanto detesta sentirsi tanto debole < questo è l'indirizzo, se mai volessi andare a trovarlo > dall'interno della cappa andrà a prender un singolare bigliettino, col proprio nome scritto sopra e un indirizzo scritto a mano sotto. La grafia è elegante, composta, seguita da un numero di cellulare. Un solo fare verso di lui, se lo prenderà o meno tornerà in breve al proprio cammino, e la notte li avrebbe accompagnati fino a dividerli , che ognuno torni alla propria vita, alla propria strada. [end] Probabilmente non è solo per quella lezione in particolare, ma anche per il fatto che Sango si muove, ragiona, soppesa le parole come una shinobi esperta, che Jiji pare considerarla una persona da cui apprendere. <Ho notato.> Sembra un accenno di sdrammatizzazione, ma solo all'inizio. <Sono lezioni potenti. E dannatamente utili.> In ogni caso, lo sguardo torna velocemente su Sango quando gli rivela un possibile secondo maestro. E lo prende, quel bigliettino, con un sorriso che gli si disegna, sincero. <Ci andrò, sensei. E... quando sarò abbastanza forte...> la osserva, ma si interrompe. Forse sente che non è ancora il momento, qualsiasi cosa stesse per dire. Presto le loro strade si divideranno. Almeno per il momento. Dopotutto sembran proprio diventati maestra e allievo, o almeno forse così è nella testa di Jiji... [fine]