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Ricerche con un elfo

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con Furaya, Jomyo

11:12 Furaya:
 Questa volta, non verrà, presa, in contropiede. Conosce la via da seguire per raggiungere la biblioteca, grazie a Tenjiro che, la volta precedente, l'ha accompagnata direttamente davanti all'ingresso. S'inoltra nella via ormai conosciuta, tenendo gli occhi aperti — assieme alle orecchie — per assicurarsi che non abbia sbagliato di nuovo. Non ricorda che il suo senso dell'orientamento fosse così fallace. Forse, è la vecchiaia o i dieci anni di riposo sotto terra che le hanno tolto anche questa capacità. <Dovrebbe essere di qua.> Pronuncia ad alta voce, preoccupandosi appunto di non sbagliare strada. Ma dovrebbe esserci quasi, altrimenti dovrà per forza di cose comprare una cartina del posto e darla vinta a chissà chi. Non può permetterselo, l'orgoglio è sempre al primo posto e la frena da qualsiasi sconfitta, non prima d'aver combattuto a fondo. Ha variato nel vestirsi in vista delle temperature in rapida diminuzione. Indossa, difatti, un paio di pantaloni nero tipologia skinny tagliati giusti ad altezza del ginocchio, i quali fasciano perfettamente le inferior leve della fanciulla. Le estremità inferiori son infilate in un paio d’anfibi d’egual cromia, ben allacciati a loro volta attorno alle caviglie. Gli schinieri, invece, son nascosti dall’indumento e coprono perfettamente lo stinco anteriore d’ambedue le gambe. Un maglioncino verde mela copre sin ad altezza del ventre il resto del corpo, lunghe maniche a sfiorar metà falangi delle dita tenendole comunque al caldo. I vambracci prendono posto negli appositi spazi, proteggendo l’avambraccio sia destro che sinistro. C’è ovviamente da considerare anche l’equipaggiamento del quale non fa letteralmente mai a meno. La vita è circondata da una cintura in cuoio nera e piuttosto spessa, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Per ultimo, ma non per importanza, sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Deve ancora testarla, ma le ha solleticato non poco l’appetito. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Le iridi glaciali individuano finalmente l'insegna, appropinquandosi ad essa. [ Chk On ]

11:25 Jomyo:
  [Esterno] Ha trascorso buona parte della scorsa giornata a leggere un libro su creature magiche, creato certamente con l'intento di intrattenere il lettore. Il problema è che lei crede fermamente di aver letto un libro di storia e di essersi acculturata nel migliore dei mondi, approfondendo le sue nozioni sulla cultura degli elfi. Ed è proprio per arricchire ulteriormente le sue conoscenze su questa materia, che questa nanerottola ha lasciato casa per poter cercare la biblioteca, muovendosi a passo lento per le vie di quel quartiere, mantenendo il libro "studiato" precedentemente stretto al petto con ambedue le braccine <Voglio trovarne uno.> muovendo la testolina in cenno d'assenso, mentre si avvicina presumibilmente sempre più alla struttura ricercata. Nulla dovrebbe impedirle di giungere nei pressi di quella struttura, arrestandosi dinanzi alla sua porta d'ingresso con lo sguardo rivolto verso la sua insegna <Credo che sia questa.> i suoi dubbi non sono affatto normali, dato che è palese che quella sia la biblioteca. Le iridi rossicce rimbalzano dall'insegna al suo libro <Devo trovarne altri, quindi devo entrare.> eppure esita ancora, limitandosi ad aprire il volume che si è portata appresso, piazzandosi fra l'altro dinanzi all'ingresso, divenendo a tutti gli effetti un ostacolo per tutti coloro che potrebbero voler accedere o lasciare la biblioteca. Sulla sua minuta figura possiamo rinvenire una maglia a maniche lunghe tinta di rosso, adornata dalla presenza di alcuni ricami bianchicci. Sulle leve inferiori indossa invece un paio di pantaloni, anch'essi dal colore rosso acceso, i quali si infilano all'interno degli stivaletti marroncini che calza ai suoi piedi. Porta inoltre con sè uno zainetto marroncino, palesemente vuoto per il momento. Infine tiene al di sopra della testolina un basco rossiccio che cela in parte il suo crine giallognolo, il quale è ancora una volta acconciato con un paio di corti codini.

11:39 Furaya:
 Individuato l'ingresso, non ha altro da fare se non tentare di accedere alla struttura. Peccato che innanzi a sé si palesi un piccolissimo ostacolo. Solleva un sopracciglio, dubbiosa. Il di lei busto va ad impattare contro qualcosa di abbastanza minuto, al contempo parecchio morbido. China il capo dabbasso, accorgendosi immantinente d'aver poggiato le mani sulle spalle d'una ragazzina per tentare di arrestare il moto. Per fortuna, non ha proseguito altrimenti sarebbe finita con probabilmente ambedue le ragazze a terra. Non proprio un bello spettacolo, ma per qualcuno potrebbe esserlo eccome. Stringe appena la presa sulle di lei spalle, in modo da attirare l'attenzione. <Scusami> Mormora nel ricercarne attenzione e sguardo, compiendo sol adesso un paio di passi indietro. Non si dica però che il capo della bambina non sia poggiato sul morbido, eh. <non ti ho proprio vista.> Non vuol essere un insulto in merito all'altezza altrui, ammette soltanto ciò che ha compiuto in maniera errata. Stava guardando l'insegna della biblioteca per sincerarsi di non entrare nell'edificio sbagliato, quindi equivale ad avere la testa tra le nuvole. <Stai entrando anche tu in biblioteca?> Ah, l'istinto materno che si fa sentire, nonostante la stessa Nara reputi di esserne priva. D'altronde, non ha esitato ad isolarsi nel Paese del Ferro per due settimana appena dopo la nascita di sua figlia, soltanto per seguire un addestramento lungo e tortuoso che l'ha poi portata ad ottenere la forza della natura. Già, ma a quale prezzo? Non è servito a nulla, avendolo nuovamente perso, assieme al proprio villaggio e alla gente che lo abitava ed aveva giurato di difenderlo. Attende, dunque, una risposta da parte della fanciulla, ammesso ne riceva prima di procedere all'ingresso. Non vuole superarla, ma intende sincerarsi che non si sia fatta alcunché. Ci manca solo che venga accusata in pubblica piazza e sarebbe la fine dei suoi giorni di gloria. [ Chk On ]

11:52 Jomyo:
  [Esterno] Le sue iridi scorrono lentamente sulle parole scritte in quel testo <Gli elfi vivono nei boschi e sanno usare le magie.> sfarfallando le ciglia brevemente, intanto che il suo capo si piega un poco verso destra <Le magie sono tecniche strane?> una domanda retorica la sua, non si aspetta di ricevere una risposta da qualcuno. Sbraccia, aprendo pericolosamente le braccia che vengon rivolte verso l'esterno, mantenendo stretto il libro con la sola man dritta <Oppure sono megafantastiche tecniche stellari?> i suoi occhi si illuminano, brillano quasi mentre lascia libera di vagare la sua immaginazione, la quale crea all'interno della sua testolina delle scene ricche di scontri epici fra gli eroici elfi e le malefiche creature create dal signore delle tenebre. Resta imbambolata per qualche secondo, prima di tornar a stringere il libro al petto, iniziando a sollevare alternatamente i piedi, tenendone sempre uno poggiato sul terreno <Voglio imparare anche io a fare le magie fortissime degli elfi!> ferma quindi il moto delle sue leve inferiori e serra con forza le palpebre <Gniiiiiiii! Lo voglio! Lo voglio! Lo voglio!> sfortunatamente non potrà mai fare nulla di ciò che ha appena immaginato, ma comunque il desiderio di riuscirci è ben vivo in lei. L'arrivo della sconosciuta la coglie però alla sprovvista <KYAAA!> urla senza un reale motivo, lanciando inoltre in aria il libro... sempre senza motivo. Deve correre ai ripari per evitare che le cada a terra nuovamente e si rovini <Il mio libro! Noooooo!> quindi non farebbe altro che muovere freneticamente le braccia verso destra e manca, cercando di recuperarlo <Auch!> col volume che le cadrebbe in testa <Ng...> facendola presumibilmente finir a sua volta a terra. Seguirebbero attimi di silenzio, in cui piccoli elfi alati volteggerebbero al di sopra della sua testolina, visibili ovviamente solo da lei a causa del suo stato di stordimento <Vedo... gli elfi...> palesando fra l'altro anche verbalmente ciò che riesce ad osservare in quegli attimi. Comunque la piccoletta si riprenderebbe piuttosto presto, scuotendo la testolina per riacquisire una parvenza di normalità <Gli elfi?> ora che sono scomparsi, le vien il dubbio che non siano mai stati lì. Ed è cercandoli che finalmente riuscirebbe a notare la figura della donzella che l'ha spaventata <Hai visto gli elfi anche tu? Erano qui, vero?> balzerebbe in piedi in fretta <Dove sono?> ma sfortunatamente non riesce a notarli, seppur si prenda ancora alcuni istanti per cercarli con lo sguardo <Ohw... non ci sono più.> ed in tutto ciò, non avrebbe nemmeno dato una risposta all'altra e fungerebbe ancora, seppur inconsciamente, da ostruzione.

12:32 Furaya:
 Bene ma non benissimo. La mattinata è iniziata sicuramente in maniera particolare, questo è alquanto innegabile. Il problema è il prosieguo. Sarà come immaginato? La rosata tende a programmare. Tutto deve seguire quel che ha pensato, che siano tattiche o mere programmazioni giornaliere. Oggi, s'è messa in testa che sarebbe andata in biblioteca, avendo per l'appunto appreso la strada, ma qualunque deviazione o impedimento potrebbero risultare essere un fastidio non da poco. Non che dall'espressione lo dia a vedere, ma è stizzita dall'essere ancora fuori. Tuttavia, non è colpa di nessuno se una bambina le si è piazzata innanzi e lei non l'ha vista — complice l'altezza di quest'ultima. La sente borbottare qualcosa in merito agli elfi. Non comprende molto. Sa che sono creature delle favole, alcune delle quali venivano addirittura lette a sua figlia quelle poche volte in cui riusciva ad adempiere correttamente al ruolo di genitore dell'anno. Non sapendo d'aver l'altra un libro per le mani, neppur s'accorge che questo è volato verso l'alto con il chiaro intento di scendere nuovamente dabbasso, richiamato dalla forza di gravità. <Libro?> Troppo tardi per tornare indietro, sicché alzerà lo sguardo solamente nell'ultimo istante, vedendo cader l'oggetto dell'altrui desiderio direttamente sul capo della ragazzina. <Ow, questo libro.> Borbotta, socchiudendo le labbra e tentando di arrestare sol ora il moto di quel volume. Qualora sia riuscito nell'intento, stendendo l'arto destrorso in direzione di quest'ultimo, glielo porgerebbe da un fianco. La mano gemella, libera da qualsivoglia impedimento, ne accarezzerebbe la testolina laddove è sbattuto l'oggetto, nella speranza che non si sia fatta alcunché. <Tutto a posto?> Le chiede, sincerandosi delle condizioni di Jomyo, sicché potrebbe essersi fatta male a seconda del lato in cui il libro l'è caduto addosso. <Mi piacerebbe un sacco essere in grado di vedere creature immaginarie, ma reputo di essere un po' troppo grande per questo genere di storie.> Afferma con tono pacato ed un mezzo sorriso, senza poter neppure immaginare che ha letteralmente detto ad una bambina che Babbo Natale non esiste. <Facciamo una cosa> La invita, adocchiando la gente nei paraggi che ha premura di entrare a sua volta. <entriamo e troviamo un posto dove sederci. Che dici?> Non sa quanto utile possa essere avere compagnia all'interno di una biblioteca, tuttavia tentar non nuoce. Dopotutto, deve soltanto recuperare quelle poche informazioni che le mancano a proposito delle nuvole rosse su sfondo nero. Solo così, potrà ultimare i preparativi per l'affermazione ultima vera e propria. [ Chk On ]

12:49 Jomyo:
  [Esterno] Magari sarebbe il caso di recuperare il libro che le è caduto di fianco <Il libro!> appunto <Dov'è?!> allarga le braccia e divarica leggermente le gambette, andando a scrutar il volto della Chunin <Lo hai preso tu, vero?> corruga la fronte e gonfia le guance,certa di essere alle prese con una ladra di libri. Eppure quando l'interlocutrice glielo porge <Oh... grazie.> non esita a recuperarlo ed a mutare la sua espressione, palesandone una ben più rilassata. Sente l'altrui mano che si posa sulla sua testolina e non le impedisce di carezzargliela, finendo col palesare un sorriso <Si, sto bene.> ieri si è fatta ben più male di oggi, quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi <Io ho la testa molto dura.> proferisce con un certo orgoglio, andando a poggiare il dorso delle cinquine sui fianchi. Ne va molto fiera e non lo nasconde. Sbuffa udendo l'altrui risposta <Ma loro esistono!> sobbalza sul posto, allungando il libro alla Nara <Lo ho letto qui.> e se lo hanno scritto all'interno di quel volume, allora deve essere necessariamente vero. Inizia a sfogliare rapidamente le pagine di cui è composto il volume <Guarda.> finendo col mostrarle un'immagine degli elfi. Il problema è che quel disegno è palesemente frutto della vena artistica di qualcuno, che ha giustamente inserito delle immagini per poter rappresentare meglio le sue creazioni <Vedi? In questa immagine vengono mostrati gli elfi che si scontrano con le creature ombrose.> recita praticamente la didascalia del disegno <E poi anche io sono un'elfa.> sposta la mancina verso il suo capo, andando ad indicare il punto in cui risiedono le sue orecchie finte <Vedi? Ho le orecchie a punta io.> non è certo una persona normale. Fatto sta che la conversazione sembra volgere verso una richiesta della sconosciuta <Eh? Va bene.> nemmeno le passa per la testa di rifiutare quell'invito <Questa è la biblioteca, vero?> ma c'è scritto sull'insegna! Sai leggere?! Ad ogni modo non esiterebbe a seguire la rosa crine all'interno della struttura, seguendola come se fosse un'ombra <Qui ci saranno sicuramente altri libri sugli elfi, vedrai.> ne è sicura. Il problema è che, se ce ne sono, li troveranno fra i volumi di pura narrazione, ma forse questo è meglio non dirglielo ancora.

13:37 Furaya:
 Porta le sopracciglia ad aggrottarsi per ovvi motivi, sicché la giovane reputa che sia stata proprio la Judai a farglielo sparire. Inspira profondamente, mantiene la calma. Però, dentro di sé c’è una spinta, un fastidio crescente che le dice che dovrebbe entrare, che dovrebbe iniziare quella dannata ricerca anziché perder tempo dietro alle ragazzine coi codini. <Non sono così meschina da rubare un libro ad una bambina.> Mormora, scuotendo poi mestamente il capo ed attendendo che quel tomo venga prelevato dalle mani altrui, in modo che possa finalmente esser libera dall’accusa di furto malauguratamente rivoltale. <Noto.> A proposito della testa dura, non può che limitarsi ad una mezza risatina, mentre tenta d’aggirarla e di precederla all’interno. Che poi la segua o meno, non è un problema. L’importante e l’essenziale è che riesca a trovare dei vecchi tomi di storia del mondo conosciuto affinché possa risalire a delle informazioni inerenti alla vecchia Akatsuki: movimenti, vesti, accessori particolari che li rappresentavano in quanti tali. L’intenzione è senza dubbio quella di farla rinascere, tuttavia non intende farlo in maniera contrapposta – nella sua totalità – a quella vecchia d’un tempo. Deve esser quanto meno simile, saranno comunque dei mercenari che tentano di salvare il mondo in perfetta solitudine, rischiando la vita come meglio sanno fare: proteggendosi l’un l’altro. <Tesoro, io non voglio illuderti, ma temo che si tratti di libri di narrativa. Non so quanta verità ci sia in essi. Personalmente parlando, non ho mai visto degli elfi in giro.> Si stringe nelle spalle poiché non vuol esser cattiva, non vuol risultar tale, però non sa neanche come gestire la situazione che l’è capitata tra le mani. Illudere una bambina sarebbe più crudele che dirle la verità? Lasciarle credere qualcosa che non esiste né in cielo né in terra è utile? Certo, più che altro, una volta raggiunta un’età più adulta – come l’adolescenza – smettono di credervi di spontanea volontà. Quindi, potrebbe anche evitar il discorso, lasciarglielo credere e sperare che lo capisca un giorno – presto o tardi che sia. <Le creature ombrose? Chi sarebbero?> Un’assonanza con il villaggio delle Ombre… la fa quasi ridere, ma si morde la lingua poiché sarebbe abbastanza triste come battuta, oltre al fatto che la capirebbe esclusivamente lei – o Matt, qualora si ricordi di dirglielo. <Ah sì?> Un’elfa? Tenta d’assecondarla in qualche modo, adocchiando le orecchie palesemente finte che ha apposto su quelle vere. Una gocciolina le scende da dietro la nuca… vorrebbe sprofondare. Non sa davvero più che pesci prendere giunti a questo punto. <Andiamo a cercarli, allora.> Replica alla di lei volta, soffermandosi di fatto all’ingresso per lanciar delle rapide occhiate nei dintorni. Una commessa, vedendola lì vicino intenta ad adocchiar qualcosa d’interessante, le chiede se ci sia necessità d’una mano. Quindi, schiarendosi la voce, si limita a replicare: <Ho bisogno di libri di storia, mentre lei… di narrativa.> E abbassa pian pianino la voce. Davvero. Stiamo scendendo nel ridicolo. [ Chk On ]

13:54 Jomyo:
  [Interno] La segue innanzitutto con lo sguardo mentre si muove dinanzi a lei <A-Aspettami!> per poi inziare a pedinarla. Riuscirci non dovrebbe risultarle eccessivamente difficile, dato che non dovrebbe esserci alcun ostacolo ad impedirle di seguirla all'interno di quell'edificio <Nono...> scuote il capo in segno di diniego <Questo libro parla della vera storia che ha visto opposti il bene ed il male.> è pressappoco quello il tema del racconto <E comunque le mie orecchie come le spieghi?> quelle si che sono un'ottima prova per la sua teoria. Tutti le crederanno sicuramente appena le vedranno come quelle orecchie a punta siano in grado di staccarsi e riattacarsi secondo la sua volontà. Ovvio! Tornando alla conversazione con la giovane donna, la piccoletta solleva il libro, andando a celare parzialmente le sue labbra <Questo perché si nascondono.> a suo avviso ha senso <Loro sono i migliori ad utilizzare le super tecniche stellari ninjose.> se lo dice lei. Cerca di giungere all'altrui fianco all'enesimo quesito che le viene posto <Come fai a non saperlo?> sfarfalla le ciglia <Sono le creature create dal signore delle tenebre.> torna ad adocchiare la copertina del suo libro <Me lo hanno detto i miei genitori e lo hanno scritto anche in questo libro.> questa storia deve esserle stata raccontata unicamente per celarle la dura e terribile verità. Intanto la piccoletta inizia a scrutare con interesse i dintorni <Comunque... perché siamo venute qui?> tornandosene dopo pochi istanti ad osservare la figura della sconosciuta <Tu non credi agli elfi, quindi non credo che tu sia venuta qui per cercare dei libri su di loro.> le sembra piuttosto ovvio <O forse si.> che sia rinsavita ed ora voglia aggiornarsi? Annuisce ancora una volta <Si, io sono una grande e potente elfa.> lo sta dicendo a tutte le persone che incontra, come se volesse guadagnare credibilità. Non può evitare di esultare sentendo l'altrui proposta <Yeee!> sbracciando anche per qualche istante in preda all'entusiasmo, riprendendo la calma alla potenziale occhiataccia che dovrebbe venirle rivolta <Ehm... scusate.> si stringe il capo fra le spalle, conscia di aver esagerato. Non interrompe la sconosciuta mentre parla con la commessa <Salve.> andando comunque a salutarla una volta che la conversazione fra le altre si sarebbe conclusa <Io voglio un libro che parli degli elfi. Devo dimostrare a...> scruta la rosata <Non mi hai detto come ti chiami.> e solleva il sopracciglio sinistro <Io sono Jomyo.> provvedendo infine a presentarsi.

14:15 Furaya:
 Arresta il di lei passo sol per ritrovarsela finalmente affiancata, scrutandola di sottecchi per sincerarsi che non vada a sbatter contro qualcun altro. Si sofferma nuovamente sulla storia che viene narrata direttamente da Jomyo, cercando di non alzar gli occhi al cielo per nessuna ragione. Risulterebbe essere poco credibile a sua volta. Non vuol prenderla troppo in giro, si tratta soltanto d’una bambina. Fosse stato un adulto, con molta probabilità, avrebbe cercato qualunque pretesto per prevalere e tentar d’aver ragione. D’altronde, tutti sanno che creature fantastiche del genere non esistono. Lo pensava anche dei Kami, il quale poi ha ben deciso di distruggere tutto ciò che di più prezioso aveva pur di riottener un potere che diceva gli appartenesse. <Le tue orecchie sono finte.> Borbotta, di rimando. Va bene assecondare una bambina, ma esser presa in giro non va bene. Le schiocca una piccola occhiataccia. Vorrebbe farle incontrare sua figlia. Con molta probabilità, la starebbe già prendendo in giro esattamente come avrebbe fatto il padre. <Le super tecniche stellari ninjose> Ripetendo le altrui parole, mentre la commessa le indica il posto in cui dirigersi per cercar quel di cui hanno bisogno. <le so utilizzare anch’io.> Mormora in sua direzione, mantenendo un tono certamente pacato e ringraziando la signorina gentile con un lento piegamento del capo e delle spalle. Educata, come sempre. Non farebbe altro che girar sul proprio posto, così da indirizzarsi immediatamente verso gli scaffali adeguati. <Interessante teoria, dovrò leggerlo anch’io questo libro.> Poco convincente nel pronunciarsi, sospira per cercar di mantener la pazienza. Deve ricordare che ha a che fare con una ragazzina come tante altre, quindi deve rispettare sì i suoi spazi e le sue convinzioni, ma cercare anche di non prenderla in giro e farle credere qualcosa che non esiste e che, con molta probabilità, non vedrà mai finché campa. <Personalmente, sto cercando dei libri storici. Devo ricavare delle informazioni s’una vecchia squadra esistita tempo fa. Tu cerca quel che vuoi. Ha detto che i libri di narrativa sono nello scaffale di fianco.> Storia e narrativa una vicina all’altra. Fa quasi ridere come situazione e, nuovamente, evita di darlo a vedere. Piuttosto, intende soffermarsi quanto prima sullo scaffale che riporta le informazioni più vicine a quelle che cerca davvero. <Credo soltanto a quel che vedo, ma l’esperienza sul campo m’ha insegnato che esiste anche chi non credi che ci sia davvero. Quindi, personalmente parlando> Sottolinea sempre. <non credo all’esistenza di qualcosa che non ho mai visto, come gli elfi. Qualora e se esistano davvero> Esclusa lei sicché quelle orecchie son palesemente finte nell’ignoranza d’una bambina. <sarà il tempo a darmi dimostrazione.> Un po’ – appunto – come successo col Kami dieci anni prima che, pur essendo stato indebolito, è poi riuscito a recuperare il suo potenziale abbastanza per riuscire a far terminare il mondo per come lo si conosceva. <Furaya Nara.> Si presenta con nome e cognome, un nome che tempo addietro è stato senza dubbio conosciuto in tutte le terre. Il suo volto è raffigurato persino sul Monte dei volti di pietra nel distretto konohano. Per quanto riguarda la vecchia Konoha, beh… ben poco è rimasto integro col passaggio delle belve divine. Innanzi al primo scaffale, dunque, tira via qualche tomo che, a seconda del titolo, reputa possa integrarle delle nozioni mancate. [ Chk On ]

14:33 Jomyo:
  [Interno] Ciò che ode la lascia allibità, tant'è che le scivola il libro di mano e le sue labbra si aprono completamente. Nessuno le aveva mai osato dire che sono finte fino ad ora, quindi non sa bene come reagire ad un'affermazione simile. Ha bisogno di tempo per ragionare sul da farsi e su cosa dire per valorizzare la sua versione. Eppure non è affatto facile togliersi da questa situazione così ostica, almeno dal suo punto di vista. Alla fine però <Non è vero!> si limita unicamente ad impuntarsi <Le mie orecchie non sono affatto finte.> sbuffa e torna a gonfiar le guance, provvedendo quindi a recuperare il libro <Esistono veramente e quindi sono vere.> ed ecco spiegato tutto. Ha semplicemente capito male ciò che intendeva l'altra. Il suo momento di sconcerto svanisce non appena si torna a parlare delle incredibili capacità degli elfi <Esatto.> annuisce ancora <Co-Cosa?!> venendo nuovamente sconvolta dalle rivelazioni della sua interlocutrice. Potrebbe avere a che fare con un'elfa priva di orecchie a punta. Questa è un'occasione più unica che rara <Me le mostreresti? Voglio vedere le tue tecniche.> non perché potrebbero essere elfiche, ma per la possibilità che siano tecniche incredibili. Gli occhi si illuminano mentre attende una risposta da parte sua, speranzosa che lei possa mostrarle veramente delle capacità sorprendenti. Ad ogni modo anche questa richiesta viene temporaneamente accantonata <Senti... al posto di cercare i libri sugli elfi, posso aiutarti? Che squadra era?> piega il capo verso destra <I libri sugli elfi posso cercarli quando sarò sola.> scrolla le spalle <E non sono di narrativa.> questo non lo ammetterà tanto facilmente. Non vuol tornare ad insistere sull'esistenza delle creature magiche <Un giorno li troverò e te li mostrerò.> fino ad allora potrà lasciarle benissimo credere che non esistano realmente <Comunque... perché ti interessa questa vecchia squadra?> la sua curiosità al momento è rivolta a ben altro <Conoscevano anche loro delle tecniche incredibili e le vuoi apprendere da loro?> è un dubbio che le sorge legittimo, ma probabilmente è piuttosto lontana dalla verità. Attualmente non ha motivo di staccarsi dalle immediate prossimità della kunoichi con cui sta dialogando <Furaya... Furaya...> ripetendo l'altrui nome nell'attesa che le vengano date eventuali direttive... sempre che la Nara sia veramente propensa ad accettare il suo aiuto.

15:01 Furaya:
 Sceglie di non proseguire. Insomma, a che pro protendere per l’insistere? La ragazzina pretende la ragione e, come si suol dire, la ragione si dà ai fessi. <Ascolta> Sospira lentamente dalle labbra, ponendosi una mano sulla fronte per ravvivare i ciuffi rosati, sollevandoli verso l’alto. <va bene così. Sono vere, hai ragione tu. Quando anch’io riuscirò a vedere ciò che vedi anche tu, allora potrò pensarla in egual maniera. Ma> Distendendo l’indice della dritta per sottolineare quanto sta per dire. <fino ad allora, non insistere.> E le sorride di rimando, cercando d’allungar di nuovo quella mano al di sopra della sua testolina, sistemandole meglio il basco che porta indosso. Non vuol sembrare troppo aggressiva nei suoi riguardi, tuttavia reputa opportuno anche mettere dei paletti. D’altronde, è un genitore a sua volta e, pur non essendo quello di Jomyo, cerca un pretesto per darle qualche aiuto. <Mh?> A proposito dei poteri, non può che annuire distrattamente con espressione sorpresa. <Va bene, ma solo per questa volta.> Unirebbe le mani al centro del petto per formar velocemente – talmente veloce che agli occhi della ragazzina l’unione delle dita nel formare i sigilli del drago e dalla capra potrebbe non esser mai avvenuta – i sigilli necessari all’attivazione della tecnica. Utilizzerebbe il suo elemento fondamentale, quello che fa parte di sé da quando l’ha scoperto per primo: il Fuoco. Arde e l’alimenta assieme all’orgoglio smisurato con il quale ha affrontato tutte le battaglie che le si son poste innanzi. Lo incanalerebbe lungo il braccio mancino, sollevando il palmo verso l’alto e tenendolo poco più chiuso, come a formare una mezza coppetta. Da questa, dai punti di fuga, fuoriuscirebbe una piccola fiammella. Non è d’immane dimensione né in altezza né in larghezza: coprirebbe tutto il palmo, superando di poco le falangi. <…> Data questa dimostrazione, chiuderebbe la mano per formare un pugno, smettendo d’alimentare le fiamme che svanirebbero con una piccola voluta di fumo. Ci manca soltanto che rischino di bruciare dei libri. Una volta fatto ciò, con le mani non infuocate, andrebbe ad aprire quei libri affinché possa ritrovare quanto necessario. Va alla ricerca delle parole chiave come “Akatsuki”, “Pain”, “Konoha” e “demoni”. Qualunque cosa possa trovare d’interessante. E’ alla ricerca d’informazioni caratteriali e peculiari della corporazione sopracitata. Sfoglia velocemente quel tomo, tentando di soffermarsi laddove possa trovare informazioni principali e d’utilità. <Mh? Si chiamava Akatsuki. Non li sento nominare da un po’, ma sarebbe utile rintracciare qualche fonte.> E’ una bambina che crede agli elfi e che va in giro con le orecchie a punta… insomma, quanto male potrà farle rivelarle che cerca un’informazione del genere che, tutto sommato, non è neppure così confidenziale come sembra? Non specifica neppur perché lo faccia, accertandosi d’ABBASSARE la voce, sicché si trovano all’interno d’una biblioteca e vuol evitare di farsi sentire da chiunque. <Attenderò con ansia.> Si riferisce al portarle dei libri che riguardino la storia degli elfi. Si stringe nelle spalle innanzi all’ultimo quesito. <Mi piace la storia antica. Ne ho sentito parlare e sono interessata.> Reputa che ciò sia più che sufficiente. Non è neanche una vera e propria bugia. Ne conosceva soltanto qualche aneddoto per via del ruolo che hanno avuto anche con il Nono Hokage. Stando in magione, insomma, non è innaturale che abbia avuto modo di vedere e di capire, specialmente quand’è salita al “trono” per occupar quello vacante. <Non penso tu possa ricordarti di me.> E’ troppo piccola, non per ignoranza… [ Chk On ]

15:02 Furaya:
 [ Edit ][ 2/4 – Manipolazione del Katon ][ Chakra: 44/50 ]

15:18 Jomyo:
  [Interno] <Si?> rimane in attesa di sentir cosa ha da dirle, dato che parrebbe essere qualcosa di importante <Va bene.> non insiste ulteriormente, dato che sembra aver vinto la sua personalissima battaglia odierna, lasciandola inoltre libera di sistemarle il cappellino. Così il discorso riguardante le creature fantastiche e dove trovarle viene abbandonato completamente, lasciando che la piccoletta si concentri esclusivamente sulle capacità della sua interlocutrice, standosene in rigoroso silenzio mentre si prepara. Non riesce a distinguere i movimenti delle altrui mani, le quali sembrano esser tenute ferme per pochi attimi, prima di venir adoperate per canalizzare il potere del fuoco. Le sue labbra si schiudono, palesando tutto lo stupore che pervade la piccola figura della Kazutada <Wow...> palesato anche con un'esternazione appena udibile <Po-Posso fare anche io una cosa simile?> non le dispiacerebbe affatto. Cerca pure di emulare quanto eseguito dall'altra, ma non conoscendo i sigilli che ha provveduto ad eseguire in precedenza, se ne rimane ferma con ambedue le cinquine <Manca sicuramente qualcosa.> non ha nemmeno richiamato il chakra come si deve, perciò è pure naturale che fallisca miseramente nella sua esecuzione. Alle volte è in grado di esser incapace oltre ogni limite, ma forse è meglio sorvolare sulle sue mancanze. Ciò che riguarda le fantamitiche tecniche ninja vien a sua volta messo in disparte, così che le attenzioni volgano alle ricerche della kunoichi dal crine rosa <Aka... tsuki?> che nome complicato <Va bene.> annuisce, sollevando indi la cinquina sinistra per porla tesa in prossimità della tempia <Jomyo in missione.> ma di che missione parla? Fatto sta che non esita a muoversi all'interno della sala, cercando fra gli scaffali dei testi che contengono il nome di quell'organizzazione, zittendosi per non correr il rischio di disturbare nuovamente quella donzella. La sua ricerca non sarebbe fra le più lunghe <Uhm?> anche perché verrebbe interrotta durante le indagini dalle altrui parole <Ricordarmi di te?> sfarfalla le ciglia, adocchiandone il volto per studiarlo con interesse <Certo che mi ricordo di te.> si libera del suo libro che posa sul più vicino tavolo e poggia nuovamente le cinquine sui fianchi <Ci siamo conosciute qui fuori e ti sei presentata poco fa. Il tuo nome è Furaya Nara.> la indica con l'indice destro, manifestando un atteggiamento assai fiero. Non ha capito cosa l'altra intendeva, questo è proprio palese.

15:25 Furaya:
 Tutto sommato, Jomyo si sta rivelando essere un buon supporto. Nonostante la Nara non sia assolutamente convinta dell'esistenza degli elfi, ha comunque trovato un pretesto per zittire l'accompagnatrice odierna. Hanno trovato una sorta di punto di incontro che sia sufficiente per entrambe. Per fortuna, la ragazzina accetta a sua volta e non può fare a meno di sorriderle di rimando. <Grazie.> Afferma nei di lei riguardi, mentre continua a sfogliare con attenzione quei libri. Qualsiasi informazione, come già accennato, potrebbe essere utile allo scopo ultimo delle sue intenzioni. Si stringe nelle spalle innanzi alla curiosità espressa prima. <A tempo debito, se sei portata e ti allenerei come si deve penso proprio di sì.> Ci sono molte varianti da tenere in considerazione, tuttavia è inutile star qui ad elencarglieli tutti sicché il tutto si potrà vedere esclusivamente a tempo debito – non prima. Quindi, le lascia comunque il beneficio del dubbio, esattamente come se lo lascia per sé stessa. <Sì, esatto.> A proposito del nome che ha precedentemente pronunciato e che Jomyo, per l’appunto, andrebbe a ricercare. Spera che trovi qualcosa a sua volta. Nel frattempo, la Nara sta continuando a sfogliare una pagina dopo l’altra, alla ricerca d’informazioni utili. Alcuni cenni storici le fanno comunque piacere poiché rispecchiano parte della storia complessiva di quest’organizzazione che, volente o nolente, bene o male conosce per fama – positiva o negativa che fosse. Quindi, qualunque dettaglio sia direttamente collegato all’Akatsuki rispecchia senz’alcun dubbio la ricerca che sta svolgendo quest’oggi e per la quale sta perdendo discretamente tempo, il più possibile se necessario in modo che ne ricavi quel che le serve per proseguire nell’obiettivo. <Touché.> Replica ancora, ridacchiando quando la fanciulla le rammenta che, effettivamente, si son conosciute appena fuori la biblioteca, ragion per cui non è possibile per lei riconoscerla. Ha ragione. Un punto per Jomyo. Sta di fatto che, in ogni caso, proseguiranno nella ricerca – lei in particolare, qualora Jomyo decida d’abbandonarla a metà dell’opera. [ Exit ]

Fru cerca la biblioteca, ma vi incontra anche una piccola bambina che reputa d'essere un elfo. Entrano assieme nella struttura, chi per un motivo e chi per un altro. Jomyo cerca liberi sugli elfi, ma preferisce finire con l'aiutare la rosata a cercare informazioni inerenti l'Akatsuki per quel poco che ancora non sa su di loro.