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con Saigo, Matono, Shinsei

13:47 Matono:
 Stessa storia stesso posto stesso campo di addestramento, Matono ancora una volta rifugiato nel posto prediletto, attendendo ovviamente la fine delle lezioni dell'accademia, spariti quindi i futuri ninja il moro ha preso possesso della sua classica panchina, stancamente fà il thè, equipaggiato di fornello da campo e teccino in ferro piuttosto usurato. La figura dell'uchiha si presenta come consuetudine, maglia lunga bianca e pantalone scuro, la solita borsetta contenente l'equipaggiamento sul fianco destro, all'interno 2 fuuda con tronco, tonico chakra ed uno spray curativo, l'essenziale per sopravvivere insomma, calzature chiuse a completare la piattezza dell'outfit. Passa la mano destre sui capelli scuri, appiattendoli all'indietro per un attimo, scruta fitto la teiera scaldarsi, l'acqua bolle e saltella fuori, Matono reagisce con qualche secondo di ritardo nonostante stesse attendendo che si scaldi, invece l'ha fatta bollire dunque spegne il fuoco ed attende qualche secondo, sbuffando ed incrociando le braccia. Fortunatamente la temperatura rigida di quel pomemiggio quasi invernale non lo fa attendere molto, dunque estra di tasca un sacchetto, all'interno un passino metallico a maglie strette richiudibile, lo apre inserendoci foglie secche di the contenute nella stessa borsa di plasica, inserendolo infine nella teiera, ora con passo lento va a prender posto sulla panca di legno, schiena al tavolo poggiandosi, prende a fissare l'esterno del campo, cerca eventuali movimenti, ma tutto tace, il rumore del vento e l'unica cosa che l'udito riesce a percepire, le foglie ormai hanno finito di cadere mentre qualche nuvola in quel momento decide di oscurare il sole rendendo la luce sul campo blanda.

13:55 Shinsei:
 La storia, essenzialmente, è una grande ruota che gira, e come le lancette dell’orologio segnano due volte al giorno la stessa ora, eccolo di nuovo li, al campo di Oto. Terreno di tanti incontri con il moro. Al quale si ritrovano entrambi ormai legati. Luogo di ritorni, di ricordi, di legami. Questa volta tuttavia, c’è un’irruenza tutta particolare nel fare del biondo Shinsei.Nonostante sia nel suo ristretto, all’interno di un villaggio tutto sommato sicuro, se non altro rispetto all’esterno, non avrebbe esitato in ogni caso a sollevare la mancina al petto per chiuderla in pugno con solo l’indice e il medio, congiunti, a svettare verso l’alto, disegnando il mezzo sigillo della capra, mentre viaggia oltre la coltre nebbiosa dei ricordi frammentati. Un viaggio reso più complicato da ciò che ha appena vissuto ma che si sforza di compiere per attingere alla preziosa energia psichica, che in lui assume la forma d’un globo scuro, elettrico e vibrante, più del solito in questo caso. Tenterebbe di spostare quell’energia al centro del plesso solare, insieme alla gemella e opposta, l’energia fisica, globo chiaro fluido e costante. Avrebbe quindi tentato di unire questo suo personale Yin/Yang, impastando le due energie per tentar di ottenerne una più forte e irruenta delle due: Il prezioso chakra che tenterebbe, se fosse riuscito, di spingere nel sistema circolatorio apposito. Forte quindi del pieno possesso delle sue facoltà fisiche fornito dal chakra, avrebbe bruciato il tragitto atto a condurlo al campo. Anfibi sporchi e logori che graffiano il suolo con violenza, lasciando segni come quelli degli artigli d’una fiera intenta nella caccia. Vestiario, come al solito semplice, pantaloni larghi a nascondere le gambe allenate, color grigio piombo, di tessuto spesso. Una felpa a maniche lunghe a coprire il torso, con il cappuccio che sventola sulle spalle. La capigliatura è quella di sempre, riconoscibilissima con quella treccia bionda che sventola all’indietro, snudando i fianchi del cranio decorati con quei serpenti d’inchiostro nero. I il viso dai tratti duri, affilato, subisce le sferzate dell’aria spostata da quel movimento di corsa. L’espressione, pur mantenendo la sua naturale austerità, è carica di una profonda vena di preoccupazione, che gli si legge in faccia. Lo sguardo, affilato come la lama di un kunai, è reso più profondo e cupo dall’alone scuro che colora la pelle intorno alle palpebre. È stanco, dorme poco, si vede anche dall’incarnato, insolitamente pallido. Ma non siamo qui per parlare di quanto e perché sia stanco. Arresterebbe la corsa solo dopo aver raggiunto l’area ristoro, flettendo le gambe e tirando indietro il baricentro, producendo un evidente segno sulla terra con gli anfibi. Lo sguardo nero come l’abisso che sonda il campo visivo fino a trovare la figura che ben conosce, da li è solo una camminata veloce fino a raggiungere l’amico <Che cazzo è successo?> Voce dal tono scuro e profondo come sempre, ma più roca. Evidentemente non parla molto ultimamente. Meno del solito. Vicino alla figura che ormai ha imparato di non aver nulla da temere da lui. Non esiterebbe a farglisi di fianco, salendo coi gli scarponi sporchi di fango sulla panca e mettendosi seduto sul pianale del tavolo. Gomiti poggiati sulle ginocchia. Sguardo piegato verso il fianco, dove si trova il volto dell’Uchiha. [Tentativo di impasto del chakra]

14:03 Saigo:
 Per ora tutto tace, nessuno l’ha interrogata in merito alla presenza di un certo “Shinsei” con la divisa della shinsengumi, c’è solo da sperare che le guardie ai laboratori abbiano avuto di meglio da fare che riferire ai suoi superiori il suo passaggio, insomma. Non che questo comunque le faccia dormire sonni completamente tranquilli, non è così ingenua da pensare che la fortuna basti, deve quantomeno cercare un modo per coprirsi le spalle, se necessario sacrificando chiunque altro. Si dirige quindi verso il campo di allenamento ad Oto, le è stato detto di cercarlo lì. Insomma deve aggiornarsi ma soprattutto cercare di capire se qualcuno ha fatto domande particolari, iniziare a comprendere quanto deve ripulire le sue tracce velocemente. Il chakra scorre già nel suo sistema circolatorio, non per difendersi ma più che altro per lasciare che quella consapevolezza maggiore di potere la inebri, adesso che non è più l’ultima ruota del carro si sente potente, abbastanza forte da poter usare la violenza per far valere le sue ragioni, per questo il chakra ormai risulta essere quasi sempre attivo in lei. Si muove sicura e tranquilla per quelle strade, lo sguardo rosso che si posa di tanto in tanto su oggetti o persone senza però soffermarsi su di essi troppo a lungo, si muove così fino a giungere in quel campo d’addestramento. Osserva i terreni, le differenti tipologie su cui è possibile allenarsi e sospira, ultimamente le capita spesso. Indossa un paio di stivali fino alla caviglia, dei tronchetti da un largo tacco di circa dieci centimetri che la slancia, le gambe coperte da un paio di pesantissime parigine in lana nera sotto alle quali ha indossato una calzamaglia a rete così da proteggersi ulteriormente dal freddo dato che l’unico altro capo di abbigliamento è un grosso maglione in lana nero con delle fiamme azzurre a partire dai bordi inferiori. Semplice, abbastanza lungo da farle anche da minigonna. Sopra a tutto questo un cappotto, anch’esso nero, lasciato aperto a coprirla il più possibile da quelle temperatura che per una ragazza abituata a Suna sono già decisamente troppo rigide. Mega sciarpone intorno al collo, stesso colore di tutto il resto dell’abbigliamento, incastra a più riprese le sue ciocche fragola e le nasconde labbra e parte inferiore del naso. Lo cerca ma li trova, dovrebbe poterli individuare con lo sguardo e solo a questo punto andrebbe ad addentrarsi il loro direzione, più intenta a non sporcarsi le scarpe che a parlare. Nella tasca come sempre soldi, distintivo e cellulare. [chk on]

14:14 Matono:
 Non passa molto tempo da solo comunque, giusto il tempo perchè il thè raggiunga il perfetto tempo di infusione, e poi nota il biondo con un andatura frettolosa raggiungerlo. Non osserva subito Shinsei, occupandosi di estrarre il passino dalla teiera, prima di rovinare l'opera, la destra lo poggia sul bancone in legno di fianco e solo ora ruoterebbe la figura verso il biondo, alzando lo sguardo al suo indirizzo.<Non sembri passartela bene> Commenta fissando Shinsei in viso, sospiro e prende una tazza bianca dal tavolo, versa il the all'interno ed indica una seconda tazza sempre sullo stesso bancone.<Serviti pure, se sei saggio terrai per te e solo per te quello che sto per dirti.> Dunque con la propria tazza si muove in direzione del tavolo con la panca in centro all'area ristoro, vi si siede ed umettandosi le labbra afferma.<Hanno trafugato qualcosa dai laboratori di Oto, qualcuno che aveva un chakra considerevole.> Soffia sul the nel frattempo, dandogli piccole sorsate di prova prima di continuare.<Quello che ha trafugato è la ricerca su di te. Precisamente per quel che penso io su come tu sia nato o cresciuto, c'era un macchinario che ho scambiato per una persona, ne vedevo il chakra.> Lo dice con una leggerezza abbastanza disarmante, saggia le prime reazioni dell'uomo prima di aggiungere.<Oltre a quello la sotto sembra si divertano molto con gli esperimenti sugli umani.> Ultima affermazione prima di tornare al thè, ma solo per qualche attimo, la coda dell'occhio nota qualche movimento sulla distanza, sembrerebbe una figura umana. Poggia la tazza e alza la mano destra in mezzo sigillo della "capra". Socchiudendo gli occhi cerca la concentrazione mentale mentre rilassa il fisico, attenua la cadenza del respiro mentre tenta di convogliare l'energia spirituale al centro di sè, fatto questo andrebbe a forzare il chakra a muoversi dalla posizione esodando in tutto il corpo nello stesso momento. Dunque la mente si occuperebbe di render stabile e sicuro questo tentativo, controllando e dirigendo l'energia fino a creare un flusso costante di passaggio energetico all'interno del corpo. Apre nuovamente gli occhi dopo qualche frangente, cercando di metter a fuoco quella che si rivela esser Saigo, attende sia a tiro di voce.<Oh benarrivata. Avrei preferito evitare di ripetermi ma pazienza.>Sbuffa seccato <Quello che è stato rubato è una ricerca su di voi.> La indica cosi comem poi indica Shinsei.[Impasto chakra]

15:58 Saigo:
 Schiva un po’ tutto ciò che c’è da schivare e raggiunge l’area di ristoro ricongiungendosi con i due. Si limita quindi a camminare con attenzione per evitare di scivolare sullo sporco che sicuramente c’è su quel pavimento, insomma non potrebbe mai permetterselo. Li raggiungerebbe dunque venendo semplicemente accolta dalle parole di Matono che hanno come singolo effetto quella di bloccarla. Non ha mai pensato davvero di poter trovare qualcosa su di lei, un esperimento? Lei? Non comprende. Non c’è momento della sua vita che non ricordi ma al contempo sa perfettamente quanto quelli del consiglio sappiano manipolare i ricordi. Lo osserva silenziosa per qualche istante, lascia che quella semplice informazione venga elaborata silenziosamente, ora dubita di qualsiasi cosa, dubita persino del suo passato. Se i suoi incubi non fossero semplicemente costruiti ad arte? No. Se Haru stesso non fosse che una sua creazione? No piano. Non può diventare paranoica, deve riflettere, restare razionale. Osserva il the <hai una tazza anche per me signor Shinsei della Shinsengumi?> lei andrebbe quindi verso il bancone limitandosi a guardarsi in giro, non vuole che orecchie indiscrete possano sentirli, soprattutto considerando come si stanno evolvendo le cose. Un profondo respiro. Deve restare calma e lucida. Attende qualche istante <che c’entro io con lui comunque? Perché una ricerca su di me?> li aveva condotti in quella missione con il solo scopo di dimostrare a sé stessa che è solo pazza, che non c’è nulla da temere, che il finto dio è morto davvero e le sue visioni sono assolutamente inutili e frutto solo di un trauma, invece ora si ritrova ad avere più dubbi di prima. Osserva solo ora Shinsei, cercando di capire cosa possa accumunarli, senza trovare una vera risposta. Lo fissa mentre riflette e cerca una via di uscita a quello che sembra l’inizio della strada verso la paranoia [chk on]

17:36 Shinsei:
 Alla prima affermazione dell’Uchiha non esiterà ad alzare un sopracciglio, annuendo lievemente <Avremo modo di parlarne, prima o poi. La riabilitazione procede, da i suoi frutti, e ha le sue conseguenze> Onori e oneri, vantaggi e svantaggi. Niente è mai a senso unico purtroppo. Annuirà al suo dire, agguantando senza paura la seconda tazza da lui indicata. Portandola sotto al naso e annusando il profumo del tè nero <Chissà dove lo rimedi un tè simile> Un mormorio che quasi sfugge dalle labbra sottili, più calmo, quasi compiaciuto, ma ovviamente sarà solo il bagliore di un attimo. Un argomento che assolutamente non intende trattare adesso, non dopo il consiglio che l’Uchiha fornisce. Non dirà altro se non un semplice cenno di assenso col capo. Lo osserverà muoversi, siederanno infine di fianco e lui avrà modo di cominciare quel racconto. Ovviamente ha fatto come gli è stato chiesto. Ha eliminato immediatamente il messaggio senza parlare con nessuno di ciò che ha ricevuto. Ascolterà all’inizio le parole dell’Uchiha, che arriveranno come cazzotti nello stomaco. Al punto che quello sguardo affilato e austero lentamente si sgrana in un’espressione mista di stupore e paura, perfino le labbra sottili si separano, ma non per la richiesta d’aria, semplicemente, attonito. <…> Nessuna voce s’espande. Lunghi attimi di silenzio in cui Saigo avrà modo di palesarsi del tutto, anche con le sue frasi d’entrata. Sbatte un paio di volte le palpebre Shinsei, distogliendo lo sguardo nero per portarlo su di lei <Che? Perché pensi sia della Shinsengumi?> Visto quanto poco bene hanno reagito sia il biondo che l’Uchiha alla notizia che la rosata fosse parte di quel gruppo di ninja governativi… ci sarebbe da dubitarne che lui possa farne parte. Ma quel dubbio, a dire il vero, è l’ultimo che gli salta in mente, lo sguardo torna su Matono <Quindi quel laboratorio aveva qualcosa su di me… e mentre eravate dentro, qualcuno l’ha trafugata> palesemente costernato da quelle dichiarazioni, lo sguardo di nuovo su Saigo, per indicarla con un cenno del capo <e lo stesso vale per te..> Non una vera domanda, quanto un tentativo di mettere in fila i fatti. Qualche istante di silenzio ancora e quindi le labbra verrebbero di nuovo schiuse <Ironico, visto che ci siamo conosciuti all’ingresso di quel posto con l’idea di trovarci risposte su di noi> Un commento per la rosata, il tentativo sarebbe anche quello di essere ironici, ma il tono è ancora sconcertato. <hai visto chi ha preso quelle informazioni?> Chiederebbe a Matono, prima di dedicarsi a Saigo <Non lo so. Non credo abbiamo molto in comune. C’è qualcosa che pensi potrebbero voler sapere di te?> Lo guardo nero come l’abisso cerca, con una certa insistenza, quello rosso della Shinsengumi. <Di solito questo tipo di ricerche non si fanno sulle persone che hanno avuto un passato tutto sommato normale…> E lui qualcosa sul suo passato sta iniziando a scoprirla. Forse sarebbe il caso di condividere qualche informazione e capirci qualcosa. Lo sguardo di nuovo su Matono <Tu che pensi?> Non chiede altro, si fida della sua opinione.[Chakra On]

17:45 Matono:
 Osserva Saigo, cerca di ricapitolare quanto successo al laboratorio, nel frattempo l'esordio della donna ha una goliardia che Matono non denota, infatti gli lancia un occhiataccia.<Bell'idea chiamarmi collega> Chiaramente ironico incalza sul discorso principale, degno di nota maggiormente del primo.<Il perchè dovresti dirlo tu a me> Considera veemente.<Ma se posso azzardare un ipotesi, hai avuto una nascita in comune con il biondo, ovvero artificiale> Alza le spalle tornando a dare il viso e l'attenzione a Shinsei.<Lascia perdere> facendo cenno con la mano destra.<Ho visto solo il suo chakra che era superiore a tutti i presenti.> Espira profondamente stiracchiandosi, poi mettendosi in posizione pensante con il braccio destro a sostenere la faccia, con il gomito poggiato sul ginocchio.<Quello che penso io e che siano stati fatti esperimenti sugli umani. Il computer attaccato a quella strana macchina dotata di chakra aveva all'interno la ricerca sui vostri due nomi. Mi serve un genetista per indagare maggiormente su quella macchina, ma la mia supposizione e che siate stati creati tramite quella, o che essa abbia influenzato la vostra nascita.> termina la lunga considerazione, lunga per i suoi standard almeno.<Ora il primo problema da affrontare tralasciando capire la natura della macchina, e che potrebbero venire a cercare voi, quindi agite di conseguenza.> Esorta all'essere cauti, anche se potrebbero essere semplicemente interessati al come sono stati modificati i due, e non direttamente a loro.<Per il resto vorrei capire se ciò che viene fatto laggiu sia di dominio pubblico.> Pensieroso torna a guardare il vuoto fitto.<Il tè lo coltivo> Aggiunge infine in ultima istanza per la domanda posta dal biondo all'inizio, ignorata volutamente in quanto il discorso principale aveva la priorità d'ascolto.[Chk on]

18:00 Saigo:
 Alterna lo sguardo tra i due mentre Shinsei esprime il suo dubbio, per così dire, più che legittimo <mi riferivo al tuo amico che ha deciso di usare la tua faccia> ammette lei semplicemente, con unt ono anche abbastanza infastidito per via invece del commento altrui <forse l’unica cosa che ti ha permesso di entrare è stato chiamarti collega> certo loro non hanno le sue informazioni, non possono sapere perché abbia ritenuto così stupido usare l’aspetto del biondo e di certo non starà ne a giustificarsi ne a spiegarlo, ha un’etica professionale. No non è vero, si limita a non scavarsi la fossa troppo profonda, ormai è questo il suo unico compito <ad ogni modo quel che è fatto è fatto, ma penso che per il futuro sarebbe più saggio se agissi da sola> scuote le spalle, non sta chiedendo il permesso né li sta davvero includendo. Si fida di quei due, meno forse per la loro sparizione ma è rimasto intatto il nocciolo della questione, li ha sentiti in qualche modo affini e per questo li ha trascinati in tutto questo ma non vuole che qualcuno possa rovinarle il piano a lungo termine <come ha detto lui> e con un cenno del capo andrebbe semplicemente ad indicare Shinsei mentre è a Matono che risponde <non abbiamo molto in comune e di certo non la nostra nascita. Non sono frutto di alcun esperimento, questo lo so per certo> infondo il suo clan, il suo stesso sangue smentiscono la probabilità che sia stata fatta in provetta o qualcosa di simile, gli Otsotsuki sono un clan antico e per lungo tempo scomparso, attaccato alle tradizioni e di certo restio alla genetica e a simili esperimenti, il che di solito è un lato negativo ma in questo momento le da una sicurezza maggiore, no lei è sfortunatamente una figlia naturale dei suoi due genitori normodotati <quindi non è questo> conclude velocemente, chiudendo il pensiero che ha tenuto, nella gran sostanza per sé stessa. Osserva ancora Shinsei <tu sei appena arrivato, io sono qui da sempre, anche se fosse non possiamo essere esperimenti di Kagegakure> continua a riflettere, cosa potrebbe mai accumunarli <ritengo piuttosto sia una casualità. Semplicemente eravamo nello stesso file, ma non c’è altro> lei che si appella alla casualità, assurdo, eppure non riesce a trovare una chiave di lettura differente, non senza dubitare di ogni singolo aspetto della sua vita quotidiana, cosa che non ha intenzione di fare, non ancora almeno <comunque siete voi a dover stare attenti, sono un membro della Shinsengumi e questo mi rende naturalmente più protetta di chiunque altro> più in vista almeno <e presto uscirà un film che mi vede come protagonista, altro fattore a mio vantaggio> spiega semplicemente <non potrò mai passere inosservata e questo mi rende più difficile da affiancare> lo spiega semplicemente, certo lei è pessimista e già pensa al rapimento ma poco importa <infine per rispondere al tuo ultimo dubbio è evidente> e sottolinea quest’ultima parola <che non sia di dominio pubblico, gli ascensori richiedevano un pass per accedere a quel piano, ovvio che vogliano tenere segreto qualsiasi cosa ci sia lì> ai più almeno. Che il consiglio possa sapere non ha la minimo dubbio, loro sanno sempre tutto. [chk on]

18:46 Shinsei:
 Quel battibecco iniziale, con tanto di spiegazione della battuta da parte della rosata riesce perfino a strappargli un sorriso affilato. Null’altro tuttavia. Soprassiederà senza aggiungere di più. Ascolterà la risposta di Matono, che ha il privilegio di aver visto con i suoi occhi quel laboratorio, le sue conclusioni sono dettate dall’esperienza vissuta, mentre per Shinsei si tratterà esclusivamente di congetture. Le parole dell’Uchiha non destano per ora altro che riflessione, con lo sguardo nero che se ne andrà a rintanarsi in un punto morto tra i tavoli e la terra. Annuirà quasi senza volerlo nel sentirlo, sempre più distante e lontano dai suoi pensieri, mettere in fila le priorità. Informazioni che non vengono ignorate, ma per ora immediatamente accantonate. Ascolterà quindi le parole della rosata. La sua volontà di lavorare da sola, la sua sicurezza nell’affidarsi ad una casualità, il suo essere indubbiamente più protetta degli altri due. Lentamente si schiudono le labbra. <Indubbiamente tu sei la più protetta dei tre> Non mensionerà Sango per il momento, anche perché è comunque più rassicurante essere un’agente scelto che stare con un’agente scelto. <E indubbiamente hai la facoltà di continuare con o senza di noi quello che abbiamo cominciato insieme.> In pieno stile Shinsengumi, usare le persone e poi buttarle via <Hai specificato che la tua salvaguardia sia come persona che come ruolo all’interno della Shinsengumi hanno la priorità, non mi aspetterei niente di meno da una che veste quella divisa.> D’altronde sono stati chiari sin da subito <Ma davvero vuoi farmi credere che i nostri nomi siano finiti in quella macchina, e quindi trafugati insieme per puro caso?> Uno sguardo affilato viene dedicato alla rosata, carico di scetticismo <Sai. Dovrei ancora capire come, quando e perché informazioni su di me siano finite li dentro, e soprattutto perché siano state poi sottratte, ma posso dirti che tutto sommato ha senso che il mio nome fossse negli OtoLab…. Perché io> Troppi sono i tasselli mancanti. Troppe le domande a cui trovare risposta. Si prende un minuto di riposo <Io lo sono stato, un esperimento, Saigo.> Una rivelazione pesante, che richiede i suoi momenti di silenzio, tanto prima quanto dopo <L’ho scoperto da poco. Ho un rapporto… particolare col mio passato, staremmo qui giorni se dovessi spiegarti la questione ma il succo è che io sono stato un esperimento… non so se lo sono stato dalla nascita. Ma sono stato chiuso in un laboratorio nei pressi di Otogakure fino a un paio d’anni fa.> è un livello di dettaglio con il quale non ha parlato neanche a Matono, che però è lì, libero di ascoltare. Lo sguardo del biondo resta però su Saigo <Ora, sei davvero sicura che il tuo nome sia finito vicino ad un esperimento umano così, per caso?> è una semplice domanda alla fine, lo sguardo tornerà su Matono <Cosa consigli di fare?> In merito ai problemi che ha posto, ovvio <effettivamente ha ragione lei, troppo poco esposti in questi casi significa stare con la schiena troppo scoperta> e non è mai consigliabile [Chakra On]

19:14 Matono:
 <Me l'ha detto lui di farlo> Sottolinea.<Ora cerca di rimanere al punto della questione.> Ed infine la riprende seccato<Se avessi agito da sola ora non sapresti un bel niente.> Replica lanciandole una torva occhiataccia prima di continuare a darle ascolto, con espressione un pò confusa, poi scuote il capo per un attimo prima di andare a continuare.<Quello che ho visto è questo, il vostro nome nel computer collegato ad una macchina che possedeva un chakra. la ricerca trafugata riguarda voi due, di questo puoi esserne certa.> Non entra nel merito di cosa potrebbe essere con supposizioni sul passato di Saigo, ma che lui abbia visto i loro nomi è inoppugnabile nella testa del moro.<Come preferisci.> Certo non la rincorrerà se vorrà cavarsela da sola, men che meno è positivo all'idea di essere nelle vicinanze di qualcuno di molto visibile come la donna sottolinea essere.<Condivido il punto di vista, ma quello si è introdotto in un area chiusa a chiave trafugando qualcosa di evidentemente importante, ed e fuggito senza che nessuno potesse fare un bel niente.> Poi gli rivolge un Ok fatto con il pollice in su.<Se cambi idea sai dove trovarci, ma se il mio nome fosse in un area riservata adibita ad esperimenti celati qualche domanda me la farei.> Cerca di esortarla, ma non insiste oltre, tornando al biondo ascoltando la sua considerazione riguardo il pensiero di Saigo, non lo commenta in ogni caso limitandosi a fissarlo, poi quando viene interpellato con voce neutra afferma.<Trovare il ladro senza niente in mano mi sembrerebbe difficile, quindi mi concentrerei sul capire perchè eravate proprio vicino a quella macchina.> Usa il plurale ma guarda ed effettivamente parla a Shinsei, essendo che la ragazza si è tirata fuori volutamente dal discorso.<Esporti? equivale a far sapere dove sei, ora c'è il dubbio perlomeno. ma sta a te.>Incrocia le braccia lasciando adnare lo sguardo all'insù.<Non saprei che consigliarti a parte andare a fondo con la faccenda, in ogni caso potrebbe esserci il rischio che prima o poi sia questo problema del passato a venirti a prendere.>[Chk On]

19:20 Saigo:
 Arrogante. L’unico pensiero che le sorge spontaneo mentre Shinsei inizia il suo discorso, un tipo di arroganza che già aveva notato ma oltre cui aveva visto qualcosa, qualcosa che ora le sfugge. Lei che fa un suo vanto sapersi far sottovalutare da chiunque per qualche motivo non tollera lo stesso atteggiamento da quei due che dovrebbero essere suoi alleati ma che troppo spesso la giudicano. Lo osserva, sorride affilata e gelida in questo esatto istante <suggerirei di non pensare di conoscere le persone solo a seconda dei vestiti così come suggerirei di non ridurre tutto ad un abito> non la conoscono, e le parole stesse di Matono lo confermano, hanno preso una parte importante di lei, sanno del suo trauma e ora anche di quell’esperimento ma no, non hanno minimamente idea di chi sia lei e cosa sappia fare. La necessità di tenere tutti lontano che istante dopo istante le si rivolta contro, non è che sia colpa di quei due se non sanno chi sia davvero è solo sua la colpa, lei che allontana tutti prima di poter venir ferita, lei che si chiude a riccio per non soffrire oltre <chiediti semmai perché sia disposta a salvaguardare me e non noi> perché è così difficile comprenderla, si era illusa di aver trovato due che la vedessero come parte di un gruppo ma quelle parole la spingono lontana, come se l’avessero appena rifiutata ma invece di chiudersi eccola provare a far capire, lasciare la porta solo socchiusa in attesa che possano spalancarla, se mai vorranno farlo. Bruciata ma non davvero ferita <detto ciò io e te non abbiamo nulla in comune, non facevo parte di alcun laboratorio e la mia memoria è pressoché intatta quindi sì non mi resta che credere che sia solo una coincidenza o al massimo l’altra ipotesi è che non sia un caso questo accordo> piuttosto che diventare paranoica, piuttosto che credere d’essere per l’ennesima volta vittima incosciente meglio l’assurdo <che qualcuno non ci abbia spinti ad incontrarci, che io sia parte del tuo esperimento non esperimento come te> è più semplice così. Trovare un nemico immaginario. Poi lo sguardo si volta verso Matono, scuote appena il capo, anche il lui aveva visto qualcosa che ora sembra essere semplicemente svanito, che sia stato un abbaglio? <il punto è proprio essere in vista. Nessuno agirebbe pubblicamente, nessuno si esporrebbe così tanto quindi stare dove tutti possono vedermi è il modo migliore per non essere raggiunta> solo adesso si prende il tempo di spiegarglielo. Loro ne valgono la pena? Perché sembra sempre sforzarsi di tenerseli accanto quando non fanno che sbatterle la porta in faccia? Ha una soluzione momentanea, ma non sa se confidarsi. Resta in silenzio e riflette. Perché ostinarsi quando è chiaro che non l’abbiano mai inclusa, mai voluta conoscere davvero, non come le pare che quei due si conoscano almeno, sa che è lai la sacrificabile in quel trio, quindi perché non andarsene e basta? Forse è solo stufa di sentirsi sola al mondo <potrei fingere di assumervi come bodyguard durante la prima del film, se qualcuno di sospetto vuole Shinsei è probabile che agirà su di lui ma noi saremo tutti insieme e potremmo rispondere> perché. Se la cava benissimo da sola, non ha bisogno di loro eppure eccola tendere per l’ennesima volta quella mano[chk on]

20:08 Shinsei:
 Ascolta di nuovo i due. Due questioni diverse vengono poste, meritano entrambe una risposta, ma si concentrerà su Saigo. C’è qualcosa da chiarire. <Saigo, io non ho niente da dovermi chiedere.> Commenta <Ti sei imbarcata in questo progetto per gli OtoLab mettendo bene in chiaro da subito che il tuo ruolo nella Shinsengumi e la tua identità sarebbero state la tua prima preoccupazione. Oggi la prima cosa che ci hai tenuto a dirci è che secondo te forse faresti meglio a procedere da sola e che sei colei che rischia meno tra di noi.> Commenta, duro in volto <Dall’altra parte, per quanto mi rendo conto sia difficile avere a che fare con me o con lui> Si, parla anche per Matono. Non sono due tipi con cui è facile avere una conversazione normale che non finisca a botte <Hai avuto la sua disponibilità a ficcarsi in quel laboratorio al tuo fianco e la mia a rimanere lontano per via dell’instabilità che, e te ne sei accorta, mi portavo dietro, nonostante fosse qualcosa che mi riguardava da vicino.> Parla al passato. Non è ancora un problema messo alle spalle, ma di sicuro le cose stanno migliorando. <Penso che abbia ragione Matono, tu senza di noi, di lui soprattutto, non avresti scoperto niente> è un tono di voce meno duro, più stanco <ma> questa volta è verso Matono che si dirige lo sguardo <è vero anche il contrario, senza di lei neanche noi avremmo saputo niente> Lo sguardo nero inizia a passare, velocemente da un volto all’altro <Ora, direi di ripartire da qui. Come avvio non è stato niente male secondo me. Direi che ha più senso proseguire insieme, anche perché, Saigo> Si ferma su di lei <Puoi credere quello che vuoi sul perché il tuo nome sia finito lì, ma le informazioni rubate riguardano entrambi. Qualcuno ci ha disegnato un bersaglio sulla schiena. È la stessa persona per entrambi, e puoi stare certa che costi quel che costi io andrò in fondo a questa faccenda, e non sarò da solo> il riferimento è per l’Uchiha ovviamente, ma non solo questa volta, <Voglio che continuiamo insieme.> Lo sguardo sempre sulla rosata <A patto che ti levi dalla bocca queste tue allusioni a continuare da sola.> Decisamente odiose. Lo sguardo si volta verso quindi verso Matono < Voglio sapere che ne pensi tu. Ci sei sceso nei laboratori insieme. Per quanto io possa fidarmi, sei tu che ci hai condiviso quest’esperienza.> Lascerà a lui il giudizio. Il suo pensiero si sposta altrove. <La questione di quella macchina di chakra mi sembra centrale. Hai avuto modo di capire quale fosse il suo scopo?> La richiesta, sempre verso l’Uchiha. Lo sguardo visibilmente assorto in pensieri e macchinazioni <Devo iniziare a capirci qualcosa di più di macchine, computer…anche negli archivi, le informazioni sono tutte lì.> Un mormorio quasi a se stesso, per poi tornare alla rosata e alla sua proposta. <Non è una cattiva idea, il problema è che penso che la tattica di nascondersi sotto la luce del sole funzioni per te, per il ruolo che hai sia nella corporazione che nel tuo lavoro. Pensi che per noi comuni persone l’effetto sarebbe lo stesso?> Lo chiede a lei, curioso della sua opinione[chakra on]

20:39 Matono:
 Fintanto che non viene preso iin causa direttamente si limita ad ascoltare e osservare quello che dei due parla, zitto e con espressione piatta. Annuisce quando Shinsei lo riprende, alza le spalle e guarda Saigo, parlando però a Shinsei.<Come ti pare.> Nota poi che Saigo stessa si volta verso di lui scuotendo il capo, attende la replica.<Io credo tu stia cercando di autoconvincere te stessa.> Inspira ed espira.<Ripeti a te stessa che sei al sicuro, perchè sei un una bella posizione e altre menzogne di questo tipo.> Si alza in piedi lentamente osservando Saigo fitto negli occhi.<La verità è che oggi come la prima volta che ti abbiamo incontrato menti perchè hai paura, ma oltre che a noi sempre a te stessa, ricordi? Dacci un taglio> Magari la ragazzina ha già rimosso non importa, cerca di esser non troppo rude, infatti la voce fuorisce appena appena più tesa, quasi a labbra serrate.<Io verrei trasformato, non ci tengo a far conoscere la mia faccia in giro.> Risponde in ultimo alla proposta della donna, certo non andrà a farsi fotografare in mezzo al jet set, poi si sposta distante dal tavolo andando a dare la schiena a Shinsei e Saigo, osservando il centro del campo d'allenamento e la notte ormai inoltrata, senza luna ma con molte stelle.<Quello che penso io riguardo quella macchina è che tutto può essere meno che una cosa che si voglia far sapere. Una macchina non dovrebbe possedere o saper contenere un chakra in quella forma, come fosse un essere vivente.> Constata con voce preoccupata.<Ci vuole uno scienziato che sappia lavorare sulle supposizioni.> Si volta ruotando sul posto, guarda Saigo e poi Shinsei.<Se riuscissimo a far analizzare in altra sede il vostro sangue, certamente potremmo capire molto meglio cosa stiamo cercando.> Altra problematica non da poco, certo non è che ci siano laboratori clandestini ovunque, ma potrebbe lavorarci su.<In ogni caso la scelta sta a voi due.> Alla fine della fiera a Matono tutto questo lo riguarda unicamente per scelta propria d'altro canto.[chk on]

20:47 Saigo:
 Lo ascolta, anzi li ascolta e in maniera nemmeno troppo figurata mette il muso. Non le va di venire ripresa ed essere trattata come una bambina ma al tempo stesso non può che ammettere la ragione altrui, ecco cos’aveva visto quella sera ai laboratori, la capacità di farla ragionare, di strapparla da quel turbinio di ansie e paura che la fanno scappare, la capacità di tenerla lì, esattamente dove sta ora <voglio il the anche io> replica. Vuole valere quanto loro due, un modo estremamente figurato di farlo intendere <voglio valere quanto valete voi due> ecco la richiesta, non vuole più sentirsi di troppo, quella che sacrificherebbero secondo lei <proteggetemi ed io proteggerò voi> semplice. Ormai è decisamente invischiata e riconosce la verità nelle parole altrui ma vuole rassicurazioni, non vuole continuare a camminare da sola, sì va bene sta in qualche modo cercando di vivere e non si limita a trascinarsi ma ha bisogno di qualche spalla, qualcuno che possa supportarla, qualcuno oltre al coinquilino a cui tiene abbastanza da non invischiarlo in questi affari. Torna quindi ad impegnarsi a mettere a frutto il suo cervello <Matono sarebbe la trasformazione a far nascere sospetti, chiunque ha rubato quei file ci è di molto superiore quindi potrebbe sospettare che tu stia usando una tecnica, chiunque sia non ti ha mai visto e fingerti il bodyguard di un’attrice non è che la copertura perfetta> ammette lei con estrema semplicità. Si volta quindi verso Shinsei annuendo anche verso i suoi dubbi <il punto è che sarò io la luce, abbaglierò abbastanza da nascondere voi due nell’ombra ed in caso di attacco è meglio essere insieme che separati. Il ladro avrebbe potuto battere senza problemi me e penso anche voi, ma potrebbe non riuscirci se siamo uniti> lo spiega semplicemente. Certo nessuno le garantisce che loro verranno avvicinati proprio durante quell’evento, ma infondo nascondersi nella folla è più semplice <e questo spiegherebbe anche nostri eventuali incontri futuri, senza che nessuno venga a ficcanasare dove non deve> come la shinsengumi, lo sa perfettamente che il biondo ha un grosso cerchio sulla propria schiena, meglio rendere il tutto credibile ed innocuo <forse conosco un genetista, ma vorrà qualcosa in cambio> sospira appena. Quelò maledetto Rasetsu, alla fine si ritrova sempre a doverlo chiamare per farlo lavorare, quel maniaco che l’ha fatta ubriacare, sicuramente per palpeggiarla ne è sicura[chk on]

21:51 Shinsei:
 Di nuovo ascolta entrambi, lo sguardo nero e pesante fissa il moro. Quel come ti pare gli basta. Come gli è sempre bastato tutto delle sue risposte. Annuirà. Come annuirà anche all’analisi delle risposte di Saigo, è sempre stato lui quello in grado di essere più ficcante con le parole. Lo sguardo, mentre l’Uchiha parla, si rivolgerà a Saigo, la osserverà mettere il broncio, farsi riflessiva e le labbra si schiudono <Ci rifletterà. Non è tanto stupida da credere che il suo nome sia davvero li per caso.> Commenta, tenendo lo sguardo su di lei <Indipendentemente da quello di cui si convincerà lei, la visita ai laboratori ha rinsaldato l’obbiettivo comune che ci unisce. Questo è l’importante.> Ammette spostando ora lo sguardo su Matono. <Il mio rapporto con Matono è il Mio rapporto con Matono. Ma sappi questo, Saigo, sono disposto, da parte mia, ad accettare questa tua richiesta. A patto che, come ha detto lui> Implicito riferimento a Matono <Smetterai di mentire, quanto meno a noi.> Di quel che dirà a se stessa, non può rispondere <Do fiducia quando ricevo fiducia. Se ti attieni a questo io non mi tirerò in dietro se si tratterà di aiutarti> Qui può parlare solo per se stesso, ovviamente. Seppure lo sguardo si sposterà su Matono. Quasi si attendesse una sua opinione in merito. Sempre a lui sarà rivolto il suo successivo dire <Concordo su quella macchina> Ammette <e anche sul resto> Come sempre d’altronde. Ma lo sguardo saetterà velocissimo verso Saigo, sgranato dalla sorpresa nel suo dire <Ti prego, non dirmi che ha i capelli rossi e i denti appuntiti> Commenta. Un gelido pensiero gli si configura in mente, ma prima di dar voce alle parole, ha bisogno di sapere se davvero c’è un solo genetista come si deve in città, oppure se lei conosce qualcun altro <Per far analizzare il sangue potremmo rivolgersi in ospedale.> Uno sguardo a Matono <Alla nanetta che ci ha curato. Ti ha guardato tutto il tempo della nostra visita> L’espressione si taglia in un sorriso sottile. <Possiamo inventarci qualche scusa?> La domanda è sempre rivolta a Matono, e ora su di lui resta lo sguardo <Che ne pensi di quest’idea dei bodyguard? L’idea di dividerci non piace nemmeno a me…> conclude.[chakra on]

20:33 Saigo:
 Mentre Shinsei praticamente da voce ai pensieri nella sua mente il muso resta fisso lì su quel volto che senza menzogne si mostra imbronciato. Annuisce. Al gesto di Matono, alla sua risposta allunga semplicemente la mano destra, in attesa di quella tazza. Sta tessendo una rete intorno a sé e i fili iniziano a diventare estremamente stretti intorno al suo collo, omissioni, menzogne e obiettivi che stanno iniziando a farla sembrare sempre più come Aozora, la marionetta, con la differenza che l’altra inanimata non rischia di soffocare e morire strangolata. Forse se Fuji non avesse iniziato ad evitarla non sarebbe mai arrivata fin qui, lui potrebbe avere le risposte di cui ha bisogno ma sente che se provasse anche solo a socchiudere quella porta un mare di dolore inespresso la coglierebbe, la travolgerebbe e non ha intenzione di ridursi ancora una volta in quello stato. Istintivamente a quel pensiero la mano sinistra poggia sull’interno dell’avambraccio destro, ora non ci sono più i segni di quell’ustione ma nella memoria della sua pelle sono ancora ben impressi. No non può usare la chiave, cercarlo farebbe troppo male. Sgrana poi gli occhi, decisamente perplessa dalla descrizione <pervertito ed alcolista?> domanda senza nulla da aggiungere <come lo conosci?> l’uomo a cui deve comunque la vita, una collaborazione al 50% che ha permesso ad entrambi di uscire da quel teatro vivi e che tutt’ora permette ad entrambi di far apparire le loro mani come pulite <vocina fastidiosa ed estremamente gentile?> replica poi a quella proposta di Shinsei <seno enorme> c’è dell’invidia in queste parole? <atteggiamento infantile?> non che abbia dei veri e propri problemi con Shizuka ma lo percepisce il modo in cui viene trattata ed eccola quindi voler prendere le distanze <mi fido più che altro del suo fidanzato, mi affiderei a lui nel caso> Kan. Infondo anche con lui ha già un accordo, indagare sul suo passato aiutarlo per fare carriera e allora perché non domandare a lui di analizzare il sangue? Certo meglio della Kokketsu che sopporta solo per senso del dovere. Sorride quindi, al dire dell’Uchiha <Nessuno ti fotograferà fino a quando avrai me accanto, baby> scherza. Smorza la tensione, i dubbi e le paure semplicemente usando l’ironia [chk on]

21:45 Shinsei:
 Lo sguardo finalmente si scosta dalla rosata, solo per osservare il gesto di matono. lo sguardo s’allarga appena. Una nota di sorpresa si disegna sul volto dai tratti induriti che mai esprime emozioni, se non molto di rado. È un simbolo quella tazza, e il fatto che venga condivisa… è qualcosa di importante, quasi come riuscisse ad entrare nella mente nel moro, coglie quella gemma. O forse crede di poterlo fare. Ma è qualcosa che rimane racchiuso in quello sguardo nero. Lo sguardo torna poi su Saigo, ascolta le sue parole, e quella conferma sembra far quasi male, la fronte s’aggrotta a pena, <tsk> schiocca rapida la lingua sul palato. <Rivolgersi a Rasetsu temo sia più complicato di quanto pensi>. Lo sguardo si sposta su Matono, solo un attimo <Dovresti ascoltare anche tu. È qualcosa che cerco di dirti da un po'. > rivolto a lui questa volta. <Rasetsu mi sta aiutando a recuperare i miei ricordi> Commenta tornando su Saigo <Ho scoperto che la mia instabilità è dovuta ad un periodo di tempo che la mia mente ha obliato, nascondendomi i ricordi. Li sto lentamente recuperando e…sto risanando la mia mente> Quanto dolore ha trovato in quei ricordi? Quanto sanguinoso sia quel procedimento? Solo uno sguardo abituato a leggere nel suo può capirlo. Queste sono informazioni per Matono, che viaggiano nel non detto, per la rosata dipenderà dal grado di empatia che deciderà di usare, quanto a fondo quella lama possa trafiggere anche lei <Mi sottopongo volontariamente ai suoi genjutsu. Da questi, alla lunga, scaturiscono i ricordi> Quanta sofferenza ci vuole… Si tace per qualche lungo attimo, reprimendo le sensazioni che gli accapponano la pelle <Il problema è che per questo lui ha preteso un prezzo che non sono riuscito ancora a pagare> E se lei un po' ha conosciuto Rasetsu forse può immaginare quanto questo possa esser grave. E se così non fosse, gli basterà notare quella sottile crepa di preoccupazione che rovina i lineamenti d’avorio di Shinsei. <Inoltre, conosce molto di me, della mia storia, la sta praticamente ricostruendo con me. Soprattutto sa che probabilmente> Lo sguardo si sposta su Matono, e il moro per la prima volta potrà leggere sul volto del biondo, qualcosa che non ha mai trovato: imbarazzo <Nel mio sangue molto probabilmente ci sono dei geni Uchiha> Sono ancora solo supposizioni e probabilmente solo il ritrovamento del diario di Ona, il pazzo genetista Uchiha, sarà possibile togliere ogni dubbio da questa vicenda. Ma tant’è, la rivelazione è stata fatta, a entrambi stavolta. Perché se è giusto coinvolgersi, bisogna farlo fino in fondo <Insomma, se lo coinvolgi questo prima o poi ti porterà a un bivio: O mi aiuti a trovare un modo per pagare il debito che ho con Rasetsu, oppure io e lui finiremo ai ferri corti e tu sarai costretta a scegliere.> Si silenzia ora, tornando per un attimo con lo sguardo a Matono, Non una cera delle migliori a dirla tutta, dopo quella confessione la stanchezza sembra essersi fatta più prepotente.<In ogni caso, Saigo, penso tu abbia ragione, se c’è lui ci sarò anche io. Resteremo insieme.> Parla a Saigo, ma ancora lo sguardo a Matono, solo quando ha finito di parlare si volta di nuovo verso di lei <Vorrei sapere da te un ultima cosa…> Non farà la domanda. Ha bisogno di leggere negli occhi rossi di lei che tipo di disponibilità ad esporsi ci sia. Solo allora sceglierà se e come andare avanti. [Chakra on]

22:13 Matono:
 Il thè è ora abbastanza caldo, spegne il fornelletto e versa il contenuto della teiera nella tazza, dunque si volta verso Saigo è la raggiunge camminando lento, una volta vicino le porge la tazza, fissandola negli occhi, dunque procede in direzione del tavolino nuovamente, sedendosi rivolto verso l'esterno, poggiando la schiena sul tavolo. Ora ascolta la descrizione del genetista, che risulta da parte di Saigo almeno, estremamente striminzita e fatta di singoli aggettivi uno dopo l'altro, molti dei quali lo confondono e nota delle irrazionalità come usare il maschile su di una persona con le tette.<Ma è una chimera o una persona.> Afferma
confuso, di gran lunga preferisce la tizia che l'ha curato, Shi-qualcosa.<Sarò davvero contento.> Afferma con espressione e tono decisamente non in linea con l'essere contento, vede che Saigo sorride, Matono dal canto suo la fissa per diversi secondi, interrogato.<Ah.> Sorride anche se è palesemente un sorriso volutamente falso, non aveva colto l'ironia.<Bevi il thè.> La fissa ancora, vuole vederla bere il thè a quanto pare con molto interesse, per una decina di secondi. Poi Shinsei attira l'attenzione del Moro, assottiglia la linea dello sguardo, apre bene le orecchie come lo stesso biondo indica.<geni uchiha> ripete grattandosi il capo, rimugina su queste sole parole nonostante il discorso sia decisamente più lungo e accurato.<Vedrò di assicurarmene.> Chiude sia per se stesso che in generale il discorso.<Cosa devi a questo tizio. Devo capire se sia saggio inoltre affidargli le informazioni che ho.> Ed ora non è che sia più così sicuro di volerlo fare.<Vedremo di trovare un modo per pagare.> Assicura con voce decisa<Magari nel frattempo cercheremo anche qualcuno che sia meno problematico a cui parlare.> Anche se dubita seriamente ci sia qualcuno che possa non coinvolgere poi il governo, mentre questo rasetsu.<Immagino che alla fine dovremo prenderci un qualche rischio che sai con qualcun altro o con questo Rasetsu.> Sospirando poi inizia a guardare Saigo, incuriosito dalla domanda di Shinsei. [chk on]

22:20 Saigo:
 Stringe con la destra la tazza di the, la contempla per qualche istante limitandosi semplicemente poi a soffiare sul suo contenuto, silenziosa riflette sul significato, infondo aveva davvero chiesto quel gesto, non può che esserne felice. Un primo sorso mentre si porta alla bocca quel liquido caldo ed un’occhiata confusa verso la domanda di Matono. Non ha capito. Deglutisce e scuote appena il capo. Non le piace l’idea che le informazioni sul suo conto arrivino al Kokketsu ma non ha molte altre alternative, insomma tra tutti i medici che ha conosciuto forse è l’unico di cui potrebbe quasi fidarsi, lo ha capito, fintanto che i patti tra loro saranno chiari allora non dovrà guardarsi le spalle. Il discorso prosegue e mentre ascolta sorvola completamente il punto che invece sembra attratte Matono, sempre sti cazzo di Uchiha in mezzo comunque, peggio della soia. Offesa? Punta in quel quasi inesistente orgoglio? Sì ecco una leggerissima sensazione di fastidio la coglie, eppure lo sa, è stata minacciata di star lontana da loro con le illusioni quindi perché rivolgersi a Rasetsu? Che è tutto meno che una compagnia affidabile, lo stronzetto che le nasconde le informazioni, ci dovrà parlare. Comunque lo osserva, sbuffa appena senza nascondere quei sentimenti <forse io avrei avuto più tatto> ma il discorso memoria è molto interessante <ma dimmi come fa? Riesce a recuperare ricordi che tu non sai di avere? Insomma non che voglia farmelo fare da lui ma forse anche questa potrebbe essere una strada> e soprattutto potrebbe aiutarla con Kan e la sua indagine, scalare la gerarchia tutto questo sembra sempre più vicino, soprattutto perché è così semplice, non sta tradendo ne tramando davvero, la sua storia la sta portando naturalmente quasi a scontrarsi con quella semplice realtà del recupero dei ricordi. Tace poi e lo ascolta, lasciando che il suo cervellino continui ad analizzare la situazione ma senza aggiungere altro. Non è in grado di comprendere la sofferenza di Shinsei, la può dedurre ma non ne ha la certezza semplicemente guardandolo in volta. Il passato fa male a tutti, lui odia essere sotto illusioni e lo ricorda fin troppo bene ma no non è la sensibilità il suo tratto più marcato, riesce però a collegare il puzzle abbastanza da deglutire, aprire la bocca per dire qualcosa di confrontante e capire di non saperlo fare. Immagina la sofferenza altrui ma è solamente un concetto freddo, non ci sono sentimenti collegati ad esso quindi tace e ne prendo atto rispettando le altrui parole. Continua quindi il discrso e gli accorda quell’aiuto, senza domandare prima di cosa si tratta, senza proteggersi segno che quella tazza di the ha davvero significato qualcosa <ti aiuterò, sappi che proverò a contrattare con me Rasetsu è più malleabile> sorride, affilata, sottintende un qualche potere, lo lascia ben trasparire. Un rapporto di parità, un equilibrio sottile che regge sulla semplice convenienza, qualcosa che però entrambi possono distruggere molto velocemente <anche perché è solo grazie a me se è uscito vivo da quel teatro> ed è vero, così come lei è viva solo grazie al genetista <dimmi il pagamento attuale> anche lei si fa avanti esattamente come il moro, per quanto suoni come un’affermazione il tono è comunque vagamente interrogativo <chiedimi> proprio come ora. Fa un nuovo sorso di quel the, aiutandosi ora con entrambe le mani, la sinistra sulla base della tazza a sorreggerla mentre se la porta tra le labbra [chk on]

23:13 Shinsei:
 L’affermazione di Matono, la prima, riesce addirittura a stendergli le labbra in un sorriso sottile e appena visibile, sospirando dal naso, <Mi sono fatto l’idea che sia una persona estremamente affidabile finchè trova il suo accordo conveniente>. Commenta rivolto all’Uchiha, poi a Saigo <Quando ci hai chiesto di entrare nella Shinsengumi, noi abbiamo risposto che siamo di ideali opposti, e tu ci hai risposto che nessuno si muove più per gli ideali> Una conversazione che ha impresso a fuoco nella mente. <Ecco.> Rivolto a entrambi <è esattamente il motivo per cui non riesco a fidarmi di lui>. Sintetizza in breve. Quando il moro intima a Saigo di bere, si ferma anche lui. Un momento importante merita i suoi tempi e donerà il silenzio e lo sguardo a Saigo in attesa. Quando quel gesto arriverà sarà anche più tranquillo lui nel parlare liberamente. Ascolterà la reazione di Saigo, scuoterà il capo dai fianchi nudi e decorati, ma lo sguardo resterà inchiodato su di lei. Seria l’espressione. <Non avrebbe funzionato. Ho scelto lui perché lui è un genetista, e perché gli ho letto in faccia la goduria che avrebbe provato a farmi quello che ogni volta si diverte a fare su di me.> Aprire le porte. Accettare le ondate di dolore che questo comporta. Qualcosa lo ha agganciato alla rosata quando lei ha deciso di proiettarlo in quell’illusione e condividere in quella maniera tanto rude i propri ricordi <E poi, non mi sembra tu abbia avuto tutto questo gran tatto quando hai deciso di condividere con noi quello che ti è successo> Commenta. Potrebbe sembrare una ramanzina, ma in realtà le labbra si distendono in un sorriso e lo sguardo le dona una vena di complicità che non ha mai avuto per lei. Qualcosa che non durerà tuttavia molto, sta comprendendo quanto anche lei sia interessata a quel processo e nello spirito di quell’incontro, annuisce impercettibilmente <Ti sei mai sottoposta volontariamente ad un genjutsu?> Chiede, ma non aspetterà la risposta <Quando mi succede, mi divido in due parti> Parla per se, non ci metterebbe la mano sul fuoco che sia così per tutti. <La mia parte cosciente, conscia del genjutsu, viaggia nell’illusione. Quella incosciente invece, subirà gli squilibri del genjutsu. Capisci bene, che il funzionamento del processo è completamente subordinato all’equilibrio che si genera tra queste due parti. La parte inconscia deve resistere abbastanza da consentire a quella conscia di… scendere nel profondo.> Difficile parlare, difficile condividere. La stanchezza si palesa sugli occhi, insieme a quella sofferenza. <Quello che cerco di fare è di essere cosciente nel momento in cui i genjutsu mi suscitano emozioni simili a quelle già vissute nei ricordi, consentendo, di fatto, un contatto che è solo mio, e che nemmeno Rasetsu può vedere. In questo senso, lui è un mero tramite tra me e i miei ricordi> è chiaro il peocesso? Lo chiederà a lei, con un cenno del capo, tanto per capire se si sta facendo capire <Più a lungo riesco a resistere, più lungo è il ricordo al quale assisto. E si, l’obbiettivo è proprio di recuperare ricordi che non so di avere, e per ora, lentamente, sembra stia funzionando.> Conclude infine <Fidati, non è bello affidare ad uno così i propri ricordi> Ammette. È orrendo ma necessario, lo sguardo su Matono <Confido che un giorno ci sia qualcuno di cui mi fido a vedermi così debole> Ammette, annuendo anche alla di lui sicurezza. Forse in tre è meglio che da solo, forse. Anche Saigo fa la stessa domanda. Lui resta in silenzio, sospirando profondamente, come Matono. <Vuole due boccette di veleno Doku, o, in alternativa, che convinca uno di loro a “lavorare per loro”, pagando per il loro veleno.> Risponde a entrambi <Mi sono fatto un giro nel loro quartiere e negli archivi, ma devo dire che non sembrano un clan molto avvicinabile… non per me almeno> Lo sguardo sulla rossa, poi sul moro. <Valutiamo insieme se vale la pena coinvolgerlo o no. Se lo teniamo fuori questo resta un problema mio e prima o poi lo risolverò. Se lo tiriamo in mezzo diventa un problema di tutti e tre. Per quello che ho imparato a conoscerlo. Per fidarci di lui abbiamo bisogno di un accordo solido e che lo soddisfi. E questo non mi lascia tranquillo> A loro la palla, in fondo, ne stanno parlando. È il nuovo sorso di thè a convincerlo a parlare, annuisce a quella richiesta <Vorrei capire meglio come ti poni nei confronti di questo governo. La nostra posizione l’hai capita subito. Da te voglio capire, indipendentemente da quali siano le motivazioni che ti muovono, se sei pro, contro o disinteressata al destino di quel palazzo> Un cenno. Impossibile non notarlo, simbolo di qualcosa.[chakra on]

23:34 Matono:
 Finalmente Saigo beve, no nreagisce in alcun modo, ma dal suo interno è sparita quella sensazione di fastidio.<non ne sono troppo sicuro, ma se lo conosci meglio lascio a te.>Commenta riguardo al tatto. Poi si mette comodo e coglie la palla al balzo per limitarsi ad ascoltare il discorso che riguarda Rasetsu, se Saigo vuole fare il lavoro sporco lui certo non la fermerà in alcun modo però lei non ha visto con i propri occhi.<Se mi risparmi una visita a questo ne sarei anche contento.> Una pausa.<Però io ho visto con i miei occhi quel macchinario e quel che c'era attorno, quindi verrò con te o lo visiterò in altro momento per quest'altro argomento.> Afferma, non è il caso di rimettere Shinsei ulteriormente in mezzo a debiti con Rasetsu, facendo invece conto del debito contratto dallo stesso verso Saigo.<In ogni caso per la nuova questione verrà richiesto un ulteriore pagamento.> questo tizio gli ricorda anche troppo bene un classico archetipo di persone, anche troppe.<Questo mi rincuora.> Afferma ironicamente verso Shinsei, afferra il discorso al volo, essendo stato anche lui a comporre quella frase. Poi approfitta della spiegazione fatta a Saigo da parte del biondo, non lo interrompe e si limita ad ascoltare, non troppo convinto di quello che sta facendo, ma non ci pensa su troppo non capendoci molto riguardo all'argomento e concentrandosi maggiormente riguardo su quello che il genetista vorrebbe.<Veleno Doku? Dovremmo spremerne uno ? >Non sapendo precisamente se siano essi velenosi o che lo generino a comando, gli esce un ipotesi bislacca assieme ad un sbuffo d'ossigeno.<Il problema non è solo più tuo, o vostro che dir si voglia, il problema ora è scalato, in mano ad uno sconosciuto.> Si porta la mano destra in volto, passandola fino in cima alla fronte.<Inoltre il problema riguarda anche la natura delle ricerche dell'attuale governo, quindi decisamente il problema si è allargato parecchio, io stesso voglio capire a cosa serviva quella macchina.> Ammette, certo la curiosità potrebbe uccidere il gatto.<Ricapitolando, cercherò un modo di avvicinare un qualche Doku.> Si volta verso Saigo.<Mentre te ci avviserai quando dovremo agire per questo evento.> Di nuovo verso Shinsei.<Per la macchina tratterò io con quell'uomo.> Anche se per un attimo nel tono ha dei dubbi riguardo a chiamarlo uomo.

23:42 Saigo:
 Lo ascolta annotando mentalmente ogni parte che le viene descritta di quel processo così da capitre poi come agire con Kan, le informazioni sono necessarie alla crescita ma soprattutto allo studio. Così lei resterebbe fuori eh, fidarsi poi del medico? Perché non dovrebbe, è interesse di entrambi arrivare al nocciolo della questione. Soppesa velocemente le informazioni ricevute portandosi il the caldo alla gola per l’ennesima volta, beh aveva anche sete. <Perché vuole il veleno?> domanda semplicemente di rimando dopo che ha finito di esporre <tu parti dal presupposto che dobbiamo pagare ma con la giusta pressione potrebbe cambiare, devo scoprire perché lo vuole però> semplice, diretta e coincisa. Non è sua abitudine pagare o calarsi in patti altrui, è sempre lei a dettare le condizioni attenta che possano sempre andare a suo vantaggio. Si volta dunque verso Matono <la fretta non aiuta> non che lo rimproveri ma semplicemente lo invita alla calma <ti pieghi alle regole di quell’uomo e sei pronto ad accontentarlo per un altro pagamento?> non bisogna scherzare con il Kokketsu, di questo ne è troppo chiara <verrai con me e ne parleremo insieme ma non correre, bisogna essere cauti, prima dobbiamo capire cosa possiamo dare NOI> e lo sottolinea <a LUI, metterlo nella posizione che sia lui a pagare noi e mai viceversa> si somigliano lei e Rasetsu, più di quanto sarebbe mai disposta ad ammettere <non chiedergli di aiutarci ma fargli sembrare che sia conveniente a lui offrirsi di farlo> cerca semplicemente di spiegarsi, di lasciare che anche Matono, incredibilmente tra i tre quello di natura più ingenua, possa comprendere pienamente le sue intenzioni. Non vuole farsi ricattare ma essere nella posizione di ricattare. <per l’evento vi faccio contattare dal mio agente, deve sembrare reale e non organizzato a tavolino> scuote appena le spalle, un dettaglio che aveva già accantonato, come irrilevante. Sorride a quella domanda infine, ridacchia anzi ricordando le sue parole e poi improvvisamente si fa seria <questo governo mi ha salvata> ammette lasciando che quel the torni a scaldarle il corpo <ma non lo ha certo fatto per altruismo> ammette <ciò che mi lega a loro è solo la conoscenza Shinsei> tanto vale scoprire le carte a questo punto, non che tema qualche ripercussione, finché farà bene il suo lavoro coprendo le tracce non importerà il perché abbia deciso di essere un cane <proteggo il consiglio così che possa avvicinarmi a loro e un giorno prenderlo. La conoscenza è potere> scuote appena le spalle. Il potere di dichiarare una guerra che ribalterà le sorti del mondo ninja come i vecchi Kage e la Yugure <quindi non sono né pro, né contro né tantomeno disinteressata, io lo voglio quel palazzo> sorride ancora. Ecco il piano a cui lavora da dieci anni, ecco lo scopo ultimo di ogni sua azione, di ogni macchinazione e di quei fili che sempre più le stringono il pallido collo, gli stessi che forse un giorno finiranno per tingerle di rosso i vestiti <non mi pare d’averlo mai nascosto, perché questa domande e a questo punto cosa volete voi da quel palazzo?> le informazioni. Coinvolge persino l’Uchiha in questa domanda, non che sospetti qualcosa solo non si lascia sfuggire l’occasione. [chk on]

00:08 Shinsei:
 Annuisce al dire di Matono. <Quel macchinario è ciò che unisce me a Saigo. Quello e il tizio che ha rubato le informazioni. Insieme alle analisi del sangue, queste tre dovrebbero essere le strade da percorrere> La sua opinione, ovvio. Un ghigno affilato distende le labbra tanto da snudare le zanne bianche, scuote il capo <decisamente rassicurante> tutto. Tutta la situazione, tutto fin troppo rassicurante. È Saigo a farsi strada con le sue domande <Il motivo mi sfugge ancora. Ma so per certo che i veleni sono una sua specialità.> Ne hanno parlato all’inizio, ma non solo. Ascolterà il successivo dire di Saigo, annuendo brevemente <Non ho nessuna fretta, ne ho intenzione di piegarmi in alcun modo, e concordo. L’unica carda da giocarsi con lui è una migliore offerta.> Commenta semplicemente <Su cosa io possa mettere sul tavolo, Saigo> si limiterebbe ad alzarsi dalla panca, appoggiando con irruenza un piede a terra, un tonfo leggero attutito dalla morbidezza del terreno, le mani si alzano, non verso di lei solo alzate, tra di loro, a mezza altezza <So usare bene queste. Per il resto, purtroppo non c’è molto.> Ammette. È ancora un neofita in quel mondo e certamente sa ancora poco delle dinamiche interne di quella città <Ma… credo che mi immergerò nel mondo dell’elettronica. Telefoni, computer, perfino quella maledetta macchina> Ovvio riferimento al loro ritrovamento nei laboratori <mi sembra che sia tutto collegato da un linguaggio che se comprendo… ci darà una spinta in più> Ammette con uno sguardo a Matono, un cenno del capo. Poi a Saigo, <sentiamoci. Ora abbiamo tutti un telefono…> Commenta semplicemente concludendo il giro dei saluti <Teniamoci informati> Annuisce ad entrambi in un muto saluto, prima di voltare le spalle e allontanarsi [End]

00:21 Matono:
 Si concentra dunque di nuovo su saigo.<Io non ho fretta, ma non possiamo prendercela comoda.> sottolinea, inoltre aggiunge.<Cercherò sopratutto di evitare di indebitarci ulteriormente con questo tizio.> Di cui al momento ha tutt'altro che una buona opinione, certo è un giudizio decisamente affrettato e basato su congetture.<Quindi sarà mia premura cercare delle alternative, nel caso se ne presentino ovviamente.> Annuisce poi riguardo all'agente e all'evento, ci penserà a tempo debito comunque ora non è proprio il momento. Decisamente più interessante è invece sentire il pensiero della donna sulla questione politica, ed in questo ella si rivela decisamente molto meno infantile ed insensata rispetto a quanto aveva visto finora, quasi da farla sembrare una persona diversa, questo lascia trapelare dall'espressione del moro qualche dubbio.<Se vogliamo vederla in quel modo ha salvato tutti quanti e non per bonarietà.> Certo l'aver costruito tutto questo, ha salvato dalle chimere l'umanità.<Possiamo stare a congetturare su questo tutta la notte, quello che non cambia almeno per me, è il fatto che non possiamo stare rinchiusi in gabbia per sempre, di certo non aspetterò tu arrivi a scalzarli.> Ammette senza tanti fronzoli, al momento non è più troppo incline a trattenersi nelle parole.<Non ho interesse ad interferire con il tuo sogno di ascesa comunque.> Ora si alza dalla panca, si sgranchisce e rivolge lo sguardo al biondo.<Vuoi metterti a studiare?> Il pensiero di farlo lui stesso gli mette una certa ansia, da sempre legge o si interessa solo a quello che la propria curiosità seleziona.Ormai l'ora è tarda ed i discorsi esauriti, dunque rivolge ad entrambi un cenno di saluto prima di scomparire nell'oscurità[END]

17:24 Saigo:
 Li ascolta, il piano ormai è stato ben delineato, bisogna agire con calma ma soprattutto con razionalità. Annuisce un paio di volte alle loro parole limitandosi a dare il suo numero a Shinsei così da scambiarlo e poi a Matono sorride, divertita come se lo trovasse incredibilmente ingenuo, come si ride di un bambino <e chi ti ha proibito di uscire? Hai fretta di andare? Le porte sono aperte, non sei il primo a lamentarti eppure non capisco> lo sguardo si sposta verso la porta di Opto, la più vicina in questo momento <nessuno vi fermerà mai dall’uscire eppure siete tutti qui a dichiarare d’esser stufi d’essere in gabbia> scrolla lievemente le spalle, non è il primo con cui ha avuto una simile discussione, continua a non comprendere. Se si ha tanta fretta di morire basta dirlo. Non continua però, non vede come altro spiegarsi se non con quella che a lei appare come un fatto ovvio. Così come quella con Rasetsu sembra che l’alleanza tra loro infondo non si basi sull’animo ma semplicemente sulla necessità d’aiutarsi per ottenere un obiettivo comune, nulla di più e nulla di meno. Resta dunque solo lei in quel posto a finire di bersi quella tazza di the ora più fisica che simbolica. Finito di sorseggiare il liquido meno caldo di qualche minuto fa scuote il capo <che cazzo ci faccio ancora ad Oto> domanda semplice, affermazione scontata. Si volta quindi per dirigersi verso l’uscita, ha altre faccende di cui occuparsi, prima tra tutte un certo genetista che: a non ha ancora fatto il lavoro che doveva, b deve spiegarle un paio di cosine. Tace quindi e s’avvia all’uscita sparendo poi in quel che resta della giornata odierna, con il cellulare in meno pronta ovviamente a proseguire con i suoi intrallazzi maledetti [end]

- sta giocata è stata un delirio
- i turni all'inizio sembrano confusi perchè ci siamo assentati a lungo tutti e non volevamo tirarla troppo per le lunghe
-comunque alla fine l'abbiamo tirata per le lunghe
-scusate se ci ho messo una vita a fare end