Uno dei discendenti di Hashirama
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Giocata dal 13/12/2021 20:53 al 14/12/2021 00:53 nella chat "Quartiere Notturno"
Una notte è giunta, li ove la vita nasce alle prime ombre del villaggio delle ombre. Mani che si allungano sui corpi, oltre gli angoli delle strade più buie, di quelle che non conviene affrontare se non adeguatamente preparati. E la rossa lo è? Si, decisamente, anche alquanto stizzita in questa notte in verità, l'espressione crucciata sulla fronte è tutto un programma. Lo sguardo assottigliato come a voler vedere ancor di più la zona e la situazione che circola intorno a lei, per il momento pare ancora calma, è un pò troppo presto per molti e dunque le varie feste danze e locali non hanno ancora aperto i battenti. Di certo non è li ne per le feste ne per bere, col pancione che si ritrova sarebbe stato alquanto disgustoso, invece si trova ad un angolo della strada alla ricerca nuovamente di un locale a tre piani dismesso e messo in vendita. Lo hanno adocchiato da tempo, lei e un full taijutser di sua conoscenza, che diventi esso il loco del loro futuro piano o meno ancora è da decidere. Ecco perchè si trova li, vuol comprendere quanto sia la fiumana di persone atte a quel passaggio, quelle persone che sono più vicine allo stesso, quali siano invece le figure losche della zona atte a vendere robaccia e vomitare per strada. Ma dovrà pazientare, inutile dire che ci vorrà molto tempo, eppure l'aria fresca serve a schiarire la mente, a sbollire la rabbia nata da qualche discussione assurda col biondo che l'attende a casa. Ha preferito andare da sola, anzi, seminarlo precisamente. Con l'allenamento è divenuta sempre più forte, ovviamente non è ancora al livello del suo vecchio status di jonin, ma pian piano può sentire il chakra divenire sempre più forte. Difatti non viaggia di certo sprovvista del chakra già impastato, ovviamente no, e inoltre al fianco sinistro ben visibile sopra la veste sboccia una katana di umili origini. Nulla di eccessivamente meraviglioso, sia chiaro, ma la lama al suo interno taglia che è una meraviglia. Il corpo avanza, coperto da una nera cappa scura e intensa, di quelle a cui mancano solo le nuvole rosse e ricondurla al passato, ma che adesso rimane priva di quel sangue. Un sangue ripreso dai capelli, una cascata relegata ad un alta coda sul capo, a scivolare lungo la schiena come lingue di fuoco a carpire tutto ciò che incontra. Solo lo sguardo azzurro, incastonato in un volto pallido pare davvero vivo, ingordo, in attesa di qualcosa di estremamente interessante. [chakra on][equip : katana] Una figura in nero, nel buio della notte... e delle luci al neon dei locali che promettono baldorie e divertimento, con annessi gli odori provenienti dai vicoli di ciò che segue a quel tipo di sollazzo: puzza di piscio, vomito, sudore, alcool e chissà che altro. Si guarda bene dall'inoltrarsi in certi posti, specie con un assassino in circolazione. Mani in tasca, passo lento e silenzioso, attutito dalle sue sneakers nere, dono del suo clan, felice di un nuovo figlio che torna sano e salvo dall'esterno delle mura. Tutto ciò che indossa è in realtà un dono - accolto con resistenza - offerto dal clan dei Senju. D'altro canto non poteva certo permettersi di uscire per strada con quella tuta logora e ridotta ormai a brandelli in più punti con cui si era presentato alle mura. Rassetta la giacca nera, lasciando scorrere le dita lungo le due strisce azzurre nelle maniche, e poi una sistemata ai pantaloni, dello stesso colore. Niente mano nella zip stavolta, le figure di merda per oggi si dovrebbero essere concluse. A differenza della passeggiata mattutina, stavolta ha indossato il coprifronte di Konoha, onde prevenire attacchi da eventuali assassini o spintoni da ubriachi che sanno di piscio - ipotesi quest'ultima che lo spaventa ben più della prima. Poco importa che alcuni lo considerino spazzatura, lui sa quanto sudore e sangue gli sia costato. Unica nota stonata nel panorama notturno del quartiere è una donna incinta. O forse unica nota intonata nel mezzo di una musica di merda. Chi mai si aggirerebbe per le vie dei quartieri di notturni con una vita in grembo? Non se ne rende conto, ma fissa palesemente il suo ventre. Poggia la schiena a quel muro, le mani che salgono sul pancione a incrociar le braccia, di certo non vuole esser disturbata, e di certo non è qualcuno da disturbare proprio in quel momento, non l'espressione che si tinge sul viso. Si, sta ignorando palesemente Shinsei come poche altre volte, merito anche dello sbalzo di umore che l'attrae in quei momenti come pochi altri, meglio che mandarsi a quel paese in maniera plateale, il silenzio rimane pur sempre l'arma migliore. Ma lo sguardo, per quanto attratto principalmente da una misera e vuota struttura, di tanto in tanto verrà attratto da qualche passante . Ignora la puzza, le urla degli ubriachi che si avvicinano, ma di certo nessuno che si avvicina con qualche intento particolare e di chissà quale mente malata, è incinta per l'amor di dio, di certo ha perso gran parte del proprio fascino. Non che le importi al momento, ha la mente impregnata di altre cose, altri obiettivi, non il divertimento. Ma qualcosa solletica il proprio collo, come lo sguardo di qualcuno, uno sguardo che si tinge di curiosità per lei? Lente le palpebre calano per qualche secondo, e allo stesso modo, con la stessa flemma letale, spostarsi sul volto di uno sconosciuto. Lo sguardo che diviene invadente, ne ricerca un identità conosciuta ma che non ritrova, ma trovi bensì un coprifronte ben differente dal proprio - no, non lo indossa, non quando Amegakure e la pioggia son morti da troppo tempo. Ne osserva le fattezze, si, le stesse spalle che si irrigidiscono come fosse pronta a qualsiasi cosa, eppure le morbide gemelle si muovono, docili le labbra, calda e roca la voce a viaggiar nell'etere per raggiungere quello sconosciuto < avete bisogno di qualcosa? > un modo un pò più educato nel chiedergli effettivamente cosa abbia da guardare. Lo stesso sopracciglio sinistro che si inarca interrogativo, e il corpo che vira lievemente verso il suo. Non gli darà le spalle,un errore che non commette mai, ma si prepara con le gambe che si flettono lievemente come fosse pronta a saltare. Verso di lui, o lontano da lui, tutto ciò non verrà che deciso dallo stesso Senju in persona. Almeno una fortuna quel ragazzo la ha, essere un mangiaramen e non un kusano. [chakra on][equip: katana] La voce roca di lei lo taglia come un grissino farebbe col tonno. Il dire è gentile, ma il non detto lo fa rabbrividire. Che sia una chimera sotto mentite spoglie? Scuote il capo, allontanando l'idea della chimera, ma rispondendo anche alla domanda che lei le rivolge, se solo non fosse che stia producendo un gesto di diniego col corpo e stia dicendo l'esatto opposto con la bocca. <Avrei bisogno di tante cose a dire il vero! Ma niente che lei mi possa offrire, a meno che non stia offrendo lavoro o a meno che non faccia tatuaggi.> Perché abbia detto del tatuaggio non lo sa manco lui, ma il nervosismo per essere stato colto in flagrante in un palese gesto poco educato ha avuto il sopravvento. Fortuna che non stava pensando a cose ben peggiori. Allora sì che la divinità delle figure di merda lo avrebbe preso in simpatia. <Maschietto o femminuccia la chim... cosa, ehm persona, che ... aspetta?> Merda. <Mi scusi. E' la prima donna incinta che vedo da... anni.> Rassetta nervosamente i capelli corvini, dandosi dello stupido all'infinito, quasi a voler occupare il silenzio imbarazzato a cui farebbe seguito. Avere superato i vent'anni pare non aver cambiato le sue abitudini tutto sommato; non quando ha a che fare con altri esseri umani per lo meno. Non dirà molto, non ci sono parole che possano dire il suo stato momentaneo, anche il suo mettersi immediatamente sulla difensiva è comprensibile, lei che di quella creatura che porta con se ne ha fatto uno stigma a suo modo. Come il fratello morto, adesso necessita quel nuovo mondo di un nuovo Ishiba. E avere attenzioni sconosciute verso il pancione non fa altro che metterla sull'attenti come un soldato. E lei è sempre stata un soldato, disertore e mukenin, si, ma pur sempre una kunoichi coi fiocchi. Ascolterà invece il dire altrui, col sopracciglio sempre inarcato ad ogni sua singola parola, a prendere per se quel nervosismo che ha messo al corvino , ma senza mai interromperlo, senza mai parlare finchè tutte le sue domande non siano finite e finchè il silenzio non le ha fatto da padrone per diversi secondi, minuti interi forse, nel silenzio suo, ma nel chiasso di una notte che inizia ad accendersi. Le porte dei locali aprono i primi battenti, le fila iniziano a riempirsi e popolarsi così come l'elettricità nell'etere. Di coloro che sperano di divertirsi, chi per droga, chi per alcol, chi altri per il semplice sesso e lo scambio di fluidi momentaneo. Ma non lei, e a quanto pare, nemmeno lui. Ma non andrà veloce, le labbra si schiudono di nuovo come rose pregne di spine nascoste < che lavoro desideri avere mio caro? > le labbra si incurvano lievemente verso l'alto, inquietante nel fissarlo così diretta negli occhi senza volerle scostare, come un animale, una bestia, o una vecchia tigre che si risveglia. < di tatuaggi non ne faccio, sono brava nelle incisioni carnali però > oh lo sta letteralmente prendendo per i fondelli solo per averlo sentito fremere al suo primo singolare dire. Non ha minacciato, non ha fissato ne preso di peso, incredibile come il non fare nulla possa ancora rendere altri almeno un pò ..paurosi nei propri confronti. < una femmina > no, fortunatamente per Hayate non ha compreso che "la chim.." intendesse una di quelle bestie che quasi l'hanno uccisa. Fortunato, per adesso. Ma ciò che l'ha più colpita è il suo ultimo dire, il non aver visto una donna incinta da anni, e li a Kegagekura non è così difficile da vederne in effetti. < non siete del paese delle ombre voi? > richiede, ma solo per averne una conferma effettiva prima di procedere oltre, ma ancora, attende. Silente , stoica, poggiata con una sola spalla a quel muro sporco dietro di se, ma il corpo ancora teso, pronto, ma non si muoverà oltre. [chakra on][equip : katana] Sorride alla velata minaccia di lei, pensando intimamente - perché col caki che lo direbbe ad alta voce - che l'incisione carnale potrebbero farla a lei per aiutarla a far nascere il frutto del suo grembo. <Eh. Incisioni carnali. Grazie ma... non oggi.> E muoverebbe la mano destra a mezz'aria come ad allontanare un pensiero molesto. <Non sono di qui, no. Sono di Konoha. Non so se riuscirò mai a chiamare questo posto casa. Del resto casa è dove hai le persone che ami... e a me francamente non è rimasto nessuno da amare attualmente.> Alzerebbe le spalle, scrollandole. <Vengo da fuori. Letteralmente. E sì, prima che me lo chiedi, la vita faceva schifo là fuori.> Direbbe, memore della domanda di Furaya in quello stesso posto. <Per quanto riguarda il lavoro... Non so. Ho una certa dimistichezza con ... le piante. Un giardiniere magari? Ho il pollice verde, per così dire. Ma potrei fare anche lo sguattero in un locale ora come ora. Sono a corto di soldi. E qui, a differenza del mondo là fuori, i soldi fanno la differenza. Forse dovrei fare qualche missione per il Villaggio, se avessi la certezza che mi pagassero e non che vadano a vendere la mia pellaccia da morto per costruire un nuovo centro commerciale qui intorno! Ha qualcosa da offrirmi?> direbbe, curioso. Per quanto le proprie parole siano poche, scandite da un tempo più lungo e consapevole, quelle dell'interlocutore si fanno affrettate, giovani alle proprie orecchie, di quelle onde che si susseguono nel mare di un Ame estinta ormai. E lei le ode tutte, senza mai dimenticare dove si trova, gettando sempre un brevissimo sguardo a coloro che osano anche solo avvicinarsi troppo per pura casualità. Lei stessa ode quella che par essere la vita di qualcuno del passato, e stringe le labbra in quella morsa austera, violenta, di colei che sta solo giudicando. Sua solita arroganza in cui è immersa fino al collo, e il midollo ne è pregno, il seno è solo un veleno di quella serpe che scivola fuori ogni volta. < Konohagakure > mormora lei stessa, non vi è astio nel nominarla < ci ho vissuto molto tempo fa per un certo periodo di tempo > un bel pò di mesi in effetti, fuggendo da un tessai stronzetto che molti hanno amato nonostante sia stato un..genocida. < non sei il primo che vedo arrivare da fuori > mormora la stessa, con la stessa voce, calda eppure graffiante come l'ombra di qualcosa di naturale, violenta, di un animale, come lo sguardo che si nutre della propria preda notturna. Potrebbe leccarsi i baffi al solo pensarci, ma non lo farà, non ancora, non è così volgare in un primo momento, rimembra ancora la postura e i desideri di un clan ormai morto. < mmh > mormora, calda la voce, in un segno di pensiero, senza tuttavia dire nulla, ma sposta lo sguardo verso quell'edificio vecchio e antico < avrei qualche proposta per te > idea, ci vuole solo una lampadina sulla testa ad accendersi < potrei dirti di trovare un lavoro dove verrai sfruttato e pagato pochissimo, con niente ferie, ma solo sfruttamento > si volta di nuovo, a lui, con lo sguardo che ha un brillio violento, s'accende l'anima adesso < oppure potresti far qualcosa di discreto per me e ti pagherò a dovere, molto più di uno sguattero qualsiasi > di certo può pagare profumatamente coloro che la circondano, ovviamente lei propone soltanto < perchè vuoi fare il giardiniere poi? Abbiamo i Senju a konoha che son molto bravi senza alcuno sforzo > e lei i Senjuu li ha conosciuti molto, molto bene, grazie a molti anni prima, grazie ad una ragazzina che le ha mostrato l'arte di Hashirama in persona, e di cui si è presa le lodi, la simpatia, ma soprattutto la protezione. [chakara on][equip: katana] Volto privo di espressione, senza alcun entusiasmo all'idea di essere sfruttato gratuitamente. L'idea di farsi un culo grande come un baobab invano non lo attira per nulla. Ma tutto cambia quando la vera offerta di lei fa capolino alle sue orecchie. <Qualcosa di discreto dici? Ti ascolto.> Sa bene che nessuno pagherebbe a dovere qualcuno se la posta in gioca non fosse pericolosa. Ma dopotutto cos'ha da perdere? Non ha una famiglia, non ha amici, conosce a stento i nomi dei suoi compagni di clan, e sì che dovrebbero essere loro la sua nuova famiglia. Il tempo forse lo aiuterà, ma per ora, se è vero che il tempo è denaro, sarà anche vero che il denaro è tempo: quindi si tratterebbe di un solido investimento, accumulerebbe denaro e quindi tempo per curare le ferite che si porta dentro. <Di che si tratta? Potrei dimostrarti che i Senju non sono bravi a fare soltanto i giardinieri e i taglialegna. O a mangiare ramen.> Il sorriso sarebbe di chi si è già sentito chiamare mangiaramen da altri e di chi vuole giocare d'anticipo. <Posso sapere il tuo nome?> Domanderebbe poi, passando dal tono più formale a quello informale. Del resto, se deve lavorare per lei non può certo badare alle formule e ai ghrigori quando e se dovrà averci a che fare. La proposta è li, qualcosa di succulento ma altrettanto pericoloso? Al momento il konohano non potrà saperlo, e lei stronza da morire inizia a tessere di nuovo una piccola ragnatela per lui. Propone qualcosa che non viene detto, ovviamente non subito, non qui, non adesso. < mi servono un paio di occhi per controllare qualcosa > mormora più calda, e per la prima volta andrebbe a muoversi verso di lui, lentamente, con calma, un tempo sarebbe stata molto più elegante nel farlo, ma adesso ha un anguria sulla pancia praticamente. E proverebbe a portarsi vicina a lui, a mezzo metro, senza che la pancia tocchi il suo corpo, sempre che egli non abbia deciso in modo differente, come attaccarla, o peggio, spostarsi. Si, deve rivedere le sue priorità. Ma se solo riuscisse in quel lento movimento particolarmente pensato, allora proverebbe con la stessa lentezza di sollevare la mano destra dal fianco, snudare la sottile vita, e provare a carezzargli il viso < sei molto carino sebbene molto giovane > la voce cambia, più calda, accogliente, a volerlo attrarre a se in qualche modo. E se solo il tocco fosse riuscito dunque riporterebbe la stessa mano al fianco destro < vorrei che sorvegliassi questo posto e mi dicessi chi lo frequenta. Le strade, coloro che si divertono coi modi più ignobili, quanti ne passano in effetti > un lavoro di fatti molto semplice, starsene li e osservare, questo sta proponendo. Lascia che la proposta faccia breccia in lui, soldi solo per guardare e informare, insomma, una pacchia. < non ti chiedo ne di combattere ne di metterti nei guai, ma se qualcuno li cercasse da te..scappa e riferirmi tutto sarebbe la base > ecco ciò che vuole, qualcuno che viva li praticamente, qualcuno che possa dire di avere un controllo quasi totale di un palazzo da rifare forse da zero e coloro che lo frequentano. < sei un senju? > sorpresa ma ancora dubbiosa, di certo saprebbe riconoscere la loro arte avendola vista più volte in una battaglia, ma vederlo dall'esterno? No, troppo difficile. < chiamami.. Byakko > e la rinascita è vicina, la tigre bianca di Amegakure, colei che ha portato le vesti dell'akatsuki, colei che ha dichiarato guerra all'alleanza per i propri doveri e profitti. Mettendosi precisamente contro l'alleanza. < ma ho sempre provato un grande rispetto per coloro che sono i figli di un kami tra gli shinobi > e infine un complimento, qualcosa che infiamma, privato, di colei che si fa condurre dai vecchi nomi di un passato che dovrebbe solo morire. E in quel passato ricerca ancora qualcosa, che sia la vendetta? [chakra on][equip katana] Un lavoro ben pagato per limitarsi a fare il palo? Finalmente la ruota sembra girare dalla sua. <Praticamente non ho fatto altro che limitarmi a guardare da quando sono diventato Genin, quindi direi che puoi contare sui miei occhi.> E non fa in tempo a domandarsi se davvero abbia quei soldi o meno, e da dove essi provengano, che lei pronuncia il suo nome. <Byakko!> E sì, per dinci byacco, pare proprio che sia QUELLA Byakko, se non altro a giudicare dai suoi modi, da quel suo sguardo ferino, dalla sicurezza nel suo avanzare verso di lui... Non arretra, gonfiando il petto anzi, lasciandola carezzare il suo viso, opponendo resistenza ad ogni suo istinto che gli grida di fuggire a gambe levate. Il destino è fatto di incontri: questo potrebbe essere il suo, non se lo lascerà sfuggire tanto facilmente. <Non avrei mai pensato di...> di tante cose sul suo conto: che fosse così bella innanzitutto, ma anche che potesse essere capace di rimanere incinta! Del resto, difficile immaginare che personaggi del suo calibro arrivino a campare così a lungo da poter conoscere la generazione successiva, figurarsi poi a conoscere i propri figli. <di conoscerti!> Aggiungerebbe, scegliendo bene le parole. <Mi fai più giovane di ciò che pensi, probabilmente.> E gli occhi si velerebbero di languida cupidigia per la frazione di un istante, lasciando intendere che sì, ha conosciuto il piacere ormai da tempo e no, non è un comune Genin imberbe quello che ha davanti. Un Genin... in ritardo forse, ma un uomo ormai. Per quanto giovane e senza esperienza di vita sociale, salvo fatta quella con il suo minuscolo gruppo di superstiti con cui ha girovagato là fuori. <Solo, non sono abituato a... luci, casino, intrighi, locali affollati.> E accoglierebbe il complimento in merito al suo sangue Senju con sorpresa quasi, senza aggiungere altro. Sorriderà davvero al suo primo dire, degli occhi che paiono non aver alcun ulteriore potere, altrimenti se ne sarebbe vantato, o almeno , così penserà sempre lei che ha conosciuto entrambi i clan di doujustu. Prima gli Uchiha, poi gli Hyuga e alla fine anche i Seiun. Li conosce abbastanza, sa cosa possono fare, sa quali siano i loro punti di forza, e dire che non ne abbia può classificarlo ai propri occhi e orecchi lontano da essi. < mi servono solo due occhi e chi abbia pazienza > la pazienza, ah, lei non ne ha, dopotutto deve pensare a cose molto differenti e anche particolari, avere qualcuno da tenere li sarebbe la perfezione. La stessa che si tinge sul viso della rossa in quel sorrisetto mite, molto meno aggressivo dei primi, impregnato di volontà. Si avvicina, lo carezza sentendo il calore della pelle contro la mano delicata, femminea in ogni suo tratto, anche nella dolcezza con cui la pelle entra in contatto con la sua. Ma a quel nome sentirà qualcosa, un brivido di gloria, di orribile verità, di colui che pare riconoscerne anche solo il nome sebbene non la sua vera forma. E sorride, quasi più materna, non saprà nulla ovviamente dei pensieri che frastagliano quella mente ma solo di ciò che le dirà < si dice che chi non ha finito il proprio volere non possa morire > lo ha letto in qualche romanzo a cui si dedica momentaneamente, a quelle parole e frasi atte a rendere migliori le giornate che passa. < sei giovane dentro > non dell'età che il suo corpo possa dimostrare < o non avresti avuto timore di me senza averti detto nulla > ha conosciuto troppi shinobi, e lei pecca di arroganza, così come adesso, a giudicare solo da ciò che sono le sue prime impressioni. < ma ciò non vuol dire che non potrai trovarti più in alto > parole differenti che ha rivolto a pochissimi < il tuo clan, il tuo sangue ti renderà migliore di molti altri > non un vero complimento a lui, ma una reazione a quello che è il suo clan. Un senjuu. < se vorrai questo lavoro direi che tutto ciò che ci diremo sarà solo tra me e te > pone le sue regole, i suoi limiti < nessun altro oltre noi saprà del nostro rapporto..> che genere di rapporto? E li, alla fine di quella frase, tenterebbe di avvicinarsi solo col viso, cercando di poggiare le proprie labbra sul viso altrui. Li, tra la fine delle labbra e le gote. Ci prova in verità, troppo calma e calda per stressarlo con la propria presenza ulteriormente, ma con quella dolcezza e punta di pericolosità che vuole attrarre a se solo delle falene e lei? Il fuoco che brucia. < ti ci abituerai, è molto facile non guardare le insegne, ma molto meglio guardare qualche bella ragazza, no? > non sa nulla di lui ma punta al sesso, ovviamente, le viene molto più facile quello. [chakra on][equip: katana] <Ho pazienza.> Direbbe soltanto, senza respingerla e senza alzare alcuna difesa. E' Byakko quella che ha davanti, la temuta Byakko. Due voci dentro di sè: la prima che ordina di fuggire, ed è quella che ha nutrito e seguito a lungo in questi dieci anni, la seconda che sussurra di osare, di guadagnarsi il suo rispetto, senza fare solo affidamento sulle azioni compiute da altri del suo clan. Sono parole importanti, perfino di stima quasi, quelle che la Tigre le rivolge. E quella seconda voce è così suadente... quasi come le labbra di lei sul viso di lui. <Sarò i tuoi occhi. Quando non saranno occupati a guardare belle ragazze dai capelli rossi per lo meno. Ma finché non sarai tu a camminare per i quartieri notturni, penso che potrò restare concentrato sul mio obiettivo. E farebbe per sussurrarle all'orecchio, con un soffio caldo, intimo. <Nessuno saprà della nostra relazione. Quanto alla paga...> E lascia intendere tutto e il contrario di tutto, che sia lei a stabilire il prezzo. Del resto è stata lei a lanciare l'amo, lui abbocca senza opporre resistenza alcuna, limitandosi a provare a spostarle i capelli color sangue dietro l'orecchio, sempre che lei non lo sventri come una carpa e faccia una borsa con le sue interiora e la sua pelle per punire la sua audacia. Del resto, come dice la sola voce dentro di lui... Cos'ha da perdere? La vita? E quindi? Pagherà il prezzo delle sue azioni. Pazienza. Una peculiarità non da tutti e non per tutti. Qualcosa che lei stessa dopo molto tempo, dopo troppo allenamento, ancora non riesce ad avere per andare avanti. Ingorda vuole tutto e subito, tutte le info, tutte le vite, subito dopo qualsiasi cosa possa accadere. E lo riceve da lui, impaziente nell'esser paziente. Usa il suo vecchio nome, usa quello che era, ma davvero è mai cambiata da allora? Non proprio, non potrebbe mai cambiare un essere dopo dieci anni di nulla. Si è solo abituata a ciò che aveva, a ciò che ha trovato per sopravvivere, trovare la via migliore ed il miglior appiglio a tutto ciò che volesse. < oh no tesoro > sussurra, caldamente su quel viso che lascia ma non del tutto, tenterebbe di trattenersi li a metà, con le morbide rosse gemelle a sfiorarlo < se vuoi vedere una donna, mi guardi. Se vuoi vedere qualcuno di sesso femminile.. potrei solo giudicarti > oh quanta arroganza signorina Ishiba! Ma chi la conosce, potrebbe mai aspettarsi altro? No. Anzi. < se vuoi guardarmi fà pure > avrebbe solo aumentato il proprio desiderio di sguardi esterni solo per il proprio enorme ego. Lo lascia avvicinare per la prima volta, egli a sentire il proprio odore, che sa di gelsomino, di legno e qualcos'altro di estremamente selvatico ma suadente. < solo io e te > scosterà il viso per il suo, semplicemente a vederlo davvero da quella vicinanza rinnovata < ogni giorno che mi darai delle info, che verrai qui, saranno..> e li dirà da parte il prezzo dei suoi servigi. Decisamente più alti di uno sconosciuto totale, meno però di un essere che lavora solo per il governo. Ma a lui decidere come sempre tutto quanto. < dimmi il tuo nome > un sussurro, caldo, se fosse rimasto ancora vicino a lei proverebbe a sfiorare le sue labbra con le proprie, calde, morbide, docili quasi, ma lo sguardo è troppo violento. < la fiducia è un punto cruciale, non credi? > il volerlo assoldare è stato un atto dovuto al fato, ma il volerlo carpire come essere, fisicamente parlando, è un altro dei mezzi che ella conosce molto, troppo bene. Menomale che il taijutser non è li con loro. [chakra on][equip; katana] Si morde il labbro inferiore, piantandovi gli incisivi, celando un sorriso di stupore e di eccitazione. Eccitazione dovuta alla consapevolezza che chi ha davanti davvero potrebbe venderne gli organi al mercato della carna il mattino dopo, ma anche alla sua fama, al rischio che finalmente decide di correre, specie considerando che quella protuberanza che si frappone tra i due corpi faccia per gridare che abbia avuto origine da un altro uomo, ma anche eccitazione dovuta a... beh, non è una timida ragazzina spaurita quella che ha davanti a sé, ma una kunoichi che sa come usare il proprio corpo e quello altrui alla stregua di come userebbe una katana o una qualsivoglia arma. <Hayate. Hayate Senju.> le sussurrerebbe di nuovo all'orecchio. <E questo...> aggiungerebbe piano, con la voce roca, mentre posa un filo di denti e labbra sul suo lobo sinistro <spero ti aiuti a ricordarlo.> Solo allora tornerebbe a piantare i suoi due laghi che si trova come occhi in quelli di lei, studiandone la reazione, ma anche ammirandone i lineamenti. <Ogni giorno avrai mie notizie. Finché non sarai sazia per lo meno.> Una sottile insinuazione, quasi a voler sfidare la famelica tigre, quasi a voler capire fino a dove possa e voglia spingersi con lui. <La fiducia è un punto cruciale. Ma non credo che sia bene chiamarti Byakko se siamo in pubblico. Ti fai chiamare in altri modi? O... ci vedremo forse sempre in privato, così da non doverti chiamare in altri nomi?> L'idea di vederla sempre in privato sarebbe ancora più allettante, se solo quell'anguria che ha al posto del ventre non fosse lì, col rischio di maturare definitivamente da un momento all'altro. Non si tira indietro a quelle attenzioni che prendono il sopravvento su di lei, a coccolarla in qualche modo, ad esser solo e intimamente per lei. Per questo non si tira indietro, da vera stronza quale è, e sentirà ti certo la sua eccitazione su di lei, così come egli sentirebbe in quello stesso caso il suo petto... oh kami, quanto è stronza eh?! Ma lei rimane ferma a quei sussurri, a quelle labbra che lambiscono il proprio orecchio, in quei lievi brividi che il respiro possa davvero donare, ma senza perdere quello sguardo, azzurro, violento, diretto che vuole donare. < chiamami Sango Ishiba > un nome e un cognome, almeno quello lo dona, e dalla tasca sinistra uscirà un biglietto da visita con solo il nome sopra e un numero di cellulare < dimostramelo e ti darò ciò che vorrai > il senso di quella frase è solo per lui, non per altri, solo per ciò che egli desideri da lei. Che sia il potere o chissà che altro. Si trattiene solo adesso, girandosi di spalle < conquista la mia fiducia e avrai un mondo di shinobi aperto a te > che sia lui invece adesso a deciderne l'importanza. Ma ella dopo un mezzo sorriso vorace, tornerà a guardare la strada vicina, quella che la porterebbe a vedere la via principale di quella strada. Il malumore ormai è solo un vago ricordo, adesso pensa solo ad altro, ad un Senju precisamente, Che sia davvero come fu Tenshi dieci anni prima? Tutto ciò è ancora vedere, da catturare. < chiamami pure in privato se lo vuoi > lo invita per un ultima volta, per poi prendere la strada verso Amegakure. Verso la propria di casa, verso i propri di pensieri e verso qualcosa di troppo geloso per raccontarlo qui. [en] <A domani allora, Sango Ishiba.> Direbbe in segno di commiato, ancora stordito da quanto appena avvenuto. Di tutti gli incontri possibili, questo era quello che meno avrebbe immaginato. Non con sviluppi di questo tipo oltretutto: la possibilità di avere da lei ciò che lui vorrà, a patto che tenga fede alla richiesta di lei. Certo, sapesse cosa vuole sarebbe già un passo avanti, perché no, non può essere solo QUELLA proveniente dal basso ventre la risposta alla sua domanda. Ci deve essere qualcosa di più. O forse no? Sicuramente, una risposta come quella che ancheggia simile a una fiera della foresta, sarebbe sufficiente per un paio di vite almeno. Deglutisce a fatica, costringendosi a non seguirla e ad imboccare la strada opposta per tornare nei quartieri dei Senju. Non può non sorridere però: sicuramente il cambiamento che suggeriva la ragazza dai capelli rosa incontrata la mattina ha iniziato a prendere una piega, non solo per quanto riguarda la piega che hanno preso gli eventi, ma anche nelle scelte personali. Non è più il ragazzino che ha lasciato Konoha, questo è chiaro per lo meno. [END]