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La paura fa 90

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con Furaya, Shizuka, Kan, Shinsei

18:45 Furaya:
 La differenza tra Kan e Fru sono lampanti. Mentre lui viene sbalzato a terra e si rialza con tremori in tutto il corpo, la Nara resta sdraiata a terra con le braccia divaricate. Riprende fiato, avendo speso parte del proprio Chakra durante la battaglia. Con l'adrenalina in circolo, non si rende neanche conto della ferita sul deltoide che brucia a contatto con il terreno e la polvere sollevatasi. Si solleva quel tanto che basta per guardare il gorilla andare via assieme a tutte le altre bestie, lasciandosi dietro una scia di morte e distruzione. A ben vedere, le palazzine avrebbe potuto farle crollare anche lei piuttosto che permettere alla bestia di farlo al posto suo. <Ahahah...> Una risata s'alza dalla gola della donna, mentre si rimette a sedere con nessuna fatica, appena frastornata, ma niente in confronto a quel che ha già affrontato in passato. <...ahahahah!> Aumenta leggermente d'intensità, ma smette subito dopo, lasciando fluire all'esterno anche l'adrenalina accumulatasi nel di lei corpo. Freme dalla voglia di continuare quello scontro, caricatasi ulteriormente. Da quant'è che non combatteva così seriamente contro qualcuno o contro qualcosa? Troppo. Quei dieci anni di riposo nel sottosuolo le hanno smorzato soltanto la forza e la velocità, ma non l'esperienza tanto meno quel richiamo alla battaglia. Lei è un guerriero, lo è sempre stata. Se ne stava forse dimenticando? <Non affrontavo qualcuno di così forte da un sacco di tempo.> Mormora, venendo investita dalla pioggia, ritrovandosi ad essere oltremodo zuppa dalla testa ai piedi. Questo fortuito incontro con una chimera ch'è riuscita a tirare giù una parte del portone è utile anche al suo scopo. Ora, la gente di Kiri quanto meno saprà che c'è qualcuno che può tenere a bada le chimere e, non a caso, si tratta d'alcune delle persone che potrebbero aiutarla all'esterno. Gioca tutto a suo favore e non ha granché interesse dei morti che vede poco distanti. Fosse la prima volta che vede del sangue sul campo di battaglia, fosse la prima volta che vede qualcuno morire per la causa. Ha il sentore d'un film già visto così tante volte che nessuno se ne sorprende più - lei compresa. Porta una gamba a sollevarsi e il braccio relativo a poggiarsi su di essa, infilando una mano nella tasca dei pantaloni per recuperare il telefono che ha iniziato a suonare per via d'un messaggio in arrivo. Lo schermo è crepato in alcuni punti, ma fortuna vuole che vi abbia messo una pellicola protettiva - così le avevano consigliato! <Oh, non hai la minima idea di quanto surreale sia stata la mia giornata.> Commenta verso lo schermo del telefono, andando a digitare poche e semplici parole - dato che è ancora lenta a scrivere e deve spostarsi da quel punto il prima possibile, magari cercando d'aiutare Kan o Shinsei qualora abbiano bisogno d'una mano. Inizia ad alzarsi di fatti, mentre scrive. "Sono al Mercato dell'Acqua con Kan, è successo il delirio". Giusto per metterla in allarme. Qualora sia riuscita, inoltre, ad avanzare sin in direzione del Sumi, gli tenderebbe la mano libera mentre rimette a posto l'aggeggio di comunicazione. <Come stai?> Scosso, sicuramente, ma non si riferisce allo stato d'animo. [ Chk On ]

19:01 Kan:
 La forza dimostrata dalla chimera basta ed avanza a farlo desistere, in queste condizioni non può uscire dal villaggio, non può permettersi di compiere una simile pazzia. Deve divenire più forte ma quanto? Non possiede la minima idea, ne lui ne Furaya messi insieme sono riusciti ad ucciderla, a farla passare a miglior vita, se due forze combinate non sortiscono l'effetto desiderato, da solo non ha la minima speranza, nemmeno con l'intero potere di questo mondo. Inginocchiato l'ansimare continua senza sosta udendo le risate della Nara poco più in la senza comprenderne il reale motivo, nulla vi è da ridere, non esiste momento più infelice di quello, il meno appagante. Stanco a tal punto da impossibilitare qualunque movimento, il chakra continua a fluire nel corpo dandogli sprazzi di energia pur essendo agli sgoccioli, ancora una tecnica e l'energia avrebbe visto il proprio culmine giungendo al termine, provocandone la definitiva disfatta. La tempesta imperversa, vento, pioggia e lampi si abbattono sul mondo, il cielo stesso continua quel pianto per i numerosi morti di quel pomeriggio mentre la sera prende il sopravvento lasciando morire definitivamente il sole, luna a sostituirlo pur coperta da nuvoloni grigi e neri come la pece stessa. Deglutisce ricercando una calma interiore, battito cardiaco in aumento, il respiro fuoriesce con estrema fatica, tutto fa male adesso, non solo braccio destro il cui sangue scorre sul braccio inondando il suolo, fondendosi con l'acqua. Un bagno di sangue, una mattanza e loro sono riusciti a far bene poco ma ha ricevuto una conferma, le chimere possono entrare, possono penetrare quelle mura e ciò le rende fallaci. La protezione di Kagegakure viene meno, gli abitanti sono in pericolo ancora una volta nonostante abbiano impedito un genocidio ancora maggiore di quanto avvenuto. Percepisce i passi della donna, ella s'avvicina, la voce di lei diviene maggiore ritrovandosela al proprio capezzale. Lento il moto del capo, solleva il viso, dorate pregne di terrore, iridi diverse dal solito, spaventato, impaurito da quanto visto mentre allunga la destrorsa afferrando l'arto di lei, una stretta misera tentando di rialzarsi. Poco alla volta torna in piedi eppure il capo permane chinato evitando di guardare ulteriormente la donna <Bene> unica parola emerge, voce strozzata, sussurrata e così come il viso, anche il corpo viene voltato in una direzione diversa donandole le spalle, evitandola nella maniera più totale possibile. [C On]

19:02 Shinsei:
 Una fitta alle caviglie, lo sguardo che si chiude, il ringhio di dolore che si fa largo sul volto, ma niente di più, continuerà con la sua offensiva, ovviamente e ghigna. Ghigna nel sentire quella bestia gemere ancora dal dolore. Non fa in tempo, tuttavia, a fare molto altro. Atterra come può, sui piedi doloranti, per sgranare lo sguardo in segno di sorpresa nell’osservare la mole e la potenza degli attacchi che colpiscono la bestia. Eppure ancora quella bestia è viva. Viene sbalzato all’indietro da quell’onda d’urto, sbattendo la schiena con violenza, l’ultimo attacco d’una bestia che ha deciso che quel posto non è ospitale come pensava, e semplicemente fa dietrofront e torna indietro. Tenta di alzarsi ancora, con molta meno prontezza della prima volta, a dire il vero, ma prima di riuscire, lo sguardo cade su un vicolo, su uno sguardo. Su una figura ammantata, mascherata, annota immediatamente quel coprifronte strano. Annota anche il modo in cui quella persona si ritiri non appena scoperto di essere osservata <TU!> si rialza veloce. Ma lo sguardo viene accalappiato un attimo dalla figura della Nara e dalla sua folle risata. Le dedica uno sguardo sottile, nero e pesante. S’è battuto per tenere l’attenzione di quello scimmione lontana da lei e dall’albino che nota poco distante. Loro si sono battuti consentendogli di non perire nel tentativo. È stata una collaborazione proficua sembra. Ma non si fermerà ad ascoltare il Sumi. Solo un cenno del capo, veloce ad annuire, tenendo lo sguardo su Furaya. A buon rendere decima. Uno sguardo anche a Kan. Niente di più, s’infilerà presto per le vie di Kiri, tentando di seguire. Il losco figuro. Ovviamente fallirà, ma non può saperlo, senza provarci, e non ha certo senso restare li. Non per lui. [End]

19:04 Shizuka:
  [Casa di Shizuka -> Stazione -> Treno] Chissene importa del turno eterno del giorno dopo! Rapidamente una risposta semplice viene inviata al proprio responsabile per poi inviare un messaggio direttamente all'ex Hokage. La Kokketsu non sa nulla di quanto accaduto a Kiri, nella sua testa la priorità è ben altra. Indossa una tuta, qualcosa di comodo per stare in casa, non pensa nemmeno di cambiarsi effettivamente, quindi quegli indumenti nero con un bordino bianco laterale la coprono, sotto la giacca una maglietta semplice bianca con stampare delle farfalle colorate. Gli orecchini su lobi, uno oro e l'altro blu, due per lato a forma anch'essi di lepidottero, il piercing sulla parte alta della cartilaggine dell'orecchio, la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti al collo. Andrebbe a recuperare una sciarpa che avvolgerebbe attorno al collo, prima di dirigersi verso quell'esserino rosso, addormentato: << Piccola vieni con me per favore voglio mostrarti a una persona... >> Detto questo farebbe per toccare appena quel corpicino delicato come a ridestarla. Non lo avesse mai fatto! Quel dolore al braccio torna a farsi sentire, una macchia violacea va a dormarsi sulla punta dell'indice utilizzato. << Allora sei tu! >> Come se potesse capirla, come se in qualche modo la stesse rimproverando. Comunque a quel tocco l'esserino si sarebbe messo a sbattere le ali, risvegliato. << Vediamo se funziona attraverso i vestiti... >> La rossa andrebbe a rovistare nell'armadio, estraendone infine un paio di guanti neri in pelle, per poi provare ad avvicinare di nuovo l'insetto. Senza chiedere nulla la piccola farfalla inizierebbe a sbattere le ali, andando a poggiarsi sul dorso della mano della nanetta. Iridi che vengono strizzate pronta a percepire quel dolore intenso nuovamente, cosa che tuttavia non accade. << Ok abbiamo trovato un modo per non farci del male a vicenda. >> Sorriderebbe verso l'animaletto, che non pare ostile ma nemmeno completamente amichevole. Ma ecco che suona il cellulare, la risposta della Judai giunge, ma non esattamente quella che si aspettava. Gli occhi si spalancano, il nome di Kan e delirio associati non le piacciono per niente. << Dobbiamo sbrigarci piccolina. Prenderemo il treno! Non preoccuparti non farò avvicinare nessuno a te, tu stammi appiccicata per favore. >> Di nuovo rivolta a quell'insetto, che non fa altro che sbattere le sempre poggiata sul dorso della mano. La rossa uscirebbe dalla camera dopo aver risposto solamente con una parola all'altra: "Arrivo", sfreccia lungo il corridoio raggiungendo l'ingresso, il padre la intravede chiedendole a gran voce: << Hey Shizu dove vai a quest'ora con il diluvio?! >> La conosce bene Riuky, sa che odia quel tempo da lupi ma in quel momento nulla è più importante di raggiungere il mercato dell'acqua. << DA KAN! MI FERMO DA LUI! >> Risposta standard per un genitore preoccupato che sa della relazione della figlia. Infila il cappotto nero con il cappuccio con il pelo marroncino, su la zip, recupera il fedele zainetto e l'ombrello largo e blu e si incammina verso la stazione con quella farfalla rossa che per proteggersi si intrufola sulle aste dell'oggetto che le protegge dalla pioggia. Dovrebbe raggiungere la stazione rapidamente, correndo sotto l'acqua, una volta raggiunto il primo treno, le mani si muoverebbero verso il cellulare, messaggio inviato alla volta del Sumi: "Mio stai bene? " Nient'altro mentre le blu permangono fisse sullo schermo, ombrello chiuso in una mano e farfalla rossa poggiata sulla spalla destra.

19:30 Furaya:
 Qualcuno dalle retrovie gli urlerebbe ch'è un coniglio. Qualcun altro, invece, potrebbe comprendere la sua paura. Non lei. Per quanto possa essere comprensiva, dovrebbe essere consapevole di quel che andranno ad affrontare una volta all'esterno. <Non stai bene> Commenta in sua direzione, portando la testa a piegarsi da un lato. Gli tende un braccio verso la spalla, così da poggiare le dita e il palmo contro quest'ultima. Stringe con delicatezza, accarezza per cercare di calmarlo. <Kan, se vuoi uscire fuori, dovrai affrontare chimere più grandi di quelle che abbiamo combattuto oggi e comprendo il tuo timore.> Ammette, aspettando che questi possa girarsi - ammesso intenda farlo davvero. Ricambia l'occhiata con Shinsei, comprendendo che forse avranno da parlarne ancora e dovranno di fatto incontrarsi in separata sede. Ma può essere quella una prova del coraggio e della fiducia che dovrebbe riporre nel biondo? Ne discuterà anche con la 'mente' di quell'organizzazione, prima di far un grande passo. Per il momento, torna a concentrarsi sul Sumi che sta tremando come una foglia - ci manca soltanto che si pisci nelle mutande per il timore che prova. <C'è qualcosa di più temibile delle chimere - o almeno, c'era tempo fa. Ora come ora, penso che il nemico più grande siano proprio loro. Ottenere quel potere potrà permetterti di rivaleggiare anche con quelle più potenti.> Commenta in sua direzione, provando tutt'ora a metterlo a suo agio. Che l'abbia spaventato con quella risata, con quella realizzazione di divertimento? Per la donna, d'altronde, non è niente che non abbia già affrontato e n'è passato di tempo dall'ultima volta che qualcuno è riuscito a tenerla testa così. Era il Mizukage, forse? Quell'Oboro! S'è divertita senza dubbio, specialmente quando egli ha pensato d'averla intrappolata e ha sotterrato entrambi in un fiume di lava - uscendone però indenne, poiché immune. Disattivata l'innata, ovviamente, evita consumi di Chakra eccessivi, così da non dover ricorrere all'uso d'un tonico per tornare a casa. Riceve risposta da parte di Shizuka, ma in questo momento la ignora. Che li raggiunga o meno, non è importante se Kan non è capace di riprendersi dallo status di paura nel quale è caduto a causa del combattimento. Pensavano davvero che il villaggio fosse al sicuro soltanto perché erano state erette delle mura a difendere la popolazione? E' così che è iniziato la prima volta... [ Chk On ]

19:52 Kan:
 No, non sta per nulla bene, forse è ben lontano dallo stare come si dovrebbe. Consapevole tanto quanto la Nara della propria condizione psicofisica, dell'essere malandato nei meandri più profondi della mente, di essere giunto alla consapevolezza di risultare niente di più una caccola rispetto al mondo la fuori. Ora può comprendere come Furaya e i grandi ninja del passato abbiano fallito miseramente, affrontare una simile minaccia non deve essere facile e chi se la prende con loro, a quanto pare, si ritrova nel torto più marcio. Se solo avessero affrontato una volta uno di quei mostri, i pregiudizi sarebbero venuti meno eppure così non è preferendo attaccarli ingiustamente. Percepisce chiaramente il contatto della donna col proprio corpo, una stretta decisa avente il mero scopo di consolarlo, infondergli un po' delle forza in suo possesso eppure il verbo di lei non riesce nell'intento andando solamente a confermare un pensiero maturato in pochissimi attimi, pochi momenti in cui il timore ha preso il sopravvento <Sei, eri tra i ninja più forti della storia> dando inizio al proprio dire, breve ma conciso <Se persone come te non ce l'hanno fatta, che possibilità possiamo avere? Gli abbiamo mandato addosso di tutto e se n'è andato sulle sue stesse gambe> digrignando i denti, stringe la mascella e con essa le dita delle mani, nocche sbianco aumentando il flusso sanguigno, di conseguenza, la fuoriuscita di sangue dal bicipite la quale pervade l'intero braccio sporcando pelle, vestiti, lasciandolo colare lungo la mano, verso il suolo, creando aloni d'acqua nelle pozzanghere. Psicologicamente a terra, lento il suo voltarsi soffermando le dorate nelle azzurre della donna, paura ben visibile, timore assoluto avvolge il viso del ragazzo dal bianco crine e la figura di Shinsei? Ignorata, di poca importanza, irrilevante ai fini della discussione <Ne sei sicura Furaya? Non basta il potere se il ninja è debole e lo sono stato. Ho dato fondo a tutte le mie forze, tutte le mie energie per abbatterlo e darvi una chance ma nulla> deglutendo un amaro boccone <Cosa c'era di più potente di loro? Cos'hai dovuto affrontare?> braccia riverse al basso mentre il cellulare vibra nella tasca. Labbra schiuse, mancina immessa nella tasca tirandolo fuori, lievemente graffiato ma nulla di più, non ha subito molto e l'anteprima mostra il messaggio di Shizuka, una semplice domanda. Dita tremanti, vorrebbe risponderle, dirle qualcosa eppure si limita a stringere l'oggetto nel palmo della mano, niente di più di questo, non ce la fa a parlarle, non riesce a dirle alcunchè, cotto fin troppo <Come avete fallito?> ennesima domanda <Perchè avete fallito?> necessita di apprendere di più, di carpire il segreto della sconfitta. [C On]

20:06 Shizuka:
  [Treno -> Stazione -> Mercato dell'acqua] Il piede sbatte contro il pavimento, nervosa, decisamente nervosa. Attende risposte dal compagno, la testa che nervosamente si sposta fuori dal finestrino. Non si è nemmeno seduta, troppo tesa per farlo, quel viaggio in treno sembra il più lungo che abbia mai fatto. Finalmente giungono in stazione, nemmeno al distratto Kiriano la pioggia sembra diminuire, quel temporale evidentemente avvogle tutta Kagegakure. Tuttavia prima di correre verso il mercato dell'acqua andrebbe a comporre con una mano sola il sigillo ovino di fronte al proprio corpo, la farfalla rossa poggiata sulla sua spalla. Cercherebbe di concentrarsi per andare a ritrovare quelle energie che risiedono nel proprio corpo. Quella mentale a livello del capo, rappresentata da una fiammella blu, mentre quella fisica verrebbe ricercata a livello dell'addome, rappresentata da una fiammella rossa. Qualora fosse riuscita a trovarle, avrebbe quindi cercato di farle convogliare al livello della bocca dello stomaco, facendole danzare assieme ed unire andando a formare una piccola farfalla di fiamme violacee, rappresentante il chakra che lentamente dovrebbe andare a distribuirsi all'interno del corpo attraverso il suo specifico circolo. Avrebbe potuto farlo in treno no? In fondo se è successo il delirio sarà ben utile la sua capacità di curare! << Tieniti, ricominciamo a correre! >> Parla di nuovo con quell'insetto, senza nemmeno domandarsi se possa comprenderla o meno; i passi si muovono rapidamente, così da giungere sul posto il più velocemente possibile. La mano sinistra a sorreggere l'ombrello, la destra rimane in tasca, per sentire quel dispositivo vibrare, in attesa continua di una risposta da lui che pare non arrivare mai. Ha ovviamente scelto la fermata più in prossimità del luogo, ma il tempo passa e lei ha sempre meno pazienza. Giunge completamente spossata in quella zona, dopo aver ignorato la gente che correva nel verso opposto, per scappare, per proteggersi. Non ci vuole molto a comprendere dove sia il disastro e una volta giunta in prossimità della zona, di nuovo andrebbe a bloccarsi. Come in quel sogno che non sa se sia vero oppure no, le gambe non rispondono più. La porta distrutta, i morti a terra, il sangue che viene lavato via dall'acqua, le sembra quasi di vedere le anime di quella gente abbandonare i corpi, la sua mente le fa vedere Kimi ancora una volta, saltellare sulle pozzanghere e portarsi via i defunti. Scuote la testolina rossa, la farfalla che stava sulla spalla sembra infastidita ma non si scosta. Un passo, il successivo, deve trovarli, lei ha risposto lui no, ma non significa niente, starà bene, deve stare bene. Senza nemmeno rendersene conto ha ripreso a correre, solo che questa volta la voce l'accompagna: << KAAAAAN! KAAAAAN! >> Il tono è decisamente concitato, è indubbio che all'interno vi sia paura, preoccupazione. Lo sguardo blu si muove disperatamente alla ricerca di qualcosa che non risponde. Poi come d'improvviso sotto la pioggia due figure in piedi, una accanto all'altra stanno parlando, capelli rosati una, crine candido l'altro. Gli occhi si riempiono di lacrime, il corpo si muove automaticamente. Corsa disperata alla loro volta, l'ombrello che viene lasciato cadere a terra poco prima che quella piccola rossa getti le braccia attorno alla figura maschile, senza preoccuparsi di interrompere, senza curarsi di quel lepidottero che si è portata appresso fino a quel momento e che ora gironzola sopra la testa dei due. Ne cercherebbe gli occhi, quelle dorate che sono diventate il suo mondo, cercando la vita all'interno di esse, trovandovi solo paura. Un sentimento uguale a quello della Kokketsu, anche se ognuno teme qualcosa di diverso. [Se Chakra 30/30]

20:53 Furaya:
 Trae un profondo respiro prima di rispondere alle speculazioni che l'altro le ha appena rivolto, purtroppo consapevole anch'egli di come nessuno possa farcela contro le chimere se il target è così tanto alto. <Non conoscevamo l'entità della minaccia. Non sapevamo chi e cosa avevamo contro, siamo stati colti di sorpresa dal nemico. E' *per questo* che abbiamo perso.> Sottolinea con la voce il proprio dire, convinta di quel che sta affermando. La mano resta poggiata sulla sua spalla, cercando di infondergli quel minimo di coraggio ed aiuto del quale ha chiaramente bisogno - chiaro l'intento di non volerlo lasciare da solo. <Adesso, è diverso. Conosciamo l'entità della minaccia, sappiamo come affrontarla. Ci vorrà sicuramente ben più di quel che abbiamo fatto oggi, ma ciò non toglie che sia fattibile. Con il Senjutsu, con Fenrir, non avrei avuto problemi.> N'è certa perché è naturale che adesso non ce l'abbia fatta, avendo a disposizione metà - se non di meno ulteriormente - della forza che poteva vantarsi d'avere una decade prima. Prova ad infondergli parte della propria sicurezza, seppur tutti sembri non bastare nei di lui confronti. Come biasimarlo, d'altronde. Ha visto da vicino le bestie che hanno quasi distrutto il mondo, ammazzando chiunque incontrassero davanti a loro. Ritira la mano soltanto nel momento in cui il Sumi si volta in sua direzione, avendo raggiunto l'obiettivo ultimo. <Un ninja può migliorare e accrescere il suo potere. Un demone non t'accetterebbe se ti mostrassi in questo modo davanti a lui. Dieci anni fa, saresti morto di paura di fronte alle mura o avresti combattuto finché c'era Chakra nel tuo corpo?> Una domanda che non necessita assolutamente di risposta, ma pretende che il bianco capisca che, presto o tardi, dovrà affrontare gente ben peggiore. Porta le braccia ad incrociarsi al petto, lasciando che la pioggia continui ad investirla e ad appiccicarne le vesti addosso. <Ho dovuto affrontare le persone. Persone che non avevano scrupoli.> Lo fissa con serietà, mostrandosi sicura nelle sue convinzioni e pronta a parlarne, affinché tutti sappiano come sono andate le cose e chi hanno affrontato tanto tempo prima, abbastanza da credere che le chimere non siano niente di che. <Hai idea di quanto bisogna essere deviati per pensare di sovvertire un villaggio alleandosi con le persone sbagliate e venendo poi sbattuto in cella?> Kuugo. <Oppure quanto si sia folli per marchiare a fuoco la pelle di tua figlia soltanto per far sapere al mondo, fintantoché sarà viva, che è una tua proprietà?> Ryota. <O ancora prenderla a frustrate per giorni che sembrano infiniti, facendole rivivere quel che ha subito per mesi e mesi?> Sempre Ryota, lasciandole addosso quel disturbo da stress che l'ha condizionata per molto tempo, prima di decidersi a prendere in mano la sua vita. <E... Oh, sì! Un Kage che s'allea con una divinità per ottenere il massimo potere, aiutandolo a riprendersi il Chakra che diceva gli appartenesse.> Annuisce alle proprie parole, gesticolando appena con la mancina. <Posso continuare con la miriade di volte in cui qualcuno, forte o debole che fosse, ha tentato d'attaccare Konoha soltanto perché era il Baluardo della Pace? Sentirmi dire che sono una dittatrice perché auspicavo la pace per l'intera Alleanza, mentre loro volevano continuare a combattere. Sì, ho affrontato *questo male*. Ed è abbastanza per dirti che quelle chimere non sono *niente*. Che possono essere buttate giù con il giusto numero di persone, con la giusta tattica e con il giusto allenamento.> Non alza la voce, ma è palese che il discorso prenda una piega diversa, si ravvivi d'un tratto mentre parla. La volontà del Fuoco non l'ha mai abbandonata. <Abbiamo fallito perché eravamo concentrati a combattere contro Oto che, di per sé, cazzo, aveva fatto anche la cosa giusta salvando il popolo dai campi di concentramento. Abbiamo fallito perché tutto il contingente degli uomini migliori era coinvolto ai Monti Ardenti ed erano stati lasciati pochi individui nei rispettivi villaggi. Abbiamo fallito perché non sapevamo d'essere attaccati.> Un errore tattico, si riduce tutto a questo. Inspira, riprende fiato. Si scosta immediatamente quando sente una voce chiamare il suo nome, quando gli si lancia addosso. Le iridi della donna indirizzano l'attenzione su Shizuka, spostandosi per una frazione di secondo sulla farfalla che le volteggia attorno. <Uhm?> Non vuole interrompere il momento più di così. [ Chk On ]

21:18 Kan:
 La devastazione creata dal mostro riempie l'aria, satura e pesante, bruciante e fastidiosa. Morte e rovina si abbatte sul villaggio delle ombre ora che le sue difese son venute meno. Mai nell'arco della vita ha provato una paura simile, un avversario di tale levatura mai si è presentato dinanzi ai suoi occhi, persino le prodezze effettuate da Kemono, in confronto, risultano essere briciole e la stessa impresa all'Ochaya appare insignificante se paragonata alle entità all'esterno delle mura. Non risponde al verbo primo di lei lasciandolo andare, assimilandolo, facendolo suo, comprendendo uno dei motivi per cui la sconfitta è giunta su di loro in via inevitabile. Annuisce al seguito carpendo come quei poteri siano necessari e di come siano totalmente votati all'attacco, l'energia della natura, lo stesso Fenrir, un'evocazione capace di attaccare ma non di difendere accuratamente. Forse quella è una delle vie da intraprendere, trovare un'aiutante capace di difendere più che di attaccare, di dare tempo, permettere a chi è più potente di lui di ottenere una chance <E cosa aspetti a riavere Fenrir?> voltando l'intero corpo per osservarne le fattezze lasciando trasparire tutto il timore della situazione. Denota palesemente la determinazione altrui, il suo essere ferma e sicura di tali affermazioni, una rassicurazione, non è sprovveduta e l'esperienza è dalla di lei parte, chi meglio della Nara conosce le creature appena affrontate? Dita piegate all'interno dei palmi stringendole, serrando i pugni al riferimento al demone e alla domanda sul combattimento, vivere o morire questa è la scelta. Passare da codardo perdendo tutto o lottare fino alla morte conquistando qualcosa <Avrei difeso la mia libertà> per far ciò si necessita un combattimento continuo, duraturo <Furaya dobbiamo trovarli> parlando tenendo serrate le dita <Non uno ma tutti, tutti e nove i demoni codati> allarga le braccia indicando le devastazione <Hai detto che non ambisci ad esso ma guardati intorno, guarda cosa è successo. Mi hai detto che due possessori di demoni in passato si sono scontrati al posto di collaborare e se questa volta, invece, collaborassero? Se tu ed io divenissimo due possessori, allora possiamo combattere finchè c'è chakra nel nostro corpo. Avete fallito una volta, non rifare lo stesso errore, non possiamo permettercelo, non più> il tutto avanzato con la medesima paura, labbra tremanti eppure un minimo di decisione emerge in tali frasi. Non commettere quegli errori, andare avanti, agire diversamente dal passato abbandonando i vecchi metodi per abbracciarne di nuovi. Silente ascolta la storia, i nemici da lei affrontati, i pazzi, i folli, gli scempi compiuti sulle figlie, Kage disposti ad improponibili alleanze per il potere. Il passato della Nara è invaso da terribili avvenimenti, accuse infondate. Mascella serrata, palpebre socchiuse mentre il cellulare è riposto nella tasca ignorando qualsivoglia altro messaggio in arrivo <Allora allenami, aiutami a divenire più forte, insegnami ad essere un ninja come quelli di un tempo perchè queste mura, questa finta protezione ci ha solo reso più...deboli, mi ha reso debole> una richiesta avanzata, non per un fine ma per necessità, riportare in auge qualcosa di perduto nel tempo. Comprende maggiormente il motivo della sconfitta, mancanza di unità, ranghi non serrati ma nulla è importante quanto udire quel richiamo. Il proprio nome gridato a squarcia gola, la voce della Kokketsu udita all'improvviso; volge la propria essenza nella di lei direzione, attimi brevi ritrovandosela appesa al collo. Dorate incastonate nelle azzurre, lacrime sul viso di lei; destrorsa guidata dall'istinto per carezzarne la guancia, flebile il sorriso mostrato con occhi intrisi di terrore <Mia...cosa fai qui? E' pericoloso> banale domanda rivolta a Shizuka con un groppo formatosi in gola andando a stringerla, ad abbracciarla spingendola contro il petto, tenendola in una morsa. [C On]

21:36 Shizuka:
  [Mercato dell'acqua] Quel discorso lungo, pieno di spiegazioni e precisazioni, fatto per spronare l'animo del Sumi a rinvigorirsi non viene udito dalla Kokketsu che arriva tardi. Per ogni cosa. Tardi per proteggerlo, per evitare che si ferisse, che venisse coinvolto, troppo impegnata a dormire nel suo letto e sognare i morti, mentre questi cadevano contro qualcosa che gli occhi blu non hanno mai colto personalmente. Quel terrore che vede in quegli occhi dorati è totale, le sembra quasi di sentirlo tremare, nonostante sia lei a piangere, lacrime salate che si mischiano a quel temporale che sembra tuttavia aver deciso di attenuarsi. E' un attimo eterno quello durante il quale si avventa su di lui per abbraccarlo, sentire che il corpo è caldo, che ancora respira seppur sia spaventato. Quando gli occhi dei due si incrociano oltre alle carezze del bianco arrivano quelle parole, quella domanda stupida associata poi a quell'affermazione che quasi sembra voler rispondere all'albino direttamente. << IDIOTA! >> E' arrabbiata, sotto quelle lacrime amarissime il viso si fa rosso, si aggrotta in una smorfia di dolore misto a nervosismo. << Perchè non sei con me se è pericoloso?! Sei tu che devi curare me! Non il contrario! >> Contrariamente a quanto fatto da Furaya la Kokketsu non si contiene, lascia che i sentimenti investano il Sumi come un fiume in piena, ignorando il fatto che faccia quasi fatica a stare in piedi. Quella stretta che lui applica su di lei viene ricambiata totalmente, lo stritola con forza, come se potesse nuovamente scappare, ignorando la ferita al braccio. << NON RISPONDI NEMMENO AI MESSAGGI! >> La testa viene poggiata sul petto altrui, dove quell'orecchio sinistro viene posto a livello del muscolo cardiaco, così da percepirne il battito che con ogni buona probabilità è accelerato. Inspira, espira, questo per qualche istante, lasciandosi in qualche modo calmare da quel suono forte e chiaro, nonostante lo scrosciare insistente della pioggia. Forse ritrovata un poco la calma le blu andrebbero finalmente a posarsi sull'ex Hokage, uno sguardo decisamente più acceso di quello del compagno. << Grazie >> Le labbra della ragazzina si schiudono in principio solo per quel motivo. Lei era con lui, evidentemente se era al suo fianco è perchè sono rimasti uniti, è anche merito della Judai se quel corpo è ancora in piedi, meno ferito di quanto avrebbe mai potuto. Cercherebbe di allentare la presa sul corpo del bianco, distaccandosi quel tanto che basta per portare le mani sulle guance altrui, costringerlo ad abbassarsi quel tanto che basta per raggiungere le labbra femminili e strappargli un bacio della durata di pochi istanti. << A contrario tuo Furaya ha risposto a un mio messaggio. E mi ha detto dove eravate e che era successo un disastro. >> Le blu si sposterebbero quindi sulla Nara, per poi andare a ricercare quell'esserino che ancora vola attorno alla coppia, come a osservarli. << Forse non è il momento migliore per parlarne. Ma ho fatto uno strano sogno e quella farfalla me la sono ritrovata in camera. >> Inutile dire che ora che si è vagamente calmata gli occhi si spostano anche sul corpo della Chuunin, cercando possibili ferite ed assicurandosi che tutto sommato stia bene. [Chakra 30/30]

22:05 Furaya:
 Deve dare una risposta esaustiva ai dubbi del Sumi, quindi tenta di rispondere in maniera adeguata senz'andare fuori contesto. Trae nuovamente un profondo respiro, continuando ad essere investita dalla pioggia e, quindi, costretta a socchiudere gli occhi per evitare che le dia troppo fastidio. <Perché devo uscire fuori dalle mura per farlo. Devo raggiungere il paese del Ferro, a meno che non si sia spostato. Dobbiamo risalire oltre Kusa, passando per Konoha. Non è un viaggio facile, specialmente se porto dietro persone che non sanno affrontare le chimere o che hanno paura per farlo.> Soffia via dell'acqua piovana dal labbro superiore, ivi depositatosi durante il suo cadere. <Si tratta d'una paura normalissima. Pensi che io non ne abbia provata la prima volta che mi son trovata davanti una chimera? Stava sbranando tutti gli uomini che IO avevo costretto su quel campo di battaglia. IO.> S'indica il petto con una mano, sgranando adesso quelle palpebre e volgendo le iridi azzurre come il ghiaccio in quelle dorate altrui. Deve capire quand'è giusto dire qualcosa e deve anche imparare a non aver timore. <L'era dei ninja nella quale ho vissuto io insegnava ai ninja a non avere paura, a nascondere le emozioni durante il combattimento. Penso d'avertelo già raccontato.> Reputando inutile continuare con quella discussione e quel racconto, onde evitare di sembrare reiterata. Ha detto già abbastanza per quanto la riguarda. Piomba il silenzio più totale, interrotto esclusivamente dal cadere della pioggia e dal suo frastuono. In lontananza, esplode un nuovo tuono. La proposta avanzata da Kan ha stranamente senso. Perché non ci ha pensato prima? Perché era troppo orgogliosa per guardare fuori dalla sua percezione, oltre il suo naso. Reputa che con l'evocazione al suo seguito e l'arte eremitica possa farcela, ma se ha fallito la prima volta... ha fallito davvero soltanto perché erano impreparati o perché non poteva fare molto altro? Se due Jinchuuriki si fossero uniti anziché affrontarsi... le sorti della battaglia sarebbero cambiate davvero? <...> Si zittisce di colpo, non sa rispondere a quella domanda. China il capo dabbasso nel frangente in cui Shizuka lo abbraccia e gli urla addosso parole che, invero, avrebbe dovuto evitare di pronunciare. Si perde, infatti, per un attimo ad ascoltarla, esulando dall'eventuale ragionamento verso il quale il Sumi l'ha condotta. Lo riprende poco dopo un lunghissimo sospiro. Scosta la ciocca bagnata dalla fronte. <Ci penserò.> E' un obiettivo troppo grande. Deve ragionarci a dovere prima di dargli una risposta effettiva come ce la si potrebbe aspettare da una come lei. <Posso farlo, ma non dovrai lamentarti del metodo.> Come i vecchi ninja, mica come quelli attuali che si sono rammolliti dietro le mura. Oh, non ci pensasse neppure. <Posso istruirti seguendo l'addestramento degli Anbu.> Roba per assassini, niente di così leggero come potrebbe pensare. Un allenamento è sicuramente intensivo, quello lo è il doppio - se non di più. Glissa con l'attenzione alla volta di Shizuka, cercando d'aiutare quel povero Kan ad affrontare quella furia demoniaca della Kokketsu. <Abbiamo vissuto la cosa in due modi diversi, Shizuka> Tenta di parlarle, ma mantenendo un tono assolutamente calmo e pacato. Non le sta dando contro, ma le spiega il motivo per il quale lei abbia risposto al messaggio e lui no. <inoltre, abbiamo vissuto esperienze diverse.> Lei c'è abituata, Kan no. Tutto qui. Dubbiosa in merito all'ultima affermazione di Shizuka, tenta di guardar la farfalla. Allungherebbe un dito, come a volerla prendere, ma fermandosi qualora l'animale non voglia posarsi. <Perché è... rossa?> Cosa c'è di strano nell'averla in camera? Ma le sorge solo questa domanda, ancor pensierosa per prima. [ Chk On ]

22:28 Kan:
 La risposta nei riguardi di Fenrir risulta essere quanto di più banale possa esserci, certo deve uscire dalle mura, affrontare quelle bestie per poter arrivare ai suoi compagni. Incredibile come in quei dieci anni abbia perso una simile alleanza ma il viaggio da fare è ancor più arduo comprendendo l'attraversamento di più paesi uno dopo l'altro, Konoha, Kusa, giungere nel paese del ferro affrontando chissà quali insidie. Nuovamente non replica, la stoccata sulla paura la percepisce come fosse sua, come se gli appartenesse, chiaro il riferimento a se, non vi è altra spiegazione plausibile in quel dato momento. Deglutisce impossibilitato a ribattere, è vero, con se porta la paura della novità, dell'ignoto, il terrore nel rivedere creature tanto potenti la cui sconfitta è improbabile <Non è normale, non per me, non dopo tutto quello che ho detto. Ho lasciato che l'emozioni prendessero il sopravvento sulla logica, sulla lucidità e non posso permetterlo ancora> una condizione dell'essere umano, provare emozioni, fare i conti con esse in ogni momento. Lui, il cui geniale intelletto gli ha concesso il privilegio di avvedersi di quel mondo in maniera diversa, lui capace di effettuare un pensiero più profondo rispetto al resto del mondo, si ritrova ad essere accumunato ad un ragazzo come tutti gli altri, un normalissimo essere vivente del villaggio delle ombre come ce ne sono tanti <Credo sia giunto il momento che quel tipo di ninja riviva> una mentalità nuova mischiata alla vecchia, il desiderio di riavere il vecchio all'interno del nuovo riportando un'antica società a vivere nuovamente. Cala il silenzio dopo le considerazioni, nessuna risposta perviene notando il suo divenire pensierosa, probabilmente ha colto nel segno, ha colpito un tasto dolente eppure la certezza non esiste in lui, neanche ci pensa, non quando la Kokketsu l'abbraccia, non quando è intento a stringere la propria vita tra le braccia, sentire sgorgare quelle lacrime dalle azzurre di lei. Ne incrocia le iridi, ode l'insulto giunto improvvisamente ad alta voce schiudendo le labbra con immensa sorpresa finendo per sorriderle, trovando nella reazione di lei un certo divertimento; la ragazzina di cui è innamorato si presenta in maniera plateale sovrastando ogni cosa <Facevo una passeggiata quando è scoppiato il putiferio, non ho avuto tempo e modo di avvisarti> non serve a nulla mentire, la verità è l'unica arma a sua disposizione. In sua difesa interviene la Nara all'ennesimo grido, è vero, non ha risposto, consapevole di quanto fatto eppure non se ne pente neanche per un secondo. Il cuore è accelerato, un battito ben più marcato rispetto a prima, il corpo ancora lievemente tremolante. Attimi brevi, viso afferrato, bacio ricambiato ma in maniera veloce, pochissimi istanti carpendo il reale motivo per cui ella è li. Saetta su Furaya lo sguardo <Quindi lei è qui per colpa tua> in qualche modo la fulmina, probabilmente avrebbero fatto i conti più tardi <Fai quello che devi Furaya> riguardo all'allenamento, non si tira indietro, non ne ha l'intenzione minima, al contrario, desidera giungere al proprio limite e poi superarlo. Inspira, espira rigettando aria all'esterno <Le chimere sono penetrate nel villaggio> informandola sull'accaduto prima di focalizzarsi sulla farfalla che la segue <E perchè ti segue?> chiede incuriosito da quello strano espediente. [C On]

22:42 Shizuka:
  [Mercato dell'acqua] E' concentrata su di lui ma quelle parole che la raggiungono passivamente da parte della Nara non vengono ignorate ma acquisite silenziosamente. Il metodo degli Anbu, istruirlo, difficile immaginare il Sumi che si lamenti di essere messo sottotorchio per qualcosa che desidera. Il sorriso che quella piccola furia rossa riesce a far comparire sul viso teso dell'albino fa corrucciare quel viso ancora di più, quell'ironia pungente la indispettisce: << Dovresti settare la chiamata di emergenza automatica allora! >> Boffonchia, indispettita dalla realtà dei fatti, innervosita dal non essere stata li. E' poi la stessa Hokage che cerca di placare la furia di lei, spiegando perchè ella abbia reagito più prontamente a quel messaggio ricevuto di quanto non abbia fatto il compagno. Separarsi da lui per aiutarlo, non riuscire a essergli accanto nel presente per raggiungere uno scopo a lungo termine. Avere accettato quella missione da infiltrata non la convince più come aveva fatto inizialmente, come può proteggerlo a distanza se non deve farsi scoprire da Kyosei? Si sta incastrando in qualcosa di complesso, evidentemente quella paura di vederlo ferito per quel progetto di libertà è già stata confermata. Le mani della Kokketsu andrebbero a spostarsi sul braccio del Sumi dopo essersi allotanata di qualche centimetro. Occhi che vengono chiusi, aria espulsa e recuperata, mentre cercherebbe di convogliare il proprio Chakra medico sul corpo del ragazzo, lasciando che questo fuoriesca dagli tsubo presenti sulle piccole mani femminili per andare a rigenerare i tessuti lacerati. Se vi fosse riuscita sarebbe andata a risanare quel corpo al completo, come se nulla fosse accaduto prima di allora. Le blu vengono aperte una volta ultimato quel momento di catarsi, non appena sente l'affermazione del bianco riguardo le chimere: << Cosa?! >> Incredulità completa sul viso della nanerottola anche se con la coda dell'occhio riesce a vedere Furaya allungarsi verso la farfalla. << Non toccarla! >> I due presenti dovrebbero avvedersi dei guanti indossati dalla Kokketsu, dettaglio non comune su quelle mani, soprattutto agli occhi dell'albino. Quella tecnica viene interrotta per andare ad avvicinare lei stessa le mani al lepidottero: << Non so perchè abbia questo colore, sembra quasi sangue... >> La farfalla andrebbe a posarsi fra le mani tese della Genin, che cercherebbe poi di poggiarla sulla sua spalla, sopra il cappotto infradiciato. << Mi segue perchè... boh le ho chiesto io di venire con me, volevo mostrarla a Furaya. >> Domande alle quali non sa dare una risposta precisa. << Toccandola si avverte un dolore intenso, e lascia una specie di macchia viola da cui parte tutto. Non toccatela assolutamente per favore. >> Non vuole che si facciano del male, quel dolore che ha provato lei è stato intenso, anche se di breve durata. [Se Chakra 25/30 -> 5 Per mani Terapeutiche, +8PV per Kan]

12:09 Furaya:
 Si trova totalmente concorde con quel che ha appena detto Kan in merito alle emozioni, tanto da annuir soltanto con un breve cenno del capo. L'importante è che sia lui in primis quello consapevole. Stende la mandritta in sua direzione, allargando leggermente le dita tra di loro, lasciando intendere che dovrà stringergliela per sancire quel patto che andranno ad onorare. Se vuol diventare come uno dei vecchi ninja - quelli veri - deve impegnarsi e l'unica a potergli insegnare qualcosa è proprio la Judai. Che la stringa o meno, quella mano resterà sollevata esclusivamente per pochi istanti, per poi tornare ad incrociarsi assieme all'arto gemello. Non ha nient'altro da aggiungere, per il momento. <Non darmi colpe che non ho. Mi ha solo chiesto dov'ero e le ho risposto.> Si stringe nelle spalle, replicando invece all'accusa infondata che le viene lanciata dal Sumi, lavandosene al contempo le mani poiché non reputa d'aver fatto niente di sbagliato. Certo, non s'aspettava una reazione così esagerata da parte di Shizuka, ma in parte può capirla. E' stata la medesima reazione quando s'è risvegliata dopo dieci anni sotto terra, andando immediatamente alla ricerca del Senjuu che credeva fosse morto. Ritira immantinente la mano quando la Kokketsu le intima di non toccarla, spiegandole successivamente che può farle del male. <Una farfalla di sangue?> Questa è nuova persino per lei, aggrottando le sopracciglia con espressione stranita, guardando l'animaletto avvicinarsi alle mani della ragazzina, ma senza avvicinare la propria, così da scrutarla ma con moderazione ed attenzione. <Da dov'è sbucata fuori?> Se vuole delle risposte, deve anche spiegarle meglio la situazione, anche perché non riuscirebbe in alcun modo a comprendere cosa sia e perché stia seguendo la rossa. Non avendo però null'altro da aggiungere, si limita a tacere e ad aspettare una risposta da parte degli astanti, in modo che possa aiutarla fin dove può e le conviene. La situazione attorno a loro è andata calmandosi, ma il portone va richiuso il prima possibile. Potrebbe aiutare, ma non possiede l'elemento del Doton utilizzabile tramite le tecniche. Inoltre, reputa d'aver già fatto più del dovuto. D'altronde, non dovrebbe essere compito suo. [ Chk On ]

13:23 Kan:
 Consapevole fin dal principio di come l'emozioni non siano altro che un limite imposto dalla mente, esse impediscono una presa decisionale corretta e oggi ne ha avuto la prova venendo preso totalmente dal timore, dal terrore, dall'irrazionale paura verso un'essere a lui sconosciuto. Conscio di come debba estirpare certi limiti, il destrorso viene allungato verso la donna, dita aperte stringendo la mano, ennesimo patto siglato, questa volta una richiesta diretta, necessaria allo svolgimento di quella missione all'esterno delle mura. Deve divenire più potente e forte di quanto non sia, essere al di sopra di un mostro del genere per poterlo surclassar nuovamente <Chissà cosa le hai detto per farla arrivare in lacrime> mettendo fine alla presa di infima durata, destrorso torna perpendicolare al corpo lasciando saettare le dorate sul visino della ragazzina terrorizzata quanto lui. Il sorriso appena accennato permane sul volto del bianco, lievemente più ampio rispetto a prima <E' difficile usare un telefono nel mezzo di una battaglia, specialmente se le mani ti servono per i sigilli> all'obiezione di lei di mettere le chiamate d'emergenza. Non ci ha mai realmente pensato, allo stesso tempo, in combattimento risulta impensabile per chiunque, persino uno shinobi esperto non ha riflessi necessari in grado di permettergli una distrazione. La lascia fare, il chakra medico avanza sul braccio del Sumi percependo il calore ristoratore di tale arte, sente rinvigorire il sangue dentro di se, la ferita chiudersi lentamente rendendola niente di più di un ricordo oramai lontano <Si> annuendo <Il nostro discorso allo studio, ricordi? Si è avverato, le chimere hanno fatto breccia nelle mura e questo vuol dire che Kagegakure non è più sicura come un tempo, i ninja hanno fallito, di nuovo> perchè quello rappresenta un fallimento, una sconfitta dalla quale ne sono usciti un numero considerevole di morti, una devastazione senza fine. Deglutisce <E sono peggio di quanto potessi immaginare. Sono....mostri> voce tremante nel renderlo noto affermando una verità insita dentro di se ma ancora non espressa realmente ad alta voce. Iridi scivolano sulla farfalla ascoltandone la spiegazione sull'essere al seguito, una minuscola farfalla in grado di far provare dolore a chiunque la tocchi notando solamente ora i di lei guanti <Da dov'e l'hai tirata fuori? Che io sappia non esistono farfalle pericolose, sicuramente non al tatto> indietreggiando, socchiudendo le palpebre, palese come la stanchezza si faccia sentire. [C On]

13:35 Shizuka:
  [Mercato dell'acqua] Quella mano tesa verso il Sumi viene guardata con sospetto dalla Kokketsu, anche se in fondo un'alleanza con la Nara è ben più che auspicabile ora come ora. Lei non può essere sempre al suo fianco, quella quasi mezz'ora di viaggio sarebbe potuta costare la vita del bianco, deve esserci qualcuno di cui può fidarsi, qualcuno a cui poterlo lasciare senza impazzire ogni volta. E quella che una volta era la donna dei lupi sembra essere un buon candidata. Riesce a impedire che quel tocco avvenga, che l'altra non subisca quella scarica di dolore che ha subito lei poco prima di uscire di casa. << Non credo sia fatta con il sangue, ma solo che ne abbia il colore? >> Non sembra qualcosa di coagulato, l'ha guardata distrattamente, in fondo a lei non dispiace averla attorno e ha fatto una promessa. Però riceve risposta riguardo alle chimere, gli occhioni della Genin sono diretti solamente sul compagno, mentre ode quelle parole, osserva la paura negli occhi altrui. << Dal lato di Kusa niente ha mai fatto breccia. Papà torna distrutto ogni volta ma nulla è mai entrato. Questi ninja hanno fallito non tutti. >> Lei non ha visto ciò che gli occhi dorati invece hanno colto, testarda, fiera di quello che i genitori fanno per proteggere quella pace dentro le mura, ci tiene a sottolineare che non è un problema esteso, solo Kiri ha fallito secondo lei. << Per quello devi chiamare me. Io sono il tuo scudo. Nessun mostro arriverà più così vicino a te da poterti toccare. >> Le manine si spostano sulle guance di lui, si sospinge sulle punte dei piedi cercando di rifilargli un bacio sulla fronte. E' la prima volta che lo vede tanto spaventato, non può fare altro se non rassicurarlo, così come la stessa Nara ha cercato di fare. Le domande si susseguono però, l'interesse riguardo a quell'esserino aumenta e piuttosto imbarazzata volgerebbe lo sguardo e le guanciotte rosse al lepidottero: << Beh, sembra assurdo ma ho fatto un sogno strano. Ero al bosco dei ciliegi a Kusa, cìera la nebbia, più fitta del solito. A un certo punto ho incontrato quel ragazzo che non sono riuscita a salvare la notte a Kiri. Stava mangiando una ciliegia e mi ha chiesto di prendermi cura del seme. >> Si interrompe, ovviamente tutto questo non c'entra assolutamente nulla con la farfalla per ora. Un profondo sospiro viene lasciato scivolare fuori dalle labbra della sedicenne che deciderebbe infine di volgere le blu alla Judai. << Nel sogno è comparsa una enorme farfalla blu, che ha portato l'anima del ragazzo dalla mamma. Insieme a questo essere c'era una donna, fluttuava nell'aria come se fosse un fantasma! Capelli neri, occhi di due colori, azzurro e rosso. Sembrava molto fredda e distaccata, tranne che verso l'animale. >> Si interrompe di nuovo per concludere poco dopo la narrazione: << Nel sogno prima che sparissero ho preso il seme e l'ho stretto fra le mani, allora quella donna mi si è avvicinata chiedendomi se volessi prendermene cura. Quando ho risposto di sì lei ha detto qualcos'altro di incomprensibile e il braccio ha iniziato a farmi malissimo, e nella mia mano non c'era più quel seme ma quella farfalla rossa. >> Ovviamente sembra confusa, non sa nemmeno lei se sia stato un sogno o meno, però a conti fatti quella farfalla era comparsa nella sua camera da letto. << Hai bisogno di cure Furaya? >> domanda ora, dopo aver lasciato che quella tecnica si interrompesse, forse un poco più calma dopo aver ripristinato almeno il fisico dell'albino, per la psiche il discorso sarà più lungo e complesso. [Chakra 25/30]

13:56 Furaya:
 Fa roteare gli occhi verso l'alto, mostrando comunque d'aver colto in parte l'ironia, tirando fuori il telefono dalla tasca. Sblocca il cellulare con uno swipe verso l'alto, aprendo la chat dedicata a Shizuka (salvata di fatto con nome e cognome) e mostrando quel che le ha risposto. <Ecco a te.> Solleva lo schermo in direzione dei suoi occhi, nonostante esso sia relativamente crepato per essercisi finita sopra durante lo sbalzo causato dalla chimera. <Non devi aver bisogno di chiamare lei durante una battaglia se siete separati> Osa intervenire, mantenendo un tono di voce piuttosto chiaro ma non troppo alto - tanto meno basso. <bensì deve imparare a difendersi da solo, senza l'aiuto di qualcuno che possa farlo al suo posto. Prendete in considerazione quest'evento. Avrebbe dovuto aspettare che tu arrivassi qui? Le ferite sono contemplate in uno scontro, specialmente contro una bestia di quel calibro.> Si passa una mano sulla fronte, asciugandosela per quanto possibile dato che sta continuando a piovere a dirotto. Scosta nuovamente delle ciocche rosate, inspirando profondamente ed alternando lo sguardo chiaro tra l'uno e l'altra. <Dovete difendervi sì a vicenda, ma anche da soli. Il nemico che per primo capirà il vostro modus operandi opterà per il dividi et impera.> Si massaggia delicatamente il setto nasale con indice e pollice della mandritta a causa dell'umidità crescente che gli causa un po' di fastidi. <Naturale fallire se li hai abituati ad essere dei normali civili, anziché intensificare gli addestramenti per evitare che la storia si ripetesse. Hanno dato per scontato che fossero salvi all'interno delle mura perché volevano dare alla popolazione una parvenza di pace. Complicato se sei circondato da esseri che, come vedi, possono sfondare un cancello.> Mormora, replicando a tono alle parole che ha pronunciato il Sumi poc'anzi, dando chiaramente la propria visione dei fatti. Come pretendono di risolvere la faccenda, esattamente? Lasciando che la gente diventi totalmente incapace di combattere? Un esercito sarà sempre necessario, ma non è possibile che giungano in ritardo. Avrebbero dovuto sorvegliare ben prima e limitare i danni. Dalla descrizione della donna, non può comprendere a chi si stia riferendo, quindi porta la testa a piegarsi da un lato con evidente espressione titubante. <E nient'altro? Sai, mi ricorda la prima volta che i lupi si sono avvicinati a me> Sentenzia, abbassando per un attimo lo sguardo nel tentativo di ricordare quel tempo - d'altronde, son passati abbastanza anni da dover fermarsi qualche istante a fare mente locale. <e lo hanno fatto tramite un sogno.> Peccato che a lei non abbiano lasciato minimamente un cucciolo da accudire. Dannati ingrati! Non sa molto in merito all'evocazione delle farfalle, pertanto si limita ad un'alzata di spalle. Non saprebbe davvero cos'altro aggiungere. <Hm? Penso d'aver un graffio alla spalla, ma credo sia un nonnulla.> Insomma, ha avuto ben altro da curare, figurarsi s'è un problema. [ Chk On ]

14:10 Kan:
 Una farfalla strana, non fatta di sangue eppure di cosa? Non ne ha la minima idea eppure risulta essere la comparsa la stranezza maggiore. Di punto in bianco si ritrova a vedere un'animale al seguito di Shizuka mai avveduto prima di quel momento ma scuote il capo alle parole della Kokketsu <Che importanza ha? Kusa, Kiri, questi distretti non sono altro che un'imitazione dei villaggi originali. Il villaggio adesso è Kagegakure e se la sicurezza viene violata, sono i ninja di Kagegakure ad aver fallito, non del quartiere> non ritiene vi siano differenze troppo eclatanti tra i ninja del villaggio delle ombre. Quelle chimere possono affrontare e combattere qualunque avversario. Oggi, un due ninja di Konoha hanno perso, i ninja di Kiri hanno perso, lampante prova di come la differenza diventi nulla dinanzi a nemici di simile calibro. Viso nuovamente avvolto nelle manine della ragazzina il cui bacio giunge sulla fronte, leggero il sorriso in replica a quell'ennesimo rimprovero prima dell'intervento della decima le cui parole scuotono le fondamenta stesse del verbo altrui. Deglutisce con capo chino, iridi distolte dal visino dell'amata rivolgendole al suolo ancor insozzato di sangue, suo e di altri morti durante quell'attacco. Comprende il dire altrui, perfettamente, deve imparare a combattere da solo, farsi valere eppure, le abilità donategli dai Kami son votate alla distanza, alla difesa non all'attacco nudo e crudo, perciò come può evolversi? Cosa può fare in merito? Il chakra a propria disposizione risulta infimo per tecniche troppo complicate <Furaya ha ragione> esordisce alla fine evitando di guardare entrambi <La mia idea è ottima ma se venissimo separati? Tu ti ritroveresti si senza un medico ma in grado di combattere mentre io? Non potrei fare nulla, le mie arti non me lo permettono come vorrei> consapevole sempre di più dei limiti del proprio fisico e del corpo, delle conoscenze in suo possesso <Devo migliorare, devo carpire i segreti del mio clan e migliorare> digrignando i denti senza però mettere alcun tipo di distanza dalla rossa, necessitando la di lei vicinanza essendo l'unica con la quale riesce ad essere se stesso ritrovandosi in pace. Il verbo della ex Kage acquisisce maggior senso dopo il combattimento, finalmente ha compreso cosa vogliono i ninja del passato e cosa vi è di storto nel villaggio delle ombre <Allora, perchè non ti riprendi ciò che è tuo, Furaya? Tu sei un Kage e sei in vita, puoi divenire il Kage di Kagegakure e far tornare i ninja al loro antico splendore, saremmo più al sicuro> bisognosi di una guida, ella sta dimostrando di essere perfetta, la migliore possibile per la situazione in corso incapace di lasciare alcun tipo di scampo. Ode il racconto di Shizuka sul sogno da lei fatto, dello svolgersi degli eventi dall'uomo morto alla donna fantasma, al semino divenuto farfalla, al dolore al braccio; tutto quanto è assimilato dal bianco insieme alle osservazioni della Nara, un vissuto simile ma nel passato. Deglutisce <Gli animali possono prendere iniziativa e stabilire loro un primo contatto? Perchè se così fosse, potrebbe aver trovato ciò che stava cercando, le farfalle, anzi, loro hanno trovato lei vedendoci qualcosa> varie le ipotesi effettuate ma prive di certezza. [C On]

14:24 Shizuka:
  [Mercato dell'acqua] La voce dell'altra arriva dall'alto della sua esperienza, contestando ampiamente quella sua posizione di difesa, protezione dell'altro. Gli occhi blu, molto simili a quelli dell'altra donna vengono rivolti ad ella, con una decisione e testardaggine inscritta quasi sulle iridi: << Non ho mai detto che non debba difendersi da solo. Ma io sono e sarò sempre la sua prima difesa. Se qualcosa arriva a lui è perchè io non ho fatto bene il mio lavoro. >> Che sia in grado di proteggersi autonomamente? Auspicabile e indubbiamente preferibile, ma ciò non cancella il fatto che lei voglia essere la prima a impedirgli di doversi ferire, di doversi difendere autonomamente. << Il nemico che per primo proverà a separarmi da lui è il primo che avrà la testa staccata dal corpo. >> E' facile parlare quando hai la certezza di essere forte. Tutte quelle storie sull'immortalità del sangue nero, tutte le battaglie affrontate dai genitori, una storia di Clan che narra gesta epocali da parte del progenitore, aiutano l'ego a sentirsi forte, a presumere che con l'allenamento e la costanza anche lei possa arrivare a dei livelli sovrumani. Tutta quella caparbietà da parte di una cosina alta un metro e cinquantacinque è data più dal non aver mai visto qualcosa di realmente spaventoso, cosa che invece è accaduta al Sumi, ma forse anche dal carattere. Inutile dire che quelle brevi frasi si muovono in risposta anche del Sumi. E' indubbio che lui debba migliorare ma non è della Kokketsu il compito di sottolinearlo. Quando però l'albino sbotta di nuovo è lei che fa girare i cricetini nel verso corretto: << Kagegakure non è sua. >> In riferimento al riprendersi ciò che le spetterebbe. << Ora come ora, lei ha indubbiamente l'esperienza di una vita, ma la sua forza non è sufficiente. Ha convinto te, strappare il comando a un consiglio radicato che lavora da anni non è semplice, oltre al fatto che forse a lei nemmeno importa di Kagegakure. >> Le blu verrebbero volte in direzione della rosata, lei è una figlia di Konoha, quella vera, quella invasa da chimere enormi che potrebbero aver distrutto ogni cosa. << E sia chiaro che proteggere le mura è un qualcosa di discretamente settoriale, non mandano i ninja di Kusa a difendere il lato opposto del villaggio! >> Vero, è solo per questione di praticità ma teme che ora le squadre più forti vengano convogliate verso Kiri, costringendo forse i genitori a spostarsi su quel fronte decisamente più pericoloso, o lasciando più sguarnito il resto. Dopo quel racconto si aspettava di essere presa in giro bonariamente, però effettivamente quell'esserino è li che resta sulla spalla della nanerottola, senza muoversi. Nemmeno la Judai comprende bene cosa significhi, ma le ricorda vagamente quanto accaduto con la propria di evocazione. Gli occhi blu si aprono, stupita da quell'affermazione, ci riflette, ha poco senso ma ci riflette. Mentre è Kan a sottolineare e domandare per ottenere più informazioni. Per la prima volta da quando arrivata i passi di Shizuka si allontanerebbero dalla figura del bianco, andando a spostarsi alle spalle di Furaya, osservandone il corpo e quello squarcio sul muscolo. Le mani verrebbero poggiate li, di nuovo cercherebbe di utilizzare il proprio Chakra per lenire le ferite, sistemare quella muscolatura leggermente infranta. Se vi fosse riuscita avrebbe mantenuto il contatto visivo con quel lato del corpo. << Se così fosse siamo un passo avanti verso un potere nuovo. Se così non fosse ha poca importanza. Ho promesso a due persone che mi sarei presa cura di questa cosina e lo farò. >> Al momento le informazioni da processare sono troppe, meglio gestire un passettino alla volta altrimenti il castello rischia di crollare. [Se Chakra 20/30 -> 5 per Mani Terapeutiche; +8PV a Furaya]

14:45 Furaya:
 Non s'intromette a proposito dei settori e di come vengano gestiti, soffermandosi invece sulla proposta - o insinuazione - che proviene da Kan, replicata audacemente da Shizuka in maniera anche piuttosto corretta. <...> Infatti, è lì lì per replicare, limitandosi dapprima ad ascoltare quel che dice la rossa. Soltanto in seguito, schiarendosi la voce, prende parola. <Quel che m'appartiene è il Villaggio della Foglia, Konoha - non il suo settore. Non è mai stata mia intenzione fin dall'inizio spodestare l'Undicesimo o il Consiglio. In più, non intendo diventare il Daimyo d'un'accozzaglia di settori che rappresentano ognuno i vecchi villaggi.> Non le interessa affatto. Si stringe nelle spalle, ammettendo soltanto quel che pensa esattamente come sempre ha fatto. Invero, Mattyse vorrebbe distruggerlo quel villaggio, e c'è anche qualcun altro che, sotto sotto, opta per la medesima fine. <Kagegakure sarebbe dovuto essere soltanto un posto temporaneo, necessario a ripulire il territorio dalle chimere, proteggendo gli ultimi superstiti. Dopodiché sarebbero dovuti andare a riprendersi il mondo all'esterno, riconquistandolo e rendendolo abitabile.> In dieci anni, tuttavia, questo non è stato fatto e, anzi, la gente ha ben pensato di vivere serenamente tra quattro mura che non sembrano funzionare come si deve - considerando l'affronto appena subito da parte di quelle belve. <Non posso negare che a me di Kagegakure importi poco, ma finché è necessario al sostentamento di tutti coloro che vogliono tornare a vivere una vita normale, anziché essere chiusi qui dentro, mi va bene. Mia figlia, d'altronde, non riuscirebbe a sopravvivere all'esterno ora come ora.> Sincera nei suoi confronti così come ha giurato d'essere alla volta d'entrambi, vista e considerata l'alleanza che stanno cercando di mantenere stabile. <Dovrebbero poter chiedere i rinforzi dagli altri settori, quando necessario, pur non lasciandoli sguarniti. Imparare dagli errori del passato. Diamine, hanno creato un razzismo nei nostri confronti per quel che abbiamo fatto, ma ciò non li aiuta a non rifare le stesse cose.> Mormora infastidita, facendo schioccare la lingua contro il palato. Si sofferma comunque sulle affermazioni di Kan, adocchiandolo di sottecchi. Sgrana invece gli occhietti glaciali quando la ragazzina si dimostra essere piuttosto testarda, ferrea nelle sue convinzioni e nelle minacce. <Oh, cazzo, non voglio mai vederti arrabbiata! Nessuno avrebbe mai voluto vedere Yukio nella stessa condizione.> Si lascia sfuggire una piccola risata in memoria del suo miglior alleato, il quale era strenuamente temuto da chiunque, tant'è che mai qualcuno avrebbe voluto vederlo arrabbiato. Sarebbe stata una strage. <Non so neanche cosa gli abbiano fatto gli Yoton, ma ha sterminato un clan per un suo capriccio.> Insomma, nuova regola: mai far arrabbiare i Kokketsu per NESSUNISSIMA ragione. Quest'è quanto. Per l'ultima spiegazione, però, non riesce ad avere risposte concrete. <Credo dipenda dall'animale. In quel periodo, ero parecchio soggetta ad incubi e sogni strani, quindi non ne sarei tanto sicura. Però... indaga. E' una farfalla bizzarra. Prova a cercare qualche informazione su questo genere di animali.> Potrebbe trovare più di quel che vorrebbe. [ Chk On ]

15:09 Kan:
 Quella squadra messa in piedi, quel duo creatosi porta a queste conseguenze. Non solo, il legame instauratosi tra i due rende il tutto estremamente più difficile quanto arduo da sostenere. Preferisce tacere, non proferire alcun genere di verbo all'insegna della conversazione notando come la Kokketsu dimostra una certa testardaggine oltre che una dose di violenza non indifferente. Sospira sfinito, stanco, scuote il capo ansioso di andarsene da quel luogo, di non continuare quella discussione ancora per troppo. La testa inizia a far male, un male atroce, debilitato persino nel corpo oltre che nello spirito. Deglutisce per un'ultima volta ritrovandosi contro persino Furaya adesso, oltre alle obiezioni di Shizuka stessa nei riguardi del villaggio, di come non spetti alla Nara e lei stessa afferma di provare un interesse nullo nei confronti delle ombre protendendo solamente per Konoha, nient'altro. Ascolta, assimila tutto quanto accusando quei colpi uno dopo l'altro, sferrati con forza e potenza. In quel verbo ci vede lo sbaglio, tutto è sbagliato, dall'inizio alla fine e non può far nulla per cambiarlo. Strizza le iridi, il mondo intorno a se comincia il suo girare, gli occhi vengono smossi in maniera automatica senza un diretto controllo da parte del bianco. Mancina innalzata viene adagiata sulla fronte mentre la Kokketsu mette della distanza per la prima volta avvicinandosi alla Nara, dando il via a una cura estremamente veloce nei di lei confronti. Discorsi, parole, tutte futilità agli occhi di chi ha visto un mostro penetrare nel villaggio consapevole che le potenze in gioco non vogliano far niente. Lui in primis pensa al proprio interesse eppure, dinanzi a calamità di quel tipo serve una guida se vogliono sopravvivere tutti, una guida capace di mettere in atto un piano e rendere i ninja utili. Attualmente le ombre sono sguarnite se le bestie possiedono il potere di penetrare all'interno del villaggio con tanta facilità, troppa per i suoi gusti. Lenti i passi per allontanarsi da entrambe, passetti leggeri mentre il dire della Nara continua a proferir parola nei confronti della rossa. Apprende di come i Kokketsu siano effettivamente spaventosi quando si arrabbiano e della distruzione portata da Yukio ai danni del clan Yoton. Inspira, espira. La forza del Tessai è immensa se risulta capace di una simile prodezza <E' quella la forza a cui ambisco> mancina innalzata, indice puntato verso la Nara-Yoton <Yukio> concludendo con il braccio abbassato lentamente <Me ne vado a casa, sono stanco> dando le spalle ad entrambe. Ennesimo il sospiro effettuato, aria rigettata all'esterno liberando i polmoni <Appena finisce, raggiungimi, se vuoi, Shizu> ultime le parole rivolte all'amata <Furaya, aspetto un tuo messaggio> e con esso s'incammina alla volta del distretto della foglia, il passo risulta pesante, estremamente difficile da sostenere ma si avvia senza guardarsi indietro in preda ai pensieri, in preda al terrore ancora vivido nel corpo, difficilmente una simile sensazione sarebbe svanita in breve tempo. [END]

17:43 Shizuka:
  [Mercato dell'acqua] Quello che esce con spavalderia dalle labbra della Kokketsu è la più pura e semplice verità. E' un'osservatrice, il suo essere un'artista l'ha portata a comprendere bene l'animo umano e si era accorta che l'ideale di libertà assoluta di Kan non rispecchiava per nulla gli intenti di Furaya. Anche per questo ella stessa aveva preferito mettere le cose in chiaro, fiducia nei confronti di Kan, fedeltà a lui solo e, come sottolineato a Mattyse, compagni, non amici. Spiegato in modo più esteso anche la stessa Judai ammette i suoi pensieri nei confronti di Kagegakure, idee che sa essere condivise da molti degli anziani, ecco eprchè già a suo tempo aveva chiesto a Kan se poi volesse unirsi a lei una volta recuperati i vecchi villaggi: Kusa è la sua casa, non sarebbe mai andata a Konoha, lontano dalla famiglia, lontano dal suo sangue. Però ancora una volta tira fuori le unghie, rivendicando il suo ruolo come difensore del bianco e la cosa, le vale un complimento non indifferente. Forse la Nara ci scherza ma quel paragone con Yukio non può scivolarle addosso come nulla fosse, non dopo la promessa fatta davanti al profenitore, quel desiderio ardente di portare i Kokketsu sul gradino più alto, di nuovo, ma non per la mera forza, stavolta anche per il suo utilizzo. Il ragazzo albino però pare allontanarsi, nonostante dichiari a gran voce di voler salire sul gradino più alto, fomentando ancora di più il desiderio della rossa stessa di eguagliare se non superare quel mostro capriccioso che ha preso a modello. Quando capisce che il genin non ha intenzione di aspettarla le mani si staccano dal corpo di Furaya, che la cura sia ultimata o meno non ha la minima importanza. << Mio... >> Lo richiama, come se volesse fermarlo senza alcun successo, qualcosa si è rotto e bisognerà ricucirlo. Le blu tornano su Furaya: << Cercherò di capire cosa è questa farfalla. Ti terrò aggiornata in merito. >> Si interrompe, un'occhiata rapida all'animaletto sulla propria spalla, << Grazie ancora per essere stata al suo fianco. >> Un breve rapidissimo inchino le verrebbe rivolto, come ammettendo che senza di lei, lui forse non si sarebbe procurato solo quel piccolo graffio sul braccio. Si volta in direzione di Kan, andrebbe al volo a recuperare l'ombrello da terra, inutile dato che sono già fradici ma non può nemmeno perderlo, per poi muovere una piccola corsa in direzione del Sumi, così da raggiungerlo e se lui volesse sostenerlo, tornando a casa insieme. [Chakra 20/30][//END]

21:12 Furaya:
 C'è molto da rivedere in quel che pensa d'essere Kan, dopotutto, così come della concezione che ha del mondo che lo circonda. Rivolge comunque un'attenta occhiata nei confronti della Kokketsu, mostrandole un sorriso di riconoscenza. <Non era necessario, ma ti ringrazio.> E' pur sempre riconoscente nei confronti di chi fa qualcosa per lei. Kan non sembra spiccicare comunque molte altre parole, probabilmente per via della stanchezza e della pesantezza dei discorsi appena affrontati. Scrolla un po' le spalle giusto per sincerarsi che sia tutto a posto, come effettivamente è. Non ha provato granché male neppure all'inizio. <Va bene.> Annuisce in direzione d'entrambi. <Sì.> All'indirizzo di Shizuka per quanto riguarda la farfalla. <E' un mezzo di comunicazione utile.> Prendendo nuovamente tra le mani il cellulare, incurante della pioggia che, invece, dovrebbe quanto meno considerare dato che rischia di danneggiare l'apparecchio. Ma cosa volete che ne sappia? Non ci sta pensando alle conseguenze. Indica comunque che possano usare il suo numero di cellulare per comunicare, qualora abbiano necessità d'entrare in contatto con lei in breve tempo, anziché aspettare di incontrarla tra le strade di Kagegakure. <Fate attenzione. Se succede qualcosa, potete contare sul mio aiuto.> Inizia ad incamminarsi a ritroso, così da riprendere la strada dalla quale proveniva prima d'essere bruscamente interrotta dall'arrivo delle chimere. Alla fine della fiera, non è riuscita ad ottenere neanche i pezzi dei quali ha bisogno per costruire le armi e le armature. Poco male, ha ottenuto ben di più! Durante il suo passeggiare per tornare al settore konohano, digita un febbrile messaggio nei confronti del Senjuu sorridendo soddisfatta sotto i baffi - specialmente per quel che gli ha chiesto di fare. Anche questa giornata volge al termine, come si suol dire. [ Exit ]

Dopo lo scontro con le chimere Kan si accascia a terra terrorizzato provando per la prima volta paura nei confronti di qualcosa riuscendo a malapena a parlare. I dubbi si insinuano in lui arrivando a mettere in discussione l'effettiva utilità e sensatezza del suo piano. Furaya cerca di consolarlo e aiutarlo facendogli notare che all'esterno ci sono mostri ben più grossi del gorilla e che un demone può fare davvero al caso suo ma, se si fosse presentato impaurito, non avrebbe mai accettato di allearsi con lui. Arriva anche Shizuka, avvertita da Furaya, la quale si scaglia addosso a Kan piangente e preoccupata. Parlano di Kagegakure, Kan stesso dice a Furaya di non commettere gli stessi errori e di ambire a un potere superiore al suo Senjutsu eppure il Sumi resta ancora impietrito. Shizuka l'informa del suo sogno, della farfalla che la segue dando loro qualche informazione su di essa e viene avanzata l'ipotesi che le farfalle siano andate da lei in maniera diretta.