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Giocata del 27/11/2021 dalle 14:45 alle 18:35 nella chat "Bosco Oscuro"
Ha smesso di piovere, forse perché non si trova nel settore kiriano che, volente o nolente, ha ripreso in mano la storia e le teorie complottiste di chi vi viveva. La pioggia è stato sempre un must have. Durante il combattimento necessario a fermare le chimere entrate dall'ingresso kiriano, per l'appunto, gli abiti precedentemente indossati dalla fanciulla si sono rovinati oltre che sporcati. Il maglione ha un foro ad altezza delle spalle dov'è rimasta ferita, oltre ad essere un filino bruciacchiato. Va rattoppato, se non del tutto buttato, ma c'è qualcuno abbastanza capace a rattoppare, quindi non s'è posta molti problemi purché riesca nell'obiettivo. S'è dovuta quindi concentrare su tutt'altro genere di vestiario, seppur non sia poi differito granché. Attorno alle gambe, calza ancora un paio di pantaloni neri skinny, privi di ulteriori fori ad altezza delle ginocchia, così da restare quanto meno coperta e sobria. Una cintura in cuoio d'egual cromia e dalla fibbia argentata ne stringe l'indumento in vita, onde evitare che le scivoli o che si smuova, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. A coprire l'addome, invece, v'è un maglioncino bianco infilato nei pantaloni, cosicché sia anch'esso piuttosto aderente al corpo della giovane, dalle maniche lunghe ed il collo tondo. Per ultimo, ma non per importanza, un lungo kimono nero dai fiori ciliegio disseminati lungo tutta la tela - comprese le maniche che vanno ad allargarsi dal gomito in giù, nascondendone persino le mani - ne copre le spalle sin ad oltrepassare i glutei. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Lancia delle rapide occhiate nei dintorni, come a volersi sincerare che Keiga o Akuma siano nei paraggi. Non le dispiacerebbe granché incontrarli, farci quattro chiacchiere - organizzare un altro bagno assieme dove poter coccolare di nuovo la sua cagnolina preferita. Non è in grado di trovare il loro odore come i due Inuzuka fanno con lei, quindi si limita a vagare - passo dopo passo - alla ricerca d'un manto nero e di lunghi capelli dalla stessa tonalità. Potrebbe anche incontrar qualcun altro, in fondo quel bosco non è mai davvero vuoto. [ Chk ON ] Qual posto è più rilassante del Bosco Oscuro? Beh, in realtà molti. Quella fitta rete di arbusti, unita a chi solitamente la abita, potrebbe esser considerata, da bambini e ragazzi, un vero e proprio ricettacolo di orrori. La paura, il terrore, svanisce quando, però, tu conosci sia chi la abita e sia cosa la abita: questo è il caso del caro capello diaspro, il quale, ormai, a furia di visite nel proprio di ricettacolo dell'orrore, ci ha fatto l'abitudine. Il giovane Yoton, reduce da una mattinata dedica agli allenamenti, calza in corpo un vestiario alquanto bizzarro, seppur funzionale: il busto è coperto da una maglietta a maniche lunghe aderente, simile nel colore ad un carbone sbiadito; Le gambe sono cinte da una lunga tuta del medesimo colore del pezzo superiore ad essa; i piedi calzano un paio di scarpe prive di stringhe, le quali, sembrano essere il perfetto connubio tra calzari e calzini, quasi come se fossero la stessa cosa; infine, a decorarne il busto, vi sono il coprifronte di Kiri e il ciondolo degli Yoton, uno sopra l'altra, quasi a simular un abbraccio. Il suo passo in quella foresta è dolce quanto rilassato, mentre, dalla spalla destra, penzola un grosso borsone, preso per le estremità da una sinuosa cinghia nera che ne avvolge l'arto. Attraversa quella fitta rete di oscurità lignea quasi con gli occhi chiusi, con le iridi più fissate al cielo che alla terra, con le mani ben profonde e rilassate nelle tasche della tuta. Il suo cammino viene interrotto soltanto da una figura, una entità che lui conosce bene. < Signorina Furaya! > ecco trovata la decima, subito dopo aver svoltato uno di quei tanti arbusti. < Qui anche lei? > andrebbe a chiedere, mettendo in mostra il placido sorriso che lo accompagna sempre. Nonostante voglia cercare qualcuno che odori di cane bagnato, non ne sente neanche l'ombra. Solitamente, le basta compiere qualche passo nel punto prestabilito dov'è sicura che bazzichino spesso per riuscire a rintracciarli entrambi - anche perché son loro due che le corrono incontro. Al contrario, la di lei attenzione viene immantinente attirata dalla figura di Liuka. Si volta nella direzione della sua voce, piegando un sopracciglio con espressione curiosa. <Ciao, Liuka!> Gira i tacchi - in maniera anche letterale quest'oggi - attenta a non inciampare in qualche radice che la porterebbe lunga lunga per terra. Le s'illumina lo sguardo nel notare la figura del ragazzino dall'arancio crine. Lo squadra dalla testa ai piedi solo per sincerarsi che sia integro, soffermandosi sulla collana ch'egli porta al petto. <Oh? Quello non è il simbolo del clan Yoton?> E' lapalissiano che conosca quella fiamma, avendo a sua volta la capacità di manipolare quell'elemento, nonostante non sia un membro del clan in via ufficiale. E' una Nara, tale resta seppur non sia in grado d'usare l'innata. D'altro canto, le sue origini non cambiano in virtù della possibilità o meno d'usare quel determinato tipo d'innata. Reputa inoltre che dovrà soltanto allenarsi per riottenerla, concentrandosi allo stremo, altrimenti ricorrere a qualunque altro marchingegno necessario quando e se sarà il caso di riaverla. Or come ora, riesce a combattere anche soltanto con l'innata Yoton, ma va da sé ch'è qualcosa di suo ciò che l'è stato tolto ingiustamente - neppur fosse stata sigillata. <Stavo cercando Keiga, ma si saranno allontanati in un'altra zona.> Ammette, facendo spallucce. Lancia un'ultima occhiata nei dintorni, giusto per sincerarsi al cento percento che quei due non siano assolutamente nei dintorni. <Tu, invece?> Gli domanda per mera cortesia, portando le mani dietro la schiena. Unisce il polso alla mano aperta, la quale viene richiusa attorno ad esso per sancire una solida stretta. [ Chk On ] Alle parole del crine rosato, anche lui, con tutto il cuore, vuol sincerarsi che la Inuzuka e il suo ben più gentile cagnolone non siano nei paraggi, difatti, prima di rispondere a qualsivoglia domanda dell'altra, ecco che si guarda in lungo e in largo attorno, per poi, prendere un profondo inspiro: quasi Zen per certi versi. < Tutto bene, sono venuto qui per respirare un po' d'aria fresca > ammette, esibendo tutto il suo sorriso con fare caloroso verso l'altra. < Si! L'unico ed inimitabile! > afferra per filo la collana che gli cinge dolcemente il collo, per poi, portare il pendente a mo' di fiamma davanti alla visione altrui. < Ma c'è di meglio! > esclama subito dopo, rimettendo gli occhi sui suoi color cielo. < Sono stato accettato nel Clan... > pausa ad effetto, rullo di tamburi. < ...Yoton! > ed esclama nuovamente, chiudendo la mano sinistra in un pugno ed alzandola poco distante dal proprio petto: una piccola vittoria la sua, ma anche un grande passo verso il proprio futuro. < Quindi si insomma...nuova famiglia, nuovi posti, nuove esperienze...tutte quelle cose fighe > ne parla come se avesse conosciuto un gruppo di baldanzosi giovani usciti direttamente dall'Ochaya, eppure no, parlava proprio dei vetusti Ninja che presiedono la sede del Clan Yoton. < Tu invece? Porti qualche buona notizia anche tu? > chiede, lasciando ricadere, dolcemente, il pendente tra la fine delle clavicole. La sua aurea così gioviale non lo lascia mai, d'altronde, la trasuda naturalmente: nel modo in cui si pone, parla, si muove. Comprende come il ragazzino sia decisamente più sollevato dalla mancata presenza di Keiga nei paraggi. Tuttavia, è un qualcosa che lei stessa può correggere - visto e considerato che ha già tentato di farlo, ma nel modo sbagliato. Ha tutto sotto controllo per fare in modo che vadano d'amore e d'accordo. E Keiga non potrà rifiutare perché sarà qualcosa che vuole da tanto tempo - che immagina soltanto. <Qui, ce n'è abbastanza in effetti, lontano dalla città.> D'altronde, non è la prima volta ch'è possibile vedere la Nara nei pressi d'un bosco o d'una zona quanto meno zeppa d'alberi e flora. Lei che s'era legata alla natura tramite l'arte eremitica non potrebbe trovarsi meglio che in mezzo a quest'ultima. Allunga lentamente la mandritta in direzione del ciondolo, così da farlo scivolare sui polpastrelli. Lo rigira leggermente, lasciandolo poi cadere lungo il petto altrui. <E' davvero molto bello.> La collana che lei porta al collo rappresenta il ventaglio degli Uchiha, quel regalo d'eterna amicizia che Hanabi le ha regalato prima di sparire nei meandri di Oto, mettendosi anni dopo in combutta per ottenere il villaggio indietro e toglierlo alle mani della Kokukage. <Com'è il clan Yoton? S'è ripopolato, spero. Sono passati vent'anni ormai.> Dovrebbero essere riusciti a ricostruire una famiglia, una discendenza e a formare una vera e propria comunità com'era il clan d'un tempo, prima che venisse distrutto dalla poca amorevole presenza di Yukio. Non ha ancor mai capito il reale motivo che l'abbia condotto a far qualcosa del genere, ma ormai è passato e lì vi resterà. <Buone notizie, no ad onor del vero. Penso tu abbia saputo del portone di Kiri e dell'ingresso d'alcune chimere.> Il di lei sguardo torna ad esser serio tanto quanto l'espressione ed il tono che vengono usati per dargli quest'amara novità. Inutile nascondere qualcosa a cui può risalire facilmente e che potrebbe aver già sentito, specialmente perché ne va del suo settore. <Il Mizukage mi ha convocata, penso per discutere di quest'incidente, essendone stata coinvolta. Ma con l'ultimo Mizukage non è finita molto bene...> Ammette, scostando una ciocca dalla fronte e portandola dietro l'orecchio, facendo fluire una piccola risata dalle labbra giusto per smorzare quella terribile tensione venutasi a creare con una notizia simile. [ Chk On ] Lascia che l'altra possa toccare il ciondolo senza troppi fastidi, soprattutto perché il suo ego da gazza ladra viene condito da quelle dolci parole rivolte verso un oggetto tanto vecchio quanto a lui caro. Annuisce al primo quesito del crine rosato, nonostante il gioviale sorriso torni, come di consueto, placido e statico. < Ho incontrato il Capoclan ed un Ninja a controllo del cancello principale. Gente simpatica, forse un po' fredda...ma a Kiri siamo un po' tutti così: freddi fuori, caldi dentro...alcuni più di altri > e lascia spiccare il volo ad una flebile risata, usando come porto le labbra delicate. Ma non c'è tempo per l'ironia, soprattutto perché la realtà vola ben più veloce, tra celi ben più cupi e nefasti. < Saputo? L'ho visto... > Il tono si spegne, come fiamma che diventa brace. Le palpebre, solitamente calme ed accidiose, diventano afflitte da pensieri più grandi di quelli che la sua testa possa contenere. Il tono si smorza, alcune parole si fermano alla gola. La postura diventa più rigida, mentre, con il pollice, struscia contro la parte esterna della tasca. < O-oh! Ci si è trovata in mezzo?! Sta bene? > si premura di accertarsi, iniziando a squadrarla per bene con la testa che guizza come una falena davanti ad una lanterna. Lui delle chimere sapeva poco, eppure, dai racconti altrui, il barlume del terrore era già nato. Ricambia infine quella piccola risata, come a volersi distrarre anche lui da quei gravosi pensieri. < Male che va puoi portare anche me, ne ho proprio da dirne quattro al Mizukage... > cavalca quell'onda di ironia sdrammatizzante a pieno, mettendo le braccia conserte e fingendo un tono tanto arrogante quanto falsamente accusatorio. Gente simpatica, ma forse un po' fredda in netta contrapposizione alla lava bollente che scorre nel loro essere. <Che tipo è il Capo Clan? Non credo sia rimasto Hosoi dopo tutto questo tempo.> Era già piuttosto in là con l'età quando l'ha visto l'ultima volta vent'anni prima, nel momento in cui s'è recata alla Magione Yoton nell'Isola nera per recuperare i rotoli delle tecniche dell'omonimo clan. <I kiriani non sono affatto stupidi! Pensa che nel villaggio della nebbia c'era un'umidità costante, con lo Yoton attivo sembrava di stare abbracciata ad una stufa perennemente!> D'altronde, c'ha passato non poche notti in quel di Kiri, chiusa in una tenda. Quindi, lo Yoton ne ha riscaldato sicuramente le membra abbastanza da non risentire del freddo. Chiaramente, è qualcosa di soggettivo che, in fin dei conti, potrebbe anche esser l'abitudine del corpo alle basse temperature, piuttosto che un vero e proprio apporto di temperatura da parte dell'innata. Ridacchia a seguito del proprio dire, lasciando decader la frase e passando nuovamente al racconto riguardante Kiri. <Hm? Oh, no. Sto bene. Ho subito soltanto un graffio, ma una ragazza ha provveduto subito a rattopparmi anche se non ce n'era bisogno.> Lo rassicura con un sorrisetto gioviale. Neanche s'era accorta d'essere stata ferita poiché pregna dell'adrenalina nata dallo scontro, generata dalla voglia d'abbattere quelle chimere e di riuscire nei propri obiettivi. <L'ingresso delle chimere volge comunque a nostro favore, specialmente con la mia presenza.> Rimugina su questo piccolo dettaglio, per quanto insignificante possa sembrare nell'arzigogolato piano per far funzionare ogni singolo tassello, per quanto separati possano essere al momento. <Sta a significare che tra le mura siamo sì protetti, ma se entrano ci ritroviamo fondamentalmente in trappola. La popolazione ha necessità d'addestramento per affrontarle. Noi stessi, affrontando quel gorilla, siamo riusciti a ferirlo, ma non ad abbatterlo.> Vuol dire ch'è decisamente oltre la loro portata, per quanto i colpi stessero funzionando a dovere. E' sicura che sarebbero riusciti a buttarlo giù, in un modo o nell'altro, specialmente sfruttando lo Yoton per bloccarlo al suolo e fargli incassare dei colpi. <Come mai?> Sorpresa dal veder come persino un ragazzino solare e divertente come Liuka abbia da dire qualcosa al Mizukage. Sarà per via del suo legame col villaggio? Ne coglie comunque l'ironia, tant'è che le labbra tremolano appena per via d'una risata trattenuta. <In ogni caso, la scoperta della tua innata capita a fagiolo con gli allenamenti per migliorarti. Conosco tutte le tecniche del tuo clan.> Non può più metterne in pratica alcune poiché troppo debole fisicamente, ma comunque le conosce, ecco. [ Chk On ] Alza gli occhi al cielo a quella domanda, portando la mano destra a cingere il mento spoglio. Ora che ci pensava, beh, non sapeva neanche come si chiamasse il capoclan. < Che tipo è? Beh... > ed inizia a lisciarsi il mento, ordinando per bene i propri pensieri. < ...ha una folta barba rossa...degli occhialetti davvero fighi...sembra burbero ma è anche abbastanza gentile in fin dei conti... > una spiegazione ricca di emozioni la sua, una montagna russa di piccoli sorrisini ed appunti mentali. < Mi ha raccontato un po' la storia del clan e mi ha fatto capire come attingere alla mia innata. Una brava persona, in fin dei conti > eccola, la classica conclusione che ha con tutte le persone: un animo buono, solo quello vede. Tira un sospiro di sollievo appena quella notizia giunge alle proprie orecchie, limitandosi a rilassare la postura e a farsi indietro con il volto. < Per fortuna, ci manca soltanto che uno di voi...veterani si faccia male, o peggio > un vero e proprio sospiro colmo di relax il suo. Annuisce alle parole che scaturiscono da quel discorso, portando la mano destra a lisciare le vertebre dietro al collo. < Già, di questo passo i cittadini apriranno gli occhi. Indietreggiare indietreggiare...e poi BAM: un muro. E quando alle spalle si ha soltanto un muro...i migliori iniziano ad avanzare con unghie denti > ammette il caro ciuffo diaspro, colmo, in volto, di un sorriso pieno di positivo ardore. < Come mai? Beh...lui passa molto tempo nei suoi uffici e a far in modo che tutti noi stiamo bene...spero... > non conclude il discorso, eppure, quella sua incertezza è data dal semplice fatto che non lo ha mai incontrato. < ...ma sono sicuro che spendere qualche giorno tra la sua gente gli faccia bene, non lo vedo spesso in giro...o in generale. Se vedesse come le sue persone vivono...sono sicuro che anche lui abbraccerebbe la nostra causa > un inguaribile ottimista il giovane Yoton, che conclude quel peculiare discorso con un sorriso. Ora arriva il pezzo forte. < Wow, davvero? > chiede, affascinato, con le sopracciglia ben alte sulla fronte. < Io ho letto qualche pergamena, si, ma non so ancora praticamente nulla... > spiega, rimettendo gli occhi al cielo. Viene annoverata circa la figura del Capo clan, a cui storce le labbra. No, non è lo stesso che ricorda lei. Hosoi non aveva i capelli rossi in primo luogo, tanto meno potrebbe averli adesso anziano come dovrebbe essere. <Hm, sarà sicuramente qualcun altro che ha preso il suo posto.> D'altronde, è a sua volta cresciuta. Il tempo è passato per chiunque, per nessuno escluso. Molti son stati i cambiamenti anche a fronte dei dieci anni passati a ricostruire un villaggio in cui poter vivere per qualche altro secolo a venire. <Non succederà, anzi è stato divertente affrontarla. Poi, come t'accennavo, è tutto positivo per noi. Perché avvalora la nostra tesi.> Uscire per riconquistare il territorio esterno, così da sfoltire quelle chimere che son diventate un problema enorme col passare del tempo, moltiplicandosi e continuando a vivere in un posto che non gli appartiene. <Purtroppo, la popolazione ha smesso di credere nei valori dei ninja. Quindi, molti di loro hanno smesso d'allenarsi. Hanno preferito far tutt'altro del loro tempo, anziché interessarsi alla difesa del paese com'era dieci anni fa. Hanno certamente più libertà, fuori dal vincolo dei Kage e del Villaggio. Tuttavia, andava anche considerato l'evento catastrofico per eccellenza che, per quanto non ancor avvenuto, l'evento dell'altro giorno ne fa da incipit.> Commenta alla di lui volta, gesticolando leggermente con la mandritta, cercando di pronunciare un discorso che sia quanto più lineare possibile, che abbia un senso alle orecchie altrui. <Posso provare a parlargliene quando andrò a fargli visita.> Coi migliori auguri, dato che l'ultimo Mizukage l'ha ucciso proprio con la lava degli Yoton... Insomma, non ha un bel curriculum nei confronti dei kiriani, okay? Ha un'innata che non le appartiene, che è stata rubata e poi innestata nel suo corpo. Per non parlare dell'aiuto concesso al popolo di Kiri, ma l'omicidio del Mizukage. Parla bene, ma razzola male in parole povere. <Sì, alcune posso mostrartele.> Lasciando intendere che... beh, lì in mezzo non è l'unico in grado d'usare quella lava e che, proprio per questa ragione, lei potrebbe esser un buon Sensei per via dell'accordo scaturito l'ultima volta in presenza della Inuzuka. Capita davvero a fagiolo, neanche a farlo apposta. <E' naturale, se sei appena stato accettato> Per così dire. <dovrai prima allenare la tua innata, scoprendo man mano alcune tecniche basilari e che puoi sfruttare con la tua inesperienza diretta.> Non lo dice con accezione negativa, ma è un dato di fatto che debba prima allenare l'innata e sol dopo passare all'utilizzo concreto di quest'ultima nell'attuazione delle tecniche. [ Chk On ] Annuisce alle parole dell'altra, rincuorato da quelle parole tanto amare quanto, alla fin dei conti, per loro positive. < Già già...la situazione capita proprio a fagiolo. Speriamo che non tutti abbiano scelto la vita da pecora... > un pensiero nel quale vuol sperare davvero, perché, questa volta, non saranno forconi e torce a salvare il piccolo villaggio dai mostri cattivi. Sorride appena sente l'altrui risposta riguardante la faccenda col Mitsukage, donandole un gran sorriso. < Grazie mille Furaya! Insomma, alla fine sarà un discorso Kage a Kage...cosa potrà mai andare storto? > o povero Genin, se solo potessi sapere il bellissimo curriculum vitae che la cara rosata si porta dietro. Davvero una positività incrollabile quella del Kiriano, forgiata da una vita decorata da persone povere e strade piene di malizia. Torna con le braccia conserte, ora facendosi più serio. < Sto già lavorando sull'innata onestamente, solo che...sai...sono pochi i luoghi ignifughi. Perfino allenarsi vicino all'acqua è un problema > ammette, sospirando a gran cuore. Mandare a fuoco tutto o creare ammassi di ossidiana come decorazioni post-moderne? Un dilemma davvero acceso, soprattutto perché in entrambi i casi gli troncherebbero le gambe con multe e richiami. < Per ora mi sto limitando ad attingere alla conoscenza di chi è venuto prima di me. I pochi rotoli a cui ho accesso sono comunque molto preziosi...perciò...si, con fatica ma mi sto allenando > torna ora sorridente, portando la mano destra, chiusa a pugno, contro il petto. Si limita ad emettere un lungo sospiro, pesante per certi versi. <Lo spero anch'io. Ma comunque confido nelle persone che hanno appoggiato la nostra causa.> Kan, Matono, Shizuka, Shinsei, Liuka, Mattyse, Keiga, Akuma... Sangeki? Insomma, non sono in molti, ma neanche troppo pochi. Quindi, tutto sommato, reputa che le cose possano andare soltanto a migliorare una volta aver trovato un miglioramento per ciascuno d'essi. Kan, ad esempio, è alla ricerca d'un demone e ha messo la pulce nell'orecchio anche alla rosata. Cosa potrà mai andare storto domanda lo Yoton, senza sapere delle passate vicissitudini della Decima. Le si raggela il sangue nelle vene, manifestando un sorrisetto nervoso. <Nulla, credo> Tituba. <ma ti terrò aggiornato.> Non conosce l'attuale Mizukage, quindi non può trarre alcuna ipotesi, non può pensare a come rapportarsi con esso. Parte senza un piano, lei ch'è una maniaca del controllo e dell'organizzazione, ch'è solita ragionare su centomila teorie e tattiche assieme pur di trovarne una che sia corretta. <Uhm, io sfrutto molto i campi d'addestramento per evitare di mandare a fuoco tutto, non mi hanno mai fatto problemi. Del resto, sono fatti apposta per sfruttare le tecniche e le innate, anche se nel tuo caso conviene frequentare il dojo del clan.> Se ne ha l'effettiva possibilità, a differenza della Nara che non ha mai pensato neanche lontanamente di sfruttare quel luogo nonostante possa farlo, tanto vale farlo. Infine, si limita ad un piccolo cenno col capo per annuire all'affermazione altrui, mostrando un nuovo sorriso accondiscendente e contento. <Sono molto contenta che sia riuscito a fare un passo così grande.> Perché è senza dubbio importante conoscere le proprie origini, non riuscirebbe in alcun modo a vivere senza d'esse e reputa essenziale che anche gli altri possano scoprirle - specialmente se tenute all'oscuro. <Se non ricordo male, i tuoi genitori non volevano parlarti di nulla... o che comunque avevano la bocca cucita.> Sta andando a memoria, quindi non è molto certa che siano state proprio quelle le parole dette dal ragazzino. <Com'è andata a finire con loro?> S'interessa chiaramente delle condizioni di Liuka, essendo parte integrante della squadra che sta prendendo via via forma. I membri sono quasi del tutto ufficializzati. Ovviamente, si limita a mantener viva l'attenzione e gli occhi chiari volti su di lui, così da non perdere di vista alcun mutamento nell'espressione, nonché le emozioni che si ripercuotono su quel visino innocente. [ Chk On ] Sorride alle parole altrui, forte anche lui di una nascitura fiducia verso i propri compagni. < Anche io mi fido di loro. Li conosco da poco, è vero, ma nei loro occhi lo vedo...quel buon intento. > e cavolo, se si sarebbe sbagliato si sarebbe soltanto che affrettato a rendersi cieco. Ricambia il sorrisetto esibito dall'altra, giusto per darle manforte. < Sei perspicace e dal carisma focoso, sono sicuro che qualcosa riuscirai a combinare. Insomma, al tempo eri a capo di una nazione! Nulla è più difficile... > vorrebbe aggiungere un "credo", ma preferisce evitare. Annuisce alla spiegazione del crine rosato, tornando a massaggiarsi il mento. < Ormai ci sto andando ogni volta che posso, devo aumentare le mie probabilità di sopravvivere la fuori... > e alza lo sguardo verso un punto imprecisato, come a voler guardare oltre l'orizzonte delle proprie aspettative. < Oh si...diciamo che...hum...abbiamo fatto una sorta di accordo? > non lo sa neanche lui, tant'è che chiude quella frase con una scrollata di spalle. < Loro rimarranno isolati dalle questioni del Clan ed io potrò continuare ad andarci quanto voglio, tutto qui. Per il resto siamo tornati in buoni rapporti > conclude, sorridente. Anche se, in effetti, all'altra non aveva raccontato tutta la storia. < ...Sono stato informato anche che mio Nonno, la persona da cui ho ricevuto il mio dono...è stato un Mukenin del Clan Yoton > aggiunge, dopo qualche secondo di silenzio, virando via lo sguardo dal suo. < Ha donato i propri innesti genetici e qualcuno di cattivo, o una cosa del genere...per tanto il capo clan non si aspettava di rivedere qualcuno della sua famiglia lì. > continua a parlare guardando altrove, fissando i propri pensieri nefasti su uno dei tanti alberi li vicino. Lo guarda ancor con un sorriso dolce stampato in faccia. Non riesce a farne a meno quando guarda lo Yoton. <Sei la luce di speranza nel mondo buio.> Il mondo buio racchiude coloro i quali vogliono combattere per riconquistare i territori, consapevoli che potrebbero anche andar a morire piuttosto che riuscire nell'obiettivo. Invece, Liuka manifesta sicurezza e solarità da ogni poro, dando probabilmente modo a questi ultimi di riuscire ad ottenere dei risultati anche quando le cose andranno male. E' quel faro di speranza di cui tutti hanno bisogno prima o poi. <Già, forse credo poco in me stessa.> Ammette, ridacchiando. Invero, non può che pensare e ripensare, fondendosi il cervello, alla motivazione che ha spinto il Mizukage a convocarla - che voglia darle qualcosa da fare? Un riconoscimento? Un compito? Un'alleanza? Sarebbe quella di cui ha bisogno, in questo caso, ma reputa che sia infattibile. Il Karma le sbatterà la porta in faccia se ci spera eccessivamente. <Alleniamoci nell'uso della lava, allora. Sai che puoi usarla su di te anche per creare una sorta d'armatura? Ti limita un po' i movimenti, ma non è male. Inoltre, sarebbe l'ideale allenarsi ai Monti ardenti, ma sono un po' fuori portata. Lì, avremmo avuto tutta la lava e il terreno per esplorare le nostre capacità.> Poiché anch'essa deve continuare il suo addestramento, deve riuscire a riavere la forza d'un tempo, la qual cosa è certamente migliorata dall'ultima volta che ha testato le proprie abilità. Insomma, un combattimento contro una chimera testimonia comunque uno step da superare. <Sono contenta, hanno fatto la cosa giusta.> Ammette contenta, poiché non possono tenere per sempre loro figlio lontano dalla sua storia. Prima o poi, chiunque avrebbe voluto ascoltarla, capirla, anche soltanto comprenderla quel minimo necessario per mettersi l'anima in pace. <U-Un Mukenin del clan Yoton?> Che possa ricollegarsi al motivo per il quale Yukio li ha sterminati...? Non immaginava neanche lontanamente che la storia volgesse in questi termini, anche se di Mukenin in famiglia se ne trova uno ognuno: come se fosse la pecora nera. Sorpresa dalla rivelazione, sgrana appena gli occhietti chiari, ma continua a tener gli occhi fissi sull'interlocutore, il quale però distoglie il proprio. <Non sentirti in colpa per quello che i tuoi familiari hanno fatto. Le persone intelligenti non faranno ricadere su di te la colpa.> Lei c'è passata, temeva gli sguardi di chi venisse a scoprire della sua correlazione con un Mukenin, tant'è che alcuni gliel'avranno certamente sussurrato sotto voce. Ma finché s'incontra gente disposta a comprendere che non bisogna far di tutta l'erba un fascio... ecco, è di quel tipo di persone che si deve circondarsi. <Posso immaginare che non fosse ben visto... Il clan non amano particolarmente che i loro segreti vengano divulgati senza permesso. Hosoi non era particolarmente contento quando mi son presentata da lui dicendo di poter sputare lava.> Agita la dritta nell'aria davanti a sé, come a voler scacciare l'argomento per quanto semplice sia. <Un potere come lo Yoton... nelle mani sbagliate...> Potrebbe sciogliere le mura della prigione in cui è detenuto Kuugo Gaito... e far passare al villaggio e all'Alleanza delle brutte giornate. [ Chk On ] Le prime parole pronunciate dall'altra lo fanno subito girare verso di ella, lentamente, titubante, quasi come se avesse paura di aver capito male. Non dice nulla, rimane in silenzio. La fissa dritto negli occhi per qualche secondo, non dice nulla, non fa nulla. Dopo qualche secondo sorride, per poi, annuire a quel suo elogio. < I monti ardenti eh? > riprende a parlare soltanto dopo quel suo consiglio, riportando la mano destra al mento spoglio. < Sembra un buon posto per allenarsi...ma non ne ho mai sentito parlare. Se è là fuori, però...ci andremo, questo è poco ma sicuro > sorride, ben deciso su quanto appena detto. < Se dobbiamo riportare il mondo ai Ninja...così sia, chissà quante persone riguadagneranno il loro spirito combattivo alla vista delle loro case. > si inizia a chiedere, ponderando su quella positiva quanto luminosa speranza. Ecco che il crine rosato si riallaccia al nefasto discorso, limitandosi, ora, ad annuire. < Esatto, un Ninja Traditore > tira un sospiro ed annuisce alle parole che seguono, limitandosi a mettere le braccia conserte. < Lo so lo so...ma è anche positiva come cosa sai? > le dice, sorridente. < Vorrà dire che dovrò lavorare il doppio...il che può sembrare una fregatura, ma alla fine...darà i suoi risultati > positivi o negativi che questi possano essere, ovviamente. La sera inizia a calare, e con il discorso che ormai giunge al termine, così anche quel loro incontro sta per finire. Dlin-Dlin: una notifica. Apre il borsone, per la zip, e prende il telefono nella mano destra, per poi, andare a leggere il messaggio. < Hum...si, immaginavo. Mi aspettano a casa per i forni > ammette, ridacchiando, rivelando alla decima il contenuto del messaggio. Prende un profondo respiro e rimette via il telefono, per poi, riallacciare la zip del borsone. < Beh, Furaya, grazie mille della giornata! Io devo scappare ora, ma tu ricordati di farti bella per l'incontro col Mitsukage...e anche gentile...e poi fai le stesse cose ma per Mattyse > un consiglio ampiamente ironico, che culmina una risata. Alza la mano destra in cenno di saluto, per poi, incamminarsi verso casa. [EXIT] Sfugge al proprio controllo l'emozione che si manifesta sul suo volto. <I Monti ardenti è il luogo in cui s'è svolta l'ultima Grande Guerra, in cui è apparso il Kami.> E' realmente sorpresa dal sapere che Liuka non conosca quel posto e non l'abbia mai sentito nominare. Tuttavia, può capitare quando hai a che fare coi giovinetti d'oggi! Non tutti possono sapere le vecchie storie del passato, tanto meno esserne attratti. <Spero infatti che in molti assecondino il nostro ideale> Poiché tale dovrà diventare, tratto da un'idea di Matono che la Nara ha colto di buon grado. <e che si ripercuota su chiunque voglia avvalorarlo.> Una mano in più fa sempre comodo specialmente se questi ultimi li aiutino, portando ulteriormente gente dalla loro parte e sempre meno da quella del Consiglio. Non può pensare d'avere la totalità, vi sarà sempre qualcuno d'opposto, qualcuno che non la pensa come loro e non può cambiare questo dato di fatto. Hanno fatto senza dubbio un'ottima scelta a prendere Liuka nella squadra, visto e considerato come sia praticamente il più solare di tutti e che trae positività anche dalle difficoltà. Basti pensare al lato positivo che è riuscito a trovare nell'avere un ninja traditore come familiare. Lei non l'ha mai accettato. Se n'è sempre vergognata. Però, ha ostinatamente tentato di diventare migliore di lui, usando come esempio da NON essere e NON diventare. Ma prima d'arrivare a questa presa di coscienza, non ha passato giorno a prendersi le colpe dell'altro su di sé pur quando non le appartenevano affatto. <E' giusto. Mi piace il tuo spirito!> Esclama, gongolando leggermente e manifestando l'ennesimo sorrisetto che mette in risalto i bianchi e perfetti denti. <Fidati, a Matt non piaccio gentile.> Lo era un tempo e lui ha distrutto quella consapevolezza. Ogni volta che lei si dimostrava gentile con qualcuno, riceveva una mazzata dietro la nuca che la lasciava svenuta per delle ore - se non per dei giorni. Il bianco le ha semplicemente fatto capire quanto non ne valesse assolutamente la pena e che aver a che fare con le persone è ben diverso dall'apparire perennemente gentili ed affabili. <Ma comunque ti ringrazio, ti farò sapere com'è andato l'incontro.> Nella speranza che si risolva nel migliore dei modi e non avvenga niente d'irreparabile. Schioda la mandritta dal retro della schiena dov'è stata confinata, salutandolo con un lento movimento di quest'ultima e guardandolo andar via. Dal canto proprio, tornerà a cercare Keiga e Akuma, così da infastidirli prima di tornare a casa. [ EXIT ]