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Hime e Sango

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con Sango, Shizuka

17:23 Sango:
 Di nuovo nel villaggio della foglia, eppure appare tanto diverso a quegli occhi stanchi. Le palpebre più scure, sebbene il corpo sia più forte di prima ormai ha detto addio al sonno e alla tranquillità della notte. Adesso è stato riempito da un piccolo mostriciattolo che porta con sé. Ovvio che sia lì per l'ospedale e per una delle visite obbligatorie per quella creatura, nata presto eppure nemmeno troppo , un paio di settimane, insomma, tutto regolare. La porta in braccio direttamente tenendola con il solo braccio sinistro mentre con la destra spinge un poco avanti passeggino verso la sola cosa che possa interessarle davvero al momento, il cibo, solo per aver la sicurezza d'averla davvero vicina, stretta al petto e coperta da un cappotto voluminoso d'un rosso intenso , scarpine piccolissime, un cappellino e anche una sciarpa. Insomma, sia mai che prenda freddo. Da sotto quel cappello nascono dei ciuffi rosso scuro, identici alla donna che la porta con sé e gli occhi aperti fissano il proprio petto, ove la manina si stringe delicata in un pugnetto attorno ad una collana. Neri sono gli occhi, profondi, affilati come quelli del padre. Un connubio particolare il suo, non vi è la propria tempesta ma solo il suo sangue, e la profondità di occhi che possono contenere un dolore immenso. Ma ancora non saprà nulla di quel mondo infame < speriamo che papà sia a casa mh?> Le sussurra la rossa adulta, con le labbra a pochi centimetri dalla testolina avvolta prima di riporla con calma dentro la sua culla, tra le coperte e qualcosa da stringere tra le manine troppo deboli. Si sarebbe addormentata a breve oppure avrebbe pianto come una pazza come succede ogni notte da quando è nata. Sospinge la carrozzina nera, molto semplice e poco voluminosa verso l'interno di quel loco, più caldo, forse un po' chiassoso per i propri gusti ma almeno può riposare prima di tornare alla propria di casa. Volta lo sguardo , destra poi sinistra, alla ricerca d'un posto comodo vicino il bancone stesso, ma ancora rimane all'ingresso ostruendo il passaggio a chiunque voglia entrare od uscire. [Chakra on]

17:39 Shizuka:
  [? -> Ichiraku] Il primo giorno in cui ha deciso di iniziare quel suo piano di movimento nei panni di Hime, il sole sceglie di accompagnarla così che quel travestimento non venga messo eccessivamente alla prova. Come già deciso appena prima di lasciare lo studio del proprio datore di lavoro cercherebbe di convogliare il proprio chakra, andando alla ricerca delle sue componenti. In particolare componendo il mezzo sigillo ovino davanti al petto andrebbe a ricercare le due componenti del chakra, quella mentale a livello del capo, rappresentata da una fiammella blu, mentre quella fisica verrebbe ricercata a livello dell'addome, rappresentata da una fiammella rossa. Qualora fosse riuscita a trovare queste due energie avrebbe quindi cercato di farle convogliare al livello della bocca dello stomaco, facendole danzare assieme ed unire andando a comporre una fiamma di un colore violaceo, rappresentante il chakra che lentamente dovrebbe andare a distribuirsi all'interno del corpo. Si è fatta aiutare da Satori la prima volta, così che sia in grado di spiegare a Kan come utilizzare quello spray abbronzante decisamente efficace e coprente. E' rimasta sbalordita dall'efficacia di quel prodotto, arrivato direttamente dal quartiere dello spettacolo, usato dagli attori professionisti per coprire i loro tatuaggi per le varie interpretazioni. La farfalla sulla sua schiena è completamente sparita, così come il nome di Hiko, sotto un colore di carnagione che sicuramente non è il suo. La parrucca le è stata sistemata sul capo nella stessa maniera, praticamente impossibile riconoscerne l'esistenza, ben applicata con una speciale colla, oltre al fatto che consista di veri capelli, biondi, tagliati corti, lunghezza che arriva appena sotto il mento, con qualche ciuffo lasciato più lungo, fino alle scapole, però trattenuto come in piccoli codini. La carnagione è sensibilmente più scura della solita, il maglioncino completamente bianco a collo alto e maniche lunghe, le fascia il corpo, lasciando che le dimensioni del seno siano gran parte di ciò che attira l'attenzione, le gambe sono fasciate da dei jeans molto lisi ma non strappati, forse fatti così, ai piedi indossa degli stivaletti alti fino alla caviglia con un tacco medio che quanto meno le impediscono di infradiciarsi i piedi. Gli occhi blu sono l'unica cosa della vera shizuka che le resta, oltre al piercing sopra l'orecchio sinistro, quell'anellino d'oro che però è nascosto fra i ciuffi biondi. La parte inferiore del volto è coperta da quella maschera, mandibola e mascella ossute che oscurano metà del vso della ragazzina, mentre il trucco risulta pesante, aggressivo, netto, che in parte rende lo sguardo più aggressivo di quanto sia mai stato. Si ritrova a voler fare un poco di impressione, entrando da Ichiraku dove molti avrebbero potuto posare gli occhi su quella nuova figura bazzicante Konoha. E caso vuole che l'ingresso sia bloccato da l'unica persona che avrebbe volentieri evitato di incontrare: capelli rossi lunghi, altezza quasi quanto quella di Kan, quasi potesse sentirne l'odore sa che si tratta proprio dell'Ishiba. Gli occhi svettano verso il cielo e i cricetini nella mente si mettono in moto; ora è Hime e niente e nessuno dovrebbe riconoscerla come Shizuka, può essere sgarbata quanto vuole. << Di solito non ci si pianta davanti all'ingresso. >> Il tono di voce volutamente meno acuto del solito, decisamente seccato, la gentilezza che solitamente lo permea andata a quel paese. [Se Chakra 30/30][https://i.pinimg.com/564x/18/c8/9c/18c89c931cd135fba1fee13e98742a1b.jpg per avere un riferimento del viso di Shizuka al momento]

17:58 Sango:
 Sebbene abbiamo descritto la piccola adesso dormiente, non abbiamo detto nulla della rossa. La prima cosa che si può notare è di certo la mancanza del pancione, la pancia ancora lievemente gonfia dato il parto avvenuto da relativamente poco eppure s'è già messa a lavoro sul proprio fisico per riportarlo allo stadio originale. La figura dal retro è completamente coperta da un mantello completamente nero che giunge fino a metà dei polpacci, le maniche son lunghe e aperte a campana lasciando intravedere metà dei palmi e dee unghie laccate in nero. Il davanti rimane aperto, svolazzante nel freddo pungente di un inverno ormai arrivato tra le montagne del fuoco e della lava stessa. Presenta un kimono finalmente, la cui stoffa giunge delicata e avvolgente nei colori della notte. D'un blu intenso e scuro quasi quanto il nero intenso, di argentei ghirigori che ne coprono la parte inferiore mentre su quella superiore svetta solo il proprio stemma di clan e la propria appartenenza ad Amegakure. La cintola alla vita e semplice invece, nera intensa. Il lungo crine di sangue è stato relegato ad un alta coda di cavallo, solo alcuni ciuffi ribelli che circondano il viso e lo rendono più affilato, maturo nei segni attorno agli occhi azzurri e affilati come quelli dei grandi felini. Eppure nel mentre che la stessa vada alla ricerca di un loco idoneo anche per la carrozzina , qualcuno la urta poco dietro. Almeno con la voce , cosa che la richiama all'attenzione del mondo, e lento anche il corpo della rossa si volterà. Non v'è espressione alcuna al momento, solo la curiosità di vedere chi la disturba in quel momento, e poco dopo incontrerà anche lei il viso della bionda a lei sconosciuta. Solleva il sopracciglio, delicata nel farlo, il viso pulito e limpido da alcun trucco o schifezza, dove l'acqua di Ame può trovare rifugio ad ogni momento . Lo sguardo azzurro e lapidario a scivolare sui contorni della sconosciuta, ne osserva attentamente il viso, la pelle, gli occhi, tutto ciò che è a sua portata per un lunghissimo momento. Invadente. < un attimo > sillaba poche parole senza nemmeno una parvenza di scuse, diretta, senza alcun problema nel bloccare non solo lei ma senza davvero muoversi per il momento solo per trovare davanti a lei ancora la carrozzina. Si prende il suo tempo, stronza che non è altro, prima di incamminarsi con estrema , troppa calma verso il bancone stesso spingendo delicata quelle ruote con entrambi le mani sul morbido appoggio, su uno dei posti più lontani dalla folla per posizionare in mezzo a due sgabelli la piccola e lei, ovviamente, su una. Inconsapevole che quella sia la stessa ragazzina a cui ha promesso vendetta. Ringraziamo sempre Yukio per tutto ciò, pace all'anima sua. [Chakra on]

18:11 Shizuka:
  [? -> Ichiraku] Se la Kokketsu è cambiata nei modi e nell'aspetto, l'Ishiba nonostante abbia dato alla luce una bambina non è mutata in alcun modo. Cosa che paradossalmente aiuta Shizuka stessa, o meglio Hime, a mantenere quell'atteggiamento decisamente scostante e infastidito, che dovrebbe caratterizzare la biondina. Quando la risposta dell'altra sopraggiunge, lo sguardo si fa accigliato, strafottente quasi, rubando quell'odioso atteggiamento dal Goryo. Non risponde a quel dire, non lo ritiene necessario, spostandosi dall'ingresso rapidamente non appena la lentissima rossa decidesse di allontanarsi abbastanza da concederle di levarsi dall'uscio. Destino o meno quella si prende un sacco di spazio in prossimità del bancone, costringendola a seguirla e quasi affiancarla mentre si siede, lo sguardo a ricercare l'attenzione del ristoratore. Non degna più di uno sguardo la neo mamma per il momento, ma conosce molto bene quegli atteggiamenti da ficcanaso che si ritrova, cosa che eventualmente, in questo caso, potrebbe tornarle comodo. << Una ciotola di ramen ccon il manzo grazie. >> Ordina non appena ne ha la possibilità, per poi cercare di attirare l'attenzione del rivenditore stesso con una frase concisa: << Inoltre sto cercando una persona dispersa. Potrebbe ascoltare la descrizione? >> Il tono è sempre abbastanza scostante, ma fa veramente fatica a mantenere un tono troppo poco cortese con quella persona che non ha fatto nulla di male. Insomma qualora il buon venditore le avesse porto un orecchio, dopo averla servita magari allora avrebbe incominciato una descrizione fedele del presunto fratello. << Ha per caso visto un uomo con i capelli azzurini, sguardo tagliente e azzuro come il mio, indossa solitamente anche lui una maschera anche se gli copre metà del viso... >> Chiaramente sta parlando di Ryoma, ed è chiaro che lo faccia in maniera concitata. Vuole davvero trovarlo, come Shizuka e come Hime a questo punto, cosa che la aiuta in quel suo interpretare un'altra. Attenderebbe paziente una risposta dall'altro, ben consapevole che la mammina può udire tutto. [Chakra 30/30]

18:29 Sango:
 Sebbene l'orario non sia dei più serali, con il freddo i locali che offrono quel poco di calore si ritrovano sempre più opprimenti, pieni di corpi e persone dalla quale vorrebbe allontanarsi, ma si sa, almeno per il cibo non si può fare a meno che dedicarsi ad attività sociali, se sociale si può intendere uno sguardo superiore pregno di arroganza come l'Ishiba ormai ha impresso come pass per tutto quanto, quando questo non viene deviato verso uno più furente. Non mostra chissà quali dosi materne per la piccola, ma un istinto di protezione maggiore, come Kamachiteki con i cuccioli delle tigri , delle sue tigri. Difatti il corpo nonostante sia nettamente superiore all'infante, tende a spostarsi e declinarsi verso di lei, verso il basso, con una mano a scorrere quasi senza pensarci sulla stessa. A sfiorarla, toccarle il petto per sentirne il cuore e il respiro stesso, e in quel momento di perdizione farsi trascinare via dalle parole della biondina vicina. Si volta per metà, la mano ancora sulla piccola, ma le iridi son per lei. Rimane silente per ascoltare quella sua ricerca, la sua descrizione. Un qualcuno di conosciuto, riconosciuto da un passato non troppo lontano e di cui non ha davvero un vero e proprio astio, anzi < state cercando Ryoma > tagliente come lo sguardo < mi stava simpatico > un kokketsu che le sta simpatico? Ovvio riferimento al suo totale astio per Yukio, condiviso insieme da vaghe passate conversazioni. < Potrei sapere qualcosa .. > le labbra che si sollevano morbide in un mezzo sorriso, come a fare intuire che sappia davvero qualcosa. Oh invero non sa proprio nulla, sia chiaro, è solo perché è stronza nell'anima, l'abbiamo già detto vero? < Dipende ovviamente il motivo per cui lo cercate > il viso andrà a dirigersi verso il bancone, il retro invero < sakè e del ramen col maiale > la sua ordinazione è questa, e si, quanto le è mancato l'alcool in pochi lo sanno. [Chakra on]

18:41 Shizuka:
  [Ichiraku] L'ordinazione fatta arriva prima del previsto e quel poco tempo che le viene concesso per parlare con il ristoratore non riceve alcuna risposta da lui, ma bensì dall'Ishiba. Lo sguardo più aggressivo del solito si volge su di lei, le iridi blu di entrambe si incrociano, e forse per la prima volta la piccola Shizuka si illude per un attimo che l'altra possa tornarle utile. << Sto cercando Ryoma si. >> Risponde freddamente all'altra, il tono evidentemente titubante. Quando quella frase le sfugge dalle labbra l'ira nel corpicino della piccola diviene totale: come lontanamente è possibile che un Kokketsu le stia simpatico? Chiaro che etichetti immediamente quell'affermazione come menzogna, anche se i cricetini provano a suggerirle che in fondo i due condividevano l'odio per i Kokketsu stessi. La mamma si espone, rivela informazioni che invero potrebbero tornarle utili o semplicemente condurla naturalmente su un sentiero rapido per il raggiungimento dei suoi obbiettivi finali. Il motivo della sua ricerca? Ovvio che voglia ficcanasare anche in quello, ma in fondo quel travestimento ha una sua storia e un suo senso, qualcosa creato a tavolino ma non distante dalla realtà vera e propria dei fatti. << Beh è mio fratello e ora che ne ho la forza lo riporterò a casa con me. >> Sceglie di non tacere, di rivelare, la voce alta, non teme di essere ascoltata, anzi desidera che quelle informazioni circolino il più possibile, che raggiungono orecchie importanti. << Quindi se sapete qualcosa mi piacerebbe esserne informata. >> Pretenziosa, sa benissimo che l'altra non le darà nulla gratuitamente ma sicuramente non sarà lei a offrire un compenso. Sotto quella maschera facciale non necessità di sorridere, anche perchè al momento le risulterebbe alquanto complicato di fronte alla rossa che sta fronteggiando. [Chakra 30/30]

19:20 Sango:
 Sebbene stia guardando l'oste, l'attenzione è per la sconosciuta interlocutrice che le sta vicina, osservandola con la coda dell'occhio adiacente a lei, senza nemmeno abbassare le difese. È in territorio "nemico", non si sentirà tranquilla finché non avrà varcato le soglie del proprio dono, dove la protezione è alta e la tranquillità la si può vivere. Avrebbe messo da parte quella corazza d'arroganza e di veleno infimo solo per il cuore del proprio nindo. Si prende il tempo che serve per versare parte del sake in un bicchierino sottile, rotondo e quasi piatto, pregustando l'odore lieve di un liquore caldo e dolciastro prima che si spenga nel nulla totale. Porta lo stesso alle labbra, ne saggia un sorso. "Ottimo" sussurra a sé, inebriata dalla sensazione di calore che scivola tra le labbra gelide, nella gola a scaldarla, nel corpo per farle venire dolcissimi brividi, ed infine, si volta. < La sorella? > Solleva il sopracciglio deliziata dalla notizia < dunque ti chiami Kokketsu..? > Sapeva di certo l'identità di Ryoma al tempo, riusarla per comprendere perché qualcuno lo cerchi è la base, anche se quella fosse davvero sua sorella < sei come tuo fratello dunque..?> Una domanda lieve, leggera e solitaria come se le importasse davvero poco, ma in quel poco lo sguardo so accende. Di furia o di gioia ancora non lo sapremo dire. < Incredibile come io sappia tanto del vostro presunto fratello.. > la mano si porta al mento, pensierosa < ..cosa vuole fare, dove si trovi .. > mormora quelle parole sovrappensiero, come se lo sapesse davvero < e sua sorella no > riporta le iridi alle sue, indagatrici < qualcosa di molto strano > serpeggia il veleno, ma più che altro il divertimento di prenderla in giro in quel modo orrendo. Se fosse stato Ren avrebbe mosso mari e monti per lui, ma gli altri cosa sono in confronto al meraviglioso bianco se non ombre opache e prive di luce? < non sono sicura di potervi dare queste informazioni che pretendete > sorride quasi dolce, ma vi è dell'amaro nell'angolo delle labbra che si tirano vagamente verso l'alto < e il compenso che offrite per tali informazioni non l'ho ancora visto > niente è per niente , nulla vale per nulla . Sebbene lei davvero non abbia nulla da darle e la bionda non è chi dice di essere. Ma entrambe sono all'oscuro dell'altra parte. [Chakra on]

19:48 Shizuka:
  [Ichiraku] Sapeva di non potersi fidare dell'Ishiba sin dal primo istante. Le parole melliflue che le rivolge riguardo a Ryoma la infastidiscono parecchio, anche perchè sicuramente il genetista non le avrebbe mai mentito, non quando una sua consanguinea rischiava grosso. << Certo che no! >> Il tono è arrabbiato, innervosita da una domanda che sarebbe pesata allo stesso Ryoma, così infelice di essere stato infettato. << Hime Otatsu. Questo è il nostro cognome, la nostra origine. >> Lo sguardo si fa ancora più tagliente, cosa che le riesce facile perchè quella donna davvero non la sopporta. << Il sangue nero è un regalo che gli è stato fatto da quel genetista fuori di testa che ho già incontrato. >> Non ne rivela il nome, tanto lei ci arriverà comunque e a Rasetsu spiegherà dopo per quale motivo lo ha menzionato. Lei si atteggia, pretendendo di conoscere cosa gli sia successo, dove si trovi, quali siano le sue vere intenzioni, cercando di stimolare qualcosa in quella ragazzina che sostiene di essere la sorella minore di un uomo che ormai non c'è più. << Dato che la donna che mi siede di fronte sostiene di avere informazioni, ma non sa nemmeno della mia esistenza. Dubito che sia a conoscenza di quello che dice. In fondo se non ti ha rivelato nemmeno il suo cognome non eri altro che una blanda conoscenza. >> La sminuisce, relegandola ad un ruolo marginale nella vita del ragazzo dal crine blu. Però se ben ci pensa nemmeno a lei era stato concesso di sapere il suo cognome, però il nome si, e in qualche modo il fatto che lo conosca per intero anche l'Ishiba la fa innervosire parecchio. Si volta verso il ramen, come se quella discussione fosse inutile; quella maschera progettata per aprirmi verrebbe leggermente sollevata, così che la biondina possa nutrirsi come un comune mortale. Le ultime parole della mammina sono quelle che le fanno però intuire che ha imparato forse a giocare con i grandi: << Al momento ho una mia pista da seguire. Le vostre informazioni non sembrano per nulla attendibili, quindi valgono ben poco. >> Non è una sprovveduta, ricerca il fratello, ma non ciecamente. Deve sembrare che ella conosca davvero l'uomo di cui stanno parlando altrimenti saranno solo parole al vento. Tornerebbe a concentrarsi sul cibo, gustandosi quella pietanza calda come se ormai il resto non la riguardasse. [Chakra 30/30]

16:52 Sango:
 Sorseggia lentamente, mentre con la mano libera andrà a smuovere lentamente la bambina avanti e indietro, ormai l'ora è perfetta per la cena e diversi si accalcano, con le loro voci, i loro rumori, tutto per disturbare la piccola dormiente, ma ehy, ancora non piange almeno, una fortuna per tutti quanti. Ne nota l'arrabbiatura nella voce, il nervosismo che la permea, mentre lei sta semplicemente giocando e stuzzicando, alla ricerca di informazioni in più, a farla parlare < lo conosco come il Kokketsu che odia i Kokketsu > le labbra morbide che si sollevano, con calma andrà a poggiare il piccolo piattino sul bancone , proprio mentre anche la propria porzione di Ramen andrà ad esser servita, con un gradevole profumo che le giunge alle narici < non sarà mai buono come quello di Oji-san > basso il mormorio, più a se stessa che ad altri, ma s'arrangia come può insomma. < un genetista kokketsu > ridacchia mentre prende le bacchette tra le mani, inutile dire che il campo s'è ristretto in una morsa precisa sulla figura di un rosso di sua conoscenza , qualcuno per cui non ha alcuna fiducia, anzi. Le bacchette s'infilano tra la carne e tutto il resto, tirando su una riguardevole quantità di cibo per ingurgitarli velocemente. Non si sporca, no, ma di certo non si può dire che non sia una buona forchetta < suppongo..> continua lei stessa, scostando di nuovo il bieco sguardo sulla ragazzina dopo aver ingoiato < che avesse voluto proteggerti, sempre che tu sia davvero sua sorella, chiaramente > il dubbio c'è anche dalla sua parte dopotutto < anche io avrei protetto il mio stesso sangue da chiunque, specialmente con le parole e i pensieri pericolosi che RK > vero nome conosciuto da lei, non Ryoma dunque cancelleremo quella parte per amor della memoria di un pesce rosso < ha enunciato con tanto vigore in pubblica piazza > li dove ha avuto modo di incrociarlo la prima volta, e poi davanti la statua del Dio degli shinobi : Pain. < un cognome come il tuo non serve a nulla. Il nome di un clan invece ha il suo peso e la sua potenza > le bacchette affondano di nuovo nella zuppa, eppure tutti , ma proprio tutti, potranno sentire un lamento inziare ad ergersi dal passeggino vicino. Si è svegliata. Fuggite. < oh no Ren > un dire più caldo, amabile, mentre la stessa rossa, posate le bacchette, si premura di prendere il corpicino tra le proprie braccia, e anche oggi si mangia domani < no non piangere > la piccola si presenta davvero infastidita, col ciuffetto rosso ribelle e un paio di occhi completamente neri e strizzati mentre tenta di cullarla stretta al petto < come ? > s'è persa l'inizio della frase della biondina, ma seguire il resto le viene facile, immaginando quale sia stata la prima parte < siete stata proprio voi a chiedermi informazioni > il sorriso che si fa affilato e deciso < nulla viene mai per nulla > dopotutto è un dare e un avere quel mondo, liquidandola con poche parole, distratta dal pianto della piccola tra le braccia < dai su, ora torniamo a casa > le parla come farebbe con qualcuno che possa comprenderla, guardandola diretta in viso con un sorriso più dolce, ignorando al momento anche la biondina vicina. [chakra on]

18:00 Shizuka:
  [Ichiraku] Lo sguardo che viene rivolto all'altro è abbastanza indispettito, forse per quella frase sui Kokketsu ma velocemente la testolina trova modo di arginare quella problematica con le parole: << Se sei a conoscenza di questo suo odio probabilmente si arrabbierebbe se ti sentisse definirlo un Kokketsu. >> Già, l'unico genetista capace di impianti è proprio Rasetsu e la rossa lo sa ma non vuole che il familiare venga incastrato in quella conversazione più di tanto, lascerebbe quindi correre tale argomento di conversazione, concentrandosi piuttosto sul cognome. Lo sguardo seppur non del tutto si addolcisce alle parole di lei istintivamente: << Credo sia possibile, in fondo sono venuta al mondo molto dopo di lui, presumo che abbia pensato mi servisse protezione. >> La mette sul vago, come se quell'argomento non fosse stato mai preso in considerazione direttamente. Sembra quasi però che quel discorso sia vero, come se in parte Ryoma avesse cercato di istruire Shizuka sui pericoli di essere una Kokketsu. Lei non conosce i pensieri pericolosi di cui parla l'Ishiba, però quello potrebbe esserle utile come informazione, giusto per aggiungere un tassello alla storia di colui che non c'è più. << Il mio cognome e il suo sono ciò che ci rappresenta. Il sangue nero può tornare utile come dono per schiacciare il nemico e può spaventare gli stolti. Ma quello che siamo è ben diverso. >> Si vede che il piglio cambia, più accigliata, scostando pensieri e parole, associando quel suo affetto per il proprio clan alla convinzione che però esso non definisca chi è il singolo, cercando di giostrarsi davanti all'altra in quell'intricato gioco di realtà e menzogna che è l'unico modo, per lei, di fingere. Ecco che però viene prontamente salvata dai lamenti dell'esserino che ella si porta dietro. Non parla più osserva i modi della rossa, che abbraccia quel trottolino dal ciuffo rosso e gli occhi nero pece. In fondo quella nuova giunta al mondo sembra ancora innocente, piena di tempo per apprendere. Pare che però questi rumori costringano l'altra ad andarsene a breve. Sospiro viene emesso e parzialmente celato da quella maschera che è tornata a chiudersi davanti alle fauci della biondina: << Informazioni di poco conto non meritano un pagamento proficuo. Informazioni invece di spessore possono essere ripagate profumatamente. >> Si interrompe, lo guardo blu che cala su quella nuova vita: << Sono disposta a molto per trovarlo. Ma non credo sia il caso che io faccia da baby sitter. >> Lo sguardo tornerebbe sull'adulta: << Deve solo essere contrattato bene il prezzo. >> Lo sguardo è tornato accigliato, non pare essersi troppo addolcito nemmeno sulla creaturina, in fondo quella è la figlia di una donna che farebbe volentieri a meno di conoscere, simpatia non ne prova granchè. [Charka 30/30]

18:15 Sango:
 < probabilmente si > e ne è lieta, estremamente lieta di saperlo < ma odiare se stessi è molto più difficile che odiare gli altri > lo sguardo è come una danza, passa dalla bionda alla piccola rossa a intermittenza, come stesse cercando di non perdere il controllo di ciò che ascolta da lei al di sopra di lamenti che lentamente iniziano a farsi sempre più leggeri, conditi da sbuffetti decisamente adirati < è sempre colpa degli altri dopotutto > maligna nel dirlo, la voce che si fa però più bassa, seppur tagliente e graffiante < Questo mi è stato fatto, questo mi è successo, e bla bla > mima quelle parole inesistenti ma di scuse sempre pronte ad esser utilizzate da bocche che rubano ossigeno < senza mai ammettere di essere degli inutili esseri senza spina dorsale. Deboli sono, deboli rimarranno sempre > non si scompone più di tanto, il corpo permane rigido, la schiena perfettamente dritta in quella seggiola, le gambe perfettamente ordinate in quell'angolatura di novanta gradi precisi. Le stesse mani, sebbene adesso impegnate, si muovono precise come una macchina a cui sono stati dati determinati comandi da eseguire. Bellezza, grazia, modi, imbellettata fin da neonata di quella falsità di bellezza effimera che solo degli stolti possono affermare come unica verità < siete kokketsu. Non potete liberarvi di voi stessi nemmeno se lo voleste > sottolinea < questo vi rende parte di loro, sebbene ogni tanto c'è qualcuno che pare comprendere. Una pecora bianca direi > ridacchia per qualche genere di battuta che par comprendere solo lei. Poggia delicata di nuovo la bimba nel suo giaciglio, scendendo a sua volta dal proprio posto, il pasto ormai freddo e poco toccato rimarrà li sul bancone, accompagnato da qualche ryo. < scegliete voi dunque, se rischiare e avere qualcosa, oppure semplicemente voltare le spalle a quello che dite esser vostro fratello > non tocca a lei metter un pagamento, non le interessa nemmeno più di tanto, chissà che fine ha fatto quell'azzurro se nemmeno il suo stesso sangue nero riesce a ritrovarlo. < buonanotte > non un cenno ne uno sguardo, nel tempo quegli insegnamenti fasulli sono andati via via perdendosi tra le piaghe di terre e di tempo, tra il sangue e le menzogne. Spingerà dunque la carrozzina al di fuori di quella casupola per rientrare in fretta al proprio nindo, li ove le vesti dell'arroganza, del veleno, possono infine sciogliersi ed esser riposte per proteggerla al di fuori. In quella casa può esser solo se stessa, ma solo, in quella dannata casa. [end]

18:58 Shizuka:
  [Ichiraku] La osserva in quel suo parlare, capisce la metà di quello che la donna vuole esprimere ma comunque commenterebbe brevemente su quel poco che riesce ad associare a parole con un senso logico: << Presumo tu abbia ragione. E' complicato odiare se stessi, per questo devo trovare un modo per ritrovarlo e risolvere il suo problema. >> Già impossibile forse, sembra qualcosa di pratico che non può più essere assolto, ma lei parla di far accettare quella condizione, o meglio Shizuka vorrebbe quello per Ryoma. Lo sguardo diventa dubbioso proprio mentre però quell'altra la associa al sangue nero, automaticamente, come se sapesse della sua vera natura, come se potesse annusare la sua essenza: << Siete? >> Domanda, titubante, quasi stranita. Sta facendo molta fatica a mantenere quella menzogna al momento. << Io non sono una Kokketsu, non ancora per lo meno. Ma sono disposta a macchiarmi con il sangue nero per raggiungere il mio scopo. Lui viene prima di tutto. >> Lo sguardo si fa intenso, si è concentrata solo sulla felicità dell'altro, come se grazie a ciò potesse mentire liberamente. Le parole di lei sono tentatrici, riconosce all'Ishiba la capacità di sapere come irretire le proprie prede con le labbra, in parte ne invidia tale capacità: << Credo che avremo modo di incontrarci ancora Miss Mamma. >> Le affibia quel soprannome dato che l'altra si è ben guardata dal presentarsi, furba ovviamente, ma fortunatamente l'altra la conosce già, deve solo non lasciare che questa informazione le scivola dietro la maschera. << Notte. >> Lo sguardo torna sul ramen, la ciotola deve essere ultimata e passerà ancora qualche minuto in quel locale, nel caso in cui qualcuno torni a farle delle domande in merito a Ryoma. Solo uno sguardo assente verso la ciotola piena dell'altra, dal quale coglie informazioni che potrebbero tornarle utili forse un domani. Tuttavia qualcosa da questo incontro lo ha guadagnato, una prova delle proprie capacità da attrice e la consapevolezza che nemmeno qualcuno che la odia tanto sia riuscita a riconoscerla. [Charka 30/30][//END]

Shizuka finalmente ha dato vita al suo alter ego, Hime, che già si è messa all'opera per trovare il fratello. Nella di lei ricerca incontra Sango, che è in giro alla ricerca di un pasto qualsiasi, mentre la bambina dormicchia. La rossa Ishiba non riconosce la Kokketsu con quel travestimento e le offre informazioni riguardo a colui che sta cercando, ovvero Ryoma. Chiaramente solo dietro compenso! Le due si separano perchè la nuova nata scoppia a piangere, anche se Hime alla fine pare interessata alla proposta altrui.