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Che sia una vera alleanza?

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con Saigo, Shizuka

14:52 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] Ormai il meglio che può sperare per il tempo è che ci siano nuvole soffuse che coprono il sole. Almeno oggi non piove! La ragazzina si sta dirigendo verso il luogo dell'appuntamento, un bar al centro di Kagegakure ove si deve incontrare con l'agente Saigo. La formalità della rossa si è scontrata con l'informalità della rosata in quei brevi messaggi però un misto di nervosismo nell'animo della Kokketsu resta. Indossa un paio di jeans chiari strappati in più punti, lasciando intravedere così la candida pelle, anfibi ai piedi alti fino a metà polpaccio, il busto coperto da un maglioncino candido con maniche lunghe e collo alto, che la fascia in maniera molto aderente così da accentuarne le forme fin troppo prosperose. Al collo si nota subito quella collana dorata, con il pendente a farfalla della medesima tinta con le ali interne colorate da brillanti blu. Sulla schiena il fedele zainetto nero contenente il necessario per sopravvivere: due mazzi di chiavi, casa propria e quella di Kan, portafogli, cellulare, blocco da disegno, astuccio contenente il materiale con cui disegna solitamente e infine quel frontalino di Kiri particolare che ha recuperato dal corpo del ragazzo morto quella notte. I capelli sono lasciati sciolti, sulle orecchie porta quelle cuffie blu enormi che passato una musica ritmata, gli occhi truccati con una leggera linea di eyeliner e del mascara. Le leve inferiori dovrebbero armai averla condotta all'ingresso di quel locale segnalato dall'altra come luogo di ritrovo, le iridi blu a guardarsi intorno, per cercare quel membro della Shinsengumi dal quale sta finalmente ricercando aiuto. Avrebbe davvero dovuto lasciare il suo numero a Nobu quella notte... Però lei sta aiutando il Sumi è pur sempre una valida alternativa.

15:07 Saigo:
 Quello è lavoro no? Quindi eccola semplicemente seduta lì, con la sua divisa bella stirata e perfetta. Se ne sta ad un tavolino all’ingresso, siede con la schiena compostamente poggiata allo schienale e le gambe accavallate, il piede destro che penzola coperto da quell’anfibio in vernice bianca, stringhe nere, le arriva fino a poco sopra la caviglia. Un pantalone dal taglio elegante il suo, piega nel mezzo e completamente nero, a vita alta. Le mani hanno scostato appena la giacca così da permettersi di venir infilate all’interno delle tasche dei pantaloni, la giacca poi è quella classica della divisa, nera e con il simbolo verdognolo del suo grado. Sul braccio la solita fascia, nulla di nuovo. Ad identificarla come singolo membro però quel suo modo di indossare l’uniforme, infatti seppur la giacca sia allacciata in vita grazie ad un singolo bottone non si scorgono al di sotto camicie di alcun genere, una semplice bralette nera in pizzo sul seno si scorge appena dalla scollatura e null’altro. Pelle estremamente bianca la sua, quasi come si porcellana. I capelli sono perfettamente raccolti in un’alta coda, non c’è ciuffo che sfugga a quell’elastico, sul viso il trucco pare assente ed i più esperti potranno capire che si tratta solo di un filo di mascara su quelle lunghe ciglia ad incorniciare le sue iridi rosse. Tace e sembra farsi gli affari suoi. Vede entrare la ragazzina, la osserva con attenzione senza cambiare postura, silente l’analizza per poi limitarsi ad estrarre la mano destra dalla tasca ed alzarla sventolandola in aria così che possa catturare la sua attenzione appena entrerà nel suo campo visivo. Tace per il resto limitandosi ad indicarle la sedia davanti a lei in quel tavolino e poi attende. Non sa cosa debba raccontarle l’altra ma sa perfettamente quale sforzo dovrà chiederle.

15:20 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] All'ingresso si guarda intorno, quasi impossibile non riconoscere quella divisa tanto mal sopportata da quanto Yasuhiko ha scelto di dare priorità a quella invece che a lei, quella mano che scatta e si muove in di lei direzione non fa altro che confermare la presenza altrui. I passi vengono mossi in quella direzione mentre appena prima di accomodarsi di frotne a lei china leggermente il capo salutando educatamente: << Buongiorno Agente Manami >> Di nuovo quel lei impersonale, troppo educata per appartenere a questo mondo quasi. Prenderebbe posto d'innanzi all'altra, lo zainetto tolto e posto dietro la sedia; ella sembra aver preso la cosa molto sul serio, in fondo si tratta di qualcosa che ha scelto di riferire a lei in quanto membro della fazione opposta agli Anbu. Un piccolo colpo di tosse viene emesso prima di iniziare quel discorso: << La ringrazio per il tempo che mi ha concesso. Un paio di settimane fa mi sono ritrovata per caso in una situazione particolare nella zona dei quartieri poveri di Kiri e non avendo particolari contatti con gli Anbu, Kan mi ha suggerito di rivolgermi a lei. >> Si interrompe, mano portata sotto il mento come a riflettere per decidere come affrontare al meglio l'argomento: << Vorrei che queste informazioni restassero comunque abbastanza confidenziali al momento perchè non so bene quanto tutto ciò sia noto all'infuori del distretto Kiriano. >> Gli occhi blu andrebbero a cercare i rossi, in attesa di un assenso per quanto riguarda quella parte che qualora giungesse le consentirebbe di continuare con quello che le interessa. << Ho avuto modo di sentire una conversazione particolare fatta da degli Anbu riguardo a una creatura malefica. L'unico riferimento che ho è il nome del capo dell'operazione: Koga. >> Si interrompe, lasciando che quelle poche informazioni arrivino all'altra, studiandone le reazione che sospetta saranno ben poche.

15:30 Saigo:
 Attende che l’altra si accomodi senza mostrare altri segno di vita, impassibile davanti ad una ragazzina che non apprezza particolarmente e alla quale sa che sta per chiedere di correre un grosso rischio. Tace quindi lasciando che sia lei prima a salutare e ad esporre, un cenno del capo in riferimento a quell’inchino <ciao> decisamente meno formale lei, forse anche per via di quella divisa che con i civili le permette di potersi atteggiare quasi come superiore. Ignora il distacco altrui limitandosi a leggerlo come una forma di cortesia. Attende ancora che lei si accomodi ed inizi quella conversazione. Ascolta le sue parole ed il sangue le si gela nelle vene. Distretto di Kiri, quartieri poveri, un paio di settimane. Troppe cose che coincidono. Tace e cercherebbe di lasciare le sue abilità da attrice come le vere comandanti così da mascherare il terrore che altrimenti le si potrebbe leggere negli occhi? <esattamente quando?> replica come il tono di qualcuno che sta facendo delle indagini sì ma senza alcun tremore, non c’è paura nella sua voce <cosa dicevano esattamente?> prosegue lei decidendo di tacere le informazioni in suo possesso, non sa nemmeno se sono collegabili <ovviamente sarà mia premura evitare che trapelino ma devo sapere se altri ne sono già stati informati> continua semplicemente lei. Immagina che Kan sappia, da quel poco che ha capito quei due non si nascondono nulla, o almeno questo è il suo pensiero dopo aver visto la coppietta felice <a tal proposito l’indagine sta proseguendo e prima di dire altro vorrei avere la certezza che non ne parlerai con anima viva> la mette alla prova? Stuzzica il rapporto che ha con Kan? No per quanto potrebbe sembrare assurdo proprio non ha pensato ad escluderlo dal discorso, essendone lui a tutti gli effetti già a conoscenza, si esprime semplicemente male lasciando trapelare quanto la sua mente sia stata mezza sottosopra dalle parole della ragazza. Una bestia, quella che ha visto lei? Sono entrate davvero? Quello è il nome del finto dio? Non deve correre

15:43 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] La formalità contro la semplicità, si vede che il rapporto fra le due è semplicemente di mutua necessità o per lo meno dal lato della Kokketsu, non si aspetta infatti di poter essere utile in qualche maniera all'altra. Alla prima domanda di lei inizia a contare sulla punta delle dita i giorni trascorsi da quella sera, quella notte con il temporale: << Esattamente 16 giorni fa. Mi trovavo a Kiri per delle cure di straforo, mi alleno con le mie abilità mediche sulla gente del quartiere povero che è molto diffidente nei confronti della struttura ospedaliera di Kagegakure. >> Si interrompe, cercando di ricordare quanto possibile di quella notte, << Ad un certo punto è iniziato un temporale pazzesco, ho sentito delle grida provenire da qualche parte e ne ho cercato la provenienza senza mettermi particolarmente in pericolo. >> Tralascia il dettaglio del crollo della palazzina, insomma non è certo stata colpa sua in fondo, no? Alla seconda domanda posta dall'agente si spreme le meningi, alla ricerca delle esatte parole: << Dopo aver trovato sangue in un vicolo hanno parlato vagamente di qualcuno, che stavano cercando. E hanno parlato di questa creatura maledetta. Hanno agito fino all'alba sicuramente o almeno queste erano le direttive di questo Koga a capo della squadra Anbu. >> Lascia che quelle informazioni raggiungano l'altra, che le conferma la segretezza del tutto, cosa che non può più essere mantenuta ovviamente almeno non per ciò che riguarda la rossa: << Kan è stato informato di quanto successo. Anche perchè è stato lui a consigliarmi di parlarne con lei, presumo vorrà essere aggiornato in merito a quanto lei mi ha detto. Non credo di riuscire a non parlarne con lui, anche perchè è stata una nottata parecchio pesante da sopportare. >> Il visino si imbroncia un pochino, << Già la pioggia non è il mio forte, poi sentir parlare di creature maledette e non riuscire a fare il proprio lavoro è snervante. >> Già non ha accennato al fatto che lei non è riuscita a salvare quel ragazzo, ma vuole che anche l'altra si apra un poco, considerato che a quanto pare era già a conoscenza del fatto.

15:55 Saigo:
 I dettagli iniziali corrispondono con fin troppo con ciò che è capitato a lei, non le motivazioni per la quale entrambe si trovavano in quel quartiere quella notte, anzi semmai le sue azioni avrebbero portato le persone nelle braccia di Shizuka per farsi curare ma questa è tutta un’altra storia. Tace mentre ricorda semplicemente il buio improvviso, la tempesta, per fortuna lei non ha corso rischi, quanto avrebbe voluto essere lei quella che origliava <Koga uhm…> soppesa quel nome per poi annuire <ti ringrazio delle informazioni, io ed il mio collega volevamo già indagare nella zona, ora ho altri dettagli su cui indagare> non parla però del suo trauma, non si fida abbastanza. Non le spiega quanta paura ha avuto quella notte davanti alla bestia, non le parla del cadavere così come non dice nulla in merito alla mostrina <per quello che riguarda strettamente Kan e la sua indagine invece ho bisogno che faccia da infiltrata> ammette con estrema semplicità <se come penso le persone che devo osservare erano legate a lui è ovvio che sarebbe troppo rischioso mandarlo lì, specialmente se fossero proprio loro ad averlo mandato in coma, similmente io sono un agente scelto e mi sono mostrata come tale nei programmi di Kagegakure, di informato resti solo tu, si tratta di una gang. Non ho molte informazioni su di loro> parla di filato, senza praticamente fare mai una pausa, sta pensando, si sta distraendo evitando di riflettere troppo sulle nuove informazioni riguardanti la bestia. Le toccherà proprio una chiacchieratina con qualche anbu a questo punto ha troppe ragioni per non farlo <voglio sapere chi sono, cosa fanno e qual è il loro scopo. Se sono legati alla morte di quella ragazza sono pericolosi> l’avvisa, la mette in guardia ma lascia a lei la decisione. Tace quindi aspettando una qualche replica

16:10 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] Viene ringraziata per quelle notizie, non ricevendone altrettante tuttavia. << Ho un'altra informazione da darle. >> Si volta, apre lo zainetto e recupera quel frontalino particolare che vuole almeno mostrarle, lo tiene nella mano destra, sul palmo così che ella possa cogliere i dettagli di quel simbolo del villaggio di kiri tra cui è stato inciso a mano un cerchio con un punto nero nel centro. << Questo l'ho recuperato sul corpo di una delle vittime di questo mostro. >> Si interrompe, lascia che anche quella notizia la colpisca, anche se probabilmente già sarà a conoscenza della presenza di cadaveri. << Io e Kan pensavamo di fare ricerche riguardo alla creatura, lui ha suggerito come possa essere un'evocazione. Ho incrociato una ragazza Inuzuka ma i loro cani non sono grandi abbastanza per procurare simili ferite. >> Non è solo una ragazzina di sedici anni, è una shinobi e il fatto che sia sveglia può solo metterla in una buona luce agli occhi dell'agente. Viene nominato da lei un altro collega, con il quale pare stia indagando: << Posso sapere il nome del suo collega? Così eventualmente se non riesco a contattare lei posso riferire a lui qualora avessi nuove informazioni. >> Si interrompe, lasciando che quegli occhi blu si fissino in quelli rossi: << Mi piacerebbe però restare aggiornata in merito a quanto scoprirà se non le dispiace, vorrei collaborare per risolvere il problema se possibile. >> Si mette in gioco in prima linea, chiedendo di restare informata sugli sviluppi riguardo a quegli avvenimenti. Tuttavia dopo le eventuali risposte il discorso cambia radicalmente, la ragazza di Suna passa di pali in frasche parlando di Kan e di ciò che lo riguarda. Non se l'aspettava, nei messaggi Saigo l'aveva avvisata che voleva parlarle di qualcosa ma sicuramente non si aspettava che fosse relativo alla storia di Kan e Kushina e quanto avvenuto due anni prima. Leo sguardo della Kokketsu si scurisce parecchio, diventa pensierosa, visibilmente preoccupata non per se stessa quanto per ciò che pare esserci dietro alla storia passata del fidanzato. Le manine si scosterebbero dal tavolo, congiunte sopra le gambe mentre la testolina viene abbassata come se le servisse un attimo. << Ne ha parlato con Kan di questa opzione? >> Le blu si alzerebbero di nuovo, andando a guardare l'altra negli occhi, sguardo sicuro, << Io farei qualsiasi cosa per aiutarlo, ma se è molto pericoloso ho paura che sia lui a non volere che io mi metta in mezzo alla faccenda. >> Già perchè il problema non è la volontà femminile, ma principalmente è il bianco che potrebbe rendere la cosa complicata e non desiderare di andare oltre.

15:32 Saigo:
 Sposta la mano verso quello che le viene mostrato, Farebbe per prenderlo e poi rigirarselo tra le mani. Lo osserverebbe con attenzione. Identico a ciò che lei ha trovato, almeno così a memoria. Le4 è rimasto impresso quell’oggetto motivo per cui tace. I discorsi della ragazza proseguono e le viene quasi da sorridere davanti alle loro supposizioni, un sorriso mesto, come se lei stessa vorrebbe aver pensato semplicemente a delle evocazioni. Potrebbe continuare a fingere, lasciarla nelle sue convinzioni e non avvisarla <non si tratta di evocazioni> lo esclude dall’alto della sua ignoranza in realtà, non perché lo sia ma solo perché nella sua testa esiste una sola drammatica modo di leggerla <ho incontrato la bestia di cui parlo, ero nello stesso quartiere quella notte Shizuka> lo ammette alla fine. Non si fida ma non è malvagia, non ha motivo di odiare quella ragazza e quindi mandarla in effetti a morire contro un essere simile quindi sceglie la via dell’onestà in uno dei suoi rari momenti di altruismo <l’ho vista da vicino, per quel che ricordo è più che altro simile ad una di quelle bestie che troviamo fuori dalle mura> come sia entrata non lo sa. Non è in grado di comprenderlo né tantomeno di fare grossi pensieri astratti in merito a quel fenomeno solo esclude qualsiasi altra possibilità resa cieca nel suo trauma <in bocca stringeva un cadavere ed io non so di evocazioni che sole si danno al bracconaggio di uomini> spiega. Non esclude che le evocazioni possano uccidere ma mai da sole, almeno secondo lei <sarà il mio collega a contattarti nel caso, se mi autorizzi gli lascerò il tuo numero> spiega poco dopo mentre tra le mani si rigira ancora quella mostrina. La fissa <posso tenerla? Ne ho trovata una simile ma vorrei capire se è uguale o meno, studiarla> spiega molto semplicemente spostando adesso lo sguardo sulla ragazza. Il palmo della destra è aperto e teso verso di lei, quell’oggetto semplicemente poggiato così che possa eventualmente riprenderselo <te la restituirò poi> ammette ancora. Attende poi un suo gesto prima di proseguire quel discorso che tocca più di un punto interessante, più di un argomento <con Kan ne ho già parlato, mi ha detto di chiederlo a te, se te la senti puoi farlo altrimenti cercherò altre soluzioni, devi essere tu a decidere> già non c’è molto altro da aggiungere, su quelle gang non ha ancora scoperto un fico secco, maledetti Anbu

16:48 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] Quando viene estratto quel frontalino l'attenzione della gente ricade su di esso, viene recuperato e rigirato fra le dita affusolate. Le supposizioni portate avanti dalla coppietta sembrano totalmente inesistenti per la ragazza che ha innanzi che con decisione nega la presenza di evocazioni. Ma finalmente sopraggiunge anche una notizia aggiuntiva, che fa allargare gli occhietti blu: << Era anche lei li? >> Il tono di voce è stupito, non si aspettava questo risvolto. La curiosità ha il sopravvento e le domande iniziano a farsi largo, oltre che i dettagli: << Avete trovato una donna aggredita? Perchè io ho sentito un urlo che sembrava femminile ma ho trovato solo un ragazzo. >> tralascia il dettaglio del gruppetto di persone che temevano però ripercussioni. << Può descrivermi com'era fatta questa creatura? Magari posso disegnarla! >> E' chiaro e lampante come sia desiderosa di dare una mano, coinvolta dopo quel fallimento nell'aiutare quel giovane a sopravvivere. Arrivano le prime descrizioni sommarie, 'una delle bestie fuori dalle mura'. Lo sguardo che era stupito ora si fa quasi spaventato. Non ne ha mai vista una, ma sono pericolose e non dovrebbero essere all'interno. << Quindi agiva autonomamente? Non dovrebbero essere all'interno però... >> Boffonchia quasi, mentre i cricetini si sono messi in moto, notizie da raccogliere per poi esporle al compagno appena possibile. La richiesta di venire a conoscenza del nominativo del collega non viene accolta ma vorrebbe lasciare il numero della Kokketsu a costui. La rossa testolina si muoverebbe in alto e in basso annuendo: << D'accordo per quanto riguarda il numero di telefono. E anche per la piastrina, però ci terrei a riaverla quando avrà finito di verificare se siano identiche o meno. >> Vuole che quel pezzo di informazioni le resti, ha una buona memoria fotografica essendo una disegnatrice ma in ogni caso è sempre meglio avere il pezzo originale piuttosto che una mera imitazione. E' il secondo discorso che la coglie impreparata, quelle manine giunte sulle cosce ne sono la prova, però quando l'agente le conferma di averne già parlato con il Sumi le blu la osservano con decisione: << Se lui ha lasciato a me la scelta, allora non ci sono problemi. Cosa devo fare? >> Aiutare il bianco in quella ricerca della verità è una cosa che può fare solo lei, insieme hanno deciso di crescere e migliorare, diventare più forti e proteggersi a vicenda e questa è un'ottima occasione per farlo. Le iridi blu permarrebbero fisse sulla piccoletta della Shinsengumi, come in attesa, di risposte, di informazioni aggiuntive, non sa più nemmeno lei se riguardo Kiri o se riguardo al fidanzato.

17:11 Saigo:
 Annuisce a quella domanda e nel frattempo ascoltato quel permesso si limita a richiudere le dita intorno alla piastrina, dopo averle dato un ultimo sguardo attento lascia che le dita candide si richiudano sul freddo metallo ascoltando la richiesta, anzi le richieste e le concessioni da parte della ragazza. I polpastrelli si poggiano delicati togliendo alla vista quel simbolo <descriverla?> sembra quasi chiederlo a sé stessa. No non potrebbe, non riuscirebbe mai ad affrontare quel ricordo così come non può affrontare la sua infanzia da sola. Un ricordo poi la colpisce, la promessa silente con Nobu, le parole di Matono ed una nuova forza le scorre dentro, il desiderio di riuscire, di sopravvivere e di combattere. Un flebile fuoco si riaccende in lei, così tanto soffocato e debole da riuscire a malapena a scaldarle il petto, incapace di raggiungere le intorpidite estremità del corpo ma comunque abbastanza da farla parlare <era un canide credo, nero, sono riuscita a scorgerlo solo con i fulmini di quella notte> un brivido. I fulmini che hanno rischiato di svelare la sua presenza <il suo alito era fetido e tra le lunghe zanne reggeva un corpo inerme, il sangue colava dal sul muso e lungo i suoi denti> difficile comprendere dove la realtà vada a venir modificata dal suo trauma e dalla sua paura, ma questo è ciò <mi sovrastava di parecchio, il suo muso ero piegato in avanti ed arrivava circa alla mia testa> una bestia enorme, forse molto più di quanto era davvero ma così la ricorda <gli occhi erano gialli, credo o forse rossi> concentrati. La mano che regge la mostrina trema appena mentre prende un profondo respiro e chiude gli occhi. Un passo alla volta, deve solo superare il suo trauma un passo alla volta. Ricordare è la prima cosa da fare. Proverebbe a concentrarsi <sì erano rosso> replica <c’era odore di sangue e ferro> non aggiunge altro, allevia la tensione del suo palmo sul metallo come andando a rilassarsi un pochino. Un passo alla volta e per oggi basta così. Cerca davanti a sé, non ricorda nemmeno se aveva ordinato da bere, si guarda intorno sul tavolino e se ci fosse qualsiasi cosa di liquido andrebbe semplicemente a portarsene un sorso alle labbra cercando di contrastare la gola che ora si è fatta secca a causa di quel terrore e della visione appena affrontata. In volto appare palesemente provata, spaventata, gli occhi sono sconvolti, non ha nemmeno la forza mentale di provare a fingere, non ora che ha usato ogni briciolo di sicurezza per non soccombere a ciò che è andata a cercare nella sua memoria. Scuote il capo cercando adesso di affrontare quel secondo discvorso <sto cercando informazioni su un gruppo di criminali, per ora posso dirti che usano la bocca di un demone come simbolo e si fanno chiamare Kyosei> ammette semplicemente, a bassa voce ora per evitare che venga ascoltata da chiunque, ancora una volta molto attenta a questi dettagli <mi serve un infiltrato, qualcuno che scopra se hanno legami con il passato di Kan, proverò a guardarti le spalle ovviamente e resteremo sempre in contatto> spiega semplicemente quel vago piano. Ancora non sa assolutamente nulla di loro non è ancora riuscita a trovare qualche contatto affidabile tra i mascherati

19:07 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] Non le sembrava una domanda tanto assurda, una richiesta semplice, descrivere il mostro che ha distrutto la vita di diverse persone, per proteggere se stessa e gli altri. Tuttavia l'agente pare come bloccarsi, forse si chiede se sia il caso di descrivere quel mostro a una ragazzina di sedici anni appena. La descrizione comincia tuttavia dopo quel momento di stasi, dopo che si è impadronita momentaneamente di quel coprifronte. La osserva, ascolta con le orecchie e visualizza il tutto con gli occhi dell'immaginazione, quelli che sono i più sviluppati per lei. Canide, molto più alto della qui presente quindi pure della Kokketsu, zanne lunghe, sangue che cola dal muso, dai denti, occhi gialli o rossi. Mentre quel racconto prosegue la mano che regge l'oggettino in metallo trema, la osserva prendere un profondo respiro e celare le cremisi alla vista della rossa. Paura? Sembra quasi, come può un membro di quella corporazione provare timore per qualcosa? Già doveva smettere di fare di tutta l'erba un fascio. Ascolta quelle parole ma da molto più peso ora agli atteggiamenti femminili, riflettendo, interpretando. Gli occhi di Saigo sono decisamente sconvolti, non ci vuole molto per capirlo, non per una persona che solitamente cerca di cogliere i dettagli per creare dei disegni. Le labbra della Kokketsu si schiudono, verbiando in maniera lenta, pacata, come se a suo modo cercasse di tornare in una condizione di tranquillità che senza rendersene conto ha distrutto. << La ringrazio. >> Lascia che quelle parole scorrano addosso all'agente prima di proseguire, << Volevo realizzare un disegno, una sorta di identikit. Se vuole posso provare a mostrarglielo una volta fatto. >> Le blu la osservano, non vuole imporle nulla, basta un rifiuto e quell'opera resterà nascosta fra i fogli disegnati della Genin, senza che la Manami sia costretta a vederlo. Quando scuote il capo riprendendo il discorso riguardante il Sumi sembra rinvenire un poco. Bocca di un demone come simbolo, Kyosei, a lei serve qualcuno che entri a far parte del gruppo, agendo dall'interno. Le viene in mente Kan, che sta cercando di agire dall'interno per salvare quella ragazzina all'Ochaya. << Chi meglio di un mezzo Demone può entrare a far parte di un gruppo che come simbolo ha la bocca di un demone? >> Un sorriso disilluso le si stampa sul visino, quella teoria non le piace, il fatto di essere considerati sempre qualcosa di malvagio ma con calma cambierà anche quello.

19:17 Saigo:
 Le è stato difficile, le è ancora dura cercare di calmarsi, pensare ad altro e cancellare quella visione dalla sua mente. Sì la sua è stanchezza mista a paura, ha dovuto attingere ad una fonte ancora sconosciuta per poter dire quelle parole, per ricordare. Si infilerebbe in tasca il frontalino andando semplicemente ad annuire <puoi mandarmelo> replica lei. Va bene guardarlo ma non ora. Mette una sorta di distanza, nuovamente fa un passo indietro, si allontana e cerca adesso di soffocare tutte le sue emozioni celandole dietro a quel solito volto impassibile, e ai limiti della gentilezza. Perfetta, nuovamente solo una rappresentante di quel magnanimo e perfetto consiglio che li governa. Lei è solo un cane, nessuno deve pensare che ci sia altro. Una maschera che viene messa velocemente dopo un profondo respiro e forse un sorso d’acqua <non farlo vedere troppo in giro e non raccontare troppo di questa storia, l’ultima cosa che ci serve al momento è che si scateni il panico generale, mi affido alla tua coscienza> in poche parole scarica la responsabilità. Lei ha detto cosa non fare non l’ha mica costretta ma è abbastanza per lavarsene le mani nel caso dovesse rendersi necessaria una simile azione. Si alzerebbe quindi, ricomponendosi appena, controllando i suoi abiti e limitandosi a guardare in giro <ti scriverò il resto delle informazioni, buona continuazione> ed è con queste parole che si limiterebbe ad uscire da quel locale. Ha paura, teme che la ragazza le mostri adesso un disegno, anche solo uno schizzo in questo esatto momento la farebbe crollare quindi meglio prendere la palla al balzo e darsi alla fuga, con dignità e sicurezza fingendo che il tempo sia giunto e non che le viscere si siano rivoltando al solo pensiero di vedere quella bestia disegnata [end]

22:09 Shizuka:
  [Centro di Kagegakure - Locale] E' divenuta molto più concisa. forse quel poco di collaborazione l'aveva usato tutto durante quella descrizione, oppure senza volerlo la nanetta ha toccato un tasto veramente molto delicato. Annuisce con la testa alle richieste dell'altra, dopo aver visto il suo volto passare dal terrore all'impassibilità più pura in un attimo. Chissà se quel trucco lo insegnano proprio ai membri della Shinsengumi: << Manderò una foto del disegno a lei una volta ultimato. L'unico con il quale condividerò queste informazioni sarà Kan, non ho la minima intenzione di generare il panico, abbiamo già un killer in giro. >> Si interrompe riflettendo brevemente su quanto si sono dette, se quelle informazioni riguardo il distretto kiriano erano state snocciolate nella loro interezza. Per il momento in ogni caso non le sovviene altro e il fatto che l'altra si stia approcciando ad andare non aiutano a rinfrescare la memoria. Andrebbe ella stessa ad alzarsi dalla sedia, sentendo poi quella frase riguardante quella missione che si era presa l'impegno di intraprendere. Si chinerebbe leggermente in avanti in segno di saluto verso la fanciulla dai capelli rosati, la bocca verbia qualche frase di commiato: << La ringrazio per la sua disponibilità Agente Manami. Attendo ulteriori informazioni da lei. Buona giornata! >> La testolina rossa tornerebbe ad alzarsi, probabilmente scorgendo l'altra andare via. La Kokketsu tornerebbe a sedersi, ordinando qualcosa e chiedendo carta e penna per se, appuntando le informazioni ricevute e abbozzando un piccolo cane, già al lavoro su quella rappresentazione che andrà a fare, tra descrizione e notizie intralette in quegli occhi cremisi spaventati. [//END]

Incredibilmente le due sembrano parlare, per la prima volta, una lingua comune.
Shizuka sarà l'infiltrata ed in più scoprono entrambe di aver partecipato a quello strano evento nei quartieri poveri di Kiri.


Chissà se riusciranno davvero a collaborare