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Non avere più segreti

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con Shizuka, Kan

15:04 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Le mani giunte davanti al petto, sigillo della capra imposto, occhi chiusi per richiamare a se quel potere utilizzato dagli shinobi. Ricercata la fiammella blu della psiche a livello del cerebro, quella rossa della forza a livello dell'addome, qualora entrambe venissero trovate cercherebbe poi di convogliarle e farle mergere a livello dello stomaco, poco sotto il cuore. Se vi fosse riuscita avrebbe generato quella fiammella viola, e avrebbe percepito quel potere pervaderle il corpo e iniziare a scorrere ovunque. Una volta riuscita in tale impresa gli occhi blu si sarebbero mostrati limpidi al mondo, trucco appena accennato con quella virgoletta di eyeliner e quel mascara ad allungarle le ciglia, i capelli rossi sciolti morbidamente a coprirle le spalle. Indossa un paio di jeans strappati in più punti lasciando intravedere la candida pelle, delle calzine bianche ai piedi, gli anfibi abbandonati al loro destino all'ingresso dell'abitazione del Sumi. Il busto invece è coperto da questa maglioncino a maniche lunghe bianco a collo alto, che tuttavia resta molto corto sul ventre, lasciandolo praticamente completamente scoperto, coprendo il prosperoso seno e poco oltre insomma. Al collo indossa la collana con il pendente a farfalla, d'oro con le ali blu, la parte di schiena scoperta fa intravedere quella parte finale delle ali tatuate li sopra, i colori i medesimi della collana; anche il tatuaggio sotto al seno sinistro si intravede nelle sue ultime due lettere. Il faccino è abbastanza corrucciato mentre osserva il fare del bianco, seduta sul letto con una gamba che penzola verso il basso e l'altra piegata e poggiata sul materasso: << Sbrigati a toglierti quella maglietta! Che quella spalla va sistemata subito! >> Già perchè dopo quella missione lui se n'era andato in giro con quella botta ricevuta come se nulla fosse, come una specie di monito probabilmente ma alla Kokketsu il fatto che lui stesse male non va proprio a genio. [Se Chakra 30/30]

15:19 Kan:
  [Camera] In camera da letto portato dalla ragazza per cominciare quelle cure al proprio corpo, invalidato dalla missione. Sbuffa girovagando per la stanza, passo dopo passo, sguardo chinato verso il basso. Il vestiario da lui indossato rasenta la semplicità più pura, un semplice pantalone nero della tuta nel ricoprire gli inferiori arti giungendo fino alle caviglie, calzine bianche a sua volta nel ricoprire i piedi così da tenerlo appena più caldo. Il busto risulta ricoperto da una maglietta bianca a maniche corte recante sul lato sinistro il simbolo di Konoha, un'aggiunta da parte sua a quell'outfit. Veloce lo sguardo lanciata alla nanetta, il suo modo di vestire, quella maglietta corta aumenta, in un certo senso, il desiderio nei di lei confronti eppure nulla vien detto limitandosi a deglutire e digrignare i denti per il dolore portato avanti da quel livido. Smuove appena l'arto cercando di farselo passare ma a niente valgono tali tentativi futili. Lo sguardo corrucciato dell'altro scioglie il volto dell'albino il quale si avvicina all'altra accorciando le distanze, si sofferma dinanzi ad essa <Non è così fastidiosa eh> ammette franco per poi prendere la maglia dai bordi e, tirandola su ne scopre l'epidermide esattamente dinanzi agli occhi della rossa. La maglia viene tolta, busto scoperto lasciando il fisico in mostra, allenato ma non troppo, spalle sufficientemente larghe, muscoli non troppo definiti o delineati. Qualche altro passo è effettuato sedendosi al di lei fianco donandole la schiena, in particolare il punto incriminato mentre dalla tasca del pantalone tira fuori il cellulare il quale è riposto poco vicino alla coscia. Viso ancora chinato, pensieroso, immerge se stesso nella mente lasciando che quella mole di pensieri l'attraversi rendendolo particolarmente silenzioso rispetto al solito. Deglutisce nuovamente rivolgendo la mente a Rasetsu, all'Ochaya, a quei tanti piccoli fattori ancora nascosti e di cui non può non far menzione. Quel rapporto da lui desiderato così a lungo finalmente risulta essere realtà, rovinarlo per qualche segreto è troppo <Shizuka> ne richiama l'attenzione pronunciandone l'interezza del nome <Mia> passando poi al nominativo unico solamente per loro, identificativo di quel legame <Quando mi guardi negli occhi, cosa vedi?> ironico come ponga una domanda senza avvedersi del visino altrui, nascondendo se stesso, ponendo, forse, una piccola barriera dettata, probabilmente, da un'inconscia paura.

15:41 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Lui sembra più nervoso del solito si muove per la stanza attendendo il di lei impasto, quando viene rimbeccato smnuisce il problema anche se lei ha colto più volte la distorsione sul viso del Sumi per quel dolorino da niente. << Non è così fastidiosa significa che un poco lo è! >> Risponde piccata quasi, non vuole che lui fra tutti stia in giro mezzo menomato quando cura metà della gente del villaggio a lavoro. Le si avvicina spogliandosi davanti a lei, che di contro non arrossisce nemmeno, quel corpo che tanto ama è ferito, nient'altro importa al momento per quella testolina rossa. La professionalità non lascia spazio all'imbarazzo mentre lui si siede accanto a lei, la spalla viene studiata, quel livido colto e il faccino si fa ancora più imbronciato. << Sono io il tuo scudo! La prossima missione col cavolo che ti allontani da me! Non ti deve toccare nessuno! >> E' arrabbbiata più con se stessa che con lui, per tatticità si sono divisi ma lo ha lasciato scoperto, in balia dei nemici che gli hanno fatto del male. Le manine verrebbero mosse a coprire quella zona del corpo, occhi chiusi e il chakra verrebbe mosso in direzione degli arti superiori, fino alle estremità. Qualora fosse riuscita in quello spostamento sarebbe andata a concentrare quel chakra verdognolo di tipo medico fino a farlo fuoriuscire dai propri tsubo posti sui palmi, così da lasciarlo passare attraverso il corpo allenato dell'altro. Se fosse riuscita in tale impresa, lentamente il corpo di lui sarebbe stato avvolto da un iniziale calore, per poi lasciar posto a un lieve formicolio. Mentre la Kokketsu è concentrata in quella manovra lui resta li, passivamente a farsi curare, mentre la mente vola altrove. Penseroso come non mai estrapola poi una domanda abbastanza strana dopo averla chiamata per nome, e poi con quell'epiteto che si sono dati. << Dipende dal momento Mio. >> La risposta è spontanea, semplice, ovvia. Ogni volta che i loro occhi si incontrano si raccolgono informazioni diverse. << Ci vedo quello che provi. Quello che tu vuoi mostrarmi. Rabbia, amore, tristezza, gioia. >> Un elenco, molto semplificato di ciò che la rossa può vedere in quei bellissimi occhi dorati. << Adesso ci vedo parecchio turbamento. Che c'è? E' successo qualcosa che non posso curare? >> Lui le porge la schiena, ma questo non basta a nascondere quei sentimenti che si espandono da quella figura che poco per volta si è aperta a lei completamente. [Se Chakra 25/30 -> 5 per mani terapeutiche][+8pv per turno][2/4 turno per mani terapeutiche]

15:59 Kan:
  [Camera] Leggero il sorriso creatosi sul volto del Sumi, il suo essere piccata, l'essere arrabbiata per quanto accaduto il giorno della missione. Anch'essa è presente nei suoi pensieri <Ho comunque preso una botta, non è grave. Passerà in breve, ho fatto la mia diagnosi> sminuisce il danno, non desidera farla stancare, permetterle di sprecare chakra per qualcosa che può guarire da sola da un giorno all'altro. Si spoglia posizionandosi al lato di lei, dandole la schiena, esattamente alla sua mercé ed in tal momento percepisce ancor di più quella rabbia, il malessere per non essere riuscito a proteggerlo <Amore, non è colpa tua> tono abbassato, decisamente addolcito rispetto a prima <Ho fatto abbondantemente pena, non sono riuscito a combinare nulla di buono quel giorno e questo livido è la giusta punizione> duro con se stesso, non può essere altrimenti dopo aver fatto poco e nulla nell'arco di una semplice missione C. Tanto è riuscito a risolvere nel teatro, quanto è rimasto deluso da se stesso all'interno del negozio. Brevi attimi in cui il chakra medico viene percepito sul proprio corpo, rilassato lo lascia agire su di se, un calore unico, un sollievo immenso ed istantaneo lo porta a curare ogni singolo punto malandato della propria spalla. Il livido non fa più tanto male, al contrario, tale dolore risulta quasi del tutto svanito mentre la cura della rossa procede e ne ascolta le parole, il dire, quella risposta attesa quanto temuta. Deglutisce nel comprendere che ancora una volta mostra quelle emozioni in modo robotico, selezionandole eppure, con lei, è un libro aperto. Socchiude le palpebre chinando nuovamente lo sguardo verso il basso, sospira pesantemente cercando di rilassare maggiormente l'interezza dell'essenza di cui è dotato <No Mia ma, ricordi il pranzo con i tuoi, quando ho parlato di quelle due missioni segrete?> breve pausa presa <Io mi fido solo di te, perciò non voglio che ne faccia parola con nessuno ma...non voglio avere segreti con te> deglutendo nuovamente. Capo rialzato, palpebre sollevate, dorate puntate sulla stanza ad osservare l'ambiente permettendo alla rossa di continuare con le proprie cure <Mesi fa partecipai alla serata di inaugurazione dell'Ochaya dove appresi qualcosa> nuovamente si ferma <Fin da subito ho compreso come un locale del genere non fosse del tutto pulito ma ho scoperto, credo, che la proprietaria tempo fa rapì una bambina e i genitori quella sera hanno tentato di liberarla, invano> concludendo quel breve racconto così da portarsi avanti <Decisi che avrei indagato sulla faccenda così mandai una richiesta per entrare nello staff dell'Ochaya come dipendente per poter agire dall'interno> schiarisce la voce <Sono stato preso> concludendo infine con il primo segreto, la prima missione segreta da lui assegnatosi per poter indagare sulla faccenda di quella ragazzina. I ricordi cominciano ad essere sbiaditi, non più chiari come prima seppur cerchi di riportare tutto quanto alla luce.

16:19 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Lui sminuisce e lei se ne frega, continuando a infondere quel chakra nel corpo altrui, rendendolo come nuovo in poco tempo. << E' anche colpa mia! Sarei dovuta essere più vicina! >> Si lamenta, lui non è soddisfatto di se e lei nemmeno, ha eliminato facilmente quella minaccia che ha dovuto affrontare, però ha lasciato che un compagno venisse ferito senza poterlo aiutare, una mancanza che ritiene gravissima soprattutto perchè lei ha scelto di essere lo scudo del Sumi. Permane a curare quella spalla, finchè non la vedrebbe completamente ripresa, mentre le parole femminili di preoccupazione si rivolgono all'albino che risponde prontamente per disperdere i dubbi nella mente rossa. Lui fa menzione a quelle missioni segrete che aveva vagamente nominato duranto il pranzo con i genitori, cosa che aveva gia rimosso; in fondo se è qualcosa di assegnato e segreto lei non sarebbe dovuta esserne a conoscenza. Però lui vuole evadere quella segretezza, perchè la fiducia che ripone nella ragazzina è totale o forse perchè il peso della segretezza può essere difficile da sopportare. Terminate quelle cure le braccia scivolerebbero in basso, poggiate a sfiorare i fianchi scoperti di lui, mentre il racconto inizia. Si parla di mesi prima, molto probabilmente prima che un loro esistesse ancora, e si parla di quel locale in cui la nanetta non è mai entrata, dato che minorenne. Sa che cosa accade li dentro, sa che lui ci ha passato parecchio tempo anche a divertirsi come cliente, ma quello che è stato non la impensierisce per nulla. Però la storia che viene fuori è qualcosa che non si aspettava minimamente, tanto meno la risoluzione dell'essere stato assunto. Lui sentirebbe quelle mani allontanarsi dal proprio corpo, potrebbe percepire il rialzarsi del letto poichè la Kokketsu si alza da quella seduta andando a portarsi di fronte a lui. Con entrambe le mani andrebbe a spingere quel corpo come a suggerirgli di sedersi in maniera più profonda sul letto, non solo sul limitare, e qualora avesse esaudito quel desiderio silenzioso si sarebbe poi seduta sulle gambe altrui, divaricando le proprie e ponendosi di fronte a lui, iridi blu a ricercare le dorate. << Quindi mi stai dicendo che quel Sumi sbruffone e frivolo ha deciso mesi fa di salvare una bambina? >> Lo canzona un poco, un sorriso divertito sul visino, nemmeno l'ombra di una possibile arrabbiatura in quegli occhi blu come il mare. << Hai scoperto qualcosa Mio? Hai bisogno di aiuto? E' pericoloso stare li dentro a indagare da solo... >> Preoccupazione, questo prevalentemente quello che lui può scorgere sul viso di lei, altro non c'è se non timore per lui. [Se Chakra 24/30 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche][+8pv per turno][2/4 turno per mani terapeutiche]

16:36 Kan:
  [Camera] <Colpa tua?> innalzando un sopracciglio, labbra distese in un breve sorriso, non divertito seppur ella non possa guardarne il viso, quella posizione da lui presa impedisce ogni corretta visione, ogni sfumatura del volto e dell'animo umano <Avevamo una strategia, tu hai reso fede a quanto fatto mentre io, beh, ci ho messo troppo e ho rischiato più di tutti, inutilmente> alzata veloce di spalle. Digrigna i denti quanto basta mentre la cura procede senza ulteriori intoppi lasciando scemare il livido e con esso il dolore della botta presa qualche giorno fa. Si sente meglio, risanato nel corpo effettua un sospiro di sollievo testando quanto avvenuto con una rotazione dell'arto superiore. Recupero totale grazie all'intervento della rossa <Sei la migliore> riferendosi ovviamente al suo essere una piccola dottoressa, seppur agli inizi. Comincia quel racconto parlando della prima missione segreta auto affidata per indagare su questa ragazzina, scoprire di più e l'unico modo per farlo è agire dall'interno. Non fa in tempo a dire nulla di più volgendo lo sguardo nel percepire delle movenze alle proprie spalle; segue la Kokketsu, le dorate non la perdono di vista lasciandosi spingere all'indietro, posizionato meglio su quel letto con ella a cavalcioni su di se. Nonostante tutto, tale posizione suscita in lui un certo effetto, deglutisce schiudendo appena le labbra, attratto, desideroso di andare oltre la semplice chiacchierata. Incredibile come la rossa porti in lui certe emozioni persino in momenti di assoluta serietà. Palmi posati sugli altrui fianchi, stringe appena il corpicino dell'unica dandole completa fiducia nel rivelare tutto quanto. Umetta le labbra con lento moto della lingua sul superiore e sull'inferiore, il giusto rendendole morbide, appaganti sotto certi aspetti <Non sono senza cuore, so cosa vuol dire crescere senza genitori e se posso, vorrei evitare di farlo passare a qualcuno> sorridendole a propria volta di rimando. Inspira, espira prendendo e rigettando aria dai polmoni, li libera, rende il corpo decisamente più leggero <Purtroppo ancora no. La mia idea era agire dall'interno, ingraziarmi il capo in qualche modo ed entrare, non so, nella sua cerchia?> quello il glorioso piano deciso <Lo so ma chiedere il tuo aiuto significa metterti ulteriormente in pericolo e già mi stai aiutando in tante cose> deglutendo innalzando il destro arto per porre sul visino di lei una leggera carezza, innocente, lenta <Il mio capo si chiama, o meglio, è chiamato Kemono e basta, non so altro. Forse puoi aiutarmi in questo, indagare su questo nome dall'esterno senza dare nell'occhio> ecco in che modo può dargli una mano, aiutarlo in silenzio, all'oscuro di tutto e di tutti <E poi c'è il secondo segreto che sto portando avanti da quando, credo, ci siamo conosciuti, forse anche prima> ammette francamente continuando le carezze sul visetto della ragazzina. D'istinto il viso è avvicinato, labbra incontrano quelle di lei in un bacio veloce, casto, diretto ma desiderato.

16:57 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Ognuno con il suo punto di vista, ognuno che avrebbe voluto fare di meglio durante quella missione, ma forse entrambi stanno chiedendo troppo a due ragazzini inesperti anche da quel punto di vista. Quel complimento che le arriva con quel movimento del braccio la fanno arrossire appena anche se il viso si imbroncia nonostante lui non possa scorgerlo: << Questo non vuol dire che tu debba farti male ogni volta chiaro?! >> Già non vuole curarlo se possibile, prevenire è meglio. Lui racconta e lei si sposta, non si accorge nemmeno che quel modo di porsi è ben più che spinto in un'altra direzione che non sia la serietà. I cricetini l'hanno semplicemente indossa a posizionarsi in maniera che riuscisse a stargli più vicina possibile, perchè quei toni l'hanno indotta a percepire quanto lui necessitasse di averla accanto. Lo osserva, gli parla e lo canzona, i moti delle labbra altrui però ne attraggono lo sguardo e solo in quell'istante si rende conto di aver esagerato con quel mettersi a cavalcioni. Un leggero rossore si fa strada sulle guance, mentre ottiene risposta seria nei confronti delle parole della rossa. << Io questo lo sapevo già. >> Si riferisce ovviamente al fatto di non essere senza cuore, << Per questo mi facevi venire i nervi Mister Indifferenza >> Un piccolo colpo viene dato sulla fronte di lui, con il medio della man destra che viene trattenuto dal pollice e poi scatta in avanti repentinamente. Ne ascolta i piani, i progetti, il visino che si impensierisce nuovamente: << Lo sai che arrivare tanto in alto in un posto tanto corrotto è pericoloso? Come puoi uscirne senza sporcarti le mani poi? >> O si distrugge tutto oppure la cosa diventa veramente complessa. La esclude dal lavoro sul campo, non vuole metterla in pericolo oltre al fatto che lei farebbe fatica a ottenere un lavoro essendo minorenne. Però le viene offerto un nome su cui indagare, su cui tendere l'orecchio. << D'accordo Mio, sarò invisibile! >> Gli rifila un occhiolino come se fosse divertita dal gioco delle spie, cerca di stemperare un poco la tensione che lui sembra portare sulle spalle. Quei tocchi sul viso le trasmettono un timore infinito, le sta dicendo quelle cose solo perchè non riesce più a tenersele dentro ma ora la paura maggiore è che lei ne venga coinvolta. Il secondo segreto viene menzionato ma poi si interrompe, portandosi in avanti, rubandole un bacio veloce e casto, come se avesse bisogno di percepire quel contatto prima di proseguire. Non se lo aspettava, ricambia a malapena quel contatto così diretto per questo le braccia femminili vanno a stringersi attorno al collo del bianco, avvicinando il proprio corpo e il proprio viso a quello di lui, poggiando nuovamente le labbra su quelle del compagno, in un bacio si casto ma sicuramente meno rapido e più passionale. Si distanzierebbe dopo parecchi secondi, guardandolo negli occhi in maniera diretta: << Kan >> Si interrompe subito lasciando che quel nome risalti su tutto il resto, << Sei teso come una corda di violino. Tutto ciò che è un segreto per te, lo è per me. Tutto ciò che vuoi dirmi verrà custodito gelosamente. >> Ed è abbastanza chiaro quanto sia gelosa di tutto ciò che lo riguarda, persino minacciare qualcuno diventa semplice se c'è di mezzo l'albino. << Siamo in due ora. Non sei e non sarai solo mai più Mio. >> Non si allontana da lui di molto, vuole che si senta libero di rivelare qualsiasi cosa senza temere le conseguenze. [Chakra 24/30]

17:22 Kan:
  [Camera] Inesperienza, prime volte sul campo, prime volte a contatto con i reali pericoli dell'essere ninja. Seppur abbiano affrontato due ragazzini, si è avveduto dell'abissale differenza tra i poteri propri e dei propri compagni, degli avversari. Gettato in un genjutsu di cui non ne ha capito le fattezze se non quando è troppo tardi. Un'errore da principianti, cosa che effettivamente è seppur si ritenga ad un livello superiore ai normali genin, il proprio intelletto ha dimostrato più volte di ergersi al di sopra di chiunque <Perchè no? Mi piace essere coccolato da te, ogni scusa è buona> sorride ancora non vedendone il visetto eppure in tale frase è contenuta la verità del tutto. Ogni momento passato con lei vale la pena, persino essere sottoposto ad una cura per una semplice botta alla spalla. Attimi brevi in cui se la ritrova al di sopra, a cavalcioni in una posizione tutto fuorchè adatta alla situazione; la mente viaggia verso lidi non appropriati, i pensieri cambiano repentinamente, tutti rivolti alla Kokketsu la quale arrossisce una volta accortasi di quanto compiuto. Viene canzonato nuovamente, scuote il capo alzando al soffitto le dorate, finendo per ricevere quel colpetto alla fronte, non forte ma sentito abbastanza <Ahi> lamento fuoriesce dalle labbra del bianco; mancina innalzata ad accarezzar la zona, un lento strofinare della fronte <Ancora adesso non ho mai capito cosa ti ha spinto tanto ad insistere con me. Ti sei messa anima e corpo per farmi aprire> già, ancora ora non riesce a comprendere tutte quelle attenzioni dategli, specialmente dopo un'inizio del genere, pieno di insopportazione reciproca, una puntina d'odio per determinati comportamenti ed il desiderio di lei di non esser minimamente sfiorata. Deglutisce con il proseguo del discorso ritrovandosi dinanzi ad un giusto quesito, scalare tanto la gerarchia può portare ad un non ritorno, uno sporcarsi le mani in maniera inevitabile <In qualche modo farò ma è l'unica maniera questa. Ho visto con i miei occhi che, agire dall'esterno, non porta a nulla e io credo di essere l'unico abbastanza stronzo per poterlo fare> si definisce in tal modo, la propria faccia da schiaffi, il suo essere incline al divertimento più becero, tanti piccoli fattori capaci di decretare una possibile vittoria <Però, mi basta solamente carpire qualche dettaglio, qualcosa di concreto, una pista su cui immettermi> continua a parlare, proferisce le proprie idee, il modo di agire, allo stesso tempo sceglie di non coinvolgerla dall'interno, al contrario, le dona un nome e su esso avrebbe avanzato l'indagine. Strofina le labbra sorridendo all'occhiolino <Mi raccomando, devi esserlo davvero> una squadra si ma se può evitare di metterla in pericolo risulta meglio. Carezza il visino rubandone un veloce bacio, poco incisivo, solo necessario per essere rassicurato, le conseguenze? Viene ricambiato, abbracciato con un ennesimo bacio prolungato, appassionato, non semplicemente un mordi e fuggi. Lascia andare se stesso a quel breve momento, dedicandosi alla Kokketsu prima dell'inevitabile distacco recependo il proprio nome. Dorate lievemente illuminate, ode in totale silenzio rallegrandosi delle di lei dichiarazioni <Lo so ma riguardano cose che, bene o male, a te non piacciono e beh, sai, rovinare tutto è la mia specialità> ride appena immettendo in quella considerazione un po' di ironia <D'accordo> breve pausa <Quando mi sono risvegliato, ho trovato vicino al mio letto Saigo e Rasetsu ed è verso quest'ultimo che feci una battuta particolare. La sua reazione mi fece pensare così, durante il colloquio di assunzione ne parlai con il direttore e mi ha affidato il compito di tenerlo d'occhio e dopo il mio recente rapporto, ancor di più> arresta le parole permettendole di assimilare ogni cosa <Per questo lavoro all'ospedale di Kusa, non tanto per una tua richiesta quanto per tenere d'occhio lui e per farlo, ho deciso di intraprendere il percorso per diventare un genetista, al suo fianco> sospira con pesantezza dinanzi a quella rivelazione, consapevole di quanto quel ruolo le faccia male, di come il genetista abbia rovinato la vita ad un suo amico <Ovviamente non intendo fare esperimenti su esseri umani o torturarli. Questo ramo mi affascina sul serio e so che può essere utile, può completarmi come medico> concludendo il tutto. Ripone nuovamente le mani sui fianchi della ragazzina avvicinandola più del normale nonostante la distanza praticamente nulla <Questo è quanto, ora non ho davvero più segreti>.

17:55 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Il suo desiderio di essere coccolato viene completamente ignorato se non per un alzata degli occhi al cielo. Il contatto lo porta ad estraniarsi, a venir colpito e a rispondere con quel dubbio che pare ancora non riuscire a dipanare: << Non sopporto i bugiardi. >> Spiegazione breve iniziale per poi articolarla meglio dopo una breve pausa, << Tu mi stavi mentendo ripetutamente. A me tanto quanto a te stesso e quella cosa mi dava un fastidio terribile. Siccome continuavi a tampinarmi allora dovevo distruggere quella maschera per vedere che ci stava sotto. >> Quindi in realtà quella testardaggine era solo per l'essersi accorta che lui non era veramente quella faccina fastidiosa e indisponente ma qualcosa di più. Tuttavia il discorso verte su quel lavoro da infiltrato, il dubbio proposto da lei non è stato analizzato dalla brillante mente del Sumi che si ritrova a deglutire vistosamente, rispondendo in maniera approssimativa: << Non sei stronzo. Sei solo bravo a mentire. Ma vedi di non rischiare troppo per qualcun altro, non voglio che tu ti metta a rischiare la vita per una bambina che non sai nemmeno se sia viva o meno. >> Punto di vista di chi non ha la minima voglia di perdere qualcuno che ama per qualcuno che nemmeno conosce; per la rossa lui vale più di chiunque altro al mondo. Promesse fatte, sorrisi scambiati e quel bacio che viene subito ricambiato da qualcosa di più presente, intenso e sentito, qualcosa che gli ruba un poco delle paure accumulate, insieme alle parole che lei usa nei confronti del bianco. L'introduzione che fa non le permette di stare tranquilla, i nomi che compaiono sono quelli della ragazza che andrà ad incontrare a breve e quella del parente genetista, incontrato non molti giorni prima e con il quale apparentemente dovrà avere un nuovo incontro. Ascolta in silenzio fino a che non arriva a quella rivelazione riguardo alla propria direzione professionale, quella del genetista, non del medico. Lui sospira e lei inevitabilmente stringe le mani che sono attorno al collo di lui, la prima cosa che le viene in mente è quella lunga cicatrice sull'addome di Ryoma, quel segno di dolore e tortura. Forse perchè i cricetini si sono mossi nei ricordi lui riesce a completare quella frase, sottolineando quanto lui sia interessato a quella branca ma a come non sia propenso ad effettuare esperimenti umani. Le mani di lui le scivolano di nuovo sui fianchi andando a stringerla mentre lo sguardo si è fatto decisamente più spento in quegli occhi blu: << Ryoma è un esperimento di Rasetsu. >> Non ne ha mai parlato con nessuno, nemmeno con Yasuhiko. E' un segreto che ha promesso di mantenere proprio allo stesso tatuatore che ormai non c'è più da mesi. << Non ho idea di chi fosse prima di essere ciò che è diventato, ma credo fosse un orfano, un reietto della società, qualcuno di abbandonato ai margini della vita che è stato raccolto da Rasetsu per farne esperimenti e impiantargli i geni Kokketsu. >> La mano destra si scosterebbe dal collo dell'albino, scivolando sull'addome, andando a segnare con un dito l'intero percorso della cicatrice che una volta solcava il corpo del parente scomparso: << Non so per quale ragione ma per far si che ciò accadesse è stato ferito su tutto l'addome, lascinadogli una profonda cicatrice sul corpo e nell'anima. >> Si interrompe, gli occhi sono decisamente lucidi anche se non versa nemmeno una lacrima: << E' stato molto gentile con me, avevamo visioni molto diverse di cosa un Kokketsu può fare. Lui riteneva fossimo solo dei mostri, io ho deciso di diventare un medico anche per dimostrargli che potevamo essere meglio di così. Non lo vedo da mesi e dubito che ritornerà a questo punto. >> E dire che per lei ci è voluto relativamente poco per avvicinarsi a quel tipo che con lei non ha mai mostrato segni di follia alla pari di Rasetsu. << Quando ho chiesto a Rasetsu perchè si fosse comportato in quel modo mi ha risposto che RK non valeva nulla e che lui era autorizzato a fare ciò che più desiderava con il corpo di qualcuno a cui aveva solo donato qualcosa. RK è il soprannome che gli ha dato quel matto, ha detto una cosa stupida tipo che Ryoma era un nome troppo simile al suo... >> Se lo ricorda come fosse successo ieri quel primo incontro con il genetista e il litigio notevole scaturito da esso. << Puoi fare ciò che desideri della tua vita amore mio, ma ti impedirò sempre di farti del male da solo. Non sei qualcuno che tortura la gente e magari sarai anche in grado di far si che quell'altro imbecille non lo faccia. >> Gli sorride anche se è decisamente un sorriso più spento di prima, anche se non è per la scelta di lui quanto per tutto quel racconto che ancora nessuno aveva sentito pronunciare a voce alta. [Chakra 24/30]

18:31 Kan:
  [Camera] Trattenere una risata adesso risulta al quanto impossibile, riportando alla mente quei vecchi ricordi si ritrova dinanzi una Shizuka più aizzata, coinvolta, decisa nello spiegare quanto egli sia un bugiardo, di come i suoi gesti risultino essere solo delle menzogne agli occhi di lei. Capo chinato lasciandosi andare ad una piccola risata divertita, forse troppo ma la desidera, la brama per poter alleggerire quella giornata fin troppo pesante, fatta di segreti e confessioni inespresse fino a quel momento in cui ogni cosa viene a galla lasciando l'albino totalmente svuotato <Tampinarti, io? All'epoca volevo solo infastidirti e ci devo essere riuscito grandemente> e poi tutti sappiamo come sia andata a finire la questione, da provocare fastidio è giunto al non poter restare un singolo giorno senza la sua presenza. Una simbiosi nata per puro caso, dove una reazione, una singola reazione ha decretato la fine di quella maschera e la nascita della consapevolezza di provare ben più dell'indifferenza, di esser impossesso di emozioni, sentimenti diversi dalle solite. Surclassa la questione protendendo verso uno degli argomenti principali, il suo lavoro all'Ochaya e, pur non dissipando tutti i dubbi, dona lei una risposta eppure quella frase scatena in lui un sorriso ben più ampio, come se qualcosa di divertente fosse stato detto <Non rischio la vita Mia, non la metto a rischio per quella bambina> labbra serrate per qualche attimo <L'unica per cui lo farei sei tu> rimembra nuovamente le proprie intenzioni nei confronti della rossa <Ti terrò aggiornata sui miei progressi, per ora mi limito a far amicizia con gli altri dipendenti, qualcuno di loro è anche simpatico mentre ci sono altri un po' addormentati> descrivendo un po' come è l'andazzo del locale, ovviamente non parla delle ballerine, oramai esse sono acqua passata, poco è l'interesse riservato ad esse, le dorate son per una sola figura, la medesima sulle proprie gambe. Il bacio scambiato alleggerisce la tensione, la paura di rovinare tutto quanto è presente, una parola fuori posto può portare via tutto quello conquistato fino a quel momento e sa bene quanto sia il secondo segreto ad avere un maggiore peso nel cuore della nanetta, un passato di conoscenze in grado di renderle quella branca della medicina ostica, difficile da sopportare. Inspira nel proferire il racconto osservandone il visetto di lei, le azzurre lente nello spegnersi, divenire lucide. Deglutisce, le viscere si attorcigliano, il senso di colpa prende piede mentre il racconto di lei prende possesso della stanza tirando in ballo nuovamente questo Ryoma e la sua storia. Lui come esperimento di Rasetsu, una storia terribile, poco ordinaria, pregna di una cattiveria inconsueta; percepisce lo spostarsi della mano, dal collo al petto e li una cicatrice è creatasi sul petto di questo Ryoma, segno indelebile di un passato di torture. Silente non pone alcun commento a riguardo, nulla vien detto lasciandole tutto il tempo necessario per mettere la parola fine al racconto mentre la destrorsa viene lentamente stretta, dita racchiuse nel palmo formando quel pugno, ancora troppo debole per poter effettivamente fare qualcosa di concreto ma ben presto, il potere necessario per risolvere tutto sarebbe giunto. Non glielo impedisce, certo, la vita è sua ma ciò provoca sofferenza in ella e qualcosa deve fare, deve carpire le giuste parole da utilizzare con lei. Innalza entrambe le mani portando i palmi ad adagiarsi sul visetto di Shizuka, dorate incastonate nelle azzurre <Ti prometto, ti giuro sulla mia vita che farò tutto ciò che è in mio potere per impedirgli che qualcosa del genere accada nuovamente, farò in modo che non compia mai più simili atrocità> stringe la presa sul viso concentrando lo sguardo nel suo, immergendosi totalmente. Il mondo perde di significato, l'esterno diviene nulla, buio rispetto a quel viso ed alla luce che lenta scema da esso. Determinato nel proferire quelle promesse, nel fare un certo tipo di giuramento, pesante ovviamente ma lo fa lo stesso <Questo Ryoma ha sofferto per causa sua e lo userò come monito, faremo in modo, io e te, che quell'essere la paghi una volta per tutte> insieme, coinvolgendola l'ennesima volta, tirandola dentro una missione in maniera inevitabile <E poi, questa vita è tanto mia quanto tua. Essa ti appartiene, io ti appartengo e per ogni decisione, voglio che tu ci sia, dentro, coinvolta> deglutendo infine.

18:52 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Al bianco sfugge una risata ripensando alla molestia di quei giorni passati, al fastidio iniziale e a quanto detto da quella piccoletta che ora gli sta seduta addosso. Quasi la medesima reazione che ha quando la rossa esprime le proprie perplessità sul fatto di rischiare tanto per qualcuno che nemmeno conosce. Viene rassicurata ed elevata ancora una volta a quell'unicità che le appartiene, le spiega cosa stia effettivamente facendo per ora descrivendo in parte i colleghi e strappandole un sorriso: << Speriamo che siano più quelli simpatici che non quelli addormentati! Altrimenti associare quello al lavoro in ospedale sarà pesante! A proposito ti hanno assunto come? >> Già perchè effettivamente non sa cosa faccia li dentro, riesce a immaginare che possa fare il barista o il cameriere, per un istante le viene in mente che li dentro ci sono delle ballerine ma il pensiero che venga usato per quello scopo viene cancellato dall'esistenza in mezzo istante. Tuttavia il racconto prosegue, il resto dei segreti disvelati e infine è proprio la Kokketsu a rivelare quelle informazioni celate a chiunque, persino alla madre. Infrange quella promessa fatta al tatuatore forse perchè ormai ha perso la speranza, forse perchè il Sumi ha assunto un'importanza tale da non poter essere escluso da tale notizia. Lei si rattrista, si spegne ricordando quanto accaduto, e questa cosa ferisce l'albino più di ogni altra; il vederla triste è qualcosa che non sopporta che vuole evitare a ogni costo. Sente i palmi di lui caldi sulle guyance, il viso viene alzato gli occhi che fronteggiano i dorati mentre lui le promette qualcosa di complesso, forse troppo grande per essere realizzato. << Ho paura che non tornerà più. Mi sarebbe piaciuto davvero fargli vedere cosa poteva diventare se si fosse impegnato per il meglio. >> Già forse avrebbe pure potuto fargli cambiare idea: << Non gli piaceva per nulla essere un Kokketsu, odiava il nostro sangue quasi quanto Sango... >> E' la prima volta che è lei a nominare l'Ishiba in un discorso. << La tua vita è tua Mio. Tu devi scegliere come impiegarla. Io sono qui per appoggiarti nelle decisioni intelligenti e sono convinta che sarai un genetista fantastico e che aiuterai tantissima gente! >> In questo differiscono lei non può scegliere per lui, può supportarlo se lo ritiene giusto oppure cercare di spiegargli perchè non dovrebbe fare qualcosa. << Quando sono stata da lui con Akaya, ha detto che non sopporta essere chiamato dottore e ha elencato un sacco di soprannomi che gli sono stati dati.. >> Si interrompe, le manine di lei che vanno ad appoggiarsi su quelle di lui. << Pedofilo, Capo della Yakuza, credo anche strupratore? Insomma nulla di bello ma non so se ti servano queste cose. >> Se sono cose che ha detto ad alta voce con quella semplicità evidentemente sono cose non vere. << Mi farebbe davvero piacere sapere che tu gli impedisca di torturare la gente. Quel tipo non ha un minimo di etica morale temo... >> E dire che sono familiari, come si può essere tanto diversi condividendo lo stesso sangue? [Chakra 24/30]

19:15 Kan:
  [Camera] In qualche modo riesce a strapparle una piccola risata, farla sorridere scalda il cuore, è riuscito nello scacciare qualche tristezza in favore di un divertimento improvviso, dato dal passato e dal presente, dal suo nuovo impiego <Sai, mi sono sbagliato> ammette divertito <Sei molto più carina quando sorridi> radicale cambiamento in quello, dapprima basato sull'arrabbiata, adesso la preferisce in momenti in cui sorride ed è quel sorriso a renderla più bella di tutte le altre dinanzi ai propri occhi <Per ora ho visto un barman addormentato e, insomma, spero sia un caso isolato> ridacchiando con fin troppo divertimento, esprimendo la goliardia della cosa <Come semplice cameriere, di base non è molto pesante ma quando c'è casino, le cose si fanno movimentate. Arrivi a fine serata esausto senza aver avuto neanche il tempo di riposarti un attimo> non a caso la mattina, se non lavora, dorme fino a tardi recuperando tutte le ore di sonno perse per via del secondo lavoro. Non sfrutta il proprio corpo, non avrebbe mai perso una cosa del genere, al contrario, si sarebbe opposto, ora ancor di più avendo in se la consapevolezza di non essere più da solo. Non sa quanto egli possa essere importante nella vita della Kokketsu per spingerla a rompere quella promessa, abbastanza oppure solamente per il sapere che tale figura non sarebbe più giunta all'interno del villaggio ma una cosa è certa, vederla triste, abbattuta, sconsolata, porta la preoccupazione nel volto del Sumi, nell'animo rendendolo irrequieto fino al midollo. Brama di vederla felice ogni giorno, il sorriso su quel visino così innocente quanto delicato, sulla ragazzina che ha spezzato le sue barriere rendendo inerme davanti a quello sguardo <Magari in fondo lo sapeva ma tutto che gli è successo, lo ha cambiato profondamente> vivere una simile esperienza cambia l'essere umano nel profondo portandolo alla follia, all'estrema pazzia <La differenza è che costui, da quanto mi hai detto, aveva tutte le ragioni mentre Sango...non ha senso il suo odio> l'ammette ad alta voce, alla luce delle recenti scoperte quell'odio da lei proferito assume ancor meno significato ma non vuol parlare della donna, non gli interessa. L'attenzione risulta riversa totalmente sulla ragazzina, lei unico obiettivo, punto saldo del tutto. D'istinto la destrorsa di lei viene presa, tenuta tra le dita per esser avvicinata al proprio petto, nella zona del cuore <Anche io ne sono convinto Mia ma questa vita non è più solo mia. Io prendo le mie decisioni ma senza di te, tutto questo non sarebbe potuto accadere. Senza di te io non sarei mai cambiato> inspira trattenendo ossigeno <Quando mi sono dichiarato, quando mi hai ricambiato, ho messo la mia vita nelle tue mani> concedendole il cuore, l'unica parte da sempre rimasta nascosta a tutti ed a tutte. Curioso come ora venga nuovamente messo in mezzo Rasetsu elencando nomi, soprannomi, titoli da lui posseduti <Aspe...che?> strabuzza gli occhi <Pedofilo? Stupratore? Quel coglione capo della Yakuza?> non crede alle proprie orecchie, labbra totalmente schiuse, mandibola in procinto di cadere <Mi servono eccome, è la volta buona che glielo metto nel culo senza vasella> ridendo sotto i baffi, portando le dorate al soffitto con soddisfazione, come se un tesoro fosse giunto alla luce <Glielo impedirò amore mio> conferma le proprie intenzioni riportando le iridi nelle altrui <Ma una morale ce l'ha, verso la sua famiglia> schiarisce la voce <Lui considera i Kokketsu, tutti, una famiglia e mi ha detto che non toccherebbe mai uno di loro e che, se qualcuno dovesse far loro del male, sarebbe il primo a reclamare vendetta> non aggiungendo altro, conscio di non esser solo nella battaglia per difendere la ragazza <E su questo gli credo, su questo gli ho voluto dare fiducia> per proteggere l'unica.

19:54 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] E quel complimento che arriva inaspettato la fa arrossire come un peperone come ogni volta. Le guance completamente rosse si palesano agli occhi del Sumi, il visino che si imbroncia appena come se le avesse appena fatto un torto. Insomma non le va mai bene niente! Lui racconta qualcosa in più di quel lavoro, gli aspetti divertenti, il fatto che lavori come cameriere e che le serate dipendano da quanto è frequentato il locale. Passato il momento di vergogna lo osserva e ascolta come se fosse un racconto straordinario, come se quel suo vissuto lontano da lei e banale la interessasse come il segreto più grande dello stato. Il visetto muta lasciando spazio a questa curiosità e attenzione che si leggono senza fatica in quegli occhi blu. Però è il discorso sul genetista e in realtà su Ryoma che la riportano a quella tristezza latente. Il bianco non fa altro che dire la propria, senza poter esprimersi con coscienza non conoscendo affatto la persona di cui si sta parlando ma cercando in qualche modo di consolarla. << Presumo tu abbia ragione, ma sai che mi piace cambiare le persone >> Un sorriso stirato le sovviene alle labbra, voleva essere una battuta ma il mood non è dei migliori, anche se lui con le promesse che fa la distrae parecchio, elevandola a qualcosa di estremamente importante. Quella mano che lui va a poggiare sul cuore ne è la prova, costringendola ad arrossire nuovamente e boffonchiare in risposta qualcosa: << Ho detto che puoi farlo il genetista non c'è bisogno di chiedermi il permesso... >> Insomma non è proprio capace a gestire quei complimenti così diretti, quelle esternazioni così nette e importanti. Si allunga appena verso di lui, ricercando quelle labbra per donargli un bacio appena accennato, casto e rapido come il primo che lui si era lasciato sfuggire. E' poi il discorso Rasetsu a farla da padrone, con quelle informazioni randomiche che il genetista le aveva rivelato su due piedi, senza troppi segreti come se fossero soprannomi privi di senso. Tuttavia la reazione dell'albino in merito le fa cambiare idea, anche se ignora il commento decisamente poco delicato nei confronti del deretano del rosso folle. << Ha detto anche Mukenin... Ma non l'ho preso sul serio cioè...sembrava l'elenco della spesa! >> Lei non aveva avuto alcun timore di fronte a quell'elenco ma forse invece avea rischiato più del previsto con quella litigata riguardo Ryoma. Tuttavia ecco arrivare un'informazione che non si aspettava minimamente: quell'attaccamento alla famiglia. Gli occhietti blu sgranano il Sumi viene fissato come se avesse appena rivelato qualcosa di importantissimo: << Perchè allora mi ha parlato di Ryoma come di un oggetto? Ormai lui era uno di famiglia no? >> I cricetini si muovono veloci in quella testolina rossa, le parole del Kokketsu prima di andarsene ora le rimbombano nella testa come un mantra. << Sai se è successo qualcosa a Kamichi? >> La preoccupazione è notevole nel tono di voce, i puntini si uniscono in modo automatico. << Devo vedere quel tipo di nuovo... E stavolta perchè voglio parlarci sul serio... >> Si interrompe un poco, lascia che sia la mente ad arrovellarsi. [Chakra 24/30]

16:47 Kan:
  [Camera] Se possibile il sorriso sul viso è addolcito ulteriormente al rossore preponderante sul volto della rospetta, tutto di lei continua a sortire un certo effetto, persino quelle semplici esternazioni silenziose, bastano, avanzano per renderlo partecipe di quanto l'altrui mente stia pensando. Ricordi, momenti passati tornano alla mente, di quando ogni complimento avanzato la porta a divenire un piccolo peperone, del suo continuo arrossire per qualunque cosa, piccoli dettagli in grado di portare quel sentimento allo scoperto. Nulla vien detto lasciando al silenzio il compito di parlare, il sorriso di lui contro il rossore della ragazza, un connubio perfetto per esprimere ogni genere di emozione. Spiega in breve il proprio vissuto, un particolare giunge <C'è stata una serata organizzata a tema serial killer, eravamo tutti vestiti come assassini, chi reali, chi di fantasia. E' stato divertente, anche se...> tira su con il naso <...ad un certo punto della serata una delle ballerina è caduta venendo calpestata dai clienti. Io sono intervenuto, stava avendo un'emorragia insieme ad un aborto...si, era incinta> deglutisce sorridendole nonostante tutto <Ma siccome il tuo fidanzato è un grande medico, sono riuscito ad impedire il peggio. Le ho somministrato le prime cure e tutto è andato per il meglio, lei sta bene e credo anche la sua gravidanza> un piccolo vanto da parte propria, per il lavoro svolto, portato all'estremo compimento. Perfetto da svariati punti di vista, inattaccabile eppure la tristezza torna nel parlare di quel Ryoma, il visetto della genin nuovamente diviene cupo, malinconico, privo di luce <Io so che le persone le migliori, Shizuka. Sono sicuro che con te accanto, sarebbe divenuto un altro, esattamente come hai fatto con me> destrorsa carezza ancora quel visetto, non cessa il contatto mentre le parla, espone il proprio punto di vista, l'eleva a qualcosa di più. Ella non rappresenta solamente la propria dolce metà ma il suo mondo, il sangue che scorre nelle proprie vene, la linfa vitale. Ennesimo il rossore, il broncio, il borbottio <Non ti chiedo il permesso, solo di starmi accanto perchè senza di te, non potrei fare nulla di tutto questo> la forza è donata dalla di lei presenza, dalle parole pronunciate, dal suo modo di consolarlo rendendo migliore una vita in principio dedicata al solo divertimento, alla suprema libertà mentale quanto del corpo. Brevi momenti di dolcezza culminati con un altro bacio, ricambiato seppur non la lasci andare spingendo ulteriormente le labbra; più passionale a sua volta lasciando emergere tutto il desiderio nei suoi confronti, una folle bramosia nata da un semplice scambio di effusioni <Rasetsu è talmente folle che non mentirebbe mai sulle sue malefatte, ne farebbe un vanto> replica lasciando cessare il contatto, distanziandosi appena, adagiando il capo contro il muro al fianco del letto. Umetta le labbra lentamente non scostando le dorate dalle azzurre di lei, neanche per un secondo <Forse perchè non era sua intenzione renderlo Kokketsu, magari è stato un incidente e per questo non l'ha mai accettato come famigliare> una possibilità, dopotutto, esso permane un esperimento, non una scelta e poi, ecco il nome fatidico. Improvviso il giungere di Kamichi nel rompere gli equilibri creatosi <Mh, Kamichi è morto in missione con Rasetsu e Saigo non molto tempo fa. Hanno catturato il serial killer ma lui è deceduto> informa l'altra di quanto accaduto al ragazzo sconosciuto dall'albino <Mi ha informato Rasetsu stesso, era triste, è andato a rendergli omaggio sul luogo della morte. L'ho incontrato li per caso> concludendo la spiegazione mentre il capo è chinato. Una notizia pessima per una persona preoccupata, chissà perchè proprio lui è costretto a dargliela <Fai attenzione con lui, vita> ennesimo nome donatole, non Mia, non amore ma Vita, ben più significativo.

17:19 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Il racconto di ciò che avviene a lavoro continua con quell'aneddoto riguardo alla serata a tema effettuata poco tempo prima. Lui pare essersi divertito ma c'è stato un evento che lo ha portato a intervenire in qualità di medico, per aiutare una delle ballerine. Lui si vanta da solo facendo si che la rossa si lasci sfuggire una risata: << Meno male che c'era il nostro eroe cameriere >> Lo canzona un pochino, fiera di quanto fatto dal compagno di vita che resta pur sempre un poco troppo narcisista. Le parole che lui spende nei confronti di Ryoma dovrebbero rassicurarla ma invece la inducono a stringere le proprie braccia attorno al corpo dell'albino, visetto che viene celato a lui per qualche istante mentre boffonchia una lamentela: << Vorrei che tornasse a casa. Ma ho il presentimento che non succederà più. Ho preso il suo posto al negozio di tatuaggi sperando che tornasse entrando dalla porta arrabbiandosi per avergli rubato il lavoro. >> Già è solo quello il motivo per cui lei ha iniziato quel lavoro come tatuatrice. Si allontana dal corpo maschile guardandolo mentre le rivolge quel commento riguardo alla professione che vuole intraprendere, le mani di lei si infilano fra quel crine bianco, cercherebbere di sospingere la testa di lui vicino alla propria, così che le due fronti vengano in contatto: << Dove pensi che dovrei andare? Perchè dovrei andarmene lontano solo perchè hai deciso di intraprendere una carriera diversa dalla mia? L'unica cosa che mi impensierisce è che non potrai più salvare le cameriere se ti metti a fare il genetista! >> Lo guarda negli occhi, da quella breve distanza, il tono divertito riguardo a quella battuta finale mentre prima è estremamente serio, affezionato. Non riesce a capire perchè lui abbia anche solo sospettato che lei potesse allontanarsi da lui per quella scelta. Si scambiano quel bacio che ora è lui a voler prolungare, si inseguono a vicenda, in maniera del tutto naturale. Il discorso torna poi su Rasetsu, sulla di lui follia e il Sumi cerca un motivo per quelle parole dure nei confronti di Ryoma: << Non importa, glielo chiederò quando ci vedremo. >> Breve il commento, a questo punto vuole metterlo in croce completamente per quanto fatto a quel ragazzo disperso. Poi però arriva quella risposta riguardante Kamichi. La rivelazione inaspettata la lascia impietrita. Lo sguardo diventa sconvolto mentre le mani scivolano automaticamente verso il basso. Morto, in missione, affiancato dal rosso e dall'agente che avrebbe dovuto incontrare pochi giorni dopo. Quel tipo strano, che dapprima ci aveva provato spudoratamente, poi era diventata la sua infermiera personale e avevano quasi instaurato un rapporto di conoscenza stretta era sparito. Troppo puro per la Shinsengumi, troppo onesto per quel mondo che alla fine se l'era portato via senza chiedere il permesso. Esiste una tomba a quanto pare e il genetista è andato a visitarla: << Dove si trova questo posto? C'è una tomba? >> Lei non gli ha mai parlato di Kamichi, in fondo il biondo non era una presenza così importante nella vita della rossa, ma il saperlo scoparso non le fa certamente piacere. << Rasetsu non è un problema per me, avrebbe potuto appendermi al muro quando gli ho urlato dietro in ospedale. >> Si interrompe, cercando di lasciar spazio a un sorriso sul viso, << Credo sia arrivato il momento di parlare in maniera un poco meno distaccata con quel tipo. Se ha la decenza di portare un ricordo per Kamichi che era solo un innesto, dubito potrebbe mai davvero farmi del male. >> Sembra da quanto descritto da Kan che il genetista sia molto più attaccato alla propria famiglia di quanto non dia a vedere, quindi almeno per qualcuno prova sentimenti. << Mi dispiace per Kamichi, era un tipo strano ma aveva un gran cuore. >> Già decisamente un piccolo eroe. [Chakra 24/30]

17:44 Kan:
  [Camera] Narcisismo onnipresente nell'animo del genin, peculiare caratteristica di chi ama stesso trovandosi migliore di tutti quanti eccetto la rossa, l'unica in grado di superarlo, renderlo inferiore. Un qualcosa accettato già da tempo verso cui non prova rimorso, d'altronde lei è decisamente più bella quanto migliore di lui <Ho una reputazione da mantenere, sai?> mancina innalzata viene aperta e chiusa a bocca di papera simulando il vociare altrui, una semplice imitazione dell'altra fatta più per sfotterla in maniera del tutto nonaria, come sempre. Goliardico momento venuto meno quando Ryoma si frappone fra loro; mai avrebbe potuto immaginare simili eventi nella vita della Kokketsu, pentendosi di aver insinuato come lei non si sia mai affacciata alla vita. Quelle frasi dettate dall'ignoranza ora pesano, risultano essere un mero disturbo alla quiete mentale dell'albino con sensi di colpa crescenti momento dopo momento per averla sottovalutata in modo tanto becero e stupido. Stringe il corpicino a se, ne ricambia la presa nascondendo la di lei tristezza, cercando un modo per consolarla lasciando svanire quell'espressione di dolore dal volto, riportare il sorriso, rallegrarla in qualche modo <Mi dispiace> solamente quelle. Conscio di come una persona scomparsa, in quei tempi, significa solamente una cosa, morto e sepolto. Svanire in quel di Kagegakure è impossibile, troppo controllato, troppa sicurezza per una simile evenienza <So cosa stai provando, anche io vorrei che Kushina entrasse da quella porta ma so che non accadrà mai più> pronunciando tali frasi, le braccia intensificano la stretta dell'abbraccio; il ricordo dell'amica risulta doloroso, la mancanza viene avvertita in maniera esponenziale. Una parte di se muore per sempre con lei, un pezzo del proprio io diviene irrecuperabile inevitabilmente. Capo chino qualche misero momento adagiando il mente sull'altrui prima di venire meno a quel contatto, dita di lei intrecciate nel crine bianco lasciando che le teste si incontrino, dorate nelle azzurre in quella sequela di domande; sorride, a tratti si lascia andare ad una brevissima risata di puro divertimento <Ti amo> unica risposta possibile, null'altro giunge alla mente, nuovamente guidato dall'istinto. Tono vocale addolcito, sussurra rendendo la dichiarazione ancor più intima di quanto già non sia, manifestando quell'amore non solo tramite il verbo, bensì attraverso lo sguardo, i gesti. Non può dire niente di più di questo, ogni momento ella dimostra di tenere a lui, dimostra quanto sia riuscito ad entrare in lei facendo breccia nel cuoricino distaccato di mesi prima. La bacia, protende nel farlo durare, spinge il volto contro l'altrui prima di riprendere il discorso su Rasetsu verso il quale annuisce solamente e poi la bomba è sganciata. Sguardo sconvolto, corpicino di pietra, braccia lasciate ricadere; non ha idea del tipo di rapporto tra i due, non chiede pur deducendo la presenza di un certo legame altrimenti, una tale reazione risulterebbe priva di senso <No> ammette <E' il multisala nel quartiere dello spettacolo, a Konoha. E' morto li> deglutendo donando quell'ultima informazione in proprio possesso. Sospira con pesantezza, anche questa volta comprende lo stato d'animo di Shizuka, sa cosa si prova nel perdere un amico <So per certo che non ti farà del male ma non mi fido, temo per te> Rasetsu non può ancora dirsi degno di fiducia, pur privo di intenti omicidi verso i Kokketsu, la malata mente dell'uomo può partorire qualunque cosa <Io non so chi sia questo Kamichi, non l'ho mai incontrato. Che legame avevi con lui?> domanda infine.

18:06 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] E' particolare come quel rapporto si sia evoluto in maniera naturale, uniti ora più che mai ma senza dimenticarsi o lasciare indietro quella ilarità, quel prendersi in giro l'un l'altra in maniera meno violenta di quanto successo in passato, godendo quasi di quei piccoli momenti di divertimento. Il divertimento ormai si affianca spesso a problematiche più spinose, rivelazioni taciute cperchè ritenute superflue, si conoscono e non si conoscono allo stesso tempo, con due vissuti diversi seppur brevi, dalle spigolosità differenti. Lei si aggrappa a lui con forza in preda allo sconforto per il ritorno dell'altro, le braccia del sumi divengono conforto, sostegno, in qualcosa che non ha effettivamente una risoluzione. Lui sembra dispiacersi parecchio, comprende i sentimenti femminili, li associa ai personali che tuttavia lei in parte rifiuta: << Non è assolutamente paragonabile. Ryoma e io non ci conoscevamo da così tanto tempo, però sono sicura si stesse aprendo un poco, in fondo mi ha detto il suo nome. >> Resta fra quelle braccia finchè può prendendosi quell'affetto che le serve per rialzare la testolina, cercare di distrarsi e fare qualche battuta nuovamente, dimostrando però di appoggiarlo in tutto e per tutto, ricevendo quella dichiarazione che la fa arrossire ma che ricambia: << Ti amo anche io >> Non serve altro, lui quel segreto l'ha cancellato, e anzi ha ricevuto pieno appoggio dall'unica che avrebbe potuto protestare, è libero di proseguire sul percorso che sente più suo. Un bacio a suggellare questa decisione, la passione che si accende rapidamente e che si interrompe a causa dei discorsi iniziati proprio dall'albino. La rivelazione della morte di Kamichi lascia lei decisamente attonita, non sa bene come reagire, non piange, non versa lacrime per il biondo, forse troppo poco coinvolta per farlo ma sicuramente resta segnata. Lui conferma il fatto che non vi sia una tomba ma solo un luogo di commemorazione, un posto dove portare un pensiero per chi è venuto a mancare. << Credo che lo inviterò a rendere onore a Kamichi insieme. Ha detto che voleva parlarmi di lui. Non penso succederà nulla sulla tomba di un parente non trovi? >> Sorride a fatica, quella notizia sicuramente non è stata piacevole. Giungono poi domande, forse dettate dalla curiosità del bianco, o forse per comprendere quale sia il dolore provato dalla rossa per tale perdita. << Kamichi era un membro della Shinsengumi abbastanza anomalo. Ci siamo conosciuti casualmente a Oto, ha fatto il provolone per tutto il tempo ma io non avevo in mente nessuno che non fosse Hiko, non l'ho proprio considerato poveretto. >> Le sfugge una risata a ripensare a quel primo incontro. << Anche Yasuhiko lo conosce, sono venuti a contatto per il lavoro. Poi me lo sono ritrovata in ospedale, come paziente. Li ho scoperto che possedeva il sangue nero, un innestato. >> Si interrompe prendendo un poco di fiato, << Gli ho lasciato il mio numero perchè voleva tenere segreta la sua abilità, quindi gli ho proposto di chiamarmi se avesse avuto bisogno di cure. Insomma avere un medico Kokketsu non è male se non vuoi che si sappia in giro che hai il sangue nero no? >> Di nuovo un sorriso su quel visino, ma si evince come non sia intenso e sentito. << Ci siamo incontrati per caso al bosco centrale durante una pausa pranzo qualche settimana fa. Era in giro di ronda come sempre. Era un tipo affabile e molto dedito agli altri. Non lo definirei un amico ma sicuramente era un membro della famiglia e uno dei pochi affiliati alla Shinsengumi con cui riuscivo a sentirmi tranquilla. >> Si quello decisamente, non sembrava quasi un agente scelto, troppo semplice e cordiale. [Chakra 24/30]

18:34 Kan:
  [Camera] Si spalleggiano a vicenda oramai, passando da battute semplici a momenti di estrema serietà, scherzano, si punzecchiano senza arrecarsi offesa alcuna; l'evoluzione degli eventi ha portato in loro quella caratteristica rendendola un punto di forza non indifferente, creando un legame praticamente indissolubile, privo di segreti. Gli ultimi rimasto sono esposti, rende lei partecipe liberandosi di un peso troppo pressante da poter esser sostenuto. Stringe la propria ragazza, rende quell'abbraccio più intenso effettuando un paragone forse eccessive eppure esso è l'unico esempio a propria disposizione con cui può capirne i sentimenti. Braccia tese, carezza il corpicino di lei, conforta, coccola al meglio delle proprie possibilità. Lui c'è, è presente sempre, costantemente, imprime quella presenza, quella sicurezza in lei, ci prova ogni istante del tempo passato insieme <Però, se ci pensi, è incredibile quello che sei in grado di fare. Porti gli altri a fare ciò che pensano di non poter mai attuare> l'albino è il lampante esempio di quel superpotere innato della rossa, tirare fuori dettagli nascosti, il meglio, distruggere barriere con il suo semplice modo di fare. L'innocenza intrinseca della Kokketsu risulta contagiosa, impossibile da ignorare anche per chi prova a nascondere se stesso dietro infinite barriere. Permangono in tale abbraccio tutto il tempo necessario, venendo ricambiato in quella dichiarazione capace di portare nuovamente il rossore sul visetto. Mai avrebbe pensato di poterlo affermare, dire apertamente di amare qualcuno oltre se stesso, soprattutto non verso la rospetta con cui è nato un sentimento di insopportazione reciproca. Il destino possiede un senso dell'umorismo davvero spaventoso, rigira una frittata solo per il proprio diletto. Il bacio accende il desiderio, forse sarebbe stato portato avanti, forse no ma i discorsi interrompono il contatto con Kamichi e il rosso come protagonisti, uno per la dipartita e l'altro per l'essere attaccato in maniera quasi aggressiva al concetto di famiglia <No, non farà nulla in quell'occasione> ricambiandone il sorriso, il proprio lievemente più amplio, sicuro di quanto proferito. Un omaggio alla famiglia impedisce qualunque altro doppio fine e poi tace. Non dice altro permanendo in ascolto del racconto sull'agente della Shinsengumi, silente lascia parlare la genin venendo informato sulle particolarità del ragazzo deceduto. Un agente della Shinsengumi anomalo, uno il cui primo intento è quello di provolare con Shizuka, peccato il suo essere impegnata; quasi sollevato nel non doversi guardare le spalle anche da costui. Annuisce alle varie informazioni, al numero di cellulare, il suo voler tenere segreto il sangue nero, essere curato in maniera privata dalla parente <Capisco> esordisce infine il bianco <Sembrava un tipo a posto> da semplici informazioni deduce solamente quello, non esprime altro, non può fisicamente. L'abbraccio riprende in maniera ancor più stretta, spinge la rossa a se, ripensa alla discussione appena avvenuta, alle varie informazioni recepite sugli svariati argomenti <Abbiamo bisogno di svagarci> commenta infine <Cosa ti va di fare, Mia?> riportando le dorate nelle azzurre.

19:48 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Resta li fra quelle braccia anche dopo quell'affermazione, i cricetini che pensano a quanto affermato non credendoci appieno. Non fa nulla se non dire ciò che pensa, anche nel peggiore dei modi ogni tanto, non pensa di avere qualcosa di particolare che la renda diversa dal resto del mondo. Vero è che però anche quel tipo con una protesi sul viso l'ha considerata vicina abbastanza da condividere con la piccoletta un'informazione tanto privata quanto quel nome, che ora lei sta usando liberamente, davanti a chiunque in onore alla di lui memoria. Si perdono in quegli abbracci, in quei contatti, in quei sentimenti che si concretizzano in gesti più o meno sentiti. Lui rassicurato dal progetto della rossa riguardo a Rasetsu e poi quel racconto, qualcosa riguardo a chi era Kamichi e Basta come lo aveva soprannominato lei perchè lui non voleva forgiarsi di quel cognome che a lei è tanto caro. << Era un tipo quasi a posto. Qualche rotella l'aveva persa sicuramente! >> Sorride un pochino, quella battuta quasi affettuosa nei confronti del biondo le lascia le labbra. Le dispiacerà non vederlo più in fondo. Però tutta quella tensione effetivamente inizia a gravare su di loro, lei si allontana leggermente da lui, guardandolo in quelle iridi dorate. << Stare con te Mio. >> Risposta semplice a quella domanda seguita da un sorriso ampio, la mano destra poggiata sotto il mento, segnalando che in realtà ci sta pensando. << Potremmo uscire, cenare insieme e magari prenderci dei Takoyaki! Poi torniamo a casa e ti coccolo un po' >> Il piano le sembra perfetto, cibo e coccole, un modo perfetto per tirarsi su di morale. << Però... >> Le mani vengono poggiate entrambe sul petto altrui, si avvicina con il viso a quello del bianco, si avventa su quelle labbra in maniera decisa, spingendo quel corpo mezzo nudo indietro, strappandogli un bacio passionale che però termina rapidamente: << ..devi vestirti! Solo io posso vederti tanto scoperto! >> Il tono è decisamente più capriccioso, come se stesse reclamando un esclusività totale. Detto questo cercherebbe di scivolare lontana da lui, scendendo dal letto e lasciandogli modo di vestirsi, per uscire a distrarsi un pochino dai pesanti pensieri che li hanno avvolti in quel pomeriggio. [//END]

20:13 Kan:
  [Camera] Un abbraccio lungo un'eternità, nonostante ciò il tempo sembra troppo poco, ne vorrebbe di più, un maggior quantitativo da passare così avvinghiati. Nonostante lei pensi il contrario, il Sumi riesce ad avvedersi della vera natura della rossa, unica in tutto e per tutto, capace di far emergere lati dell'essere umano talmente nascosti da risultare invisibili persino per il proprietario stesso. Inconsapevole di possedere egli stesso una barriera, ella è riuscita nell'intento di distruggerla facendogliela abbassare completamente, rendendolo nudo alle azzurre. Ogni paura sfumata, rassicurato, felice di non aver più niente da tenerle nascosto, libero di poter vivere in totale tranquillità senza temere qualsivoglia reazione, rovinare tutto per colpa di qualche segretuccio blando. La storiella su Kamichi giunge a termine, non vi è molto da dire assimilando le nozioni da lei fornite, poche ma buone come si usa dire <Come tutti alla fine> sorridendo, facendo il verso alla battuta di lei <Se fossimo tutti normali, sai che noia? Io sicuramente sarei stato di una noia mortale> dopotutto l'ha conosciuto come un borioso ragazzino rompiscatole, tutto fuorchè noioso, grazie a questi piccoli dettagli è riuscito ad avvicinarsi al cuoricino di chi per lui vale più della propria vita. Il pomeriggio gravoso giunge al suo termine, discorsi troppo complessi, pesanti per poter ancora parlare, stare in casa senza muoversi privando la testa di uno svago. Lento il rossore a formarsi sulle gote del bianco a quella dichiarazione d'intenti, stare con lei, ecco cosa desidera fare. Deglutisce sorridendo, un sorriso ben più che felice <Non potevo chiedere di meglio> e certo, specialmente perchè una volta rilassato sa cosa può accadere, arrivare a quel punto risulta un bel traguardo <Allora andiamo in un posticino qui a Konoha per cenare, è davvero buono> il programma gli piace, in particolare la parte delle coccole <Stanotte fermati qui Mia, non ho voglia di vederti andare via> capriccioso a sua volta, desidera averla con se tutta la notte, vederla andare via è un peso troppo grande. Leggero, dannatamente leggero sospira rigettando aria dalle narici; innalza il destro sopracciglio a quella breve interruzione. Mani sul petto, spinto all'indietro ritrovandosela addosso, labbra contro le altrui in quel bacio passionale, spinto, ricambiato con decisione lasciando immergere la lingua, farla giocare con l'altra prima dell'ennesimo distacco. Ride, sorride con quel divertimento a imperversare in lui <Agli ordini capo> ricevendo i vestiti con cui inizia a coprire il busto ottenendo un certo decoro. Solleva se stesso dal letto avvicinandosi alla rossa per darle un piccolo colpetto sui glutei con conseguente occhiolino prima di lasciare la stanza dando il via alla loro serata. [END]

Kan e Shizuka si ritrova nella stanza dell'albino il quale si fa curare la botta ricevuta durante la missione per poi parlare di svariati argomenti. Partono con la missione stessa, poi proseguono con i due segreti del Sumi riguardanti il proprio lavoro all'Ochaya e il seguire costantemente Rasetsu, compresa la decisione di diventare Genetista. Shizuka viene coinvolta nel piano di Kan chiedendole di scoprire qualcosa su Kemono all'esterno e senza dare nell'occhio.
Proseguono parlando di Ryoma fino alla morte di Kamichi di cui Shizuka viene a conoscenza, decide di incontrare Rasetsu per omaggiare l'agente scomparso e parlare con l'altro in maniera più seria.