Tra banchetti e tatuaggi
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Giocata del 21/11/2021 dalle 20:38 alle 23:03 nella chat "Quartiere Povero"
[Per le vie] La luna si avvicina alla sua pienezza, perciò nonostante la serata sia già avanzata e il quartiere povero non sia fra i più illuminati di Kagegakure, le iridi blu della ragazza riescono comunque a cogliere i dettagli e ciò che le sta attorno. Indossa un cappotto cianco, corto ma pesante, con cappuccio peloso marroncino chiuso da una zip, celando così il maglioncino rosso dalle maniche lunghe che giunge fino a sotto il sedere, le gambe sono avvolte in un paio di jeans strappati in più punti, lasciando l'epidermide pallida alla mercè della temperatura non più caldissima del periodo, ai piedi un paio di scarpe da ginnastica bianche concludono il vestiario. Al collo, invisibile sotto il cappotto si trova la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti, sulle orecchie della piccola si possono vedere ai lobi quattro piccole farfalle, una oro e una blu per ogni lato, mentre a livello della cartilagine superiore dell'orecchio sinistro si vede un anellino completamente dorato. Gli occhi sono appena truccati, matita nera e eyeliner ad allungare un poco lo sguardo, mascara per allungarne le ciglia e rendere quelle iridi blu ancora più appariscenti. Sulle spalle sempre presente lo zainetto nero, con all'interno diversi mazzi di chiavi, portafogli, cuffie grandi e blu, strumenti da disegno, quindi blocco e matite in caso di evenienza. Il cellulare si trova nella tasca destra del cappotto, le manine permangono all'interno delle tasche di esso per proteggersi dalla temperatura in discesa. I lunghi capelli rossi sono lasciati liberi e sciolti, ad infilarsi morbidamente nel cappuccio. Quegli occhietti vispi questa sera sono alla ricerca di uno spiazzo abbastanza grande per consentire a lei e Tenjiro di allestire un banchetto per le cure, che sia visibile e facilmente raggiungibile. [Per le vie - Parchetto] Sotto il gentil sguardo di una pallida Luna, proprio nel parchetto doveva aveva conosciuto il caro Shinsei, giace un Genin affannato: disteso, contro il terreno battuto, nello steso modo in cui una stella marina si distende per adattarsi al suolo oceanico. Il giacchetto, sporco di terriccio, è situato a qualche centimetro da lui, contro il terreno. A cingergli il busto vi è, unicamente, la maglietta bianca a maniche corte, accompagnata, dai soliti pantaloni color pece a campana e dalle, fuori moda, a detta di Kan, scarpe col motivo a scacchiera. A decorargli il collo, come al solito, l'immancabile coprifronte di Kirigakura, il quale, da quest'oggi e dai giorni a venire, sarà ed è accompagnato dalla collana del Nonno: che termina con il pendente luccicante, a forma di fiamma, rappresentante il simbolo del clan Yoton. Mettendo in conto il visibile sudore presente sulla sua fronte ed il terriccio smosso lì vicino è molto probabile che, da qualche ora a questa parte, si fosse fermato lì per una veloce corsetta, forse addirittura un esercizio di resistenza, per consolidare l'allenamento che, oggi, è andato ad affrontare nella sede del proprio Clan. Colto dalla sete, e dalla paura di venir usato come autostrada da qualche insetto, ecco che alza il busto, per poi, dopo una veloce occhiata, dirigersi verso la fontanella posta lì vicino. Ovviamente, torna in andatura bipede, stando ben attento, a non sbandare troppo mentre cammina, ma soprattuto, a non cadere. Giunto davanti il piccolo costrutto in pietra ecco che curva il busto davanti al bocchino in metallo di quest'ultimo, per poi, dopo una pressione del bottone al disopra di esso, lasciar fuoriuscire l'acqua. Lascia che quel dolce nettare vitale ne inondi la bocca, per poi, dopo essersi bagnato le mani, passarsele rapidamente sul volto. < Cavolo...che giornata > si dice, tra se e se, tutto gioviale in volto: come di suo solito. [Parchetto] Nel suo vagare senza una vera e propria meta incontra diversi volti, tutti più o meno vestiti e coperti, lei risulta indubbiamente quella con gli indumenti meglio messi. Troppo poco spazio nelle viuzzole, deve trovare qualcosa di più confortevole. Passo un incrocio, un altro ancora fino a ritrovare sulla destra un parchetto malmesso. Si ferma all'ingresso, occhi che si guardano intorno per capire quale sia la popolazione che al momento si aggira in quella zona. Non vede molte figure, ma prima di muoversi in all'interno, andrebbe a comporre il sigillo ovino con una sola mano, di fronte a se. Andrebbe a ricercare le due componenti del chakra, quella mentale a livello del capo, rappresentata da una fiammella blu, mentre quella fisica verrebbe ricercata a livello dell'addome, rappresentata da una fiammella rossa. Qualora fosse riuscita a trovare queste due energie avrebbe quindi cercato di farle convogliare al livello della bocca dello stomaco, facendole danzare assieme ed unire andando a comporre una fiamma di un colore violaceo, rappresentante il chakra che lentamente dovrebbe andare a distribuirsi all'interno del corpo. Solo una volta riuscita in quell'impasto avrebbe proseguito all'interno del luogo prescelto, forte di quell'energia nuova che le scorre in corpo, qualora qualche malintenzionato avesse deciso di approfittarsi di una nanerottola vestita bene. Una volta addentratasi riuscirebbe a scorgere la figura dello Yoton intento ad abbeverarsi, rimarrebbe a studiarlo per un poco, prima di rivolgergli la parola, giusto per essere sicura di non averlo confuso con un altro: << Signor Liuka? >> Sempre impersonale, i due si sono incontrati solo un paio di volte e lui non le ha mai chiesto di usare il tu, perciò resta decisamente a debita distanza, sia fisica che verbale. [Se Chakra 30/30] [Per le vie - Parchetto] La voce vellutata della Kokketsu dalla lunga chioma lo fa subito staccare del quel rubinetto arrugginito, dandosi qualche gentile botterella, con i palmi delle mani ancora bagnati, contro le guance. < Signorina Shizuka! > esclama a gran voce, asciugandosi le mani pregne d'acqua contro i pantaloni. < è un piacere vederla! > asseconda lo stile formale dell'altra, accogliendo il suo parlare con un gioviale sorriso. Asciugate le mani, poi, va ad adagiarle nelle profonde, e comodo, tasche delle braghe color pece, limitandosi, a squadrare, velocemente, la propria interlocutrice. < Cosa ci fa fuori a quest'ora? > chiede lui, che sta vestito come se fossero in piena estate, che gli manca poco che ci prenda un colpo a causa delle gentili brezze serali. Dopo quel quesito, sempre accompagnato dal placido sorriso, si dirige verso la giacca rimasta a terra, per poi, dopo averla colta da terra ed appoggiata contro le gambe, usare la mano destra per smuoverla con una forte pacca: in modo da smuovere sia la polvere che il terriccio. Sorride alla vista della giacca, non pulitissima ma comunque accettabile, e si rimette, in un batter d'occhio, l'indumento attorno al corpo. < So che è una bella serata, ma, insomma...col freddo che fa > già, è proprio un ossimoro vivente, visto che, in quello stesso momento, appena termina la frase, si passa il polso contro la fronte, in modo, da pulirlo dal sudore. Poggia poi, infine, le mani contro i fianchi, in modo, da poter guardare l'altra con una posa, ed una postura, comoda. [Parchetto] Lei viene riconosciuta subito, cosa che le fa piacere, anche se lui le si rivolge stranamente con quel tono formale che imita il proprio, facendole uno strano effetto; non ci è proprio abituata a quella formalità nei suoi confronti. E' sempre molto cordiale, quel sorriso cordiale che le rivolge e anche le parole la fanno sorridere immediatamente. Una domanda sopraggiunge, riguardo al motivo per cui si trovi in quei vicoli, così distanti dalla propria dimora. << Lavoro potremmo dire! >> Lo segue nei suoi movimenti, guardandolo raccogliere la giacca, mentre spiega un po' meglio la di lei presenza nel luogo: << Stavo cercando un punto abbastanza ampio e conosciuto all'interno dei quartieri poveri per allestire un chioschetto per le cure! >> Inclinerebbe la testolina sul lato destro, mostrando forse un poco in più gli orecchini. Se lui fosse stato particolarmente attento inoltre avrebbe quasi potuto cogliere un lieve luccichio provenire come dall'interno della bocca della rossa, quell'ennesimo piercing che indossa da pochissimo tempo. << Proprio perchè è una bella serata ho deciso di fare una passeggiata, purtroppo è qualcosa che posso fare solo nel mio tempo libero! >> Lascia che la conversazione prosegua in quella direzione, mano destra che si poggia sotto il mento, dandole un'aria pensierosa. << Lei conosce qualche posto che possa tornare utile alla causa? >> Domanda a lui che appartiene a quel luogo, a quel quartiere di Kagegakure. Poi come se i cricetini avessero ripreso a girare nel verso opposto, sgranando un poco gli occhi domanderebbe: << E' poi riuscito a trovare la Signorina Furaya? >> Già, lui stava cercando la Nara, non ha mai domandato per quale motivo, o meglio, era interessato al nome solamente. [Chakra 30/30] [Per le vie - Parchetto] Alza gli occhi al cielo stellato appena il quesito dell'altra gli giunge alle orecchie, portando la mano destra sul calvo e spoglio mento. < Un posto conosciuto...uno spiazza per allestire un chioschetto delle cure... > sbatte le palpebre appena si ripete quelle parole, quei requisiti posti dalla rossa. Abbassa gli occhi contro il terreno, sbatte la punta del piede contro il terriccio. Quel parchetto, a parte le attrazioni per i bambini ai lati, era...uno spiazzo adeguato, conosciuto ed inoltre poteva ospitare sia bambini che adulti. < Beh... > inizierebbe, rimettendosi le mani sui fianchi e guardandosi attorno. < Perché non qui? > andrebbe a chiedere, tutto sorridente. < Insomma, potreste attrarre i genitori e fare in modo che in bambini si divertano! No? > continua, per poi, far strada ad un altro pensiero. < è una zona abbastanza centrale, inoltre, è anche decentemente trafficata > andrebbe a concludere, firmando quella proposta strampalata con il tirarsi su della zip del giacchetto. Annuisce all'ultimo quesito dell'altra, spostando lo sguardo altrove. < Si, l'ho trovata e ci ho anche parlato. Mi ha aiutato con questo... > ed andrebbe a cogliere il pendente che gli adorna il collo, mostrandolo all'altra. < ...mi ha aiutato con la mia famiglia > abbassa le iridi color fuoco sul pendente a mo' di fiamma dedicato al clan Yoton, per poi, dopo una malinconica analisi, rialzarli su di lei. Un bagliore si infiltra nelle pupille del rosso, il quale, fa un passo avanti, per poi, piegare il busto nella stessa direzione. < Credo ti sia finito qualcosa in bocca... > afferma, titubante, piegando il viso in ogni modo per tentare di trovare uno spiraglio attraverso il quale poter esaminare meglio la fonte di quel riflesso. [Parchetto] Quel parchetto trovato un poco per caso effettivamente può essere un buon posto. Ascolta il dire dello Yoton, guardandosi attorno per comprendere se vi fosse abbastanza spazio per una eventuale pubblicità. << E' un posto centrale e trafficata? Non sapevo queste cose effettivamente... >> Beh, in fondo non è il suo quartiere. << La ringrazio infinitamente! Pensa che sia possibile distribuire dei volantini per pubblicizzare la cosa? Io e un mio collega vorremmo aiutare le persone del posto. >> Si interrompe brevemente, visibilmente coinvolta dal progetto, tanto da avvicinarsi un poco all'altro, parlando a raffica come è solita fare. << Insomma, non so se ne è a conoscenza, ma spesso la gente del quartiere povero non si reca negli ospedali! Malfidenza riguardo al sistema. Noi vorremmo eradicare questa credenza, offrendo a titolo gratuito interventi sanitari di piccolo calibro! >> Il suo avvicinarsi e il suo parlare dovrebbero rendere quel bagliore un poco più identificabile da parte di lui, che dopo aver risposto alla domanda riguardante l'ex Hokage fa un'affermazione abbastanza strana per la ragazzina. << Dubito mi sia finito qualcosa in bocc... Me ne sarei accorta... >> Boffonchia appena, riflettendoci per qualche istante, i cricetini che si arrovellano sul problema. Poi come se avesse ricevuto l'illuminazione dal cielo andrebbe ad esclamare: << AAAAH forse si riferisce a questo! >> Estrarrebbe la lingua senza troppi complimenti, andando a mostrare quella barretta che la passa da parte a parte, chiusa dai due lati da due palline. Non permarrebbe troppo a lungo in quella posizione, andando a completare la spiegazione: << E' un piercing, me lo sono fatta fare non molto tempo fa! >> Sembra incredibilmente soddisfatta della cosa, forse perchè effettivamente quel gingillo a Kan piace parecchio. << Comunque sono felice l'abbia trovata, e che sia stato in grado di trovare informazioni sulla sua famiglia! >> Già è sempre un bene capire le proprie origini, soprattutto quando sono indefinite: << Ora quindi ha un cognome? >> Chiede senza troppi giri, dovrebbe esserne fiero ormai, o quanto meno è ciò che ha dimostrato nell'esporre quel ciondolo a forma di fiamma, che lei non ha identificato. [Chakra 30/30] [Per le vie - Parchetto] Annuisce alle parole dell'altra, ricambiando quella sua accoglienza così positiva verso la propria idea con un ulteriore paia di sorrisi. < Oh certamente, le persone di Kiri sono molto rancorose...ma certamente non verso dei volantini! > concluderebbe, dando un senso del tutto personale ed ilare alla domanda altrui. < Ma io non sono nessuna figura autorevole o, tantomeno, adibita all'amministrazione, quindi...suppongo dobbiate chiederlo a qualcun altro? > in effetti non aveva la minima idea di come fosse gestita quella cosa burocraticamente, limitandosi, ad una accidiosa scrollata di spalle: poiché, insomma, figuriamoci se anche lontanamente gli potesse interessare. < è un'idea fantastica! Le consiglio di distribuire salviette profumate e anche prodotti per l'igiene di piccolo calibro, sono molto apprezzati...soprattutto perché aiutano i bambini > e sposterebbe gli occhi verso le giostre collocate li vicino. Lo sguardo si addolcisce a quel pensiero, quei nanerottoli sono davvero il futuro del proprio quartiere. Scuote la testa appena l'altra riprende parola, limitandosi, ad incrociare le iridi sul piercing. < Wow! Che figo! > esclama, stringendo la mano destra a pugno e portandola vicino al petto. < Deve essere stranissimo da sentire! > chiede all'altra, incrociandone gli occhi. L'ultima domanda lo fa tornare lievemente più composto e a modo di prima, si potrebbe quasi dire che si impettisce. < Yoton, Liuka Yoton. > rivela all'altra, con la voce piena di fierezza. < A proposito, io non so il vostro > andrebbe ora a specificare, puntandola con l'indice della mano libera. [Parchetto] Insomma l'idea dei volantini è buona, ma più che come permesso lei la intendeva proprio come distribuzione di informazioni, in effetti non aveva pensato a quella parte burocratica che lui sottolinea prontamente. << Ha ragione forse dovremmo considerare la sola informativa vocale, senza andare troppo nello specifico. >> In fondo non vuole che questa loro iniziativa venga messa al bando dal Mizukage stesso. L'entusiasmo della rossa coinbolge anche il ragazzo dall'arancio crine, che suggerisce di portare anche cose semplici, beni di prima necessità, così scontati per il resto del mondo, ma non per il quartiere povero di Kiri: << Ottima idea! Non ci avevo pensato! La ringrazio infinitamente per il suo aiuto Signor Liuka! >> Addirittura un piccolo verrebbe fatto in sua direzione, più formali di così si muore! Peccato che vada poi a rovinare tutto con quella lingua esposta e la spiegazione riguardo al piercing. Sono due ragazzini, quindi la reazione di lui è assolutamente comprensibile, lasciandosi andare a un'euforia ben meno formale di come si rivolgano l'un l'altro. Alla Kokketsu sfugge una risata istintivamente, mentre con sapienza cerca di pubblicizzare per quel che può il proprio responsabile: << Beh devo dire che in effetti è strano! E' come avere un pezzo in più! >> Si interrompe ricambiando lo sguardo, << Comunque lìho fatto allo studio di tatuaggi che c'è in centro a Konoha! Se vuole posso accompagnarla una volta per vedere dove si trova! Non è stato nemmeno eccessivamente doloroso! >> Satori da casa sua è fierissimo della pubblicità che sta ricevendo da parte della nanerottola. Si parla poi della famiglia, con fierezza lui dichiara la propria discendenza, domandando poi lo stesso alla rossa che quasi indispettita risponderebbe: << Impossibile! Se lo sarà scordato! Mi presento sempre con nome e cognome a chiunque! >> Gli sorride, come se volesse un poco stemperare l'indignazione appena mostrata. << Shizuka Kokketsu! >> Lo sottolinea con passione, è chiaro come i due siano estremamente fieri delle proprie origini. [Chakra 30/30] [Per le vie - Parchetto] Annuisce alle parole della Ninja dalla folta chioma rossa, pimpante di energia proprio come l'altra. < Non si preoccupi signorina Shizuka! è sempre un piacere aiutare le persone dotate di anime buono, come lei > ricambia quel piccolo inchino con uno proprio. Si, sono due imbecilli, addirittura, se avessero avuto gli stessi occhi, sarebbero potuti essere fratelli per come si comportano. < E con il mangiare, non le da fastidio? > istintivamente apre la bocca, per poi, abbassarci gli occhi sopra. Muove lievemente la lingua tra i denti, per poi, richiudere le morbide fauci e ridacchiare. < Si, deve essere proprio strano. > appena finisce di ridacchiare, cadendo dalle proprie nuvole gioviali, si pone tutto orecchi per la pubblicizzazione dell'altra. < Oh certo! Sarebbe fantastico! Ne stavo proprio cercando uno, sa, per onorare il mio clan...come fanno molti...con un piccolo disegno... > la sua idea era però ben lungi dal classico piccolo, e moderato, tatuaggio che molti fanno, anzi, lui aveva idea di stamparsi una fiamma gigante lungo tutta la spina dorsale. Gli occhi sognanti vengono bruscamente fermati dal tono indispettito dell'altra, al quale, fa un passo indietro. < Oh! Mi scusi! > ammette, imbarazzato, chiudendo gli occhi e inoltrando le falangi tra la foresta in fiamme che è la propria chioma. < Farò in modo di ricordarmelo...a proposito! > chiede, portando il viso in avanti. < Il mio naso...è storto? > ahia, voleva saperlo se, in effetti, Keiga gli avesse storto il setto nasale. [Parchetto] Quel commento da parte di lui la rende piena di orgoglio, essere definita anima buona è un piccolo passo per il raggiungimento del proprio proposito di fronte a Yukio. Le blu si velano quasi di commozione all'inchino di lui, si sente fiera di se stessa come mai prima d'ora. Il discorso verte sul proprio piercing di nuovo, convenendo la stranezza del tutto: << Nah non lo sento nemmeno! Però all'inizio ho dovuto mangiare cibi freddi per sicurezza! Un supplizio non mangiare i miei adorati Takoyaki! >> Il faccino infantile fa la sua comparsa, mentre si indispettisce al solo pensiero di aver dovuto rinunciare a quel cibo tanto amato. Assurdo come continuino a darsi del lei nonostante tutto. L'aranciato però poi sembra molto felice di venire a sapere del tatuatore, tanto da esprimere un piccolo desiderio personale. << Beh ma se vuole fare un tatuaggio, quello posso farglielo io allo studio di Kusa. Sono tatuatrice anche io sa? >> Detto questo andrebbe a togliere lo zainetto dalle spalle, e sfilare il cappotto. Il freddo dovrebbe iniziare a farsi sentire nonostante il maglioncino ma vuole mostrargli quell'opera che ha sulla schiena. La rossa si volterebbe, mostrandogli le spalle, e andando lentamente a sollevare la propria maglietta. Quasi immediatamente lui dovrebbe iniziare a vedere su quell'epidermide pallida quel tatuaggio rappresentante due enormi ali di farfalla che colorano la schiena della Kokketsu. Ai lati della spina dorsale, senza che questa venga toccata le due ali disegnate e contornate di nero si stamperebbero su quel corpo, tinte alle estremità di oro, mentre nella parte più interna di blu. Dopo pochi istanti la piccoletta si sarebbe andata a ricoprire, rimettendo pure il cappotto e lo zainetto rapprividendo appena. Il cellulare verrebbe estratto per poi mostrare le foto di alcuni lavori eseguiti, fra cui il sinbolo del Clan Sumi sul polso del proprio ragazzo. << Quello sulla mia schiena è opera del mio responsabile, io ho fatto altri lavori ma le assicuro che ho una buona mano! >> L'ennesimo tatuaggio, l'ennesima opera da esporre. << Ora grazie a lui sono una farfalla! Lei cosa vorrebbe essere? >> Il sorriso è ampio su quel visino, è decisamente soddisfatta di se, di quel corpicino trasformato e mutato, da semplice bruco a bellissima farfalla. Quando lei si mostra quasi offesa lui si scusa, imabrazzato, promettendo di ricordarselo. Poi arriva quella domanda, inaspettata. Gli occhi blu si concentrarebbero sul viso altrui, andando a ricercare qualche asimmetria: << A me non sembra... Le è successo qualcosa? Una botta? >> Domanda, da buon medico in erba, come sempre attenta alle sventure altrui. [Chakra 30/30]
Giocata del 22/11/2021 dalle 15:06 alle 16:16 nella chat "Quartiere Povero"
[Quartiere Povero - Parchetto] La curiosità che il rosso pone verso quel piccolo gingillo metallico è sconfinata, come se, per lui, anche una lieve modifica al proprio corpo, come di fatto era quella, fosse la più indicibile delle rivoluzioni. < Deve essere davvero un'esperienza sbalorditiva! > un po' altisonante con le parole, eppure, ben riposte: data la sua famiglia, non ha mai avuto modo di sperimentare cose come quelle, ne tantomeno vederle. < Oh davvero? Wow...Shizuka, hai davvero una mole sconfinata di...talenti! > ammette, entusiasta, per poi, sorridere a piena dentatura. Il capello diaspro è facile da impressionare, figuriamoci poi se gli si parano davanti proprio le cose che, durante la propria gioventù, non ha mai neanche potuto osservare. < Allora si! Farò in modo di contattarti appena posso, chissà se ci scappa qualche buona parola anche per le mie conoscenze... > in poche parole si era appena proposto di pubblicizzarla, autoinvitandosi in quel lavoro della rossa così...nuovo, rivoluzionario. Ed è mentre pronuncia quelle parole che, sotto i suoi occhi, si stende l'enorme farfalla che ricopre l'epidermide dell'altra: occhi spalancati nell'osservarla, labbra schiuse; davvero una bellezza per gli occhi. < Wow...è bravo il signore...o la signora > in effetti è sempre meglio non dar nulla per scontato, soprattutto quando si tratta di ambiti artistici. Annuisce all'ultimo quesito dell'altra, portando la mano destra sul naso per massaggiarselo. < Diciamo che me l'hanno data una botta...ma non preoccuparti! Io e la mia... > affina lo sguardo, chiudendo lievemente le palpebre. < ...picchiatrice seriale > e riprende a sorridere, appena trova le parole. < Ci siamo subito chiariti, pertanto, era solo per sapere...beh...se il danno fosse permanente. Il che non lo è! Quindi...evviva > spiega con l'ausilio di un placido sorriso, limitandosi ad un contenuto gesto della mano. [Parchetto] Finalmente qualcosa si è rotto, è lo Yoton a lasciare che la sorpresa porti via quel lei impersonale dai propri discorsi, restando strabiliato dalle diverse abilità della Kokketsu. Questa arrossisce appena, il tatuaggio viene mostrato e celato nuovamente, una manina passa sotto il naso come per asciugarselo. << E' un uomo. Il mio datore di lavoro. >> Si interrompe, ricomponendosi a dovere: << Comunque la buona pubblicità non fa mai male! Ha per caso un cellulare? >> In fondo non sembra vivere in quei quartieri poveri, essendo un ninja avrà uno stipendio e questo gli consente di avere un telefono. Tuttavia attenderebbe risposta prima lasciare il proprio numero personale all'altro. << Se ha un'idea per il disegno può portarmela, altrimenti ne possiamo parlare e posso creare io qualcosa che si adatti ai suoi pensieri. Ho fatto così anche con il mio ragazzo. >> Il sorriso è ampio sul visino della nanerottola, strano non avesse ancora nominato il Sumi, quella abitudine deve cambiarla se vuole finire a bazzicare in una gang che potenzialmente lo vuole morto. Ascolta il dire altrui riguardante quella botta. Lo sguardo si sgrana, stupore si impadronisce della ragazza, che alla fine del tutto scoppia in una tenue risata: << Quindi non è la prima volta che succede? Ha anche un nome la sua picchiatrice seriale? E' come una sorella? >> Ci scherza, sa che i fratelli e le sorelle litigano spesso, non per esperienza personale ma per sentito dire, fose essendo un abituè è legata allo Yoton da un qualche rapporto stretto. << Comunque se dovesse servire sono disponibile anche per risistemarle il naso! >> Un occhiolino viene mosso in sua direzione, si sta sciogliendo nei modi nonostante il lei sia una prassi. [Chakra 30/30] [Quartiere Povero - Parchetto] Annuisce alle parole dell'altra, per farle cenno che la stesse seguendo anche senza un contatto verbale. Lo sguardo perso dello Yoton vaga per quel luogo pieno di malinconia, facendo brillare le iridi color fuoco come piccole biglie. < Certo che si, mica ho duecento anni > risponde, ironico, all'altra. Riporta subito gli occhi sulla Kokketsu a quella ilare risposta, per poi, estrarre il telefono dalla tasca degli ampi pantaloni color pece. < Eccolo qui, questo è il mio numero... > clicca sulla rubrica, dove, da bravo smemorato, si è salvato da solo, per poi, mostrare il numero all'altra. < Ci farò un pensiero, qualche ideuccia la ho in effetti > ammette, col viso contratto in un sorriso tanto gioviale quanto rilassato. Rimette via il telefono, spingendo velocemente il tasto di spegnimento, per poi, riprendere a parlare. < Una sorella? No no, non siamo legati dal sangue...per fortuna > altrimenti le scorse proposte della Inuzuka sarebbero state decisamente fuori luogo, non ché indecenti. < Si chiama Keiga, non so se la conosce. Ninja bruna, gira sempre con un cane...è simpatica! > si sbriga a precisa, deglutendo. Si guarda attorno, aspetta qualche secondo, nella paranoia più totale, e poi si lascia andare ad un profondo sospiro. < Però è manesca, molto fisica...niente che non possa reggere eh, sia chiaro, ma ci tengo al mio naso > ci tiene a precisare, passandosi i polpastrelli lungo il setto nasale. < ...ed è anche un tantino...una scostumata > si lascia sfuggire, parole pesanti le sue eh, davvero il peso da novanta ci doveva mettere. < Però...la si apprezza anche per questo > conclude, alzando gli occhi al cielo. [Parchetto] La risposta di lui la fa subito andare con la mente a Tenjiro, così restio a comprarsi un telefono quanto meno per organizzarsi. Una mano viene portata davanti alla bocca per celare una risata mentre si immagina il vecchio Hyuga giocherellare con uno smartphone di ultima generazione. Nel frattempo lo Yoton le lascia il suo numero, che prontamente viene salvato con qualche tocco sul cellulare che teneva in tasca. Lui ripone l'oggetto e dopo avergli fatto uno squillo anche la Kokketsu lo ripone: << Quello il mio numero. Se ha idee o disegni da mostrarmi per il tatuaggio non esiti ad utilizzarlo. Così come per le cure. >> L'ennesimo occhiolino gli viene rivolto mentre lui si sbriga a specificare come non sia sua sorella ma una donna particolare. La descrizione corrisponde vagamente alla donna a cui ha dato delle brioches ma non conoscendone il nome non può esserne certa: << Il cane è molto grande e nero? Lui sembra un cucciolone? >> Nota come lui sia quasi terrorizzato all'idea che quella ninja possa comparire da un momento all'altro per poi malmenarlo. La descrive come molto manesca, e anche scostumata, probabilmente agisce in quel modo perchè si trova quasi a suo agio con lo Yoton, a lei certi dettagli non li aveva certo mostrati. << Credo di aver capito di chi parla. Però ci siamo incontrate per puro caso e le ho lasciato delle brioches. Il cagnone si è fatto studiare per benino fortunatamente. >> Già ma meglio non specificare l'intento che aveva in fondo lo conosce troppo poco per poter esporre le proprie perplessità. << Spero che riuscirà a limitare i danni comunque! >> Gli fa i migliori auguri per una buona sopravvivenza? Perchè no. [Chakra 30/30] [Quartiere Povero - Parchetto] Prende prontamente il telefono tra le mani appena riceve lo squillo dell'altra, limitandosi, da bravo giovine, a buttarci un'occhiata. < Ricevuto! > le risponde prontamente, per poi, con qualche veloce movenza dei polpastrelli, salvarla tra i propri contatti: "Shizuka Kokketsu - Tatuaggi e Roba Figa". Ripone l'aggeggio elettronico e ripresta le proprie attenzioni alla ragazza, limitandosi, nell'annuirle. < Si, proprio quel cagnone. > Ammette, sospirando. < Ti potrà sorprendere, ma è più educato della sua padrona...non ho idea di come sia possibile > constata, incredulo, mentre va a riporre le braccia al fine di averle conserte: seppur sciolte, comode e molli contro il busto. < Di solito è il contrario...oh beh, almeno ho qualcuno che mi salverà dalle funeste mani della bruna... > si risponde da solo, andando a distogliere lo sguardo altrove. < Oh si si, i danni sono e saranno limitati, sento già che andiamo molto più d'accordo > quella non era una verità per intero, più una...speranza. Volge gli occhi alla luna, per poi, osservarne lo stato in cielo, limitandosi, a scuotere la testa. < Ugh...si è fatto tardi > constata, amareggiato. Torna con gli occhi sul Ninja Medico e le sorride, limitandosi ad un piccolo inchino. < Allora, signorina Shizuka. La ringrazio per la sua compagnia, ma è tempo che io vada. > rincalza con l'eleganza, quasi per gioco ormai. < Passi una buona serata, stia attenta...ai bambini! Sono molto vivaci in questo quartiere > approfondisce, lasciandosi sfuggire una piccola risata. Al termine di quel suo teatrino, quindi, si volta, per poi, dopo una veloce alzata della mano destra, sparire verso la strada maestra. [Exit] [Parchetto] Quindi ha scoperto l'identità della donna Inuzuka, grazie a una fortuita coincidenza, magari non le servirà più oppure risulterà utilissimo chissà! Qualche parola ancora viene spesa per lei da parte dello Yoton, rassicurandola sul fatto che la loro relazione stia migliorando. << Salvarla dalle mani non ne sono certa, però risolvere eventuali danni senza dubbio! >> Già difficile essere lo scudo di qualcun altro quando si è impegnati anima e corpo per qualcun altro. Lui alza lo sguardo al cielo, interpreta la posizione lunare e conviene che si sia fatto tardi. << Mi dispiace averla trattenuta più del dovuto. >> Si scusa con cortesia lasciando che il sorriso d lui le arrivi, così come quell'inchino e la cortesia negli avvertimenti. << Ora che ho trovato il luogo adatto penso che rincaserò anche io! >> Andrebbe a salutarlo con un gesto della mano, accompagnandolo all'uscita da quel parchetto e ascoltando i consigli altrui. Lo sa perfettamente quanto quel luogo possa essere pericoloso, come la notte, i mostri vi si aggirino e come sia possibile trovare la morte. I passi si muoverebbero placidamente, cercando di non dare troppo nell'occhio per poi lasciare quella zona, dirigendosi in direzione della parte industriale dove, quanto meno, sa di avere un parente. La luna, quasi piena, l'unica in grado di rischiarare il cammino della Kokketsu, abbandonando quelle strade pericolose che hanno tutto il diritto di essere risanate, se non dallo stato stesso da due giovani tirocinanti in medicina. [Chakra 30/30][//END]