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Incontri al Bosco Centrale

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con Koharu, Iara

22:08 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] È un gelido pomeriggio d’inverno. Il debole Sole al prematuro tramonto irraggia il Bosco Centrale di Kazegakure, che si tinge di un rosa impallidito dalla neve che, leggiadra, si posa sul pontile del bosco. L’aria è tanto gelida quanto calma, le temperature così rigide fanno desistere la maggior parte degli abitanti del villaggio dal fare una passeggiata. Ed è proprio su quel pontile innevato, da sola, che la piccola Koharu staziona, poggiata sulla ringhiera che impedisce ai passanti di cadere nella gelida acqua del laghetto sottostante. La sua folta chioma bianca si mimetizza con il paesaggio circostante. I suoi occhi di ghiaccio fissano senza alcuna meta definita lo specchio d’acqua, increspato da qualche lieve folata di vento casuale. La giovane indossa delle calze attillate bianche e sopra un vestito bianco con dei dettagli neri, di tessuto opportunamente rivestito per renderlo idoneo alle temperature più rigide. Sui polsi delle maniche è presente una pelliccia sintetica bianca ed oltre di essi dei guanti neri coprono le piccole mani della giovane. Sta ripensando alla conversazione che ha avuto qualche giorno prima con la sua sorellastra, a quanto attendeva quel momento che comunque non si è sviluppato come aveva immaginato. Ogni tanto il silenzio è interrotto dai suoi stivali neri, che strisciando per terra smuovono un po’ di neve. Quella calma che la circonda, è quella che la piccola aspira a raggiungere interiormente, anche se tutto ciò che le succede sembra allontanarla sempre di più da quello status, come fosse una maledizione. Non le resta altro che contemplare il paesaggio, perdersi nei suoi pensieri. Molti volti le si palesano nella mente, che poi svaniscono per lasciare posto ad altri volti, in un turbinio di ricordi che vorticosamente si confondono e si intrecciano tra di loro, creando un insieme di colori non ben definito. Un sospiro, nulla di più.

22:17 Iara:
  [Bosco Centrale] Poco fa si è salutata con Akaya-sama, ed ora si ritrova al bosco centrale, un posto che ai suoi occhi è qualcosa di davvero magnifico. Vestita come pco prima, con abiti da addestramento, che nella parte alta del corpo vengono ringorzati da una tuta, che le permette di non sentire freddo, in quanto è una tuta invernale, la giovane ora, tira fuori dalla tasca centrale di quest'ultima, una piccola bottiglia in metallo, la va ad aprire e va a bere un sorso di thè che prima poteva essere caldo ma che ora è diventata tiepido. richiude con cura la bottiglietta e la ripone nelal tasca centrale della felpa, prima di tornare a camminare tranquilla sotto la neve, guardandosi attorno e ammirando quel luogo così bello e caratteristico. Si avvicina ad una pianta di ciliegio, ora non sono in fiore, ma può vedere altri alberi avere chiome rigogliose. si gode queste mominti, conquistati a fatica, con un passato al quale non vuole pensare al momento. <Certo, è bellissimo> dirà sottovoce, riprendendo il cammino in direzione di koharu, che è ignara fosse li. ritorna con le mani dentro le tasche dei pantaloni, dopo essersi tirata su il cappuccio della felpa per non sentire freddo nella testa, e continua a godersi quella passeggiata con calma, anche perchè tra poco dovrà rientrare, nel quartiere Otino, per tornare a casa

22:34 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] La piccoletta è ancora là, impassibile. I suoi occhi di ghiaccio scrutano il laghetto, lei si perde nei suoi pensieri e ricerca nella calma dell’acqua sottostante una fonte di tranquillità. È ancora là, il fuoco dell’impeto la sta consumando. La rabbia che prova non riesce a calmarsi e il senso di solitudine che la attanaglia non fa altro che alimentare questo fuoco che la sta bruciando da dentro. Eppure all’esterno è così, solenne, composta, pallida. La sua lotta è tutta interiore. Ripensa anche al fatto che è probabilmente il suo atteggiamento schivo e difensivo (per non usare altre parole scurrili) che fanno sì che non si riesca a legare effettivamente a qualcuno. La sua vita ormai è tutta nella sede del clan, dove il rapporto con la madre si è incrinato, e negli archivi, dove può condurre in tutta tranquillità, ma anche solitudine, le sue ricerche. Ed è proprio quell’incontro fatto qualche giorno prima che l’ha portata a scoprire i piaceri dell’essere archivista, di poter alleviare il suo dolore e la sua sofferenza con un tuffo nel passato. Senza dimenticare il fatto che la maggior parte delle persone trova gli archivi un luogo noioso, per cui sicuramente è un rifugio calmo e sicuro per la giovane, lontano dai riflettori. Assorta nei suoi pensieri, decide di farsi una camminata prima di riprendere posto nel suo punto preferito, sul pontile, dove la stazionarietà dell’acqua del lago le fa da ispirazione. Con lo sguardo di ghiaccio rivolto al terreno e le mani in tasca, la piccoletta inizia a camminare verso un’altra persona, di cui però non nota la presenza per via del suo essere sovrappensiero. La piccoletta cammina, con il suo passo calmo e solenne, ma non si accorge di essere sulla stessa linea d’aria di Iara. Se nessuno le facesse notare dall’esterno che sta per entrare in rotta di collisione con un’altra persona, lei di certo non se ne accorgerebbe. Strano a dirsi, di solito sono gli altri che non la notano essendo sempre molto più bassa di chiunque la circondi.

22:47 Iara:
  [Bosco Centrale] Continua a guardarsi attorno, ad ammirare quegli alberi, e immaginarsi queiciliegi in fiore, di cui ha un ricordo da piccolissima e nient'altro. Non nota subito Koharu, che le sta enendo praticamente addosso, come lei sta facendo con l'altra ed il risultato sarà il fatto, che andranno a cozzare l'una con l'altra, solamente con la spalla, fortunatamente senza farsi male, almeno questo vale per la giovane dai capelli scuri, che in questo momento, torna alla realtà, e si volta verso la giovane dai capelli bianchissimi <mi scusi, non l'avevo vista> Dirà, andando a portare le mani ad unirsi davanti al volto e fare un piccolo inchino, piegandosi con al scheina, leggermente, in modo da chiedere scusa <Ma non riesciuso a distaccare lo sguardo dalla bellezza di questo posto> Andrà a dire, con tutta la sincerità di questa mondo, e con uno stomaco che sinceramente inizerà anche a brontolare <non brontolare, non puoi> Andrà a dire tra se e se la giovane, che cerca di comandare il proprio corpo, mentre con quegli occhi neri, andrà di nuovo sulla figura della giovane, osservandola meglio <Non trova anche lei che questo sia uno dei posti più belli di questo paese?> pone questa domanda, facendo un leggero sorriso, mentre di tanto in tanto lo stomaco sembra reclamare cibo con delle piccole fitte, che finno si che la giovane si vada o mordere il labbro.. <"sta buono, a casa dovrei avere del pane"> dirà dentro al propria testa, come se potesse comunicare veramente con il proprio corpo.

23:02 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] I pensieri si affollano nella sua testa, tanto che non riesce più a sentire alcun suono proveniente dall’esterno per via del rumore che fanno. La sua solenne passeggiata continua, i capelli si muovono seguendo il ritmo del suo passo, ma la sua chioma bianca come il ghiaccio rimane sempre perfetta, non si scompone di una virgola. Il momento in cui si accorge della presenza di Iara è, in linea temporale, troppo in là per permetterle una reazione tempestiva: le due vanno a collidere, ma la piccoletta essendo quei dieci centimetri più bassa si prende una mezza spallata sulla faccia. Fortunatamente il suo ritmo pacato le impedisce di farsi del male sul serio, per cui andrà a sentire solo un lieve pizzicore sulla fronte e sul labbro, ma questo ritorno brusco alla realtà che la circonda ha solamente reso inutili le ore che ha passato a cercare di tranquillizzarsi. Senza scomporsi di una virgola, la ragazza si tocca un attimo la fronte con indice e medio sinistro e si sfrega il pallido volto, per poi alzare lo sguardo color ghiaccio e congelare con lo sguardo la ragazza che ha urtato: <La prossima volta fai attenzione…> le sospira, con il suo tipico tono di voce freddo e lieve, come una gelida folata di vento. <Si certo, era bellissimo, poi la mia faccia è rimasta stampata sulla tua spalla> aggiunge, con la glacialità e l’acidità che la caratterizzano. Ovviamente non ammetterà mai di aver torto anche lei, dato che l’altra le ha anche chiesto scusa questo le fa pensare di essere ancora di più nel giusto. <E comunque non c’è bisogno di darmi del lei, probabilmente sono anche più piccola di te, di certo non sono una signora.> ci tiene a precisare la piccola, che si sente troppo grande per i suoi gusti quando un coetaneo o quasi le si rivolge con il “lei”. La giovane poi, osserva il “dialogo mentale” che l’altra ha con il suo stomaco e, pensando che ci sia qualcosa che non vada, presa da uno sporadico atto di quasi empatia, le chiede <Tutto bene?>. I suoi occhi di ghiaccio sono sempre lì, che fissano negli occhi la sua interlocutrice. Le mani, rigorosamente in tasca.

23:12 Iara:
  [Bosco Centrale] <Oh> andrà a dire quanto in verità nota il fatto che sembra essere più piccola di quanto lei non sia, e va a muovere un sorriso prima di spostare gli occhi verso il cielo, che continua a far cadere la neve <Potevi scansarti anche tu> le fa notare, riandando ad abbassare lo sguardo su di lei, uno sguardo un poco più serio <Avrò il modo di ricordarmi di te allora, guarda il lato positivo, se fosse stato un Kunai sarebbe stato peggio no?> domanderà, con un aria forse un po folle per un solo istante, ma senza che nemmeno se ne accorgesse. Le mani quindi vengono tirate fuori dalle tasche dei pantaloni e vanno di nuovo a prendere quella borraccia metallica nella tasca centrale della felpa, e andandola ad aprire, andrà a fare un altro sorso di thè, gustandolo. Del semplice e amaro thè verde. <si tutto bene, perchè?> Domanderà, come se fosse tutto normale e tranquillo, che poi è realmente così per lei. <Non mi sono presentata, io mi chiamo Iara> Perchè le buone maniere non si dimenticano mai < Anche tu qui, per uan passeggiata serale, o è più una passeggiata per distendere i nervi?> curiosa, pone questa domanda all'altra, andando a chiudere la borraccia che contiene il thè, solamente dopo aver fatto un altro sorso, riponendola dntro quella tasca, dova va a tenere anche le mani, cambiando loro posto per il momento.

23:31 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] La ragazza ascolta le risposte più che lecite ai suoi atteggiamenti poco cortesi, ma fa orecchie da mercante e le ignora. In testa sua ha ragione lei e questo basta. <Non è così divertente…> afferma poi con il suo lieve tono di voce la ragazza, cercando di contenersi dall’essere cattiva nella risposta. Capisce che non può sempre essere così aggressiva con gli altri, per cui quando può ogni tanto cerca di contenersi. I suoi occhioni azzurri continuano ad osservare gli atteggiamenti e le varie azioni svolte dalla sua interlocutrice, che prima di parlare con lei sorseggia non sa cosa da una borraccia. <Che ne so, ti vedo un po’ inquieta, non sarai mica ubriaca?> le chiede poi, indicando la borraccia che l’altra ha appena messo di nuovo al suo posto. <Beh si spiegherebbe il perché mi hai urtata mentre camminavo…> dice poi, come se stesse riflettendo su sé stessa, guardando per terra per un istante con fare pensieroso. <Koharu…> risponde poi alla presentazione della ragazza, con fare molto distaccato, quasi urtato. Un leggero sorrisetto falso accompagna la parolina detta dalla ragazza, come un gesto di sufficienza nei confronti dell’altra, come se fosse costretta dai costrutti sociali a fare questo. <In realtà non lo so neanche io come sono finita qui…> mente, per sviare il discorso. Ancora non se la sente di esternare qualcosa che pur lontanamente possa avere una parvenza di una confidenza, soprattutto con la sua carnefice della tranquillità. Allibita, la ragazza osserva che dopo la domanda che le è stata posta la sua interlocutrice attinge nuovamente alla borraccia e sgrana i suoi occhi di ghiaccio, per poi commentare <…si spiegherebbe un po’ tutto in realtà> facendo riferimento al ragionamento fatto prima. Mentre proferisce queste ultime parole taglienti, la ragazza squadra dall’altro verso il basso Iara, sempre dal basso della sua superiorità. <E tu invece, sei qui per smaltire l’alcol oppure sei una sventurata come me?> chiede poi infine, con un tono meno ostile. Va bene che se la tira, però fino ad un certo punto.

23:43 Iara:
  [Bosco Centrale] <dicido io, cosa è divertente per me, oppure no> dirà la giovane, guardando l'altra con fare tranquillo ma fermo, non sempre è tranquilla e buonacciona, sa anche tirare fuori quell'orgoglio e quella cattiveria che gli sono state insegnate dentro il clan di cui è discendente. <Bevendo del thè verde non zuccherato, lo trovo difficile essere ubriaca.. <Dirà verso l'altra, con un sorrisetto, primadi andare a fare qualche passo verso il lago <koharu-San, è un bel nome, complimenti> dirà, sincera nel tono, mentre i suoi occhi neri, andranno a guardare la superficie del algo, illuminata dalla luce dei lampioni <a volte vorrei essere pure io calma come questo lago..> Ammetterà, più verso se stessa che verso Koharu, ma a questa ora, rivolge parola, volgendosi verso di lei con lo sguardo> Io sono una Genin, e sono venuta qui, per poter stare tranquilla e godere di un posto tranquillo, dopo una gironata impegnativa> Perchè certo, mezza gironata ad allenarsi e l'altra a non fare nulla è qualcosa di impegnativo a quanto pare, ma non che siano stati leggeri i suoi allenamenti. <Tu invece Koharu-San, vieni spesso qui o anche per te, questa è la prima volta?> Domanda curiosa, tornando a guardare il lago, con fare attento ed anche un poco meravigliato, ma cerca di non darlo troppo a vedere.

23:59 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] La piccoletta, guardando negli occhi la ragazza, afferma poi con un filo di voce, privo di modulazione <Si beh, è ovvio…> riferendosi al fatto che l’altra decide cosa per lei è divertente. Un altro sorrisetto falso viene donato dalla giovane, che a quanto pare oggi è particolarmente gentile. Di solito non deforma mai così tanto il suo candido e pallido faccino. <Non so tu cosa ci trovi di così buono in quel coso…> commenta poi, apprendendo che il contenuto della borraccia non è nulla di così interessante. <Se vuoi mantenerti negli anni, ti consiglio acqua e qualche fetta di cetriolo dentro.> aggiunge, condividendo con la sua interlocutrice una delle chicche che probabilmente ha letto in uno dei rari momenti che trascorre sul web su qualche sito che dà consigli di bellezza. Sarà anche una grande studiosa, ma all’estetica ci tiene. Senza rendersene conto, si trova quindi a parlare con una sconosciuta, ma a quanto pare la cosa non le turba. Dovrà in qualche modo colmare la sua profonda solitudine? <Beh grazie…> risponde, distogliendo un attimo lo sguardo. La sincerità spiazzante di quel complimento l’ha messa in difficoltà. <Anche io vengo qua per cercare calma nell’acqua, se fa freddo tanto meglio> commenta. Beh, a prima vista si direbbe che lei è nel suo habitat naturale, è praticamente tutta bianca. La ragazza poi si avvicina di nuovo sulla ringhiera del pontile e si poggia con le due braccia, osservando l’orizzonte e ascoltando le parole della ragazza. <… prima volta? Ahah> risponde di getto, girandosi per metà verso l’altra e abbozzando una risatina sotto i baffi. <Sono 10 anni che vivo qua dopo che ci siamo trasferiti col clan da Kusagakure, mi sembra poco probabile che sia la prima volta.> certo, starà anche calmando i toni ma il fondo di acidità rimane sempre. <E tu scusa da quanto è che sei qui, dato che dici che è la tua prima volta al bosco?> domanda poi curiosamente la ragazza, poggiando di nuovo i suoi occhioni di ghiaccio sull’altra, con il suo solito filo di vento freddo che ben si amalgama con l’atmosfera circostante.

00:10 Iara:
  [Bosco Centrale] <Mettiamola così, non amavo uscire molto quando ero qui> spara la prima cosa che gli viene in mente alla giovane, in fondo non è che non è uscita, ma solamente non aveva voglia di vedere chissà quale altro quartiere o ona dedicata agli altri villaggi, visto il trattamento che riceveva eche riceve anche tutt'oggi, essendo considerata una reietta. <Da quel che si dice, il thè purifica> deve averlo letto in qualche giornale, rovato in qua e in la nella zona Otina del villaggio <Da quel che so, anche il thè verde, aiuta a purifcare il corpo e la mente, e poi i cetrioli a me non piacciono granchè> Afferma, riferendosi alla verdura, ovviamente. <Da quel che ne so, potresti anche tu, non essere mai uscita dalla tua zona del villaggio, le variabili potrebbero essere tante> Fa notare, andando poi a guardarla con quei suoi occhi neri e profondi <e comunque, potresti anche smetterla di fare la st****a eh> gli andrà a dire in maniera schietta la giovane, che non ha peli sulla lingua. <comunue sia è vero, l'acqua trasmette moltissima calma, e c'è chi dice che bisognerebbe apprendere la calma proprio dall'acqua, ed essere come lei, calmi nella mente e nel corpo, ma diventare una forza inarrestabile quando si parla di dover combattere> letto anchequesto in qualche giornale trovato in qua e in la per il proprio quartiere.

00:36 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] La ragazza continua ad ascoltare quello che l’altra le dice, per poi rispondere <A me invece piace venire qua e staccare un attimo…> piccola pausa di riflessione, i pensieri le affollano nuovamente la testa, per poi aggiungere <…altrimenti la mia vita dopo l’accademia si limiterebbe alla sede del clan e agli archivi, diventerei pazza>. Il tono di voce è sempre quello, freddo, pacato. I suoi occhioni ghiacciati sempre rivolti verso lo specchio d’acqua che si apre sotto il pontile su cui le due si trovano. Un respiro profondo con il naso le canalizza l’aria fredda dentro di lei, inebriandola e suscitandole calma. Gli occhi si chiudono, quando poi l’altra le rivolge un complimento non proprio dei migliori. <Io stronza? Ma come ti permetti scusa?> sbotta, questa volta il tono di voce è leggermente più alto e piccato del normale. Ma la sua perdita di compostezza dura poco, proprio non le riesce a non essere candida come la neve che le circonda. È incredula, nessuno si è mai rivolto così con lei. Però questo è il momento in cui forse ha capito che la persona che ha davanti potrebbe meritare il suo trattamento speciale, quello che riserva alle persone che ritiene “degne” di non essere bistrattate da lei. Certo, nei limiti della sua personalità comunque spigolosa e poco amabile. <Mi informerò sulle proprietà del the verde, ma sono sicura sull’acqua e il cetriolo.> aggiunge poi, fredda come sempre, ma meno combattiva del solito. <Se mi vedi poco è perché schivo la compagnia di altre persone, ma se vieni agli archivi di Kusa in qualsiasi momento della giornata molto probabilmente mi troverai lì>. Ascolta poi il discorso sull’acqua, che anche lei condivide, ma fino ad un certo punto. Aggiunge poi <Acqua, si…, ma insieme all’aria e alla forza del vento, il discorso diventa diverso>. Chiaro riferimento alla sua personalità. A lei tutto ciò che è freddo e ventoso la fa stare a suo agio. <Forza inarrestabile… il mio stile è un altro.> si limita poi a commentare. In effetti, ancora non ha sviluppato un suo vero e proprio stile di combattimento. È ancora bloccata, non le va giù che l’innata ancora non l’abbia manifestata, nonostante le parole di incoraggiamento della madre, che nell’ultimo periodo sono state trasportate via dal gelido vento della delusione.

00:49 Iara:
  [Bosco Centrale] <Koharu-san, non è un problema mio se nessuno te lo ha mai detto, ma hai deglia tteggiamenti da stronza, ora che lo sai, potresti anche lavorarci su no?> Le domanda, andando quindi, a guardarla per qualche istante, facendole un sorisetto, che non è del tuto dolce. <Appurato questo, devo dire che è vero, la calma deve essere controbilanciata da un forte senso di potenza, ed il vento in questo può sicuramente aiutare, come il fuoco> Vento e fuoco, eh si, perchè il suo Chakra primaria è quello del Fuuton, non si perchè, visto che quello del clan da cui discende è il Katon quello del fuoco, e forse anche per questo che è statasempre trattata come una reietta. <Informati e vedrai che non è una bevanda che fa male, azni aiuta a purificarsi, e a te,fidati, purificarti un ponon ti farebbe male> Schietta, senza peli sulla lingua, anche se non è voluta essere volgare, non serve sempre. <Comunque sia, io credo sia ora di andare, almeno per me> dirà questo andando a muovere qualche passo, in direzione di casa, e si fermerà una volta scesa dal pontile. <buona notte Koharu-San, spero ci rivedremo presto> fa un sorrisetto che l'altro non può vedere, dandogli le spalle <è stata una serata...piacevole> dirà queste esatte parole, prima di riprendere il passo e muoversi verso la proprio zona del villaggio, per poter andare a dormire al Dojo, e vedere, se al solito posto, ci fosse rimasto, qualcosa da mangiare. (Fine per me)

01:07 Koharu:
  [Pontile del Bosco Centrale] La ragazza è lì, impassibile, che fissa il laghetto calmo circondato dal boschetto innevato. La vegetazione imbiancata dalla neve, ormai non riflette che gli ultimi raggi di sole della giornata. Con il buio che cala, qualche fiocco inizia a cadere e la temperatura inizia a farsi più rigida. Un piccolo brivido di freddo coglie la piccolina, che in pochi istanti riprende il controllo di sé stessa. <Ancora? Guarda che qui quella che sbatte contro le persone sei tu…> cerca di difendersi, nascondendosi dietro un dito, rispondendo con la sua sferzante ironia. Il suo colorito, nel pronunciare quella frase, si fa leggermente più rosato. Quando è arrabbiata misto ad imbarazzo pare che la sua pallida carnagione prenda un lieve colorito, quasi umano, ma dura poco. La neve che scende la rende troppo calma per farla adirare, se fosse stata una calda giornata d’estate adesso probabilmente in quel momento sarebbe stata più adirata e soprattutto sudata. <Non metto in dubbio che non faccia male, d’altronde è sempre di acqua sporca di cui stiamo parlando, no?> risponde con il suo tono pacato, solenne, composto. <Fuoco? Le alte temperature non mi mettono a mio agio.> commenta poi con una frase secca. Non ci siamo. L’impeto delle fiamme non le si addice. Non di solito. Osserva poi con i suoi occhi di ghiaccio che l’altra decide di andarsene. Un lieve sospiro di sollievo accompagna il saluto della ragazza, finalmente può riappropriarsi egoisticamente di tutta la calma di quel luogo e cercare di catalizzarla dentro sé stessa. <Buonanotte, non perderti mi raccomando> le dice dietro, mentre l’altra si allontana, con tono serio e il suo tipico volume basso. Ancora non le va giù la schiettezza della sua interlocutrice, per cui cerca di prendersi una piccola rivincita. Non ammetterà mai che le ha fatto piacere condividere un po’ del suo tempo con quella ragazza, la quale pare essere comparsa proprio nel momento in cui la solitudine stava portando Koharu in una spirale di negatività difficile da abbandonare, ma è proprio grazie a quella ragazza che secondo la piccoletta è un po’ strana che potrà godersi con più calma il resto della serata. In fondo, non si è mai del tutto soli, no? (Fine)

Un tardo pomeriggio calmo sul pontile del Bosco Centrale innevato, fino a quando Koharu e Iara non si scontrano per caso. Tra una parola e l'altra, non può non mancare il commento di Iara sugli atteggiamenti poco carini di Koharu, che nell'altra trova una persona che sa come tenerle testa.