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con Shizuka, Kan

20:29 Shizuka:
  [Accanto alla porta del Laboratorio] Sta lì, schiena al muro, giocherellando con un piedino che sfiora il pavimento, nemmeno fosse una ballerina di danza classica. I capelli lunghi e rossi sono sciolti, liberi di coprire orecchini e piercing che si ritrova sulle orecchie. Indossa un camice bianco che le arriva fino alle ginocchia, anche se è aperto, il cartellino identificativo appeso al taschino, nel cui ci sono penne, pennarelli, un evidenziatore giallo, una forbice e un klemmer. Una camicetta azzurra spunta da sotto il camice, allacciata cosi da contenere il prosperoso seno, che non risulta eccessivamente esposto, al collo la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti, sotto indossa una gonnellina a pieghe blu, che le arriva appena sopra il ginocchio, delle calze bianche le giungono fin sotto il ginocchio, ai piedi delle ballerine blu anch'esse. Il trucco blando sugli occhi, mascara più eyeliner, ingrandiscono appena le iridi blu, sulla spalla sinistra sta poggiata pigramente la farfalla di sangue, nella mano destra un blocco per appunti. Nella tasca sinistra del lungo camiceuna fialetta di sangue, quella che vorrebbe sottoporre alle attenzioni del Sumi che sta aspettando dopo averlo reclutato al volo rapidamente via messaggio. Il cellulare ovviamente all'interno della tasca destra del camice. Orecchio teso a sentire eventuali rumori di avvicinamento, non volendo addentrarsi in quel luogo che conosce poco.

20:36 Kan:
  [Laboratorio] Il messaggio della genin ha inevitabilmente interrotto ogni qual tipo di operazione svolta dal Sumi all'interno dei laboratori dell'ospedale. Il ninjaphone è tenuto stretto in mano leggendo quella scritta improvvisa, ella è li fuori ad attenderlo; inspira ed espira copiosamente riempiendo l'interezza dei polmoni con più ossigeno del previsto. Non possiede la minima idea di cosa abbia in mente la ragazza ma almeno non deve andare a prenderla, possono dirigersi direttamente nel loco da lei voluto. Lascia tutto quanto in disordine smuovendo qualche passo per portarsi alla volta dell'ingresso dei suddetti attraversando tutta quanta la stanza con celere passo macinando ogni singolo metro nella maniera più svelta, impedendo al tempo di perdersi ed evitando lo stare in solitaria della ragazza. Apre la porta immettendosi nel corridoio ed effettuando qualche altro passo oltrepassando ulteriori stanze adibite alla ricerca genetica in quella sezione di ospedale e poco più avanti dovrebbe trovarsi la Kokketsu in tutto il suo splendore adagiata a ridosso del muro, a fianco alla porta. Ampio il sorriso manifesto sul volto del chunin a tal visione, dorate risplendono ogni qual volta incrociano le altrui mettendo da parte l'intero mondo rendendo ella il centro del creato <Mia> esordisce soffermandosi a distanza praticamente nulla. Capo inclinato sul destro lato ad osservarne l'outfit, sopracciglio innalzato <Non ti sei neanche cambiata> notandone indosso ancora il camice bianco <Fa nulla, dove andiamo?> incuriosito, dopotutto devono pur fare una ricerca. Il bianco indossa un paio di blue jeans aderenti agli inferiori arti i quali discendono lungo essi ricoprendo ogni singola zona, stringendosi intorno alle caviglie; bianche sneaker completano la parte inferiore del corpo. Il busto risulta esser coperto da una camicia bianca rigorosamente chiusa, quanto meno fino al petto dove è presente uno spacco a V il quale mette in mostra una porzione del petto; bianco camice a ridosso di braccia e spalle sul cui taschino il cartellino ne identifica la persona ed il ruolo all'interno della struttura medica. Occhiali dalla nera montatura decorano il volto insieme alla bianca chioma volutamente spettinata, la cui lunghezza supera di poco il collo aumentando il volume del capo. Portaoggetti legato alla cintola del jeans avente all'interno dei fuda e degli inchiostri speciali donati direttamente dal clan, permettendo lo sfruttamento della suprema arte. Infine, non per importanza, la primaria energia attiva, il chakra scorre nell'essere del ragazzo. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

20:48 Shizuka:
  [Accanto alla porta del Laboratorio] Sente quei passi avvicinarsi, la testolina si volge in quella direzione, vedendolo arrivare vestito di tutto punto per il lavoro, compresi gli occhiali. Si fissa a guardarlo come se fosse incantata, risvegliandosi solo nel sentirsi chiamare, i rossi capelli si smuovono mentre la testa viene smossa. << Mio >> Un sorriso le si stampa in faccia, si staccherebbe dal muro dandosi una leggera spintarella, portandosi a fronteggiarlo, le blu che scorrono rapidamente per il corridoio. Non notando nessuno nei paraggi andrebbe ad allungarsi sulle punte, manine che si appendono ai due lati del camice altrui, Kimi che si alza in volo, ormai abituata al fatto che la propria accompagnatrice si fiondi su quel tipo dai capelli bianchi più spesso che su chiunque altro. Cercherebbe di tirarlo a se, alla ricerca di un bacio sulle labbra, rapido e casto, quasi fosse proibito: infatti cerca sempre di contenere le effusioni sul luogo di lavoro, questione di professionalità. Se vi fosse riuscita si allontanerebbe rapidamente, rispondendo alla di lui domanda: << In laboratorio ovviamente, a me serve un pc e a te tutta la tua roba da scienziato! >> Scontato per lei che ha già tutto in mente, il lepidottero tornato sulla sua spalla. << Rasetsu non è in giro vero? Lui non deve sapere nulla d'accordo? Nessuno deve sapere! >> Riservatezza assoluta quella che gli viene richiesta. Comunque se lui non si fosse mosso, sarebbe stata la nanerottola a prendere l'iniziativa di muovere i primi passi verso i laboratori; non li frequenta spesso ma li ha visti qualche volta, sa dove dirigersi.

21:05 Kan:
  [Laboratorio] Richiamato a propria volta, brevi attimi in cui viene attirato a se dalle braccine, il camice strattonato appena piegandosi in avanti, adagiando le labbra sulle altrui, un gesto casto, veloce eppure, in tal loco, al quanto strano. Egli in primis evita effusioni di qualunque tipo, specialmente ora in cui il proprio essere bazzica in quei laboratori eppure la rossa non risulta essere di tal avviso preferendo prendere qualcosina. Ricambia il bacio smuovendo le labbra, un solo, piccolo tocco assaporando le altrui, ampliando il sorriso, se possibile, ancor di più rispetto a prima rendendo le dorate ancor più luminose. D'istinto le iridi scostano la visione sulla farfalla, continuamente in moto, sempre intorno alla ragazzina <Quell'esserino mi mette ansia, ci guarda ogni volta che stiamo insieme> assottigliando lo sguardo, corrucciando la fronte, palese il riferimento a qualunque tipo di intimità tra loro, persino il semplice abbraccio è sotto lo sguardo della farfallina di veleno. Un commento capace di lasciare il tempo che trova, non ne pone altri, semplice il pensiero espresso prima di riconcentrare l'attenzione sul vero motivo per cui ella è li. Labbra schiuse dall'inaspettata sorpresa, strano sentirle chiedere di stare in laboratorio, una ricerca esattamente in quel posto <Ehm...per cosa? Sai che la strumentazione può usarla solo personale autorizzato, si?> mettendola al corrente di piccole ma semplici regole in vigore nei laboratori genetici; non tutti hanno accesso agli strumenti, non tutti possono sfruttare quanto contenuto in quella parte della struttura, sicuramente non i normali medici. A tratti neanche il Sumi può ancora sfruttare a pieno le potenzialità della genetica, troppo ignorante, ancora alle prime armi per definirsi capace di intraprendere in solitaria un simile percorso <Io non l'ho visto> alzata veloce di spalle <Amore, cos'è tutta questa segretezza?> seguendola, infine, verso il corridoio. Sospira con una certa pesantezza, scuote il capo incamminandosi a propria volta, giungendole al fianco, facendole strada verso il proprio posto di lavoro. Si sofferma dinanzi ad una porta la quale viene aperta abbassando la maniglia permettendo alla ragazza di oltrepassare la soglia prima e seguirla subito dopo. All'interno un paio di banconi con al di sopra ampolle, fiale, microscopi; vari armadietti attaccati alle pareti, strumenti di lavoro ed un paio di PC fissi, uno per tavolo e, ovviamente, svariati sgabelli su cui potersi sedere <Ta dan, qui è dove lavoriamo io e Rasetsu> bello e accogliente, non trovate? [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

21:25 Shizuka:
  [Accanto alla porta del Laboratorio] Le sfugge una risata al commento di lui riguardo alla farfalla: << Beh fortuna che non possa parlare! >> Chiaro a cosa si riferisca al rossa che sembra meno in imbarazzo del solito, forse perchè in realtà ha un piano in mente che espone poco dopo. Subito compaiono le rimostranze dell'altro, le regole da rispettare che la Kokketsu conosce bene, tant'è che ha avvertito Matono che avrebbe dovuto avvalersi della collaborazione di un genetista. << Certo che lo so, ma il mio ragazzo è un genetista sai? Lui è autorizzato a toccare quelle attrezzature no? >> Ironia nel tono della piccola che zompetta avanti, precedendo il compagno e chiedendo del parente che pare non essere nei paraggi quella sera, un problema enorme in meno insomma. La domanda del Sumi riguardo la segretezza viene ignorata completamente, almeno finchè non raggiungono il laboratorio dove lui la farebbe entrare per prima. Non farebbe troppi complimenti, andando a osservarsi intorno, individuando un pc fisso già acceso, così da evitarsi la difficoltà di fare anche quello. << Che posto pieno di apparecchi strani! >> Questo le esce dalle labbra, mentre osserva i vari alambicchi per poi tornare con le blu sul bianco. << Ti adoro quando porti gli occhiali. >> Sarà anche perchè si è presentato da lei con quelli, quando ha smesso di portare una maschera, ma esteticamente gli donano parecchio. << Ma non siamo qui per questo! Ho incontrato un paio di ragazzi in questi giorni e ho dei risvolti interessanti da indagare su fronti diversi e una ricompensa da riscuotere. >> Spiega sommariamente, la mano destra andrebbe a infilarsi nella tasca sinistra andando a estrarre la provetta di sangue. << Rasetsu non deve sapere nulla, ho promesso massima professionalità su questo lavoretto ma ho bisogno di te per portarlo a termine tesoro, la ricompensa può anche essere tua. >> Ancora tutto molto confusionario effettivamente, troppe cose per la testa, troppi tasselli mancanti all'albino. << Io devo ricercare un paziente che è stato curato qui in ospedale o forse a Konoha. Cercherò nell'archivio al pc, conosco pressapoco l'età e le ferite, inoltre essendo stato un sopravvissuto all'assassino magari c'è qualche riferimento a quello nella cartella. >> Spiega in che cosa consisterà il di lei compito, mentre quelle blu, andrebbero a cercare le dorate altrui, speranzose. << L'altra sera mi ha contattata un ragazzo di nome Matono, un tipo strano che ho curato insieme al ragazzo di Sango in ambulatorio qualche mese fa. >> Parte quella spiegazione per introdurre il soggetto: << A quanto pare vorrebbe avere delle informazione su questo sangue. >> La provettina verrebbe portata d'innanzi al Sumi, << confrontarlo con il database alla ricerca di possibili coincidenze, tipo una madre e un padre o magari fratelli o sorelle. E se possibile estrapolarne eventuali legami con innate particolari. >> Breve spiegazione di ciò che il moro desidera conoscere, cosa vorrebbe trovare in quel vermiglio che le ha donato. << Nessuno deve sapere di questa cosa, non abbiamo il nome del donatore di sangue, anche se possiamo trovarlo se è nel database. Ma io non posso, mi servi tu per questo, e se riusciamo a trovare qualcosa, Matono ci dovrà un favore non indifferente! >> Lo sguardo blu che fino ad ora ha fissato intensamente il dorato, andrebbe ad addolcirsi, diventando quasi supplichevole: << Mi aiuterai? >> E' una richiesta, sa che difficilmente le dirà di no, ma giustamente deve chiedere, non può pretendere che lui sia sempre a sua disposizione, anche se è il suo fidanzato.

21:51 Kan:
  [Laboratorio] Sgrana le dorate fissando intensamente la farfalla alla possibilità di una parola da parte sua. Deglutisce prima di scuotere per un singolo momento il capo <Per fortuna non può essere toccata> stizzito a tale idea, non può comunque far nulla contro quella farfallina la quale, seppur non abbia mai realmente dato fastidio, appartiene ad un mondo a lui sconosciuto, impossibile da decifrare. Espone i propri quesiti con curiosità rivolgendo ad ella il verbo, incastonando le iridi in quelle azzurre della ragazza, osservandola dall'alto in basso per poi chinare il capo, sorriso manifesto sul volto, divertito con il destro sopracciglio innalzato <Teoricamente> lo è, non completamente ma la maggior parte di esse possono essere assoggettato alla propria volontà <Un giorno dovrai presentarmi il tuo fidanzato, dev'essere proprio il mio tipo> occhiolino rivoltole nel volgere l'interezza del corpo al corridoio dopo esser bellamente ignorato. Una domanda priva di risposta, messa in secondo piano portando il dubbio nella mente del Sumi, un dubbio sulla fattibilità di quanto ella voglia fare; cessa il proprio ciarlare attendendo di ritrovarsi nella sicurezza della stanza, lontano da occhi e orecchie indiscrete capaci di udire piccoli segreti di coppia. Per fortuna l'innocenza della rossa emerge scatenando l'ennesimo sorriso, divertito nel vederla dinanzi ad oggetti diversi dal solito, più articolati, quasi fantascientifici. Permane al di lei di fianco osservando l'interno della stanza, smuovendo il capo nelle varie direzioni <Sono più semplici di quanto immagini> breve pausa <Tranne quello> indicano un piccolo robottino posto in un angolo <Quello è difficile anche per me> fissandolo, intensamente, pensieroso ne scruta le fattezze venendo colto alla sprovvista da una singola frase. Gote arrossate, esattamente come le guance, un rossore tiepido e flebile, quanto basta per far comprendere come tale complimento sia giunto a destinazione. Deglutisce borbottando qualche parolina a bassa voce dando prova come i complimenti da lei enunciato risultino del tutto diversi da quelli proferiti da un estraneo <Non potrebbe essere diversamente, sono uno schianto> sistemandoli con veloce moto del destro arto superiore, centrandoli proprio dinanzi alla ragazzina <Ci mancherebbe altrimenti avrei dovuto pulire io dopo> chiaro il riferimento a qualcosa di più fisico e spinto rispetto alla semplice ricerca, un assista alla prima frasetta da lei pronunciata avanzata con una certa malizia mentre si guarda intorno. Silenzio cala sul chunin ascoltando il racconto altrui il cui inizio risulta esser già un'enigma, due ragazzi incontrati ed una ricompensa da riscuotere, ricompensa persino dell'albino se Rasetsu non viene a sapere nulla <Uhm...> ancora tende a non proferire verbo alcuno lasciandola parlare, spiegare meglio il da farsi. In primis una ricerca su un paziente all'ospedale, sopravvissuto all'assassino. Arti superiore incrociati ad altezza petto, braccia tenute strette tra loro mentre la seconda parte del racconto ha inizio dando per l'ennesima volta il nominativo di Matono. Annuisce scostando lo sguardo sulla fialetta di sangue, stranito fossilizza le dorate su essa mentre ode la richiesta ed il compito da eseguire. Inspira, espira avanzando di qualche passo, concentrandosi, ora, sul visino della Kokketsu; scioglie l'intreccio degli arti avanzando il destro le cui dita prendono la fialetta dalle mani di lei <Se c'è una ricompensa, perchè no> sorridendole, labbra avvicinate lasciandole un piccolo bacio, casto e veloce come il precedente <La password del pc è *****, usa quello, è il mio> indicando la propria postazione dirigendosi, infine, verso un bancone sulla sinistra <Questo Matono vuole delle informazioni ma se non sappiamo il nome del donatore, dove si è procurato questo sangue? Soprattutto come, te lo sei chiesto?> un singolo attimo di pausa <Inoltre, in cosa consiste la ricompensa o il favore?> giusti quesiti da porre in vista del compito in procinto di esser eseguito. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:12 Shizuka:
  [Laboratorio] Lui resta a osservare la reazione della rossa all'armamentario ignoto, e forse per questo non riesce a prevedere quel complimento inaspettato. Lei riesce apppena a notarne il rossore, che viene poi mitigato dal solito egocentrismo che le fa sfuggire una risata dalle labbra. Fortunatamente la nanerottola non coglie il doppio senso dell'altro, troppo concentrata sul lavoro da intraprendere, non immagazzinando il vero significato dietro al sistemare il laboratorio. Lei spiega sommariamente i propri compiti e in maniera più precisa quelli del bianco che dopo aver sciolto le braccia da davanti al petto recupera la fialetta. Si avvicina a lei rubandole un rapido bacio che viene ricambiato, per poi apprendere le informazioni riguardo al pc e su come utilizzarlo sempre rimanendo nell'anonimato. Labbra che si schiudono per lasciar fuoriuscire mezza voce: << Grazie Mio >> Si separano dunque, ognuno per la sua strada, mentre lei accende il computer, lui pone domande intelligenti che anche lei si è posta ma alle quali ha poche risposte: << Ciò che so è che il sangue è di un suo conoscente dalle origini ignote. Penso vogliano capire da dove venga questa persona e se abbia qualche affinità d'innata che non conosce.... >> Lascia che il discorso cada nell'aria, l'impressione che il moro le ha lasciato è proprio quella. << Sinceramente non so chi conosca quel tipo. L'unico con cui l'ho visto in giro è Shinsei. E Matono sembra un tipo con pochi amici, ma non avendomi rivelato nulla sono solo supposizioni le mie... >> Già, illazioni, in fondo non conosce a sufficienza l'Uchiha per essere certa che quel sangue sia dei Taijutser. << Per ciò che riguarda il favore ho carta bianca. E' disposto a molto per avere queste informazioni, e comunque abbiamo il coltello dalla parte del manico al momento. Se troviamo qualcosa, possiamo prima richiedere il compenso e poi fornire risposte no? >> Questo metodo di azione lo ha imparato forse da Rasetsu? Bah non facciamoci troppe domande. Una volta effettuato l'accesse nel dominio di Kan, andrebbe ad aprire la parte dedicata ai pazienti di Kusa. Andrebbe a impostare una data indicativa, diciamo il mese intero in cui era stata svolta quella rappresentazione teatrale a Oto. Una volta ristretto il campo in questo modo, andrebbe a circoscrivere il tutto ai soli accessi del pronto soccorso, per poi andare a scremare i pazienti anche per età, selezionando un'età superiore ai 40 anni. Una volta raggiunto un numero adeguato di persone, con pazienza infinita andrebbe a leggere le cartelle, focalizzando la propria ricerca su una ferita perforante da lama al petto e una ferita da Kunai alla coscia. Ogni possibile candidato verrebbe appuntato sul blocco note che ha portato con se.

22:30 Kan:
  [Laboratorio] Gira la fiala tra le dita osservandone il contenuto prendendo posto sullo sgabello dietro il bancone e come prima cosa preleva un contagocce tramite la mano sinistra posizionandolo al fianco della fiala. Indossa velocemente un paio di guanti in lattice, perfettamente aderenti così da ricalcare la sagoma della suddetta mano; il contagocce aperto è inserito all'interno della fiala assorbendo un po' di sangue il quale viene lasciato ricadere appena al di sopra di un vetrino spalmandolo bene, in maniera omogenea. Un pc acceso per le analisi è l'oggetto successivo preso in esame insieme al macchinario al proprio fianco al cui interno viene versato un altro po' di sangue incominciando a digitare i tasti sulla tastiera. Veloce le dita vengono smosse una dopo l'altra aprendo i file, le cartelle ed i programmi mentre la Kokketsu riprende il discorso; pur non guardandola ode quanto viene proferito donandole la giusta attenzione <Perciò Matono è a conoscenza del nome di costui ma non ha voluto riferirtelo> commenta l'ovvietà dal dire della rossa <Quello che mi chiedo è: perchè? Se si tratta di un suo conoscente può benissimo chiederglielo no? A meno che costui non gli abbia chiesto di indagare per lui oppure sta indagando di nascosto> varie le ipotesi proposte sulla vicenda la quale diviene sempre più oscura da qualunque lato la si guardi e scruti. Inspira, espira, riempie e svuota i polmoni continuamente <Non so, questa faccenda non è chiara, può benissimo aver mentito e questo sangue non è di un suo conoscente ma di un altro e poi, perchè è venuto a chiederlo a te?> seppur possa sembrare un quesito di gelosia, essa non risulta presente nel vocale tono, al contrario, si mostra tranquillo, occupato ad effettuare il compito richiestogli dalla Kokketsu; troppo concentrato per provare sentimenti, lasciarsi trasportare dalle emozioni <Ne deduco che questo non sia sangue normale o comunque non appartiene al primo che capita, perciò si, abbiamo il coltello dalla parte del manico> sospirando pensieroso. Avvia l'analisi del sangue tramite il pc per cercare di avere un riscontro con il database interno del laboratorio, un confronto con altri DNA presenti all'interno e catalogati. Lascia andare il pc andando a prendere il vetrino per scostarsi di postazione avvicinandosi ad un microscopio <Mentre, chi è questa persona che devi cercare? Senza un nome anche quello è difficile, ci sono migliaia di pazienti registrati> senza mai guardarla o altro. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:53 Shizuka:
  [Laboratorio] Le deduzioni del Sumi si addentrano sempre nel limbo dei complotti, cosa che per la Kokketsu è invece meno probabile come sempre. Lei forse si fida troppo del prossimo, ma quel tipo schivo le ha chiaramente detto che si fida di lei, quindi in qualche modo ora si sente in dovere di onorare quanto stipulato dal contratto. << Nemmeno il possessore di quel sangue conosce le proprie origini. A quanto pare Matono frequenta molta gente dalla dubbia provenienza. >> Ripete vagamente quanto appreso dal moro stesso, andando poi a riflettere un istante su quanto domandato dall'altro. << Beh credo sia venuto da me in parte per ignoranza. >> Si interrompe, non vuole offendere l'Uchiha, semplicemente non conosce bene la medicina come loro due. << Io mi sono mostrata a loro come molto accomodante e gentile. Non ho ficcanasato nei loro affari e li ho curati senza pretendere nulla. Entrambi sembravano molto a disagio a stare in ospedale, quindi ho lasciato il mio numero a Matono nel caso gli fossero servite cure a domicilio, senza venire in ospedale, per metterlo a suo agio. >> Spiega insomma che forse il ragazzo si è rivolto a lei perchè unica da contattare in privato che avesse qualche legame con la scienza. << Sono stata io a dirgli che non potevo svolgere il lavoro da sola, credo che lui non lo sapesse. >> Insomma, qualche tassello mancante e la disponibilità della rossa hanno concesso alla coppietta di passare in vantaggio su quelle informazioni bollenti. Lui continua nelle sue elucubrazioni, e poi le fa l'ennesima domanda che la porta a pensare a un'ovvietà. Andrebbe ad aprire la pagina del Browser, cercando online la data dello spettacolo Otino, relativa all'attacco dell'assassino. Non dovrebbe essere difficile trovare quanto meno la data dell'evento, considerato che il villaggio era in fermento per questo pazzo scatenato ammazza persone. In questo modo, dovrebbe essere in grado di ridurre lo spettro temporale a due soli giorni, riducendo sensibilmente il quantitativo di pazienti da vagliare. << Mesi fa durante uno spettacolo a Oto, l'assassino ha cercato di far fuori un signore di mezza età. Io e un ragazzo di nome Shin Goryo eravamo sul posto e siamo riusciti a proteggere la vittima in qualche modo, senza però riuscire a fermare l'assassino. >> La spiegazione parte da lontano, coinvolgendo il bianco in racconti non ancora uditi precedentemente. << L'idiota Goryo mi ha aspettata fuori dall'ospedale una sera per chiedermi informazioni su questo ninja che ha fatto la guerra. Lui sostiene che questo qui facesse esperimenti sui clan di Oto... >> Lascia che il discorso scemi un secondo, mentre andrebbe a scorrere l'elenco dei pazienti di Kusa or notevolmente ridotto. << Ho chiesto a Rasetsu se lo conoscesse, considerato che potrebbero essere due coglioni dello stesso stampo ma ha detto che mi farà sapere. >> Insomma l'opzione del parente sembrava necessitare di più tempo. << Ho pensato che se quest'essere immondo ha fatto esperimenti seriamente sui clan di Oto, potrebbe avere del veleno Doku. >> Già, insomma, passare da quel lato invece che attraverso Kyosei per ottenere la propria vendetta sull'Ishiba. << In fondo il Goryo mi deve un favore se gli trovo il nome dell'anziano, quindi pensavo di farmi accompagnare e fargli visita a domicilio. Se trovo la sua cartella clinica avrò il suo indirizzo. >> Mugugna quasi, mentre spiega il suo piano al compagno, gli occhi blu fissi sullo schermo, scendendo nell'elenco pazienti alla ricerca di una importante ferita da taglio a livello sternale.

23:15 Kan:
  [Laboratorio] Forse complottista, forse semplici deduzioni dalle poche informazioni in suo possesso, difficile a dirsi ma al momento la storia appare più confusionaria che altro, anzi, decisamente strana da udire <Certo che si è disposti a tutto pur di conoscere il proprio passato> il destro occhio comincia ad osservare il sangue al microscopio per vederne le particolarità delle cellule, dei vari globuli rossi alla ricerca di qualcosa di strano od unico capace di riportare alla mente qualcosa. Non possiede la minima idea del tipo di sangue tra le proprie mani, si limita alla mera ricerca scientifica <Hai detto che non ha molti amici e che l'hai visto insieme a Shinsei, è plausibile conosca anche Sango ma con dubbia provenienza che intendi?> riflette sul dire altrui, sulle possibili sfumature di quelle parole enunciate dalla ragazzina. Si silenzia continuando ad osservare, staccandosi per smuovere qualche passo verso il pc su cui ha messo ad analizzare il sangue <Allora, devo isolare i geni> parla tra se e se concentrando lo sguardo sullo schermo, le dita continuano a muoversi. Iridi a loro volta vengono fatte roteare continuamente seguendo le varie scritte, i codici ed i dati immessi nel database <E confrontarli con quelli salvati per trovare un riscontro> carpire di chi sia quel sangue e quali somiglianze esso riscontra <Ah si, mi avevi detto del numero> rimembrando una discussione precedente in cui ha mostrato una certa gelosia nei confronti dell'Uchiha, seppur per poco. Annuisce senza commentare ulteriormente, non ha molto da dire in merito, comprende il motivo per cui ella è andata a rivolgersi al bianco. Un semplice medico non possiede i necessari mezzi per mettere in scena quanto sta avvenendo in quella determinata stanza ne le conoscenze adatte per poter agire sui geni, sul DNA, attuare le dovute procedure. Un nuovo racconto ne attira l'attenzione tanto da scrutarla con la coda dell'occhio; in maniera sbiadita e sfocata ne osserva le fattezze, il visino, le varie espressioni <Perchè idiota? E' colpa sua se non avete preso l'assassino?> semplice una simile accoppiata, ben lontano dalla reale realtà dei fatti non avendo la minia idea di chi sia il Goryo ma è il motivo della richiesta ad incuriosirlo ulteriormente <Esperimenti sui clan? Un genetista> deduzione quanto mai banale e scontata. Di nuovo la vita della piccolina è coinvolta con il Kokketsu, intrecciati da un invisibile filo difficile da scoprire <Se Rasetsu ha avuto a che fare con lui, probabilmente deve avere qualche documento da qualche parte che li lega o qualche file> presuppone, privo di una verità assoluta ma solamente idee giunte sul momento cercando di darle qualche nuova idea ed ecco l'elefante nella stanza. Il giro torna, il veleno fa la sua comparsa, la chiacchierata con il chunin riemerge dall'ombra ponendo dinanzi alla vista del bianco le rivelazioni sul piano dei due clannati. Deglutisce inspirando, trattiene ossigeno scacciando quei pensieri, deciso ad evitare di metterla al corrente del proprio sapere senza interferire <Ti stai coprendo di favori, potrebbe essere utile per il futuro> non specifica nulla, restano sul vago, cessa di squadrarla pur con un pensiero oramai fisso. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:45 Shizuka:
  [Laboratorio] Lei capisce poco quella necessità di esplorare il passato, in fondo sa esattamente da dove viene e chi è. Forse però il Sumi qualche dubbio in piu' in merito lo ha. << Per quella storia della memoria hai piu' saputo nulla? >> Si sta riferendo ovviamente a quella di lui, quella perduta in quei due anni di coma e che non pare riuscire a recuperare completamente. Tuttavia l'affermazione altrui necessita di una spiegazione ulteriore, giusto per non essere freintesa: << Dicamo che questa è l'impressione che mi ha dato. E' un tipo che fa fatica a socializzare, parole sue. Dubbia provenienza intendo che non conosce esattamente il passato di questi individui, forse sono trovatelli. >> Insomma, non dubbia nel senso di losca, ma dubbia nel senso che non si sa da dove cavolo essi arrivino. Quel piccolo mugugno riguardo al numero di telefono del moro è un nonnulla rispetto alla mezza scenata di gelosia avvenuta la volta precedente, sintomo del fatto che il messagio è stato recepito. Chissà come la prenderebbe sapendo del numero del Choconinja? << Ho anche il numero della persona che lavora sul caso di Kiri insieme all'agente Manami. Si chiama Nobu. Si è salvato da solo sul mio cellulare con un cioccolatino e un cuoricino, non ha voluto dirmi il suo cognome credo. >> Insomma avvisiamolo che meglio spiegarsi subito, così da evitare fraintendimenti futuri. Poi però il discorso verte su quello che sta cercando lei, sul perchè stia facendo quella cosa e nomina effettivamente il rosso noioso. << Idiota perchè è un idiota! >> La risposta è accigliata, il faccino si imbroncia automaticamente pensando ai modi dell'altro. << Insomma, ha un atteggiamento scostante, mi ha trattata come se fossi una scostumata. Ha semrpe quel sorriso da 'sono bravo solo io' sulla faccia che vorrei levarglielo di dosso con il sangue... >> Beh insomma ragazzi, i due vanno d'accordissimo eh? << L'assassino ha detto che quel tipo di Oto aveva compiuto esperimenti anche su suo fratello. Non lo abbiamo preso perchè io non ho nemmeno provato a fermarlo. >> Il rossore ora sarebbe evidente sul visino della ragazzina, forse troppo inesperta allora per poter distinguere fra missione e sentimenti. << Secondo me chi commette atrocità dovrebbe essere punito. Forse l'omicidio non è la via migliore, perciò ho difeso quel vecchio. Però non posso dire di non aver capito le motivazioni che hanno spinto quell'uomo a vendicarsi. Io non perdonerò mai Rasetsu per quello che ha fatto Ryoma. Non potrà mai togliere quella macchia dal suo curriculum, per quanto possa essermi utile. >> Insomma, un perdono che pare inarrivabile, nonostante i Pancake, nonostante le dritte per infiltrarsi nella gang. Il rosso sta mutando la sua presenza nella vita della Genin ma questo non vuol dire che lo perdonerà per quanto compiuto in passato; a quanto pare lei non è misericordiosa. << Comunque lo Zietto non ha avuto a che fare con questo tipo, altrimenti me lo avrebbe detto. >> Ovvio, perchè non darle quella informazione di base? Perchè farsi aiutare da Shizuka quando avrebbe potuto chiedere a un passato collaboratore di reperire del veleno Doku? Insomma il Kokketsu non conosce quell'uomo, ci sono troppi indizzi a favore di quella tesi. Troppo distratta dalla ricerca per concentrarsi sui gesti del bianco, ne sente solo la voce: << Hai ragione, potrebbe essere utile. Spero solo che questo mi aiuti a rischiare meno di quanto dovrei.>> Intanto dopo aver vagliato ogni possibilità riguardo agli accessi in pronto soccorso di Kusa, andrebbe a valutare gli accessi di Konoha. In fondo deve essere stato portato per forza in ospedale, quindi se non lo ha trovato nel primo, sicuramente è stato preso in carico dal secondo. Una ricerca fra le cartelle cliniche di quelle poche date e con quell'età anagrafica dovrebbe aumentare sensibilmente la probabilità di trovare il soggetto giusto, oltre al fatto che una breve menzione nella cartella clinica riguardo all'attacco dell'assassino è molto probabile dato il periodo di tensione vissuto a Kagegakure.

12:15 Kan:
  [Laboratorio] Il sospiro viene accompagnato da uno scuotimento del capo, preso in contropiede da quella domanda si ritrova a pensare all'agente, al messaggio da lei pervenuto troppo tempo fa <Saigo mi ha mandato un messaggio dicendo di aver trovato un modo, poi silenzio> faticose tali parole, sapere di avere una possibilità e non esser riuscito ancora a sfruttarla, consapevole di poter finalmente scavare nei ricordi dimenticati ritrovandosi ancora nel limbo dell'incertezza e dell'ignoranza. Tempo al tempo vien detto ma esso progredisce in maniera troppo veloce, ne passa troppo ed ogni minuto in più non utilizzato e uno schiaffo alla memoria di Kushina. Annuisce cambiando repentinamente il discorso, rispondendo ai quesiti sulla figura di Matono <In questo siamo simili ma io non faccio fatica a socializzare, faccio fatica a farmi amicizie> sorridendo appena <In effetti, la mia unica amica sei tu e Sango ma lei...non sa quanto sai tu> oltre ad essere la propria compagna ovviamente, sottinteso, senza la necessità di farlo presente. Shizuka rappresenta l'unica amicizia della propria vita, nessun altro quanto meno di vera amicizia. Discorso diverso per l'Ishiba, sempre amica ma un tipo di amicizia diversa, meno incisiva. Schiaccia ancora i vari tasti del pc lasciando aperto il programma di analisi ed isolamento dei geni, smuovendo le cartelle aprendo i referti, dando il via al confronto del DNA e dei geni unici li presenti, soprattutto ricerca il nome collegato a quel tipo di sangue se presente e le particolarità di esso <Nobu?> incuriosito da tale nominativo, totalmente improvviso e inaspettato ma la piccola mazzata giunge. Per la prima volta il busto è girato nella direzione della ragazzina, dorate intersecano la visione in quelle altrui scrutandone il visino <Si è salvato da solo con un cuore e del cioccolato?> labbra serrate, indagatore lo sguardo da dietro le lenti degli occhiali alla ricerca di una sorta di verità nel volto della Kokketsu <Se ci prova con te finisce male> geloso si? Possessivo? Anche, non ammette ne tollera marpionate con lei, da parte di chiunque ella conosca. Sua, solamente sua e di nessun altro; non continua a martellare su questa storia preferendo andare avanti, divertito dall'appellativo dato al Goryo. Torna a lavoro accendendo la stampante per trasmettere i dati del microscopio ad esso ed imprimere i risultati su carta. La serietà svanisce, scoppia in una fragorosa risata di cuore, di gusto tenendo la pancia, persino delle lacrime discendono lungo il viso impregnandolo <S-scostumata? Tu?> ilare come affermazione, quasi ridicola <Però> riprendendo un minimo di serietà, scacciando le risate seppur esse continuino ad uscire in maniera inevitabile <All'inizio pensavi fossi un'idiota anche io, dunque> il paragone sussiste, diversamente ma è presente nonostante tutto. Una breve parentesi di puro divertimento prima del discorso fondamentale; nota il rossore sul viso, il broncio assunto tramite la coda dell'occhio, comprensibile <Non hai voluto fermarlo? Shizuka...> forse il suo intervento avrebbe evitato numerosi fastidi, compresa la morte di Kamichi. Non lo fa presente, non è colpa della ragazzina eppure, in seguito, le motivazioni di tale gesto vengon esplicate, comprensibili, di un certo peso <La morte è una liberazione, non una punizione, su questo concordo...Itsuki non avrà la stessa sorte di Kushina, non come spera lui> ucciderlo si ma con i giusti tempi, i dovuti modi per portarlo alla sofferenza assoluta. Eclissa se stesso in quel pensiero, pochi attimi di silenzio dove la vocina dell'amata riecheggia nella stanza <Sai, mi sorprende come odi Rasetsu per quello che ha fatto ma lo chiami Zietto> ridacchiando <Dimmi la verità, in fondo in fondo ti stai affezionando, vero?> squadrandola da lontano, osservandone la reazione mentre avvia la stampante dando, poi, una veloce occhiata allo schermo del pc. Il confronto genetico procede senza intoppi risultando lungo, complesso, quasi tedioso. Nuovamente un sospiro è fatto, consapevole della pesantezza dell'altrui affermazione, dei segreti insiti in essa <Sai che puoi contare sempre di me> deglutendo, lasciando morire la frase li dove è nata. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:28 Shizuka:
  [Laboratorio] La domanda posta al bianco lo rabbuia leggermente, effettivamente non avendo ricevuto novità direttamente un poco se lo aspettava. << Capisco... Ho pensato di chiedere a Matono di trovare il modo di recuperare la memoria in cambio delle informazioni su quel sangue. >> La butta li come opzione, se Saigo non ha ancora dato segni di vita, quella può essere valutata come opzione B. In fondo quella richiesta per quel controllo familiare le è arrivata casualmente, e lei non può chiedere aiuto a uno sconosciuto per il sangue Doku ne tanto meno per Kyosei. << Tu non fai faticaa fare amicizia. E' che la gente si ferma all'apparenza. E tu non ti mostri mai per chi sei, ma solo per chi pensi che alla gente interessi maggiormente. >> Gli sta facendo l'ennesima ramanzina? Forse. << Sai però che sono curiosa di capire perchè mai Sango sia una tua amica? >> La testolina rossa si scosta dal pc, le blu si incastrano sulla figura del Sumi come se fosse genuinamente interessata a capire, forse per la prima volta, perchè lui definisca amica una persona che sembra solo egoisticamente attaccata a se stessa. Attenderebbe paziente la risposta, anche se poi il discorso si scosta su Nobu, facile percepire la gelosia dell'albino, che sfocia in una minaccia alla quale viene risposta con una serietà completa: << E' un tipo che si è dimostrato molto premuroso nei miei confronti senza un reale motivo. Lo conosco appena ma senza saperlo mi ha aiutata parecchio ad andare avanti con la storia di Yasuhiko. >> Tutto volto solo a un pensiero positivo del cioccolatino, << Però non credo che vorrò mai più avere una relazione con un membro della Shinsengumi. >> Ed è chiaro che al di là dell'interesse altrui ogni sua speranza è stata completamente esclusa dalla rossa, lasciando comunque modo al Sumi di vivere serenamente quella notizia. Quella spiegazione in merito al Goryo fa divertire enormemente l'albino, che si trova addirittura a lacrimare. Deisamente ilare come scena, lei imbronciata e lui divertito enormemente. << Si ma lui è un idiota irrecuperabile! Tu facevi solo finta! >> Insomma anche il Goryo sta messo bene nell'elenco delle persone che piacciono alla Kokketsu eh? Quando viene chiamata con il nome intero lo sguardo blu viene mosso di lato, come fosse un'ammissione di colpa, tuttavia l'ha pensato e continua a considerare quell'uomo indegno alla vita. Il discorso ovviamente si lega all'altro chuunin, il genetista che le sta stretto. All'affermazione del bianco le blu si poggiano su di lui, sgranati: << Lo chiamo Zietto perchè siamo parenti. E' un soprannome come un altro. Lui è utile per ciò che mi serve ora quindi più che affezionando direi che ha uno scopo. >> Già effettivamente di recente sta facendo fin troppo affidamento su colui che ha torturato Ryoma. << Questo non toglie il fatto che non posso perdonarlo. Non posso capire come si possano torturare gli innocenti. >> Insomma anche ammesso che Rasetsu non sia male come pensava, in ogni caso non verrà perdonato per aver ferito RK. Poi quell'ennesimo sospiro, quella frase che le fa spuntare un sorriso dolce sul viso. << Ma certo che lo so Mio. Infatti sei qui con me no? >> Gli rivolge un occhiolino, finendo di scorrere probabilmente anche i pazienti di Konoha. Con un poco di fortuna dovrebbe essere riuscita a trovare un nome, un cognome e un indirizzo. << Come vanno i tuoi esperimentini? >> Lo sguardo curioso ancora una volta rivolto al suogenio personale.

16:03 Kan:
  [Laboratorio] Dissenso manifesto sul volto accompagnato da uno scuotimento del capo all'affermazione di lei <Per favore no> tono vocale mantenuto il più basso possibile in quell'argomento vitale per lui <Non voglio coinvolgere un'estraneo in questa cosa, non so chi sia, non so come sia ne i suoi scopi> coinvolgere qualcuno significa includerlo in pieno, dargli accesso ad informazioni. Una richiesta del genere porta domande, per un aiuto le domande necessitano di risposta e desidera darne molto poche <Inoltre, se è davvero disposto a qualunque cosa, sfruttalo per te, per avvantaggiarti in qualche modo> usufruire di Matono per migliorare la situazione in Kyosei procedendo con il piano da lei creato, ottenere maggiore sicurezza e, di conseguenza, un successo ben più vicino allontanando il fallimento. Capo chino, sorriso accennato nell'udire nuovamente il rimprovero da parte di ella, un pensiero oramai compreso, una presa di posizione centenaria <Nessuno ha mai dimostrato di meritarsi una mia conoscenza approfondita, salvo te, sei stata l'unica a starmi dietro giorno dopo giorno pur di capire chi fossi senza alcun doppio fine dietro> nessuno assume un tale comportamento per puro piacere o diletto, consapevole di ciò evita da sempre di mostrare il proprio lato fragile favorendo l'apparenza eppure la situazione si spezza nel momento in cui l'Ishiba viene tirata in mezzo con una domanda ben precisa. Sospira con pesantezza portando le dorate nel mare azzurro della rossa, qualche momento viene preso, attende paziente elaborando il pensiero <Prima di conoscere te, molto prima, appena risvegliato dal come Sango è stata la prima persona che conobbi> informandola di tal dettaglio <Senza contare Saigo e Rasetsu, presenti per cause di forza maggiore...circa> arto destro smosso scacciando il pensiero dei due <Comunque, senza girarci troppo intorno, dopo due anni di coma ero pieno di energie se capisci cosa intendo e me la sono fatta all'inaugurazione dell'Ochaya> ammette quell'avventura avvenuta con la donna <La cosa è morta li, il mio interesse verso di lei è finito nel momento in cui si è concluso l'atto ma una volta abbiamo fatto una missione insieme dove è rimasta ferita e la curai> breve pausa <In quel momento, non so perchè, si è aperta con me raccontandomi del suo passato mettendomi al corrente della vita vissuta prima di Kagegakure e li ho visto una donna diversa da come si è sempre posta. Ho visto una persona fragile, qualcuno che ha adottato una maschera per presentarsi al mondo e, difatti, ho visto me stesso> il discorso lentamente giunge al suo epilogo <Riuscivo a capirla, di conseguenza sapevo come comportarmi, quali punti toccare e paradossalmente e credimi, ora come ora faccio fatica a crederlo pure io, è stata lei a spingermi a buttarmi con te, perciò se tutto questo esiste, un po' è anche merito suo> Sango fautrice di rapporti, impensabile seppur veritiero <Ho cominciato a considerarla una mia amica proprio da quando ho iniziato a provare qualcosa per te e vedere lei spingermi ad accettare una parte di me da sempre ripudiata mi ha fatto capire che in qualche modo ci tenesse> ... <Nonostante ciò, ho sempre la puzza sotto il naso e lei sa poco e nulla di me> sentenziando e dando una giusta fine al proprio racconto. Dorate distolte per riprendere con le proprie operazioni, il mouse viene smosso prendendo il pezzo di DNA ed inserendolo in un nuovo programma, l'ennesimo per confrontarlo, questo volta con l'intero database per carpire il nome e l'appartenenza del soggetto sconosciuto; nonostante questo mostra gelosia nei confronti dell'agente ponendo domande, ricevendo una risposta a tratti strana, a tratti rasserenante <Dovrei anche ringraziarlo quindi> borbotta svariate parole incomprensibili sotto voce <Infatti ne hai una con un medico il quale non è intenzionato a lasciarti andare, tra parentesi> indice sollevato, disegna un cerchio in aria accentuando il proprio dire, sempre con un mezzo sorriso sul volto, volto che da bianco diviene arrossato per forse complimento lanciatogli contro. Ride ancora, divertito, consapevole di doverle dare ragione. Non commenta, non ha bisogno di farlo, già conoscitore dei reali pensieri della rossa preferendo andare oltre, togliersi vari dubbi su Rasetsu giungendo alla conclusione di come l'altro sia solamente utile ad una causa pur con qualche simpatia di mezzo <E' una domanda a cui non so rispondere amore ma so che da Rasetsu si può imparare molto, nonostante tutto> altrimenti si troverebbe altrove e non li a sottostare agli ordini di uno scienziato pazzo. Solleva la propria essenza dallo sgabello, cammina accorciando le distanze dalla ragazzina, giungendole in prossimità cercando di rubarle un bacio veloce, casto ma sentito <Sarò sempre con te Mia> dorate addolcite, viso addolcito, sorriso più sentito mentre adocchia il pc di lei osservandone le ricerche <Bene, ora sto ricercando un riscontro interno con il database e sto analizzano le particolarità del sangue. Se possiede qualcosa di innato e nel database è presente una similitudine, dovrebbe venire a galla, idem un possibile nome> veloce spiegazione del proprio da farsi con i superiori arti a venire incrociati ad altezza del petto. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:08 Shizuka:
  [Laboratorio] La risposta di lui è effettivamente sensata, forse lei non ci aveva pensato perchè troppo desiderosa di aiutare la propria metà a raggiungere qualcosa di importante. << Matono è troppo vicino a Sango perchè io possa anche solo pensare di chiedergli di aiutarmi con qualcosa che mi interessa. >> Insomma, non si fida di lui, nonostante lui si sia fidato di lei. Chiunque sia troppo vicino alla rossa potenzialmente è un nemico o un pericolo, tutti fuorchè il proprio compagno che le ha dimostrato devozione oltre ogni modo. Tuttavia, proprio parlando dell'Ishiba, il Sumi inizia un racconto molto lungo, abbastanza dettagliato dewl quale avrebbe fatto volentieri fatto a meno di conoscerne alcune parti. E' facile notare su quel faccino come sia infastidita dal rapporto avuto fra i due, all'innaugurazione dell'Ochaya. Però non lo interrompe, ascolta con attenzione quello che lui le dice, comparandolo con l'affermazione fatta dal bianco poco prima riguardo alla Kokketsu, all'essere l'unica ad aver cercato di guardare oltre la di lui maschera. farebbe cadere il silenzio dopo la conclusione di lui, che distoglie lo sguardo dalle blu che comunque continua a restare fisso sull'altro, mentre controlla i risultati ottenuti. Labbra andrebbero a schiudersi, lasciando che un tono freddo ne esca: << Allora tu la consideri un'amica ma lei non è mai stata tale. >> Unica cosa che riesce a vedere in quel discorso lunghissimo, << Tu ti sei sentito in dovere di spostare la maschera di lei perchè sentivi foste anime affini. Lei non ha mai nemmeno lontanamente pensato di scostare la tua. Probabilmente hai fatto tutto da solo, lei non ha fatto nulla per interessarsi al vero te, glielo hai regalato. >> E' indispettita? Parecchio, lei che ha dovuto faticare per ottenere qualcosa da un bambino dispettoso, da quel ragazzino che l'ha fatta sgolare per tirar fuori quello che era nascosto sotto quintali di timori ingiustificati. << Che sia incapace ad amare in maniera normale lo avevo capito già da me. >> Le sue idee le tiene per se, il fatto che prima lo abbia spinto ad allontanarsi da lei solo per poi fare i capricci e non sorridere con lui della felicità dell'albino. Che lei sia fragile non è un problema della Kokketsu: essere fragili non leggittima a trattare male gli altri. Il discorso si scosta su Nobu, sulla gelosia altrui. << Non devi ringraziarlo minimamente, il disagio e il preconcetto verso la Shinsengumi era solo un mio problema. >> Nemmeno deve pensare di dover qualcosa a qualcuno. Il discorso su Rasetsu viene rapidamente abbandonato dalla ragazzina, soprattutto perchè lui si alza, si avvicina a lei, espressione addolcita e bacio rapido sulle labbra. Se era abbastanza contrariata fino a qualche istante prima inevitabilmente si scioglie un poco. << D'accordo. Io credo di aver cercato tutto quello che potevo! Poi mi ricontrollerò i nomi, ora sono abbastanza stanca. >> Le braccine vengono allungate verso di lui come per abbracciarlo ma senza forzare la cosa.

17:28 Kan:
  [Laboratorio] Innalza il sinistro sopracciglio non potendo darle torto in modo alcuno, sa della sua sfiducia ai danni dell'Ishiba e del piano in corso per farle abbassare la cresta <E io oltre te e Saigo non voglio nessuno in questa storia, anzi, già è tanto sia in mezzo Saigo, avessi avuto i mezzi necessari avrei fatto a meno anche di lei> sconosciuta, priva di qualsiasi ruolo nella vita del bianco, difatti è una nessuna presente solo per cause di forza maggiore mentre la nanetta è coinvolta per ovvi motivi. Finalmente la verità viene fuori, il rapporto con Sango, quella singola notte passata insieme dopo l'inaugurazione del locale notturno e del susseguirsi di frasi atte a spiegare il motivo per cui ella è considerata, comunque, un'amica da parte del Sumi. Nota il visetto indispettito, qualcosa l'ha punta e sa fin troppo bene cosa seppur eviti di porre domande, non necessarie. Deglutisce lasciandole parola, ascoltandone la risposta, il pensiero in merito all'argomento proposto, incuriosito eppure, allo stesso tempo, consapevole dei possibili pensieri nell'altrui mente <Di certo dopo quello che è accaduto in ospedale ho visto le cose in maniera diversa> sospirando <Pur non essendo uno che porta rancore, non le perdonerò mai come ti ha trattata> ha cercato di fargliela conoscere, di far stringere loro un legame ricevendo in risposta insulti alla piccolina e solo per chiamarsi Kokketsu, un pregiudizio razzistico di cui non comprende la natura. Giudicarla sulla base del sangue risulta essere insensato, privo di logico, in particolar modo alla luce del trascorso d'ella con il chunin pazzo <No> scossone del capo alla volta della genin <Non ho scostato nulla, questo è il punto. Lei sa qualcosina del mio passato ma non mi sono mai fatto vedere come mi stai vedendo tu. Te l'ho detto, tu sei l'unica e lo sei per davvero, su tutti i fronti> cercando di mandar via qualsivoglia dubbio dalla testolina, non può permettere che l'unicità venga meno, ella è tale, la prima su tutti ad aver distrutto quella maschera da sempre presente <Non tocchiamo quel tasto perchè non so cosa pensare. Mi sono fatto tante domande e le risposte sono sempre state inutili o prive di senso> ammettendo questa propria mancanza nei confronti della mente dell'Ishiba. Per fortuna il discorso viene cambiato vertendo su un territorio fatto di gelosia nei confronti di uno sconosciuto, gelosia insensata quanto istintiva <Felice tu l'abbia superato ordunque> e solo a quel bacio riesce nell'intento di alleggerire la pesantezza del momento, rendere tutto più facile da sopportare ricercando un mero contatto pregno di dolcezza. Piccoli passi rendendo nulle distanza, arto sinistro superiore è adagiato sulle spalle di lei stringendola a se dando concretezza all'abbraccio richiesto pur permanendo in piedi <Anche io, il pc ha praticamente finito, devo solo leggere e confrontare i risultati nella speranza di trovare qualcosa> inspira, espira, il petto è smosso con estrema lentezza, respira in maniera regolare <Andiamo al cinema stasera? Dovrebbe iniziare uno spettacolo tra un'oretta> guardando nella direzione di un orologio digitale posto uno dei tavolini. Un modo semplice per passare insieme la serata, godersi quella relazione fino in fondo. [C On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

18:14 Shizuka:
  [Laboratorio -> Spogliatoi (?)] << Non chiederò nulla a Matono per la memoria. Non devi preoccuparti. >> se lui non è interessato alla cosa, non ha intenzione di insistere, voleva solamente essere di aiuto e supporto nulla di più. Poi quella sua freddezza spinge lui a specificare altre cose, come i dubbi sorti dopo il trattamento dell'altra rivolto alla Kokketsu, oppure il fatto che lui non si sia mostrato all'altra nella sua totalità o solo in parte. << Quindi vuol dire che la consideri un'amica ma non è sufficiente perchè tu le mostri chi sei? Sei proprio un pessimo amico. >> Il tono non cambia, trova quel loro rapporto assurdo e poco sensato, come qualcosa di presente solo forzatamente, solo per errore. Le blu che sono su di lui sfornano forse qualcosa di inaspettato: << Secondo me sarebbe il caso che vi parlaste per bene sai? Non è carino lasciare in bilico un rapporto di amicizia. Io ne so qualcosa. >> Problemi decisamente differenti, complicata la situazione in altri modi, ma comunque lui sa perfettamente a chi si riferisca. Lei ha terminato, lui quasi e quella proposta di serata viene fatta accolta con serenità dalla piccoletta: << D'accordo! >> Rapido bacio gli viene scoccato sulle labbra mentre si alza in piedi, chiudendo al volo le pagine utilizzate e riavviando il computer. << Io vado avanti a cambiarmi mentre tu aspetti che finisca la macchina d'accordo? >> La farfallina che le è rimasta sulla spalla prende il volo, precedendola in direzione della porta come se in qualche modo avesse intuito quello che sta per accadere. Infatti la Kokketsu andrebbe a muovere i primi passi verso la porta, per poi girarsi all'improvviso, gli occhi blu decisamente accesi, come se fossero intrisi di un fuoco particolare: << Ah se hai modo di parlarci, dille che se prova a metterti le mani addosso con qualche altro fine, può stare certa che le perderà. Così la sua bambina non avrà più modo di cullarla. >> Giusto non gli ha detto che l'ha incontrata come Hime, ma possono anche parlarne più tardi. Un sorriso decisamente poco cordiale le si dipingerebbe sul volto: << Ci vediamo all'uscita dell'ospedale! Grazie dell'aiuto mio! >> Un rapido occhiolino gli verrebbe rivolto prima di guadagnare la porta, sparendo nei corridoi e andando a cambiarsi. [//END]

18:29 Kan:
  [Laboratorio] Labbra serrate, sorriso accennato <Non mi preoccupo ma comunque, semmai in futuro ne avremo bisogno, potrà rivelarsi utile. D'altronde un debito resta pur sempre un debito> ed il lavoro svolto all'interno di quel laboratorio vale tante, specialmente se le informazioni ricavate possano risultare pregne di sostanze nel loro contenuto. Manca pochissimo per carpire qualcosa di più in merito alla questione, minuti soltanto e niente di più ma i discorsi affrontati hanno un peso e la rivelazione del rapporto con l'Ishiba non va a genio alla piccolina, al contrario, l'irrita riempiendola di stizza <Sarò anche un pessimo amico ma solo due persone hanno ottenuto la mia piena fiducia da quando sono nato e una di queste è morta> non specificando chi sia l'altra per ovvie ragioni, un qualcosa di ripetuto infinite volte. Shizuka ne possiede la totale fiducia, di conseguenza ha accesso al pacchetto completo differentemente da altri. Inspira, espira percependo la pesantezza del momento, della situazione creatasi <Quando avrò un po' di pace lo farò ma adesso ho cose più importanti a cui pensare e il poco tempo libero che mi resta voglio passarlo con te> sindaca infine. Il tempo scarseggia, scelte vanno fatte preferendo passare i momenti liberi con ella piuttosto che sprecare una serata nel chiarire concetti; un giorno, quando la storia di Kyosei sarebbe giunta al termine, solo allora la discussione può essere intavolata con l'Ishiba portando a compimento ogni singola cosa, chiarendo una situazione quanto mai oscura. Cerca di distogliere l'attenzione proponendo qualcosa da fare, essa viene accolta tramite un bacio veloce, neanche il tempo di ricambiarlo ritrovandosi a bocca asciutta, impossibilitato a far qualunque cosa <Va bene Mia, non ci vorrà molto> difatti il pc ha praticamente finito, restano gli ultimi ritocchi prima di potersi congedare in maniera del tutto definitiva. Lento il passo per avviarsi alla postazione, schiacciare gli ultimi tasti per leggerne i risultati avviandone anche una stampa eppure la precisazione di Shizuka giunge forte e chiara; spietata fino al midollo, annuncia il destino della donna in caso di provocazioni. Per un singolo attimo al sorpresa diviene manifesta sul viso del Sumi <Non mancherò di informarla> infarcendo la frase con un pizzico di ironia stemperano il tutto; a conti fatti è divertito dal modo di porsi di lei. L'osserva andare via, sorride, il muscolo cardiaco aumenta il proprio battito mentre scuote il capo <Mi fa impazzire> in senso positivo pronunzia tale frase. Attende il responso del pc e della stampante prima di chiudere tutto e lasciare a propria volta la stanza andando a cambiarsi così da risultare pronto per l'imminente serata. [END]

Shizuka si reca da Kan chiedendogli di analizzare del sangue per scoprire a chi appartenga e se possiede dei geni innati. Il Sumi, dunque, confronta il sangue con il database del laboratorio ricercando un riscontro, divide il DNA per trovare dei geni particolari e confrontarli con quelli presenti nell'archivio. Nel frattempo Shizuka ricerca nell'archivio il paziente da lei salvata durante una missione, in particolare ricerca nome e cognome di questo possibile anziano genetista, obiettivo dell'assassino al tempo.