Nel bosco al chiaro di luna
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Giocata del 01/11/2021 dalle 20:36 alle 22:33 nella chat "Bosco Dei Ciliegi"
[Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] Casa dolce casa! Il distretto Kusano è sempre più magnanimo con il meteo di altri quindi stasera la luna splende a metà, alta nel cielo, senza un nuvolone che sia uno. La rossa stasera ha deciso di avventurarsi al bosco dei ciliegi con il suo blocco da disegno, un'idea particolare in mente da realizzare, l'ennesimo ritratto estratto dalla di lei mente fantastica. I capelli sono raccolti in una coda alta laterale, ciuffi sche sfuggono a incorniciarle il volto, non vi è trucco sul visino, rendendola ancora più infantile di quanto non sembri grazie alla sua scarsa altezza di 155 centimetri. Indossa questa lunga felpa pesante e nera con sopra delle farfalle colorate, sotto di essa c'è una maglietta bianca comoda che si intravede appena, così come la collana che indossa si intravede, filo dorato, il ciondolo sta sotto la felpa, quella farfalla dorata dalle ali blu. Indossa dei jeans chiari, strappati in più punti lasciando intravedere la candida pelle, ai piedi delle scarpe da ginnastica alte e nere. Sopra la felpa indossa un giubbottino di color nero, che è lasciato aperto, utile nel caso venisse più freddo. Al momento sosta su una panchina che si trova sul vialone principale del parco, dove vi è più luce sostanzialmente, lo zainetto nero con all'interno chiavi di casa proria e del Sumi, portafogli, cellulare, cuffie enormi blu e quel frontalino di Kiri, giace accanto alla ragazza. Ella è seduta a gambe incrociate, foglio da disegno appoggiatovi sopra e in mano, nella destra una matita che viene mossa sul foglio, che lentamente viene sporcato. Sembra molto concentrata, l'idea la possiede già questa volta, quindi non si guarda troppo intorno. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale] Non c'è niente di meglio, per godersi della sana e buona calma, che un limpido cielo notturno, immacolato, supervisionato dalla pallida regina in persona: la luna, astro splendente che, questa sera in particolare, mostra anche la sua sorella minore, la sua parte scura. Illuminato da quel perfetto binomio astrologico, il caro Kiriano, a passo rilassato, stava percorrendo, per intero, la via maestra che attraversa quello splendido parco: luogo in cui, volente o dolente, ha fatto molti incontri e scoperte. Con il giacchetto nero a coprirgli le spalle, la maglietta bianca a maniche corte ben in vista, i pantaloni a campana color pece e le scarpe decorate da un contemporaneo motivo a scacchiera, se ne stava, col suo solito sorrisino, ad osservare il cielo: gli occhi rossi spalancati a contemplare quel paesaggio così calmante, così pieno di luci. Per fortuna che, ogni tanto, da quelle molteplici nuvole che sono la sua testa ogni tanto ci cade, poiché, altrimenti, non avrebbe mai adocchiato la rossa: seduta a terra, sull'erba. Sbatte le palpebre qualche volta, fermandosi ad osservarla, e poi riprende a sorridere, limitandosi, a giungere da lei con passo lento e calmo. Affianca la disegnatrice senza dire nulla, anzi, mette le mani nelle tasche dei pantaloni ed alza il volto al cielo. < Bella eh? > andrebbe a chiedere, di punto in bianco, con gli occhi scintillanti puntati sulla Luna. I capelli rossi, peculiari del suo aspetto, racchiusi, attraverso un elastico nero, in una comodo e sobria coda alta. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] Shizuka in realtà sta seduta sulla panchina ma fortunatamente questo non le impedisce di essere approcciata dal Kiriano che forse perchè l'ha riconosciuta vi si avvicina, commentando a voce alta. Il visino della rossa andrebbe a scostarsi rapidamente verso di lui, decisamente stupita di ritrovarsi qualcuno parlare accanto a se, lo squadrerebbe andando a riconoscere il ragazzino che l'altra notte se ne stava sotto la pioggia tra le bancarelle di Kiri. << Signor Liuka? >> La voce esce più come una domanda, segue il suo moto, osserva la luna che effettivamente è parecchio spettacolare, la mano destra ferma su quel foglio che già aveva iniziato a ritrarre. Qualora il rosso avesse mosso i propri occhi su quel blocco vi avrebbe potuto intravedere una figura d'uomo con le mani quasi giunte, frontalmente, un mezzobusto per il momento, dall'aspetto massiccio. Insomma è solo un inizio ma dovrebbe distinguere questa forma per lo meno. << Si è stupenda, la luce che crea nelle zone meno illuminate da un colore diverso al mondo secondo me. >> Ovviamente il riferimento è a quell'astro, sul quale anche le azzurre ora sarebbero calamitate. Non dice null'altro per qualche minuto, permanendo persa in quell'osservazione, tornando poi con il visetto stupito verso l'altro: << Non indossa il coprifronte questa sera? >> Già, la scorsa notte sembrava quasi in adorazione di quel frontalino e ora nemmeno lo porta con se? Le sembra un poco strano, oppure c'è un motivo particolare per cui era così concentrato su di esso la volta precedente. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale] Dopo il primo rapido sguardo all'astro, subito, riabbassa le iridi sulla ragazza, per poi, abbassare gli occhi sui propri piedi. Fa un passo avanti, rientrando nella zona vicino alla panchina, e si toglie, da bravo vandalo quale è, da sopra l'aiuola che si era messo a calpestare. Tira uno sconsolato sospiro a quel suo goffo gesto, uno dei tanti, e poi riprende a guardare il cielo. < Signorina Shizuka, buonasera > si limita a risponderle, di nuovo sorridente, con le iridi color fuoco incollate al cielo. La Luna è davvero lo specchio del mondo, e se gli occhi sono lo specchio dell'anima, allora la sua essenza stessa è stata catturata da quel regale geode che si muove, libero, nello spazio. < Già, sotto la luce lunare siamo tutti illuminati allo stesso modo. Inoltre, convive con le ombre...anziché scacciarle... > un piccolo ragionamento, il quale, subito, viene concluso con una lieve scrollata di spalle. All'ultima domanda, andrebbe a distogliere le pupille dalle stelle, per poi, incrociare lo sguardo dell'altra. < è a casa, voglio evitare che si rovini. Se lo porto fuori ogni volta che esco, mi toccherebbe lucidarlo più del dovuto > ammette, con tono scherzoso, mentre il suo tipico sorriso si espande da guancia a guancia. Il rosso non era un tipo particolarmente materialista, eppure, per quel coprifronte, faceva gli stessi investimenti di un capo d'azienda. Finito di rispondere all'altra, subito, tornerebbe a fissare la Luna. < Tu invece? Che disegni? > andrebbe a chiedere, con tono pacato, buttando la coda dell'occhio sul blocco da disegno dell'altra. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] Si avvicina un poco di più alla ragazzina, uscendo dall'aiuola senza che sia stata rovinata eccessivamente da quel suo moto. A quella domanda reorica lui risponde riconoscendola a sua volta, salutandola cordialmente, lasciandosi poi andare a un commento più poetico e riflessivo, forse fuoriluogo per il grado di conoscenza che hanno l'uno dell'altra. Quel ragazzino le aveva dato l'impressione di essere un pensatore già la prima notte che si erano incontrati, ora pare solo confermare questa teoria. << Convivere con le porprie ombre è il modo migliore per sapere come usarle a proprio vantaggio e arginarle quando non necessario. La luna è saggia. >> Dice la sua su quell'argomento, proprio lei che possiede quel sangue nero, scuro, ambiguo ed eventualmente legato ai demoni. Alla vera e propria domanda da lei posta risponde con semplicità, lasciando intuire alla Kokketsu quanto sia affezionato a quel coprifronte, quanta cura ci metta nel tenerlo perfetto. << Io il mio lo indosso solamente quando vado in missione, quindi in vesti ufficiali diciamo... >> Già, lo ha indossato solo quando ufficialmente era stata chiesta la di lei figura in qualità di shinobi, mai in altre circostanze, nemmeno in ospedale. << Vuole sedersi? >> Domanda che le sorge spontanea vedendolo li in piedi a osservare dall'alto la figurina della genin e la di lei tela che ancora è solamente abbozzata. Quella domand che sopraggiunge da parte del rosso verso proprio quell'opera la stupisce considerato che lui si era nuovamente rivolto al cielo. << Oh... Ho iniziato un ritratto. Volevo rappresentare questo mio amico mentre si occupa di ciò che al momento lo ispira di più. >> Si interrompe, le blu a guardare quellla bozza, la matita in mano che ancora sta ferma << E' ancora il lavoro iniziale, ma dovrebbe essere un mezzo busto di lui che utilizza le sue abilità mediche, mentre dietro si accende il suo fuoco... >> Il discorso risulta particolare, quasi astruso, la spiegazione non chiara, ma nella mente della Kokketsu, tutto ha un senso. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale] Sorride alla risposta dell'altra, una di quelle ben pensate, una di quelle ragionate al punto giusto da fargli capire che aveva risposto con onestà ed intelletto. < Già, la Luna è saggia... > si soffermerebbe su quelle parole, facendola calare un velo di silenzio che viene interrotto, in maniera ritmata, dallo schioccare della sua lingua contro il palato. < Mi piace come definizione, si > ammetterebbe, per poi, ricongiungere le labbra e far terminare quel suono secco e costante. < Si, ovviamente > accoglierebbe l'offerta della Ninja, andando, con i piedi, a salire sulla parte dove, normalmente, ci si dovrebbe sedere, lui, invece, da bravo Kiriano, o stupido quale è, va a poggiare il fondoschiena sull'apice della panchina: dove uno, normalmente, ci poggerebbe la propria spina dorsale. Piede sulla panchina, corpo curvo in avanti, schiena poggiata sul nulla, quindi, si andrebbe a stanziare vicino alla sua interlocutrice. < Un ritratto eh? Sembra interessante > ed andrebbe ad allungare il collo in direzione della tela, poggiando i gomiti delle braccia sulle ginocchia e congiungendo le mani tra di loro. Ascolterebbe la spiegazione della ragazza, curvando la testa diverse volte per trovare l'angolazione ideale da dove guardare il disegno. < "il suo fuoco"? Il tuo amico soffre di combustione spontanea? > andrebbe a chiedere, con tono ilare, dopo aver alzato gli occhi sul suo volto. Il rosso si stava seguendo il suo discorso sul disegno, eppure, nella sua testa, quella frase era parecchio vaga. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] Si sofferma su quell'affermazione particolare riguardante la luna, apprezzandola particolarmente. Sembra un tipo strano in vari sensi, fuori dall'ordinario per il modo di vestirsi e di parlare, il suo sedersi in maniera innaturale e tendenzialmente più scomoda. Ha diversi tratti non specifici che attirano l'attenzione della rossa, come se volesse capire quel caos da dove provenisse. Lei spiega cosa sta facendo, lui si allunga a cercare di intravedere quello che sta nascendo. La mano di lei andrebbe a muoversi finalmente su quel foglio bianco, definendo un poco meglio la massiccia struttura dell'uomo che sta disegnando, dando forma rapidamente agli arti superiori, congiunti davanti al petto. Alla domanda retorica di lui le sfugge una risata cristallina dalle labbra, qualcosa di spontaneo e divertito, che la scuote un pochino e interrompe il disegnare. << Assolutamente no! E' un utilizzatore di Katon un po' come lo siete voi se non ricordo male. Tuttavia lui pare non apprezzare questa sua qualità. >> Si interrompe, resta un poco sul vago, non sa se può parlare così liberamente degli affari altrui. << Io vorrei provare a mostrargli quanto può essere bello quello che possiede, così che sia più fiero di quello che è. >> Una sorta di ritratto per renderlo consapevole del proprio potenziale? Di quanto agli occhi esterni lui risulti forte non solo per la stazza che si porta appresso ma anche per il peso del vissuto che possiede? Insomma vuole dar vita nuovamente a un'immagine singolare, qualcosa che riesca a liberare il vero io di qualcuno. << A lei piace disegnare? Ha qualche hobby? >> Domande veramente vaghe, da bar, come se si stessero conoscendo partendo da lontano, dato che il destino ha voluto farli incontrare di nuovo. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale] Ricambia la risata dell'altra con una propria, forte di quell'empatia che, ogni tanto, lo caratterizza. Ascolta la spiegazione dell'altra con cura, andando a mettere il viso di lato in modo da porgerle il proprio orecchio sinistro ed ascoltarla meglio. Appena la rossa termina con la propria spiegazione, ecco che riattacca bottone. < Non lo apprezza? Che strano...non apprezzare l'espressione del proprio Chakra è come...rinnegare una parte di se stessi in un certo senso. Forse gli ricorda qualcosa di brutto...oppure se stesso... > porta la mano al mento in quel lento ragionamento, inarcando le sopracciglia ed alzando lo sguardo al cielo. < Oooh...quindi è uno scopo nobile il tuo, complimenti > ed andrebbe a riabbassare il volto in direzione dell'altra, sorridendole calorosamente. < Investire il proprio tempo per gli altri è qualcosa che...può cambiare il mondo! > afferma, protraendo il braccio destro, con la mano chiusa a pugno, verso il cielo. Un piccolo gesto teatrale il suo, il quale, si spegne subito dopo, accompagnato da un profondo espiro. < Peccato che sia poco applicato come metodo > andrebbe a commentare, rimettendo il braccio sul ginocchio. < Io? Beh...a parte allenarmi...no, faccio decisamente poco. Non sono molto dotato in campo artistico, o professionale > le spiega, mentre, con le mani, va a sistemarsi i lacci delle scarpe, nel farlo, piega ulteriormente il busto, portandolo a contatto con le cosce, e chiude i calzari con un fiocchetto, per poi, soddisfatto, rimettersi dritto con la schiena. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] La spiegazione viene data e il ragazzo sembra comprendere quello che lei vuol rappresentare, ma rimane come lei un poco stranito. << Non so bene il motivo, non ho indagato ancora a fondo, vorrei che fosse lui a fidarsi abbastanza da confessarmi i suoi turbamenti. >> Già non vorrebbe forzare la mano, non è carino farlo con le persone, soprattutto quelle che hanno avuto brutte esperienze, e perdere un occhio è nella lista delle brutte. Il gesto di lei viene visto dal rosso come un nobile scopo, elevato a un aiuto verso il prossimo, qualcosa di altruista che potrebbe cambiare effettivamente le sorti del villaggio, qualcosa di inusuale. Quel gesto molto teatrale però nuovamente la fa sorridere, sembra un tipo pieno di energie lui: << Beh a me piace aiutare la gente. Infatti sono anche un medico, lavoro principalmente qui al distretto di Kusa ma ogni tanto mi tocca qualche turno a Konoha. >> Si lascia sfuggire qualche dettaglio su di se, lasciando che lui possa farsi l'idea di lei che più gli aggrada. Pare che non abbia Hobby particolari, si allena molto però, sembra quasi che sia concentrato solo su quello. Lo osserva piegarsi, allacciarsi le scarpe, e poi ripoggiare i gomiti sulle ginocchia. La mano si muoverebbe sul foglio, tracciate altre linee che dovrebbero andare a definire meglio il vestiario dell'uomo i questione, partendo da un hori nero molto classico, una cappa bianca e sopra il tutto quella mantella secondaria, molto larga che ancora non peò essere rappresentata in rosa. << Ha poi avuto modo di incontrare nuovamente la Signora Furaya? >> L'altro ormai passato al tu, impersonale, mentre lei continua a mantenere quella cortesia, non la eliminerebbe mai senza il consenso altrui. [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale] Chiude gli occhi all'affermazione dell'altra, mettendo le braccia conserte e crucciando il viso in una espressione allarmante. < Qui si parla di Chakra! E non di uno qualunque, ma del Katon! Si può aspettare, quello è giusto, e gentile, ma...se si aspetta troppo...il tuo amico potrebbe venirne consumato, bruciato vivo...dall'interno... > il suo legame verso quell'elemento è particolarmente forte, a tal punto, che risponde alla frase della ragazza con una spiegazione particolarmente personale sulla visione del Katon: come chakra, come modo di essere, come utilizzo. Sospira di nuovo, come a voler buttar fuori quella sua nefasta visione e assumere un atteggiamento decisamente più positivo, tant'è, che riprende a sorridere. < Sei una brava Shizuka, saranno quelli come te a creare un futuro per quelli come loro > il secondo soggetto non è ben specificato, eppure, anche dandolo per scontato, si può intuire che sta parlando delle persone che sono l'esatto opposto di gentili e premurose. Alza il bacino da dove è seduto, stiracchiandosi sul posto, e scende giù dalla panchina con un balzo, per poi, infilare le braccia nelle maniche del giaccheetto. < No, ancora no purtroppo. La signorina Furaya è sia occupata che sfuggente, ma sono sicuro che riuscirò a strapparle un consulto > le spiega, tutto sorridente, mentre, con gli occhi calati sulla zip, la alza fino al colletto. Va a mettere le mani nelle tasche dei pantaloni e prende un profondo respiro. < Shizuka, mi spiace abbandonarti così presto ma ho da fare per il resto della serata. Ti auguro un buon proseguimento di tela...sono sicuro che il tuo amico lo adorerà > la rassicura, per poi, dopo un cenno di saluto fatto con la mano destra, voltarsi. Accompagnato dalla luce lunare, sparirà verso la fine della strada maestra. [EXIT] [Bosco dei Ciliegi - Vialone principale - Panchina] Ancora quel rosso parte in quei suoi ragionamente strani, si infervora per quel discorso sul Katon facendo un discorso disfattista, in parte come quello fatto dallo Hyuga. E' così complesso portare quel fuoco all'interno del proprio corpo? Difficile dirlo da parte di chi domina l'acqua invece, unico elemento a donarle quella fluidità e controllo sul sangue nero. << Credo che se la caverà, è un tipo forte... >> Questo l'unico commento in tal direzione, mentre la matita ancora prosegue su quel foglio, andando a definire i tratti del viso, quella benda sull'occhio, ciò che ricorda del volto, lo sguardo buono ma concentrato in quello sforzo che sta compiendo nella di lei rappresentazione. Poi dopo quella rivelazione riguardo a quello che lei fa in ospedale le arriva un complimento, inaspettato che la fa arrossire leggermente sulle guance, un rossore lieve comunque appena percettibile. << G-Grazie credo ? >> Non sa nemmeno lei come prendere quella sentenza sputata dal ragazzino. Egli andrebbe a issarsi dalla panchina, fancendo un piccolo salto per poi rispondere a quella domanda riguardante la Judai, pare che lui ancora non sia riuscito a reperirla, in fondo anche la rossa è consapevole di quanto sia complesso rintracciarla. Sospira prima di rivolgersi nuovamente alla Kokketsu salutandola rapidamente e congedandosi. La voce femminile andrebbe a farsi udire in di lui direzione prima che egli scompaia nella notte: << Beh allora le auguro una buona serata! E spero proprio che sia come dice lei! Arrivederci! >> Saluta appena con un gesto della mano che non è intrecciata con la matita, lo sguardo blu seguirebbe quel tipo per quanto possibile, per poi tornare sul proprio foglio e sul disegno in via di completamento; ha ancora un bel po' di lavoro da fare per perfezionarlo in fondo. [//END]