Il giovane Liuka ha finalmente deciso di raggiungere il Quartiere dei Clan, affinché possa trovare ulteriori risposte nei riguardi di quest'ultimo nonché del legame con suo nonno Kehi Yoton. Penzola al suo collo la collana con il simbolo del clan appartenente all'uomo poc'anzi citato, sparito dalla circolazione tempo addietro. Quando giungerà in prossimità dell'ingresso, sarà inutile tergiversare. Il portone è aperto, ma ovviamente sorvegliato da chi di dovere. Si tratterà presumibilmente d'uno Yoton, poiché non sono in molti quelli che possono accedere all'interno senza un permesso adeguato. Le mura hanno un classico colorito rossiccio come terra battuta, illuminate dai lampioni che adornano la strada principale. E' dipinto su d'essi quella stessa fiammella, andando a rappresentare la simbologia del clan stesso. Oltre quel portone, è possibile intravedere un giardino poco curato e piuttosto spoglio. Piuttosto, vi sono delle grossolane statue d'un materiale grezzo e molto scuro, che però non rappresentano alcunché. Sono poggiate lì a terra, agglomerate l'una all'altra e s'ergono per qualche metro verso l'alto. Lava? Il terreno brullo è cosparso di pietrisco per gran parte, fino al raggiungimento dell'entrata del Dojo le cui porte di riso son chiaramente chiuse e sigillate. Nonostante il passare del tempo, qualche sprazzo della vecchia civiltà è rimasto tale, come la figura dell'edificio che somiglia molto alle vecchie strutture del passato. Un piccolo tempio ampio alla base che va riducendosi man mano che si sale, pur essendo dotato di soltanto due piani: questo è il Dojo. Le luci al piano superiore sono accese. Altre abitazioni sono disseminate tutt'attorno al Dojo, ma non sembrano essercene molte con le luci accese. Tuttavia, quel che Liuka può guardare da quella posizione non è poi molto, essendo che il muraglione che circonda il Quartiere limita le occhiate dei curiosi. Per quanto si sappia, bene o male, cosa facciano gli Yoton con la loro innata, son rimasti scottati (gioco di parole) da quant'accaduto una ventina d'anni prima con l'Hasukage. Chiamateli scemi. Sta di fatto che colui immobile in prossimità dell'ingresso è un uomo sulla trentina, con un accenno di barba sulle guance, sul mento e sul collo. Alto non più d'un metro e settanta, appare piuttosto longilineo e dalla muscolatura definita, ma non eccessiva. Indossa un paio di pantaloni neri con due righe verticali bianche, una tenuta presumibilmente sportiva. Una felpa dalle medesime cromie ne copre l'addome, così da tenerlo al caldo. I capelli son invece corti, tirati verso l'alto tramite del gel e ben sistemati, con dovizia sembrerebbe. Gli occhi ambrati, sotto quel cespuglio castano, si focalizzano proprio su di lui. <Dove sei diretto?> Una domanda unica, senza un "ciao". Si pone lì fermo, statuario fissando esclusivamente l'interlocutore apparentemente, tenendo le orecchie ben aperte. [ Ambient - Chiusa ]
L'uomo lo fissa con un sopracciglio aggrottato, attendendo che possa riferirgli il motivo della sua vita al Dojo. Ne scruta attentamente i lineamenti, compreso il ciondolo che gli pende ad altezza del petto. <Affermativo. E' il quartiere dedicato al clan. Quello alle mie spalle è il Dojo.> Mormora, indicando quell'ammasso di legname con un cenno della mandritta, sollevata e chiusa a pugno, stendendo esclusivamente il pollice per indirizzarlo verso il punto prestabilito. <Devi però capire che il ciondolo non è una valida motivazione per farti accedere. Come presumo saprai, ogni clan ha le sue regole e difficilmente viene permesso l'accesso a chi non vi appartiene.> Spiega con fare placido, per niente irato o serioso. Tenta di fargli capire con doverose spiegazioni il perché del rifiuto. Mantiene le braccia incrociate per il momento, ma la mano mancina scivola lentamente dabbasso, così da andare a recuperare un telefono cellulare al quale sblocca lo schermo. Così facendo, inizia a digitare una serie di cifre necessarie a comporre un numero. Non che ci voglia un genio a capirlo. <Devi parlarne con chi di dovere. Vedo se risponde, altrimenti dovrai prendere un appuntamento con il Capo---> Si blocca immantinente per via del telefono che gli viene tolto dalle mani all'improvviso per via d'una figura che inizia lentamente a prendere forma man mano che s'avvicina alla schiena della guardia. E' un uomo alto circa un metro e ottantadue, dalle spalle larghe, capelli e barba rossi seppur vi sia l'accenno di qualche ciuffetto bianco sparso qui e lì sia nell'uno che nell'altro. Ha un paio d'occhialini ovali che incorniciano uno sguardo severo e rigido, il quale s'abbassa appunto verso lo schermo, chiudendo la chiamata tramite l'apposito tasto rosso. <Kehi, hm?> Muove il capo con lentezza, come se stesse assaporando quel nome, lasciandolo passare tra le sue labbra, finché non giunga a destinazione e dia finalmente il risultato sperato dalla ricerca. <Quel figlio di puttana non smette di farsi sentire. Ha addirittura un discendente.> O così dice Liuka, potrebbe anche non esser vero dopotutto. E se non riuscisse a risvegliare l'innata? Quale sarebbe infine il legame con suo nonno e quel clan? Resterebbe nullo come lo è stato sinora? Tuttavia, porre delle supposizioni non è effettivamente quanto di più necessario al momento. <Oh, buona sera Capo Clan.> La guardia s'inchina per poterlo salutare, portando la testa anche ad abbassarsi per rispetto nei suoi confronti. Le mani son ben adagiate lungo i fianchi, stendendo adeguatamente le braccia. L'uomo definito Capo Clan indossa una camicia giallo ocra con un cravattino cremisi, assieme ad una giacca bordeaux dai bordi argentati ch'è lasciata aperta sul davanti. Al di sotto, prendono posto un paio di pantaloni scuri sormontando un paio di scarpe dalla cromia piuttosto simile, se non poco più scura. <Sai chi era davvero Kehi Yoton, figliolo?> Una domanda a bruciapelo, mentre intima con un cenno del capo al trentenne di potersi allontanare, il quale comprende invero come la discussione possa divenir confidenziale da un momento all'altro. Difatti, nel giro di pochi istanti, resteranno completamente da soli. A Liuka viene donato solo un cenno della dritta ed un'occhiata di sguincio prima di venir lasciato alla mercé del Capo Clan. [ Ambient - Chiusa ]
Alle labbra sigillate dell'uomo sfugge una debole risata che ne percorre l'intero corpo. <Devi saperne di cose, ancora.> Scuote poi lentamente la testolina ammantata di cremisi e bianchi ciuffi, riprendendo il discorso con tono serio. Gli occhi restano ben piantati sul volto di Liuka. <Innanzitutto, Kehi Yoton era un Mukenin del Clan Yoton> Partiamo dalla base, no? Scandisce per bene le parole come se volesse fargliele entrare in testa nella maniera più netta possibile. D'altronde, ha lanciato letteralmente la patata bollente in mano ad un bambino, lasciando che questi possa occuparsene ma senza sapere come. <per qualcosa che non avrebbe dovuto fare.> Sentenzia, ma girando attorno alla vera motivazione e lasciando che la frase muoia prima di raggiungere una spiegazione sufficiente a colmare le lacune altrui. <Un calderone?> La cosa pare sorgergli nuova, tanto da stringersi nelle spalle. <Ho sentito che avevi delle foto a tal riguardo.> Riferendosi proprio a quelle che Liuka stava cercando a ridosso del cellulare, così da farle vedere alla guardia che ha ormai preso tutt'altra direzione rispetto a quella d'entrambi gli astanti. <Ad ogni modo, se sei un suo diretto discendente, sarai qui anche per fare luce sulla tua innata o sbaglio? Non ti ho mai visto bazzicare da queste parti con la tua famiglia, ammesso tu ne abbia ancora una.> La sua non è cattiveria, bensì la consapevolezza di chi ha visto cadere un mondo intero sotto le grinfie d'un Kami. Inoltre, discende dalla stirpe dei Ninja che perdevano i loro cari molto presto, in qualunque battaglia o missione venisse loro assegnata o alla quale prendevano parte. Per questa e ulteriori ragioni, non è insensato ch'egli abbia potuto perdere i genitori: c'è chi è cresciuto totalmente privo dell'istruzione da parte d'una o d'entrambe le figure genitoriali. Non intende dar per scontato alcunché poiché ha di fronte qualcuno che gli sta ricordando la sua storia, il suo passato e quello del Clan. Ne attende chiaramente un responso, prima di proseguire nel loro incontro e nella loro discussione nata dalla conoscenza comune. [ Ambient - Chiusa ]
L'uomo fissa l'interlocutore con attenzione, sondando le sue reazioni e lanciando un'occhiata al dojo. Lo indica con un cenno del capo, così da convincere l'altro a seguirlo. <Se vogliamo testare la tua abilità innata, ci conviene entrare.> Altrimenti darebbero sfoggio della loro abilità innanzi a chiunque possa guardarlo, per non parlare del fatto che rischia d'incendiare buona parte del dojo con un potere altamente distruttivo. <E attiva il Chakra, se non l'hai già fatto.> Non può saperlo, quindi si premura di comprenderlo anziché perder tempo successivamente. Si limita anche ad ascoltare quel che lui proferisce in merito al nonno, annuendo di tanto in tanto con un lento movimento del capo. Assimila, ma per il momento pare restare in silenzio, come a voler capire cosa passi per la testa di Liuka prima d'aprire bocca a sua volta. <Quindi, che rapporto avete con tuo nonno?> La domanda appare quanto più lecita possibile, indicando come voglia un'ulteriore spiegazione in merito ai pochi cenni che Liuka stesso vi ha appena fatto. Lo guarda di sottecchi, da sopra la spalla, mentre inizia ad avanzare alla volta dell'ingresso del dojo. <L'affinità al Doton e al Katon, per quanto necessari all'attivazione dell'innata Yoton, possono anche non essere influenti.> L'avvisa, sottolineando l'ovvio, ma mettendolo comunque al corrente delle possibili conseguenze negative di questo test, di quest'incontro. Il di lui tono appare comunque piuttosto calmo per quanto leggermente burbero, ingobbendo lievemente le spalle come se su di esse vi fosse il peso d'un intero mondo. <Un'amica?> Che conosce qualcosa del clan? Che fa parte del clan? Sono molteplici le domande che vorrebbe porre a seguito della prima, ma è costretto a soffermarsi maggiormente sull'ultima affermazione del ragazzo. Arresta l'incedere, ormai giunto in prossimità della porta scorrevole, lasciandola spostarsi sul proprio asse verso l'interno della parete cava. <Spero ti abbia passato esclusivamente l'innata Yoton e non il tradimento verso il Clan. Quello sarebbe un vero peccato.> Fa schioccare la lingua contro il palato. <Se non sapevi niente di tutto ciò, vuol dire che non conosci neanche la ragione per la quale ha tradito.> Ammette, assottigliando le palpebre e lasciando che sia lui il primo ad accedere, qualora sia riuscito effettivamente ad attivare il Chakra - ammesso intenda farlo e seguirlo, chiaramente. Può anche protendere per abbandonare questa via, come vorrebbero i suoi genitori. Ma quanto di tutto ciò ricapiterebbe ora che c'è andato così vicino? [ Ambient - Chiusa ]
Il dojo ha delle caratteristiche strettamente orientali, alla pari d'una decade prima seppur siano pochi i sopravvissuti che rammentano com'era fatto il vecchio luogo d'allenamento degli Yoton prima che la furia di Yukio vi s'abbattesse. Oltre ai classici color ciliegio ed ebano che s'intersecano alla perfezione, al centro esatto di questa sala adibita ad allenamento, v'è un rettangolo dai due lati più lunghi pari a venti metri e le altre due estremità pari a dieci metri. Questo rettangolo è totalmente nero, probabilmente composto da materiali ignifughi. Nonostante sia tale, non è innaturale trovare delle bruciature lungo tutta la pavimentazione, mascherandosi con la tonalità di colore del rettangolo scuro. Per quanto possa essere ignifugo, hanno a che fare con della lava e non con del semplice fuoco. Quindi, alla fin dei conti, qualcuno potrebbe anche domandarsi per quale assurda ragione hanno pensato di costruire il dojo in legno, ma probabilmente c'è più gente legata al passato di quella che si possa pensare. Lungo le pareti laterali, vi sono disegnati due draghi infuocati i quali solcano la suddetta parete per oltre venti metri. Direttamente opposto all'ingresso, vi sono delle ulteriori porte a scorrimento che, con molta probabilità, conducono all'esterno del dojo dall'altro lato del quartiere dove cominciano le abitazioni e qualche attività del Clan stesso. Il simbolo del Clan, invece, è rappresentato in alto di fronte all'ingresso così da essere comunque ben visibile per quanto si tratti esclusivamente d'una fiamma giallo-arancio. Al momento, non pare esservi nessuno forse anche per via dell'orario prettamente serale. Liuka, dal canto proprio, si limita a comporre il mezzo sigillo caprino e a richiamare le due energia, fisica e mentale, al fine ultimo di unirle in un'unica sfera, la quale darà vita all'effettivo Chakra che ne alimenterà il corpo. L'uomo si ferma al centro esatto di quel Dojo, proprio nel rettangolo scuro al suolo. Si lascia scappare una piccola risata ironica. <Quanto può essere cattiva l'intenzione di donare parte del proprio sangue e della propria innata ad un Mukenin che ha poi tentato di distruggere l'intera nazione, liberando persino dei carcerati da Hoozukijoo? Forse sei troppo piccolo persino per conoscere questo luogo. E sono certo tu sia troppo giovane per conoscere Ryota Nara e le sue gesta.> Fa schioccare la lingua contro il palato, di nuovo, palesemente infastidito da quest'argomento, per quanto sia effettivamente necessario parlarne. Liuka è lì anche e soprattutto per scoprire la verità su suo nonno, nonché sull'eredità che potrebbe avergli lasciato. <Per quanto riguarda l'innata> Sentenzia, schiarendosi la voce con un piccolo colpo di tosse. <funziona all'incirca come l'impasto del Chakra: puoi aiutarti con l'immaginazione delle due sfere riguardanti l'elemento Doton e quello Katon. Andandosi ad unire e miscelare, sono in grado di formare l'elemento Yoton, la lava.> Lo fissa, portandosi le mani dietro la schiena, inspirando poi col naso. L'espressione non è mutata col tempo, rimanendo sì vigile, ma al contempo anche troppo serio. <Dopodiché va convogliato nelle ghiandole salivari dalle quali, se risvegliata a dovere, potrai espellere un getto di lava da usare in combattimento o per difenderti, oltre alle tecniche relative al clan.> Incrocia le braccia al petto, compiendo un passo indietro. Ogni Yoton è immune alla propria lava, ma non a quella degli altri: mica scemo. [ Ambient - Chiusa ][ Eventualmente, per attivare l'innata occorrono 2/4 e consuma 1pt Chakra a turno. Per altre informazioni, puoi consultare l'innata da Registri > Clan > Yoton ]
Il Capo Clan resta ad osservare la figura di Liuka, soffermandosi sul suo volto per comprendere se dica o meno la verità. <Vent'anni fa, un Mukenin di nome Ryota Nara, era riuscito ad ottenere il gene degli Yoton ottenendo la nostra innata> Cerca di spiegargli nella maniera più semplice possibile, affinché comprenda quel di cui sta parlando. E' effettivamente successo troppo tempo prima per ricordarselo o anche solo per essere nato. <passandola poi evidentemente ad altra gente.> Borbotta, sorvolando sull'argomento piuttosto in fretta poiché torna su quell'originale. <Vorrei tanto definirlo la "buon'anima" di tuo nonno, ma di buono non aveva nulla e dell'anima non credo ve ne sia l'ombra.> Commenta piccato, stringendosi nelle spalle e continuando nel suo racconto senz'alcun evidente intoppo, a meno che quest'ultimo non sia generato direttamente da Liuka qualora abbia domande da rivolgergli. <Sta di fatto che il nostro gene non deve essere passato a gente che non lo merita, a meno che non sia strettamente approvato dal Capo Clan - in questo caso io. Difatti, con gli innesti dei nostri genetisti, è possibile donare l'innata anche a chi non fa parte del clan per discendenza. All'epoca di tuo nonno, ciò non era assolutamente fattibile.> Ed è per questo che venne dichiarato un Mukenin, non tanto per averlo ceduto ma a CHI l'ha passato. Quel potere devastante, in mano ad un essere del genere, ha portato scompiglio in ogni dove per molto tempo, portando i villaggi quasi ad inginocchiarsi, ma poi a risollevarsi. Il ragazzo, nel frattempo, richiama correttamente la propria innata. Sentirà dentro di sé un calore crescere a dismisura, ma non brucerà né ne sarà vinto. Immune al suo stesso potere, potrà sfruttarlo anche sul proprio corpo anziché soltanto all'esterno. Le ghiandole salivari si riempiono di lava, la quale viene poi usata per generare un getto di quest'ultimo elemento che va a cadere a terra, poco distante da sé. E' invero alla pari d'uno sputo, ma può migliorare, anzi deve farlo. Incandescente, brucia lentamente quella pavimentazione, ma andrà a solidificarsi man mano. <Chi l'avrebbe mai detto che tuo nonno facesse qualcosa di buono, dopo la morte.> Una sorta di redenzione? Possiamo definirla così per davvero? L'uomo conduce una mano ai capelli, andando a scompigliarli appena. Dopodiché sistema gli occhiali. <Puoi venirti ad allenare qui, se vuoi. Ma un passo falso e sei fuori.> Si dice che si prenda direttamente dai propri parenti per quanto riguarda il carattere e il modo di fare. Liuka, invero, il nonno non l'ha mai conosciuto, quindi forse questo rischio non lo corre affatto. <Hai altre titubanze?> Gli domanda, giusto per sincerarsi che nulla venga lasciato al caso e che il giovane abbia fugato qualunque dubbio avesse in mente quand'è arrivato al dojo. [ Ambient - Chiusa ]
Un nuovo cenno del capo da parte del Capo Clan sancisce la risposta all'altrui primo affermare. Gli mostra un diligente sorrisetto prima ch'egli possa andare via, come se fosse il fascio di luce che sbuca dopo il passare della tempesta. <Sarò qui per qualunque dubbio.> Lo avvisa, cercando soltanto adesso di metterlo a suo agio, specialmente quando ci tiene a sottolineare come sarà lui - e lui soltanto - a prendersi carico della macchia di suo nonno, lasciando da parte i suoi genitori. <Come preferisci. Nessuno se la sarebbe presa coi tuoi genitori in ogni caso. Sfruttiamo l'essere in un mondo nuovo, in un villaggio nuovo per ripartire da capo. Il passato non deve essere dimenticato, ma non bisogna neanche vivere attraverso quest'ultimo.> Compiaciuto di come sia andata la giornata, gli lascia comunque qualcosa su cui lavorare, oltre all'allenamento. Lo saluterà di rimando qualora non ci sia nient'altro da aggiungere, protendendo per dirigersi in tutt'altra direzione, sparendo alla vista di Liuka con un mero cenno della mandritta. Uscirà dal retro, permettendo invece al neo Yoton d'utilizzare l'uscita principale, affinché possa tornare esattamente da dov'è venuto - ma non per cattiveria! Il grosso è fatto, un grande passo è stato oltremodo compiuto dal ragazzo, il quale ha fatto senza dubbio luce sui misteri di famiglia, portandosi a casa un lascito non indifferente. [ Ambient END - End non obbligatoria ]