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con Rasetsu, Dokuhiro

21:36 Dokuhiro:
 doku ha una versione molto personale di "intimità" prima di tutto con le luci spente, e il minimo sindacale al giorno pare essere almeno due volte al giorno se va male e se rasetzu è stanco fino a che non chiede pietà, soprattutto da quando hanno cambiato completamente posto in cui nascondersi dalla mafia che rasetzu ha triggherato tempo fa e che gli ha fatto trovare delle teste mozzate sul bancone. una casa modesta, non certamente visibile da chissa quale distanza se non si conta che tutt'attorno ci sono clan che attirano molto piu l'attenzione di un semplice appartamentino piano terra con un bagno, un salotto e una stanza da letto e una cucina e quando si avvicina la luna piena rasetzu è costretto quasi ad avere piu intimità del solito. in realtà la zona industriale non è male, permette di avere una certa privacy all'interno di un via vai continuo di persone, che possono essere una salvezza o una condanna. ma torniamo a parlare del nostro duo preferito, con una doku che, acceso di nuovo la luce mentre fuori piove, indossa un maglioncino alto fino al collo e sta guardando distrattamente gli occhiali rossi di rasetzu con una strana intensità, forse ha provato a distrarsi, ma alla fine ha attirato abbastanza la sua attenzione per finire a piazzarci sopra le manine convintissima che rasetzu non la veda, forse perche pensa si sia gia appisolato dopo i suoi doveri coniugali, se li mette quindi sul naso e prova a vedere attraverso superando l'iniziale nausea per la differenza di diottrie

21:53 Rasetsu:
 Cosa volete che faccia un demone del suo calibro nei pressi della zona industriale di Kiri a respirarsi l’inquinamento dell’aria che le fabbriche emettono? E piove anche, come se ciò non bastasse. Sospira pesantemente, piuttosto stanco. In verità, la signorina di fianco è colei che più di tutti lo sta facendo uscire di senno. Per la prima volta in vita sua, è lui a venire trascinato in camera da letto e non il contrario. Respira abbastanza affannosamente, cercando di recuperare le energie appena spese per colpa di qualcuno che gli giace di fianco. Privo dell’indumento superiore, ha quanto meno optato per indossar di nuovo quello inferiore. Scalzo, spettinato, viene persino privato degli occhiali che porta quasi sempre in volto. Difficile che ci sia un vero e proprio cambio di diottrie, considerando che coprono giusto un mezzo grado od uno sano da vicino. Li sfrutta principalmente per leggere, per studiare, per tracciare i suoi piani di conquista del mondo, per operare e quant’altro sia utile nell’immediata vicinanza. Socchiude le palpebre, assottigliandole sino a farle diventare delle fessure nell’istante in cui la ragazza prende il suo paio d’occhiali, convinta che il rosso non possa assolutamente mai vedere quel che sta facendo. Non la blocca, tuttavia, massaggiandosi delicatamente gli occhi con una mano quando glieli sottrae. <Cosa pensi di fare con quelli? Guarda che sono delicati. Non ricordo cosa diedi in cambio per questo paio.> Ammette pensieroso, probabilmente era troppo ubriaco quando ha trovato quell’ennesimo accordo. Non lo rammenta proprio, pertanto si stringe nelle spalle. E’ mezzo seduto sul letto, con la schiena completamente tatuata poggiata contro lo schienale, mantenendo le gambe distese – eccezion fatta per la mancina ch’è piegata verso l’interno. Le braccia giacciono in grembo, seppur una verrebbe distesa in direzione del di lei capo, poggiando le falangi sulla sommità del capo per invogliare la ragazzina a girarsi verso di sé. <Non ci stai poi così male.> Per quel che riesce a vedere dalla penombra. <Ma poi perché Kiri? Che palle Kiri.> Non gli va mai bene niente. N i e n t e. Ogni settore ha qualcosa che non va. Ame, invece, non gli dispiaceva stranamente. [ Chk On ]

22:05 Dokuhiro:
 si volta di scatto quando sente che l'altro non solo è sveglio ma la ha pure presa in fragranza e si volta velocemente <ah, un, niente!> dichiara di fretta tenendosi ancora per ora gli occhiali rossi sul naso prima di toglierseli di fretta come se fosse stata colta a fare qualcosa di male e lasciarli sul comodino dove li aveva trovati, quindi alza le spalle <un posto come un altro, se vuoi lo cambiamo in una settimana. anzi, sarebbe meglio contando quelli che ci inseguono> ammette, stavolta le finestre sono state sbarrate preventivamente da tempo per permettere che l'unica entrata sia la porta e dare l'impressione di una casa disabitata <ho avuto una bella idea eh?> come se lo avesse sempre fatto, proprio. lei invece non pare affatto affaticata, forse è la giovinezza <ohi, non morirmi> gli fa presente <un demone immortale che muore per infarto dopo l'amore non è una buona pubblicità per te> poi sorride ghignante <ma per me si> infame! infamissima! non ci eri mancata per niente! voltando un po lo sguardo verso l'altro sposta una gamba sul letto affinche possa guardare il povero rosso ches ta provando a riprendere controllo di se stesso dopo l'allenamento che ninja scansatevi che siete niente <è meglio questo o una stupida pasticca?> domanda infamante, anche se la ha sempre vista solo al buio, mai il suo volto contorto dalla gioia di possedere rasetzu, anche se non mancava certamente di far sentire le proprie emozioni al rosso e rivelandosi davvero piu appiccicosa e puffettosa di quanto il suo aspetto malaticcio darebbe a vedere, approfittando di quando rasetzu è a casa per dargli qualche coccola quando meno se la aspetta

22:20 Rasetsu:
 Solleva gli occhi al cielo, nonostante in quella penombra possa veder ben poco anche di quest’ultimo se non per un’accozzaglia di nero ed alcuni contorni. <Non ti sopporto più.> Ammette, per quanto sia palese che risulti essere ironico, ciò non vuol dire che non possa davvero pensarlo. Lo sta consumando lentamente, non ha più l’età. <Potevi tenerteli.> Commenta poi, nel veder come in fretta e furia metta a posto quegli occhiali sul comodino a lei più vicino. Sbuffa nuovamente dalla bocca, scendendo un pochetto dabbasso con la schiena per cercare di trovare una posizione quanto più comoda possibile per sé stesso. La mano, dapprima poggiata sulla testa di Dokuhiro, non farebbe altro che sistemarle alla bell’e meglio qualche ciuffo ribelle che, anche a causa della precedente sessione d’allenamento, si son un po’ spettinati. Sì, in parole povere potrebbero anche esser ben viste come delle carezze. Sì, esatto. <Non so se sia peggio restare in quell’appartamento ad Ame o in questa catapecchia a Kiri.> Borbotta come al solito infastidito. <Hai preso tutta la mia roba dal vecchio appartamento?> Gli sovviene fin da subito questa domanda di cruciale importanza, sgranando gli occhi nella penombra. Lui reputa d’aver preso l’essenziale, ma comunque tutto ciò di cui non può fare a meno. Deve anche passare dalla casa di Touma, presto o tardi – possibilmente da solo, non sa che l’inquilina è ancor lì presente. <Non posso morire. Anche se potrebbe venir inteso come omicidio, quindi sarebbe certamente una morte fattibile, ma anche tollerabile.> Annuisce alle sue stesse parole perché, a conti fatti, chi è che non vorrebbe morire in queste condizioni? Non sarebbe affatto male, deve dargliene atto – anche se ha letteralmente detto il contrario. <Guarda che non sei niente di che. La mia ex era meglio.> Se lei è infame – oh, mi spiace – lui sta imparando ad esserlo ogni giorno ancor di più. Come se già non lo fosse. Al di lei ultimo quesito, però, non può che rimuginarci su qualche attimo ancora. Deve trovare una risposta quanto più soddisfacente possibile. <Darei un mio organo per avere una pasticca in questo momento ed avevo stabilito che il s3ss0 non sarebbe diventata una nuova dipendenza. Lo è per te, però.> Sghignazza, inclinando il capo all’indietro per tentare invano di rilassarsi, considerando che ha di fianco una ninfomane di prima categoria che potrebbe saltargli addosso da un momento all’altro. <Ma piuttosto come agiamo contro quei quattro pagliacci?> Hanno bene poco da essere definiti pagliacci in quanto mafiosi e, soprattutto, non è neppur detto che siano in quattro… C’è ben poco da scherzare in generale sull’argomento. [ Chk On ]

22:28 Dokuhiro:
 <ow. comprendo> riguardo alla ex, non pare esattamente triste, forse perche ha gia in mente qualche idea malsana che nella penombra potrebbe prendere la forma di un ghigno sulle labbra sottili <oh, bhe, fallo pure, dai pure un tuo organo, tanto io ti prendo il cuore. e non in senso metaforico> lo sanno entrambi, e non è ironica <mi dispiace, le altre stanno venendo riprese dai discendenti> di chi? non pare volerlo dire <sisi, tutto> mormora ficcando di nuovo il musetto contro le costole dell'altro mentre le dava le carezze che voleva <anche io non ti sopporto, se avessi un seno prosperoso ti soffocherei e darei la colpa a un incidente> per fortuna dell'altro non è affatto così ben fornita da risultare un possibile problema <non è una dipendenza....> borbotta, perche come l'altro non ammette che ha un problema quando è evidente che ne abbia uno, lei è di nuovo tutta vestita, quindi potrebbe accendere anche la luce da un momento all'altro, rimane in silenzio quando l'altro accenna a come comportarsi con i mafiosi <non siamo ancora al loro livello, temo che dovremo spostarci spesso ancora per qualche tempo finche riusciamo a essere piu forti> ammette con tono di saggezza la piu giovane dei due mentre da un leggero bacio su una costola del rosso che sta cominciando a ingrassare un po di piu grazie al cibo che pare sempre riuscire a portare doku in un modo o nell'altro. in effetti l'altro nemmeno sa che lavoro faccia. ma fintanto che hanno cibo, a chi importa, giusto? chiediamolo a ichigo...

23:07 Rasetsu:
 Non riceve alcuna risposta in merito alla menzione inerente all’ex. Solleva gli occhi al cielo, di nuovo. Sta diventando un tic nervoso. <Nessuna reazione? Vedi> Incalza, girandosi s’un fianco per poterla guardar meglio da vicino, anche per via del buio che ancor aleggia all’interno della stanza. <non ci tieni assolutamente al sottoscritto. Come sospettavo. Un giorno di questi, t’alzerai e te ne andrai chissà dove con qualche Ichigo di tua conoscenza.> Devono smetterla di comportarsi da bambini, anche perché è esattamente quel che stanno facendo. Non v’è niente di maturo nei discorsi che stanno affrontando. In fondo, è lui in primis ad aver atteggiamenti infantili – ed è inutile prendersela con chi ne ha più diritto data l’età anagrafica. <E chi t’ha dato il diritto di prenderti il mio cuore? E’ nero come il carbone. Cosa te ne fai?> Verbia alla di lei volta, adocchiando come si avvicini al demone, infossandosi contro un fianco. Certe volte, vorrebbe ammazzarla non appena apre bocca. Altre volte, invece, si comporta così e vorrebbe soltanto passar intere giornate al suo fianco. Intrufola le falangi tra le ciocche scure, poggiando i polpastrelli contro il cranio ed iniziando un lento massaggino – oh, dei grattini. Sta imparando a farli. La tiene contro di sé, avvertendone il calore. <Le altre cosa? E soprattutto che discendenti? Di che parli?> S’è perso nei meandri del discorso, non riesce a comprendere a cosa alluda e la fissa con un sopracciglio alzato, nonostante la posizioni la veda sotto al suo mento. E’ dunque scomodo guardarla storto. Figurarsi. Neanche questo può fare con Dokuhiro. <Posso sempre procurarmi una donna con un seno prosperoso e tentare la sorte.> Non gli manca qualche ryo per poterlo fare, inoltre tenta costantemente di metterla alla prova, di testarne la pazienza, ma a quanto pare con ben pochi risultati. Deve agire in maniera differente, deve darle una prova concreta di quel che potrebbe fare. <Non puoi saperlo se siamo o meno al loro livello. Non ci lasceranno stare finché non avranno avuto quei soldi – e per amor di cronaca, col cazzo che glieli darò. Vanno presi per le palle e tramite queste appesi al soffitto più alto.> Una delle tante torture esistenti nel mondo, vediamola in questo modo. <Non intendo restarmene con le mani in mano. Non posso andare da solo, ma posso contattare qualcuno per farmi aiutare.> Spera che possano rispondere alla chiamata, in realtà, ma tituba in merito. [ Chk On ]

23:15 Dokuhiro:
 <che reazione devo dare? se è una ex ce un motivo e se ce un motivo, significa che essendo la ex non mi devo preoccupare che torna. sai essere piuttosto lapidario> lo sa l'altro, lo sa lei, e ovviamente mugugna di piacere ai grattini, provando a fare delle fusa che le riescono anche piuttosto bene <purrr purr> gorgogliando la gola e spingendo il capoccetto contro l'altro <così sarai sempre con me> mormora riguardo al cuore nero che si ritrova <anche se sarai morto perche ti ho ammazzato perche ti sei drogato> ammette smettendo di fare le fusa dato che ha detto l'ovvio <mhmh> fa finta di niente sulla storia dei discendenti <e allora fallo, io sono sicura di non essere al loro livello, forse posso provare a ad aiutarvi tipo...che ne so...bombe?> domanda piuttosto ingenuamente dato che i grattini a quanto pare le paralizzano il cervello smettendo di farla connettere <te lo ho detto, sei un demone tu, ma lo sono anche io, solo molto piu carino> non molto, anzi, pare sempre mezza malaticcia <...piu o meno> ammette riguardo alla bellezza perche se ne rende conto da sola di non essere questa bellissima bellezza <ahhhh, ancora con gli ichigo?> si lamenta ironicamente mentre gli da un morsetto sulla costola per fargli intendere il suo fastidio per l'argomento <se non la pianti con gli ichigo ti costringo a fare un'altra sessione di allenamento intensivo full nottata con caffeina per me e basta> traduzione vuole uccidere con l'ammmmore il povero rosso che potrebbe seriamente non reggere la combo//freeze

22:15 Rasetsu:
 In merito alla prima affermazione di Dokuhiro – a sua volta piuttosto lapidaria – non può che sollevare l’indice della mancina. <Obiezione, vostro onore.> L’ha senza dubbio sentito dire a qualche attore in una delle serie tivù che ormai guarda piuttosto spesso – quando la ninjativù non è occupata da qualcuno che adora guardare vestiti da sposa. <Nessuno ha mai detto che non possa tornare. Ci siamo separati soltanto perché un Kami ha deciso di sotterrarci per dieci anni sottoterra, ma non sono sicuro del fatto che sia morta.> Ammette, stringendosi nelle spalle. Che questa supposizione possa in qualche modo farle provare quella tanto agognata gelosia che, al contrario, il demone prova piuttosto spesso? La vede avvicinarsi a sé con quel suo solito modo di fare da ruffiana, nonostante tutto. E’ una psicopatica sotto altri certi punti di vista. <Sono più forte di te e vanto maggior esperienza sul campo. Quindi, risulta essere difficile l’eventualità in cui tu mi uccida. Invero, è più probabile che avvenga il contrario se provi a farmi fuori.> Fa spallucce, facendole passare le falangi lungo la schiena della ragazza, salendo e scendendo con delicatezza avendola or abbastanza vicino. <Posso renderti un vero demone se solo lo volessi.> Non sarebbe la prima volta, con tutti i rischi che ne conseguono. Or come ora, avrebbe almeno due modi per farlo, quindi perché non tentare? Con le sue cavie, adottava il metodo poco ortodosso rispetto a quello che userebbe su gente coscienziosa che glielo richiede direttamente. <Devo proprio allenarti, temo – magari fuori dal letto questa volta.> Fa roteare gli occhietti chiari, dopodiché chiude le palpebre per rilassarsi più del dovuto – come se già non lo fosse abbastanza. Rilassa le spalle ed il resto del corpo, mantenendo il corpo ben disteso. <Non ci penso proprio. Te ne privo finché non mi porterai rispetto.> Ed è serio nel dirlo… Torna però sull’argomento riguardante la Yakuza – o presunta tale. <Le bombe servono se devi posizionarle nel luogo in cui si nascondono. Ma se non lo si conosce, è complicato.> Mormora, dandole una sommaria spiegazione. [ Chk On ]

22:36 Dokuhiro:
 [un vero demone?] domanda facendo eco all'altro piegando il capo alzando leggermente la testa dal costato del rosso [co-cosa?!] chiede in un tono leggermente stridulo quando aggiunge che non avrà la sua parte di snu snu quotidiano fino a nuovo ordine [non puoi! ho...ho dei bisogni! sei il mio ragazzo, *devi* soddisfarmi] le sta proprio provando a non farsi evitare quella punizione [contro-obiezione!] dichiara con un tono piuttosto infantile prima di zittirsi fissando l'altro per quanto riguarda la sua ex, e mentre l'altro si rilassa lei gli ha appena tirato un pugno dove non batte il sole, o meglio appena sopra in modo da non ucciderlo completamente nelle zone dove i maschietti non dovrebbero mai essere colpiti [sicuro che non posso ucciderti?] domanda con un ghignetto in volto facendosi leggermente indietro come un gatto che fa marcia indietro sapendo perfettamente di aver appena fatto qualcosa per cui le varrà la vita fissandolo a lungo con gli occhioni facendosi indietro con le anche che si alzano come a gattonare all'indietro rischiando di uscire pure dal letto con un sorrisone in volto pieno di ghigno cattivissimo come una piccola diavoletta che ha tutta l'intenzione di essere perfettamente in forze per poter bloccare eventuali attacchi, sbattendo gli occhioni e muovendosi leggermente con il corpo coperto dalle vesti [allora, demone, che vuoi fare?] lo prende pure in giro con un ghignetto pieno di pestifera diabolicità per poter vivere o morire un'altro giorno con un sorriso

23:01 Rasetsu:
 Effettua un movimento dall’alto verso il basso con la testolina, salvo poi ricordandosi soltanto in un secondo momento che, essendo in regime di penombra tendente perlopiù all’oscurità, è abbastanza complicato che possa vederlo. <Un vero demone.> Ribadisce subito dopo, stringendosi nelle spalle. Non ci vede niente di paranormale, l’avrà fatto così tante volte che ne ha perso completamente il conto. <Dipende da te.> Ripete, notando poi come vada nel più totale panico quando il rosso le toglie la possibilità d’ottenere ciò che maggiormente le piace. Assottiglia lo sguardo, arcuando le labbra in un ghigno tronfio e soddisfatto: finalmente sa dove andare a toccare per farle del “male”. Sghignazza divertito alla sola idea di vederla in quello stato ulteriormente. <L’hai deciso soltanto tu, io non ho avuto voce in capitolo. Quindi, la cosa è unilaterale. Inoltre, potrei essere anche il “ragazzo” di qualcun’altra. D’altronde, perché dovrei esserti fedele?> E non lo dice neanche per infastidirla, nel discorso che le sta facendo in questo momento c’è comunque un buon fondo di verità. Vuol davvero capire. Perché dovrebbe comportarsi come si deve? Perché dovrebbe soddisfare solo lei o lei in generale? <OH PORC!> Esclama, quando riceve quel cazzotto ad altezza basso ventre che lo fa sbiancare più di quanto già non sia pallido, sgranando gli occhietti e ritirandosi immediatamente indietro. Le mani abbandonano il corpo altrui per portarsi rapidamente ad altezza inguine, coprendo la zona del misfatto. <SICURISSIMO!> Che non possa ucciderlo. Non così, quanto meno. Il dolore sarà senza dubbio allucinante, ma ciò non toglie che non sarà mai abbastanza per farlo fuori del tutto – lui è immortale. La vede allontanarsi e per il momento preferisce restarle distante, specialmente dopo quel che ha tentato di fare ai di lui danni. <Innanzitutto, trovare informazioni. Capire dove colpiscono, tornare al quartiere notturno ad indagare nel punto in cui li ho incontrati la prima volta.> Questo è il primo piano che gli viene in mente, non che sia un genio nel farli… però sa organizzarsi e pianificare quando vuole, quando davvero intende impegnarsi. Che poi lei non intenda aiutarlo è un altro paio di maniche. [ Chk On ]

23:33 Dokuhiro:
 <solo perche non mi sono impegnata> risponde all'altro per quanto riguarda il fatto di non possa ucciderlo ruggendo un po nella penombra con un tono sicuro e improvvisamente orgoglioso <non so trovare informazioni, sono troppo strana, nessuno vuole parlare con me> ammette all'altro come se si stesse tirando fuori dalla caccia alle informazioni <hai ragione...> borbotta ritirandosi su in una posizione piu normale <non hai nessun motivo per essermi fedele. non posso dartene> ammette stringendo le labbra nel buio per quanto la voce torna distante e incosciente <aspettassi la tua voce, in questo capitolo, e troverei entrambi drogati> a quanto pare ha imparato a conoscerlo ma ovviamente il fatto che non manca di far notare che non ha alcun motivo semplicemente si rivolta sul letto e gli da la schiena stringendosi e abbracciandosi da sola con le braccia stringendosi anche le gambe verso il petto <non ho alcun potere su di te. è vero...> ammette a bassa voce mentre socchiude gli occhi cacciando la testa all'interno del cuscino anche se rimane in posizione vagamente fetale, in effetti forse quello ha avuto qualche effetto come il maschio voleva <oh, bhe, mi sono divertita..> borbotta come se fosse da sola e stesse semplicemente facendo il riassunto di quel tempo passato con rasetzu <se vuoi andartene, o farlo con altre, sarebbe solo meglio dire che ti sei stufato di me e di restare qui.> dichiara con un tono piuttosto asciutto e distante dandogli la schiena magra e ossuta senza alcuna forma particolare

20:28 Rasetsu:
 Oh, ma qualcuno qui ha toccato un nervo scoperto. A quanto pare, la ragazzina sembra esser stata punta nel vivo dell’orgoglio da parte del demone, il quale è riuscito FINALMENTE a trovare un punto debole nell’altra. E da bravo stronzo qual è sempre stato, ne approfitta fintantoché gl’è possibile. <Non puoi impegnarti s’è quello il tuo limite massimo.> Sogghigna nell’oscurità, affilati denti sui quali la poca luce che penetra nella stanza va specchiandosi. Si riferisce al fatto che chiunque possegga un limite e che, a prescindere dall’essersi impegnati o meno, talvolta è impossibile superarlo. <Impara a far di necessità virtù. Indossa una maschera se ti fa stare meglio. Sii te stessa soltanto con chi vuoi.> Le propone, stringendosi nelle spalle e cercando di guardarla direttamente con la penombra che li circonda. D’altronde, lei pretende costantemente l’assenza di luce durante i loro atti animaleschi. <Se vuoi sopravvivere in questo mondo, sta certa che non basteranno quattro mura a circondare un villaggio.> Sentenzia, massaggiandosi delicatamente la zona colpita precedentemente dalla fanciulla, seppur non si sia fatto granché – per fortuna, considerando come poco più sotto vi siano dei gioiellini piuttosto importanti. La vede girarsi, porsi in posizione fetale a giudicare dalla forma che assume quell’ombra scura affianco a sé. Sente il movimento delle lenzuola e del materasso, volgendo ad essa la sua completa attenzione; nella fattispecie, quando ella gli parla resta assorto per un attimo. <…> Si pone s’un fianco, stendendo un braccio che andrebbe a circondare completamente l’altrui fianco ad altezza della vita. L’attirerebbe verso di sé, poggiando il mento contro la sua testa e restandole dopodiché appiccicato – senz’alcun doppio fine. Non si sente tuttavia minimamente in colpa per quel che ha detto. <Ho amato per anni la stessa persona> Le sussurra data la vicinanza e la confidenza. <una persona che m’ha spezzato il cuore con la sua scomparsa.> Non si sa se stia parlando di Bahaa – alla fine – o di Kouki. Temo che questo dubbio se lo porterà nella tomba finché campa, seppur quelle due amabili paroline le abbia pronunciate esclusivamente nei confronti della Yakushi – forse da ubriaco, in effetti era pressocché fatto la stragrande maggioranza delle volte ch’era con lei. <Quindi, mi sono semplicemente privato di questo sentimento, evitando che mi facesse male. Dunque, da parte mia, non otterrai niente di quel che vedi alla tivù:> Ne inizierebbe un elenco, mellifluo nell’esposizione di quest’ultimo. <niente cene a lume di candela, nessuna uscita romantica, non aspettarti che ti porti all’altare vestita con quegli abiti da sposa che ami tanto guardare. Non sono quel genere di persona.> Mormora, proseguendo nella spiegazione che le sta dando – una sorta di paternale, invero. Prima o poi, sarebbe successo a tirar la corda a quel modo. <Allo stesso modo, io decido di non stare con te. Se sono qui, è perché lo voglio e se lo voglio è perché mi piaci. Ciò non implica ch’io sia una tua proprietà. Tutti i miei atteggiamenti nei tuoi confronti son sinceri: a partire dalla gelosia. Tuttavia, comprendo che anche tu andrai via tanto come andrò via io, un giorno.> Sincero – ben più delle volte in cui è stato sobrio in passato, si limita adesso a poggiarle un delicato bacio tra i capelli, socchiudendo per un istante gli occhi e tenendola ancor abbracciata a sé, ammesso glielo permetta dall’inizio. <Non posso prometterti fedeltà, Hiro. Sono figlio delle tenebre, incarno il male, il mio stesso sangue è nero come le tenebre dalle quali sono nato.> In breve, dovrebbe comprendere che non è *quel genere di persona* che vive una relazione tutta rosa e fiori. Non coi suoi traumi passati, quanto meno. [ Chk On ]

20:43 Dokuhiro:
 <anche stronzo, a parlare di altre donne con la tua> borbotta la suddetta mentre viene tirata un po per poter essere abbracciata, cosa che in realtà non le dispiace affatto, ma in compenso ascolta con pazienza, una pazienza che una giovane come lei dovrebbe evitare di avere; è il lato positivo di essere giovani ed esuberanti. invece pare morta come al solito, persino la temperatura si è abbassata nel giro di qualche secondo e solo la zona dove viene abbracciata è ancora calda a una temperatura almeno ambiente <quindi nemmeno io sono tua, se tu non sei mio> replica con una saggezza infida rimanendosene distesa sul fianco dove era stata acchiappata poco prima <oh, ma smettila. stai solo facendo il loro gioco. di chi ti ha trasformato così. o alla peggio stai solo passando la fase dell'eroe tragico> borbotta <sappi che quella fase la passano i bambini dei tredici anni. non dei quaranta> come l'altro, anche se si è limitata a dire a tentoni un numero abbastanza grosso <fa lo stesso, tanto ti ammazzerò> mormora con un tono strano, distante, troppo reale per essere uno dei loro soliti giochi. o forse è solo la stanchezza <le omelette però sono buone> gli concede, dato che le assicura che non avrà cenette a lume di candela <mi piacciono solo perche sono luccicanti> mugugna diventando leggermente rossa all'ombra della notte riguardo agli abiti da sposa, infatti solitamente spegne prima della cerimonia nuziale, ora che lo si fa notare, ma quando prova a darle un bacio tra i capelli alza una mano per smuoverla e scacciarlo come si fa con le mosche

21:24 Rasetsu:
 Il problema d’avere a che fare coi sedicenni è proprio questo (o, in generale, con gente d’età inferiore alla propria): l’inesperienza, l’impazienza e l’immaturità. Vorrebbe morderla con quanta forza ha in corpo – dunque, infima – ma si ferma dal farlo per ovvie ragioni. Il discorso che stanno affrontando ha comunque la sua importanza ed è interessato ad ascoltare le parole della fanciulla, ammesso abbia qualcosa da dirgli. Spera soltanto che non si chiuda nel mutismo selettivo che aveva quando l’ha conosciuta. <Sei stata la prima a parlare d’altri uomini in mia presenza. E poi voi donne volete sapere tutto dei “vostri” uomini.> Mormora in sua direzione, stringendosi nelle spalle, dando per scontato che sia a sua volta una di quelle donne che ragiona in questo modo, nonostante sia ben lungi dall’esser paragonabile ad una femminea figura fatta e finita come potrebbe esserlo tra qualche anno. <Nemmeno tu sei mia se io non sono tuo> Ripete come se fosse la cosa più normale del mondo. <ma se ti trovo con qualcun altro, ammazzo prima lui e poi te.> D’altronde, non hanno fatto altro che parlare di come lei voglia ammazzarlo, di come riuscirà ben presto a farlo. E quella funesta visione ch’ebbe qualche tempo fa non potrebbe esser forse proprio Dokuhiro? Una ragazzina, raggiunta la maggior età, l’avrebbe ucciso con le sue mani, morendone però contento. Bahaa non può essere, a meno che non appaia dal nulla. Ad ogni modo, non fa altro che contraddirsi. Non vuole che sia una sua proprietà, tuttavia sancisce che ammazzerà chiunque le ronzi attorno. Incoerente e psicopatico. <Ehi> Allunga la mano verso l’alto, per stringere le sue guance con il pollice e le altre quattro dita unite, così da pressarle ambedue e costringerla, infine, a girare il volto in sua direzione con quella poca forza fisica che ha in corpo. <chi mi ha reso quello che sono l’ho ammazzato con le mie strafottutissime mani. E’ sotto terra da tanto tempo ormai che non ne rimane traccia!> Sbraita direttamente sul suo volto, sgranando gli occhietti chiari nel buio della stanza e opponendosi a qualunque movimento opposto al proprio che Dokuhiro possa fare. <Partiamo dal presupposto che ancorché avessi quarant’anni o sessanta, ciò non t’interessa. Sono quello che sono. Bere e drogarmi era ciò che mi teneva distante dalla merda che ho vissuto.> Pronuncia ancor iracondo, irrigidendo i muscoli della mascella e rendendo la voce poco più roca, graffiando la gola. Le lascia andare la faccia con un lieve strattone, incurante della mano che s’alza in direzione della sua faccia quando le bacia i capelli. <Ma d’altronde una ragazzina che ha sempre vissuto da sola cosa vuole saperne? L’episodio più tragico che hai vissuto è stato quando la tua beniamina non ha vinto i ryo designati durante la gara dell’abito più bello.> Sì, è abbastanza arrabbiato… Inspira profondamente, cercando d’evitare di farsi prendere da questa rabbia inconsulta, forse dovuta anche alla mancanza di nicotina, d’alcol e delle sostanze ch’era abituato a prendere precedentemente, dalle quali s’è sì disintossicato, ma non abbastanza. <Non te ne farò più. D’altronde, sono soltanto un tredicenne nella fase dell’eroe tragico.> Se l’è presa. Pari e patta? La finite? Chi è il vero ragazzino tra i due? [ Chk On ]

21:40 Dokuhiro:
 <quella è profio la definifione di coffia!> ovvero ammazzare l'altro e l'amante se li beccano assieme, ma stendiamo un silenzio pietoso sulla sua mente deviata, mentre viene letteralmente tiracchiata le guance che sono piuttosto elastiche da storpiarle la faccia, che cerca di afferrare le mani per farlo desistere ma senza riuscire perche l'altro la sta bloccando costringendola per altro a vederne lo sguardo e sostenerlo nell'ombra della penombra <fuoi un prefio!?> risponde per le rime smangiucchiate quando si parla di quello che teneva lontano l'altro dalla sua vecchia vita ovvero bere e drogarsi, ma finalmente è libera dalla presa e puo massaggiarsi la guancia stiracchiata aprendo e chiudendo le mascelle per riuscire a superare l'improvviso dolorino alle guance che non è certamente così brutto ma nemmeno piacevole <quarantenne. nella fase dell'eroe tragico.> lo corregge pure, perche proprio le puzza la vita mentre si solleva leggermente ritirando le gambe per essere pronta a colpire con esse per quanto siano ben poco muscolose <oh, si, certo, perche lo dici tu quale è il mio episodio tragico!> ironizza con una improvvisa voce amara con un sorrisone tutto denti e che cola visibilmente veleno <vado a prendermi da bere, vuoi qualcosa? ce il the al limone e alla pesca> dato che a lei piaceva il gusto rinfrescante del limone, mentre prova a scendere dal letto e stropicciandosi i capelli vestita di nuovo prova a superare il rosso, forse troppo vicino per non rischiare di venire afferrata

21:59 Rasetsu:
 Assottiglia lo sguardo, fissandola nuovamente con espressione torva – per quanto ben poco sia d’essa visibile sempre per via della mancanza sostanziale d’una vera luce all’interno della stanza. <’fanculo. Decido io questa volta. E no, non lo siamo.> Probabilmente finché non gli passano i cinque minuti andrà così, dopodiché riprenderà le redini della questione e della situazione in maniera tutt’altro che indelicata come sta facendo in questo momento. D’altronde, stiamo parlando del demone… non potrebbe comportarsi in maniera differente da come sta facendo, altrimenti non sarebbe sé stesso. <Sì, cazzo. Un premio per sopportarti da qualche mese a questa parte. Mi fai venire voglia di bere!> Esclama, infastidito e lasciandosi andare contro il cuscino e il retro del letto così da poggiarsi in maniera ben più comoda di quel che si potrebbe pensare. Si sta innervosendo, ma è un danno collaterale delle sue stesse parole. Va da sé che lamentarsi non serve a niente, peccato che sia un lamentino costante. <Intanto te lo sei portato a letto il quarantenne.> Non nega l’età, signori, seppur ai quaranta nell’effettivo non sia ancora neanche arrivato. Come sempre detto, esteticamente s’aggira poco sotto la trentina. Non di meno, tanto meno di più. Privo com’è di barba, poi, non che ci voglia molto ad ammetterlo. <Provo ad indovinarlo dato che non me ne parli! Non mi parli mai d’un cazzo!> Stanno affrontando la prima lite seria di coppia? Così, da un momento all’altro? Tutto sommato, si può dire che si siano fatti passi da gigante. Finalmente lei parla, anche troppo certe volte e il demone tenta d’aver tutt’altro genere d’approcci, sbagliando però il metodo – come sempre, non che questa cosa cambi nell’effettivo. <Limone, chi è che beve quel thè alla pesca che sa di piscio?> Bene, ma non benissimo. La vede sfiorarlo, sgattaiolare via nelle sue vicinanze. Sa che dovrebbe fermarla, ma una parte di sé dice di non farlo. Se ami qualcosa devi imparare a lasciarla andare, no? Se ricambia quel sentimento, tornerà indietro… ♥ [ Chk On ]

22:09 Dokuhiro:
 [in effetti...] ammette riguardo al the alla pesca che nessuno vuole averci a che fare, dicendolo con un tono piuttosto pensieroso mentre va fuori, i secondi passano, diventano minuti, forse non torna, ma non ha nemmeno sentito la porta chiudersi. e quindi ecco che compare dalla porta con due bicchieri che allunga uno verso il rosso senza nemmeno guardarlo, ma in compenso tira fuori un paio di caramelle dalla tasca dei pantaloni e li allunga verso l'altro con la puntina delle dita, forse un modo per fare pace? peccato che poi tira il macigno finale [non ho intenzione di parlartene. men che meno di mostrarti. o non mi vorresti piu] spiega all'altro con una strana sicurezza [ripetimi cosa è che non ti fa venire voglia di bere?] domanda dandogli una stoccata a tradimento nei reni metaforicamente ma con la perfettissima abilità di fargli male e di avere di nuovo il coltello dalla parte del manico mentre si prende un sorso del suo the al limone e accende uno dei lumi della stanza che puo chiudere e finalmente possono guardarsi in faccia, non ha particolari espressioni [oh, non lo siamo? bene, vado a chiamare ichigo...] replica con uno spettro di sorriso che le aleggia in volto e guarda pure rasetzu con l'angolo dell'occhio e ridendosela tra se e se anche se probabilmente stavolta le prende sul serio, come detto, è gia vestita. lo fa sempre una volta che hanno finito le effusioni. balza giu dal letto e si veste nel buio e solo dopo un po riaccende le luci per permettere a rasetzu di guardarla

22:56 Rasetsu:
 Non ha timore ch’ella non torni. Il furfante ha nascosto le chiavi di casa, sia le proprie che quelle altrui. Quindi, può anche tentare d’uscire, ma dovrà aprire e/o scassinare la porta d’ingresso per farlo. Tuttavia, la sente dall’altro lato della casa, nel salotto con tanto di cucinino. Seppur tenti di non far troppo rumore, a differenza della fanciulla, lui ha il chakra momentaneamente acceso. Quindi, i suoi sensi sono maggiormente sviluppati. Difatti, restando accovacciato sul letto a sua volta, non farebbe altro che attendere che questa torni nella stanza con quanto richiesto. La scruta, per quanto possibile, afferrando il bicchiere che gli viene dato e trangugiandone senz’indugio una lunga sorsata. Soltanto in seguito, si stenderebbe abbastanza da poggiare il vitreo contenitore sul comodino a lui più vicino, stendendo l’arto mancino con il resto del corpo, distendendosi quasi totalmente pur di raggiungere il punto a lui idoneo. <…> Torna dritto, ben eretto con la schiena pur incrociando una gamba mentre l’altra penzola fuori dal letto. Ne ascolta il verbiare a proposito di ciò che non vuole mostrargli. Ciò lo porta a piegare un sopracciglio, abbastanza confuso. Sa bene quanto ella desideri esser al buio qualora debbano far cosacce per le quali sia costretta ad esser nuda. Tuttavia, arriva un certo punto della relazione durante la quale è insensato non saper qualcosa dell’altro – per il rosso, è questo il momento propiziatorio. <Lo vedi perché ti odio? Fai di tutto per farti odiare.> Bercia, facendo schioccar la lingua contro il palato e rifiutando la caramella che lei gli porta in dono, facendo sbatter la propria mano – tramite il dorso – contro quella altrui. <Per chi cazzo mi hai preso? Ho visto di peggio, quasi sicuramente – anzi, ho fatto di peggio!> Esclama, infastidito – di nuovo. Non che ci voglia poi molto ad infastidirlo quest’oggi. Poco male. Basta schioccargli le dita troppo vicino all’orecchio e potrebbe evocare un goblin che vi s’attacca ai cosiddetti. <Perché pensi che io non ti voglia più? Sono stronzo, egocentrico e figlio di putt4n4, ciò non vuol dire che sia così meschino. No, okay, sono anche quello. Insomma, hai capito.> E tenta d’allungare entrambe le braccia cosicché possa cingerla attorno ad esse, facendo restar l’altrui figura in pieno centro. Vorrebbe tirarla di nuovo contro di sé, poggiando la guancia contro lo sterno o il costato – a seconda della posizione che potrebbe assumere, ammesso non l’abbia lanciato via da qualche parte non appena la sfiora. D’altronde, si sta contraddicendo coi fatti rispetto alle parole che gli son uscite dalla bocca. <Mhm, sta zitta.> Svia la domanda e svia l’argomento finale. Lo fa di proposito, non vuole risponderle. Un controsenso vivente. [ Chk On ]

23:19 Dokuhiro:
 <modestamente> ammette con un certo tono di saccenza quando accenna che ha l'abilità di farsi odiare molto facilmente <eh. lo so.> replica con un mesto sorriso mentre viene squisshiata all'interno delle braccia dell'altro come se fosse un peluche molto scheletrico <oh, bhe, peggio per te.> dichiara all'altro <io ho sempre un sacco di ichigo...> borbotta semplicemente mentre prova a sollevarsi la maglia anche se vuole rimaenre all'interno delle braccia dell'altro e subito si mostra che non solo le braccia avevano avuto i lividi di punture malfatte, ma anche la schiena era tumefatta da prove di cinghie, fuoco e graffi, con diverse sospette cicatrici dove ci sono i reni e le prove continuano anche oltre il pantalone, anche davanti non è messa meglio, con le prove di cicatrici sul fronte verso la pancia, e i seni percorsi da palesi cicatrici di morsi, graffi e anche il torso ha la prova di tatuaggi con scritte piuttosto lascive e disturbanti,e invece della solita espressione lontana lo guarda negli occhi con una sorta di vigorosa altezzosità, pronta ad accettare che l'altro scappa come se fosse la cosa piu normale del mondo, non è un corpo che si vorrebbe stringere alla luce del sole. lo sa lei, è obbiettivo per l'altro, e lo fissa a lungo socchiudendo gli occhi con un sorriso pieno di denti ancora buoni e lucenti alla luce delle lumi rimanendo di fronte all'altro spostandosi leggermente per poterne vedere la reazione e riuscire a guardare cosa stia succedendo nella mente dell'altro

21:36 Rasetsu:
 Il controsenso vivente che ha come Rasetsu – ad onor del vero, Ryuuma – continua ad abbracciarla come se, fino a qualche istante prima, non avesse in alcun modo preferito la ex a lei. Socchiude per un istante gli occhietti chiari, beandosi del torpore da lei generato, nonostante sia fatta di pelle ed ossa tanto quanto lui e vi sia ben poca carne da triturare. <Non hai nessun cazzo di Ichigo> Ribadisce adesso a denti stretti, adoperando un tono leggermente più serio del normale quando si parla di questi fantomatici esseri che potrebbero prendere il posto del demone. <hai me e tanto ti basta.> Anche se le ha appena detto che non sono assolutamente “niente” e che non ha alcun senso per lui evitare di tradirla e portarle rispetto. Risulta esser comunque un controsenso sicché, in questi ultimi mesi, non ha mai toccato nessun’altra neanche per errore. Non a caso, sta risparmiando per quanto riguarda i soldi. In più, una motivazione logica potrebbe anche starci: Dokuhiro lo distrugge già abbastanza! La sente muoversi tra le sue braccia, sollevando la maglietta e togliendosela di rimando per restare a petto nudo. Non capisce: la luce è accesa. Quindi, si ritrova a doversi staccare dalla ragazza, dapprima per permetterla la totale rimozione dell’indumento, dopodiché per osservarla. Le mani giacciono sulla vita, sull’indumento che ancor la copre. <…> Cala il silenzio, la fissa sbalordito – sorpreso. Ha certamente avuto modo di vedere corpi ridotti anche peggio di quello di Hiro, corpi che lui stesso ha ridotto in quella maniera. Non riesce a pronunciare alcunché, ma è consapevole adesso della ragione per la quale gli ha sempre vietato di farsi vedere alla luce del giorno o alla luce d’un abat-jour. <Chi cazz’è stato?> L’unica domanda che gli vien fuori dalle labbra non può che esser questa, mentre non farebbe altro che forzare la presa sui suoi fianchi. Adopererebbe maggiormente forza nelle gambe così da scaricarla a terra e tenersi ben fermo, mentre le braccia si muoverebbero ambedue verso la stessa direzione: il letto alla sua sinistra. Vorrebbe spingerla direttamente sul materasso, mentre a sua volta si girerebbe così da finirle letteralmente sopra. Un ginocchio a porsi tra le sue gambe, le mani a salire per piantarle ambedue contro i di lei polsi, affinché vengano tenuti in alto ai lati del capo – il tutto solo esclusivamente se Dokuhiro stessa non si sia opposta alla manovra. Non un altro fiato. [ Chk On ]

22:08 Dokuhiro:
 <uou> dichiara piuttosto stupita quando si trova a schiena al letto e rasetzu sopra, per una volta entrambi alla luce, e lei puo vedere il volto dell'altro come l'altro puo vedere una sincera e genuina stupore le solca il volto stirandone il musetto piuttosto magro gia di suo <...> ci pensa qualche istante prima di spiegare semplicemente <i miei genitori erano bravi genitori, ma pessime persone> spiega <si sono fatti molti nemici, e quando un sicario li ha uccisi nessuno mi voleva...tranne appunto i nemici...> mormora a voce bassa lasciandosi stirare i polsi <avevo solo cinque anni, ma gli uomini sono bestie, si sa...> mormora stringendosi nelle spalle per quanto possibile arrossando vagamente sulle gote <quindi se la sono presa con me per quello che i miei genitori gli hanno fatto> non dice esattamente tutto, ha mancato un dettaglio, ma che pare poco importante per ora anziche quello che accade quindi il silenzio attanaglia la donna che vaga lo sguardo per qualche istante prima di alzarlo negli occhi verdi di rasetzu, del demone, con una delle piu sincere occhiate di comprensione che mai le ha visto fare <...ti piaccio ancora?> domanda lievemente con timore sbattendo gli occhioni in una delle piu vive espressioni di fragilità sotto alla maschera di menefreganza e di inespressività che solitamente è quello che è il suo viso, rimanendo in una muta e agitata attesa sotto al demone che la puo mangiare da un momento all'altro e non esattamente metaforicamente, stringendosi leggermente il labbro inferiore in un tenero mordicchiarsi, non di seduzione o desiderio ma di paura

22:25 Rasetsu:
 Ritrovandosela sotto di sé, non può far a meno di guardarla. Ne sonda il corpo, ne scruta ogni singola fottuta cicatrice. Si china su di esse col capo, vi poggia delicatamente le labbra al di sopra. La prima, la seconda, la terza. E man mano scende. Parte dal collo, ne segue lo sterno magro ed esposto. Ascolta la storia che viene narrata dalla ragazza, guardandola dal basso, rialzando soltanto gli occhi. E’ singola la mano che tenta d’unire gli altrui polsi e tenerli vicini tra di loro, mentre la mancina scende delicatamente verso un fianco. <Fino a quando?> Fino a quando è durato quel martirio? Neanche lui sarebbe stato così meschino – così malvagio – dal distruggere la vita ad un infante, ancorché i genitori fossero stati dei bastardi nei suoi confronti. Anche da capo della Yakuza, MAI – mai – ha toccato un bambino innocente. Ne avrà ucciso i genitori, di questo n’è abbastanza sicuro, ma non toccherebbe mai qualcosa di così puro privo di colpe. Lo capisce un tossicodipendente come lui, perché non gli altri? <Da morire.> Le risponde con un fil di voce, or a luce accesa, scandagliando l’altrui corpo come un esploratore innanzi ad un monumento nuovo, la tomba d’un grande Kage ritrovata dopo centinaia d’anni sotto terra. E’ chiaro l’intento unico verso il quale – almeno il demone – protenderà per la nottata, a patto che non venga fermato da Dokuhiro, s’intende. Qualunque segno sul suo corpo verrà toccato, sfiorato, accarezzato, baciato. Non gl’importa. Non gl’importa un cazzo di qualunque segno distintivo abbia addosso e quanto vorrebbe prenderla a testate per non averglielo detto prima. E’ abbastanza coscienzioso, però, dal farglielo capire coi fatti quanto possa piacerle ancora – per tutta la notte, se necessario. [ Eventualmente Exit – Per ovvie ragioni. ]

22:43 Dokuhiro:
 rotola un pochino sul posto quando l'altro comincia a darle delle attenzioni stupendola e facendola miagolare come fa sempre quando non sa esattamente come rispondere ma in realtà vorrebbe parlare per ore e ore per poi mordergli l'orecchio piu vicino di rasetzu anche se non è vero in questo caso <cinque anni> spiega l'altro prima di lasciarsi andare in un leggero sospiro al primo bacio, e il volto tremante di paura di non piacergli, quando Rasetzu dice l'esatto opposto, mostra un sincero sorriso di gioia <da-davvero?> domanda con un sorriso e pure un balbettio che ne tradisce l'emozione <sai...che non potrai andartene per i prossimi giorni, vero?> domanda all'altro con un sorriso e una singola lacrima di gioia che le solca il volto fino a scendere dall'altra parte verso le orecchie perche è distesa e dannazzione se si prendera ogni, singola, attenzione che il demone le vorra dare come se fosse una manna, un miele degli dei e l'ambrosia proibita di ogni cosa del creato. ovviamente non avrà alcun problema a ripondere anche questo alle attenzioni del maschio non limitandosi a qualche tirata di ciocche quando potrà usare le mani, se qualcuno vuole capire quel che capisca. in compenso quando avranno finito per la prima volta la donna non salterà giu a vestirsi ma si lascerà cullare per un po prima di sollevarsi sinuosamente e scivolare via a farsi una doccia, non mancando di invitare anche rasetzu all'atto di pulizia che diventerà ovviamente ben altro puntualmente, e gli farà pure da mangiare per una volta //exit!

La nuova casa non è male.

Tuttavia, iniziano subito a punzecchiarsi, ma questa volta il rosso non è da meno.
Le ricorda che non stanno "assieme", che la decisione l'ha presa lei per entrambi e che lui, di rimando, non deve prometterle fedeltà alcuna.

Ma quando Dokuhiro gli mostra quel suo passato disegnato su pelle, qualunque altro discorso decade.
V'è paura nella ragazza, la quale dà per scontato che Rasetsu andrà via non appena glielo mostrerà.

Strano ma vero, il demone ne cura ogni stramaledetta ferita emotiva.