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L'elfa, il Rosso e gli alberi cattivi.

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con Keiga, Liuka, Jomyo

16:22 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Una giornata come tante per il ciuffo diaspro, condita da un ardente sole che ne fa risaltare la criniera color fuoco, la quale, ad ogni passo, ondeggia lieve sul capo del Deshi. Da capo a piedi è caratterizzato, dato il clima generalmente caldo, da un outfit che mischia, come in un turbine, il bianco e nero: maglietta bianca a maniche corte ; Giacchetto nero legate in vita ; pantaloni a campana scuri color pece ; un paio di scarpe sportive decorate da un motivo a scacchiera. Il passo è lento, sereno, privo di alcuna preoccupazione, esattamente, come lo sguardo caratteristico del ninja, occupato, solitamente, da un paio di occhi socchiusi ed un sorrisino perenne, queste due qualità, inoltre, lo fanno sempre sembrare in stato di completo relax: anche quando, di fatto, non lo è. Cammina cammina, fischietta fischietta, ecco che a fermarsi, per comodità, all'ombra di un imponente ciliegio: uno dei tanti collocati lungo la via maestra che spezza ed attraversa, per intero, il bosco. Porta a contatto la schiena contro la coriacea corteccia dell'arbusto rosato, limitandosi a tirare un profondo sospiro di sollievo e ad alzare la gamba destra, attraverso la quale, poggerà il piede contro l'albero dietro di lui. < Finalmente un po' di pace...e di ombra > specifica, tra se e se, per poi, tutto sorridente, chiudere gli occhi. Il venticello gli accarezza il volto, il sole, che traspare dalle foglie, gli bacia il viso. Il ninja è in una vera e propria condizione paradisiaca, nella speranza che, al contrario del solito, qualcuno non lo disturbi.

16:33 Jomyo:
  [Parco] Con il sole alto nel cielo, le è sembrata la giornata perfetta per poter uscire un po' all'aria aperta. Questo è il motivo per cui troviamo la piccoletta all'interno del grande parco colmo di alberi, rivolgendo ben poca attenzione mentre avanza per uno dei viali presenti al suo interno. Fra le mani tiene difatti un libro, che va leggendo con discreta curiosità mentre si muove a passo pure piuttosto svelto, rischiando involontariamente di finire addosso a qualcuno o qualcosa. Fra l'altro dovrebbe essere in avvicinamento alla posizione di una giovane allieva situa da quelle parti, seppur ella non venga affatto notata a causa di ovvi motivi. Sfortunatamente la sua avanzata verrebbe interrotta da qualcosa di decisamente spiacevole, dato che all'ennesimo passo troverebbe un ostacolo, una radice per l'esattezza, la quale <Kyaaaa!> semplicemente la farebbe inciampare <Auch!> finendo con lo schiantarsi di faccia contro un albero, posto presumibilmente di fronte al punto in cui si trova l'altra. In seguito allo schianto, scivolerebbe sempre più verso il basso, finendo con l'esser sdraiata in posizione prona, standosene in quello stato per pochi attimi. Il libro le sfuggirebbe quindi di mano e le <Umpf... ngh... gnnnnn...> inizierebbe a rotolare verso destra e manca in preda ad un discreto dolore, mantenendo nel mentre ambedue le mani al di sopra della propria faccia. Questa sciocca disgraziata indossa un giacchetto lungo fino alle ginocchia ed un colbacco, entrambi tinti di un rosso acceso. Ai piedi calza invece degli stivaletti marroncini ed i suoi capelli sono racchiusi in un paio di codini. Infine indossa un paio di orecchie appuntite palesemente finte, le quali spuntano ben al di fuori del suo crine biondo ed in questo momento rischiano di staccarsi dalla sua testolina.

16:44 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Il rumore di un tonfo contro un albero è qualcosa che si riconosce al volo, soprattutto quando ci si allena per diventare dei Ninja. Riapre lentamente gli occhi, come predetto dal crine diaspro, e si guarda attorno, mano a mano, lo fa sempre più concentrato. Arresosi al dover sacrificare la propria pigrizia, si stacca dall'albero con la schiena, per poi, tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni, iniziar a guardarsi intorno. Qualche passo, qualche occhiata di qua e di là, ed ecco che trova...una povera anima sfortunata che si è appena abbattuta su una radica. Si avvicina alla piccola dai capelli dorati, col qualche passo, e raccoglie il libro da terra: gettando, immediatamente, gli occhi rubicondi sul titolo di esso. In un secondo momento, poi, si sposterebbe la mano che tiene il libro, da davanti, ad andrebbe a gettare gli occhi sulla ragazzina rantolante a terra. < Ehy, tutto bene? > le chiede, alzando lievemente la voce per farsi sentire. < Dovresti stare più attenta mentre cammini... > dice lui, che qualche giorno fa aveva fatto la stessa figuraccia, seppur in una situazione ben più particolare. < Ti è caduto questo... > ed indica il libro con il viso, per poi, puntare le iridi sulle sue orecchie. < E ti stanno cadendo anche...queste > ed allunga la mano verso di lei, non per aiutarla, ma soltanto per aggiustarle le orecchie a punta. Se ne rimane lì, in piedi, con una mano nella tasca sinistra ed il libro ad occupare l'altra, mentre, con lo sguardo gioviale, aspetta che l'altra, la poverina stessa a terra, faccia qualcosa per riprendersi.

17:00 Jomyo:
  [Parco] Rotola su se stessa più e più volte, faticando non poco ad arrestare il suo moto. Solamente nell'istante in cui ode delle parole che le sono rivolte, si ferma ed inizia a sollevarsi, piazzandosi in ginocchio <S-Sto bene.> questo è ciò che dice, ma nei suoi occhi iniziano a formarsi delle lacrime che le fanno perdere non poca credibilità, seppur lei cerchi di mantenere un atteggiamento indifferente, non volendo ammettere di aver preso una botta non da poco. Inoltre, come se non bastassero quelle lacrime a renderla poco credibile, ha la faccia in parte tinta di rosso a causa della botta ed in parte di verde, visto che sul suo visetto si è attaccata una discreta quantità di erba, strappata involontariamente dal terreno durante i precedenti movimenti. In realtà ha dell'erba attaccata un po' ovunque, dato che si parzialmente appiccicata anche ai suoi abiti <Non sto affatto piangendo perché mi sono fatta male malissimo... sniff.> tira pure sù col naso, andando a minare ancor di più quella sceneggiata <Mi è solo finita un po' di... di...> lo sguardo vaga da destra e manca brevemente <Di... cotone negli occhi.> cotone... seriamente? <I-Io sono attentissima.> l'indice sinistro punta l'albero che ha a pochi passi <La colpa è sua!> ovvio <Mi ha fatto cadere e mi ha colpita a tradimento.> sta palesemente mentendo, ma dovrebbe essere un'ovvietà. Le iridi rossicce cercherebbero quindi il suo libro <Quello è mio!> corruga la fronte <Posso riaverlo?> manifesta un ampio sorriso <Per favore.> si ma deciditi! Non appena le tocca le orecchie finte, sobbalza sul posto <Hey!> subito va a coprirsi le orecchie fasulle, volendosele sistemare autonomamente <Queste sono le mie orecchie da elfo! Se le tocchi, poi me le rovini!> secondo quale logica? <Si! Io sono una grande e potente elfa!> mente! Mente spudoratamente!

17:09 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Osserva la piccolina rialzarsi abbastanza divertito, fallendo nel non far trapelare qualche risata dalle labbra. Si curva in avanti, in modo da guardarla meglio, e va a poggiare le mani sulle ginocchia flesse: in modo da avere un appoggio. < Si si, direi proprio una favola... > commenta subito le parole dell'altra, per poi, andare a pulirle, il viso, dall'erba, attraverso la manica penzolante del giacchetto chiuso in vita. Alza, quindi, gli occhi rossi sull'albero, per poi, rimetterli sul crine biondo. < è stato lui eh? > le chiede, mentre, con la schiena, torna dritto. Si avvicina all'albero, a qualche passo da quest'ultimo, e poi...SBAM, gli tira un...pugnetto. < Ecco fatto > enuncia, tutto sorridente come se avesse buttato giù il più grande dei golem. < Ora non lo farà più > ammette, andando a mettere la mano dominante sul fianco. Getta, nuovamente, gli occhi sul libro, sbattendo le palpebre, e poi fa spallucce, limitandosi, a darlo alla ragazzina. < Ecco a te, tieni pure > le dice, accompagnando quel gesto con un caldo sorriso. Nota subito la sua reazione ostile al contatto con le finte orecchie dell'altra, limitandosi, a girare il volto verso destra e a guardarla confuso. < Ops...scusami, non ne avevo idea > in effetti lui, di elfi, non ne sapeva niente, anzi, ancor meno di niente. Ascolta la constatazione della ragazzina, palesemente falsa, ma si limita a sorridere, per poi, guardarla dritta negli occhi. < Ma certo che lo sei, l'ho capito subito che sei fortissima! > esclama a gran voce, per poi, indicare l'albero con un movimento della testa. < Infatti è stato lui a farsi male, mica tu > spiega, divertito.

17:27 Jomyo:
  [Parco] Il capo viene scosso in cenno d'assenso più e più volte <Esatto!> mostrando una centra convinzione sia nei gesti che nelle parole, facendo cadere quel castello di carte poco dopo, dato che non esita un secondo in più ad infilar la man dritta nella tasca destra del giacchetto per poter estrarre un fazzoletto, che si porta prontamente al naso per soffiarselo, per poi riportarlo all'interno della tasca. Vien poi colta alla sprovvista dal movimento del suo interlocutore, che inizia a pulirle la faccia <Ngh...> inducendola ad irrigidirsi e serrar gli occhi, sbattendo più volte le ciglia una volta conclusa quell'operazione atta a pulirle il volto. Lo sguardo si porta prontamente sull'altrui volto <Perché lo hai fatto? Io stavo benissimo.> gonfia le guanciotte <Ma grazie.> ed ancora una volta dimostra di non saper bene cosa voglia realmente. Segue il breve spostamento dell'altro, posando ambedue le cinquine sulle ginocchia per ritrovare la postura eretta <Si, proprio lui.> annuisce <Stai attento! Quello è un pericolosissimo albero di Pescochenonpesca!> se lo è palesemente inventato in questo esatto momento per avvalorare la sua storia. Ma a nulla valgono le di lei parole, dato che lui colpisce il tronco dell'albero <Woooooow!> una vista che le fa illuminare lo sguardo <Come sei coraggioso e forte!> nonostante abbia fatto qualcosa di parecchio semplice, sembra aver conquistato la sua stima. Certo che è fin troppo semplice riuscirci. Ad ogni modo non esita a recuperare il suo libro <Grazie.> posa le iridi sul volume <Come ti chiami?> di solito ci si presenta prima di chiederlo <Io sono Jomyo! Tu come ti chiami?> si ma dagli il tempo! Ogni sua richiesta viene accolta dall'altro <Vuoi rapirmi?> così, di botto <Posso pagarti con dell'ottimo succo di frutta.> se volesse veramente farle del male, probabilmente non si fermerebbe per qualcosa di così banale <E se non basta... posso supplicarti.> non ha altro da dargli <Ma ti prego, non fare del male alle mie orecchie.> sta facendo tutto lei. Il problema è che con questo atteggiamento, ha appena ammesso di non essere affatto forte come millanta <Ah giusto...> posa il dorso di ambedue le mani sui fianchi <Io sono troppo forte ed elfosa per poter essere rapita.> se lo dice lei, deve esser per forza vero <E-Esatto!> torna ad annuire con una certa sicurezza, ben visibile sul suo visetto.

17:34 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Lascia che la ragazzina parli sciolta come una mitraglietta che usa dizionari come pallettoni. Non ascolta ogni cosa di ciò che dice, o meglio, la sua espressione rimane immutata, ergo, potrebbe sembrare che stia ascoltando ogni cosa. Davvero una persona gentile il crine diaspro, si, a tratti però. < Mi chiamo Liuka, è un piacere conoscerti Jomyo > e a quella piccola presentazione inizia a guardarsi attorno, come a voler cercare chi si fosse potuto perdere una macchina da distruzione così piccola quanto ben curata. < No certo che, non rapisco nessuno > ammette, mentre usa le mani, in un movimento laterale, per mimare un buffo segno di dissenso. < Insomma, non ci riuscirei anche se lo volessi > regge il gioco all'altra, limitandosi a guardarla sorridente. < Senti Jomyo, i tuoi...genitori? > quello era un luogo decisamente sicuro, eppure una entità goffa come lei non dovrebbe vagare da sola per parchi con radici fin troppo esposte. < Oppure sei venuta qui da sola? In questo caso dovresti stare attenta, gli alberi sono molto pericolosi... > le confida, con un sussurro, per poi, tornare dritto. Rimette le mani nelle tasche, in attesa di una risposta dalla piccolina, e riprende a guardarsi attorno: con il medesimo scopo di prima. Il fare del crine biondo è decisamente particolare, per non parlare delle...fittizie orecchie a punta. Liuka non aveva molto da fare, ergo, poteva decisamente perder tempo con il primo ragazzino egocentrico che gli passava davanti. Tira un profondo respiro, eppure, rimane sorridente: sia in volto che in animo.

17:39 Keiga:
 Di certo le cagnoline, se vuoi spassartela, te le devi andare a cercare. Che stia passando per quel posto che pare pure romantico, quando è pieno di petali svolazzanti, è un puro caso. Si presenta con un cane enorme rispetto allo standard della sua razza. Un pastore italiano completamente nero con le orecchie a punta ed il muso da lupo. Il pelo nero non è troppo lucido dato lo zozzume, ed è particolarmente più folto all'altezza del petto e del collo. Le zampe sono muscolose dalla spalla fino a quello che potrebbe essere considerato il gomito. L'ultima parte è tozza, di quelle che con una zampata è capace di buttarti per terra senza troppo sforzo. La coda nera è lunga ma non troppo ed in questo momento è ferma. Segue la linea del garrese, dritta ed immobile. Ha fiutato un odore conosciuto, è da un pò che gironzola ma finalmente ha trovato e riconosciuto il portatore sano, per ora, di quell'odore. Liuka. Ed è proprio da un punto di distanza di circa una decina di metri che lo fissa. Gli occhi neri sembrano guardarti l'anima ed il muso è immobile, puntato, dritto verso il ragazzo dai capelli arancioni. Le zampe affondano nell'asfalto o qualsiasi cosa sia, graffiandolo come se dovesse constatarne la consistenza. Le labbra si alzano di poco nel guardarlo ma già si notano i canini, notevolmente grossi, che sbucano da li sotto. Un leggero ringhio che proviene direttamente dalla gola annuncia la sua presenza, nel caso il ragazzo non ese ne fosse accorto. Ricordiamo il gioco? Fino a che non lo avesse trovato.. La ragazzina non la degna di uno sguardo. Per ora è impegnato a bullizzare il ragazzino. L'umana? Non c'è. Non nelle immediate vicinanze per lo meno. Solo lui, che può fare tutto quello che vuole senza essere fermato.

17:53 Jomyo:
  [Parco] <Liuka... Liuka...> ne pronuncia il nome un paio di volte, volendo cercare di memorizzarlo meglio <Io sono Jom... no aspetta, lo ho già detto.> almeno se ne è resa conto da sola e non è affatto poco. Torna a sfogliare per qualche attimo il libro, volendo controllare se si è rovinato in seguito alla caduta <Va bene.> tutto in ordine apparentemente, perciò può tornare a prestare attenzione al suo interlocutore <Meglio.> non voleva correre il rischio di dover fuggire al massimo della sua velocità e chiedere aiuto al primo individuo che passa <Esatto.> il fatto che stia al suo gioco è preoccupante. L'altrui domanda la induce a piegare il capo di lato <La mia mamma è a casa, mentre il mio papà sta lavorando.> è giunta lì da sola, priva di qualcuno che potesse vegliare su di lei e le impedisse di fare ciò che ha fatto fino ad ora <Io sono grande e posso andare ovunque! Anche perché con le mie capacità da elfa posso scappare se sono in pericolo.> annuisce più volte, manifestando nuovamente una considerevole sicurezza <Posso farcela! Nessun albero potrà sconfiggermi!> affermazioni forti dette da una ragazzina molto strana. Le attenzioni si spostano quindi su di un altro soggetto, un canide che pare avercela con loro <IIH!> facendola sobbalzare nuovamente sul posto, piazzando il libro a protezione del suo tronco <Non ho affatto paura.> cerca di giungere alle spalle del rossiccio crine <Mi sto mettendo qui solamente per poter studiare la situazione.> certamente <Non lo faccio perché tu possa farmi da scudo e mi permetta di fuggire da quello.> farebbe capolino con la testa da oltre la di lui figura, fissando nella direzione in cui sembrerebbe esserci l'animale. Potrebbe realmente scappare lasciandolo lì? No, probabilmente userebbe il libro come arma improvvisata e cercherebbe di darlo in testa al cane qualora fosse necessario aiutare l'altro, ma si augura vivamente di non dover correre un rischio simile.

18:03 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Il caro ciuffo arancio, che il cane ancora non lo ha notato, ha occhi ed orecchie soltanto per la stramba ragazzina, alla quale annuisce diverse volte, come a dimostrarle, che stesse ascoltando. < Beh beh, però se tu fossi con i tuoi genitori...anche loro potrebbero vedere quanto sei brava > insomma, questa ragazzina dai capelli biondi e dallo strano outfit, ma di gusto, deve essere portata in un luogo supervisionato da un adulto e che sia privo di alberi. Era già pronto ad offrirsi di accompagnarla, pronto anche a portarcela, peccato che...un ringhio, si, basta quello. Con il corpo è marmoreo, eppure, lentamente, gira le iridi rosse sul verso gutturale. Canide a ore tre. Deglutisce. Pronto a darsela a gambe ritorna con il viso verso quello della ragazzina, eppure, non la trova. Il mistero è presto risolto, il crine d'orato si è nascosto dietro di lui per proteggersi. No, ora decisamente non poteva scappare. Gira il busto verso il cagnone nero, deglutendo, e lo fissa dritto negli occhi. < Ok bestiolina, questa volta non posso scappare. Jomyo, tu rimani lì dove sei...qualsiasi cosa, corri via > avverte la ragazzina, facendo capolino, con il viso messo di piatto, dalla propria spalla destra. Riprende a guardare dritto davanti a se, in direzione della bestia, e cruccia lo sguardo: espressione seria, labbra a riposo dai suoi faticosi sorrisi. Porta il bacino verso il basso, flettendosi sulle ginocchia, ed incrocia il braccio destro davanti al petto, per poi, tenere l'altro, il sinistro, parallelo al fianco posto al medesimo lato. Stringe le mani a pugno e solidifica la presa, strofinando il piede sinistro contro il terreno. Se qualcosa doveva succedere, era pronto.

18:11 Keiga:
 E' ovvio che anche sta puntando il ragazzo, le sensazioni e percezioni siano rivolte in quella zona in generale. Motivo per cui, quando la piccoletta si spaventa, lui inclina di poco il muso di lato prima di riportarlo diritto, facendo un altro passo nella loro direzione. Gli occhi neri si posano nuovamente su quelli rossi di Liuka che, molto ingenuamente o coraggiosamente, punta i suoi in quelli del cane. Un atto di sfida per un predatore. Un qualcosa potrebbe portarlo ad attaccare senza pensarci due volte. Ma non è, per sua fortuna, questo il caso. E' un incontro voluto da una coincidenza. Anche se per lui stanno ancora giocando, sa che non può fargli del male, anche se ancora gusta la sua carne sgretolarsi tra le fauci. E' a 10m e se ne mangia 5m avvicinandosi di corsa, ringhiando e sbavando per incutere più timore. Vuole solo questo, lo stronzone. Mettere ansia, far pensare che, come l'altra volta, non è da solo e magari qualcunuo di sua conoscenza potrebbe comparirgli alle spalle da un momento all'altro. E si ferma a quei 5m. Abbaia una volta, due, schizzando bava dalle fauci. E poi di punto in bianco balza via. Se n'è andato o attaccherà da un altro lato? O attaccherà lei? Non lo sapranno fino a che non se li troveranno davanti o dietro o troppo vicini per avere i giusti riflessi per proteggersi. [X]

18:22 Jomyo:
  [Parco] Scuote il capo in segno di diniego <Non posso stare sempre con loro. Prima o poi dovrò pure imparare a cavarmela da sola.> per una volta ha detto qualcosa di giusto e non una delle sue tante scemenze. In questo caso non vuol semplicemente apparire più sicura di sè come fatto precedentemente, ma piuttosto esprimere un suo pensiero reale, palesando un piccolo sprazzo di maturità che comunque svanirà piuttosto presto di scena. La loro conversazione vien presto interrotta dato che le attenzioni di entrambi vengon rivolte al cane, che con la sua sola presenza sembra esser stato in grado di intimorire entrambi <P-Perché fa così?> come se lui lo sapesse <Eh? Devo restare qui o andarmene?> non sembra aver capito <Ma io non voglio andarmene. Posso lanciargli il libro se si avvicina.> ed a cosa servirà farlo? Non sarà qualcosa che verrà scoperto in questa occasione, dato che l'animale si avvicina pericolosamente a loro <IIH!> intimorendola ancor più di prima, tant'è che serrà istintivamente gli occhi per parecchi istanti, stringendo con maggior forza il libro al suo petto. Trascorrono dei lunghissimi istanti, prima che lei torni a schiuder gli occhi ed inizi a cercar la figura dell'animale <D-Dov'è?> tremolando nel mentre come una foglia smossa dal vento <Se ne è andato?> così parrebbe, anche se non c'è alcuna sicurezza al riguardo. Eppure la situazione sembra essersi tranquillizata <Lo conosci?> ed a lei viene spontanea una domanda, che non esita a rivolgere al rossiccio, dato che dalle di lui parole sembrerebbe non esser affatto al suo primo incontro con quella belva feroce.

18:34 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Deglutisce nuovamente alla vista del cane convinto, eppure, stando a protezione di quella bambina, non se la sente minimamente di muoversi, anzi, avrebbe preferito un morso sull'avambraccio piuttosto che farlo. Gli occhi costanti sul canide, ne segue ogni passo con le iridi color fuoco. Lo segue fino a quanto questo...se ne va? Sbatte le palpebre, più confuso che spaventato ora. Poi, ci stava pensando solo ora, dove era quell'animale della sua padrona? Nel senso, la ninja che cammina su quattro zampe. Torna retto con la schiena, per poi, poggiare le mani sui fianchi. < Non lo so, ma credo se ne sia andato...per ora > già, conoscendo le attitudine del grosso canide, a quest'ora, si sarebbe ritrovato senza testa. Si gira verso la ragazzina, sentendo la sua domanda, e scuote la testa in segno di dissenso. < Chi? Io? No no, non lo conosco affatto > è proprio un pessimo bugiardo. < Piuttosto, è ora che tu torni a casa, inizia a farsi tardi > Già, e quando si fa buio il grosso cane nero viene a prenderti se non sei sotto le coperte!. Tira un sospiro di sollievo, uno profondo, sollevato, per poi, guardarsi attorno. < Già, e anche io devo andare, quindi...dimmi dove abitano i tuoi che ti accompagno > si offre volontario, essendo le strade notturne, soprattutto ultimamente, non la più sicura delle cose. < Che ne dici? > le chiede, riprendendo l'espressione ed il tono gioviale. Una giornata sicuramente scandita dalla calma, dai cani, dai bambini goffi e dal buffo modo degli alberi di essere pericolosi.

18:47 Jomyo:
 La tensione è arrivata rapidamente al suo apice, ma è scomparsa con la medesima velocità con cui si è manifestata, consentendole di tornare a dialogare con quel tipo in tranquillità. In verità c'è ancora un minimo di tensione che la pervade, ma per il momento sta venendo ignorata. Fatica a credere che il cane se ne sia andato in quel modo, ma anche se si prende alcuni secondi per cercarlo nei suoi immediati dintorni, lui non pare affatto palesarsi. Può quindi riprender la parola e tornar a scrutare il rosso in volto <Veramente?> piega il capo di lato <Però prima hai detto che questa volta non saresti scappato.> perciò non può esser la prima volta che lo vede <Eh? Ma perché?> gonfia le guance nuovamente, facendo cadere le braccia in direzione del terreno, le quali iniziano ad ondeggiare per diversi secondi. Non vuol andare così presto a casa <A me non va di andare, ma se vuoi andartene te lo permetto.> da quando ha bisogno del suo consenso? Lui si offre pure di accompagnarla a casa <Ma ti ho detto che non voglio.> si impunta, non volendo abbandonare il bosco attualmente. Si mette pure seduta in prossimità del crudele albero che l'ha fatta inciampare in precedenza, poggiando la schiena al suo tronco, provvedendo ad aprir il libro ed a sfogliarlo per tornare alla pagina a cui si è fermata a causa della caduta, iniziando a far scorrere le iridi rossicce sulle sue pagine per poter riprender la sua lettura.

18:55 Liuka:
  [Bosco Dei Ciliegi] Quella ragazzina è testarda, tanto testarda, forse anche troppo testarda. La osserva abbastanza crucciato per qualche secondo, eppure, basta poco, ed il suo sguardo si scioglie in un sorriso. Allunga una mano sul crine biondo della ragazzina e veloce smuove la mano su capo di quest'ultima, cercando di smuoverle i capelli. < Va bene va bene, ma sta attenta. Io devo andare, per ora. Buona serata Jomyo! > esclama, sorridente, per poi, con un cenno della mano, salutarla. Si volta, le da le spalle, e cammina verso l'inizio del parco, a passo lento, calmo. Prende il giacchetto dalla vita e lo indossa, per poi, tirare sul la zip fino al colletto: in modo da schermarsi ben bene dal freddo in arrivo. Ancora non era sicuro di volerla lasciare lì da sola, eppure, una persona così testarda...è sicuro che andrà lontano, già, forse, chissà, sarà anche un ottimo ninja. Per ora, forse, però, stava vagando fin troppo con la testa, difatti, si mette una mano sulla fronte e scuote il capo, limitandosi, a ridacchiarsela. Lui ha un obbiettivo in mente, cose da fare, eppure il mondano, la vita di tutti i giorni, lo distraggono sempre. Chissà, forse questa sera, per cena, troverà qualche notizia interessante, oppure un distante parente che li è venuti a trovare. Non sa cosa gli riservi il resto della serata, eppure, è felice che la giornata sia andata in quel modo. Certo, nel tornare si guarda bene dal canide nero, eppure, è convinto che, in assenza della padrona, il bestione diventi docile come un vegano in macelleria. [Exit]

19:06 Jomyo:
  [Parco] Si aspettava che avrebbe insistito con lei o che avrebbe cercato di portarla via di lì contro la sua volontà, invece pare aver accettato di buon grado la di lei decisione di non abbandonare ancora questo luogo. Lei dal canto suo non pare comunque intenzionata a seguirlo, nemmeno quando lui si prepara ad andarsene <Hey!> si limita giusto a mostrare un lieve broncio nell'istante in cui posa la sua mano sulla sua piccola testolina <Rischi di farmi cadere le orecchi!> un crimine inaccettabile per lei, che prontamente abbandona il libro al di sopra delle sue gambine e provvede a sistemar le orecchie a punta, volendosi assicurare che esse non si stacchino dal suo capino. Lo sguardo abbandona le pagine del volume e vien rivolto alla figura del rosso crine <Ciao ciao.> che è ormai prossimo ad uscir di scena. Rimasta sola non può far altro che tornarsene alla lettura di quella favola che l'aveva catturata, fantasticando un po' sul mondo immaginario di cui si narra in quello scritto, che tratta ovviamente storie sugli elfi. Probabilmente dovrà trovare un'ottima scusa con sua madre, visto lo stato in cui ha ridotto i suoi abiti, ma di questo non si parlerà affatto, dato che la vicenda che l'ha vista in parte protagonista si conclude qui. Cala il sipario.

Durante una delle sue tante e mirabolanti avventure, il caro Liuka si imbatte nella figura di Jomyo: una stramba ragazzina con orecchie finte che crede di essere un potente elfo. Tra alberi malvagi e cani grossi più grossi, la giornata si svolge nella paura e nell'avventura di quel piccolo parco.