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Prima notte da colleghi

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con Shizuka, Tenjiro

21:26 Shizuka:
  [Ospedale - Hall - Macchinette] Strano ma vero il primo turno da passare insieme al nuovo tirocinante è proprio un notturno a Konoha. Anzi forse volutamente è stata scelta questa mossa, perchè solitamente i turni notturni sono più tranquilli, questo consente una più calma spiegazione di quanto egli sia tenuto a svolgere. La ragazzina si trova al momento nello spogliatoio femminile, al piano interrato. Si sta acconciando i lunghi capelli rossi in una treccia morbida che le ricade sulla schiena ma che contiene la maggior parte del crine, eccezion fatta per i ciuffi frontali più corti. Trucco assente sul visino, indossa una camicetta a maniche lunghe bianca, sovrastata da un maglioncino nero con bottoncini frontali, al collo la collana dorata con pendente a farfalla, le cui ali internamente sono di un blu brillante. Le leve inferiori avvolte da un paio di jeans neri, aderenti, ai piedi delle ballerine nere con un fiocchetto molto piccolo davanti, a ricoprire il tutto un camice bianco, un solo bottone a livello della vita chiuso, nel taschino diverse penne colorate, un evidenziatore giallo dei pennarelli indelebili, un paio di forbici. Appeso al camice troviamo anche il cartellino identificativo con il nome della giovane tirocinante. Nell'armadietto ha lasciato il proprio zainetto ma con se porta un blocco da disegno, sul quale è stato ritratto l'uomo che la dovrebbe affiancare questa notte. Il cellulare è tenuto nella tasca destra del manto bianco che la ricopre. Una volta terminato di sistemare i capelli la Kokketsu andrebbe a dirigersi verso la sala d'attesa che si trova proprio all'ingresso dell'ospedale, poco sulla sinistra della reception. Questo il luogo designato infatti per l'incontro, davanti alle macchinette che distribuiscono vivande a coloro che solitamente aspettano di ricevere udienza dalle signorine all'ingresso. Al momento quella zona dovrebbe essere ben illuminata ma completamente vuota, in fondo di notte si lavora per il pronto soccorso e i reparti, non per gli appuntamenti.

21:52 Tenjiro:
  [Ospedale | Hall] Sono un po' di giorni che Tenjiro ha iniziato il suo nuovo lavoro a tempo pieno. Forte delle rinnovate convinzioni instillategli da Shizuka, ha deciso di dedicarsi alla cura del prossimo a tempo pieno. Esce di rado dall'ospedale, persino nella consapevolezza che non vi sarà retribuzione alcuna per tutto quel lavoro in più che nessuno gli richiede. Eppure, lui non è certo lì per i soldi. Avanza con passo lento nell'ambulatorio, guardando a destra e sinistra nelle camere che con altrettanta lentezza gli scorrono di fianco. Si tratta di una figura nuova in ospedale, ma che i primi pazienti hanno già iniziato a conoscere. Dopotutto Tenjiro è un inguaribile chiacchierone e gli ospedali di solito sono pieni di gente che ha del tempo da perdere(?). Dei sandali e dei calzini bianchi come la neve cingono i suoi piedi. Immancabile è il largo kimono nero, che lascia intravedere parte del petto. Tuttavia, diversamente da come è abituato a vestire di solito, non è il giaccone bianco degli Hyuga a sostare sulle sue spalle, bensì il suo camice da tirocinante. Non che sia cambiato molto, in realtà... le tonalità sono le stesse e le maniche sono ugualmente larghe. Un cambio stilistico, quindi, che non sembra pesargli affatto. Ciò che concretamente manca è il tocco di rosa che lo contraddistingue. Niente giaccone con i fiori... niente cappello di paglia. Porta i lunghi capelli neri raccolti in una coda non eccessivamente curata, esattamente come poco curata è la barbetta che scurisce il suo volto. [Tap Tap!] Il suo passo risuona in un ambulatorio dove ormai circola pochissima gente. I primi pazienti hanno già iniziato ad addormentarsi, quindi il silenzio fa da padrone. Dove è diretto? Beh, nella hall! E' lì che dovrebbe incontrarsi con Shizuka. Di fatti, la ragazza lo vedrà sbucare proprio da una delle porte di accesso agli ambulatori, con una cartellina di legno e dei fogli sotto il braccio destro e con la mano sinistra che gli massaggia lentamente la nuca. La inquadra. Decide di avvicinarsi alle macchinette, ma nel momento in cui le sue labbra si schiudono, non è per proferir saluto. <Yaaaaaaaaawn!> Sbadiglia di gusto e senza ritegno, come se fosse la cosa più normale del mondo... e solo dopo accenna ad un saluto per la ragazza, con la mano sinistra. <Shizu-chan!> Cerca di non alzare troppo la voce, vista l'ora. <Ta-dan! Come ti dicevo, ho deciso di seguire il tuo consiglio.> E ne sembra seriamente soddisfatto.

22:06 Shizuka:
  [Ospedale - Hall - Macchinette] Quel 'Tap- Tap' fa da allarme all'arrivo dello Hyuga, un suono così percepibile nella zona più vuota dell'ospedale che in un secondo la di lui posizione viene rivelata, facendo si che la piccoletta si giri in sua direzione. Il fatto che lei indossi scarpe tanto basse e lui, invece, indossi quei sandali non fa altro che aumentare la differenza di altezza che già normalmente esiste fra i due; sembra quasi che i geni Hyuga facciano diventare altissimi! Quando lui schiude le labbra si aspetta un saluto, ma invece quello che sopraggiunge è uno sbadiglio sonoro che fa si che le sfugga una risata divertita a quel gesto spontaneo. Evidentemente lui non è ancora abituato a quei turni di notte. << Tenjiro >> La testolina viene chinata in direzione dell'omone, in segno di saluto mentre lui in maniera molto scenica sottolinea come abbia seguito il consiglio di lei. << Mi fa piacere che tu abbia deciso di provarci! Le mani che curano non sono mai abbastanza! >> E' lei che rompe gli indugi avvicinandosi allo Hyuga, Porgendogli la mano destra: << Benvenuto collega! >> Sembra strano che entrambi ricoprano la stessa carica, lei sembra infinitamente più piccola di lui, e invece è quella probabilmente più esperta, solo per una questione temporale. << Ho un regalo di benvenuto. Ma prima devo sapere come sei finito affiancato a me! Hai detto al Dr. Aburame che mi conoscevi? >> Lo sguardo blu è fisso nell'unico occhio buono dell'altro, molto incuriosito di sapere se è stato il destino a legarli lavorativamente parlando o meno.

22:18 Tenjiro:
  [Ospedale | Hall] Resta di fianco a lei. La differenza d'altezza è abissale, tanto che nel momento in cui la ragazza gli porge la mano, la scena assume delle tonalità comiche. Allo stesso Tenjiro sfugge un sorrisino divertito e consapevole, che sfocia subito dopo nell'incontro tra la manina di lei e l'immensa mano di lui. Una stretta simbolica, che nasconde tanti significati. <E' proprio così.> Le mani che curano non sono mai sufficienti. <Peccato che sia una cosa che capisci solo quando effettivamente decidi di rimboccarti le maniche e dare una mano.> Un commento leggermente disilluso, ma che non vuole spezzare l'atmosfera. Anzi. Semplicemente riflette sul fatto che spesso la realtà ospedaliera viene ignorata. Passa in sordina, almeno fino a quando non sei costretto a transitarci per necessità personali. Comprendi quanto sia complicato questo tipo di lavoro e quanto sia necessaria una mano, solo quando ci immergi entrambe le braccia e provi a fare del tuo. <Un regalo per me?> Domanda leggermente incredulo, seppur la domanda di dopo spezzi inevitabilmente il sentimento di sorpresa con la caccia alle informazioni. <Uhm...> si massaggia nuovamente la nuca, riflettendoci su. <No, non credo di avergliene fatto parola.> Ammette senza troppi giri di parole. <Credo che ci abbiano affiancati per puro caso.> La guarda negli occhi con l'unico occhio buono che ha. <Il che, ha un non so cosa di poetico.> Commenta con un sorrisino divertito stampato in volto. <Sei pronta per affrontare la nottata?> Domanda, come se fosse lei quella eternamente sbadigliante. Tenjiro è abituato a passare le notti senza dormire... piuttosto non è abituato a lavorare troppo tempo, ed è proprio questo a farlo sbadigliare. Sono già quattro ore, su per giù, che circola in ambulatorio... ma il suo turno ufficiale inizia ora. <Ho fatto un giro in ambulatorio poco fa... e i pazienti stanno già iniziando ad addormentarsi.> Spera in una nottata priva di imprevisti.

22:34 Shizuka:
  [Ospedale - Hall - Macchinette -> Tisaneri (?)] Altezze che si oppongono l'una all'altra, età contrapposte, elementi del Chakra pure, lui grande e grosso e lei piccolina. Fa effettivamente strano pensare che persone che all'apparenza sembrano così diverse si trovino lì per il medesimo motivo: aiutare chi ne ha bisogno. E' proprio vero che giudicare un libro dalla copertina non è mai una buona idea, meglio sempre leggere la frase sul retro! Lo Hyuga conferma di non aver fatto menzione della loro conoscenza pregressa, cosa che rende la loro associazione ancora più singolare; è come se il destino avesse deciso una strada per entrambi che pare condurli a una vicinanza. << Beh mi sembra giusto che sia io a sorbirmi le tue insicurezze, dato che ti ho spinto io a varcare quella porta! >> L'indice viene diretto verso l'ingresso della strtuttura o meglio dove essa dovrebbe trovarsi. << Sempre pronta al turno di notte! E' quello in cui si studia di più! >> Un enorme sorriso le si stampa sul viso dopo questa affermazione, come se fosse veramente prontissima a quelle ore che li attendono. << E' raro che molti pazienti siano svegli a quest'ora! La vita in ospedale è abbastanza noiosa, però il pronto soccorso riserva spesso delle sorprese o dei casi interessanti. >> Si può facilmente notare come la rossa sia decisamente interessata a quel mondo, come le brillino quasi gli occhi all'idea di vedere qualcosa di diverso dal solito. << Ti sei già abituato alla disposizione della struttura? Sei già stato al presidio di Kusa? >> Le domande si susseguono, ma qualora lo Hyuga avesse risposto affermativamente alla prima la nanetta avrebbe mosso qualche passo in direzione della tisaneria del primo piano. << Andiamo un attimo in tisaneria così posso consegnarti il regalo e poi facciamo un giro nei reparti! >> Se lui non si fosse opposto a quella decisione si sarebbe quindi mossa in direzione del primo piano, seguita o affiancata dall'omone.

23:14 Tenjiro:
  [Ospedale | Hall] Strizza un attimo l'occhio per qualche istante. <Suvvia... non farla così tragica...> Una gocciolina gli casca dalla tempia. <Chiamarle insicurezze...> Insomma, non vorrebbe passare per un ragazzetto qualunque! E' pur sempre un omone di due metri con decadi e decadi alle spalle. Deve dimostrare di avere le spalle larghe(?). <Beh... dire che sia noiosa è un po' esagerato. Ho fatto il turno di notte due giorni fa... e c'era gente che non riusciva a smettere di lamentarsi per i dolori.> L'ortopedia è un reparto infernale. <Quando soffri, giorno e notte smettono di avere il loro significato classico...> Si stringe nelle spalle, preparandosi alla nottata. <Quando effettivamente riescono a riposare, sono in qualche modo sollevato.> Vuol dire che la sofferenza è tale da permetterlo. E' sopportabile. L'altra sembra essere affascinata dal mondo ospedaliero. Dalla possibilità di imparare e comprendere. Lui, invece, mostra l'altro lato della medaglia. Lui empatizza con la realtà medicale. Prova angoscia per coloro che sono costretti a viverla contro la propria volontà e spera che lo sviluppo delle proprie conoscenze resti confinato a quanto sia effettivamente necessario per far star bene la gente. In soldoni... non è importante scoprire e comprendere una malattia nuova, se nessuno ne soffre. Quindi a quel punto l'ignoranza è la soluzione migliore per tutti. <Abituato è un parolone, temo... è troppo grande e io ci bazzico da troppo poco. Tuttavia...> si indica l'occhio sinistro con fare complice. <Scoprirai che il mio punto di vista delle cose è molto efficace. So orientarmi facilmente.> Il suo potere innato sarà indubbiamente indispensabile per svolgere questo lavoro: trovare persone, analizzare il loro chakra, vedere al di la di mura e porte... sarà quasi divertente. <No, per ora il presidio di Kusa mi è ignoto.> Ammette iniziando a seguirla verso la tisaneria. <Sono stato assegnato a Konoha, quindi penso che la maggior parte delle mie mansioni dovranno svolgersi qui.> chissà... a lungo andare potrebbe persino diventarne il responsabile, così che Aburame venga spostato in sedi più importanti. <Fammi strada!> Le chiede, visto che non ha ben presente cosa sia una tisaneria(?).

23:33 Shizuka:
  [Ospedale - Tisaneria - Primo Piano] La testolina rossa si volge a lui con stupore: << Non siamo tutti un poco insicuri? Credo sia normale trovarsi in difficoltà davanti a qualcosa di nuovo! Ogni paziente è fatto a modo suo e bisogna costantemente trovare il modo migliore per relazioanrcisi. E' lecito non ricordarsi qualcosa, avere dubbi in merito a qualche terapia o alla struttura del posto. >> Insomma l'incertezza fa parte della vita come del lavoro. Lui descrive abbastanza accuratamente un tipico reparto post operatorio, inutile convenire con il capo che dondola in alto e in basso: << Sicuramente quello è uno dei posti in cui gli antidolorifici vanno parecchio. Purtroppo certe cose richiedono tempo. >> Già, ricostruire un osso sesso necessità di aiutini meccanici che portano a dei dolori non indifferenti, ecco perchè la sperimentazione è fondamentale, così come la farmaceutica e la comprensione dei veleni. Lui ancora sembra non essere totalmente acituato a quella grande struttura che è Konoha, mentre afferma di non aver ancora avuto modo di sperimentare il distretto Kusano. << Spero che ti lascino ambientare qui per un poco prima di farti fare trasferte! Purtroppo spesso ci fanno muovere da un presidio all'altro per necessità! >> Già infatti ormai lei conosce entrambe le strutture, in fondo come detto, spesso e volentieri la manodopera scarseggia. Passeggiano con il rumore dei passi di lui a cadenzare il loro percorso, mentre ancora lei scambia qualche parola riguardo a un altro argomento singolare: << Comunque credo sia il caso che tu recuperi un cellulare! Così in qualsiasi momento potrai contattarmi per qualsiasi ragione! Anche un ripasso di qualche materia insieme! >> Il sorriso si amplia sul viso a quella possibilità, in fondo le piacerebbe davvero molto avere qualcuno con cui approfondire le tematiche mediche. Non ci impiegherebbero poi molto a raggiungere la tisaneria, che altro non è che una stanza provvista di cucinino e frigorifero, con un gran tavolo d'appoggio su cui è possibile, per il personale, fermarsi a mangiare, oppure a studiare e chiacchierare. La manina si poggerebbe sulla porta d'ingresso, aprendola e varcando la soglia lasciando appunto che lo hyuga la segua a ruota. Anche qui pare esserci il deserto, in fondo sono poche le figure che girano per i corridoi di notte e si trovano quasi tutte nei reparti o in pronto soccorso. La rossa andrebbe a prendere posto su di una sedia posta attorno al tavolone, aprirebbe il blocco da disegno andando a ricercare l'opera che ha eseguito per lo Hyuga. Una volta trovata andrebbe a porgere il tutto all'omone, che qualora avesse deciso di sbirciare il foglio avrebbe potuto osservare l'opera. Un disegno fatto a matite colorate su di un foglio A4 di un uomo over 40, massiccio, coperto da un Kimono nero, haori bianco e giaccone rosa dai motivi floreali. La rappresentazione è solo parziale, un busto che viene raffigurato con le mani in avanti, poste di fronte, pervase da una tenue luce verdognola. Il viso di lui è segnato dal tempo, i lunghi capelli neri e mossi sono raccolti in una coda dalla quale paiono comparire un paio di bacchettine, appena visibili, lieve barba sul viso, cappello di paglia a falda larga, sotto di esso ben visibile una benda che copre un occhio, mentre l'altro è di quel colore bianco perlaceo particolare degli Hyuga. Oltre al ritratto in se in quella posizione, alle spalle di lui un intensa fiamma sembrerebbe avvolgerlo, un fuoco vivo, fiero che lo accompagna in quel gesto, che a un occhio esperto chiaramente dovrebbe sembrare una cura. I dettagli sono parecchi, tutto è pensato e sfumato per rendere la profondità, la figura di Tenjiro al centro del foglio che ricorda un poco un triangolo, con la punta rappresentata dal cappello. Non direbbe molto in merito lasciando all'altro modo di valutare quel quadro. In basso a sinistra potrebbe tranquillamente cogliere una sigla in corsivo: SK.

23:59 Tenjiro:
  [Ospedale | Tisaneria] La segue, passo dopo passo. Le sue falcate, assai più ampie di quelle della ragazza, gli permettono di mantenere un'andatura decisamente più calma di quella di lei. Mentre avanzano, Tenjiro esprime i propri pensieri. <Purtroppo temo che qui non ci sia permesso di esserlo.> Insicuri. Titubanti. <Non fraintendermi... dubbi e insicurezza saranno sempre parte integrante di noi. Non c'è modo di sfuggire a questo destino.> E lui lo sa per certo, visto che ha provato a scappare per quasi tutta la sua vita. <E' più una questione di come ci percepisce il paziente.> Non è qualcosa che ha maturato con l'esperienza in ambulatorio. E' più qualcosa che si porta dietro come bagaglio di vita. Una nozione tutta propria e personale. <Vengono qui perchè hanno bisogno di noi. Chi in condizioni più gravi e chi meno.> Preambola, serio e apprensivo. <Spesso siamo le figure in cui ripongono più speranza. Forse più di quanta ne abbiano mai riposta in qualcuno.> Continua a camminare. <In quel momento, quando -tu- puoi fare la differenza tra vita e morte, o tra pace e dolore... non puoi permetterti di mostrarti insicuro. Non è nella nostra insicurezza che ripongono speranza e aspettative.> Ma questo è un suo personalissimo pensiero. Un'idea che ha radici molto profonde nel suo passato e che non verranno a galla questa sera. Ascolta attentamente tutto ciò che la ragazza ha da dire, annuendo di tanto in tanto. Piuttosto, sembra in disappunto quando l'altra gli dice che dovrebbe comprarsi un cellulare. <Devo proprio?> Socchiude le palpebre, evidentemente a disagio, mentre una nuova gocciolina casca lungo la tempia. <Io e la tecnologia non andiamo molto d'accordo... Non saprei come usarlo!> La verità è che non ha molta voglia di imparare come usarlo. Le capacità cognitive per usare uno strumento così semplice le ha eccome. E' solo che la tecnologia non lo affascina... anzi. La associa allo stravolgimento della propria vita da dieci anni a questa parte. <Tanto, se ho qualcosa da dirti, preferisco farlo di persona. E' importante non perdere il contatto umano.> Le relazioni. L'interazione. Purtroppo la digitalizzazione porta come conseguenza l'assottigliarsi dei rapporti e del contatto. Tutto diventa più astratto... e per un uomo abituato a -vedere- le cose, doversi fidare di un monitor a cristalli liquidi è un po' problematico. Ad ogni modo, la supera ed entra nella stanza designata per lo spacchettamento del regalo. Gli viene passato un blocco da disegno, con dei tratti ben precisi che istantaneamente attirano l'attenzione di Tenjiro. <...> dapprima silente, passa in rassegna ogni singolo tratto con l'occhio buono, mentre la destra tiene il blocco da disegno. Dopo qualche istante, la mano sinistra si muove e con i polpastrelli cerca di seguire delicatamente i tratti solcati dalla ragazza con i vari strumenti da disegno. Nulla che delle dita possano essere in grado di percepire, sia chiaro, ma a lui sembra quasi di ripercorrere i movimenti fatti da lei e dalla sua matita. Quel silenzio iniziale sembra durare più del dovuto. Non stacca lo sguardo da quei colori neanche per un istante. Neanche quando le labbra si schiudono per dire addio al silenzio. <Sai...> Pensieroso. <... in un altro contesto, questo disegno mi avrebbe messo angoscia.> E' sincero al cento per cento. Lei lo capirà... dopotutto, quando a mentire è un uomo che non è abituato a farlo, si vede palesemente. <Fino ad un mese fa avrebbe avuto un significato completamente differente.> Ma non le spiegherà perchè. Lei sarà liberissima di interpretare le sue parole, in fondo una prima lettura emotiva di Tenjiro è abbastanza semplice. <Invece adesso...> Alza lo sguardo e lo posa su di lei. <... mi fa sorridere.> Ed effettivamente è così. Sta sorridendo. <Ti ringrazio.> Pacato. Per quanto sia un tipo estroverso e pacioso, è anche estremamente discreto quando si tratta di mettere a nudo i sentimenti. Inoltre, per quanto sia felice in questo momento, il sentimento si stempera in una consapevole malinconia. Qualcosa che, purtroppo, non potrà trasparire all'esterno. <Significa molto per me.> Resta sincero.

20:50 Shizuka:
  [Ospedale - Tisaneria - Primo Piano] Quando lui si lascia trasportare da quel discorso sull'insicurezza, che non deve essere mostrata ai pazienti per il loro bene, gli occhietti blu dapprima sembrano stupiti poi lentamente si addolciscono fino a scostarsi dalla figura dell'omone. La destra viene portata vicino alle labbra, una risata le sfugge: << Beh Tenjiro io non sono una paziente no? >> Non può negare ciò che ha detto lui, è indubbio che quel pensiero sia decisamente corretto, caritatevole e votato alla missione. Ma non è ciò che intendeva lei: << Se non condividi le tue incertezze con i colleghi, con gli amici, poi come puoi riuscire a superarle sempre da solo? >> La domanda è posta con un tono dalla dolcezza infinita, è l'ennesimo rimproverò che una nanerottola di sedici anni si permette di fare a un uomo sulla quarantina che, forse troppo avezzo alla solitudine, cerca un modo per andare avanti senza un supporto vero e proprio. Oltre al fatto che in maniera spontanea e semplice gli ha chiaramente detto che lo considera un amico. Quando arrivano le rimostranze per quel telefono vengono mosse, praticamente sono già in tisaneria. Attenderebbe di rispondere mentre armeggia con il proprio zainetto per estrarre quell'opera d'arte. << Beh un cellulare non è così complesso da usare per chiamare, inoltre puoi utilizzarlo solo per dire 'Shizu ho bisogno di parlare ci vediamo qui a quest'ora' >> Il tutto viene fatto con una mimica facciale e cercando di imitare un tono di voce decisamente più profondo, con probabile ilarità generale. << E' un modo per organizzarci più velocemente, non un modo per non vedersi più. >> Interpretazioni, punti di vista diversi, come sempre due realtà, due età si fronteggiano e si ascoltano, generando forse un poco più di comprensione per l'altro. Il blocco viene poggiato sul tavolo e sospinto verso lo Hyuga, il silenzio la fa da padrone per i primi istanti. Quando le labbra di lui si schiudono lasciano spazio a un tono incerto, che rivela i timori che già attanagliavano la mente della Kokketsu, quel dubbio riguardante quel fuoco così presente in quel ritratto. Però pare non sia solo quello, qualcosa è cambiato nell'animo altrui, pare che si sia smosso dalle vecchie convinzioni, riaprendosi probabilmente a qualcosa di nuovo. Che alla fine è rappresentato simbolicamente da quelle mani che sono poste in avanti, nel gesto di curare qualcuno, magari anche se stesso. L'unico occhio buono si rivolge alla rossa, insieme a un sorriso che per quanto non sia pieno sembra agli occhi blu, molto dolce. Arriva quel ringraziamento, che la mette leggermente in imbarazzo, le guance divengono rossicce, ma non si sottrae allo sguardo altrui: << Sono contenta che ti piaccia. Non ne ero sicura, ho osato un pochino. >> Si interrompe, lasciando vagamente intendere i timori dell'artista, di quello spingersi oltre il conosciuto e varcare la soglia dell'immaginazione. << E' tuo. E spero che ti possa spronare in qualsiasi cosa tu voglia fare. >> Già una spinta in più, l'idea è quella di ricordargli che può raggiungere ogni obbiettivo che si prefissa, semplicemente essendo se stesso.

21:20 Tenjiro:
  [Ospedale | Tisaneria] Tenjiro sembra essere pensieroso, mentre tiene quel disegno tra le mani. Le parole della ragazza lo raggiungono, ma forse non sortiscono esattamente l'effetto sperato. Non inizialmente. Non è una sua pazienze, vero... <No, non lo sei. E spero che non dovrai mai esserlo.> Una confessione da amico? Da padre? Forse entrambe le cose. La premura nei confronti della nanerottola è insindacabile. <Ma qualora dovesse succedere, riusciresti ad affidarmi la tua vita come farebbe un altro paziente, sapendo quali sono le mie insicurezze?> Specialmente se le insicurezze poi riguardano proprio l'ambito clinico che la riguarda. Ad ogni modo, quella domanda non vuole realmente una risposta. Anzi, vien seguita immediatamente da una nuova considerazione. <Gli amici più che mai, Shizu-chan, devono sentirsi al sicuro tra le mie mani.> La guarda con l'occhio buono, con una calma devastante. Muove qualche passo, così da poter raggiungere una sedia e sedersi di fronte a lei. <Io credo che questo percorso... questo -mestiere-... vada oltre il semplice aiutare le persone.> Il suo sguardo si fa intenso. <Non siamo semplici omini con buone intenzioni e ottime capacità. Siamo qualcosa di più.> Poggia un attimo il disegno avanti a se e si concentra sul discorso. <Noi siamo l'ultimo Baluardo a difesa della Vita, laddove la Morte reclama il proprio trofeo.> Una concezione molto astratta, ma non altrettanto difficile da comprendere. Spera. <Non vorrei mai che un amico affrontasse la Morte pensando che il suo ultimo Baluardo, cioè io, sia vacillante o abbia una breccia.> Lui vuole apparire come una colonna portante. Come una fortezza regale inespugnabile: corazzata fuori e piena di meraviglie dentro. <Non biasimarmi se, qualora ne avrò la possibilità, sceglierò di affrontare e diradare le mie insicurezze con la mia sola forza.> Dopotutto, è quello che ha fatto per una vita. Solo ora riporta lo sguardo sul disegno, seppur il discorso verta sui cellulari. <Mh... ci farò un pensierino. Ma solo perchè me lo stai chiedendo tu.> Ridacchia in maniera sommessa, palesemente ironico. Ne riconosce l'effettiva utilità... il suo rigetto è più sentimentale. Più assimilabile ad un attaccamento al passato. Eppure, darà una chance alla cosa. Per quanto concerne il disegno, riprenderà a sorridere in maniera calda e affettuosa. <Gli artisti possono fare cose che non sono concesse alle altre persone. Osare con la fantasia è una di queste.> Lo pensa sul serio. <Come ti ho detto l'altra volta... quello che tu disegni, è quello che tu vedi. O magari quello che vorresti vedere...> discorso lungo. <Sta di fatto che quello nel disegno sono io.> Non si disprezza, di conseguenza non avrebbe potuto odiare il disegno. Non ora che le cose stanno cambiando. <E quello che vedo tramite i tuoi occhi, mi piace molto.> Rincara la dose, apprendendo che il disegno ora gli appartiene e potrà fungere da memento per il futuro. <Lo incornicerò e appenderò in casa, puoi starne certa!> Sorriso onnipresente. Non le chiede ancora di tornare in corsia. I momenti di sincera intimità sono rari.

21:43 Shizuka:
  [Ospedale - Tisaneria - Primo Piano] Il discorso che lui affronta è complesso, chiaro come voglia essere un punto di riferimento, qualcuno che può salvare senza dubbio alcuno il prossimo, ma forse sta correndo troppo. Almeno questo è quello che vede la piccoletta. Lo sguardo azzurro andrebbe a fissarsi su quello altrui, forgiandosi di una sicurezza che sembra incrollabile: << Ti affiderei la mia vita anche ora se fosse necessario. >> Incertezze o meno il tutto viene basato su altro. La sua voglia di fare, il suo desiderio di aiutare ed essere di aiuto per un'altra persona, a maggior ragione se un amico. Non sa bene cosa sia accaduto in passato allo Hyuga ma non è difficile intuire che ora, con un bagaglio sulle spalle ben maggiore di quello della Kokketsu, non lascerebbe nulla di intentato pur di non negare la morte a qualcuno. << Non volevo negarti la possibilità di affrontare e disperdere le tue insicurezze autonomamente, mi sembrava giusto però ricordarti che non sei da solo. E' stato il Dr. Aburame in persona ad affiancarti a me e mi piacerebbe poterlo fare a trecentosesanta gradi. Non solo per mostrarti dove si trova la zona relax. >> Gli rivolgerebbe un occhiolino, il tono molto più leggero in questa ultima parte del discorso. << Sarai un ottimo medico >> Un sorriso molto docle le si stamperebbe sul viso, mentre la testolina viene leggermente inclinata sul lato destro. Quando viene ripreso in merito a quella tecnologia la risposta dell'omone la fa ridere, una risata breve ma sicuramente sincera che non dovrebbe aver bisogno di alcuna spiegazione. Il disegno in fondo è stato apprezzato, quegli occhi blu hanno di nuovo colto qualcosa che normalmente passa inosservato, qualcosa che attraverso un piccolo spiraglio è stato portato in vita. Con le guanciotte ancora rossastre andrebbe a raccontare qualcosa successo qualche mese prima: << Un uomo che ho ritratto al bosco dei ciliegi mi ha detto mesi fa che i miei occhi colgono qualcosa che gli altri non vedono. >> Si interrompe, l'immagine di Shiroyuki si proietta davanti a se per qualche breve istante. << Se ciò che io vedo ti piace molto, direi che sei sulla strada giusta no? >> Gli sorride di rimando, sempre in maniera molto spontanea, mai forzata. << Hai già avuto modo di curare qualcuno reduce da una missione? Ah poi se vuoi ti svelo il mio trucco per fare pratica extra! >> Il tono molto più leggero, ormai quel disegno è stato consegnato e apprezzato, sta diventando quasi brava con i ritratti!

22:02 Tenjiro:
  [Ospedale | Tisaneria] <Mh.> Mugugna con un mezzo sorriso. E' impossibile capire se sia effettivamente convinto dell'affermazione dell'altra, o meno. Una cosa è sicura: quel sorriso lascia intendere che il commento è più che apprezzato. <Dopo tanti anni è bello sapere di non essere soli.> Ammette, annuendo lentamente. <Se può rassicurarti, insicurezza o meno, non commetterò da capo l'errore di isolarmi dal mondo. Avrà modo di adempiere ai propri doveri, Dottoressa Kokketsu.> E le fa l'occhiolino con l'unico occhio che ha a disposizione(?), con tanto di sorrisino beffardo. Al commento circa il suo futuro da dottore, risponde con un sorrisino pacato. <Spero vivamente che sia così. E' bello avere da capo... un senso.> Annuisce con una tranquillità invidiabile. <No, ancora non ho avuto modo di adoperare le pratiche mediche su compagni di squadra feriti in missione... ma non credo che sia troppo differente dal medicare il femore rotto di un vecchio ormai in preda a delirio senile.> Ridacchia, anche se non dovrebbe sulle disgrazie altrui. <Sai, noi Hyuga abbiamo una predisposizione innata per la gestione del chakra e il suo corretto flusso. Sin da bambini veniamo addestrati, perchè sull'uniformità e la stabilità del flusso energetico si fondano i segreti del nostro clan.> non scenderà troppo nel dettaglio a riguardo. Piuttosto passa al punto importante del discorso. <Le arti mediche si basano anch'esse su quel principio... quindi è stato abbastanza immediato riprendere dimestichezza con i rudimenti di medicina che appresi decenni fa.> Gli spiega la sua attuale situazione. Conosce le basi di anatomia e del sistema circolatorio del chakra. Come se ciò non bastasse, la corretta padronanza di questa forma di energia e la possibilità di vedere quella dei suoi pazienti lo rende oltremodo un potenziale medico fuori dagli standard. Magari un giorno, se ci riuscirà, potrà addirittura tenere tutto l'ospedale sotto controllo con il Byakugan. Scoprire se una vita si sta spegnendo e agire in tempo per recuperarla. Ma ogni cosa a suo tempo. <Non posso che convenire con quest'uomo.> Quello che ha commentato i suoi occhi e il suo punto di vista. <Hai un dono non indifferente, ragazza mia. Non è qualcosa di distruttivo. Non è qualcosa di strumentalizzabile...> come abilità innate da portare in battaglia e usare per distruggere. <Eppure, è estremamente potente. Cogliere ciò che c'è oltre il velo è capacità di pochi.> Il velo delle apparenze. Quello strato di finto realismo, al di sotto del quale si cela una Verità più profonda. Tenjiro, per esempio, può sembrare qualcosa o qualcuno, visto dall'esterno, ma all'interno nasconde ben altro. Shizuka, invero, è riuscita a penetrare la corazza del vecchio Hyuga.

22:23 Shizuka:
  [Ospedale - Tisaneria - Primo Piano] Quel Dottoressa Kokketsu le fa fare una smorfia poco convinta, che sul faccino decisamente infantile che ha, potrebbe far ridere anche un morto. C'è da dire che il fatto che lui le faccia l'occhiolino con l'unico occhio buono le strappa nuovamente una risata, facendo sparire quel broncio che si era andato a creare. << Shizuka va più che bene! C'è un altro Dr. Kokketsu in giro non vorrei essere scambiata per lui! >> Ci scherza, è impossibile che quella piccoletta venga scambiata per il genetista, ma il cognome, al momento, non sempre è visto di buon occhio. AScolta comunque quella spiegazione che le concede, una sommaria idea di come funzioni il loro clan, il focus continuo sulla ricerca della stabilità del flusso di energia rappresentato dal Chakra. A lei sempre molto complesso, una concentrazione infinita una richiesta continua di attenzione, mentre a lei basta immaginare e creare quello che meglio crede. << Io volevo solo aiutare quando ho iniziato. Diciamo che ho parecchie esperienza su come medicare un ferito anche senza usare tecniche particolari! >> Gli occhi vengono alzati verso il cielo, l'idea di suo padre sempre mezzo malmenato le sovviene rapidamente, con la madre a lamentarsene dietro. << Poi per fare pratica oltre che in ospedale mi sono dedicata alle cure delle persone a Kiri. Non so per quale ragione ma sembrano particolarmente ostili al farsi curare in ospedale. E' come se non si fidassero. >> Già, nei quartieri poveri aveva sempre trovato qualcuno che necessitasse di un aiuto, come se in quella zona fosse all'ordine del giorno ferirsi e non correre in ospedale per farsi medicare. Per ciò che riguarda invece quegli occhi molto sensibili le vengono rivolti dei commenti che la fanno pensare. Un dono, qualcosa che non le può venire sottratto e che solo lei possiede, quel qualcosa in più che ormai da giorni le nuota nella testa. << Grazie. >> Non sa bene come rispondere a tali affermazioni, in fondo era successo lo stesso con Kan, si erano gridati dietro l'un l'altro fino a che lei non gli aveva dato del bugiardo. << E' che spesso in questo mondo è molto più difficile essere sinceri che non bugiardi. E a me non piacciono le bugie. >> Già non è facile per lei mentire, infatti quel lavoro di infiltraggio sarà per lei estremamente complicato, soprattutto il contenere la sua rabbia esplosiva. << Beh direi che abbiamo riposato abbastanza no? Cosa facciamo? Reparti o pronto soccorso? >> Un sorriso nuovamente gli viene rivolto, in fondo la notte è tutta per loro, il turno è lungo e da fare ce n'è parecchio.

22:39 Tenjiro:
  [Ospedale | Tisaneria] Ridacchia in maniera sommessa nel momento in cui la ragazza cerca di liberarsi dell'aura di formalità che Tenjiro ha momentaneamente innalzato. <E Shizuka sia.> Ovviamente è ironico. Quella confidenza se la sarebbe presa a prescindere, perchè Tenjiro è Tenjiro. <Vedi?> Domanda contento, riferendosi alle competenze dell'altra. <Hai già qualcosa su cui rinfrescarmi la memoria. Ripassi di medicina pratica e di buone norme di approccio alla degenza non fanno mai male.> specialmente se l'ambito medico è ormai uno sconosciuto lasciato indietro tanti anni fa. Inizia a raccogliere le proprie cose e si alza, ascoltando le problematiche relative a Kiri. <E' un discorso lungo, ragazza mia...> preambola, ben consapevole di essere in possesso dei perchè che l'altra cerca. <La gente a Kiri soffre molto...> almeno nel settore povero. <... e non viene aiutata gran che dal Mizukage.> Questo è quello che ha sentito dire. <Quindi non li biasimo se trovano difficile affidarsi e fidarsi di una struttura come un ospedale. Per loro la società è cieca nei confronti dei loro bisogni e dei loro diritti. La possibilità di usufruire del sistema sanitario sembra quasi una bellissima bugia.> Quindi diffidano. <Sistemeremo anche questo, con il tempo...> pare avere a cuore la povertà di Kiri. In un modo o nell'altro, vorrebbe risollevare quella fetta di mondo. Intanto si alza e si dirige verso di lei, sovrastandola in altezza in maniera esponenziale. <Shizu-chan... nella vita siamo sempre messi di fronte alla scelta tra fare ciò che è giusto, o fare ciò che è facile.> Sospira, sollevando la mano sinistra e posandola sulla sua testolina. <Non tutti abbiamo la forza di fare la scelta opportuna.> Spesso il Facile vince sul Giusto. Con quella mano cercherebbe di scompigliarle i capelli debolmente, nel vano tentativo di sdrammatizzare il discorso e stemperarlo con una punta di goliardia paterna. <Dai andiamo.> Accetta il suo invito e prepara un piano d'attacco! <Iniziamo dai reparti. Assicuriamoci che i pazienti si siano addormentati tutti e che nessuno abbia bisogno di noi.> Si stringe appena nelle spalle. <Tanto se il pronto soccorso avrà bisogno, verrà a cercarci.> Lineare, no?

22:56 Shizuka:
  [Ospedale - Tisaneria -> Reparti di Degenza] << Quando hai un padre che è più un kamikaze che un ninja impari presto a spalmare pomate e fare bendaggi! >> Il tono è divertito, anche se la realtà dei fatti lo è un poco meno. Il padre probabilmente è l'unico Kokketsu mezzo Taijutser della storia!! Quando quell'affermazione riguardante Kiri le sfugge dalle labbra, lui con fare quasi paterno le spiega sommariamente il perchè di quella opposizione, di quei ripensamenti da parte della gente. Probabilmente perchè solo una ragazzina, o probabilmente perchè ignara di gran parte dei problemi politici esistenti non aveva mai letto il tutto in quella chiave, e ora ha una risposta più chiara anche per il Sumi. Lo ascolta come una bimba ascolta un adulto che spiega qualcosa di elementare che in realtà alle orecchie della rossa così banale non risulta. << Sicuro! Anche perchè io ho notato che se si va da loro, sono molto più inclini ad accettare aiuto! E di me si fidano abbastanza ormai! >> Già perchè in fondo lei è sempre una nanerottola di un metro e cinquantacinque centimetri che male potrebbe mai fare? Le si avvicina, sovrastandola e proferendo una frase che è certamente vera, ma che per lei, come probabilmente per lo Hyuga, ha una sola risposta. La manona di lui le cade sulla testa, scompigliandole un poco i capelli e facendo di nuovo comparire quel visetto indispettito: << Beh a un certo punto la strada giusta diventa facile perchè è quella che ti fa dormire meglio la notte! >> Banale, infantile, forse troppo ottimistico. Ma in fondo è ancora una ragazzina, che di esperienza nella vita ne ha ben poca, ma è forse quella ingenuità costante che la porta a vivere un poco meglio. Lui conviene che sia ora di mettersi in moto, proponendo di ottimizzare il lavoro partendo dai reparti e finendo con il pronto soccorso: << Beh mi sembra un'ottima gestione del lavoro! +1 Dr. Tenjiro! >> Il tono è divertito mentre recuperato il blocco da disegno andrebbe a dirigersi in direzione della porta, alla volta dei reparti di degenza seguita dall'ormai collega! [//END]

Tenjiro è stato affiancato a Shizuka per la prima parte del suo tirocinio in ospedale. Così i due si incontrano per il turno di notte a Konoha. Prima di intraprendere i loro doveri di tirocinanti i due si scambiano qualche parola, e Shizuka ha modo di consegnare il disegno eseguito appositamente per Tenjiro nei giorni precedenti. La notte sarà molto lunga mentre i due si occuperanno sia dei degenti che del pronto soccorso.