Un Sumi si perde e un rosso lo ritrova
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Giocata del 02/11/2021 dalle 15:40 alle 18:10 nella chat "Quartiere dei Clan [Kiri]"
[Confine] Sguardo vuoto da parte del Sumi con il capo intento nel muoversi in maniera continua verso ogni possibile direzione di quel luogo. Dorate sbarrate, cellulare in mano con indice mancino a premere in maniera continua sullo schermo di esso imprimendovi una maggiore forza. Digrigna i denti innervosito, visibilmente rabbioso <Andiamo, stupido coso, funziona> preme ogni lato dello schermo con furia cieca nel tentativo di attivare un app apposita per ritrovare la via. Gocce di sudore ne imperlano il volto, un po' per l'agitazione, un po' per il sole nell'alto cielo il cui calore non attende a farsi sentire. L'odierno outfit del bianco è profondamente diverso dal precedente, esattamente come ogni volta in cui sceglie di cambiare stile. Questa volta ha optato per qualcosa di sobrio ma allo stesso tempo delineando i tratti della propria personalità limando quell'eccentricità iniziale. Calzari di scuro grigio discendono lungo gli inferiori arti ricoprendoli nella loro interezza, partendo dalla vita per giungere poco sopra la caviglia; marroncina la cintura intorno alla suddetta vita con fibbia nera per tenerli sollevati mentre un paio di alti stivali, del medesimo colore della cinta, ricoprono piedi risalendo fino a metà polpaccio inserendo in essi quei calzari. Al di sopra della caviglia due piccoli cinturini per tenere stretta la calzatura. Di un grigio estremamente chiaro, quasi bianco, è la maglietta a maniche corte a ridosso del busto la quale mette in evidenza il fisico del giovane, non scolpito ne tantomeno delineato alla perfezione, solo il giusto per poter risultare in forma con un minuscolo spacco a V all'inizio del petto. Al di sopra del tutto è posta, per concludere, una cappa dal colore nero all'esterno e dal rosso all'interno; una scelta di colori estremamente peculiare da parte del genin. Essa presenta una mantella la cui lunghezza tocca le caviglie, maniche lunghe a ridosso del palmo, un cappuccio tenuto abbassato, ovviamente all'indietro e tre laccetti sul petto le quali tengono uniti i due lati della suddetta veste. Bianca chioma dalla forma volutamente spettinata e un portaoggetti, con all'interno fuda e inchiostri speciali del clan, legato alla cintola, concludono il tutto. Arresta il proprio passo in una zona non ben conosciuta dando le ultime occhiate nei dintorni, osservando edifici, locali, tutto il possibile per orientarsi <Bene, non avrei mai pensato di dirlo in vita mia ma....> sbuffando sonoramente, infastidito quanto amareggiato <...mi sono perso> sentenzia alla fine alla ricerca di un'anima pia in grado di aiutarlo a ritrovare la retta via. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Quartiere dei Clan - Perimetro] Una giornata come tante per il crine di fuoco, sancita dal bel tempo e dal lieve cantar della fauna locale, endemica o meno che sia. Il sole splende alto in cielo, qualcosa di veramente radioso, in risposta a ciò, il kiriano aveva scelto un approccio estetico decisamente più estivo: giacchetto nero legato intorno alla vita; maglietta bianca a maniche corte; pantaloni color pece a campana; scarpe da ginnastica decorate da un motivo a scacchiera; il coprifronte del suo amato villaggio, ben in vista, scintillante, poggiato contro la base del collo. Gli occhi vividi come il fuoco gli balzano da una parte all'altra in quel posto, come piccole lucciole che volano ubriache lui sta scandagliando la zona con il proprio sguardo: leggendo cartelli, insegne, nomi, loghi, bandiere. In quel quartiere c'era davvero il caos! Per non parlare, poi, che occhiatacce troppo sospette ed orecchie lunghe non erano ben accette. Si lascia andare ad un sospiro sconsolato, per poi, dopo qualche ozioso passo, andarsi a fermare definitivamente. < Una ricerca inutile... > si dice, tra se e se, bloccato nel bel mezzo di quell'incrocio, con una mano, la sinistra, sul fianco e l'altra, la destra, con le dita immischiate nei capillari rubicondi. Avrebbe ripreso a viaggiare in quel labirinto se non fosse che...era riuscito ad adocchiare qualcuno, una persona...decisamente persa, triste, disperata. Si rincuora a quella visione, mettendo su un bel sorriso: qualcuno che si era smarrito di più di lui! Seppur in senso strettamente fisico, non morale. Si avvicina, con qualche lento passo, al figuro dalla testa d'avorio, per poi, sporgersi in avanti con il busto, una volta arrivato al suo fianco, e gettare le pupille sul telefono altrui. < ...Ti sei perso? > andrebbe a chiedere, dopo aver adocchiato il GPS. [Confine] Imperterrito quel dito continuo a toccare lo schermo nella speranza di farlo funzionare ma la connessione non prende, la batteria è quasi del tutto scarica e si trova in un posto in cui non ha mai messo piede e per quale ragione? Trovare il centro del distretto di Kirigakure. Il guardarsi intorno non cessa ovviamente, deve trovare un cartello, un indicazione capace di aiutarlo ad intraprendere la giusta strada. Inspira ed espira ricercando un equilibrio mentale quanto fisico eppure dalle labbra fuoriescono imprecazioni a bassa voce, non è possibile perdersi con tutta la tecnologia a sua disposizione, non è possibile smarrire la via in quel modo tanto stupido e becero, degno di un asino della peggior specie eppure succede anche ad egli. Labbra umettate dal muoversi della lingua all'esterno prima che la propria attenzione venga attirata da una voce in particolare. Dorate saettano nella direzione di provenienza alla ricerca dell'autore di quel verbo, udendolo in tutta la sua forma, un quesito banale ma giunto all'occorrenza. Osserva la figura di Liuka dal basso verso l'alto, attirato in particolar modo dalla capigliatura al quanto particolare del ragazzo; lunga chioma arancione, estremamente appariscente, impossibile da far passare inosservato, decisamente simile alla chioma delle due rosse della sua vita. Sbuffa sonoramente annuendo con un lento moto del capo <...si> seccato nel doverlo ammettere dinanzi a qualcuno <Volevo andare nel centro del distretto e mi sono ritrovato...> arresta il verbo guardando intorno a se <...ehm...qui> non ha idea della vera natura di quel posto, normale ovviamente. Non bazzica per Kiri se non quando è necessario, le mete predilette sono Konoha e Kusa, il resto del villaggio è, per lui, insignificante se non quando decide volontariamente di perdere la via per scoprire posti nuovi. Nuovamente scruta la controparte notando solamente ora un dettaglio non insignificante, il copri fronte appeso al collo <Sei uno shinobi di questo distretto...AH> alzando sensibilmente la voce <Qual è la strada giusta?> diretto, senza nemmeno presentarsi. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Quartiere dei Clan - Perimetro] Incrocia lo sguardo con l'albino, facendo nascere scintilla tra quei due paia d'occhi: uno rubino, l'altro topazio. Lo nota sbuffare, eppure, sorride, poiché è la cosa migliora da fare se si ha qualcuno di annoiato davanti...non proprio, però sempre meglio che lamentarsi con uno sconosciuto. < Sei...più o meno nel centro dei Quartieri dei Clan di Kiri, un posto dove...la gente persa non è vista di buon occhio, ecco > gli spiega, con tono calmo e pacato, neanche si fosse svegliato qualche minuto addietro. Torna dritto con la schiena ora che entrambi sono in dialogo, facendo riposare le mani nelle ampie tasche dei pantaloni color carbone. < Precisamente, Kiriano di fatto e di sangue > ammette, tutto sorridente, fiero di far rimbalzare quel coprifronte che porta al collo ad ogni passo che fa. Si guarda velocemente attorno all'ultima domanda dell'altro, per poi, fare qualche passo avanti: andando a porsi nel bel mezzo dell'incrocio. < Dipende dove devi arrivare > poggia, fermo, il piede destro come perno e gira, come una trottola, su se stesso, per poi, dopo quell'ampia falciata composta dal piede sinistro, alzato al livello del petto con il ginocchio, rimettere entrambi i piedi a terra, ora, con il busto verso il suo interlocutore. < Tutte le strade sono giuste, beh...tranne quelle che ti conducono verso la morte, ovviamente > si limita a commentare, andando a mettere le mani, congiunte, dietro al capo, il quale, ad esse, si va a poggiare con gentilezza. Alza poi la testa, volgendo il mento, ed il viso, verso il cielo. Se non è lui la definizione ambulante di "testa tra le nuvole", non so chi lo sia. [Confine] Il ragazzo fin dalle prime battute dimostra di essere tranquillo, estremamente pacato nel suo modo di porsi, praticamente un assonnato con poca voglia di parlare eppure egli sorride alle lamentele del bianco. Innalza il destro sopracciglio udendo il verbo di lui, apprendendo dove sia realmente finito, un posto lontano dal centro, il quartiere dei clan del villaggio di Kirigakure. Lento lo schiudersi delle labbra, come ci sia finito li per caso è un puro mistero <Vabbè chissenefrega di quello, la gente non vede di buon occhio nessuno a priori> un qualcosa capace di non tangerlo minimamente andando a smuovere la mancina minimizzando la cosa come se nulla fosse, difatti, per uno come lui, essere visto male, bene, essere critico, son cose da secondo piano, prive di vera importanza <Quindi questo è il quartiere dei clan eh? A parte quello di Konoha non sono entrato in nessun altro> pensa ad alta voce incurante di esser sentito dall'altro. La curiosità emerge, poco e nulla sa di tal distretto e dei clan la cui vita viene vissuta in tranquillità da quelle parti. Un giorno, forse, avrebbe fatto ricerche approfondite incrementando le proprie conoscenze <Nato e vissuto qui dunque...perciò saresti?> un nome deve pur averlo costui. Il continuo sorridere dell'altro lo stranisce apertamente, pur non dicendo nulla in merita, rimane perplesso <Beh, l'ho detto prima, stavo cercando di arrivare al centro del distretto ma devo aver sbagliato qualcosa> complice la linea praticamente assente del cellulare, aggeggi inutili che smettono di funzionare nel momento in cui si necessita di più il loro funzionamento. Labbra totalmente schiuse, sorpreso, inquietato dal dire successivo del kiriano nei riguardi di strade e morte <L'hai detto con una tranquillità inquietante> deglutendo facendo un singolo passo indietro, lievemente a disagio <Cosa sei? Un ragazzino che ambisce a diventare un filosofo? O sei semplicemente fatto?> non si sa mai, una delle due opzioni per lui è giusta, una terza non esiste, decisamente non può esistere. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Quartiere dei Clan - Perimetro] Poggia le mani sui fianchi, in modo da avvolgerli con le dita, e lo guarda dritto negli occhi, per tutto il tempo, costante, sorridente come se fosse quella la posizione naturale del suo viso. < Beh...si, più o meno...a parte questa zona siamo ospitali, ecco... > si prende l'onore di parlare per tutto il suo distretto, cercando di scansare quel piccolo pregiudizio esposto dall'altro con una flebile risatina. < Già > gli risponde, volgendo gli occhi sulla struttura abitativa più vicina. < Io invece non sono mai stato nella proprietà di un clan in generale, ero qui proprio per questo > spiega, a parole povere, prima di tornare a guardarlo. < Liuka, il piacere è tutto mio. Tu invece? > andrebbe a chiedere, inarcando entrambe le sopracciglia. < Il centro del distretto eh? > e tornerebbe a guardarsi attorno, voltando, il busto, in direzione di ognuno dei tre sbocchi che ha davanti. < Per tua fortuna non sei lontanissimo, ti basterà prendere questa strada e dovresti arrivarci senza problemi > gli spiega, indicando, con il braccio proteso in avanti, la strada che si sviluppa alla propria sinistra. < Un filoso? Fatto? > ripete le domande dell'albino, per poi, lasciarsi andare ad una grassa risata, una calorosa, la quale, termina soltanto dopo qualche secondo. < Negli altri distretti dovete divertirvi davvero tanto se siete tutti così spiritosi. No, comunque, sono un semplice aspirante Niinja. > gli spiega, calmandosi in maniera piuttosto repentina, come far passare l'acqua calda a fredda e viceversa. Notando l'altro indietreggiare, ora che abbassa lo sguardo sulla strada, lui, invece, fa un passo in avanti. [Confine] Il sopracciglio permane innalzato man mano che l'altro proferisce parola andando a spiegare come siano effettivamente in quel di Kiri, togliendo quella parte del distretto dove i clan risiedono <Non mi riferivo strettamente a Kiri, il mio era un discorso più generale. La gente ti guarda male a prescindere se non sei come la società ti vuole criticandoti costantemente> veloce l'alzata di spalle <Perciò poco m'interessa se mi guardano male, tanto, bene o male, ci sono abituato> non capita spesso ma quando accade ciò scivola addosso come l'acqua, nulla vien detto o fatto per cambiare la situazione, la soluzione migliore è ignorare, andare avanti, vivere in pace e tranquilli. Incuriosito da quanto viene detto arrivando ad apprendere qualcosa di più del proprio interlocutore <Non ci sei mai stato ma sei qui per questo? Se non ci sei mai stato, vuol dire che non hai un clan di appartenenza, o sbaglio?> altrimenti quel quartiere l'avrebbe visitato ben prima di giungere a quell'età, crescendovici, vivendolo pienamente ma può darsi che la verità risieda altrove, dopotutto, nulla vieta all'altro di esser stato adottato o di avere una storia nera alle spalle <Kan, Kan Sumi> presentandosi a propria volta con nome e relativo cognome indicando la propria appartenenza <Liuka e basta?> il secondo incontro in cui qualcuno si presenta solamente tramite il proprio nome senza indicarne il resto, forse tra tutti, conosce Shinsei. Scosta le dorate nella direzione indicata dall'arancione li presente comprendendo la strada da percorrere per andare via da quel posto a cui non appartiene <Ma...e come diamine ci sono finito quei allora? Sono arrivato al quartiere povero, da li poi ho svoltato a sinistra...perchè sono qui?> rimugina sulla strada percorsa cercando l'errore commesso lungo il tragitto. Sbuffa, sospira, impreca senza molti problemi prima di avvedersi dell'altrui risata. Nuovamente perplesso per via dell'improvvisa uscita <Tutti spiritosi? Per così poco?> schiarisce la voce. L'osserva avanza, a proprio volta, alla fine, avanza allargando le labbra in un leggero sorriso pregno di divertimento lasciando che un preciso pensiero ne attraversi la mente <Hai il copri fronte, sei un ninja a tutti gli effetti> prima di tentare di posare la destrorsa sulle di lui spalle incastonando le dorate nelle arancioni <Visto che sei stato così pio da aiutarmi, ti aiuterò a divertirti dunque> la decisione viene presa <Dimmi Liuka, cosa ti piace? Giocare? Donne? Uomini? Posticini notturni? Di a zio Kan> sorriso a trentadue denti in bella vista. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] Ascolta il ragionamento dell'altro, ora espanso, e si trova ad annuire a quelle sue affermazioni, così convinto, da tenere gli occhi chiusi in quel suo gesto d'assenso verso l'altro. < Precisamente, non appartengo a nessun clan. Il mio cognome è irrilevante, di quest'epoca sono peggio dei nomi...si confondono come fossero capelli... > quel discorso viene espanso, però, soltanto nella propria testa, difatti, l'albino, rimasto all'esterno della sua corrente di pensieri, potrà vederlo dissociarsi dalla realtà che lo circonda per qualche secondo, per poi, sbattere le palpebre e tornare in se. < è un piacere conoscerti Kan, i nomi corti sono i miei preferiti: non ti sbagli mai > afferma, sorridente. < Ci credo che ti sei sbagliato! Se avessi girato a sinistra a quest'ora saresti nel quartiere industriale, evidentemente hai svoltato a destra... > gli spiega, indicando, con una rapida movenza del braccio, la strada dalla quale proveniva. < Già, suppongo > afferma, titubante, per poi, abbassare le iridi color fuoco sul coprifuoco che gli balla in petto. Appena rialza lo sguardo, seppur lentamente, si trova l'altro subito vicino a se: con le spalle avvolte dal suo braccio. < Cosa mi piace? Beh...i luoghi tranquilli, silenziosi; allenarmi...conoscere nuova gente...non ho molti vizi > gli spiega, inarcando le sopracciglia e sbattendo le palpebre nella sua direzione. < ...devo dedurre tu li abbia, invece. Tutti quelli che hai elencato? Non so, non mi sembri il tipo da Don Giovanni > spiega, con sguardo marmoreo, fissandolo dritto nelle iridi color topazio. [Confine] Scappa una veloce risatina all'affermazione dell'altro, facile come possa essere piegata al proprio volere <Tu dici? Posso dire con certezza che se parli dei Sumi, il 90% della gente non li conosce. Noi siamo unici e impossibili da confondere con qualunque altro tipo di arte esistente in tutta Kagegakure. Siamo i migliori> devozione verso il proprio clan rendendo nota la loro unicità, forse la più grande e particolare di quel mondo ninja, diversa da ogni altro tipo di arte. Nella breve vita del bianco, nessuno mai ha dimostrato qualcosa di pari valore all'innata Sumi, forse solamente i Kokketsu con le particolarità del sangue ma per il resto è tutto tremendamente simili od uguale portando alla noia più totale. Purtroppo l'altro, apparentemente, sembra assorto nei propri pensieri, totalmente dissociato dal mondo che li circonda, immerso nei suoi pensieri come in uno status di trans, tranquillo come un bambino privo di problemi <Mia madre deve aver pensato lo stesso quando me l'ha dato> ridacchiando, non sapendo bene come approcciarsi a quel tipo particolare. Si può dire di tutto ma non che non sia interessante; incontro singolare quello che sta vivendo l'albino, decisamente fuori dall'ordinario, quanto meno per i canoni a cui è abituato. Mugugna pensieroso sulla strada percorso ricevendo nuove delucidazioni in merito al proprio essersi perso <Mh...mmmmmmmmh...merda> ecco il commento nel concepire il suo essersi inevitabilmente sbagliato, ora neanche più la destra dalla sinistra si riesce a distinguere. La notte passata con la rossa l'ha stancato a tal punto da renderlo ebete, non un male eppure un'errore del genere non è di certo da lui. Sospira avvolgendo le spalle di lui tramite l'arto superiore destro, stringe appena la presa ascoltando con deciso interesse la risposta <Allenarti...beh, questo si può sempre fare, è da tanto che non ho un compagno di allenamento> eppure non è quello il principale interesse <Ma se vuoi conoscere nuova gente, ho un posticino adatto a te. E' pieno di gente interessante> eccolo, sta per arrivare al punto focale con quella pubblicità involontaria prima di ricevere il colpo più duro della propria vita. Una pugnalata diretta al cuore fa meno male, non essere riconosciuto come don giovanni, essere etichettato al contrario. Visto fisso su quello di lui, il mondo viene arresto, il corpo si raggela <Non ci credo...ho perso il mio charme> capo chino al suolo, visibilmente sconsolato. Un tempo chiunque avrebbe detto il contrario mentre, adesso, tutto cambia. Sospira, sbuffa <Un tempo si ma da quando ho conosciuto la mia metà, ho smesso di andar dietro ad altre> spiega brevemente. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Quartiere dei Clan - Perimetro] I Sumi? I santi Lumi? Non aveva idea di che cosa stesse parlando l'altro, lui di clan ne sapeva poco e niente. < Si si, buoni! > annuisce all'altro, completamente convinto che i "Sumi" siano un tipo di supplì, scotto magari, viola, magari liquido. < Beh...tua madre ha avuto buon gusto, è un bel nome > ammette, annuendo e portando la mano destra al mento: afferrando quella superfice calva tra indice e pollice. < Già, bel casino. Ha sbagliato svolta, ti dovrai rifare lo stesso percorso...ma il doppio > lo delucida su come tornare sulla strada corretta, sbuffando assieme a lui. < Un compagno d'allenamento? > chiede, tentennante, per poi, deglutire, limitandosi, ad alzare le mani e a scuoterle con moto orizzontale. < Non sono bravissimo...non te lo consiglio... > neanche il tempo di approfondire che la sua seconda affermazione lo cattura a pieno, facendogli spalancare gli occhi. < Davvero?! Un posto del genere esiste e non ne so niente? Impossibile! > afferma, con le braccia parallele al busto, pienamente convinto che l'albino stesse mentendo. Avrebbe continuato con piacere quel discorso, eppure, notandolo afflitto, la sua estasi termina assieme a quella del suo interlocutore. < Beh, avere una compagna è la prova massima dello charme...no? Altrimenti staresti solo, come un cane, a dipingere sbarrette sui muri. Non credi? > oh, si, certo, una spiegazione sensata e razionale quella del Kiriano, il quale, sta guardando il capello avorio anche abbastanza dispiaciuto, d'altronde, era in parte colpa sua. [Confine] Silente, quell'affermazione riceve il silenzio momentaneo come risposta non credendo alle proprie orecchie, ha sentito male, per forza <Hai almeno una vaga idea di cosa sto dicendo?> il dubbio di non essere minimamente ascoltato, anzi, platealmente preso in giro si fa avanti in lui con somma forza. Consapevole di come i Sumi siano sconosciuti, non sulla bocca di tutti come potrebbero esserlo famiglie ben più famose, specialmente coloro che han fatto la storia di quel mondo eppure, etichettarli come buoni suona strano, decisamente anormale come commento <Mia madre ha anche fatto un capolavoro> indicando tutto se stesso, elevandosi fino a tal punto. Narcisista in ogni occasione, il proprio aspetto è l'emblema stesso della definizione di bellezza, angelico nella visione, perfetto in ogni sua parte. Sconsolato al pensiero di dover fare il percorso dall'inizio faticando il doppio, se l'è cercata, quel gps avrebbe dovuto accenderlo prima e non all'ultimo ma il danno oramai è fatto, gli tocca scarpinare ancora un po'. Il sole sta tramontando con velocità, i lampioni vengono accesi, la luna diviene visibile insieme a qualche stella, la sera inizia il suo corso. Rinfresca le labbra ridacchiando, divertito spingendolo appena in avanti <E cosa dici che ti piace allenarti allora? Sei diventato ninja e poi rifiuti un invito di allenamento? E poi non rischi nulla, sono un medico, se ti fai male, ti rimetto in sesto in men che non si dica> il bello di allenarsi con un dottore è anche questo, non fare troppa attenzione agli sforzi avendo la sicurezza di ricevere una prestazione curativa nell'immediata. Il brillare delle altrui iridi portano le dorate a brillare a loro volta, ne ha trovato un altro, la via della perdizione sta prendendo piede sempre di più <Certo che esiste ed è nel quartiere notturno del distretto di Kusa, si chiama Ochaya ed è un locale notturno mooooolto adatto a te. Devi farci un salto assolutissimamente> accaparrare clienti per il locale, a questo serve avere uno come lui nello staff. Sospira tornando lievemente più serio pur mantenendo parte di tal sorrisetto <Ehm...hai un'idea strana della solitudine tu, dovresti trovarti qualcuna con cui passare le tue giornate o qualcuno> tutto dipende da gusti <Comunque, capisco cosa vuoi dire ma in quel caso non è charme. Sono stato solamente molto fortunato e ne sono grato ogni giorno di questo> non ha fatto nulla per averla, solo fortuna indiretta. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali] [Quartiere dei Clan - Perimetro] Sbatte le palpebre alla domanda dell'altro, con uno sguardo da perfetto beota in faccia. < Si...no, no...si! No... > abbassa lo sguardo dopo quell'ultima negazione, rialzandolo, di tanto in tanto, per controllare se l'altro abbia cambiato discorso. Ridacchia all'elogio narcisistico dell'albino, limitandosi a squadrarlo da capo a piedi. < Non sono un esperto, ma mi sembri in buona salute e con tutti gli arti al loro posto. Sei certamente...perfetto > ammette, convinto di aver fatto la più normale delle constatazioni, già. < Un medico...non sei sicuramente il primo che incontro, se non ricordo male anche una ragazza mi aveva detto di essere un Ninja medico... > abbassa nuovamente lo sguardo, questa volta per riflettere, portando la mano al mento. Peccato che quel suo flusso di pensieri venga disturbato dal discorso dell'altro, il quale, va a riprendere il filone di pensiero che più di tutti lo aveva fatto strabiliare. < Distretto di Kusa, Ochaya. Ricevuto! Non vedo l'ora di andarci! > se ci fosse un Jutsu apposito per quella cosa, probabilmente i suoi occhi ora andrebbero a fuoco. < Fortuna eh? > chiede, sorridente, per poi, distaccarsi da lui, in modo gentile, senza movimenti bruschi. < In effetti si, tutti siamo le fortune di noi altri. Ovviamente un'anima gemella è qualcosa di più, ma...l'uomo è la fortuna dell'uomo. Senza di me ora saresti ancora perso, chissà, forse anche rincorso da zampilli di lava e nebbia > e scoppia di nuovo a ridere, portando la mano destra a coprire le labbra. [Confine] Non ha ascoltato praticamente nulla del proprio discorso, non ha capito nulla e, come da prassi, ci rinuncia nel portarlo alla finale comprensione della bellezza del clan Sumi. Un giorno tutto il mondo l'avrebbe riconosciuta dando ai Sumi il loro giusto merito, divenire portatori di libertà per tutta l'umana esistenza scacciando quelle catene, quei limiti imposti da una società bigotta priva di vera coraggio <So di essere perfetto> sbuffando sicuro di quanto viene detto <Io sono la perfezione fatta e finita, oltre me il nulla cosmico> tagliando l'aria con veloce dell'arto superiore sinistro, elencando il suo miglior pregio senza dare troppa importanza alle critiche possibile nell'animo del Kiriano li presente <Non sono il primo e neanche l'unico, non ho inventato io la medicina, non mi sorprende tu ne abbia incontrato un altro> in effetti, il suo incontrare una ragazza appartenente a quel mestiere è piuttosto normale, non così astruso come si possa pensare. La mente non vola a Shizuka, per quanto ne sa, può avere incontrato effettivamente chiunque, persino qualcuno a lui sconosciuto, forse neanche appartenente ai settori di Kusa e Konoha da lui tanto bazzicati. Dorate illuminate al suo essere consenziente, l'Ochaya ha guadagnato un nuovo cliente, una nuova anima da deturpare rendendolo depravato come tutti coloro che vi mettono piede, spingendolo verso una via fatta di puro divertimento privandolo di quella perenne e tranquilla noia in suo possesso <E se una volta dentro non sai cosa fare, vai al bar e chiedi di me> piccolo quanto veloce consiglio fornitogli senza aggiungere dettaglio alcuno, lascia all'altro la sorpresa della scoperta. Ultimo il discorso avanzato, fortuna, charme, questi gli argomenti a lui forniti. Filosofia avanzata con la medesima tranquillità, difficile da comprendere seppur riesce nel giungere al nocciolo della questione non riuscendo, però, a trovarci l'altrui divertimento <Certo che sei strano...> seppur una parola in particolare ne attiri l'attenzione, lava, cosa già avveduta, sfruttata proprio dalla Nara durante il loro primissimo incontro <Beh, detto questo, è tempo di andare. E' tardi e non so quanto ci metterò a raggiungere il centro e poi l'ospedale> svariati i passi indietro effettuati dal bianco <Grazie le indicazioni e ci si becca all'Ochaya o, se vuoi allenarti, cercami su ninjagram e scrivimi> dando lui le spalle, destrorsa innalzata effettuando un veloce saluto incamminandosi nella direzione indicata dal kiriano recuperando la retta via. [END] [Quartiere dei Clan - Perimetro] Già, non ci aveva capito nulla, eppure, al caro kiriano, bastava continuare a sorridere ed ad annuire davanti al pavoneggiarsi altrui per stare apposto con se stesso, anzi, ascoltarlo ora felice e gioviale gli aveva quasi fatto dimenticare che era stato proprio lui ad affondare una daga nel suo orgoglio. < Oh...va bene, lo terrò a mente! > che posto misterioso questo "Ochaya", di cosa si tratterà mai? Una libreria fatta di libri di vetro? Un bar dove si vendono alimenti in lattina? Un posto dove usano il Suiton per affettare la carne? Ancora non lo sa, eppure, ognuna di quelle alternative gli sembra fantastica ed emozionante. Fa spallucce al commento altrui, limitandosi a rimettere le mani nelle tasche. < Me lo dicono spesso, ormai è un complimento > ammette, sorridente, mentre, con le mani, va a sistemarsi il coprifronte. < Stessa cosa, a casa hanno bisogno del mio aiuto! > gli spiega, dopo qualche piccolo salto sul posto. Saluta l'altro con un veloce ceno della mano, annuendo per fargli capire che, sicuramente, avrebbe cercato di ricontattarlo. La notte era giovane, eppure, per il capello diaspro, era già stata una fantastica giornata. Si guarda attorno e sospira sconsolato, poiché, in effetti, la propria di ricerca era andata a vuoto, una ricerca, della quale i due non hanno neanche parlato. Con schiena curva all'indietro, mani nelle tasche, quindi, si dirige, nuovamente, verso il quartiere povero, verso casa, dove lo attendono pensieri ed allenamenti di ogni tipo, speranze nere disegnate da un Sumi speranzoso. [Exit]