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Chi fa il medico e ha paura degli aghi?

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con Shizuka, Kan

10:48 Shizuka:
  [Pressi Negozio di Tatuaggi di Satori] Il tempo non è migliorato passando da Kusa a Konoha, fortunatamente però sembra reggere quindi quella tanto temuta pioggia non sembra voler tediare la coppietta che ha lasciato da poco la biblioteca di Kusa. Il passaggio fra i due distretti è stato rapido, utilizzando il treno e durante il breve viaggio hanno chiacchierato per lo più delle scoperte fatte durante quella ricerca. Ora che si stanno approcciando al negozio di tatuaggi sito nel centro di Konoha però gli argomenti si fanno meno seri, più rivolti a quel gesto infantile ma significativo che hanno deciso di compiere insieme. << Satori mi ha procurato delle barrette e degli anellini con i nostri colori. Gli avevo accennato la cosa e si è mosso in quella direzione per me. >> Insomma lei senza sapere nulla di che si era già mossa per quel gesto plateale, come se in qualche modo fosse sicura che sarebbe successo prima o poi. I capelli rossi sono sciolti lasciati cadere sul corpo, sotto indossa un maglioncino a collo alto e maniche lunghe nero, sul quale risalta la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali internamente blu brillanti. Le gambe sono ricoperte da un paio di jeans chiari, ai piedi gli anfibi alti fino al polpaccio, sopra il tutto un cappottion nero la avvolge, con un cappuccio dal pelo marrone. Sulla schiena indossa quello zainetto contenente un quaderno, un astuccio provvisto di penne e matite oltre ai soliti oggetti: portafogli, chiavi di casa, cellulare. Le mani dei due dovrebbero essere intrecciate, l'una in quella dell'altro mentre manca veramente poco al vedere l'ingresso del negozio qualche centinaio di metri insomma.

10:56 Kan:
  [Pressi Negozio] Strana la sensazione attualmente provata dal bianco ora che il momento è giunto. Ha acconsentito a fare quel piercing all'orecchio insieme alla rossa eppure le viscere iniziano a contorcersi, il deglutire avviene spesso, il sudore cala leggermente sul corpo provando un senso di agitazione improvvisa pur non riuscendo a ricondurre queste causa a nulla. Destrorsa intrecciata nella mano della Kokketsu, a contatto con l'altrui epidermide, i passi si susseguono uno dopo l'altro continuando il proprio cammino, accorciando una distanza sempre più misera, percependo il senso di agitazione incrementarsi ad ogni singolo metro macinato. Leggermente più sostenuta la presa della mano, la trattiene come ancora di salvezza, unica forza in grado di sostenerne l'animo <Meglio così> soffermandosi, concentrando l'intera attenzione sulla frase da lei pronunziata <Tiene molto a te, vero?> dorate vengon rivolte sul visino della genin; particolarità rappresentata dalle pupille, più piccole e ristrette quando, solitamente, in sua compagnia si mostrano dilatate. L'odierno outfit del bianco è profondamente diverso dal precedente, esattamente come ogni volta in cui sceglie di cambiare stile. Questa volta ha optato per qualcosa di sobrio ma allo stesso tempo delineando i tratti della propria personalità limando quell'eccentricità iniziale. Calzari di scuro grigio discendono lungo gli inferiori arti ricoprendoli nella loro interezza, partendo dalla vita per giungere poco sopra la caviglia; marroncina la cintura intorno alla suddetta vita con fibbia nera per tenerli sollevati mentre un paio di alti stivali, del medesimo colore della cinta, ricoprono piedi risalendo fino a metà polpaccio inserendo in essi quei calzari. Al di sopra della caviglia due piccoli cinturini per tenere stretta la calzatura. Di un grigio estremamente chiaro, quasi bianco, è la maglietta a maniche corte a ridosso del busto la quale mette in evidenza il fisico del giovane, non scolpito ne tantomeno delineato alla perfezione, solo il giusto per poter risultare in forma con un minuscolo spacco a V all'inizio del petto. Al di sopra del tutto è posta, per concludere, una cappa dal colore nero all'esterno e dal rosso all'interno; una scelta di colori estremamente peculiare da parte del genin. Essa presenta una mantella la cui lunghezza tocca le caviglie, maniche lunghe a ridosso del palmo, un cappuccio tenuto abbassato, all'indietro. I laccetti son messi in posizioni diverse con uno solo ad unire le due ante della cappa mentre sul lato sinistro, in direzione del cuore, una placca in metallo con un effige al di sopra legata alla cappa stessa. Il tutto è concluso dalla presenza di un portaoggetti con al suo interno gli speciali inchiostri e fuda forniti dal clan, permettendo al suo innato potere di mostrarsi in tutto la bellezza di cui è dotato <Ce li fa lui? Oppure tu?> pone tal quesito, dettato più dalla curiosità e della voglia di distrarsi, ricercare nelle parole di lei una mera consolazione. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:19 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Quella domanda da parte del bianco la sorprende un pochino, prendendola alla sprovvista e facendola arrossire leggeremente: << Beh non credo. Probabilmente devo avergli fatto tenerezza quando sono venuta a chiedergli di Ryoma. Credo si fidi del mio modo di lavorare ormai e mi tratta come una figlioccia ma sarà per l'altezza. >> Liquida il discorso, non ci ha mai riflettuto, forse quel tipo dai capelli rossi e neri effettivamente l'aveva presa davvero in simpatia. I passi si susseguono arrivnado praticamente davanti all'ingresso che fortunatamente è ancora accessibile; è proprio li che giunge la successiva domanda del Sumi, che sembra essere più nervoso di quando ha preso la decisione di fare quel gesto plateale. << Ce li farà lui! Io non ho mai approcciato quella branca del lavoro, ho fatto pratica e studiato solo l'arte del tatuare. Se mai avessi voglia di dedicarmi agli orecchini dovrei riprendere in mano i libri e soprattutto non ti userei come cavia! >> Gli sorride, il tono divertito, ironico. Lei è decisamente più tranquilla dell'albino, anzi sembra quasi euforica all'idea di poter fare qualcosa di nuovo insieme. La mano che è intrecciata a quella di lui viene stretta un poco di più come se volesse strizzargliela un poco prima di muovere i passi ed aprire la porta, entrando senza tante cerimonie nel locale facendo tintinnare una campanella. Satori è seduto dietro a una scrivani, un uomo di circa trentacinque anni, che non appena sente quel tintinnio alza la testa il cui crine corto è un misto di ciocche nere e rosse. Non appena le iridi rossastre di lui si poggiano sulla figurina della Kokketsu un sorriso gli si stampa sul viso e le labbra si schiudono in automatico: << Ehy piccola! Che ci fai da queste parti? >> Finisce appena la frase per poi probabilmente concentrarsi sulla figura che segue la nanetta, alto venti centimetri più di lei, capelli bianchi, occhi dorati. Un espressione soddisfatta si stampa sulla faccia del tatuatore che con quel tono caldo che lo caratterizza andrebbe a commentare: << E tu sei Kan dico bene? >> In fondo la Kokketsu parla molto in generale, figurarsi se non avesse menzionato il proprio ragazzo non che primo cliente al proprio datore di lavoro. L'uomo decisamente alto andrebbe ad alzarsi dalla propria posizione andando incontro ai due mostrando il suo outfit: pantaloni un poco larghi neri, pieni di tasche e una canottiera nera aderente, che lascia ben intendere il fisico asciutto e muscoloso, oltre che lasciare in bella mostra ei numerosi tatuaggio che solcano il suo corpoin particolare quello di una viverna che si allunga dalla scapola sinistra fino a tutto il braccio, la punta a terminare sulla mano, con colori rossi e neri, sul braccio destro un altro tatuaggio simile in corso, di color bianco, piercing al labbro inferiore, e uno sul sopracciglio destro. Si porterebbe davanti al Sumi, mano destra tesa verso di lui in un gesto chiaramente che invoglia alla presentazione: << Satori, il capo della piccoletta qui sotto! Piacere di conoscerti. >> Con la mano libera andrebbe a indicare verso il basso, schernendo appena la rossa, che di contro andrebbe a fare un'espressione corrucciata e un poco offesa. Il negozio è all'incirca organizzato nel medesimo modo di quello Kusano, con diversi lavori sulle pareti, una scrivania invasa da fogli e dal computer, sul retro vi è la stanza del lavoro vero e proprio, oltre a una stanzetta aggiuntiva che risulta essere un cucinino. << Siete qui in visita di piacere o per quella cosa Shizu? >> Lo Sguardo si rivolge alla Kokketsu che farebbe comparire un sorriso ampio prma di rispondere: << Perchè non entrambe le cose boss? >> Già in effetti unire l'utile al dilettevole non è mai una scelta spiacevole.

11:38 Kan:
  [Negozio] Quel rossore appena comparso scioglie l'essenza del Sumi provocandogli un'immensa tenerezza; l'innocenza di lei emerge in ogni piccola cosa, le dorate mostrano di vederla sotto un tutt'altro aspetto rivedendo la rospetta del quartiere tecnologico e della giornate del gelato. Ode in totale silenzio la spiegazione pur non trovandosi pienamente d'accordo con quanto è proferito dall'altro <O forse perchè è impossibile non amarti> non ha bisogno di ripetere che l'ama ben più di se stesso trovando arduo, per chiunque abbia a che fare con lei, salvo eccezioni prive di senso, non provare sentimenti benevoli nei di lei confronti. Il comportamento, il carattere, lo spirito della rossa, tutto riesce ad infondere un'immensa felicità, forse queste caratteristiche risultano essere la principale causa della gelosia del bianco nei confronti dell'intero creato. L'agitazione permane, deglutisce inghiottendo il nulla solamente per poter trovare la volontà di proseguire con quella decisione presa. Felice di far nuovamente qualcosa con lei pur non avendo fatto i conti con un piccolissimo dettaglio: la grandezza dell'ago necessario all'operazione; fin quando si tratta di tatuaggi effettuati con aghi appena percettibili va tutto bene ma quando essi superano tale dimensione, nasce un problema. Corpo irrigidito nell'apprendere di come non sia lei l'artefice del loro orecchino bensì il datore di lavoro, neanche quella sicurezza il fato ha deciso di concedergli. Umetta le labbra passando la lingua sopra di esse con lento movimento <Secondo me dovresti cominciare a studiare per farli, così un giorno, magari, aprirai uno studio tutto tuo> non può permanere alle dipendenze di qualcuno per sempre, inoltre può recarsi in un posto dove qualcuno tiene veramente a lui, non solo in qualità di cliente. Giungono dinanzi al negozio varcando la soglia, trovandosi nel luogo del futuro misfatto, le dorate passano in rassegna la stanza osservandone la composizione, scrutando attentamente le opere create prima di adocchiare la figura del datore di lavoro. Nulla da dire, un bell'uomo certamente con un suo stile, una propria identità emanata da ogni poro del corpo. Non dice molto limitandosi ad annuire alla domanda dell'altro, in tal momento la voglia di chiacchierare è quasi inesistente. Destro arto portato in avanti, mano atta a stringere quella dell'altro convalidando le presentazioni <Kan Sumi, il ragazzo della nana da giardino qui di fianco> coglie la palla al balzo per infastidirla un po', stemperare la propria di tensione, tornare quello di un tempo pur fallendo quasi miseramente pur lasciandosi andare ad una risatina ironica, divertita <Il piacere è mio, non sapevo ti avesse parlato di me> dopotutto è il loro primo incontro, in quel periodo, inoltre, è accaduto talmente di tutto da rendere la geniale mente un contenitore di informazioni ricolmo, saturo a momento. Schiude gli occhi volgendo lo sguardo alla volta della Kokketsu <Boss?> un termine inconsueto, mai udito da parte d'ella. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:57 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Quella affermazione sincera e inaspettata la fa istantaneamente diventare un peperone, portando il rossore a un altro livello e facendo si che la piccola si zittisca immediatamente, volgendo lo sguardo a terra. In quel breve attimo davanti all'ingresso il Sumi perde ogni possibile speranza di esser violato dalla Kokketsu, suggerendo però che diventi indipendente anche in quello, aprendo uno studio in proprio. << Non so se voglio fare questo lavoro per tutta la vita Mio. Io sono un medico prima di tutto, vorrei dedicarmi a quello e al mio Clan. >> La butta lì di fretta, di corsa, in un momento che non è congeniale alle spiegazioni lunghe, infilandosi subito dopo nel negozio, togliendo a lui la privacy di affrontare tale argomento perchè ora bisogna imbattersi in Satori. La stretta di mani fra i due avviene senza problemi, con l'uomo che sembra soddisfatto oltre ogni modo di vederli li insieme. Entrambi prendono in giro la piccoletta che ovviamente rivolge sguardi adirati e corrucciati verso entrambi senza troppi complimenti: << Beh mi pare ovvio che mi abbia parlato di te! Sei il suo primo cliente soddisfatto oltre che il suo fidanzato no? Vantarsi dei propri risultati mi sembra il minimo! >> Il tono è gioviale, la mano destra viene tirata indietro, mentre indica un paio di sedie davanti alla scrivania: << Accomodatevi pure! >> Li invita a sedersi, mentre lui torna pacatamente a seguirli ponendosi dietro la scrivania. La Kokketsu volgerebbe le blu al Sumi, dopo quella domanda che sembra quasi retorica da parte sua: << Beh è il capo no? >> Che ovvietà! Perchè non dovrebbe chiamarlo in quel modo? Qualcosa di naturale che compie senza pensarci e che lui vede come una novità, uno slang che utilizza poco e con chi ha molta confidenza evidentemente, non quella cortesia infinita che adotta con tutti. La piccola andrebbe a sedersi probabilmente seugita dal fidanzatino e una volta fatto ciò il trentacinquenne poggerebbe le mani giunte sul tavolo: << Allora Tesoro hai deciso di farti sparare? Kan ti fa da supporto o collabora attivamente alla cosa? Lo sai che puoi usare le tue manine sante per farlo guarire subito? >> Sembra quasi un discorso in codice, una cosa che potrebbe non essere chiara per il bianco ma che la rossa comprende perfettamente, andando poi a rispondere con tranquillità: << Ho deciso di fare quelli ai lobi con le farfalle che mi hai trovato! E poi ho proposto a Kan di farne uno di coppia e lui ha accettato! >> Il tono è decisamente eccitato, si vede lontano un miglio che lei non veda l'ora di fare quell'esperienza mentre l'altro probabilmente si sta ancora chiedendo a cosa abbia aderito.

13:25 Kan:
  [Negozio] Oramai ha compreso i modi in cui poterla attaccare, in maniera benevola ovviamente. Conosce le giuste frasi per poter vedere il rossore sul visino portandola a zittirsi. Il colorito raggiunge il livello di un piccolo peperone scatenando l'ilarità del bianco, divertito e sciolto nel medesimo tempo. Il silenzio permea l'ingresso nel negozio, soglia varcata da un ragazzo dai capelli bianchi e una ragazzina il cui rosso colorito è manifesto su tutto il capo <Potresti solamente gestirlo e tatuare saltuariamente, è comunque un ingresso economico in più. Crearti una piccola attività e con il tempo, un piccolo brand> grandi progetti si affacciano all'orizzonte, un pensiero rivolto al futuro di lei. Ne ha toccato la bravura di persona, spronarla, stimolarla a fare di più è l'unica maniera che ha per poterla vedere realizzata. Il discorso viene meno, glissato da entrambi in favore delle presentazioni e dello sfottimento ai danni della piccolina il cui sguardo s'incattivisce. Impossibile non ridere trovando in esso un pelino di serenità in più, decisamente il giusto per poter stemperare un momento fin troppo pesante per il bianco le cui viscere continuano, senza troppi complimenti, ad intrecciarsi. Ode il verbo di Satori innalzando il destro sopracciglio, veloce l'occhiata lanciata alla rossa <Perciò si vanta anche di me oltre che del suo lavoro su di me> se non stesse indicando il simbolo del clan sull'arto sinistro, tale frase potrebbe venire facilmente fraintesa in qualcosa di ben più spinto ma risulta palese come nelle di lui affermazioni vi sia una provocazione alla volta di Shizuka. Ampliato il sorriso, ansioso di ricevere una risposta, di vedere su quel viso la reazione esibendo la solita faccia da schiaffi che lo caratterizza in certe situazioni. Avanza alla scrivania prendendo posto a propria volta dinanzi ad essa, occupando una delle due sedie, precisamente quella posizionata sulla sinistra <Boss sa tanto di capo mafia> alzata veloce di spalle esponendo il proprio punto di vista. Nulle le vien detto, per quanto gli riguarda, può chiamarlo nei modi più disparati eppure l'agitazione ritorna a far lui visita quando il discorso intavolato è rivolto all'operazione da svolgere. Destrorsa viene stretta sul ginocchi, battito cardiaco in continuo aumento alla parola sparare; dorate totalmente aperte. Schiarisce la voce <Diciamo che il supporto tra i due non sono io> tira su con il naso, voce lievemente tremante, il momento si sta avvicinando sempre più. Sorride volgendo lo sguardo alla ragazza <Ho accettato, già...> prima finisce, meglio è. L'attesa è snervante, forse più dolorosa del buco stesso <Sono curioso di vedere queste farfalle> oramai sta divenendo un mantra, un simbolo nel vero senso del termine. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

13:45 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Il discorso sul negozio passa totalmente in secondo piano quando si interfacciano con il responsabile della baracca, quando lui cerca di stuzzicarla, l'innocenza femminile le impedisce di afferrare l'eventuale doppio senso del tutto, facendo si che la risposta arrivi, con una semplicità disarmante: << Beh non vedo perchè non dovrei vantarmi di te. Satori dice che si lavora meglio quando si è felici. >> Mentre si dirigono verso la scrivania arriva quel commento riguardo alla parola utlizzata per rivolgersi al responsabile utilizzat odalla ragazzina: << Beh l'hai visto? Capelli colorati, tutto tatuato, piercing? E' un classico tipo poco raccomandabile no? >> Ironia nel tono di voce, tanto che il rosso-nero dall'altro lato della scrivania la canzona con la stessa moneta: << Hey non sono io che ho una farfalla enorme sulla schiena bambolina! Ma dimmi te, RK almeno era decisamente più educato sbarbatella! >> Si sente che sta scherzando, non se l'è presa tanto quanto non lo farà la Kokketsu, sembrano parecchio affiatati in effetti, anche perchè ormai si conoscono da mesi, quasi quanto i due fidanzatini in realtà. Il dialogo va avanti tra i due tatuatori, mentre Kan deve gestire il suo problema con l'ansia relativa a quell'interventino. La voce di lui si fa strada dopo le domande di Satori, che poggia le sua rosse su di lui, squadrandolo, osservandone i modi, il tono di voce che è abituato a sentire in parecchi clienti prima di effettuare il lavoro. << Ti accontento subito ragazzo e ti spiego un paio di cose. Tu Shizu preparati che vediamo se fare prima lui o prima te. >> Un occhiolino in direzione della rossa che inevitabilmente annuisce, dando un'occhiata di sfuggita all'albino, notandone il nervosismo e porgendogli un caldo sorriso. La Kokketsu andrebbe a congiungere le mani di fronte al petto, simbolo ovino riprodotto mentre andrebbe a ricercare all'interno del proprio corpo quelle forze atte a generare il Chakra. Una verrebbe ricercata nella zona del cerebro, identificata nella di lei immagnazione come una fiammella blu, molto viva, l'altra dovrebbe venire ricercata a livello dell'addome, identificata come una fiammella rossa, sfavillante. Qualora fosse riuscita a trovarle avrebbe cercato di far convogliare queste forze verso il centro del corpo, a livello della bocca dello stomaco, così da farle unire, andando a generale una fiammella violacea, molto intensa pronta all'uso. Nel frattempo il trentacinquenne andrebbe a poggiare uno dopo l'altro gli strumenti del lavoro, mostrandoli al Sumi cercando di tranquillizzarlo con quella voce calda che lo caratterizza: <<Questa è una pistola che consente di effettuare orecchini in maniera rapida e indolore a livello del lobo dell'orecchio. >> L'oggetto verrebbe estratto e poggiato sul tavolo, mostrato al giovane e affiancato da degli orecchini. << Questi orecchini a forma di farfalla sono stati scelti dalla dolcina li accanto a te. Come puoi vedere sono piccole farfalle oro e blu. Pensava di fare due buchi per lobo, così da intercambiare i colori a piacimento quando vuole. >> Insomma due farfalle per ogni lobo, i colori quelli dei due, della loro coppia, di quello che sono. Non aveva specificato che non avrebbe fatto solo l'orecchino di coppia ma in fondo, non pare una pessima idea quella di adornare anche la parte inferiore. << Questo invece è lo strumento per forare la parte alta dove la cartilagine è più dura. >> Verrebbe dunque estratto un ago parecchio lungo, ovviamente contenuto in una bustina assolutamente sterile. Accanto ad esso verrebbero poi posizionati due tipi di orecchini, due barrette e due cerchi, entrambi dai colori uno oro e uno blu. << Con così poco preavviso sono riuscito solo a trovare colori semplici, tuttavia credo che colori più elaborati dovrebbero essere reperibili o forgiabili eventualmente nel caso poi vogliate sostituirli. >> Lui sembra pacato, mentre la rossa dovrebbe aver terminato di impastare il Chakra, le blu tornate a osservare il mondo e in particolare l'albino. << Ti piacciono? Preferisci la barretta o il cerchio? >> Domanda con calma, mentre una mano viene rivolta a lui, cercando di stringere quella del compagno.

14:09 Kan:
  [Negozio] Succede di rado ma quando accade è sincero, di cosa si parla? Il rossore sul volto del Sumi. Nell'udire della felicità della rossa, il viso assume colorito, le gote vengono macchiate da aloni rossastri, non chissà quanto evidenti pur essendo presenti; il cuore batte lievemente più forte rispetto a prima, decisamente felice di sentirselo dire, sapere di renderla felice a propria volta rappresenta un traguardo vitale, importante più di ogni altra cosa. Il verbo muore tra le labbra del bianco, nulla vien commentato permettendo solamente all'espressione, al visto stesso di parlare al posto suo rendendo palesi i pensieri. Inspira, espira deglutendo ancora, sguardo chino, labbra ampliate in un leggero sorriso appena accennato mostrando i tratti di un ragazzino, lo stesso che solamente Shizuka può vedere. Innalza il destro sopracciglio alla descrizione del datore di lavoro focalizzando le dorate proprio sulla figura dell'uomo <Poco raccomandabile? Se fossi una donna gliel'avrei lanciata con la fionda> non si fa problema alcuno nel dirlo a voce alta dinanzi alla Kokketsu, la verità è sempre un bene oltre che, la bellezza dell'uomo, risulta essere dl tutto oggettiva alle dorate del bianco, impossibile da controbattere <Quella farfalla sulla sua schiena, devo ammettere che mi fa viaggiare con l'immaginazione, spesso e volentieri> il tono cela una certa malizia, chi vuol capire capisca, dopotutto, visto il rapporto dei due, può permettersi simili uscite seppur sia consapevole della reazione di lei nel parlare di simili argomenti. Non dice nulla nei riguardi di RK, un qualcosa di fresco, scottante, sicuramente non vuole tirarlo fuori in quel momento di tranquillità. Egli rappresenta un mistero ancora da svelare, le circostanze della sua scomparsa sono misteriose, non vi è certezza di morte, così come non vi alcuna certezza che sia realmente scomparso nel nulla. Annuisce al dire del datore di lavoro lasciando impastare il chakra a Shizuka comprendendo, forse, il motivo di tale operazione eppure l'attenzione viene rapita dall'altrui fare, il suo esporre gli strumenti in bella vista. La pistola la conosce, all'incirca udendone la spiegazione in merito; silente ascolta, osserva le due farfalle, due per lobo per poterle cambiare all'occorrenza. Un qualcosa di dolce, capace di scatenare un ennesimo piccolo sorriso sul volto del bianco e poi, ecco lo strumento di tortura per eccellenza. L'enorme ago fa la propria comparsa, sgrana gli occhi, irrigidisce il corpo intero, il sudore inizia ad imperlare le di lui mani, il battito accelera <Santo cielo...> sussurra con tono vocale abbassato ma perfettamente udibile, quanto meno dalla ragazzina <V-v-vanno bene quelli semplice> balbetta appena con voce tremolante, il timore ed il nervoso stanno prendendo il sopravvento su logica e calma. Stringe la manina della ragazzina la quale può notare come essa sia tutto fuorché asciutta <Il cerchio> inspira ed espira velocemente, stringe le labbra, oramai il momento dell'infarto è prossimo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

14:32 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Il rossore lo avvolge, cosa che succede raramente così come quel sorriso infantile che gli si stampa in faccia. Non dice null'altro nemmeno lei, ma non è difficile notare che praticamente le stanno uscendo i cuoricini dagli occhi, e tutto in presenza di Satori che li guarda con sguardo divertito e paterno. Quando poi il discorso verte sulla storia del poco raccomandabile l'uomo trova pieno appoggio dal Sumi che anzi lo fa ridere di gusto: << Succede spesso ragazzino, per quello sono ancora scapolo! >> Gli rifila un occhiolino, lasciando intendere che bene o male il buon tatuatore si gusti il divertimento come può, sfruttando quel corpo che natura gli ha concesso nel migliore dei modi. Quando viene fatto però riferimento a sfondo sessuale la Kokketsu diventa bordeaux e se ne esce con un mezzo rimprovero ad alta voce: << Kan! >> Mentre il tatuatore lascia gli occhi rossi sul Sumi, vantandosi parzialmente: << Beh devo ammettere che ho fatto proprio un bel lavoretto. Le da un'aria molto sensuale che sinceramente faccio fatica a dipingerle addosso. Ma devo ammettere che non sono mai stato interessato alle donne occupate. >> Un occhiolino viene mosso in direzione dell'albino, sottolineando come faccia veramente fatica a vedere la Kokketsu in spoglie diverse da quelle di una bambina, cosa che invece evidentemente è consentita al fidanzato, forse unico, oltre all'ex, ad averla vista sotto quelle spoglie. Forse per scappare dal discorso la nanetta si mette a impastare il Chakra riuscendoci perfettamente, origliando le frasi finali di quella spiegazione di Satori e stringendo la mano di Kan. La sente sudata, lo sente balbettare, quella sicurezza ostentata nel compiere quel gesto sembra essere venuta meno davanti al fatto compiuto. Sceglie tuttavia il cerchio, così che il tatuatore riponga le barrette in un cassetto della scrivania. La rossa nel frattempo avrebbe rivolto tutto il suo corpo in direzione del Sumi, avvicinandosi ad egli e portando entrambe le mani sulle guance altrui, forzandolo a guardarla negli occhi: << Mio se non vuoi farlo lasciamo perdere ok? Non sei obbligato. >> Gli si avvicinerebbe, rifilandogli un bacio sulle labbra, molto rapido, ma sentito. << Se vuoi posso fare prima io e tu guardi me? Oppure vuoi andare tu per primo? Durerà un attimo e poi ti curo io l'orecchio, almeno non servirà nemmeno attendere la cicatrizzazione. >> Cerca di rassicurarlo, coccolarlo con le mani, con le parole, con la vicinanza. Non vuole forzarlo, ma vuole allo stesso tempo che si senta al sicuro. Nel frattempo il tatuatore decide di alzarsi dalla sedia, raccogliendo il materiale e rivolgendosi brevemente alla rossa: << Shizu vado di la a preparare, prendetevi tutto il tempo che vi serve. >> Li lascerebbe da soli, così che lui si senta libero di esprimersi come meglio crede, senza che qualcuno di esterno lo condizioni. [Chakra 30/30]

14:52 Kan:
  [Negozio] Con la coda dell'occhio denota la sguardo di lei, l'assenza di parole rende il tutto forse più sopportabile, allo stesso tempo quelle minime reazioni valgono più di ogni verbo pronunziato ad alta voce. Difficile vederlo in imbarazzo, arrossisce quasi mai se non situazioni eclatanti come l'attuale in cui il più regalo viene ricevuto; possiamo dire si trovi ad un passo dalla commozione ma tale condizione non sarebbe venuta a galla dinanzi ad uno sconosciuto, alcune sfumature rimangono concesse solamente alla Kokketsu, nessun altro può entrare così tanto in fondo. Scappa una risatina divertita al dire dell'uomo, al suo occhiolino <Prima di conoscere Shizu era la mia filosofia ma alla fine è riuscita ad accalappiarmi> mettergli il guinzaglio a conti fatti <Se vuoi divertirti, comunque, fai un salto all'Ochaya> come può non pubblicizzare quel locale anche in una simile situazione? Ci lavora. Ha un doppio fine ma sostanzialmente viene pagato, più clienti vi mettono piede, più sostanzioso e sicuro risulta essere lo stipendio. Un cliente in più sono soldi in più. Ovviamente la reazione della piccola non si fa attendere, il rimprovero sopraggiunge riempiendo totalmente la stanza e ride, il Sumi ride di sommo divertimento allentando la tensione sensibilmente, necessaria quella risata in grado di permettergli di poter andare avanti fino a fatto compiuto <Sto solo facendo apprezzamenti, suvvia> cosa può mai esserci di male oltre al suo divenire di un colore diverso? Il sopracciglio è nuovamente innalzato, quasi incredulo a quanto sente <Ci mancherebbe, potrebbe essere tua figlia quasi> non può guardarla diversamente o con intenti diversi da quelli paterni, nessuno può risultare tanto perverso <Però è vero, è magnifica> riferendosi alla farfalla sulla di lei schiena, un lavoro perfetto sotto ogni aspetto, angolo. Inspira stringendole la mano, il sudore attanaglia l'epidermide dell'interno corpo, piccoli aloni al di sotto delle braccia, l'agitazione ritorna nel fargli visita dandogli un'aria impaurita, timorosa. Umetta le labbra percependo il contatto delle mani di lei con il proprio volto, dorate incastonate nelle azzurre; ne ricambia il bacio faticando nello staccarsi <Non mi sento obbligato, io voglio farlo, è solo che...> tira su con il naso avvicinando le labbra all'altrui orecchio, un sussurro udibile solamente alla ragazzina <...ho-ho, si, insomma, gli aghi mi fanno...> schiarisce la voce, difficile ammettere quella fobia innata, difficile rendere ella partecipe seppur la volontà sia forte, decisa a proseguire <Vado io per primo> mettendo nuovamente un po' di distanza <Tagliamo la testa al toro subito> la stretta viene intensificata, attualmente la più forte è lei, la più coraggiosa, chi mai avrebbe potuto dirlo? Certamente non lui, ecco perchè sul viso i piercing risultano totalmente assenti <Seguiamolo, l'attesa mi sta uccidendo Mia> deglutendo, cercando di sollevarsi dalla sedia per tornare in piedi, pronto ad andare nell'altra stanza e dare inizio alla fine, fare quel dannato buco e uscire da quello studio il prima possibile. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

10:22 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Il rossore sul viso del Sumi viene visto e taciuto da entrambi i presenti, una perchè non vuole mettere in risalto la cosa, l'altro perchè trova il tutto estremamente tenero e si gode lo spettacolo offerto da due ragazzini al primo amore. Quando quella frase disinvolta gli viene rivolta, l'uomo dal doppio colore sul capo sorride: << Oh ci siamo già stati con degli amici, devo dire che non è stata male come serata! E ti dirò, non dispiacerebbe troppo nemmeno a me trovare una nanetta che mi prenda al guinzaglio ma non sono molto fortunato in questo senso! >> Eh già la bellezza è un'arma a doppio taglio che spesso costringe a relazioni non decisamente stabili nonostante ci si provi, ma il nostro buon Satori non sembra troppo tediato dalla cosa. Ha poi luogo quel siparietto comico dove a smenarci è semrpe la rossa: << Hai decisamente ragione Ragazzo! Potrebbe praticamente essere mia figlia quindi trattamela bene! >> Un occhiolino viene rivolto nuovamente all'albino, interpretabile in ogni modo possibile. << Ti rignrazio per il complimento, avere apprezzamenti sul proprio lavoro fa sempre piacere. >> Però l'adulto poco dopo si dilegua, precedendoli nella stanza accanto, lasciando modo ai due di stare un poco in intimità viste le reazioni del bianco a quegli aghi che fortunatamente si è portato via. Dopo le prime parole delicate che le rivolge la Kokketsu, il Sumi si apre un pochettino, desidera quel piercing, solamente che... la piccoletta sopprime a fatica una risata, riuscendovi solo perchè lui sembra veramente terrorizzato. Paura degli aghi un medico? Seriamente? Questa le mancava proprio ma al momento non sarebbe carino prenderlo in giro, schernirlo in quel momento di debolezza estrema che, come sempre, mostra a lei, e lei soltanto. Si allontana afferma di voler essere il primo, voler togliersi il pensiero prima di svenire (?) Le blu cercano le dorate, mostrandogli una comprensione estrema, la stessa tecnica che spesso e volentieri utilizza con i pazienti spaventati viene traslata sull'amore della sua vita. << D'accordo Mio. Ci sono io con te, andrà tutto benissimo. Tu stringimi quanto vuoi. >> Detto questo sarebbe probabilmente lei ad alzarsi per prima, facendo scivolare una mano verso quella di lui, intrecciandole e trascinandolo un poco verso la stanza posteriore, dove oltre alla sedia per tatuare, accanto ad essa i due potrebbero osservare due sgabelli e posteriormente un tavolino accessoriato con tutto ciò che è necessario per l'operazione. Se fossero riusciti a varcare quella soglia indenni, la nanetta avrebbe guardato il proprio responsabile con decisione: << Va prima Kan. >> Lui sorriderebbe, come se si fosse già aspettato quella scelta. La voce calda e profonda di lui verrebbe ridiretta dunque al Sumi: << Da quale lato lo vuoi? Così ci sistemiamo io e Shizu. >> Già perchè la disposizione sarebbe stata di uno per lato, l'operatore e il sostegno, così da non lasciarlo solo.

10:42 Kan:
  [Negozio] Le piccole prese in giro ai danni della Kokketsu continuano imperterrite senza una reale fine, nessuna di esse possiede lo scopo di offendere bensì rilassare la tensione, divertirsi quanto basta da bandire il pensiero dell'imminente buco sulla propria cartilagine, non piacevole, non ricercata seppur voluta <Non è stata male? Cavolo amico, la prima volta che ci sono andato sono uscito non soddisfatto, di più. L'inaugurazione è stata fantastica> come dimenticare una simile nottata, la prima dopo il risveglio in cui ha espresso se stesso all'ennesima potenza <Questo perchè non hanno la testa dura come lei> indicando la ragazzina tramite il pollice della destrorsa ricordando come, principalmente, sia lei ad aver cercato di conoscerlo ben più a fondo del pronosticato e lui, da buon innamorato perso, ha lasciato fare. Occhi appena socchiusi nella paternale altrui, la medesima di Riuky, un altro padre si presenta all'orizzonte <La ingozzo di Takoyaki, meglio di così> lasciando fuoriuscire l'ennesima risatina divertita con una veloce occhiata lanciata alla poveretta li di fianco, bisogna essere santi per sopportarlo, questo le va concesso <Sono anche io un'estimatore dell'arte, riconosco un lavoro fatto bene quando lo vedo e poi, così facendo, ti sei guadagnato un cliente> ovviamente lui nonostante prediliga la genin all'uomo, per ovvie ragione. L'intimità cala su entrambi, lasciati soli, parlare, esprimersi e la rivelazione del bianco giunge improvvisa. Ha paura degli aghi e fa il medico, l'ironia della sorte è proprio questa, la professione da lui intrapresa prevede il contatto con simili strumenti eppure, come ci riesce? Semplice, non vengono utilizzati su di se ma su sventurati pazienti o forse intraprende la carriera da genetista anche per portare distanza da essi? No, essa è una branca di maggior importanza e rilevanza. Inspira, espira, distanza messa ricercando le azzurre di lei, la compagnia, la vicinanza della ragazzina per poter procedere <Lo so, con te vicino va sempre tutto bene> la vita risulta essere migliorata sensibilmente <Ma...posso stringere dove voglio?> può non metterci malizia in quella frase? Ovviamente no, allude a qualcosa seppur lasci a lei l'interpretazione di tale allusione, chi vuol capire capisca dopotutto. Dita intrecciate con quelle di lei sollevandosi dalla sedia seguendola nell'altra stanza, osserva, scruta la composizione del tutto, sgabelli e tavolo con tutto l'occorrente <Sinistro> nel dire ciò porta se stesso sullo sgabello dinanzi l'uomo posizionandosi in modo tale da porgergli l'orecchio sinistro. Labbra serrata, strofinate tra loro, battito cardiaco in continuo aumento, agitazione maggiorata, sudore imperla la mano stretta in quella di Shizuka, respiro affannato pur trattenuto <Che pessima idea> borbotta tra se e se lasciando alla paura il compito di prendere il sopravvento. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:14 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] All'affermazione sulla testa dura Satori scoppia a ridere di gusto. Tralascia il resto concedendo al Sumi solo un gesto di assenso con ilcapo prima di sparire. Quell'opera di convincimento da parte della Kokketsu pare andare a buon fine, anche se l'altro ci mette del suo per indispettirla. Il faccino si imbroncia immediatamente, un'occhiataccia gli viene rivolta mentre si lamenta a voce alta: << Senti signorino, io faccio del mio meglio per non prenderti in giro e tu invece fai il cretino? Dovresti avere più paura di me che non di un aghetto! >> Gli rifila una linguaccia, evidentemente infastidita ma non per questo gli nega quella stretta di mano, trascinandoselo dietro. Alla domanda del responsabile risponde sinistro, andando poi a sedersi di fronte al rosso-nero, sullo sgabello. Una mano grande viene portata avanti verso di lui, l'indice portato all'eserno del pugno segnando un deciso no nell'aria. << Tu sulla poltroncina, così se dovessi avere uno svenimento non finisci per terra. Shizu mettiti alla sua destra sullo sgabellino. >> Ordini precisi eseguiti a ruota dalla Kokketsu che porterebbe il Sumi a stendersi sulla sedia da tatuatore, più comoda sicuramente e lunga, dalla quale è difficile cadere a terra. Lei, senza mai mollare la mano di lui, andrebbe a sedersi con uno sgabellino sulla destra. Se si fossero disposti in tal modo, Satori avrebbe rivolto loro qualche altra istruzione infilandosi un paio di guanti sterili: << Ora tu gira la testolina verso destra e guarda la tua bella. Del resto non preoccuparti minimamente! >> Qualora il bianco si fosse adeguato alla cosa si sarebbe presto ritrovato a fronteggiare una rossa con il visino sorridente, occhi grandi solo ed esclusivamente per lui. Il tatuatore invece sarebbe andato avanti con il lavoro: disinfettare la zona prescelta, estrarre l'ago e iniziare a bucare la superficie, in maniera rapida e decisa, non senza un minimo di dolore, non così forte come preventivato. Ma nel mentre le manine della nanetta si sarebbero strette intorno a quella dell'albino, stringendola forte e iniziando a distrarlo con le parole: << Non te l'ho più detto poi...Sono uscita con l'agente Manami e le ho raccontato degli eventi di Kiri, era presente anche lei quella notte. Lei sostiene che non sia un'evocazione però. >> Resta sul vago, sa che Satori ha le orecchie lunghe ma sa anche che non è un tipo da pettegolezzo, solo uno che sa tutto di tutti. << Poi ho anche deciso di fare quel lavoro che posso fare solo io. >> Ovviamente si riferisce all'infiltrarsi in quella gang, fare in modo di attirare l'attenzione, di diventare un membro e scoprire qualcosa di più su Kushina e Kan. A questo punto l'ago dovrebbe essere ben trapassato nella cartilagine, e verrebbe lasciato li per qualche istante. [Chakra 30/30]

11:30 Kan:
  [Negozio] Difficile resistere alla tentazione, darle fastidio è quasi un mantra quando sono in pubblico e man mano che quel legame cresce riesce, a sua volta, a tornare il se stesso di prima ma con cognizione di causa. Se gli intenti primordiali, sono quelli di infastidirla per divertirsi, adesso è solamente se stesso ma con un sentimento di fondo a permeare ogni singola frase <Perchè mai dovresti prendermi in giro, tu non hai paura di nulla rospetta?> sbuffando divertito, palese come la situazione divenga momento dopo momento sempre più leggera <Quando non mi verrà voglia di mangiarti ad ogni sguardo, allora avrò paura> ricambiandone la linguaccia notandone il fastidio sul viso eppure son piccole cose capace di divertirlo, in fondo non è cambiata troppo, permane la medesima ragazzina del quartiere tecnologico, dello spettacolo e del gelato, la stessa con il potere di incuriosirlo quanto di attirarlo verso se al pari di una calamita. Due mondi opposti attratti l'uno dall'altro. La segue silente affacciandosi nella stanza, pronto a sedersi sullo sgabello venendo, però, fermato dal datore di lavoro la cui mano nega tale possibilità <Ma per chi mi hai preso?> occhiataccia vien lanciata, indispettito eppure fa come comandato andando a porsi sulla poltroncina insieme alla rossa di fianco, mano ancora stretta, dita di lei in una presa forse non troppo salda data la poca forza di cui è in possesso ma tanto basta. Volge lo sguardo sul visino sorridente della rossa, l'osserva serrando le labbra, provando a sua volta a sorridere, tirato, evidente come la situazione non lo metta a suo agio. Battito, se possibile, incrementato, deglutisce persino l'aria nel momento in cui l'ago entra in contatto con l'epidermide, la cartilagine e quel buco fatto ne sgrana gli occhi. Essi divengono lucidi, il viso totalmente rosso simile ad un peperone, iridi quasi fuori dalle orbite per l'aria trattenuta; un brevissimo lasso di tempo di sofferenza immane trattenendo qualunque tipo di suono, evitando di lasciarsi andare a imprecazioni di vario tipo <Amore> sussurra appena <Voglio morire> meglio la morte di quello, lo dice, il dolore è tanto, la paura imperversa seppur siamo giunti praticamente alla fine dell'operazione, il più è fatto. L'attenzione, per fortuna, è attirata dalla conversazione intavolata su eventi precedenti <Se non sono evocazioni, cosa sono? Una tecnica particolare? Un'abilità innata di qualcuno?> altre teorie formulate sul momento, qualcosa deve pur essere <Demonietti simili a quelli da te creati?> ovvio riferimento ai goblin prima che l'argomento cambi sensibilmente affacciandosi su qualcosa di, per lui, ben più importante <Ah...ne sei sicuro?> visibile preoccupazione nel tono vocale quanto nello sguardo <Io ho scoperto qualcosa, credo. Devo ancora parlarne a Manami> ovvero la stessa Saigo, ufficialmente sua alleata in quella storia. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:49 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] << Certo che ho paura di qualcosa ma non certo di un oggetto così banale! >> Risponde a tono ancora infastidita, di paure ne ha tante, forse più del Sumi ma sono di tutt'altra foggia. Lo sguardo viene abbassato alla successiva affermazioni di lui, leggermente rossa in viso: << Allora resterò per sempre bellissima così di quella paura non dovremo preoccuparci. >> Come se per lei fosse difficile, i geni Kokketsu in questo non possono che aiutare, un invecchiamento decisamente rallentato sotto ogni punto di vista. Entrano nella stanzetta accanto, il responsabile lo blocca e lo fa sedere sulla sedia più comoda e alla sua domanda retorica stizzita risponde pacatamente: << Credevo tu fossi Kan Sumi no? E' la procedura standard ragazzino, non ti tratto diversamente da ogni altro cliente, anche Shizu ci si siederà! >> Detto questo il rosso-nero si concentrerebbe solamente sul proprio lavoro, origliando distrattamente quella conversazione. Quando il bianco dichiara di voler morire la rossa non riesce veramente più a restare impassibile, una risata le sfugge dalle labbra, cristallina, sinceramente divertita: << E senza di te come faccio io poi? >> Quella frase le esce dalla bocca in maniera spontanea, decisamente divertita prima di ricomporsi e cercare di distrarlo in altro modo. << Non so, ha supposto fosse qualcosa proveniente da fuori... >> Lascia che sia lui a capire cosa intendesse Saigo, << anche se forse ha una visione un poco distorta... >> Anche quel dettaglio, quella paura mostrata dalla ragazzina e poi celata dietro a quella maschera da attrice sono stati uno scorcio di una semplicità che le hanno fatto tenerezza. Un nuovo volto della Shinsengumi. << Si ne sono sicura. >> Non accetta indecisione, è stato lui a lasciare a lei la scelta finale e sa di poter gestire la cosa, per lui, per loro. << Hey tesoro scusa se vi interrompo ma mi servirebbero le tue manine sante! >> La voce calda e profonda di Satori interrompe il tutto, richiamandola al lavoro, la stretta sulla mano del Sumi aumenta per poi venire rilasciata, si avvicina un poco per sussurrargli: << Ora ti tocca abbracciarmi se vuoi stringermi, le mani mi servono. >> Un occhiolino gli verrebbe rivolto mentre con il corpicino andrebbe a protendersi verso l'orecchio sinistro di lui, mani poste appena sopra ad esso, l'ago ancora infilato nel corpo altrui. Andrebbe quindi a concentrare il proprio chakra e farlo passare attraverso lo specifico circolo in direzione dell'arto superiore e delle sue estremità. Una volta spostato cercherebbe di farlo fuoriuscire dagli tsubo così da effettuare una rapida cura nella zona ferita, nel frattempo il capo avrebbe continuato a girare appena l'ago così da non far rimarginare l'epidermide attorno ad esso. In pochi istanti i due dovrebbero aver ottenuto un risultato perfetto, il dolore ormai sparito dalla zona e l'ago rimosso. Al posto di questo verrebbe apposto senza troppe cerimonie un anellino blu, come scelto dal Sumi. La Kokketsu tornerebbe a prendere posto accanto al Sumi, accanto alla sedia, mentre Satori vi si rivolgerebbe: << Finito Kan! Respiri ancora? Te la senti di alzarti? >> E' molto gentile nei modi, non c'è nessuna intenzione di schernirlo, molto professionale, forse abituato alla paura degli aghi. [ Se Chakra 25/30]

12:24 Kan:
  [Negozio] Bofonchia parole a caso senza un vero senso logica in risposta alla di lei affermazione <Banale per te> borbotta come un bambino offeso dallo schernimento verso le proprie fobie, già, un ragazzino, abbiamo a che fare esattamente con tutto quello che cerca di ripudiare eppure, tale parte della proprio carattere, è mostrato solamente alla Kokketsu, spettatrice inedita di un tipo diverso di carattere <Mi basta che continui a guardarmi con gli stessi occhi> la bellezza passa totalmente in secondo piano in quanto è lo sguardo di lei verso se ad attrarlo ancor di più, essere guardato in modo particolare, essere considerato speciale per qualcosa di veramente sensato, essere davvero unico, tutto ciò accresce il sentimento scacciando ogni possibile paura. Persino la di lei trasformazione, la forma donata dall'innata Kokketsu risulta priva di timore agli occhi di lui, per quanto possa cambiare, ella rimane la stessa di sempre. Deglutendo si posizione sul lettino continuando la serie di occhiatacce a Satori il quale fa persino dell'ironia non richiesta <Simpatico> stizzito ancora, difficile portarlo ad essere simpatico a sua volta. Glissa su qualsivoglia commento, va avanti preferendo parlare con la ragazzina, essere distratto da qualcosa di sereno come la risata scaturita, capace di alleviare qualunque tensione nel corpo dell'albino <Allora mi tocca vivere> occhiolino lanciatole ricambiandone il sorriso prima dell'arrivo del dubbio ad attanagliare i pensieri. Inspira riflettendo sulle novità da lei avanzate, di un certo peso andando a cambiare totalmente le carte in tavola favorendo nuove opzioni <Supponiamo vengano da fuori> prende fin da una subito una breve pausa <Come hanno superato le mura? Perchè se lo hanno fatto queste creature, mi sorge spontanea una domanda...cosa impedisce alle chimere la fuori di farlo? Perchè in tutti questi anni nessuna di esse è mai penetrata a Kagegakure? Se è davvero possibile entrarvici, perchè quelle non hanno avanzato?> insomma, esse divengono il fulcro dei dubbi. Non esclude la possibilità di un'incursione esterna eppure qualcosa in quella storia non quadra, troppi punti storti. Non ribatte, l'ha coinvolta apertamente ed ora deve stare al gioco, permetterle di aiutarlo attivamente in quella storia. Limita se stesso ad un semplice annuire con lento moto del capo per poi lasciarle andare la mano su richiesta della stessa e di Satori; sorride con quel pizzico di divertimento <A casa> alludendo a ben altro senza dilungarsi troppo. La cura di lei comincia e procede risanando la ferita all'orecchio, cicatrizzando il buco, mettendo al bando il dolore, rilassando lo stesso Sumi il quale sente estrarre l'ago e l'inserimento dell'anellino ponendo fine a quella sofferenza immane di cui è protagonista indiscusso. Torna a respirare, un respiro profondo alla conclusione del tutto <Si> gambe leggermente tremolanti mentre scende dalla poltroncina, qualche attimo per recuperare l'equilibrio ponendosi al fianco della Kokketsu <Come mi sta?> domanda ad ella. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

19:21 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Incredibile ma vero ciò che lo distrae di più in quel momento di panico è la risata divertita della Kokketsu, una risata spontanea piena di vita e di divertimento che lo costringe a vivere, passare oltre a quel piccolo dramma e continuare a vedere quel sorriso per il resto dei suoi giorni. Discutono si distraggono coi fatti kiriani, entrambi poco convinti del fatto che vengano da fuori. << Sinceramente il punto di vista dell'agente Manami non mi sembrava per nulla oggettivo e lucido. Ma ne riparleremo... >> Vengono interrotti da Satori e all'affermazione femminile lui risponde con due sole parole, lasciando quel riferimento nell'aria, facendola arrossire leggermente ma senza ottenere una reazione stizzita, concentrata nel sistemaro l'orecchio del suo fifone preferito. Il tutto si svolge normalmente lasciando che la tranquillità torni a essere presente in quel corpo albino, così che riprenda a respirare, rispondendo finalmente anche al proprietario. Il rosso-nero gli risponde con un sorriso, sia lui che la rossa lo vedono traballante nell'alzarsi, ma dopo una breve incertezza si avvicina all'altra, facendo quella domanda alla quale riceve risposta con un enorme sorriso: << Sembri quasi più bello di prima! >> Si allunga sulle punte, andando a cercare le labbra di lui, per rifilargli un bacio mentre con la mano destra andrebbe a sfiorare appena quell'orecchio, giocando con l'anellino che ormai è stato posto li sopra. Il buon Satori non fa altro che guardare altrove e recuperare un altro ago per la Kokketsu, lasciandoli un attimo in intimità. << Quando vuoi Shizu.. >> Lascia intendere che è arrivato il di lei turno, che se non fosse stata trattenuta dal ragazzo si sarebbe seduta sulla sedia comoda, volgendo il viso verso destra, guardando il suo Sumi, porgendo l'orecchio sinistro a quella tortura. << Se vuoi puoi andare di la se ti fa impressione >> Lei è tranquillissima, serena, non sembra per nulla preoccupata, anzi quasi euforica. Però quegli occhi blu lo cercano, come se in realtà lo volesse lì, in quel momento, per quel gesto di coppia. Nel frattempo senza dire nulla il tatuatore andrebbe a ripetere la medesima operazione di disinfezione sulla ragazzina, per poi proseguire alla foratura, con la presenza del bianco o meno in sala. [Chakra 25/30]

19:34 Kan:
  [Negozio] Vivere per lei e con lei, ciò lo spinge nel prendere quella decisione abbandonando parte della paura, lasciandola alle proprie spalle per crogiolarsi in quel sorriso felice, sereno, il sorriso spontaneo nato da una propria fobia. A più riprese le sta dimostrando come la perfezione tanto decantata non esiste, solo una facciata per essere qualcosa di diverso; dimostra, a più riprese, di essere, forse, persino più fragile di lei in determinati frangenti e di come sia lei a dargli quella forza necessaria per affrontare avversità di vario genere, magari piccole e banali però ella lo fa non chiedendo nulla in cambio. Bene o male riesce a distrarsi in qualche modo seppur faccia male, tremendamente male <Già, ne riparleremo fuori di qui, con più calma> affrontare determinati discorsi dinanzi a Satori non è cosa giusta, non quando il patto con Saigo risulta ancora in vigore. L'allusione non riceve alcun tipo di risposta salvo il rossore sul visino della Kokketsu al quale replica con un veloce occhiolino ricercante complicità in lei, un tacito modo per dirle ciò che non può dire ad alta voce. Inspira, espira rialzandosi dalla poltroncina appena tremolante di gambe, il peggio è passato, la guarigione è fatta e adesso si ritrova con un nuovo aggeggio sul corpo, un orecchino in grado di dargli più fascino, maggior valore, incrementare la di lui bellezza estetica seppur ci sia oramai poco da migliorare in quel viso. Brevi i passi per avvicinarsi alla donna, posizionarsi al di lei fianco ottenendo una risposta scontata, pronosticata, ugualmente apprezzata e voluta. Le sorride ampliando le labbra le quali permangono serrate, pupille dilatate ritrovando felicità e serenità, specialmente ora, in un momento di tranquillità <Bisogna lavorare su quel quasi> giusto per metterci del suo prima di ricambiare quel bacio, mettendoci leggermente più foga, spingendo il viso contro l'altrui non curandosi della presenza del datore di lavoro, necessita di tali attenzioni, di averla per se qualche momento. La destrorsa le sfiora il fianco, palmo poggiato su di esso tirandola appena contro di se, qualche attimo prima dell'interruzione capace di mettere fine alle effusioni; la lascia andare, non da sola, bensì la segue fino alla poltroncina, passo dopo passo incastonando le dorate nelle azzurre, mantenendo il sorriso <Non mi fa impressione> dopotutto è un medico, ha già utilizzato aghi sugli altri <Ma questa è una cosa nostra, secondo te potrei mai lasciarti qui da sola?> mancina afferra le dita della manina di lei, le tiene strette con il viso abbassato verso il dorso della mano d'ella andando ad adagiarvi le labbra, lasciando un bacio, piccolo, affettuoso, dolce sull'epidermide <Ti amo> ultime parole esposte, donatole permettendo all'operazione di cominciare. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

20:11 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Ora che l'ansia è passata e il dolore anche il giovane Sumi torna un poco più in se, la avvicina, domanda, riceve risposte e scherzosamente risponde ad esse. I due vicini, sempre più uniti, il tocco di lui sul corpo della piccoletta è intenso, si scambiano quel bacio intenso senza esagerare, forse perchè entrambi sanno quanto sia facile accendere il fuoco della passione che, nonostante i giorni passino, non accenna a spegnersi. Quando viene invitato a cambiare stanza afferma di voler restare, prendendo il posto che prima aveva la ragazzina impossessandosi della di lei mano e stringendola. Se il rossore su quel visino era già comparso a quell'affermazione riguardo a quel gesto, con quella dichiarazione davanti al responsabile il tono diventa ancora più acceso, vivo. La risposta che ottiene è un << Anche io.. >> Boffonchiato e imbarazzato. Intanto Satori ha già bucato la pelle e procede alla pulitura della zona. << Piccola mi serve una curatina qui, altrimenti vai avanti mesi a disinfettare. >> Le blu nemmeno si accorgono di quanto successo, troppo intente nell'osservare e ascoltare l'altro e a essere imbarazzata. Senza pensarci troppo andrebbe a imporre le mani all'altezza del proprio orecchio sinistro, infondendo quel chakra medico così come aveva fatto poc'anzi con il fidanzato. Il tatuatore come precedentemente fatto andrebbe a girare quell'ago, così da impedire una totale cicatrizzazione attorno ad esso, consentendo la formazione del buco. Una volta ultimata l'operazione le avrebbe inserito un anellino dorato all'interno di esso, stesso identico lato del ragazzo, colore speculare. << << Le farfalle sono due per lato, non serve una cura particolare peri lobi, ma prima di un mesetto non ti consiglio di toglierli. Oppure possiamo sempre imbrogliare come fatto ora >> La voce calda di Satori spiega come dovrebbe andare il resto, ottenendo dalla rossa una risposta pacata: << Beh ormai che sono qui penso che darò una curatina anche a quelli, così non ci pensiamo più no? >> In fondo il ragionamento non fa una piega. << Come li vuoi disposti? >> Le blu ormai rivolte alle rosse del proprio capo danno risposta quasi immediata: << Prima le dorate e poi le blu Boss! >> Un sorriso molto ampio le si stampa sul viso, sembra particolarmente soddisfatta di tutti quei cambiamenti. Il rosso-nero andrebbe quindi a preparare la pistola e l'ordine delle farfalle, così da forare i lobi della ragazzina utilizzando quella pistola che aveva mostrato ad entrambi in precedenza. Nel giro di due minuti, uno sparo dopo l'altro, quelle quattro farfalle verrebbero sistemate due per lobo, prima la dorata, poi la blu un pochettino più in alto. Una volta terminata anche questa operazione sarebbe stata proprio la Kokketsu a volgersi al Sumi con il viso, senza alzarsi da quella comoda sedia per tatuare: << Allora come sto? >> Un sorriso molto grande verrebbe rivolto all'altro, è estremamente serena come se avesse appena raggiunto un traguardo importantissimo, soddisfatta di quel legame anche visibile da tutti. [Se Chakra 20/30]

14:15 Kan:
  [Negozio] La mano stretta nella propria, tenuta nella medesima maniera possessiva che è solito dimostrare nei riguardi della rossa. Quell'occasione tanto speciale non può prevedere altro se non un simile gesto ricambiato, non per consolazione quanto per vicinanza lasciandole sentire la propria presenza, anima e corpo con lei, in qualunque momento della di lei vita. L'effusioni, per quanto trattenute, risultano abbastanza da accendere qualcosa, da portare imbarazzo sul visino della genin ricevendo la risposta attesa, voluta. Un sorriso è manifesto sul volto del bianco il quale non commenta nulla, ammaliato ogni volta nel vederla arrossire, imbarazzarsi per gesti del genere, riuscendo a comprendere giorno dopo giorno il vero significato di quel sentimento. La forza di esso, il modo in cui fa sentire un'essere umano giungendo a darsi persino dello stupido per aver procrastinato una simile cosa. Nel mezzo dell'operazione la mancina è sollevata per scoprire appena di più il viso altrui, scosta qualche ciocca di capelli lasciando le dorate totalmente immerse nelle azzurre di lei, avvolgendosi in quello sguardo, trovando forza, speranza, consolazione per un futuro ignoto mentre ella cura il proprio orecchio con la medesima arte sfruttata pochi attimi prima. Il silenzio permea entrambi, il bisogno di parlare cessa, quanto meno, risulta impossibile parlare di argomenti di un certo peso dinanzi Satori; il Sumi stesso si limita ad ascoltare le constatazioni dei due per quanto riguarda l'altra coppia di orecchini, due farfalle le quali stanno per penetrare i lobi della ragazzina. Innalza il destro sopracciglio sporgendosi appena di lato osservando nuovamente la coppia di gioielli <Hai mai pensato di farti un piercing alla lingua?> irrompe in quelle conversazione ponendo un quesito di semplicistica natura rivolto alla Kokketsu, un flash improvviso osservando quei gioielli e, nell'immediato, le di lei labbra. Il pensiero capace di spingerlo a domandare ciò non è dato saperlo per il momento eppure lancia una veloce occhiata persino a Satori. Qualcosa bolle nella di lui mente, qualcosa di cui è meglio non parlare limitando se stesso al mero ascolto, al proseguo dell'operazione con i due buchi fatti tramite la pistola, orecchini inseriti, un deglutire da parte del bianco <Neanche nei miei sogni sei così bella> romantico? Si, forse in maniera eccessiva eppure comportarsi diversamente è al quanto impossibile, troppo preso, troppo incastrato in quella relazione per vedere altrove, ella rappresenta il suo mondo, l'unica visione con il potere di far battere quella pietra nel mezzo del petto denominata cuore <La prossima volta faremo anche il mio tatuaggio magari> non oggi, di aghi ne ha visti abbastanza, necessita di restare tranquillo. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

14:48 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] La mano di lui viene stretta più per sentimento che non dolore o tensione, lo vuole vicino solo per il fatto che quel gesto stia diventando qualcosa che li rappresenta nella loro totalità. Lui osserva con quegli occhi dorati tutto il passaggio per creare quel foro, le cure successive, la pistola usata per i lobi inferiori e dopo parecchio silenzio e dopo quella conversazione avuta con Satori si immette facendo una domanda a bruciapelo, totalmente inattesa: << Alla lingua? >> Lo sguardo blu si fa stranito, non ha ovviamente mai pensato di fare nemmeno i buchi alle orecchie figurarsi dei piercing che esulino da esse. Sembra però pensierosa, non avendo minimamente valutato l'aspetto al quale probabilmente mira il Sumi, che con quell'occhiata rivolta a Satori si svela segretamente solo all'altro uomo presente in studio. Il rosso-nero dal canto suo spalleggia nuovamente il bianco, in fondo per lui non è altro che pubblicità e inoltre ritiene che sia un'idea non male: << Beh Shizu potrei anche fartelo ora se vuoi. Tanto con quelle mani non dovrai nemmeno aspettare i tempi di guarigione usuale, fa un poco più male dell'orecchio però. >> La avvisa genericamente di quello che si può fare, rincarando una dose già posta dall'albino ma non forzando la mano, in fondo deve esserne sicura lei in prima battuta. La nanetta resta silente, pensando e rimuginando sul da farsi, i cricetini che corrono in quella testa. Si mostrerebbe nel frattempo al fidanzato con quei nuovi gioielli acquisiti, chiedendogli il proprio parere in merito e ottenendo una risposta che la fa inevitabilmente arrossire. << Grazie... >> Borbotta distogliendo lo sguardo, per poi esporre una domanda successiva, semplice: << Perchè mi hai chiesto della lingua? Ti piacerebbe se lo avessi anche li? >> Basta un misero sì per prendere quella decisione, non una spiegazione elaborata, un semplice desiderio altrui per forarsi il corpo e dimostrare di poter fare qualsiasi cosa per lui, senza il minimo dubbio. Quando lui nomina il tatuaggio che vuole fare sull'altro polso però la rossa si anima decisamente: << Quello te lo faccio io! >> Facendo si che Satori scoppi a ridere divertito: << Certo, dovrai pur lavorare per ripagarmi dei piercing no? Passati le manine sui lobi va! >> A quel piccolo suggerimento la Kokketsu andrebbe a spostare le manine pure sui lobi, infondendo del Chakra curativo anche li, lasciando che il responsabile si occupi di girare il tutto, in modo da impedire una cicatrizzazione attorno all'orecchino stesso, già tuttavia progettato per impedire tal evenienza. [Se Chakra 19/30]

15:05 Kan:
  [Negozio] Nonostante la foratura giunga al termine mantiene la stretta sulla mano non allontanandosi neanche di un singolo millimetro da lei, permane in tal posizione mantenendo la breve distanza che intercorre tra entrambi. Annuisce alla domanda della ragazzina, un semplice moto del capo mantenendo le dorate nelle azzurre di lei; esso rappresenta un dettaglio, minuscolo ma donatore di grande fascino, forse il primo verto puntiglio dell'altro, la prima tacita richiesta veramente avanzata seppur fin da quel giorno le ha detto di non volere nulla da lei in cambio. Desidera mantenere quella promessa, desidera non chiederle niente continuando a lasciarsi cullare da quella relazione. Con la sola presenza è riuscita nel donargli tanto, ben più di quanto si possa immaginare, un nuovo modo di vivere, una nuova visione del mondo seppur il proprio pensiero non sia realmente cambiato troppo, solo modificato e perfezionato in alcune sue parti. Silente ottiene, forse, la complicità del datore di lavoro il quale parla informandola di poterglielo fare praticamente adesso, cogliendo di sorpresa il genin stesso le cui dorate vengono scostate celermente alla volta dell'uomo <Non è un po' troppo tutto insieme? L'anellino, gli orecchini e anche quello, non si rischia qualcosa nel farne così tanti in un'unica sessione?> l'ignoranza dell'albino in materia si palesa eppure non prova vergogna nell'esibire quella mancanza, non tratta del proprio lavoro, non riguarda la branca da lui scelta, di conseguenza i quesiti risultano giustificati, dettati dalla mera curiosità di imparare qualcosa di nuovo, apprendere dogmi distanti dalla propria bolla. Inspira, trattiene ossigeno all'interno dei polmoni riuscendo nel farle aumentare il rossore, sorridendole addolcendo lo sguardo, se possibile, ancor di più. Schiarisce la voce <Beh, perchè su una ragazza è qualcosa che mi piace particolarmente e penso che possa donarti> avanza le proprie motivazioni <Però non voglio che lo fai, cioè, non per me. Deve piacerti e volerlo> parla velocemente, balbetta quasi con un leggero scuotimento del capo <Tanto mi piaci lo stesso, quindi> palesemente agitato volendo rimediare a quanto detto prima per tenere fede alla propria presa di posizione. Difficile rimanere sulle sue, arduo non avanzare qualcosa ma deve, l'ha promesso; resta attaccato a quell'ideologia, a quella convinzione di non meritarla realmente. Sgrana le iridi lasciandosi scappare una leggera risata, divertita dando manforte all'uomo <Non ho mai detto che me l'avrebbe fatto lui> indicando il palestrato tatuato li di fianco <No> arrestando l'altrui verbo <Voglio pagarli io se fosse possibile> ottenere regali è bello ma quella condivisione vuole pagarla di tasca propria e non con il lavoro della rossa, dividere il tutto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:46 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Le domande che il Sumi pone al tatuatore vengono accolte con un sorriso, nessun giudizio dietro esso ma si gode quella preoccupazione dimostrata nei confronti della Kokketsu. << Se fosse stato eccessivo non lo avrei proposto io in primo luogo. Ma per risponderti meglio, lo sarebbe stato se questa imbrogliona non usasse il trucco delle mani che curano. In fondo ogni foro che viene effettuato può eventualmente portare a infezione a causa dell'esposizione dei tessuti interni all'aria aperta. Curando e rigenerando il tutto in breve tempo, questo non avviene, eliminando la possibilità di infezioni successive. >> La spiegazione è specifica, vuole che lui si renda conto che per qualcuno non in grado di utilizzare quelle abilità sarebbe stato difficile eseguire tanti fori contemporaneamente, ma quel trucchetto ha impedito a entrambi di dover passare attraverso una lunga cura del piercing e possibili infezioni. L'innocente domanda estratta da quel volto rossiccio coglie un poco di sorpresa il Sumi che parla velocemente, quasi insicuro di ciò che sta esternando. La nanetta legge quelle risposte, le vaglia e le considera, sbottando però in merito al tatuaggio, non concedendo informazioni riguardo a tal proposito. Sente la risata altrui, si rende conto di aver quasi fatto i capricci riguardo a quel tatuaggio e sente anche il commento del rosso-nero con relativa risposta del bianco: << Va bene per gli anellini ma non per i lobi e la lingua! >> Satori scoppia a ridere, quei due lo stanno facendo divertire più del previsto, era abituato a Shizuka e le sue uscite ma non all'altro, con il suo umorismo più maturo anche se resta fondamentalmente un bimbo. << D'accordo piccola prendo ago e pinza e sono tuo. >> Andrebbe ad alzarsi, tornando pochi istanti dopo, tempo durante il quale probabilmente l'albino avrebbe modo di lamentarsi di quella decisione presa dalla rossa, o lagnarsi per il pagamento. Una volta tornato il tatuatore si rivolgerebbe direttamente alla Kokketsu: << Viso rivolto a me, tira fuori la lingua. >> Il tutto verebbe eseguito in maniera abbastanza meccanica, lui andrebbe a segnare con un pennarello il punto in cui dovrebbe eseguire il foro, << Tira indietro solo la punta.. >> Comando richiesto ed eseguito dalla ragazzina che non sembra minimamente intenzionata a cambiare idea, ne tanto meno spaventata. Forse il conoscere colui che esegue tale operazione aiuta in ciò. << Ok tira fuori di nuovo. >> Eseguito anche ciò la lingua verrebbe bloccata con una pinza particolare, con una specie di buco nella parte anteriore che consente il passaggio dell'ago, molto simile a quello usato per l'helix e anch'esso sterile. << Vado tesoro. Farà malino, non morsicarti la lingua. >> Un sorriso caldo le viene rivolto, la nanetta chiuderebbe gli occhi e quando l'ago verrebbe infilato nella lingua inevitabilmente essi vengono serrati, così come pure un poco i denti in effetti. E' questione di un attimo, il rosso-nero attenderebbe ancora qualche secondo prima di richiamare l'attenzione della rossa: << Dai piccola che è fatto, una curatina anche qui e sei sicura che non ti si infetta, ti aiuto io a tenerla fuori. >> Lentamente Shizuka andrebbe a riaprire qugli occhi blu, che sono decisamente più lucidi di prima, il dolore questa volta è stato decisamente maggiore, anche se le mani vengono meccanicamente mosse verso la lingua, e cercherebbe di diffondere il proprio chakra medico attraverso gli tsubo ivi presenti. In qualche attimo il dolore dovrebbe scemare, il poco gonfiore dettato dalla foratura estinguersi, e permettere quindi a Satori di estrarre l'ago e inserire una semplice barretta in titanio, con due palline alle estremità. Finito anche quel piercing l'uomo andrebbe ad alzarsi, si avvicinerebbe alla piccolina dopo aver rimosso i guanti scompigliandole un poco i capelli e rifilandole un bacio sulla fronte. << Ho visto adulti piangere per molto meno. Sei stata bravissima, ho una collaboratrice fantastica. >> Le sorriderebbe, volgendo le rosse verso il Sumi: << Scusa, te la affido un attimo mentre sistemo. >> Si sta scusando forse più per il fatto di avergliela rubata per qualche istante che non per il fatto di allontanarsi, ma non è esattamente riuscito a trattenersi davanti a quella testolina dura che non ha versato nemmeno una lacrima. Si allontanerebbe per portare via il materiale non più sterile, lasciando ai due infine un attimo seppur breve di privacy. [Se Chakra 18/30]

16:15 Kan:
  [Negozio] La propria ignoranza viene curata dall'accurata spiegazione del datore di lavoro di lei. Non commenta, annuisce solamente assimilando ogni informazione come fosse oro, rassicurandosi di quanto esso non sia pericoloso proprio per via dell'abilità curativa della stessa Shizuka <Comprendo> non così difficile dopotutto, in caso di peggioramento può sempre sfruttare le proprie arti mediche per intervenire dando manforte all'arte altrui, aiutandola con la guarigione, accelerandola più del dovuto. Cerca di sistemare il proprio danno mettendo le mani avanti, privandola di ogni impegno, ogni imposizione, ritornando sui propri passi eppure, alla volontà di pagare tutto, riceve una risposta inattesa. In un primo momento non realizza del tutto quanto ode schiudendo le labbra <Anche quelli, mi sono accorto di fare poco per te e voglio cominciare a ricambiare e...> arrestando il verbo nel rendersi conto della decisione della Kokketsu. Sgrana le dorate focalizzandole nelle azzurre, sorpreso, colto alla sprovvista <Cosa?> ha scelto di farlo? Il battito cardiaco è in aumento, l'agitazione torna, deve aver sbagliato qualcosa, ella non ha mostrato il suo volerlo, lo sta facendo per lui? Se così fosse, perchè? Deglutisce desiderando dire qualcosa eppure le parole muoiono in gola man mano che il tempo scorre e Satori prende gli attrezzi necessari <Amore, non sei obbligata> provando in maniera del tutto blanda a dissuaderla da quell'intento proposto proprio da lui. Il ritorno dell'uomo da inizio all'ultima operazione della giornata sotto le iridi del bianco il quale osserva silente, fissa il tutto senza proferir parola ma ammirando l'andazzo. La lingua tirata all'esterno da un paio di pinze, un punto nero ad indicare il loco del buco e poi quell'ago, il dannato ago penetra in essa; d'istinto la destrorsa intrappola nel palmo le dita di lei stringendola con quella misera forza in proprio possesso immaginando il dolore da lei provato per quanto sta subendo. Vicino, dona il proprio tacito supporto percependo una stretta alle viscere nel denotare la lucidità degli occhietti, le tenerezza della scena dinanzi a se, il modo in cui ella stia resistendo non versando neanche una lacrima bensì dimostrando un'immensa resistenza, una grande forza interiore. La cura avviene veloce, diretta cicatrizzando il tutto celermente, buco occupato da un'asticella con due palline al di sopra, semplice, poco appariscente eppure, adesso, la prima richiesta dell'albino viene esaudita in pochissimi minuti. Sorride al dire di Satori, tale verbo scatena in egli una dolcezza immensa, maggiore di quanto si possa credere. Mantiene la stretta rendendo nulla la distanza, viso a sovrastare quello di lei osservandola dall'alto verso il basso <Tu sei completamente pazza, sai che non dovevi, si?> labbra vengono adagiate sulla di lei fronte lasciandole un leggero quanto casto bacio, palpebre socchiuse appena prolungando quel momento per diversi secondi <La farfalla, gli orecchini e adesso questo. E'...è troppo> nonostante ciò il sorriso non viene meno, cresce, è ampliato con la mancina intenta ad accarezzarne la rossa chioma. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:41 Shizuka:
  [Negozio di Tatuaggi di Satori] Quelle spiegazioni al Sumi bastano e avanzano, forse hanno alleviato la tensione che si stava nuovamente creando nel di lui animo. Poi il resto avviene senza preavviso alcuno, quei cricetini avevano già deciso di fare anche quel foro per lui, un gesto che a lei non sembra così speciale ma che l'altro interpreta a modo suo. Come sperato lui si concentra solo sul pagamento inizialmente, tralasciando il dettaglio del piercing. Solo arrivato in fondo alla frase si interrompe, rendendosi conto che la piccoletta ha preso una decisione in totale funzione di lui. Stupore pervade il bianco che nuovamente si ritrova in una situazione inaspettata, lui che fin dall'inizio si era allienato per lei, senza chiedere ne pretendere nulla in cambio, poco per volta riceve indietro tutto. L'affetto, l'amore, l'intesa e quel gesto microscopico in confronto al resto ma che simboleggia la condivisione. Le ripete che non è obbligata a farlo e le blu si confrontano con le dorate; non un velo di incertezza si potrebbe percepire in quei fari: << Lo so che non sono obbligata. A te piacerebbe e a me non infastidisce la cosa. Voglio farlo per te. >> Forse zittito dalla sicurezza dimostrata non farebbe altro che stringerle la mano, osservando quell'operazione avvenuta, il dolore provato, simboleggiato anche dallo stringere la mano al ragazzo nel momento della penetrazione dell'ago. Il tutto sembra durare in eterno ma invece sono solo pochi attimi. Persino il gesto affettuoso di Satori viene accolto con un lieve rossore sul viso della Kokketsu che si sente in qualche modo gratificata. Quando infine restano soli, lui si alza, la fronteggia guardandola dall'alto in basso, riservandole qualche lamentela, condita con un bacio sulla fronte. Si lamenta di tutto, del tatuaggio, degli orecchini, del piercing; si lamenta di venire ricambiato con le stesse attenzioni che lui ha riservato a lei in un momento storico durante il quale nemmeno se lo sarebbe meritata. Quelle lamentele non vanno però d'accordo con il sorriso, co quel tocco delicato che le riserva mentre accarezza il crine rosso: << Me lo hai già detto che sono pazza. Ma mi hai scelta tu, quindi ora ti tocca accontentarti. >> Cercherebbe di scivolare dalla sedia, andando a porsi praticamente innanzi a lui, quella sbarretta all'interno della bocca che quasi non percepisce, anche se la lingua pare poco più pesante. Si allungherebbe sulle punte dei piedi, una mano portata fra il crine bianco per poi andare a sospingerlo verso il basso, ricercando quelle labbra morbide per un bacio decisamente più passionale. Non dovrebbe durare tanto tuttavia, causa l'arrivo di Satori che con tono decisamente più duro di quanto fatto fino a quel momento andrebbe a sgridarla: << Hey signorina! Niente slinguazzate almeno fino a domani! Ho capito che hai le mani magiche ma fino a domani niente lavoro extra con quella lingua intesi? >> Sembra decisamente serio, come se non volesse assolutamente che si infastidisca quella zona, nonostante dovrebbe essere già perfettamente guarita, una certezza in più insomma. Le iridi rosse rivolte verso Kan: << Nessun lavoro extra intesi?! E niente cibo troppo caldo! Portala a mangiare il gelato su! Che qui devo chiudere! >> Già l'ora ormai è tarda e i due sono li da più tempo del previsto. La faccina della rossa andrebbe ad imbronciarsi in maniera automatica per il divieto imposto di baciare il proprio ragazzo, tuttavia non si lamenterebbe eccessivamente, capendo bene il perchè sia necessario qualcosa del genere. << Per il pagamento litigate mentre mangiare il gelato! Hai tempo una settimana Kan! Tutto ciò che non riceverò da te lo detrarrò a Shizu dallo stipendio! >> Un occhiolino viene rivolto al ragazzo, come se quella concessione fattagli lo aiutasse a pagare tutto quello che vuole, e forse sorbirsi solo le lamentele della rossa. << Mi ha fatto piacere conoscerti! Fate i bravi! >> Con un gesto meccanico della mano il tatuatore andrebbe a portare due dita alla fronte per poi spostarle verso l'esterno, in segno di saluto qualora si fossero allontanati davvero. [Chakra 18/30]

17:06 Kan:
  [Negozio] Lamentele e sorriso cozzano, le parole vengono tradite dalla sincerità sul volto, un'azione istintiva di cui non riesce ad avere il totale controllo, quanto meno quando è lei la protagonista dei propri pensieri. In altri casi, con altri soggetti, tale operazione risulta facile, una minuzia nella vita del genin ma non con ella. La rossa detiene il potere di renderlo esposto a tutto, privarlo della barriera costruita con fatica in anni e anni permettendogli di esprimersi al meglio di se. Socchiude le palpebre, trattine il respiro stringendole la mano, il muscolo cardiaco aumenta il battito a quella frase, sente il peso di tali parole, la convinzione oltre che la determinazione della ragazzina lasciandole compiere quel gesto. Deglutisce nel darle quel bacio sulla fronte, un gesto per nulla invasivo non calcolano minimamente le labbra, consapevole di come esse siano delicate, di come tale parte del corpo vada tenuta tranquilla, priva di tocchi evitando di far peggiore il foro da poco effettuato. Shizuka non risulta essere dello stesso parere scivolando giù dal lettino ritrovandosela davanti in tutta la sua bassezza scatenando una certa ilarità <Non posso accontentarmi quando non desidero altro che te> alzando le spalle, veloce, deciso proferendo solo la verità. Non riesce a dire null'altro ritrovandosi tirato per i capelli, viso abbassato arrivando a contatto con quello di lei, labbra adagiate in quel bacio ben più passionale rispetto ai precedenti, preso alla sprovvista pur ricambiandolo totalmente senza esimersi. Se non prova dolore tanto meglio ma l'arrivo di Satori rompe la magia, distrugge l'incantesimo mettendo dei paletti ben chiari, cogliendoli all'improvviso. Rossore appena accennato giunge sul volto del bianco scrutando l'uomo, comprendendo fin troppo bene le parole, i riferimenti più o meno impliciti <Intesi> disobbedire? Sia mai, non bastano i genitori, adesso anche il datore di lavoro deve arruffianarsi rendendo ancor più arduo il proprio ruolo di fidanzato <Gelato...si, certo> parlare diventa sempre più difficile, visibilmente in imbarazzo dinanzi a tutte quelle allusioni di lui, alle parole di rimprovero giunte senza un minimo di preavviso. Sbuffa, sospira, silente ricerca calma, una pacatezza di respiro consentendogli un ragionamento lucido <Sia mai, passo domattina presto a saldare il conto e tu> rivolgendosi alla ragazzina <Guai a te se me l'impedisci> una minaccia? Un avvertimento? Chi lo sa, sta di fatto che non scherza, intenzionato fino alla fine a pagare quel conto saldando il debito contratto. Non solo perchè non gli piacciono ma considerandolo anche il primo passo per ricambiare quanto ella gli stia donando giorno dopo giorno arrivando persino nel marchiare indissolubilmente il proprio corpo <Ha fatto piacere anche a me> cenno del capo rivolgendo infine le dorate alla Kokketsu <Direi che è ora di andare a prendere quel gelato e stasera...vedremo di cucinare qualcosa da servire freddo> arto superiore sinistro va ad avvolgere le spalle di lei spingendola delicatamente contro se, una stretta decisa dandole un bacio sul capo. Nel caso avesse acconsentito, si sarebbe avviato verso la porta del negozio per varcarla con direzione il locale in cui hanno preso il loro primo gelato, un antipasto se vogliamo definirlo, prima della cena effettiva. [END]

Prosegue la love story tra i due, questa volta con una tappa al negozio di tatoo e piercing dove entrambi si fanno un orecchino sulla parte alta dell'orecchio, Kan blu e Shizuka dorato, colore dei rispettivi occhi. Inoltra la Kokketsu ne fa un paio sui lobi mettendosi due orecchini con due farfalle, sempre di quei colori. Infine, dopo una proposta di Kan, Shizuka si fa un piercing sulla lingua.
Non ultimo, l'ennesima pubblicità all'Ochaya da parte dell'albino nei confronti del datore di lavoro di lei.

Nel mentre c'è anche il tempo di parlare di quanto accaduto a Kiri fornendo varie ipotesi e della situazione delle gang, seppur per poco in quanto si tratta di un argomento da sviscerare in separata sede.