A toxic relationship
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Giocata del 17/11/2021 dalle 13:27 alle 15:35 nella chat "Zona Industriale"
Partiamo da qualcosa di semplice: non aveva risposto al messaggio che rasetzu le aveva mandato la sera prima, aveva visualizzato ed evitato deliberatamente di rispondere senza darsi nemmeno pena di cliccare "spunta come non letto" per sbattergli proprio in faccia la sua incazzatura. Ma oggi, ora, nella Sua casa fino a cosa contraria, pare essere completamente calma e posata, ovviamente non significa che sia anche arresa al rasetzu ubriaco, ma lo ha trattato con una fredda cortesia per tutto il tempo in cui era rimasto a casa, come se fossero tornati all'inizio della convivenza. Niente baci all'improvviso, niente colpetti mentre passava attorno al rosso, niente cuoricini col ketchup sulla carne che gli preparava. Erano solo due che erano finiti sotto lo stesso tetto per qualche scherzo del destino, e per schifare ancora di più il rosso non aveva nemmeno dormito con lui ma si era auto bannata nel divano con una coperta e un cuscino. Nemmeno ci fossero dei gatti sul letto che le prendevano tutto il posto. In questo preciso istante per altro, sta facendo dei conti con gli scontrini, in realtà in molte delle più ovvie urgenze dell'adulto doku le riesce a fare appieno, e forse per questo rasetzu può usare la cosa come scusante in tribunale, in più, ha lasciato una bottiglia di birra nuova nel frigo, una cosa che mai si è vista perché l'unico alcolico oltre a quello per le ferite ammesso in casa è il vino bianco per soffriggere quelle poche volte che doku ha voglia di cucinare come si deve Pur essendo in casa, è come se si sentisse da solo. Per ovvie ragioni, a detta della ragazza, quest'ultima non gli rivolge la parola né risponde ai messaggini che le invia sistematicamente ogni momento libero - che sia a lavoro, persino in casa, come adesso. Sblocca lo schermo, così da scrivere rapidamente un piccolo messaggio nella chat che lei presumibilmente sarà portata di nuovo ad ignorare. "Ti preparo i pancake?" è una domanda legittima, legata anche alla prima volta in cui le ha preparato qualcosa di buono che fosse anche sostanzioso e che, specialmente, non fosse un alimento andato a male (perché è capitato, ovvio, nella sperimentazione in cucina che l'ha visto vittima negli ultimi due mesi). Indossa una camicia bianca le cui maniche son arrotolate poco sopra i gomiti, così da lasciare gli avambracci completamente scoperti così come le cicatrici che si porta dietro lungo le vene principali. Al di sotto, prendono posto un paio di pantaloni neri aderenti alle magre gambe, sorretti da una cintura d'egual cromia. Ai piedi, infine, le scarpe laccate scure rintoccano leggermente sul pavimento dell'abitazione che divide con Dokuhiro. S'è alzato proprio per raggiungerla, per capire in che zona della casa s'è andata ad infilare. <Hiro?> Cerca di richiamarla, difatti, sbucando immantinente nel bel mezzo della sala, adocchiandola non molto distante da quel punto seduta a far qualcosa di cui non capisce tutt'ora il senso. Non le dice alcunché, si limita a stringersi nelle spalle e ad effettuare i primi passi alla di lei volta. Che non voglia rispondergli ai messaggi è un conto, ma che debba ignorarlo anche quando son di presenza gli viene a male, gli arreca un fastidio indicibile. <Parlami.> Ci prova, serio nel tono e nell'espressione che gli rivolge, mascherando quel piccolo cenno di preoccupazione che la situazione gli dà di rimando. [ Chk On ] è naturale che qualcuno come rasetzu non colga la differenza di un piano di risparmio ben calibrato, d'altronde fino a qualche mese prima nemmeno sapeva che si chiamasse rasetzu dal tanto che era impasticcato! ovviamente invece doku non ha nemmeno risposto alla domanda del rosso su dove si trovasse anche se ha fermato per qualche istante la sua attenta calligrafia del blocchetto accanto, tenendo lo scontrino nell'altra, ma duramente affila il volto scheletrico in marmoree volte a significare chiaramente che non ha alcuna intenzione di rispondergli, nemmeno quando è li a poca distanza da lei, prendendo il suo tempo per scrivere un'altra cifra sotto alla colonna con scritto "spese di..." seguendo mese e anno corrente, lo fa ogni volta che qualcuno dei due va a fare la spesa e riporta uno scontrino, senza contare ovviamente quello che si compera lungo la via o che comunque non ha a che fare strettamente con lei. perche si. rasetzu ha anche la disponibilità di prendere i soldi necessari per i suoi esperimenti culinari e spese simili direttamente dal "cassetto dei risparmi" che tiene in un angolino della cunina dietro alle riserve di detergenti e compagnia. ma mai una volta che le venga voglia di usarle per dare una pulita alla casa che, esattamente come quando era arrivato rasetzu, è lasciata andare come quella dall'altra parte della città. poggia la biro dove la aveva presa e chiude in quattro pezzi lo scontrino, mettendoli sulla pila di quelli che aveva gia fatto passare con una posa rigida e autorevole Ed ecco che gli sale l'agonia e la rabbia. Si cruccia l'espressione sul volto del rosso, il quale continua a guardare l'interlocutrice che, dal canto proprio, bellamente lo ignora. Fa schioccare la lingua contro gli incisivi affilati, mostrando quella lunga schiera di denti bianchi e appuntiti. Inspira profondamente, trattenendo parte di sé pur di non dar a vedere quanto questo gli stia dando fastidio. E' qualcosa che dura veramente poco. La lascia fare, osservando come sistemi gli scontrini e riporti la spesa in modo accurato. Lui non lo fa di certo, ha altri calcoli a cui pensare. <Hiro.> Più autorevole, non si tratta d'una domanda come poc'anzi, bensì pretende d'avere una risposta, qualcosa che possa fungere da deterrente alla rabbia che sente crescere dentro di sé. <Ti ho mandato un messaggio.> Si poggia contro lo stipite che fa da ripiano in cucina, quello che sovente usa per preparare dei manicaretti piuttosto basilari, non essendo un cuoco né volendolo diventare. E' nato come un hobby per non pensare costantemente alla voglia incessante di bere che gli faceva bruciare il corpo intero, compresa la gola. Incrocia le braccia al petto, piegando la testa da un lato - precisamente sulla sinistra - restando a fissarla imperterrito. <Parlami, cazzo.> Ripete le stesse parole, ma irrigidendosi sul posto. Le unghie si infilano lungo il bicipite, nonostante vi sia il tessuto della camicia di mezzo, la qual cosa forse lo protegge da un'eventuale ferita che avrebbe risvegliato, come al solito, l'innata. Arrabbiato com'è, potrebbe anche non accorgersene. Ed è inutile nasconderlo perché è bravo a mentire, ma non quando gli si legge in faccia e non nel momento in cui PRETENDE che chi ha di fronte CAPISCA che lo è per davvero. <Non farmi essere cattivo.> Oh, ma lo sei già stato. Vogliamo peggiorare la situazione anziché cercare di risolverla? [ Chk On ] si cruccia le sopracciglia quando viene a sapere che le ha mandato un messaggio, il cellulare è li ma a faccia in giu, e allunga una mano per andare a voltarlo su se stesso per poi sbloccarne l'anteprima, aguzza gli occhi per leggerne le scritte e chiude di nuovo il cellulare scansando lo sguardo in una perfetta maschera di indifferenza. non ne vuole di pankacke. a quanto pare. piuttosto stava per tornare a fare le sue cose quando rasetzu impone la sua autorità sulla piu giovane, un'autorità per altro estrememanete infantile ma abbastanza forte perche la donna socchiuda gli occhi e prenda un lungo respiro andando ad alzarsi e dirigersi verso il frigo piccino ma comodo per chi come loro è sempre in fuga, lo apre e ne estrae la birra che aveva lasciato lì da un paio di giorni, chiudendosi dietro lo sportello e fa gli ultimi passi per raggiungere l'altro tenendo la bottiglia dal collo della stessa, una volta completato il fatto ed essere abbastanza vicina gli sorride...e gli schianta sulla zucca la bottiglia di vetro che potrebbe anche rompersi con la stessa velocità e improvvisa furia di quando gli ha quasi dato un pugno tra le gambe, ma stavolta non c'è quella giocosità precedente <non sei l'unico cattivo, qui, ricordalo.> gli assicura con un sorriso contorto da quella furia che la sua indifferenza stava mascherando così bene. lei si che è brava a mentire. e purtroppo per rasetzu ha detto la cosa sbagliata nel momento in cui non era ancora lontanamente sbollita, anche se sanno entrambi che significa la sua condanna a morte per il gesto appena compiuto, ma nemmeno...si mette in guardia. aspetta, dritta come un fuso piena di ira Come volevasi dimostrare, la ragazzina è ancora arrabbiata - anche troppo, in realtà. La guarda prendere il telefono ed ignorare completamente il messaggio. Come al solito, oseremmo dire, ma non pronuncia niente. Le sue corde vocali restano immobili. La scruta successivamente avvicinarsi al frigorifero, così da prendere una bottiglia di birra. Non ne va pazzo, ha sempre preferito altre tipologie d'alcolici di gradazione maggiore - ovviamente. Riesce a seguirne i movimenti con estrema calma, tanto da intuire cosa voglia andare a fare con il sollevarsi della bottiglia verso l'alto, tenuta dal collo nella sua esile mano. Le inferior leve, irrorate di Chakra, dovrebbero essere abbastanza veloci e scattanti dal permettergli una fuga laterale. Sicché dovrebbe adoperare la mandritta - sua mano portante, rispetto al rosso ch'è mancino - egli inclinerebbe il baricentro verso la sinistra, dunque in maniera totalmente opposta a Dokuhiro e alla sua minaccia. <...> Piegherebbe le ginocchia affinché possa abbassarsi di qualche centimetro, spostando completamente il suo esile peso sulla gamba in questione, la quale favorirebbe il principio del movimento. La velocità utilizzata è eccessivamente alta per permettere alla ragazza di seguirlo, ragion per cui risulterà totalmente invisibile come se avesse usato un teletrasporto. Non solo. Nonostante voglia protendere per il lato sinistro a lui più comodo, egli adotterebbe un movimento semicircolare affinché possa terminare il suo spostamento ad altezza della schiena avversaria. Soltanto una volta giunto a destinazione, evitando l'attacco, bercia con quanto segue: <Che cazzo, non sprecare l'alcol.> E' per caso un metodo per farla arrabbiare ulteriormente? Perché temo che ci stia riuscendo piuttosto facilmente. Solleverebbe la mancina, lungo la quale andrebbe a richiamare il suo Chakra medico, quello che non usa quasi mai invero, se non per far del male alla gente che, al contrario, dovrebbe essere in grado di curare. Lo farebbe fuoriuscire dagli tsubo lungo l'arto in questione, affinché esclusivamente le dita - ben unite tra di loro senza lasciare spazi - vadano ad illuminarsi d'un Chakra azzurrognolo, quasi verde. La parte anteriore è molto tagliente, non a caso si tratta d'un bisturi adoperabile anche durante dei combattimenti. Lo punterebbe alla sua gola, con l'altra mano che va poggiandosi contro la spalla corrispondente affinché resti immobile. Non vuol farle male per davvero. <Peccato che io abbia esperienza con omicidi, ferite, mutilazioni e stupri> Le sussurra all'orecchio. <a differenza d'una ragazzina del cazzo che pensa di potermi comandare.> Soffia con rabbia, spostandole qualche ciocca di capelli. <Muoviti e ti taglio la gola. Resta in silenzio e ti taglio la lingua, perché tanto cosa te ne fai se non la usi per parlare con me, hm?> Le chiede, mostrando un piccolo ghigno di compiacimento per quel che sta facendo, riprendendo in mano la situazione e il controllo che da essa deriva. <Sei arrabbiata soltanto perché ho bevuto un goccio in compagnia. Voglio ricordarti che non hai alcun potere decisionale su di me. Quel che ho fatto, l'ho fatto perché mi andava bene.> Vomita fuori la sua rabbia sia coi gesti che con le parole. [ 1/4 - Attesa dell'attacco + 1/4 - Spostamento laterale + 2/4 - Bisturi di Chakra ][ Chakra: 55/60 ] <sei anche deficente, cosa ho fatto poco fa? ti ho parlato, no?> replica all'altro immobilizzata dal timore di finire contro il chakra tagliente, non ha nemmeno attivato il suo perche è una scema. e in effetti ha esagerato. voleva dargliela in testa la bottiglia, vero come fosse il giorno, ma ha sbagliato il momento e ha reso tutto molto piu chiaro alla luce del giorno <ma lo ho su questa casa. ti avevo dato solo quattro regole, rasetzu! quattro!> bercia pure lei con il volto cortorto dall'ira mentre afferra il polso dell'uomo anche se non ha certamente la forza di spingere via l'arto intriso di chakra <ah, bene, allora non ti dispiace se anche io vado a farmi un goggio in compagnia di qualche ichigo, mh?> replica all'altro ben sapendo che questo potrebbe solo farlo incazzare ancora di piu. e no, il fatto che sia attualmente sotto quasi minaccia di morte non aiuta <tanto non puoi nemmeno dire che non hai fatto niente. eri messo così male che minimo da qualche tipa lo hai infilato di certo> forse è quello che la fa incazzare di piu? anche perche si sta provando ad agitare quando ne parla anziche rimanere ferma come poco prima <lasciami! giuro che ti mordo!> aggiunge come se il solo pensiero di ricordare come era conciato, o forse gelosia per pensarlo finito con qualcuna, le potesse dare davvero la forza di azzannarlo <ti rammento che anche io ne ho, scemo! pel di carota!> riguardo a cosa l'altro sappia fare e cosa lei no provando pure a pestargli il piede piu vicino giusto perche ha detto che la ammazza *goccio Digrigna i denti, mantenendo il bisturi ancor formato e posizionato nei riguardi dell'altrui gola, pronto a colpire se soltanto fosse necessario. O si fermerebbe prima? Non è dato saperlo, ma gli reca un grosso fastidio in ogni caso. <Non hai risposto alle mie domande, prima.> Se vuole i pancake più gli altri messaggi che le ha mandato, ai quali non ha neanche dato un'occhiata se non di sguincio. Si sente arrabbiato e infastidito. Quell'emozione sale dentro di sé fin quasi a farlo esplodere. Non la sopporta quando fa così. Non la sopporta! Freme sul posto, desideroso d'affondare quelle dita nel collo della vittima, saggiarne il sangue che gli scorre nella carotide e lasciarla agonizzante al suolo, fissandola finché non sarà giunta la sua ora. <Le tue regole prevedevano di non portare alcol, droga o donne in questa casa: e non l'ho fatto.> Sancisce, chinandosi ancor di più in sua direzione, ma lasciando che quel bisturi valga ancor come presa di posizione e di minaccia, affinché ella non si muova d'un millimetro. E' così vicino da poterle illuminare in parte la guancia e il collo. <E non ero neanche conciato male, altrimenti sarei finito in bagno a vomitare per tutta la notte ed oltre. Avevo solo mal di testa ed il classico post sbornia che passa con una cazzo di aspirina.> Bercia ulteriormente, dandole delle spiegazioni che, invero, potrebbe anche evitare di rivolgerle, ma che reputa necessarie affinché le entri in testa quant'accaduto e la motivazione becera della sua rabbia. <No, vieni con me a farti un goccio se ne vuoi. Così capisci che posso essere il solito Rasetsu di sempre anche se qualche volta mi lascio andare.> Ringhia in sua direzione, strattonandola leggermente, pur tenendo ben ferma la mancina. E' un dannato chirurgo e non ha bevuto né s'è drogato, ragion per cui il suo braccio portante è letteralmente IMMOBILE, non si muove d'un millimetro. Sa essere molto preciso quando vuole. Ghigna poi. Quando Dokuhiro mostra quel velo di gelosia, non può fare a meno di ghignare come uno scemo. Un clown, ecco a voi signori. Il meglio della nostra gamma di pagliacci. La mano dapprima poggiata sulla spalla vien sollevata, portando le dita tra i suoi ciuffi e cercando di aggrovigliarli ad esse. Tira leggermente, facendole provare quel velo di dolore dato dal cuoio capelluto e dai capelli strattonati. <Oh, quindi è questo il problema. Non si tratta del fatto che io abbia bevuto, ma di cos'abbia fatto durante la sbronza, hm?> Il di lui tono s'abbassa, facendosi comunque molto vicino all'orecchio della fanciulla, disattivando successivamente il bisturi di Chakra onde evitare che - conoscendola - vi si butti per farsi male, pur d'evitare di restare intrappolata tra le sue grinfie. <Mi piace quando mi mordi, quindi fa pure. Ma dobbiamo parlare seriamente di questa situazione ed è difficile farlo se fai l'immatura, non rivolgendomi la parola, sai?> Si dimostra lievemente più maturo dell'altra in questo momento, provandoci quanto meno e sottraendo immediatamente il piede alle sue grinfie, ritirandolo leggermente indietro. I capelli, a questo punto, vengono tirati in maniera più forte, atta proprio a fargli male pur di fermarla. <Richiamo il sangue se non la smetti. E in quel caso, sai bene che rischi di finire sbattuta contro il muro più vicino prima di potermi insultare di nuovo.> Giusto per dire. [ Chk On ] <se è dentro di te, è ovvio che lo porti in casa!> gli fa notare quel piccolo dettaglio come se volesse rigirare la frittata per far il canto proprio <davvero? DAVVERO?!> grida all'improvviso con furia anche se il braccio immobile le attanaglia il petto e lo blocca senza poter urlare come si deve, per la prima volta <biascicavi che non ho tette e che volevi una con quelle grosse, rasetzu! il solito rasetzu non mi...> si zittisce, serrando le labbra come se fosse in preda a una crisi che non vuole dare adito ad aver ragione all'altro, soprattutto quando le fa notare che sia il vero problema cosa abbia fatto durante la sbronza, e no, ironicamente non è così pazza da autosuicidarsi buttandosi contro la mano, ma apprezza che venga tolto e pertanto si rilassa lievemente...per quanto stia sbuffando dalle narici tipo toro dal tanto che è arrabbiata <in quale senso "sbattuta"?> replica all'altro ma si ferma costringendo a seguire l'onda dell'altro dato che le tira i capelli <sono calmissima> bugia stratosferica sta sputando acido misto a fuoco per tutto l'appartamento dal tanto che è irata <vediamo se ti piace ancora quando ti mordo il vermicello che hai tra le gambe, deficente> no, non riesce proprio a calmarsi ne a lasciar andare ma la sua furia per quanto non sia affatto sopita si esaurisce nel momento in cui ha ben poca resistenza fisica, rimanendo ferma tra le grinfie del rosso <...voglio qualcosa di dolce.> si lascia sfuggire dato che voleva una risposta ai messaggi che le ha inviato anche se ancora è piu che incazzata anche se pare piu una piccola bambola di pezza dato che ha rilassato abbastanza i muscoli (in realtà morti per il poco sforzo che ha fatto) adagiandosi un po contro il braccio di rasetzu e un po contro il suo corpo
Giocata del 18/11/2021 dalle 13:43 alle 15:26 nella chat "Zona Industriale"
La ragazzina è totalmente fuori di sé a ragion veduta, però. Aveva promesso che non avrebbe bevuto e invece l'ha fatto. Tuttavia, il rosso non è idoneo al mantenere le promesse. E lo ha appena dimostrato con poche e spicce parole, anche se son stati certamente i fatti a decretarlo in primis. <Non lo porto in casa se l'ho già digerito e deve passarmi soltanto l'effetto.> Replica immediatamente, come se questa sequela di scuse possano essere più che sufficienti per convincerla del contrario. Hiro si sta dimostrando sempre più infastidita e non può farci granché. Chiederle scusa perché ha bevuto è chiaramente fuori questione. Stringe maggiormente la presa sulla sua spalla con la mano buona e libera da qualunque tecnica decida d'usare nei suoi confronti. La mano s'avvicina al petto, passando per davanti pur restandole dietro la schiena così da avvicinarla a sé. Il mento vien poggiato sulla sua testolina, sicché più bassa del demone, il quale socchiude appena lo sguardo. <Il solito Rasetsu ti ha detto apertamente che non è in grado di mantenere una relazione stabile, che non è sicuro di prometterti fedeltà eterna e che non stiamo assieme.> Le lascia il discorso aperto, mettendo un punto che può esser tolto nell'istante in cui Dokuhiro decida di dargli una risposta esaustiva che possa costringerlo a parlare ancora dell'argomento appena trattato. <Tuttavia, nonostante avessi la possibilità d'andare con un'altra donna> A pagamento, ovvio. Si dimostra alquanto sincero. <non l'ho fatto e, seppur fossi ubriaco, ho trovato la strada di casa per tornare da te.> Le poggia un delicato bacio al centro del capo, tra i capelli che sposta leggermente usufruendo del mento e della guancia. <Non voglio essere stronzo, ma sono rimasto ad ammirarti anche quando mi hai fatto vedere come ti hanno ridotta. Non è abbastanza per capire che ci tengo?> Sospira pesantemente, sollevando gli occhietti verdastri al soffitto e staccandosi leggermente da lei, affinché possa capire che anche lui non ci sta restando bene con quanto gli sta rivolgendo, ma che comunque è lì e le sta parlando. Chiaramente, ha lasciato andare i capelli che stringeva con una mano ben prima di tutto ciò. <Nel senso che ti piace tanto, ma non c'è il mood adatto adesso.> Un pizzico d'ironia è possibile sentirlo nel tono della sua voce, abbastanza da farlo sorridere leggermente. Svanisce nell'esatto istante in cui Dokuhiro lo minaccia neanche tanto in maniera velata! <Non sputare nel piatto in cui mangi.> Sicché tutt'ora ''usufruisce'' del vermicello del rosso senza neanche lamentarsi più di tanto. La vede e la percepisce appoggiarsi contro il suo petto, facendo aderire il palmo e le dita della dritta a ridosso dell'altrui sterno, spingendola ulteriormente verso di sé. <Non intendo farti i pancake.> Non se li è meritati affatto. [ Chk On ] <non è una buona scusa> riguardo al fatto di dover solo togliere gli effetti della sbornia <gna. Non mi baciare. Avrai un centinaio di malattie veneree dopo l'altro ieri> replica con un tono lamentoso quando viene baciucchiata sul capo <non è comunque una giustificazione, non ho alcuna intenzione di lasciarti bere e finire per venire mutilata o dormire all'addiaccio come l'altro ieri> perche se ne era andata platealmente per fargli passare la sbornia e defilarsi durante l'ubriacatura <eri ubriaco. Non puoi ricordarlo. Ricordavo ad esempio di aver pisciato nel frigo?> replica all'altro provando ad alzare un po la testolina anche se sente solo il mento dell'uomo sul capo <perche? Pensi che io ti sia fedele ciecamente?> replica all'altro giocando le sue stesse carte <...punto tuo.> sul vermicello, alzando pesantemente una manina perche è stanchissima dopo tutta l'agitazione di prima che le ha fatto perdere i pankacke <cattifo> replica sbuffando da una guancia come se davvero ci avesse creduto di poter avere il dolce promesso <sai. Penso seriamente che dovresti cambiare ricetta. Se ci fai caso quei panckhake sono sempre sullo sfondo di qualche discussione> come se fosse una cosa importante da ribadire i quel preciso momento. <comunque dell'odore di quella puzzavi...> borbotta irritata anche se il volto monoespressivo rivela qualche traccia di...gelosia? Forse, sicuramente non ha alcuna intenzione di lasciargli fare quello che gli pare <e mi hai guardato il petto con schifo. Perche non ho le tettone> finalmente lo sputa pure quello *ricordavo *ricordavi Fa roteare gli occhi verso l'alto - forse per l'ennesima volta durante questa discussione che lui reputa quanto più inutile. E quando gli vieta di baciarla, lui non farebbe altro che dargliene un altro paio esattamente dove li ha depositati in precedenza. <Dovresti preoccuparti per quelli che ho avuto prima di incontrare te e non per l'altro ieri.> Le eventuali malattie veneree delle quali Dokuhiro parla, in effetti, lei potrebbe averle già contratte proprio perché ben prima ha avuto a che fare con chissà quante altre prostitute. Letteralmente, togliendo l'unica relazione quanto mai stabile e sana che sia riuscito ad avere. Ridacchia per via di quanto detto e fatto, continuando però ad ascoltare quello che gli viene raccontato dalla ragazza. Aggrotta le sopracciglia, piegando la testolina rossa di lato. <Non so proprio di cosa tu stia parlando. Questa te la sei inventata di sana pianta.> Sancisce in sua direzione, allontanandosi di qualche passo cosicché possa darle modo e spazio di girarsi e fronteggiarlo qualora voglia, a meno che non intenda volgere la schiena al diretto interessato. Non crede assolutamente a quanto detto. Non ha mai commesso niente del genere, ma è pur vero che l'ubriacatura molesta fa perdere parecchi ricordi di quel che si è fatto. <No, non lo penso e, per quanto possa darmi fastidio, comprendo che sia la stessa cosa che farei io. Ciò non toglie che mi darebbe fastidio.> Sottolinea nuovamente, come a voler far intendere che sarebbe conveniente non farlo affatto. Rischia di finire s'una pessima strada con temibili conseguenze. Tuttavia, com'è giusto che sia, non ha alcuna voce in capitolo con lei s'un argomento del genere; idem il contrario. <Vuol dire che non ti farò altri pancake.> Sancisce, dando riprova d'un autocontrollo seppur poc'anzi gli sia sfuggita praticamente la mano con il bisturi di Chakra, sicché ha rischiato letteralmente di farle del male. E non gli sarebbe dispiaciuto veder quel cremisi liquido scender dalla sua gola e venir succhiato--- A cuccia. La mano libera scenderebbe a ridosso del gluteo corrispondente dal medesimo lato, così da palpare senza ritegno e chiuderlo delicatamente tra le falangi il palmo. <Già> Ammette senza pudore. <ma compensi con altro.> Per l'appunto, compiendo un paio di rapidissimi passi indietro dato che corre il rischio che gli vengano di netto staccate le mani - o peggio. <Quindi?> Portando queste ultime sui rispettivi fianchi, premurandosi di aver disattivato quel bisturi prima di farsi del male. <Pace fatta?> Come no. Funziona. [ Chk On ] <pensi che non ti ho controllato mentre ti pulivo dalla droga?> gli fa presente con un sogghigno feroce in volto, d'altronde è stata praticamente la sua infermiera per parecchio, in cui se la è pure vista brutta in un paio di occasioni <se lo credi tu...> riguardo a cosa l'altro abbia fatto durante l'ubriacatura molesta che lo ha visto protagonista nelle precedenti sessioni, ma quando assicura che anche lei ha gli stessi diritti di liberta (come no) ammette di alzare un sopracciglio con aria evidentemente di qualcuno che non ci crede affatto <tesoro, mi credi un idiota?> chiede spiccatamente ora che si può voltare e guardarlo piazzandosi pure le mani sui fianchi stretti <suvvia sappiamo entrambi che per fastidio intendi uccidere prima lui e poi me. Non che posso biasimarti, lo farei anche io> due persone tossicissime che riescono addirittura ad avere un testa a testa simile equo tranne che per le tecniche più avanzate del rosso e lo fissa avvicinarsi con il suo solito sguardo enigmatico prima di arrossate leggermente sulle gote. E in effetti si può dire che davvero la parte del fondoschiena è il suo salvagente...se si supera la stoffa che però vede il rosso fare una toccata. e fuga, lasciandola un po spaesata prima di scansarsi sul lato e stringere le braccia sul petto inesistente <se lo credi tu, allora va bene> traduzione per chi non comprende le donne: sta ancora incazzata nera e potrebbe uccidere chiunque conosci nell'arco di diverse regioni. Ovviamente è più corto dire nell'altro modo Non che sia sorpreso dalle parole pronunciate dall'altra e tanto meno dovrebbe sorprenderla la risposta che sta per darle. <Non sei un medico e per capire la presenza o meno d'eventuali malattie veneree, dovrei fare un tampone e non ne ho minimamente l'intenzione. Inoltre, sono immortale, quindi non è qualcosa che mi tange.> Come al solito, reputa d'essere immune come la leggenda dei Kokketsu vuole che appaino. Si stringe nelle spalle, restando ancor a debita distanza consapevole del fatto che la fanciulla sia ancora arrabbiata con lui e che, seppur gli stia parlando, ciò non implica che vadano nuovamente d'amore e d'accordo. Ricomincia ad avvicinarsi soltanto perché la vede con le mani sui fianchi e gli causa un'immane tenerezza - per quanto difficilmente si possa dir qualcosa del genere guardandolo in faccia. <Ma ti pare? Io non farei mai qualcosa di così malvagio ad una persona innocente.> L'ironia, questa volta, la sta percependo persino Yukio in chissà quale inferno distante dal mondo terreno e da Kagegakure. Allarga le braccia verso l'esterno, così da portarsi nei pressi altrui. Così facendo, vorrebbe stringerla dai fianchi, portando le mani ad altezza della sua zona lombare. L'intento è attrarla a sé mentre il bacino e le inferior leve verrebbero mosse innanzi, così da spingerla in direzione del bancone della cucina dove lui, in precedenza, s'era fermato a fissarla quand'era invece seduta al tavolo. Ella dovrebbe volgere la schiena a quel bancone, mentre lui - ammesso non sia stato fermato dapprima - vi sosta di fronte con lei in mezzo. La luce alle sue spalle verrebbe coperta dal piegamento di queste ultime in avanti, fissando l'interlocutrice con la punta della lingua che saetta leggiadra al di fuori delle fauci, passando rapidamente da un punto ad un altro della bocca. <Se sali su quel bancone, ti mostro come si fa pace a modo mio.> Lascivo, palesemente allusivo alla sfera sessuale senza nascondersi dietro un dito. Come vada la serata non è influente, resterà comunque con lei - a farle i pancake, alla fine, perché è un dannato clown e vuol vederla sorridente. [ Exit ] <non ti ho perdonato. E non significa che puoi ubriacarti o fare chissà che altro.o la prossima volta la bottiglia non la vedi arrivare> gli assicura con ancora più autorità mitigata dal semplice fatto che ha le mani sui fianchi e questo genera del demone chissà che reazione <coooome no.> anche lei è palesemente ironica perche non può certamente dire di non conoscere il rosso <ma io non lo sono, immortale...però posso farlo io. Almeno so se devo morire presto > per colpa sua, sotto intendiamo lo, ma ovviamente chi è lei? Un muro di cemento? E certo che no. Rimane rigida quando viene presa e portata fino al tavolo che usava pooco prima per fare i calcoli e le parole dell'altro le arrossano il volto <deficiente!> anche se forse si può sentire una leggera nota di divertimento nella voce, piazzandogli una zampata in faccia per farlo desistere. In effetti dovrebbe davvero fare quella prova, anche se sicuramente è certa che potrebbe aver già contratto qualcosa e quella coscienza le fa abbassare di molto certi stimoli a differenza del rosso. Ma tant'è che poi prende addirittura i pankake e prendendone un morsetto le spunta un lieve sorrisino come se fosse intenerita da quanto impegno ci mette rasetzu...anche se significa che deve essere lei a fargli da cavia culinaria quando decide di mettere il miele sul pankake o solo Pain sa che altro, come uova di salmone, o abomini simili per vedere se si trovano nuove combinazioni di sorta e per una volta quei pankake sono portatori di pace e non testimoni dell'ennesima infantile discussione