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Consegna di un ritratto

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con Shizuka, Shuuya

19:36 Shizuka:
  [Esterno del negozio di tatuaggi] Ormai il turno al negozio è terminato, la rossa sta chiudendo i battenti del negozio di tatuaggi che c'è in centro al distretto di Kusa. Oggi indossa quel maglioncino bianco a collo alto con le maniche lunghe, che si ferma tuttavia appena sotto il seno, lasciando scoperto il ventre e la parte bassa della schiena così da lasciare in evidenza entrambi i tatuaggi che ha sul corpo. Le gambe sono infilate in un paio di jeans neri, ai piedi scarpe da ginnastica comode e bianche dalla struttura alta che arriva sopra la caviglia. Sopra al tutto indossa una giacca nera, aderente e abbastanza scollata, chiusa da dei bottoncini dorati sul busto; in questo modo risulta completamente visibile quella collana dorata che indossa, quella con il pendente a forma di farfalla con le ali internamente colorate da brillanti blu. Gli occhi blu sono leggermente truccati, eyeliner sopra l'occhio a formare una sottile coda finale, mascara per allungare le ciglia, i rossi capelli sono sciolti liberi di incorniciarle il volto. Sulla schiena indossa quello zainetto che si porta sempre dietro, contenente chiavi di casa di uno dei due appartamenti, cellulare, cuffie enormi e blu, portafogli, blocco da disegno e astuccio con le matite necessarie per creare eventualmente qualcosa sul momento. Al momento sta dando le spalle alla piazza centrale del villaggio mentre si occupa di chiudere la porta principale del negozio di tatuaggi. Si volterebbe solo dopo aver ultimato quell'operazione, arti che svettano verso l'alto mentre si stiracchia, zainetto portato frontalmente per riporre le chiavi al suo interno mentre le mani andrebbero a ricercare quelle cuffie sproporzionate.

19:47 Shuuya:
  [Vie > Esterno Negozio Tatuaggi] Le vie del Centro del settore kusano sono relativamente affollate, come si confà a un orario di fine lavoro. Buona parte delle persone sta infatti rincasando dopo una lunga giornata di lavoro, andandosi a riversare dai vari locali ed edifici lungo verso le strade che collegano alla piazza principale che diventerebbe teatro dello smistamento di alcuni di loro nel loro ritorno verso casa. Una serata come molte, quindi, che segna il giungere al termine della giornata lavorativa. Anche se per alcuni essa sembra protrarsi ancora un po'. È il caso dell'archivista, che, in veste del suo ruolo di shinobi, si ritrova nell'area per via di una delle sue ronde quotidiane. Il solito vestiario tradizionale ad adornarlo: sopra uno hanjuban bianco a fare da intimo, appena visibile all'altezza della scollatura dell'abito, trova posto il gi blu scuro decorato con un simbolo a forma di rombo bianco, diviso a sua volta in quattro rombi più piccoli, che trova posto all'altezza del cuore e sulle maniche in corrispondenza delle spalle; la parte inferiore del corpo è invece ricoperta dallo hakama nero, assicurato tramite dei lacci marroni alla vita, a sua volta cinta da un obi nero sottostante il pantalone gonna, quindi praticamente invisibile se non attraverso i piccoli spacchi laterali; ai piedi, infine dei semplici sandali zori. Per quanto forse fuori tempo, risulta quindi essenzialmente sobrio, eccezion fatta per un semplice bracciale al polso destro composto da piccole sfere di legno, simile a un rosario. Essendo tecnicamente in servizio, è equipaggiato di tutto punto. Mentre dietro la schiena, fissato allo hakama, trova posto la tasca porta oggetti contenente uno shuriken, al fianco sinistro trova posto la sua arma principale: una katana, infilata sotto hakama e obi in classico stile samurai, quindi con il filo rivolto verso l'alto <...> Lo spadaccino quattrocchi avanzerebbe con passo cadenzato, in religioso silenzio, mentre lo sguardo scandaglia la zona con cura, ma senza tensione. L'atmosfera che si respira in quel momento, infatti, non gli da alcun motivo di stare all'erta, e il suo itinerario finora non prevedeva spostamenti particolari su tetti o simili, quindi non ha ritenuto necessario mettere in circolo il proprio chakra. Sembra più una passeggiata che altro, anche perché si trova nel suo tratto finale. Le iridi castane trafiggono le lenti degli occhiali con uno sguardo serio, che in realtà fa parte della sua espressione normale, accentuata dalla spigolosità del volto. Le braccia penzolano lungo i fianchi, però, indicando effettivamente uno stato di relativo relax. Nello scandagliare l'area, lo sguardo si andrebbe poi a posare su Shizuka, intenta a chiudere lo studio. Inizialmente non ci da troppo peso, catalogandola semplicemente come una delle tante persone in procinto di rincasare, ma il colore dei capelli e quello zaino lo invitano a indugiare un po' di più lo sguardo. Tempo poi che la ragazza si gira, rendendo visibile il volto al Genin, e la riconoscerebbe <La disegnatrice...> Sibila fra sé e sé, ricordandosi anche della promessa fatta qualche tempo prima. Devierebbe quindi leggermente il proprio moto, in modo da raggiungerla <Buonasera, Shizuka-san> La saluterebbe, mostrandole un leggero sorriso e fermandosi a 2 metri da lei <Quindi sarebbe questo lo studio dove lavori?> Domanderebbe poi, posando lo sguardo sul locale ormai chiuso [Katana] [Tasca Portaoggetti: 1 Shuriken]

20:01 Shizuka:
  [Esterno del negozio di tatuaggi] Finalmente era riuscita a trovare in quel caos le cuffie gigantesche quando una voce le arriva all'orecchio, cordiale, pronunciando il suo nome. Gli occhi blu si alzerebbero in direzione dello spadaccino; su quel visino andrebbe istantaneamente a comparire un sorriso, la risposta pronta e diretta: << Buonasera Signor Kanzaki! >> Si ricorda il suo nome certo, così come la sua faccia e il suo modo di vestire tradizionale, in totale contrapposizione con la rossa. Difficile dimenticare il nome di qualcuno che è riuscito a destare una così vivida impressione nella mente della rossa, semplicemente stando fermo. La domanda che sopraggiunge è di circostanza probabilmente ma le fa piacere sapere che si ricorda del lavoro che fa nel proprio tempo libero dall'ospedale: << Esatto! Questo pomeriggio avevo qualche ora libera e sono riuscita anche a fare un paio di tatuaggi a qualcuno. >> Gli sorride cordialmente, mentre la testolina va a ricordare quel disegno che si era messa a fare nel tempo libero e che aveva finito di colorare giusto la settimana precedente. Ormai quelle manine erano intente a produrre altro per sfogare il proprio estro. << Cosa ci fa da queste parti? Non pensavo fosse interessato a tatuarsi! >> Si sente un tono ironico nella voce, infatti lo spadaccino aveva già accennato al fatto che quei luoghi non fossero esattamente molto visitati dall'occhialuto. Gli lascerebbe il tempo di rispondere prima di incalzarlo nuovamente con una nuova domanda, questa di carattere pratico: << Ha già cenato? Perchè in caso se non ha impegni potremmo mangiare insieme e posso farle vedere il disegno che ho fatto ispirandomi alla sua foto! >> Perchè no? in fondo è molto meglio mostrare la sua opera su un tavolo piuttosto che srotolargliela innanzi, d'accordo che il tempo è bello ma non vorebbe che un eventuale cambiamento del meteo determinasse la disfatta del disegno a matite.

20:23 Shuuya:
  [Esterno Negozio Tatuaggi] Ascolterebbe la risposta della rossa, che si presenta solare come poche. Piuttosto diverso nel modo di fare rispetto a lui, che è molto più posato e serio, qualcuno potrebbe dire rigido (comprensibilmente). Ma nonostante la diversità di carattere, trova la solarità della Kokketsu piacevole, gli comunica un senso di giovanile speranza nel futuro che ormai percepisce piuttosto raramente. Un sollievo per lo spirito. Si volterebbe verso la ragazza, quindi, riportando l'attenzione su di lei <Capisco. Dev'essere difficile, comunque. Lavori direttamente sulla pelle di qualcuno, e non è che si possa cancellare se si fa un errore. Non ne capisco di tatuaggi, ma almeno a quello ci arrivo> Affermerebbe, sincero nel tono, seppur sia palese la carica di ignoranza nel settore che comunque lui stesso ammette. Una composta risatina sommessa all'affermazione ironica della ragazza <Oh no, non sono tipo da tatuaggi. Ero solo di passaggio per la mia ronda di oggi> Direbbe, agitando leggermente la destra di fronte a sé come ad accentuare di voler scacciare quel dubbio dalla testa di Shizuka, la quale poi gli fa una proposta <Uhm...> Mugugnerebbe appena, incrociando le braccia al petto e abbassando appena il capo, a fare alcuni calcoli. Qualche secondo e tornerebbe sulla sua interlocutrice <Non vedo perché no. Dovrei aver finito la mia ronda con questa zona, quindi sono libero. E sarei ben lieto di vedere cosa hai creato> Fornirebbe quindi il suo assenso, inarcando appena l'angolo destro della bocca in un accenno di sorriso che, per quanto ridotto, si mostra genuino <Mi affido alla tua guida, allora. Non ho preferenze specifiche sul posto> Le braccia si scioglierebbero, quindi, ritornando in posizione di relax lungo i fianchi. Resterebbe quindi in attesa di istruzioni della giovane, pronto a seguirla in direzione del locale di sua preferenza

20:55 Shizuka:
  [Esterno del negozio di tatuaggi -> Ristorante Tradizionale (?)] In effetti visti dall'esterno sembra proprio un'accoppiata strana: lui alto e austero, lei piccolina e sorridente. Però non sembra infastidito da tutta quella vitalità che la rossa gli scarica addosso anzi a suo modo cerca di conversare: << Bisogna restare concentrati per lo più. La precisione è necessaria ma aiutata in parte dai disegni preliminari. Ma dubito che andare nel dettaglio le sarebbe utile! >> Gli farebbe un occhiolino, si è fatta un'idea di lui come quel tipo che cerca sempre di sapere un po' tutto, anche se vagamente, cosa che renderebbe giustizia al fatto di essere un archivista. I cricetini si bloccano un attimo, ripensa a quanto appena emerso, lui potrebbe avere conoscenze ben più ampie di lei su svariati argomenti dato il lavoro che ha! Però di nuovo viene distratta dalle parole altrui e in particolare da quella risatina che gli sfugge; sembra essere a suo agio in presenza della Kokketsu, tanto da alzare una mano e negare con fervore l'evidenza! Una risata sfugge anche a lei a notare quel gesto, che seppur composto, lo rende molto più infantile di quanto l'aspetto non lasci intravedere: << Fa delle ronde? Per quale ragione? Di sua iniziativa? >> L'ultima persona che eseguiva ronde a casaccio al villaggio era quel parente perito in missione, Kamichi. La proposta viene comunque avanzata, lasciandogli il tempo di riflettervi e dare una risposta più che soddisfacente. Quando lui si affida a lei lo zainetto verrebbe chiuso e poggiato sulle spalle, prima di scostarsi da quell'ingresso e incamminarsi verso il centro Kusano: << Guardandola un poco andrei su qualcosa di abbastanza tradizionale. Sempre se la sua dieta segue i suoi abiti! >> I passi verrebbero condotti in maniera sicura fra la folla, cercando di non discostarsi mai troppo da lui così da non perdersi di vista. Non andrebbe comunque mai a ricercare un contatto diretto, in fondo come a lei non piace che si valichi lo spazio interpesonale, è solita rispettare questa cortesia anche per gli altri. Non dovrebbero metterci molto a raggiungere un ristorante di cucina tipicamente tradizionale: << Penso che qui possa andare! Hanno dei takoyaki molto buoni tra l'altro! >> Svelato quel dettaglio, quella fissazione per il cibo nominato. Un cameriere dovrebbe approcciarli, con la Kokketsu che segnalerebbe ad egli che sono in due, per poi venire accompagnati al tavolo. Una volta seduti per prima cosa la rossa lo inviterebbe a prendere il menù: << Grazie della compagnia signor Kanzaki! Ho un pochino rivisitato l'immagine che le avevo scattato, con delle informazioni che mi ha dato lei quando ci siamo incontrati. >> Gli sorride, ovviamente sta parlando del disegno, << Però ordini pure prima! Poi le faccio vedere cosa ho creato e mi saprà dire se le piace! >> Il sorriso onnipresente mentre si rivolge a lui in maniera cordiale e composta. Se lui avesse preso il menù avrebbe poi fatto lo stesso, andando alla ricerca di qualcosa da mangiare.

21:48 Shuuya:
  [Esterno Negozio Tatuaggi > Ristorante Tradizionale] Annuirebbe lento nell'ascoltare la spiegazione di lei <Già, temo non riuscirei a seguirti, essendo ignorante in materia> Non lo cela, non ne ha alcun motivo <Ho letto giusto qualcosa da qualche parte, ma solamente di sfuggita> Ammetterebbe ancora <Di sicuro non ho conoscenze tali da poter capire del tutto le varie sfumature e particolarità del tuo settore, quindi finirei per non essere un buon interlocutore sotto quell'aspetto. Ma avrei comunque interesse, su questo non ci piove> Ed è vero, dopotutto. Conoscenza è potere, dopotutto. Ed essendo lui un fervido lettore, l'interesse per il nuovo è una caratteristica che ormai fa parte del suo essere. Resterebbe un secondo alla domanda di lei sulle ronde <In un certo senso, sì. Dopotutto c'è ancora un assassino in circolazione. Inoltre, mi aiuta a prendere maggiormente possesso del mio ruolo e... mi aiuta a pensare> Una sorta di meditazione camminata da spadaccino. In effetti, quando lo dice, la mano sinistra si andrebbe a posare pigramente sull'elsa della katana, inclinandola appena con il peso del braccio. Lo sguardo anche si abbassa verso di essa. Nel sentire la ragazza fare la sua proposta lo sguardo si alzerebbe di nuovo verso di lei, ascoltandola e valutando <Se per te va bene, mi sembra una buona idea> Direbbe con un pacato sorriso prima di seguirla con passo deciso, ma non affettato, destreggiandosi tra la folla insieme alla Kokkestu, anche lui senza andare comunque a invadere lo spazio personale di lei, standole a circa 1 metro e mezzo di distanza. Arriverebbero quindi nei pressi di un locale tradizionale, presso cui i loro passi si fermerebbero <Dei takoyaki, eh?> Sibilerebbe, mentre lo sguardo studierebbe il posto attraverso gli occhiali, sistemati poi meglio sul naso dalla mano destra <D'accordo!> Convinto della scelta, quel posto gli ispira <Scusami solo un istante>Sta per entrare in un locale in veste di civile, quindi si appresterebbe a disarmarsi, almeno della katana. Andrebbe quindi a sciogliere il sageo che assicurava il fodero alla hakama, per poi sfilare la spada con la sinistra e andare a legare il sageo stesso intorno alla tsuba, in modo da fissarla per bene ed evitare che si apra per sbaglio. Mano destra che, quindi, si infilerebbe nel risvolto interno del gi a prelevare un sacco in tela scura arrotolato, che una volta aperto si paleserebbe essere lungo poco più della katana. Infatti, l'arma verrebbe riposta in tale sacco, che verrebbe richiuso in maniera non troppo diversa dalla spada, con un laccio a legarsi all'altezza del manico. Mostrerebbe l'arma così assicurata e resa inoffensiva al personale, che gli darebbe così il permesso di entrare. Andrebbe dietro alla ragazza, quindi, facendosi guidare dal cameriere al tavolo. Prenderebbe posto, quindi, mantenendo anche lì una certa formalità, nella postura e nelle movenze. Semplicemente, è fatto così. Andrebbe a posare quindi il telo con la spada fra le gambe, assicurandosi di averla sempre sott'occhio <Grazie a te, Shizuka-san! È un piacere, sono molto curioso di vedere cosa hai fatto> Sereno il tono. Una serenità che non è solito manifestare, ma in quel momento non può fare a meno di rilassarsi di fronte alla positività della ragazza. Andrebbe a prendere il menu, sondando le varie scelte <Dunque... credo che mi fiderò del tuo consiglio e prenderò una porzione di takoyaki, con del tè. E una zuppa di miso> Direbbe alla sua volta, e anche al cameriere in caso sia lì presente <Tu invece?> Tace, quindi, aspettando che anche lei faccia la sua ordinazione

22:13 Shizuka:
  [Ristorante Tradizionale] E dire che come primo incontro lo aveva disturbato per fargli una foto! Pare che il ragazzo con gli occhiali sia un tipo che nelle giuste condizioni parla parecchio, e che è curioso di quel che non sa. In fondo questo lo aveva intuito già da se, e lo aveva anche applicato a quel disegno. Come Shiroyuki le aveva suggerito, forse quegli occhi blu erano davvero in grado di cogliere si gli aspetti più naturali dell'essere, ma anche quei dettagli oscuri, nascosti nell'intimo di ogni persona. A quanto pare lui ha deciso in maniera autonoma di sorvegliare la zona, dato in effetti che l'assassino non era effettivamente stato catturato. La testolina rossa viene scostata da quel pensiero, considerato che ella vi aveva avuto a che fare e che lo aveva pure sollecitato ad andarsene. La testolina durante quella camminata verrebbe piegata di lato, il dubbio a dipingersi su quel visino: << Ruolo? Comunque se ti piace sorvegliare e proteggere potresi anche valutare una candidatura nelle schiere degli Anbu no? >> Un dito verrebbe mosso accanto al viso fanciullesco, come a sottolineare quella proposta qualora lui non vi avesse mai rivolto il pensiero. Tuttavia il discorso verte velocemente sul cibo, il ristorante viene approvato, cosa della quale era quasi certa dopo una notevole osservazione del compagno di serata. E' un tipo veramente molto serio, posato, educato e rispettoso degli altri, decisamente qualcuno sul quale uno farebbe affidamento. Una volta rinfoderta l'arma verrebbero fatti accomodare al tavolo dove ancora una volta l'esuberanza Kokketsu la farebbe da padrona. Lui si convince a ordinare i takoyaki, così da renderla felice oltremodo, fiera di aver iniziato un'altra persona al culto di quella pietanza: << Direi che prendo una porzione doppia di Takoyaki, un onigiri e del tè anche per me grazie! >> Con un sorriso cordialissimo si rivolgerebbe al cameriere che dovrebbe scomparire con un piccolo inchino lasciandoli nuovamente da soli, cosa che non desta il minimo imbarazzo nella rossa, che come solito è in modalità lavoro. << Scusi un attimo Signor Kanzaki! >> Si volgerebbe in direzione dello zainetto che poco prima di sedersi era stato pazientemente poggiato sul retro della sedia, così come la giacca nera, lasciando intravedere quel ventre piatto e il tatuaggio di quelle ali di farfalla, colorate di blu internamente e oro esternamente, visibile sulla schiena femminile. Andrebbe a recuperare quel blocco da disegno che è solita portare con se, andando a sfogliarlo trovando l'opera incriminata. Esso verrebbe disposto sul tavolo, le dimensioni sono quelle di un foglio A3: su di esso Shuuya potrebbe facilmente riconoscere la sua figura accanto al laghetto nel bosco centrale, poggiato sulla balaustra, lo sguardo perso nel vuoto, su quei riflessi che la luna concede all'acqua che lentamente dovrebbe muoversi. Alle sue spalle i neri ciliegi baciati anch'essi dalla luce lunare in parte. La figura dello spadaccino è a colori, così come la zona frontale del disegno, quella strada che sembra quasi curvare verso l'alto, il lago, la luna. Sono invece in nero i ciliegi sullo sfondo così come una figura seduta accanto a lui. Con i medesimi abiti che indossa in quell'esatto momento oltre alla sua rappresentazione a colori, il ragazzo potrebbe scorgere un se stesso seduto a terra, intento nella lettura di un libro, con accanto a se una pila di altri libroni pronti per essere sfogliati. Come detto questo secondo specchio della figura dell'occhialuto sarebbe però tutta rappresentata in bianco e nero, come a voler essere l'ombra di quel tipo che sta serenamente guardando e godendosi la pace dello specchio d'acqua che ha innanzi. Se lui si fosse fermato ad osservare i visi di entrambi i se stesso rappresentati avrebbe facilmente notato che quello colorato sembrerebbe più disteso, quasi con l'accenno di un sorriso su quel viso che pare comunque austero, mentre l'altro in bianco e nero è sicuramente molto più serioso e concentrato in quella lettura che pare assorbire tutta la di lui attenzione. Nessuna delle due figure porta una spada, quel dettaglio non era stato colto durante il loro primo incontro. La rossa non chiederebbe nemmeno, lascerebbe a lui tutto il tempo possibile per osservare quel disegno, speranzosa ovviamente di un suo commento positivo.

22:45 Shuuya:
  [Ristorante Tradizionale] <Gli ANBU, eh?> Domanderebbe retorico al suggerimento della ragazza <Non saprei, non credo di essere molto interessato a quel genere di incarico. Immagino richieda un certo grado di patriottismo, che non sono sicuro di avere> Non che abbia intenzione di tradire o chissà cosa, questo lo si evincerebbe facilmente <Non fanno esattamente per me> Concluderebbe con quell'affermazione, volutamente priva della pesantezza di chissà quali grandi ideali a favore o contro la Forza Tattica Militare. Una volta dentro, si lascerebbe travolgere nuovamente dall'esuberanza della Kokketsu, che procederebbe con il suo ordine. Simile a quello del quattrocchi, ma particolarmente ricco di una determinata componente <Deduco che ti piacciano molto i takoyaki> Direbbe mentre i gomiti andrebbero a posarsi sul tavolo, così da puntellarsi ad esso e lasciare che le mani vadano ad unirsi al centro, la destra ad avvolgere il pugno leggermente aperto della sinistra, in una posizione da conversazione in tutto relax. Ecco quindi che Shizuka si appresta quindi ad armeggiare nello zaino. Essendo priva della giacca, noterebbe anche i tatuaggi sulla schiena a forma di ali di farfalla. Uno sguardo fugace, ma non furtivo, attratto in maniera naturale e inconsapevole da quei disegni tutto sommato curiosi, considerando che sono tatuaggi colorati, di cui ne ha visti pochi in giro. Poi, ecco che l'opera verrebbe esposta agli occhi del soggetto della stessa. Il busto dell'archivista si sporge appena poco in avanti, per avvicinare il capo sul foglio e permettergli una visione più chiara e completa <Caspita> Si lascia sfuggire, ancor prima di analizzare il disegno nel dettaglio, colpito dal tratto e da come è stato reso. Resterebbe in silenzio per un po', permettendo agli occhi di assaporare quell'insieme di linee e colori che compongono il suo ritratto. Non potrebbe non notare che lì è presente un altro sé stesso, seduto con dei libri, in bianco e nero. L'espressione che ha sul volto in questo momento è un'espressione sempre composta, ma inquinata da una traccia di meraviglia, e forse anche un pizzico di imbarazzo. Assorto, i lineamenti sono rilassati e le labbra leggermente aperte a mostrare appena i denti, come chi è troppo concentrato e ammaliato da ciò che sta vedendo per ricordarsi di chiuderle completamente <Sono... sbalordito> Direbbe dopo essersi risvegliato da quella contemplazione. Sguardo che torna sulla ragazza, ora <È davvero stupendo. Non mi aspettavo, poi, di vedere due me. Ero convinto avresti fatto un semplice ritratto, ma vedo che c'è anche dell'introspezione> Continuerebbe a commentare <Devo dire che mi fa un certo effetto vedere me stesso in un disegno come questo. Non sono abituato a queste cose, e...> Lascia sospesa la frase, forse nemmeno lui ha ben chiaro cosa dire. L'unica cosa ch gli verrebbe da dire è un semplice e sentito <Grazie. Davvero> Direbbe infine, rimettendosi più comodo sulla sedia, lasciandosi posare in modo più confortevole sullo schienale <Da quanto tempo disegni? Se posso chiederlo> Domanderebbe poi. Il cameriere arriverebbe, quindi, con le ordinazioni dei due, porgendo sul tavolo rispettivamente i piatti richiesti. Un cenno rispettoso del capo a questi, prima di prendere la tazza di tè con entrambe le mani e portarla alla bocca, per prendere un piccolo sorso

23:06 Shizuka:
  [Ristorante Tradizionale] Quella proposta poliziesca viene scartata immediatamente, lasciandole vagamente intuire qualche particolare in più di quello che all'apparenza sembra un serioso uomo con gli occhiali. Non commenterebbe però oltre su quel discorso, proposto come battuta e accantonato rapidamente. Si siedono e ordinano, mettendo in mostra tutto l'amore per quel piatto fritto con il polpo dentro, le guance arrossiscono appena come se lui l'avesse colta in flagrante su un reato: << Sono il mio piatto preferito! Ne mangerei a quintali! >> Ammette semplicemente, ormai scoperto in quel segreto che non ha nemmeno provato a nascondere o celare. Poi appena vengono nuovamente lasciati soli è il disegno a farla da padrone. Leggermente più grande di un foglio normale gli verrebbe presentato lasciandolo decisamente stupito. Le espressioni del volto di lui ripagano completamente la rossa, che si gode quello spettacolo come ringraziamento. Sembra sinceramente colpito, ci mette parecchio prima di poter articolare una frase in maniera corretta, decretando quanto sia rimasto impressionato da ciò che vede. Quando però la lucidità tornerebbe sullo spadaccino e tornerebbe a fissarla quel complimento così diretto farebbe tornare il rossore sulle guance della Kokketsu che non è mai stata brava a gestire gli apprezzamenti diretti, da parte di nessuno. << Non sono troppo brava nei ritratti...ci metto sempre qualcosa di più. >> Boffonchia un poco, consapevole del fatto che non sia in grado di celare completamene quella vena fantasiosa che ha sempre caratterizzato le sue opere. Forse grazie a Shiroyuki ha cominciato ad apprezzare comunque quel lato di se, che avrebbe volentieri mostrato a Ryoma. Lui continua, spiegando di trovarsi abbastanza stranito nel vedersi rappresentato, però sembra quasi faticare a spiegarsi, deve essere invaso da sentimenti contrastanti al momento. Poi arriva quella frase molto semplice, che detta nel momento opportuno sa essere estremamente efficace. Dopo quel ringraziamento un ampio sorriso si stamperebbe nuovamente sul viso della ragazza, che non sarebbe comunque riuscita a nascondere quel rossore sulle gote. Le manine andrebbero a separare quel foglio dal resto del bloccco, mentre quella nuova domanda la raggiunge: << Credo da sempre? Mamma dice che pasticciavo sui muri di continuo. Però mi sono sempre dedicata a prodotti completamente fantastici. I ritratti ho iniziato ad approcciarli da quasi sei mesi ormai, sotto consiglio di un amico. >> Non sta a specificare che in realtà era più emulazione dell'amico in questione, scomparso non si sa dove. La prenotazione giunge mentre lei si preoccupa di arrotolare il disegno e andare a bloccarlo in quella posizione con dei piccoli elastici recuperati all'interno dell'astuccio che si trova nella borsa. Tuttavia riporrebbe blocco, disegno e astuccio per dedicarsi al cibo e alle bevande. Lui approccia il tè come prima cosa, mentre lei senza dubbio finisce con il recuperare solo con la propria manina una di quelle palline di polipo note ai più come Takoyaki. Ovviamente scotta e deve essere abbandonata subito nel piatto mentre senza pensarci andrebbe a leccare la salsa teriyaki che si è posata sulle dita della rossa, lo sguardo molto indispettito per dover attendere che il cibo si freddi un poco. << Sono contenta che le sia piaciuto il disegno! Può tranquillamente tenerlo ovviamente! Per me è tutto allenamento! >> Si interrompe, puntando infine all'Onigiri e iniziando a mordicchiarlo soddisfatta, rubando la punta di riso. << Ho scelto di diventare una tatuatrice per imprimere sul corpo della gente quello che ritengono sia importante per loro. Sono stata fortunata ad essere anche brava nel realizzare quello che si nasconde nei pensieri altrui. >> Già quella specie di dono che riesce a mettere in pratica nei suoi disegni, vedere oltre l'apparenza, perchè "tutti insegnano e tutti apprendono".

23:34 Shuuya:
  [Ristorante Tradizionale] Noterebbe come la ragazza arrossisca a proposito della propria preferenza per i takoyaki, facendogli intuire quindi di aver fatto centro. Una leggera risata sommessa a bocca chiusa mentre sente le sue parole e osserva la sua reazione, di una spontaneità che va in diretto contrasto con lo stile dell'archivista, ma che provoca in lui una sensazione di sollievo, come se quella leggerezza fosse un sospiro di aria nuova in contrasto alla pesantezza del mondo. Dopo aver espletato poi i suoi complimenti e ringraziamenti per il disegno, osserverebbe ancora come la ragazza reagisca con un imbarazzo piuttosto classico per un'artista dotata, ma orse ancora in erba, o comunque non abituata ai complimenti <Già, lo noto> Direbbe lui, in riferimento a quel 'qualcosa in più' che lei dice di mettere nei disegni. E il tono non avrebbe il minimo cenno di critica, anzi <Per quanto possano valere le parole di un profano, secondo me sei brava> Aggiungerebbe sincero, a donare un po' di sana autostima, sempre utile per chi si destreggia nelle arti, spesso tanto faticose quanto poco remunerative. Le parole successive della Kokketsu vanno poi a spiegare parte della sua carriera artistica, e lui risponderebbe annuendo semplicemente, interessato <Capisco. Sono due campi molto diversi, quindi posso solo provare a immaginare quanto sia difficile per te questo nuovo approccio> Direbbe ancora, portando la mano al mento con fare pensieroso, come a cercare di raccogliere quel po' di conoscenza che ha dai libri che ha letto. Di arte non ne sa molto, ma può intuire la difficoltà in quello che sta facendo <Immagino sia come se una persona sia da sempre abituata a usare la spada e un certo punto diventi costretta a dover usare un pugnale. Le armi sono simili, ma il modo di usarle è completamente diverso> Azzarda quel paragone, più vicino al suo settore. Al vederla agguantare voracemente la pallina di polipo bollente, lascerebbe un'espressione divertita e sorpresa dipingergli il volto, seppur sempre nel limite della sua proverbiale compostezza <Ti piacciono tanto da non usare gli spiedini?> E nel dire ciò andrebbe con la mano e prendere un piccolo spiedino, presente almeno nel suo piatto, con cui andrebbe a infilzare un takoyaki. Vittima che verrebbe quindi avvicinata alla bocca, da cui soffierebbe appena per raffreddarla, prima di inserirla in bocca. Sarebbe ancora molto calda, quindi dopo il primo morso aprirebbe appena la bocca, soffiando ancora un po' per far uscire il calore sotto forma di vapore. Naturalmente è bollente, ma per certi versi lui ci è abituato. Shizuka tornerebbe poi al discorso, invitando l'archivista a tenere il disegno <Con molto piacere. Ti ringrazio> Annuirebbe lui, con un sorriso. Quando lei riprenderebbe a parlare sul proprio percorso di tatuatrice, il quattrocchi andrebbe a prendere la ciotola con la zuppa di miso, andando a prendere un sorso abbondante da essa, gustandone il sapore. Ciotola che verrebbe posata di nuovo sul tavolo, in seguito <Non è cosa da poco. Spero che riuscirai ad avere successo in quello che fai> Breve pausa, mentre prenderebbe ora il tè <E nel frattempo riesci a far sposare tutto con il tuo lavoro all'ospedale? Mi era parso di capire che lavorassi anche lì. Anzi, forse era quello il tuo mestiere principale> Tazza portata poi alla bocca, a prendere un sorso di tè, in attesa di lei

23:58 Shizuka:
  [Ristorante Tradizionale] Lui continua con quei complimenti, anche se non vuole mettersi sul piedistallo del professore ma solo di qualcuno che riesce a cogliere della bellezza in qualcosa che al momento è solo all'inizio. << Grazie >> Andrebbe a boffonchiare solo questo, divenendo sempre più rossa e cercando di portare l'argomento in un'altra direzione, sviando sul tecnico in modo da approcciare un campo che la renda meno titubante. Tuttavia quel passaggio probabilmente mette lo spadaccino in difficoltà, costringendolo a spremersi le meningi per interpretare quelle parole. Nel frattempo l'Onigiri è terminato, e parte del tè viene saggiato. Quello che l'altro estrapola, sembra un paragone particolare, che fa fatica ad apprezzare intendendosi poco di armi ma come lui ha cercato di andarle incontro per quell'arte lei deve almeno provare a comprendere quella similitudine. I cricetini si muovono in maniera rapida andando ad estrapolare qualcosa probabilmente di molto più profondo che non solo un banale utilizzo: << Credo sia più il fatto che ognuno è più portato per qualcosa in maniera naturale. Se sai usare la spada molto bene, sicuramente ferirai anche con un pugnale, ma non tanto quanto faresti con la tua arma principale no? La tecnica, il peso, il contesto sono troppo distanti. In un ritratto semplice non riesco a trovare spessore, anche perchè le persone non hanno mai una faccia sola. >> Concluso quel pensiero fin troppo filosofico andrebbe a controllare se anche a lei fossero stati protati gli spiedini, e con un poco di vergogna andrebbe a utilizzare quelli per infilzare e mangiare i Takoyaki, ormai raffreddatisi abbastanza da gustarseli appieno. A quella domanda retorica risponderebbe solamente con un faccino imbronciato e delle guanciotte decisamente gonfie, per poi infilarci un altra pallina, quasi a mo di criceto. Lui accetta quel regalo, cosa che le fa decisamente piacere e che finalmente riuscirebbe a farle ritornare il sorriso sul viso. Poi giunge quell'augurio, così spontaneo e cortese da essere accolto con due occhioni quasi commossi: << La ringrazio infinitamente Signor Kanzaki! >> Un piccolo inchino del capo verrbbe rivolto verso di lui, per poi rialzare la testolina, bere ancora un sorso di tè e riattaccare i Takoyaki. << Beh disegno molto nel tempo libero fra l'ospedale e lo studio. Anche se disegno anche molto mentre sono in studio, proprio per lavoro. >> Si interrompe continuando a mangiare quelle palline tra un discorso e l'altro, << Diciamo che in realtà la mia priorità è quella di diventare una specializzanda in medicina principalmente. Mi piace parecchio aiutare gli altri... >> Si perchè effettivamente i sorrisi o i ringraziamenti che riceve dopo aver rimesso in sesto qualcuno la rendono orgogliosa di se stessa in maniera totale. Tra una battuta e l'altra lentamente entrambi probabilmente giungerebbero alla fine del pasto, con una Kokketsu che andrebbe a porgere una mano sulla pancia come a saggiarne la pienezza. << Sono davvero contenta che il disegno le sia piaciuto Signor Kanzaki! E la ringrazio ancora infinitamente per la compagnia. >> Si è decisamente fatto tardi il visino si guarda attorno notando che i commensali ai tavoli si sono particolarmente ridotti. << Credo di dover rincasare, però se vuole possiamo fare un pezzo di strada insieme! Così mi racconta questa sua passione per le armi magari! >> Si perchè l'ha notato che l'unico paragone fatto dal ragazzo è proprio relativo a quell'argomento, in fondo è sempre lei a parlare parecchio, chissà che a questo giro sia proprio lui a scucirsi un pochino. Qualora lui avesse accettato di accompagnarla per un pezzo di strada la ragazzina si sarebbe alzata, rivestita e avrebbe recuperato prima il disegno e poi lo zainetto, allungando proprio il foglio al suo nuovo proprietario. In ogni caso si sarebbe poi allontanata in direzione della cassa dapprima, per poi sparire alla volta della zona dei Clan di Kusa, per raggiungere casa propria. [//END]

00:21 Shuuya:
  [Ristorante Tradizionale] Il paragone sembra aver dato una nuova chiave di lettura al discorso sulla propensione artistica e, per quanto la ragazza possa far fatica a esprimersi in quei nuovi termini, ciò che dice usando la stessa lingua dell'archivista lo aiuterebbe a comprendere meglio <Certo, capisco> Rispetto alle altre volte, il suo 'capisco' sembra essere più concreto e sicuro. Non si soffermerebbe ulteriormente sul tentativo precedente della ragazza di mangiare il takoyaki con le mani, noterebbe dalla sua espressione che l'ha messa in imbarazzo. Sembra essere proprio una che tende a non nascondere le proprie emozioni. Quasi non si direbbe che sia una kunoichi anche lei. Lo constaterebbe ancora quando lei lo ringrazia, faticando a trattenere la felicità <Chiamami pure Shuuya> Inclinerebbe appena il capo nel concedere quella piccola riduzione di distanza sul piano sociale. D'accordo che avrà forse il doppio della sua età, ma non ritiene possa essere un problema se la ragazza fosse meno formale nei suoi confronti. Nel frattempo, andrebbe ad aggredire i takoyaki, ora un po' più freddi, gustandoseli con più comodità e piacere. Intanto, la Kokketsu procederebbe a parlare di se e ei propri progetti, andando a fare chiarezza nella mente dell'archivista <Vero, nello studio di tatuaggi avrai modo di disegnare sempre, anche per lavoro. È sempre bello unire la passione con il lavoro> Commenterebbe <Il tuo spirito altruista ti fa onore. Ho la sensazione che siano pochi, ultimamente, ad avere uno spirito come il tuo> Breve pausa, mentre ora andrebbe a finire la sua zuppa di miso, svuotandone la ciotola in poco tempo, considerate anche le dimensioni. Qualche sorso di tè e anche lui si ritroverebbe sazio, a pasto completato. Bocca che verrebbe pulita con un fazzoletto, piegato per bene anch'esso sul tavolo <Il piacere è stato mio. E credo ti seguirò, ormai è tardi> Si fermerebbe un secondo, notando anche come buona parte della clientela del locale si sia dileguata, attirata dal tepore del letto di casa propria <Non vedo perché no, con piacere. Credo andremo in direzioni simili, in fondo> Ed ecco quindi che lascerebbe il tavolo, prendendo prima la spada, rimasta posata lì fra le gambe al sicuro, per poi prendere il disegno offertole da Shizuka, ricambiando formalmente con un leggero inchino, per poi seguirla alla cassa e pagare la sua parte. Una volta fuori provvederebbe a togliere la spada dal sacco e riposizionarla al lato sinistro, ripiegando poi il contenitore in tessuto e riponendolo nel risvolto del gi. Farebbe quindi un pezzo di strada insieme, perlomeno prima di arrivare alla zona del clan, ove si separerebbe da lei, diretto quindi verso la residenza Kanzaki, che comunque dista non poco distante da lì [ USCITA ]

Shuuya scorge Shizuka tra la folla mentre è intenta a chiudere lo studio di tatuaggi. La Kokketsu propone al Kanzaki di cenare assieme così che possa mostrargli il ritratto che gli aveva promesso avrebbe realizzato, dopo che al loro primo incontro gli aveva chiesto di scattargli una foto. Fra un una risata e un pasticcio l'archivista sembra trovarsi a suo agio con la tirocinante e si conoscono un poco meglio!

PS: W I TAKOYAKI!