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L'amicizia, quella vera.

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con Rasetsu, Shin

16:27 Shin:
 Ha mangiato tardi, troppo tardi per i suoi standard giornalieri, tant'è che invece di trovarsi ancora nel letto della propria abitazione a ronfare come non ci fosse un domani, ha deciso di fare una passeggiata. Camminata che ha come obiettivo la piccola oasi artificiale ricostruita nel distretto di Suna. Vuole sbollire il nervosismo accumulato nel non aver riposato. E come fare? Semplice: andare ad osservare qualche donna in costume intenta a prendere la tintarella. Dopo aver gratificato i sensi del gusto e dell'olfatto, è la volta della vista. < Yaaawwwnnnn.... > Sbadiglia rumorosamente, fregandosene altamente di mettere una mano davanti la bocca. Non è mai stato un seguace del bonton(?). Occhi scuri come la pece che si perdono a destra e a manca con far distratto, inquadrando i vari edifici eretti ai suoi lati. Evita di soffermarsi su qualcuno di loro, troppo indaffarato nella fase digestiva che gli consuma un gran quantitativo di energie(?). < ...... > Sotto i pochi raggi solari che riescono a filtrare dai banchi di nubi passeggeri, avanza con moto cadenzato, quasi ritmico. Gli anfibi dalla suola rinforzata in acciaio, premono sulla sabbia presente lungo la strada, lasciando una traccia delebile del loro passaggio. Calzature strette e alte fin sotto le ginocchia dove accolgono i pantaloni completamente neri, stile cargo, tenuti stretti in vita grazie alla presenza non di una, ma di ben tre cinture. Il busto invece indossa una maglia anonima, scura, strappata in più punti da cui si può intravedere una muscolatura non eccessiva, ma molto allenata e definita. Sopra di essa è poggiato un giubbetto di pelle smanicato, adornato di fibie, cerniere e aculei in acciaio. Modo di vestire total black, gotico, che ritroviamo anche negli accessori: degli anelli in metallo sono infilati in sei delle dieci dita delle mani, ognuno con un simbolo diverso. Quest'ultime, occultate alla vista per via dei guanti tagliati ad altezza falange. Gli avambracci invece sono coperti da dei copribraccia neri come la pece, legati tramite un trittico di cinture. Spalle e bicipiti sono liberi da ogni costrizione. < Ohhh... > Sente delle grida di donna provenire dal laghetto e, inevitabilmente, un sorriso di soddisfazione va a deformare quei tratti somatici dalla pelle chiara, albina quasi, in netto contrasto con la folta capigliatura rossa - lunga sopra e rasata ai lati - e la coppia d'onice incastonata nel volto.

16:45 Rasetsu:
 Se gli domandate la motivazione che l'ha portato a bazzicare tra le vie di Suna vi risponderà che non lo sa. O che s'è perso a seconda di quanto vuole farsi prendere per il culo dal prossimo, ovviamente. Non fai poi molto caldo, anche in vista dell'arrivo dell'inverno e del periodo più bello dell'anno. Quindi, ipotizzare che vi siano delle chiappe da urlo è di quanto più impensabile possa pensare. Per fortuna, ringrazia ogni giorno he campa che Dokuhiro non possa leggergli nella mente, altrimenti si sarebbero nuovamente ammazzati in qualche modo a loro consono. Indossa una camicia bianca ben abbottonata col colletto piegato ai lati del collo, con al di sotto un paio di pantaloni neri sorretti da una cintura d'egual cromia in cuoio. La fibbia è argentata, come se fosse un pugno in un occhio assieme alla brillante camicia sulla quale si riflettono i raggi solari - quelli che riescono a passare oltre la coltre di nubi che s'è andata accalcandosi nel cielo pomeridiano. Ai piedi, calza un paio di scarpe laccate di nero. Un largo e pesante giaccone lo copre dalle spalle a ben oltre le ginocchia, d'un rosso bordeaux molto scuro. E' lasciato aperto sul davanti, permettendo dunque d'intravedere gli indumenti sottostanti. Non ha granché con sé se non un paio di tonici coagulanti e di recupero Chakra. Indossa le mani nelle rispettive tasche della giacca, col cellulare infilato invece nella tasca posteriore del pantalone, affinché ce l'abbia sempre dietro e non si dimentichi dove vada lasciandolo di tanto in tanto. A meno che non vi siano delle terme nella calda sabbia... Vi inizia a bazzicare, un passo dopo l'altro, prima d'adocchiare delle spalle allenate in un vestire gotico che dovrebbe ricordare d'aver già visto da qualche parte. <Uno viene qua per vedere un po' di culi e invece...> Come a voler sottolineare che la presenza altrui, d'un uomo per l'appunto, non sia effettivamente granché richiesta, visto e considerato che le intenzioni del demone eran tutt'altre. Non si premura d'abbassare la voce come se pretendesse di lasciarsi sentire, non che si preoccupi in generale di queste cose, alla fine... [ Chk On ]

17:09 Shin:
 Piano piano di fronte a lui s'apre la visuale completa dell'oasi. Specchio d'acqua artificiale dove stanno facendo il bagno un pò di figure. Rapide le pupille scure come la pece adocchiano i soggetti più interessanti di sesso femminile, saltando di netto gli uomini, i padri di famiglia, le nonne e i bambini. Le mamme? No, son quelle più importanti nella sua scala gerarchica(?). < Bene bene bene... > Sussurra tra se e se, restandosene perfettamente in eretta postura e con le mani in tasca di fronte a quella pozza di liquido. Ad occhi esterni può passare esattamente per quello che sta facendo: uno stalker. O guardone. Trovategli voi la parola più adatta. < Uhm? > Inarca il sopracciglio destro nel sentire una voce provenire dalle sue spalle. Non la riconosce subito, ma solo dopo aver incrociato lo sguardo con Rasetsu, riesce ad abbinarla ad un individuo. < Infatti. Solo salsicce sudate... > Chiaro riferimento all'organo riproduttivo che il chunin ha in mezzo alle gambe. Metafora neanche così tanto velata. < Allora, mano perdente di sangue... > Lo stuzzica, lo incalza, riportando alla mente il loro primo ed ultimo incontro dove si sono affrontati in una gara di raccolta di monetine nella fontana di Kusa. Sfida che ha visto il Goryo uscirne vincitore. < ...come mai da queste parti? A Suna? Non eri di Kusa tu? > Se ricorda bene, il demone dovrebbe appartenere al distretto dell'erba, ma non è pronto a metterci la mano sul fuoco. D'altronde è da molto che non incrociava il cammino con lo stesso.

17:31 Rasetsu:
 Inarca un sopracciglio mentre continua ad avanzare, scoprendo qualcosa che non avrebbe neanche mai immaginato. C'è qualche superstite che ha deciso di farsi un bagno, seppur si tratti di qualunque genere di individuo si voglia trovare lì. Schiocca la lingua contro il palato perché, a differenza dell'altro che non si scompone nel suddividere chi vuol guardare e chi no, lui si stufa contrariamente a farlo. E gli passa di netto la fantasia. E' abituato ad aver tutto quello che vuole tra le mani, volente o nolente. Di solito, gli basta tirare fuori un portafogli e qualche ryo per riuscire nell'intento, ma reputa che questa volta possa essere un po' diverso - non si trovano mica nel Quartiere Notturno. <Se non te lo lavi, non è mica colpa mia.> Ribatte prontamente, stringendosi nelle spalle e palesando uno dei suoi sorrisetti sarcastici. Lascia intendere che abbia compreso la provocazione e l'ironia altrui, ma che vi risponde con altrettanta furbizia. Non è scemo, specialmente quando la sua mente è snebbiata dall'alcol come in questo frangente. Porta le mani ad infilarsi all'interno delle rispettive tasche della giacca, facendo in modo che stiano al caldo ed evitando di mettergliele al collo - perché sì, potrebbe succedere tenendo in conto di chi ha di fronte e di com'è finita la prima ed ultima volta che si son visti. <Ma saranno cazzi miei di dove vivo?> Anche perché adesso vive nel settore kiriano, quindi è da tutt'altra parte rispetto al suo luogo originario. Il settore di Suna, poi, si trova giusto nel mezzo ed è facile da raggiungere - anzi, vi deve passare per andare a lavoro. <Guarda che non esistono più mura tra un villaggio e l'altro, giusto per ricordartene.> Indirettamente, è una risposta alla sua domanda: data la mancanza di queste mura, può andare un po' dove vuole senz'alcuna preoccupazione. Caso contrario, la domanda di Shin avrebbe avuto tutto il senso di questo mondo. <Tu, invece? Sei venuto a farti le pippe sulle vecchiette?> D'altronde, mica conosce i suoi gusti! Va ad intuito. Lo scruta di sottecchi con quel suo solito sorrisetto tutto denti. [ Chk On ]

17:49 Shin:
 Segue con lo sguardo i movimenti di Rasetsu, squadrandolo senza troppa discrezione dall'alto verso il basso, drizzando le orecchie per porsi in ascolto del suo dire. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, dando vita ad un sorriso sarcastico ed allo stesso tempo infastidito per via della risposta dell'altro rosso. La mano destra viene estratta dalla rispettiva tasca dei pantaloni e, successivamente, fatta passare tra la folta capigliatura rossa nel tentativo di dargli una rassettata. Gesto inutile, poichè i capelli risultano essere più in disordine di prima. < Sei l'umorismo fatto persona eh... > Sentenzia alla volta dell'interlocutore di serata, mantenendo un tono di voce pacato nonostante tutto. < Mi ero dimenticato di quanto fossi idiota. > I livelli di stupidaggine quando in giro c'è Rasetsu, raggiungono l'apice. < Oh, sbarbatello... > Alla seconda risposta non proprio educata da parte di Rasetsu, la vena presente sulla tempia sinistra inizia a pulsare nervosamente. < ...fai meno il duro della situazione. Certi attegiamenti con me non attaccano. > Infatti lui non deve attaccare nulla(?). < Ma dai? > Allarga le braccia oltre i rispettivi fianchi, rinchiudendo in quel cerchio immaginatio tutta Kagegakure. < Il tuo secondo nome qual'è? Capitan OVVIO? > Il primo che gli viene in mente su due piedi, facendo chiaro riferimento all'ovvietà esternata da Ryuuma. < Quando ti ho conosciuto avevi qualche rotella fuori posto. Ma ora, la situazione si è aggravata e ormai hai imboccato la via del non ritorno eh... > Tradotto: con il passare del tempo la sua demenza senile andrà sempre peggiorando. < Che c'è? Sei geloso? Se vuoi ti lascio il posto migliore... > Gli strizza l'occhio destro con far ammiccante, prima di tornare con l'attenzione di fronte a lui. < Hai una sigaretta? Oppure sei davvero inutile fino al midollo? > Dolce e coccoloso anche lui eh(?). [Chakra OFF]

18:28 Rasetsu:
 Raggiunge il fianco dell'altro rosso, così da permettere ad entrambi d'ammirare il panorama - come due bravi guardoni. Potrebbero anche cambiare strada, frequentare altri posti, invece si trovano sempre assieme nei posti più bizzarri. E pensare che tutt'è cominciato innanzi ad una fontana piena di monetine. <Sono molto più di questo.> Riferendosi all'umorismo fatto persona, gonfiando il petto con maggiore sicurezza. <Non che tu sia migliore del sottoscritto in quanto a stupidità. Io quanto meno ho la scusa di decenni passati a tracannare e a bruciarmi i neuroni con la Sbrilluccica, ma tu?> E gliele sta cantando di nuovo, giusto per sottolineare ulteriormente la differenza tra l'uno e l'altro. Sghignazza, aspettando una reazione che possa quanto meno essere appagante - qualora gli rispondesse a tono, sarebbe tutto da guadagnare. <E con me non attacca niente del tuo carattere o delle tue provocazioni> Sospirando pesantemente, solleva anche la mancina per passarsela diligentemente tra i capelli che, esattamente come quelli di Shin, restano pesantemente disordinati. <e comunque, ho a malapena un nome, figurati un secondo.> Ecco, qui la risposta poteva anche risparmiarsela. L'ultima missione alla quale ha partecipato, però, gli ha lasciato non poco l'amaro in bocca per via dell'antagonista. <Per tutti i Kami, ma perché devi attaccare briga?> Gli chiede, sollevando gli occhi al cielo e ravanando nella tasca interna della giacca in modo che possa tirare fuori un pacchetto di sigarette pieno per metà. Ne sfila un paio, riponendo il pacchetto e andando alla ricerca dell'accendino. <Mannaggia a chi dico io.> Sbotta di colpo, offrendone una al compare e infilandosi la seconda tra le labbra. Non sta trovando l'unico modo per accendere quel tabacco arrotolato. <Hai qualcosa per accendere?> Gli domanda, evitando di netto tutte le provocazioni altrui, tirando su col naso e fissando l'interlocutore con evidente fastidio stampato in faccia - tant'è che manco sorride più. Detesta dimenticarsi le cose ed è abbastanza sicuro di non essersi scordato nulla. [ Chk On ]

18:55 Shin:
 La mano destra, dopo aver dipanato le dita ed esser passata tra la folta capigliatura rossa, sosta per alcuni secondi nella zona posteriore, nei pressi del collo. Gratta dietro l'orecchio mancino, sedando alla base quel prurito fastidioso che si è venuto a creare a causa di una bolla. Nel fare ciò, tutti gli accessori di metallo risuonano a festa. Infatti l'orecchino a forma di piuma dondola da destra a manca, mentre il ciondolo che raffigura il simbolo di Suna assicurato alla collana, sporge leggermente in avanti, oltre la maglia. < Borioso e altezzoso. Conosco bene persone del genere... > Il primo è lui stesso. Se non fossero così diversi nel profilo comportamentale, sarebbero due gocce d'acqua sia in fatto d'estetica, sia sotto il punto di vista caratteriale. O quasi. < La sbrilluccica? > Sbatacchia un paio di volte le palpebre, sinceramente colto alla sprovvista davanti a quel nome. < Adesso la droga si chiama così? Con questo nome non desta sospetto? > Domande poste sempre con quel sorrisino irriverente stampato sul volto. < Anche manipolatore sei. Ottima caratteristica... > Si compiace con l'altro, riferendosi al fatto di aver rigirato la frittata. Infatti se c'è qualcuno tra i due che sta provando ad attaccare briga, non è affatto il Goryo. Se risponde in malo modo, è solo una conseguenza dell'atteggiamento del chunin. < A proposito di nome. Mi farebbe ridere continuare a chiamarti con nomignoli del tipo: ritardato, idiota, bigattino o similari. Però dopo un pò mi stancherei della stessa minestra... > Ovvero la stessa presa in giro. < Non ricordo se me lo avevi detto... > Il nome di battesimo. Nel frattempo l'arto superiore mancino si allunga verso la sigaretta gentilmente offertagli dal Kokketsu, afferrandola tra indice e pollice solo dopo che Rasetsu abbia mollato la presa. < ..... > In silenzio dalla tasca dritta dei pantaloni, la mano destra ravana nel torbido(?), fuoriuscendo poco dopo con l'accendino tanto agognato. < Tutto tuo... > E grazie ad un movimento repentino dell'avambraccio dal basso verso l'alto, lancerebbe l'oggetto in direzione di Rasetsu, facendogli prendere una traiettoria a "palombella" di facile lettura e presa da parte del demone. Sempre che non abbia le mani bucate. [Chakra OFF]

19:14 Rasetsu:
 Shin riconosce nel demone l'essere altezzoso e borioso. Non che sia molto lontano dalla verità, anzi si potrebbe dire che c'abbia preso in toto. <Perché guardi la tua faccia ogni mattina allo specchio?> Dando per scontato, sotto forma di battuta, che si stia riferendo a se stesso, nonostante sia palese con chi ce l'abbia - esattamente come prima. Stanno continuando ad andare avanti così fin dall'inizio - forse addirittura dalla prima volta in cui si sono incontrati. Cambieranno mai? E pensare che pareva andassero persino d'accordo. <Non ha mai destato sospetto, ma c'è poco da vantarsene. Avevo le chiappe coperte dall'Hasukage, all'epoca.> E' un uomo pregno di sorprese quando vuole. D'altronde, era riuscito a campare sulle spalle dello stato, a non pagare neanche la più misera tassa, a vendere droga e ad ottenere un locale nel quale TUTTO era lecito. Bei tempi, quelli. Quando essere capo della Yakuza ti portava notevoli vantaggi rispetto all'essere un comune ninja di passaggio. <Rasetsu. Sempre Rasetsu.> Scocciato dal doverglielo ridire, anche se non rammenta neanche lui se gliel'avesse già pronunciato o meno. La questione dei nomi sta diventando fastidiosa e ancor ripensa alla missione. Un uomo che cerca d'ammazzare la nonna - o di bullizzarla - perché gli ha dato un nome di merda. Cioè, dopo dieci anni passati a non fare niente, non riescono neanche più ad ammazzare qualcuno senza mandare tutto in malora. Porta ambedue le mani a formare una coppetta, in modo che possa prendere al volo l'accendino, se non fosse per quell'incapacità d'aver tra le mani qualcosa che si ripercuote sul mancato afferrare dell'oggetto che... cade in mezzo alla sabbia. Ed è risaputo cosa succede ad un accendino se si riempie di sabbia, no? <Ma porca puttana! Non potevi passarlo come le persone normali, no?> Specialmente se hai di fronte un disadattato che dovrebbe aver le mani piuttosto ferme dato il lavoro che fa, ma che pare essersi lasciato sfuggire un oggetto che anche un bambino senza mani sarebbe riuscito a prendere al volo. Coi denti, ma comunque avete capito. <No, lui doveva fare il brillante, lanciare l'accendino perché fa più figo!> Continua a lamentarsi, mentre s'abbassa per prenderlo dalla sabbia, scuotendolo da un lato all'altro per liberarlo da alcuni granelli. Sia mai che vadano d'accordo una volta ogni tanto... [ Chk On ]

19:56 Shin:
 Il pollice e l'indice della mano sinistra che in precedenza avevano afferrato la sigaretta, s'adoperano a portare quest'ultima tra le labbra del Goryo. < ..... > Nel frattempo le due pupille incastonate in quei tratti somatici dalla pelle chiara, seguono con una certa attenzione la traiettoria parabolica impressa all'accendino. Osserva l'oggetto raggiungere l'apice dell'altezza e poi, richiamato dalla gravità, cadere in direzione di Rasetsu. < Cos... > Non ci crede. E' incredulo davanti all'esito della presa approntata dal Kokketsu. Quelle mani messe a coppa falliscono miseramente. < Ma si può essere più scoordinati e ritardati? > Sbraita, sbatacchiando ripetutamente le palpebre. Grida che, verosimilmente, fanno voltare verso di loro i pochi avventori dell'oasi ancora intenti a farsi il bagno. Pochi anime. < Avevi l'Hasukage che ti proteggeva il culo? > Inarca il sopracciglio destro, incuriosito davanti a quell'ammissione non di poco conto. < E che cosa facevi? > Ha intuito che c'entra la droga, ma non ha identificato l'impiego importante del demone tanto da avere un Kage come protettore. < Il corriere tra un villaggio e l'altro? > E lì prenderebbe vita una risata sincera, accompagnata da un lieve indietreggiar della testa verso tergo. < Rasetsu. Va bene idiota, memorizzato. > Ha fatto sta grazia. Almeno può creare un'alternanza durante le prese in giro. Insultarlo sempre e comunque dopo un po' può diventare stucchevole, nonostante l'ex capo della Yakuza lo meriti sempre e a prescindere. < Non pensavo di avere a che fare con un FOCOMELICO! > Sentenzia con decisione, scuotendo il capo con far sconsolato, smuovendo anche gran parte della capigliatura rossa, ciocche comprese. < ..... > I Kami però in qualche modo vogliono premiare la sua pazienza. Un bagliore gli attraversa lo sguardo. Infatti si accorge di come Rasetsu si pieghi per raccogliere l'accendino. Assume la classica posizione a novanta, lasciando scoperta la zona delle natiche. E' un gesto istintivo quello che ne segue, come una chiamata a cui non si può non rispondere. Attirato come un orso con il miele. Lesto il piede mancino si staccherebbe da terra, facendo in modo che tutto il peso corporeo verrebbe sostenuto dall'unico arto inferiore dritto. Il quadricipite si contrarrebbe e grazie ad un lieve spostamento all'indietro, caricherebbe un calcio contro i glutei del Kokketsu. Colpo eseguito dal basso verso l'alto, impiegando il minimo della forza. La parte interna dell'anfibio dovrebbe collidere ad altezza chiappe del nemico, come se stesse calciando un pallone al volo di piatto. < Questo è per non aver afferrato l'accendino. > Il quale, miseramente, cade ed affonda nella sabbia, perdendo seduta stante le sue caratteristiche di combustione. Che amarezza. Se tutto fosse andato come descritto, il malcapitato demone di sangue sentirebbe impattare la calzatura del Goryo nella zona descritta in precedenza, oltre che far attenzione a non caracollare a terra a causa di uno sbilanciamento, anche se minimo, in avanti. Sicuramente tra di loro nascerà una proficua amicizia. Forse. [Chakra OFF]

21:03 Rasetsu:
 Non è colpa sua s'è nato con la coordinazione d'una marmotta. Scivolato l'accendino, gli fa persino il piacere di chinarsi per prenderlo, nonostante non gli appartenga. Sì, ha fatto una stronzata e pretende che sia comunque Shin a porre rimedio - come al solito, non si prende la briga d'aver la colpa di niente. <Fa' silenzio. Potevi anche passarmelo come le persone normali e questo non sarebbe successo.> Borbotta infastidito mentre è flesso in avanti con le chiappette al vento. Vi ha letteralmente affisso il cartello 'kick me' e neanche se ne rende conto - e pensare ch'è lui il Re dei Pagliacci. Sta cedendo il titolo a Shin per maggior gloria. <La producevo, cogl1on3.> Tenta di togliere tutta la sabbia dall'interno dell'accendino, spostandola e provando quanto meno a risolvere la situazione - insomma, fumare è importante ora che non può più bere. Gli occhi di Hiro gli sono perennemente addosso, non può far un passo che quella stalker psicopatica sa già tutto. Non a caso, sospetta che sia già a conoscenza anche di Shizuka. Spalanca gli occhi non appena la suola dell'anfibio va ad impattare contro la di lui natica, agitando forsennatamente le braccia ai lati del corpo come se fossero due mulinelli nel vano tentativo di mantenere un equilibrio che, sia chiaro, non possiede in questi frangenti. Un po' perché è un clown di suo, un po' perché ha i piedi sulla sabbia e non s'aspettava niente del genere. Quindi, nonostante vi sia gente a guardarlo - per lui è un must have, le figure di merda devono sempre esistere assieme alla presenza d'altra gente che non ti prenderà mai sul serio vita natural durante - il di lui corpo si reclina direttamente in avanti. Stende istintivamente le braccia in avanti, facendo ben aderire le mani al terreno, infilando le falangi per tentare di mantenersi ed evitare di effettuare uno scivolone che, con molta probabilità, lo porterà anche a finire diretto nella vasca in cui fanno il bagno gli altri. <E POTEVI APPOGGIARMELO ALMENO!> Insomma, visto che si trovava in quella posizione, anziché usare il calcio poteva anche far qualcos'altro. Un po' d'inventiva! Si raddrizza massaggiandosi le chiappette, rimettendosi in piedi. E solo una volta aver raddrizzato la colonna vertebrale, cerca di stendere l'arto mancino all'indietro stringendo saldamente l'accendino nella mano corrispondente. Presa la carica e la mira - per quanto sia capace di prenderla - non farebbe altro che lanciarlo, stendendo l'arto preposto in avanti al pari d'una frusta. E l'accendino atterra a non più di mezzo metro. Quando la distanza di lancio è pari al tuo Houjutsu diviso quattro... ma il tuo Houjutsu è zero... [ Chk On ]

21:33 Shin:
 < Ahahahahaha... > Se la ride di gusto, gonfiando e sgonfiando il petto in modo tronfio, come i vecchi imperatori romani quando erano soliti dimostrare la loro potenza sui poveri schiavi. D'altronde è così che Rasetsu appare agli occhi del Goryo: non proprio un soggetto oppresso, ma sicuramente un clown. Un pagliaccio in tutto e per tutto. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro nel sentire quella sorta di ramanzina che gli vien mossa. < Mi sembra che i Kami ti abbiano dotato di due mani no? > Replica scocciato alla volta del Kokketsu, per nulla incline a subire sermoni non richiesti. < Ho fatto un lancio che anche un bambino avrebbe letto e afferrato al volo. Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, mentre le braccia vengono portate ad unirsi davanti al petto, incrociate, assumendo una posizione di relax mista a sfida. < Oh... > Resta colpito dal suo seguente dire, tant'è che l'angolo destro delle labbra s'arcua verso l'alto, ampliando quel ghigno stampato in viso. < Producevi la droga? > Domanda retorica la sua, vista l'ammissione già esternata dal chunin. < Ecco perchè un Kage ti proteggeva le chiappe allora. > Piano piano i tasselli del puzzle s'incastrano nel loro posto. < Stai utilizzando il passato però... > O meglio, l'imperfetto. < Non la produci più? > Chiede curioso sorridendo ancora un a volta in maniera sguaiata. < Ahahaha non mi sorprenderebbe. Con quelle mani bucate. > Ama prendersi gioco del rosso. < COS...?! > Espressione incredula è quella che va a prendere forma sui tratti somatici. Espressione figlia dell'ultima frase gridata dal demone. < MA NEANCHE PER IDEA! > Aggrotta la fronte, stabilizzandosi sugli stessi decibel dell'altro. < Fossi una bella donna ci avrei già pensato... > E' etero convinto. < Ehhh... > Scuote il capo, portando il palmo della mano destra ad aprirsi davanti al viso. Sconsolato. < Sei veramente un ritardato... > Colpo rimasto in canna. Così si potrebbe descrivere ciò che l'occhialuto ha fatto. Ha tentanto di lanciare l'accendino ma quest'ultimo, invece di rientrare nel suo raggio d'azione, cade impietosamente a mezzo metro dal lanciatore. Che pazienza. [Chakra OFF]

21:56 Rasetsu:
 Fa roteare gli occhi verso l'alto per quanto riguarda il fatto che i Kami gli abbiano dato un paio di mani che potrebbe tranquillamente usare. Fa schioccare la lingua contro il palato, ma sceglie di non rispondere ulteriormente al suo dire. Non ha senso. Preferisce zittirsi, cosicché - magari - stia zitto anche lui una volta per tutte, senza che debba in qualche modo ricorrere alle brutte maniere - che alla fine son quelle che predilige più di tutte. <Potevi passarmelo come tutte le persone normali e questo non sarebbe mai successo.> Gl'è passata anche la voglia di fumarsi una sigaretta, la quale si ritrova a terra in mezzo alla sabbia, oltretutto. Deve essere caduta nell'istante in cui è stato spinto dal calcio inappropriato del Goryo. Quanto non lo sopporta. <E pensare che, la prima volta che ci siamo visti, mi sei sembrato addirittura simpatico. Mai giudicare un libro dalla copertina.> Commenta, tirando fuori una delle massime più conosciute - un proverbio. Si sente proprio che sta diventando vecchio ogni giorno che passa. Adesso, ci manca soltanto che inizi a dire 'oplà' quando s'alza o quando s'abbassa. Alla domanda inerente al motivo per il quale parli al passato nei riguardi della droga, commette un'alzata di spalle. Con le mani, s'aiuta a spazzolarsi di dosso la sabbia di quell'oasi, onde evitare di trascinarsela fin dentro le mutande e direttamente tra le mura domestiche. <Perché mi mancano gli ingredienti per farla e qua è pieno di sbirrame vario.> Sbirrame. Nuovo termine coniato per indicare tutti quei gruppi di persone che si occupano della sorveglianza d'un preciso luogo o di far rispettare le leggi fino alla fine: Shinsengumi e Anbu, in parole povere. <Pensa un po', prima m'illudi e poi mi dai del ritardato.> Bofonchia ancora, incrociando le braccia al petto risultando essere oltremodo infastidito dalla di lui figura. <Quindi, che facciamo? Mi sono stufato di stare fermo in tua compagnia, soprattutto.> Si stanno insultando a vicenda letteralmente dal primo saluto, quindi non è propriamente una gran cosa. Alla lunga, lo scherzo stanca perché è bello quando dura poco. [ Chk On ]

22:25 Shin:
 < Mmm... > Gioca con la sigaretta - ancora spenta - trattenuta tra le labbra. < E' proprio vero: le cose vanno fatte sempre da soli... > Doveva aver già consumato metà di quel cilindro pieno di tabacco. Invece no. Per colpa del focomelico Rasetsu, è costretto a vedersi rinviata la voglia di nicotina. < Ehhh... > Sospira infastidito, portando la mano destra ad afferrare quell'oggetto simbolo di vizio e infilarlo nella tasca destra dei pantaloni. Di certo non se ne disfa. < Il punto è proprio questo: io non sono normale. > Non è una frase ad effetto o altro. C'è tanta consapevolezza nel concetto insito in quelle poche parole. Da quando, tanti anni fa, quella persona gli fece dono del suo sangue, non rientra più nel gruppo dei comuni mortali. Non più. < Giusta osservazione... > Annuisce con un lieve cenno del capo alla saggezza del proverbio. < Ma neanche dopo il primo capitolo... > Usa questa metafora per descrivere il loro secondo incontro. < Immagino che quando la producevi, avevi degli introiti non indifferenti... > Ha bazzicato per i quartieri malfamati di Kagegakure. Sa benissimo i prezzi della sbrilluccicosa e non sono bassi. Anzi. < Ora come ti paghi da vivere? Sembra costoso il cappotto che indossi... > Capo lungo fino alle ginocchia del Kokketsu. < Oppure lo hai rubato da qualche parte? > I muri della casa di Touma se potessero parlare, darebbero vita sicuramente un best seller. < Ecco vedi... > Distende le braccia di fronte a lui, indicando il lago posto innanzi al duo. < ...mi hai fatto perdere lo spettacolo delle ragazze... > Mormora, spazientito dal non aver potuto sbirciare con minuzia scientifica i costumi delle donne. < Qualcosa da bere? Magari rimediamo anche qualcosa... > Esponenti di sesso femminile dai facili costumi, magari anche senza pagare. O meglio, spera di estorcere la serata a Rasetsu, ma lui questo non lo sa. [Chakra OFF]

22:56 Rasetsu:
 Gli viene da sbottare. In un momento del genere, non sa se Dokuhiro sia peggio o meglio d'uno come Shin. Certo, lei ha sicuramente dei pro a partire dal fatto che ci finisca a letto anche troppe volte, a differenza del rosso che l'ha propriamente schifato. Ma che ha una bell'idea. <Guarda, che tu non fossi normale l'avevo capito da quando mi hai aiutato a recuperare delle monetine in una fontana.> Giusto per dirne una. Non molti sani di mente avrebbero fatto qualcosa del genere. Altri si sarebbero preoccupati di possibili telecamere. <Ero ricco da fare schifo.> Ora, definirsi ricco è ben oltre le più rosee aspettative. Tuttavia, non era neanche così povero da non potersi permettere di spendere e spandere come più poteva. Con il Kukoku, guadagnava abbastanza, visto e considerato che faceva favori a chiunque e ne riceveva altrettanti in cambio. I soldi bastavano per tutti, riusciva a sfruttarli per qualunque cosa volesse. Inoltre, lavorava anche per il villaggio - quando voleva arrotondare lo stipendio mensile - almeno fin quando non ha deciso di tradirlo. <Sono un genetista, lavoro a tempo pieno nell'ospedale di Kusa.> Ha decisamente sancito che non si sarebbe spostato in quello dei Mangiaramen per nessuna ragione al mondo. Il suo laboratorio è lì e vuol stare vicino a quella ragazzina - che poi s'è rivelata esser più vecchia - che l'ha accolto a braccia aperte tra le fila dei migliori genetisti conosciuti. <A differenza tua, non faccio il teppistello in giro per i quartieri.> Fa schioccare la lingua contro il palato, infilando le mani nelle rispettive tasche e dando giusto una rapida occhiata in giro, sincerandosi che la situazione sia sotto controllo e che non ci sia nessuno che possa disturbarli. Anche se, data l'ora, sarebbe il caso di tornare direttamente a casa che, per fortuna, non è neppure così distante. Sta iniziando ad apprezzare quel settore, specialmente quello in cui vive in questo momento. <Cazzo, dovrei mandarti a f4ncul0, ma non si rifiuta mai l'alcol.> Deve munirsi di mentine ed evitare d'esagerare, ma potrebbe funzionare senz'alcun problema ad ingannare i radar di Dokuhiro prima che venga a scoprirlo. Dovrebbe fargli il test del palloncino ogni volta... e si spera non sia stato ancora inventato. Sta di fatto che lo seguirà in qualunque bar voglia andare, senz'obiettare o fare preferenze. Li ha girati quasi sicuramente tutti quanti appena arrivato a Kagegakure. [ Exit ]

11:54 Shin:
 < ….. > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l’alto, abbozzando un sorriso soddisfatto di fronte al ricordo del loro primo incontro. La gara di raccolta delle monetine gettate nella fontana di Kusa, gli riporta alla mente belle sensazioni. Forse si è addirittura divertito in quel frangente, soprattutto perché ha vinto, estraniandosi per qualche minuto dalla moltitudine di pensieri che sono soliti affollare la testa. La ricerca continua sul chi gli ha donato una nuova vita lo destabilizza, e non poco. < Imbranato. La prossima volta te lo faccio raccogliere con i denti… > E il mento si muove in direzione dell’accendino ancora a terra, tra la sabbia, ormai evirato del suo funzionamento cardine. Lo minaccia neanche tanto velatamente, prodigandosi nell’inclinare il busto in avanti e allungare la mano destra verso l’oggetto descritto in precedenza. Lo afferra, lo agita un pochino così da liberarlo dei granelli infilatisi tra la rotella e il regolatore del gas. Tutto invano. Ormai è morto. Ryo buttati al vento. < Un genetista? > Quella parola gli squarcia la mente come un fulmine, facendogli alzare a dismisura i livelli di attenzione nei confronti del Kokketsu. Quel sacco di ossa e sangue è più interessante di quanto poteva immaginare. Il problema è che il suo modo di fare e di essere manda tutto a puttane. < E cosa farebbe nello specifico un genetista? In cosa si differenzia dall’essere un medico? > Non è molto ferrato nell’ambito medico-scientifico, tuttavia vuole ricevere qualche informazione in più, visto che - mai lo avrebbe pensato fino ad ora - Rasetsu può rivelarsi molto utile in futuro. Tempo fa, quando l’assassino che mieteva vittime in tutta Kagegakure era ancora in libertà, ha avuto la fortuna di salvare un vecchio ninja che faceva esperimenti sugli shinobi. Se la memoria non lo inganna, era proprio un genetista. < Ad ognuno il suo. C’è chi è portato per determinate cose e chi per altre. > Chi è un grande chimico e utilizza le sue dote per creare la droga; chi invece si fa rispettare nell’unico modo che conosce: le botte. Pensandoci, potrebbero mettere su una bella società. < Speriamo che la serata non si limiti solo a dell’alcol. > Dopo aver visto qualche donzella in costume nell’oasi di Suna, gli si è aperto lo stomaco(?). < Forza andiamo. Così mi spieghi bene tutte queste cose… > La ricchezza e, ovviamente, la sua abilità nel modificare tratto genetico degli umani. Piano piano, grazie anche alla notte ormai calata su Kagegakure, vengono risucchiati dalle ombre. [X]

Shin e Rasetsu s'incontrano all'oasi per puro caso. Entrambi sono spinti da un valore nobile come quello di adocchiare - stalker style - le donne in costume intente a fare un bagno all'Oasi. Nonostante qualche momento d'ilarità, nasce un discorso che attira in maniera consistente l'attenzione del Goryo nei riguardi del Kokketsu.