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Un sorriso, una promessa e un dono

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con Furaya, Liuka

21:10 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Finalmente il grande giorno era arrivato. Il caro ciuffo diaspro, che già da qualche tempo aveva deciso di indagare sulle proprie origini, a fronte delle recenti scoperte, prima compiute in casa propria e poi quelle fatte con la gentile Sango, aveva deciso di farsi coraggio, di, finalmente, affrontare le cose di pieno petto: quella sera, quel giorno stesso, sarebbe andato a bussare ad una porta che mai prima d'ora aveva osato disturbare. Le carni pallide sono coperte dal classico giacchetto nero come la pece, la cui zip è alzata fino al colletto. A cingergli le gambe vi sono i comodi pantaloni a campana, accompagnati, come al solito, dalle scarpe col tema a scacchiera. Il coprifronte di Kiri, poggiato sul collo, è sovrastato dalla collana del Nonno: che termina con un elegante pendente a fiamma, simbolo proprio del clan Yoton. Tutto era pronto, si, se non fosse che...beh...non conosceva dove il clan fosse situato. Sapeva, per certo, grazie alle ricerche compiute al PC, che il Clan effettivamente esistesse, eppure, in quel labirinto di proprietà private, sicuramente non era il solo. Con tanta pazienza, tanta calma alla mano, quindi, prende il pendente che tiene al collo e lo alza di fianco al volto, per poi, iniziare a guardarsi attorno, insomma, dall'apice della sua intelligenza, tenterebbe di cercare possibili stemmi, bandiere o effigi che siano, esattamente, come il pendente alzato che stringe nella mano destra. Un'occhiata alla collana, un'occhiata intorno a se, e via di lente camminate nel quartiere, svolta dopo svolto, alla ricerca dello stesso simbolo o di persone che lo portassero, magari, sul proprio vestiario.

Il giovane Liuka ha finalmente deciso di raggiungere il Quartiere dei Clan, affinché possa trovare ulteriori risposte nei riguardi di quest'ultimo nonché del legame con suo nonno Kehi Yoton. Penzola al suo collo la collana con il simbolo del clan appartenente all'uomo poc'anzi citato, sparito dalla circolazione tempo addietro. Quando giungerà in prossimità dell'ingresso, sarà inutile tergiversare. Il portone è aperto, ma ovviamente sorvegliato da chi di dovere. Si tratterà presumibilmente d'uno Yoton, poiché non sono in molti quelli che possono accedere all'interno senza un permesso adeguato. Le mura hanno un classico colorito rossiccio come terra battuta, illuminate dai lampioni che adornano la strada principale. E' dipinto su d'essi quella stessa fiammella, andando a rappresentare la simbologia del clan stesso. Oltre quel portone, è possibile intravedere un giardino poco curato e piuttosto spoglio. Piuttosto, vi sono delle grossolane statue d'un materiale grezzo e molto scuro, che però non rappresentano alcunché. Sono poggiate lì a terra, agglomerate l'una all'altra e s'ergono per qualche metro verso l'alto. Lava? Il terreno brullo è cosparso di pietrisco per gran parte, fino al raggiungimento dell'entrata del Dojo le cui porte di riso son chiaramente chiuse e sigillate. Nonostante il passare del tempo, qualche sprazzo della vecchia civiltà è rimasto tale, come la figura dell'edificio che somiglia molto alle vecchie strutture del passato. Un piccolo tempio ampio alla base che va riducendosi man mano che si sale, pur essendo dotato di soltanto due piani: questo è il Dojo. Le luci al piano superiore sono accese. Altre abitazioni sono disseminate tutt'attorno al Dojo, ma non sembrano essercene molte con le luci accese. Tuttavia, quel che Liuka può guardare da quella posizione non è poi molto, essendo che il muraglione che circonda il Quartiere limita le occhiate dei curiosi. Per quanto si sappia, bene o male, cosa facciano gli Yoton con la loro innata, son rimasti scottati (gioco di parole) da quant'accaduto una ventina d'anni prima con l'Hasukage. Chiamateli scemi. Sta di fatto che colui immobile in prossimità dell'ingresso è un uomo sulla trentina, con un accenno di barba sulle guance, sul mento e sul collo. Alto non più d'un metro e settanta, appare piuttosto longilineo e dalla muscolatura definita, ma non eccessiva. Indossa un paio di pantaloni neri con due righe verticali bianche, una tenuta presumibilmente sportiva. Una felpa dalle medesime cromie ne copre l'addome, così da tenerlo al caldo. I capelli son invece corti, tirati verso l'alto tramite del gel e ben sistemati, con dovizia sembrerebbe. Gli occhi ambrati, sotto quel cespuglio castano, si focalizzano proprio su di lui. <Dove sei diretto?> Una domanda unica, senza un "ciao". Si pone lì fermo, statuario fissando esclusivamente l'interlocutore apparentemente, tenendo le orecchie ben aperte. [ Ambient - Chiusa ]

21:44 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Lo sguarda vaga perso lungo quelle muraglie di freddo isolazionismo, temprate dal silenzio serale. Lo sguardo sconsolato, farcito dalle iridi color rubino, subito sparisce appena vede, dipinto sulle pareti di una muraglia ben più rossastra, proprio il simbolo che stava cercando. Un sorriso gli sboccia in viso: da guancia a guancia. Lascia andare il pendente a forma di brace, facendolo ricadere sul coprifronte, e si dirige a passo svelto verso il portone. Il suo acerbo entusiasmo, però, viene fermato da parole ben più austere, provenienti direttamente dalla sua destra. < Oh, giusto. Buonasera > preferisce prima salutare, per poi, dedicare all'uomo un formale inchino: braccia stese lungo i fianchi, busto che va a piegarsi gradualmente in avanti. Si rimette composto dopo qualche secondo e poi riprende il pendente che tiene contro il collo stretto nella mano destra, avvicinando allo sguardo del nuovo interlocutore. < Mio Nonno apparteneva al Clan Yoton, di cui questa immagino sia la sede. > afferma, andando a poggiare lo sguardo sul Dojo oltre l'uomo posto a guardia dell'entrata. < Ho ricevuto questa notizia di recente, pertanto mi sono recato qui il prima possibile. A prova della mia tesi ho...questo > ed indica il pendente con gli occhi, per poi, abbassare lo sguardo sulle tasche dei pantaloni. < ...Più delle foto di uno strano calderone ornamentale, dedicato ad un certo "Kehi Yoton". > a quella affermazione andrebbe a rimettere gli occhi sopra quelli dell'uomo. Un portamento ben più rigido del solito quello del caro Kiriano, il quale, per la prima volta, si trova ad affrontare un contesto formale, nel quale, il suo placido sorriso non trasmetterebbe altro che una brutta impressione. < ...Sono venuto qui, semplicemente, per saperne qualcosa in più...magari capire se ho ereditato il vostro dono. > ne parla con tono calmo e pacato, mettendo la giusta lentezza nel proprio discorso: come a voler onorare le parole che sta riferendo verso il clan. Deglutisce, mentre l'attesa per eventuali risposte inizia a farsi sentire.

L'uomo lo fissa con un sopracciglio aggrottato, attendendo che possa riferirgli il motivo della sua vita al Dojo. Ne scruta attentamente i lineamenti, compreso il ciondolo che gli pende ad altezza del petto. <Affermativo. E' il quartiere dedicato al clan. Quello alle mie spalle è il Dojo.> Mormora, indicando quell'ammasso di legname con un cenno della mandritta, sollevata e chiusa a pugno, stendendo esclusivamente il pollice per indirizzarlo verso il punto prestabilito. <Devi però capire che il ciondolo non è una valida motivazione per farti accedere. Come presumo saprai, ogni clan ha le sue regole e difficilmente viene permesso l'accesso a chi non vi appartiene.> Spiega con fare placido, per niente irato o serioso. Tenta di fargli capire con doverose spiegazioni il perché del rifiuto. Mantiene le braccia incrociate per il momento, ma la mano mancina scivola lentamente dabbasso, così da andare a recuperare un telefono cellulare al quale sblocca lo schermo. Così facendo, inizia a digitare una serie di cifre necessarie a comporre un numero. Non che ci voglia un genio a capirlo. <Devi parlarne con chi di dovere. Vedo se risponde, altrimenti dovrai prendere un appuntamento con il Capo---> Si blocca immantinente per via del telefono che gli viene tolto dalle mani all'improvviso per via d'una figura che inizia lentamente a prendere forma man mano che s'avvicina alla schiena della guardia. E' un uomo alto circa un metro e ottantadue, dalle spalle larghe, capelli e barba rossi seppur vi sia l'accenno di qualche ciuffetto bianco sparso qui e lì sia nell'uno che nell'altro. Ha un paio d'occhialini ovali che incorniciano uno sguardo severo e rigido, il quale s'abbassa appunto verso lo schermo, chiudendo la chiamata tramite l'apposito tasto rosso. <Kehi, hm?> Muove il capo con lentezza, come se stesse assaporando quel nome, lasciandolo passare tra le sue labbra, finché non giunga a destinazione e dia finalmente il risultato sperato dalla ricerca. <Quel figlio di puttana non smette di farsi sentire. Ha addirittura un discendente.> O così dice Liuka, potrebbe anche non esser vero dopotutto. E se non riuscisse a risvegliare l'innata? Quale sarebbe infine il legame con suo nonno e quel clan? Resterebbe nullo come lo è stato sinora? Tuttavia, porre delle supposizioni non è effettivamente quanto di più necessario al momento. <Oh, buona sera Capo Clan.> La guardia s'inchina per poterlo salutare, portando la testa anche ad abbassarsi per rispetto nei suoi confronti. Le mani son ben adagiate lungo i fianchi, stendendo adeguatamente le braccia. L'uomo definito Capo Clan indossa una camicia giallo ocra con un cravattino cremisi, assieme ad una giacca bordeaux dai bordi argentati ch'è lasciata aperta sul davanti. Al di sotto, prendono posto un paio di pantaloni scuri sormontando un paio di scarpe dalla cromia piuttosto simile, se non poco più scura. <Sai chi era davvero Kehi Yoton, figliolo?> Una domanda a bruciapelo, mentre intima con un cenno del capo al trentenne di potersi allontanare, il quale comprende invero come la discussione possa divenir confidenziale da un momento all'altro. Difatti, nel giro di pochi istanti, resteranno completamente da soli. A Liuka viene donato solo un cenno della dritta ed un'occhiata di sguincio prima di venir lasciato alla mercé del Capo Clan. [ Ambient - Chiusa ]

22:20 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Ascolta le parole della sentinella posta davanti a lui e tira un profondo sospiro, per poi, allungare le mani nelle tasche dei pantaloni. < Se il pendente non va bene...allora... > tutto distratto, ovviamente, si mette alla ricerca della seconda prova: qualcosa che potesse convalidare ulteriormente la propria posizione. Non fa in tempo a sbloccare il cellulare che il nome del Nonno viene ripetuto da una terza figura, verso la quale, subito alza lo sguardo. < Precisamente! > ci tiene a specificare, limitandosi a rimettere via il telefono. Ascolta le parole dell'altro, senza dire niente, e all'etichetta poco garbata dell'uomo barbuto si limita a crucciare lo sguardo: non qualcosa di arrabbiato, più un misto tra il confuso ed il perplesso. Ben pronto a ribadire verso quella accusa, con le labbra poco schiuse, si blocca, di colpo, appena l'entità amministrativa dell'altro viene palesata. < O-oh! Mi scusi! > ammette, lievemente imbarazzato, per poi, dedicare un veloce inchino anche a lui: braccia distese lungo i fianchi, angolo di quarantacinque gradi in avanti, un veloce deglutire. Aspetta che l'altro riprenda a parlare e poi torna composto, ora lievemente più rigido di prima nella postura. < In realtà no, sono venuto a sapere della sua esistenza attraverso una camera blindata e dei documenti...per non parlare di una specie di...placca incisa su un calderone > spiega all'altro, anche con abbastanza fatica, insomma, date le strane circostanze, addirittura bizzarre, di quella scoperta il suo viso si ricopre di perle di sudore: per paura che l'altro, ovviamente, non gli creda. Nota la guardia andarsene e gli dedica gli occhi per un attimo, per poi, rimetterli sul capo clan. < C'è...qualcosa che devo sapere? > l'aria sembra essersi fatta più pesante, e quella rigidità morale, ben presto, si tramuta in una placida inquietudine.

Alle labbra sigillate dell'uomo sfugge una debole risata che ne percorre l'intero corpo. <Devi saperne di cose, ancora.> Scuote poi lentamente la testolina ammantata di cremisi e bianchi ciuffi, riprendendo il discorso con tono serio. Gli occhi restano ben piantati sul volto di Liuka. <Innanzitutto, Kehi Yoton era un Mukenin del Clan Yoton> Partiamo dalla base, no? Scandisce per bene le parole come se volesse fargliele entrare in testa nella maniera più netta possibile. D'altronde, ha lanciato letteralmente la patata bollente in mano ad un bambino, lasciando che questi possa occuparsene ma senza sapere come. <per qualcosa che non avrebbe dovuto fare.> Sentenzia, ma girando attorno alla vera motivazione e lasciando che la frase muoia prima di raggiungere una spiegazione sufficiente a colmare le lacune altrui. <Un calderone?> La cosa pare sorgergli nuova, tanto da stringersi nelle spalle. <Ho sentito che avevi delle foto a tal riguardo.> Riferendosi proprio a quelle che Liuka stava cercando a ridosso del cellulare, così da farle vedere alla guardia che ha ormai preso tutt'altra direzione rispetto a quella d'entrambi gli astanti. <Ad ogni modo, se sei un suo diretto discendente, sarai qui anche per fare luce sulla tua innata o sbaglio? Non ti ho mai visto bazzicare da queste parti con la tua famiglia, ammesso tu ne abbia ancora una.> La sua non è cattiveria, bensì la consapevolezza di chi ha visto cadere un mondo intero sotto le grinfie d'un Kami. Inoltre, discende dalla stirpe dei Ninja che perdevano i loro cari molto presto, in qualunque battaglia o missione venisse loro assegnata o alla quale prendevano parte. Per questa e ulteriori ragioni, non è insensato ch'egli abbia potuto perdere i genitori: c'è chi è cresciuto totalmente privo dell'istruzione da parte d'una o d'entrambe le figure genitoriali. Non intende dar per scontato alcunché poiché ha di fronte qualcuno che gli sta ricordando la sua storia, il suo passato e quello del Clan. Ne attende chiaramente un responso, prima di proseguire nel loro incontro e nella loro discussione nata dalla conoscenza comune. [ Ambient - Chiusa ]

23:03 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Alla prima frase sentenziata dall'altro prende un profondo respiro, togliendo le mani dalla tasche dei pantaloni e mettendo le braccia conserte. < Va bene...sono pronto > si limita a dire, donando le proprie orecchie al vetusto interlocutore. Lo sguardo viene lentamente portato verso il basso, verso la terra, posa che, solitamente, assume per compiere profonde riflessioni. <...Questo...spiega un po' di cose... > ammette, sconsolato. Questo spiegava...tanto, più di quel che volesse ammettere: la censura da parte della propria famiglia; Il completo silenzio sulle loro origini; una camera blindata fino ai denti. Porta il pollice destro alle labbra, conficca l'unghia tra gli incisi e la mordicchia lievemente. < Si, un vecchio contenitore metallico... > e sposta lo sguardo altrove, lisciandosi il fianco del braccio sinistro con la mano destra. < C'è una semplice targa con una dedica sopra, nulla di speciale. > e si lascia andare ad una scrollata di spalle. L'atteggiamento è decisamente meno gioviale di prima, gli occhi sono spenti, le carni del Genin si muovono placide e prive di forma. < La mia famiglia mi stava...nascondendo, tutto ciò. > spiega all'altro, esibendo una fievole risata guidata dall'isteria. < per questo non ci avete mai visti nei dintorni. Per quanto riguarda la mia innata...non saprei affatto > spiega all'altro, guardandolo dritto negli occhi. < Il mio Chakra è affine al Katon e al Doton. Sono qui sotto consiglio di un'amica diciamo, altrimenti non avrei neanche saputo dove iniziare. > porta la mano destra al mento, lisciandoselo. In effetti, ora che ci pensava, avrebbe dovuto ringraziare Furaya un giorno di questi. Scuote la testa, come a scacciar via quei pensieri superflui. < Quindi si ecco, vorrei sapere se mio Nonno mi ha passato...la sua eredità > per quanto amara questa possa essere.

L'uomo fissa l'interlocutore con attenzione, sondando le sue reazioni e lanciando un'occhiata al dojo. Lo indica con un cenno del capo, così da convincere l'altro a seguirlo. <Se vogliamo testare la tua abilità innata, ci conviene entrare.> Altrimenti darebbero sfoggio della loro abilità innanzi a chiunque possa guardarlo, per non parlare del fatto che rischia d'incendiare buona parte del dojo con un potere altamente distruttivo. <E attiva il Chakra, se non l'hai già fatto.> Non può saperlo, quindi si premura di comprenderlo anziché perder tempo successivamente. Si limita anche ad ascoltare quel che lui proferisce in merito al nonno, annuendo di tanto in tanto con un lento movimento del capo. Assimila, ma per il momento pare restare in silenzio, come a voler capire cosa passi per la testa di Liuka prima d'aprire bocca a sua volta. <Quindi, che rapporto avete con tuo nonno?> La domanda appare quanto più lecita possibile, indicando come voglia un'ulteriore spiegazione in merito ai pochi cenni che Liuka stesso vi ha appena fatto. Lo guarda di sottecchi, da sopra la spalla, mentre inizia ad avanzare alla volta dell'ingresso del dojo. <L'affinità al Doton e al Katon, per quanto necessari all'attivazione dell'innata Yoton, possono anche non essere influenti.> L'avvisa, sottolineando l'ovvio, ma mettendolo comunque al corrente delle possibili conseguenze negative di questo test, di quest'incontro. Il di lui tono appare comunque piuttosto calmo per quanto leggermente burbero, ingobbendo lievemente le spalle come se su di esse vi fosse il peso d'un intero mondo. <Un'amica?> Che conosce qualcosa del clan? Che fa parte del clan? Sono molteplici le domande che vorrebbe porre a seguito della prima, ma è costretto a soffermarsi maggiormente sull'ultima affermazione del ragazzo. Arresta l'incedere, ormai giunto in prossimità della porta scorrevole, lasciandola spostarsi sul proprio asse verso l'interno della parete cava. <Spero ti abbia passato esclusivamente l'innata Yoton e non il tradimento verso il Clan. Quello sarebbe un vero peccato.> Fa schioccare la lingua contro il palato. <Se non sapevi niente di tutto ciò, vuol dire che non conosci neanche la ragione per la quale ha tradito.> Ammette, assottigliando le palpebre e lasciando che sia lui il primo ad accedere, qualora sia riuscito effettivamente ad attivare il Chakra - ammesso intenda farlo e seguirlo, chiaramente. Può anche protendere per abbandonare questa via, come vorrebbero i suoi genitori. Ma quanto di tutto ciò ricapiterebbe ora che c'è andato così vicino? [ Ambient - Chiusa ]

15:48 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Annuisce alle parole dell'uomo e toglie le mani dalle tasche dei pantaloni, limitandosi nel seguirlo a passo calmo, restando, lievemente, dietro di lui. < Si > gli risponde, con tono pacato ma deciso. Prende un profondo respiro, rallenta il passo, si isola dal suo discorso. Andrebbe ad alzare la mano destra, per poi, usarla per comporre il mezzo-sigillo della "Capra". Chiuderebbe gli occhi in quei suoi lenti movimenti, andando a focalizzare, nel proprio subconscio, le due sfere di dominio che gravano sul proprio corpo: una marrone, la terra, per la mente; una rossa, il fuoco, per il corpo. Andrebbe a prendere un secondo respiro, per poi, tentare di focalizzare la propria concentrazione sul plesso solare, al fine, di magnetizzare quei due poli opposti a fondersi su di esso. Se tutto fosse andato a buon fine, si lascerebbe andare un profondo espiro: rilasciando l'ossigeno assieme al Chakra, il quale, in corrispondenza alla precedente azione, avrebbe preso a scorrere per tutto il suo corpo, incendiando ogni punto della propria pelle. Riapre lentamente gli occhi e recupera il terreno perso in confronto all'altro con un breve scatto, per poi, riprendere a parlare. < Nessuno, non l'ho mai conosciuto > risponde secco, scrollando le spalle in seguito a quella sensazione di ritrovata energia. < Esatto...non ho idea del perché abbia fatto quel che ha fatto, spero solo non avesse intenzioni troppo cattive... > ammette, lasciandosi andare ad uno sconsolato sospiro. Porta la mano sul petto, dove sarebbe situato il cuore, per poi, massaggiarsi quella zona. Una possibile eredità tanto fortuita quanto macabra grava sul suo petto, poiché è la sua moralità a venirne intaccata, non il proprio corpo. Annuirebbe all'invito dell'altro, fatto con la mano, ed andrebbe ad entrare nel Dojo. [Tentativo Richiamo Chakra 3/4 - Mezzo Sigillo ]

Il dojo ha delle caratteristiche strettamente orientali, alla pari d'una decade prima seppur siano pochi i sopravvissuti che rammentano com'era fatto il vecchio luogo d'allenamento degli Yoton prima che la furia di Yukio vi s'abbattesse. Oltre ai classici color ciliegio ed ebano che s'intersecano alla perfezione, al centro esatto di questa sala adibita ad allenamento, v'è un rettangolo dai due lati più lunghi pari a venti metri e le altre due estremità pari a dieci metri. Questo rettangolo è totalmente nero, probabilmente composto da materiali ignifughi. Nonostante sia tale, non è innaturale trovare delle bruciature lungo tutta la pavimentazione, mascherandosi con la tonalità di colore del rettangolo scuro. Per quanto possa essere ignifugo, hanno a che fare con della lava e non con del semplice fuoco. Quindi, alla fin dei conti, qualcuno potrebbe anche domandarsi per quale assurda ragione hanno pensato di costruire il dojo in legno, ma probabilmente c'è più gente legata al passato di quella che si possa pensare. Lungo le pareti laterali, vi sono disegnati due draghi infuocati i quali solcano la suddetta parete per oltre venti metri. Direttamente opposto all'ingresso, vi sono delle ulteriori porte a scorrimento che, con molta probabilità, conducono all'esterno del dojo dall'altro lato del quartiere dove cominciano le abitazioni e qualche attività del Clan stesso. Il simbolo del Clan, invece, è rappresentato in alto di fronte all'ingresso così da essere comunque ben visibile per quanto si tratti esclusivamente d'una fiamma giallo-arancio. Al momento, non pare esservi nessuno forse anche per via dell'orario prettamente serale. Liuka, dal canto proprio, si limita a comporre il mezzo sigillo caprino e a richiamare le due energia, fisica e mentale, al fine ultimo di unirle in un'unica sfera, la quale darà vita all'effettivo Chakra che ne alimenterà il corpo. L'uomo si ferma al centro esatto di quel Dojo, proprio nel rettangolo scuro al suolo. Si lascia scappare una piccola risata ironica. <Quanto può essere cattiva l'intenzione di donare parte del proprio sangue e della propria innata ad un Mukenin che ha poi tentato di distruggere l'intera nazione, liberando persino dei carcerati da Hoozukijoo? Forse sei troppo piccolo persino per conoscere questo luogo. E sono certo tu sia troppo giovane per conoscere Ryota Nara e le sue gesta.> Fa schioccare la lingua contro il palato, di nuovo, palesemente infastidito da quest'argomento, per quanto sia effettivamente necessario parlarne. Liuka è lì anche e soprattutto per scoprire la verità su suo nonno, nonché sull'eredità che potrebbe avergli lasciato. <Per quanto riguarda l'innata> Sentenzia, schiarendosi la voce con un piccolo colpo di tosse. <funziona all'incirca come l'impasto del Chakra: puoi aiutarti con l'immaginazione delle due sfere riguardanti l'elemento Doton e quello Katon. Andandosi ad unire e miscelare, sono in grado di formare l'elemento Yoton, la lava.> Lo fissa, portandosi le mani dietro la schiena, inspirando poi col naso. L'espressione non è mutata col tempo, rimanendo sì vigile, ma al contempo anche troppo serio. <Dopodiché va convogliato nelle ghiandole salivari dalle quali, se risvegliata a dovere, potrai espellere un getto di lava da usare in combattimento o per difenderti, oltre alle tecniche relative al clan.> Incrocia le braccia al petto, compiendo un passo indietro. Ogni Yoton è immune alla propria lava, ma non a quella degli altri: mica scemo. [ Ambient - Chiusa ][ Eventualmente, per attivare l'innata occorrono 2/4 e consuma 1pt Chakra a turno. Per altre informazioni, puoi consultare l'innata da Registri > Clan > Yoton ]

16:30 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Lo sguardo del giovane viene immediatamente rapito da quel luogo così in contrasto con se stesso. Si ferma all'entrata del Dojo per qualche minuto, si guarda attorno, respira a pieni polmoni: cerca di far suo quell'ambiente così nuovo e così bello. Con gli occhi rubicondi percorre le strutture dei due imponenti draghi, per poi, incontrare la propria concentrazione sulla grande fiamma: rimane lì, fermo, per qualche secondo, puramente a guardarla. Il dissidio naturale di quella struttura nasce subito appena, con i piedi, incontra il rettangolo nero. Abbassa gli occhi su quel duro materiale battuto, ignifugo, simile al più puro dei basalti. Lo sguardo, infine, vaga verso le porte, le uscite, per poi, venir alzato verso il soffitto: l'apice delle proprie aspettative era esattamente lì, tra le nuvole, nel cielo, sotto il tetto di quella che, spera, potrà essere una nuova casa. Riabbassa le iridi sull'uomo appena questo prende parola, sbattendo le palpebre per tornare con i piedi per terra. < Non...saprei. Non so di cosa tu stia parlando...però sembra antico come discorso, tanto quanto questo posto. > e si abbassa con il bacino, flette le ginocchia all'infuori. Poggia la mano destra contro il terreno bruciato e ce la trascina sopra. Si lascia sfuggire un sorriso, per poi, tornare in piedi con un veloce colpo di schiena. < Si, l'innata > ed assume una postura più dritta, limitandosi a qualche saltino, a piedi uniti, sul posto. Ne ascolta diligentemente le parole, cerca di far suo quel suo discorso, per poi, guardare verso la fine del triangolo nero. < Ricevuto, farò del mio meglio > risponde all'altro, accennando ad un deciso ghigno. Chiude nuovamente gli occhi prende un profondo respiro, fa vagare la lingua nella bocca. Ricompone il mezzo-sigillo della "Capra", in modo, da cercar di tornare concentrato sul proprio chakra, sulla propria essenza. Torna focalizzato su quei due poli che sovrastano il proprio essere: la terra, il fuoco. Sposterebbe il fulcro delle proprie attenzioni, questa volta, sulle ghiandole salivari: le stesse che, poco fa, aveva tentato di sfiorare con la punta della lingua. Prende un secondo profondo respiro, per poi, cercare di far muovere quei due poli: si concentrerebbe, per la prima parte, su quello della terra, in modo, poiché più vicino, da farlo convogliare su quell'esatto punto più lentamente; si andrebbe poi a concentrare sul fuoco, sul proprio corpo, cercando, invece, di farlo muovere verso quella posizione con più velocità e decisione. L'ardore del proprio essere tenterebbe di incontrare la logicità della propria mente, proprio lì, nella bocca. Sovrapposti i due poli nel punto desiderato, su tutto fosse andato bene, avrebbe riaperto di scatto le palpebre, avrebbe inclinato lievemente il viso verso l'alto, alzando il mento, e, dopo aver gonfiato le guance, avrebbe tentato di sputare quella nuova parte del proprio chakra direttamente fuori dal proprio corpo: al fine di distendersi, dritto per dritto, davanti a se. [Chakra On][ Tentativo Attivazione Innata 2/4 ][ Chakra 28/30 ]

Il Capo Clan resta ad osservare la figura di Liuka, soffermandosi sul suo volto per comprendere se dica o meno la verità. <Vent'anni fa, un Mukenin di nome Ryota Nara, era riuscito ad ottenere il gene degli Yoton ottenendo la nostra innata> Cerca di spiegargli nella maniera più semplice possibile, affinché comprenda quel di cui sta parlando. E' effettivamente successo troppo tempo prima per ricordarselo o anche solo per essere nato. <passandola poi evidentemente ad altra gente.> Borbotta, sorvolando sull'argomento piuttosto in fretta poiché torna su quell'originale. <Vorrei tanto definirlo la "buon'anima" di tuo nonno, ma di buono non aveva nulla e dell'anima non credo ve ne sia l'ombra.> Commenta piccato, stringendosi nelle spalle e continuando nel suo racconto senz'alcun evidente intoppo, a meno che quest'ultimo non sia generato direttamente da Liuka qualora abbia domande da rivolgergli. <Sta di fatto che il nostro gene non deve essere passato a gente che non lo merita, a meno che non sia strettamente approvato dal Capo Clan - in questo caso io. Difatti, con gli innesti dei nostri genetisti, è possibile donare l'innata anche a chi non fa parte del clan per discendenza. All'epoca di tuo nonno, ciò non era assolutamente fattibile.> Ed è per questo che venne dichiarato un Mukenin, non tanto per averlo ceduto ma a CHI l'ha passato. Quel potere devastante, in mano ad un essere del genere, ha portato scompiglio in ogni dove per molto tempo, portando i villaggi quasi ad inginocchiarsi, ma poi a risollevarsi. Il ragazzo, nel frattempo, richiama correttamente la propria innata. Sentirà dentro di sé un calore crescere a dismisura, ma non brucerà né ne sarà vinto. Immune al suo stesso potere, potrà sfruttarlo anche sul proprio corpo anziché soltanto all'esterno. Le ghiandole salivari si riempiono di lava, la quale viene poi usata per generare un getto di quest'ultimo elemento che va a cadere a terra, poco distante da sé. E' invero alla pari d'uno sputo, ma può migliorare, anzi deve farlo. Incandescente, brucia lentamente quella pavimentazione, ma andrà a solidificarsi man mano. <Chi l'avrebbe mai detto che tuo nonno facesse qualcosa di buono, dopo la morte.> Una sorta di redenzione? Possiamo definirla così per davvero? L'uomo conduce una mano ai capelli, andando a scompigliarli appena. Dopodiché sistema gli occhiali. <Puoi venirti ad allenare qui, se vuoi. Ma un passo falso e sei fuori.> Si dice che si prenda direttamente dai propri parenti per quanto riguarda il carattere e il modo di fare. Liuka, invero, il nonno non l'ha mai conosciuto, quindi forse questo rischio non lo corre affatto. <Hai altre titubanze?> Gli domanda, giusto per sincerarsi che nulla venga lasciato al caso e che il giovane abbia fugato qualunque dubbio avesse in mente quand'è arrivato al dojo. [ Ambient - Chiusa ]

17:08 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Le iridi girano per quella stanza, come perse in un tornado. Il calore percepito a livello della bocca lo porta a lisciarsi la gola con una mano, mentre, l'altra, va a poggiarsi sul fianco. Sente il pavimento sfrigolare, ci abbassa le iridi direttamente sopra. Ci era riuscito. Vorrebbe saltare, vorrebbe prendere a pugni della paglia, eppure, si contiene, limitandosi nello stringere la mano sinistra in un pugno, per poi, muoverne il suddetto arto su e giù. è finalmente tempo, però, che riprenda ad ascoltare le parole dell'uomo, mettendo, questa volta, entrambe le mani sui fianchi. < Capisco...non deve esser stato un buon periodo per il Clan...hu... > già, il proprio sangue ne aveva fatti di casini, di belle e di buone, eppure, non si sente sconsolato come prima, come mai? Beh, il caro kiriano ha una nascitura speranza, in concomitanza con quel suo nuovo dono: è convinto che potrà far del bene, epurando quella chiazza nera ed aspra lasciata dal proprio nonno. < Grazie mille dell'ospitalità, verrò ad allenarmi qui ogni volta che potrò > gira il busto in direzione dell'altro e gli dedica un composto inchino: chiude gli occhi, stende le braccia lungo i fianchi, si china, in avanti, di quarantacinque gradi. Ritorna dritto dopo qualche secondo, per poi, annuire al suo ultimo quesito, andando, ad adagiare le mani nelle tasche dei pantaloni. < La mia famiglia ha richiesto esplicitamente di rimanere fuori da le faccende riguardanti mio Nonno e dalle questioni del Clan, per tanto, vorrei che la loro volontà sia fatta come tale. Se possibile. > va a chiedere, con tono calmo ma deciso. < Il fardello che mio Nonno ha creato lo porterò io ed io soltanto > e conclude aggiungendo la motivazione di quella richiesta, tornando al suo placido sorriso. [Chakra On]

Un nuovo cenno del capo da parte del Capo Clan sancisce la risposta all'altrui primo affermare. Gli mostra un diligente sorrisetto prima ch'egli possa andare via, come se fosse il fascio di luce che sbuca dopo il passare della tempesta. <Sarò qui per qualunque dubbio.> Lo avvisa, cercando soltanto adesso di metterlo a suo agio, specialmente quando ci tiene a sottolineare come sarà lui - e lui soltanto - a prendersi carico della macchia di suo nonno, lasciando da parte i suoi genitori. <Come preferisci. Nessuno se la sarebbe presa coi tuoi genitori in ogni caso. Sfruttiamo l'essere in un mondo nuovo, in un villaggio nuovo per ripartire da capo. Il passato non deve essere dimenticato, ma non bisogna neanche vivere attraverso quest'ultimo.> Compiaciuto di come sia andata la giornata, gli lascia comunque qualcosa su cui lavorare, oltre all'allenamento. Lo saluterà di rimando qualora non ci sia nient'altro da aggiungere, protendendo per dirigersi in tutt'altra direzione, sparendo alla vista di Liuka con un mero cenno della mandritta. Uscirà dal retro, permettendo invece al neo Yoton d'utilizzare l'uscita principale, affinché possa tornare esattamente da dov'è venuto - ma non per cattiveria! Il grosso è fatto, un grande passo è stato oltremodo compiuto dal ragazzo, il quale ha fatto senza dubbio luce sui misteri di famiglia, portandosi a casa un lascito non indifferente. [ Ambient END - End non obbligatoria ]

17:40 Liuka:
  [Quartiere Dei Clan - Kiri] Annuisce alle parole dell'altro, smuovendo le mani agiate nelle ampie tasche dei pantaloni color pece. < Certo, certo. Era soltanto per chiarire insomma, ho fatto tutto questo andando contro le loro direttive: ci mancava soltanto che li coinvolgessi pure > e si lascia andare ad una flebile risata, rialzando lo sguardo verso la grossa fiamma che veglia su tutti i Ninja di quel clan. Nota l'altro andarsene e ricambierebbe quel saluto con un veloce cenno del capo, per poi, torcere il busto in direzione dell'uscita. Prende un profondo respiro, per poi, sorridere in maniera più soffice, a cuor leggero. Una nuova speranza era stata trovata in quel luogo così oscuro, una volta, per lui, eppure, ora...ora poteva iniziare il suo cammino. Toglierebbe le mani dalle tasche dei pantaloni ed inizierebbe a dirigersi verso l'uscita, tenendo, stretto tra le mani, il pendente del Nonno. < Non ti preoccupare. Farò in modo che quella piccola parte di te...la migliore...viva per sempre > di fatto stava parlando con nessuno, uno sconosciuto, eppure, nel suo essere chi è, non poteva che rinnegare il fatto che il Nonno fosse una persona soltanto cattiva. Esce di scena così quindi: un sorriso, una promessa, un dono. [Exit]

Liuka, dopo alcune ricerche, localizza il quartiere dei clan degli Yoton, recandovisi a parlare con il Capo Clan.
L'uomo, per quanto burbero, si dimostra accondiscendente. Gli racconta del legame del nonno con un Mukenin morto vent'anni prima, il motivo per il quale la famiglia non intende averci più niente a che fare e gli permette di risvegliare finalmente l'innata Yoton.


GG! Benvenuto nel clan :)
Per qualunque dubbio, resto comunque a disposizione. ♥

Buone le descrizioni ed ottimo il coinvolgimento del PG.

No exp, il Clan è il premio.