Giocata del 13/11/2021 dalle 00:44 alle 02:01 nella chat "Luogo Sconosciuto"
La tua forza Shinsei ha posto quella piccola creatura tra la vita e la morte, così anche come chiede Matono di allentare la tua presa, e lo farai si, ma ciò non significa che la creatura si riprenderà presto, anzi. L'accompagni tra le tue grosse mani verso terra, ma lei..non si risveglia. Il viso della giovane non solo rosso per le prese, ma anche troppo violaceo per quello che hai pressato intorno al collo, alla giugulare, il sangue è schizzato sotto la pelle formando degli aloni neri importanti, troppi per esser tranquilli da gestire. La giovane non si muove, niente di niente, quella che avrebbe potuto dirvi qualsiasi cosa è inerme tra le vostre braccia e mani che l'avete presa con troppa irruenza . Il corpicino si spezza in quel sibilo di vita sottile, il respiro leggero quasi inesistente. Vedete il secondo bambino ? Lui, quello che è trasformato nella rossa che conoscete, non avventarsi su di voi, ma sulla ragazzina svenuta, con le vene sul collo viola e nere perchè troppo son state strette "SMETTETELA PURE VOI" lui che vi urla addosso, ringhia come un piccolo cucciolo ferito, ma che protegge il proprio branco , lui che spunteranno capelli neri e selvaggi, la vaga e poca trasformazione che si fa nulla, ma egli che tenta di riprendere il corpo della piccola sorella "CI HANNO GIA' VIOLENTATO, ANCHE VOI VOLETE? ALLORA PRENDETE SOLO ME, LASCIATE LEI" lo stesso, piccolo dolce ragazzino di un dodici anni circa , il viso segnato dalle lacrime importanti, di colui che vuole non solo proteggere quella piccola creatura che ormai non è che un semplice sacco umano ai vostri piedi, ma è qualcuno di importante a cui si attacca, davvero, con le unghie e con i denti. < LASCIACI > un ringhietto, sottile verso Matono, in preda alla frustrazione, alla violenza, alla mancanza di libertà < SE SCOPRE SOLO CHE CI HANNO PRESO.. OLTRE ALLO STUPRARLA DI NUOVO LA AMMAZZA > lui, che grida, coricato per metà sul corpo della sorellina, orribile il viso contratto nel dolore, nella paura, in quello che una semplice piccola ragazzina ha da pagare. Ma tutto si paga. < prendete me.. lasciatela, vi prego > i pianti, orribili pianti, che scuotono non solo gli occhi e un viso, ma un intero animo che si prostra ai vostri piedi, su di lei come a coprirle il corpicino, di quel minuscolo vestitino lacero che la copre < BASTA, BASTA, BASTA TOCCARLA!> è lui che ringhia e grida, preda della disperazione, preda di ciò che lo anima, di quello che lui ha visto su quella che è il suo sangue ma adesso svenuta, adesso nelle vostre..mani. [quest]
Ok, evidentemente non tutti i mali vengono per nuocere. L’aver ridotto la bambina così ha svelato quello che è un legame vero, non immaginato, non come hanno creduto di vedere in missione. Un legame fraterno? Un legame amicale molto forte? Un primo amore? Si può solo fare delle ipotesi, dal parlato del ragazzino non si evince gran che. Ma quelle lacrime, quell’attaccamento, sono qualcosa di profondo. Porterebbe via solo lei, se potesse, e di corsa, visto che non si sta riprendendo, ma è evidente che è impossibile fare una cosa del genere. Lascerebbe così sfogare il ragazzo, allontanando le mani dalla ragazzina, ma senza scostarsi troppo da lì, anzi. Lo lascerebbe sfogare fino alla fine, fino all’ultima parola. Uno sguardo al compagno, ma sa di dover parlare lui. Perché? Perché è stato lui a ridurla in quello stato <Non vogliamo stuprare nessuno. Ne te, ne lei.> Risponde, voce profonda, tono basso, lo sguardo nero che cerca quello di lui alla luce della torcia <Non vogliamo farvi nemmeno del male. È stato un mio errore a ridurla così> Troppe parole? No, quelle necessarie. Ammettere la propria colpa è il primo passo <Hai due opzioni.> alza bruscamente il pugno con indice e medio a svettare verso l’alto. <O ci accompagni in ospedale e resti con lei mentre noi cerchiamo di tenervi al sicuro da chi vi cerca, e nel frattempo ti spieghiamo che ci facciamo qui> Opzione numero uno <Oppure mi lasci portare lei in ospedale, tu te ne vai e noi ti lasciamo andare.> Abbassa ora il pugno, senza toccarlo, assottiglia lo sguardo <Ma devi scegliere adesso ragazzo. Non possiamo restare qui. Lei ha bisogno di cure adesso e in ogni caso qui siamo troppo esposti.> Detto questo, tenterebbe di alzarsi, <Nelle condizioni in cui è, se non vuoi perderla, non hai altra scelta che fidarti. Devi decidere se lasciarla da sola o venire con noi.> e nel tempo che lascerebbe al ragazzo, dedicherebbe uno sguardo a Matono <Lei deve andare in ospedale. Portala tu, col ragazzo se decide di seguirti. Io devo passare a casa> è evidente, in boxer è difficile girare. <Fai tu il primo turno di guardia, io ti darò il cambio tra qualche ora, se il ragazzo ha ragione potrebbero venire a cercarli> Parla ad alta voce, in modo da essere sentito anche dal ragazzino. Che sappia che hanno buone intenzioni. Terminati gli strumenti di convincimento, però, hanno bisogno di spostarsi da li e di portare la ragazzina in un posto dove essere curata. Sarebbe quindi a Matono la responsabilità di prendere la bambina. Anche perché di sicuro ha una faccia più raccomandabile del tizio che le ha quasi spezzato il collo <Se hai una via breve per raggiungere l’ospedale tramite le fogne è il momento giusto per mostrarla> Chiederebbe guardando dritto in faccia il ragazzino, altrimenti saranno costretti a percorrere a ritroso il percorso. [END]