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Psicopatici a confronto

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con Rasetsu, Nana

11:37 Rasetsu:
 Ha urgentemente bisogno di dormire. Ha bevuto più caffè di quelli ch’è riuscito a contare. Dopo il sesto, ha perso il conto. Dopo l’incontro con Akaya e Shizuka, è rimasto nel laboratorio o comunque nell’ospedale per le ore seguenti. Non è chiaramente tornato a casa durante la notte, avvisando di rimando Hiro affinché non si preoccupasse più del dovuto: *lui* ha un comportamento sensato. S’è assicurato che avesse letto. Vistose le lunghe occhiaie che adornano or il volto del demone, il quale sbadiglia sgraziatamente portando però una manina davanti alla faccia per coprire le fauci altrimenti spalancate. Ha raccolto la sua documentazione all’interno d’una cartellina che ha sigillato in uno dei fuda che si porta dietro per maggior sicurezza. Non deve far altro che attendere il suo apprendista, nonché possibili risposte da parte d’Akaya o di Shizuka a seconda di chi decida d’interfacciarsi con questi. Indossa un paio di pantaloni neri sorretti da una cintura d’egual cromia. Nei bordi di quest’ultima, è infilata la bianca camicia che ne fascia completamente l’addome coi primi due bottoni aperti per permettergli di respirar meglio – invero, è soltanto una sua considerazione. Gli sembra di soffocare, quando poi in realtà non è così. Non ha molto altro con sé se non un paio d’occhialini dalla rossa montatura sul naso, così da osservar meglio ciò che ha di fronte a sé e qualche tonico nelle rispettive tasche. La giacca è portata attorno all’avambraccio mancino, incurante del freschetto che inizia a farsi sentire. Non morirà per così poco… si spera. Ad ogni modo, palesata la stanchezza, un altro caffettino ci starebbe eccome, ma rischia di non riuscire a chiudere occhio per il resto della mattinata. E non è molto convinto che ciò sia salutare per sé stesso. Deve essere lucido, senziente, comprendere appieno quei documenti così da portare avanti la sperimentazione. I fallimenti sono contemplati, ciò non vuol dire che debba perdere tempo. Risulta essere sicuro del risultato, ma ha bisogno di tempo. Passeggia per il quartiere notturno, cercando di tagliare per raggiungere la piazza centrale di Ame. Molti son i luoghi che ricorda a memoria, tanti quelli dai quali preferirebbe star alla larga il più possibile... [ Chk On ]

11:41 Nana:
 Piedini che si trascinano verso quelle strade del quartiere notturno, in pieno giorno, ed occhiaie degne di chi non dorme da giorni. I capelli raccolti in due chignon scompigliati. Una felpa corta, rosa fluo, ed una gonna nera in tulle che le arriva fino a metà coscia. Calze che un tempo dovevano essere a rete, ma che adesso hanno grandi buchi qua e là. Ai piedi, degli anfibi neri, sporchi di fango e solo Dio sa di cos'altro. E' così che si presenta quel giorno la piccola biondina. Sembrerebbe un'anima dannata in continua ricerca di qualcosa. Strizza un po' gli occhi, per cercare di non addormentarsi proprio lì, in quel momento, mentre sta camminando. Le labbra si muoverebbero appena, mugugnando qualcosa di indecifrabile, qualcosa che viene detto solo a se stessa. Di problemi, la kusana, ne aveva già a bizzeffe, ma quel giorno sembra che ne abbia più del solito. Gli occhietti ambrati camminerebbero da un punto all'altro della strada, osservando, stanchi, la gente intorno a lei. < Sneakers > sussurrerebbe, mentre gli occhietti si sposterebbero sui piedi di chi le passa accanto. Le manine vanno ancora a stropicciarsi quegli occhi che non riescono a stare più aperti. < Ho bisogno di > una pausa, mentre il suo cervello cerca di capire di cosa abbia bisogno < sì, ho bisogno di quelle pasticche per restare sveglia >. Con la destrorsa si darebbe due colpetti sulla tempia, in modo quasi compulsivo, e sgranerebbe gli occhi, così da tenerli aperti. Continuerebbe a camminare, trascinando ancora quei piedini stanchi e quelle gambe così pesanti da sembrare macigni. Insomma, oggi sembra più folle del solito. Pronuncerebbe qualcos'altro, ancora tra sé e sé < Naku >. Aki, un pensiero che le torna spesso in mente. Aki è scomparso ormai da mesi, senza lasciare tracce. E questo la sta facendo impazzire. Altri due colpetti sulla tempia destra, per cacciare via dalla sua testa quel pensiero intrusivo. Nel suo avanzare, la sua spalla si scontra contro parte del torace di Rasetsu. La testolina si alzerebbe appena, gli occhietti ambrati quasi vuoti, circondati da quelle occhiaie quasi scure, cercherebbero quelli altrui. Insomma, nessuno dei sue sembra aver dormito. < Vecchiaccio-san > un sospiro, quasi, diverso dalle sue solite urla. Come se in lei ci fosse qualcosa di diverso.

12:15 Rasetsu:
 In questo momento, l’unica cosa davvero essenziale per il rosso è tornare a letto. Incurante della presenza di Dokuhiro, ha necessità urgente di chiudere occhio. In un primo momento, s’accorge della figura di Nana, quella testolina tutta matta dai capelli biondi e dal sorriso mefistofelico. Andavano d’accordo, rammenta, ma soltanto perché erano soliti sballarsi entrambi. Or che le cose son cambiate, non è poi molto sicuro che continueranno ad andarci. Sta di fatto che si sofferma nei di lei riguardi, piegando la testolina da un lato. Lo chiama con quel nomignolo che lo rappresenta invero, seppur adesso faccia fatica a ricordare quello che le aveva dato a sua volta. <Psycho… Psico-chan?> Una delle due, l’unica differenza è la pronuncia. Solleva un sopracciglio, piuttosto stranita dal vederla in giro. Quanto tempo sarà passato? <Pensavo fossi finita anche tu in qualche cassonetto per via delle troppe pasticche. Che fine hai fatto?> Le domanda di rimando, vivamente incuriosito dalla ragazzina poiché appartenente al gruppo dei Kokketsu. Con la perdita di Kamichi, è quanto più chiaro che cerchi di tener la famiglia unita, così da evitare di perdere membri importanti uno dopo l’altro. E’ sempre stato così: i clannati del sangue nero non sono in verità molti, quindi si premura come sempre di salvaguardarli, peccato che non ci riesca la stragrande maggioranza delle volte. Inoltre, non è neppur detto che siano in pochi, sicché son passati dieci anni dagli avvenimenti che ricorda lui. Ne attende comunque una risposta, fermatosi sul posto, sbadigliando nuovamente in maniera del tutto sgraziata, ma questa volta fregandosene altamente di posizionar una mano davanti alle fauci. E’ troppo stanco. Gli occhi sono arrossati e non ha neanche fumato alcunché. Ci mancherebbe soltanto questa, poi, ora che è finalmente uscito da quel circolo di vizi nei quali, tuttavia, chi saprà dirlo, un giorno potrebbe ricaderci. [ Chk On ]

12:30 Nana:
 Gli occhietti ambrati si soffermerebbero, dunque, su quelli altrui. Le labbra nemmeno si schiuderebbero per chiedere scusa, dato che lo aveva urtato. Non chiedeva scusa prima, quando era "normale", per così dire, figuriamoci adesso, in quello stato confusionale e pietoso in cui si è ridotta. < Mm, sì > risponderebbe al nomignolo, nemmeno le importa quale dei due l'altro scelga. In quel momento, uno vale l'altro. Effettivamente, comunque, è passato fin troppo tempo dal loro ultimo incontro. D'altronde, la biondina, ormai da qualche mese, è in missione (o così lei crede). Ha vagato per tutta Kagegakure, giorno e notte, per mesi, alla ricerca di qualcuno. Ha sempre camminato in modo furtivo, evitando di dare nell'occhio, anche se, probabilmente, qualcuno l'avrà sicuramente notata per via del suo abbigliamento sempre eccentrico. Sbatterebbe quasi con forza, nuovamente, la destrorsa sulla tempia, per tirare fuori un discorso chiaro, ma tutto quello che ne verrebbe fuori è < Missione >. Gli occhietti si sgranerebbero quasi in modo ossessivo. Qualcosa, in lei, non sta andando sicuramente per il verso giusto. Aggiungerebbe, poi < Sneakers >. Tutti, al momento, potremmo concordare sul fatto che quei due colpetti sulla testa dati poco prima non sono serviti assolutamente a nulla, dato che quel discorso, se così può essere chiamato, non è per nulla chiaro. La testolina si volterebbe di scatto, quasi come in un tic nervoso, spostando lo sguardo su un passante accanto ai due. Gli occhietti si sposterebbero sulle scarpe del passante, ma, anche stavolta, niente sneakers. Con un altro scatto, la testolina tornerebbe in direzione di Rasetsu. < Vecchiaccio-san > sospirerebbe ancora, senza un motivo ben preciso, come se il suo cervello fosse completamente andato. < Pasticche per rimanere svegli > forse, stavolta, questo il vecchiaccio potrebbe capirlo < ne hai? > eh sì, con questa ultima aggiunta, questa parte di discorso è molto più chiara.

12:38 Rasetsu:
 Fermo nella posizione precedentemente assunta, potrebbero prendersi a testate senza neanche accorgersene, finendo col dormire sulle panchine del quartiere notturno. Non sa per Nana, ma per sé stesso non sarebbe una gran novità. Sfrutterebbe qualche cartone o la giacca che si porta dietro per coprirsi e tutto andrebbe bene lo stesso. Non sarebbe – certo – molto positivo dal punto di vista dei rapporti sociali, ma del resto che glien’è mai importato? La sua vita funziona ad accordi col prossimo e tanto gli basta. In effetti, dovrebbe rintracciare Shinsei presto o tardi… C’è un pagamento in sospeso ed una prossima seduta da effettuare. <Missione? Bella missione di merda se ti ha conciato così. Non che io possa parlare granché.> L’ultima missione alla quale ha preso parte, del resto, era contro il serial Killer in persona che ha causato una vittima, nonché molteplici ferite sia nei riguardi del demone che della sua compagna di missione. <Sneakers?> Non comprende queste terminologie giovanili, è già tanto che si sia procurato un cellulare che sappia parzialmente usare. Ci smanetta quando ha tempo libero, così da comprendere al meglio le sue funzionalità. Tuttavia, alcuni termini gli restano abbastanza sconosciuti. Deve ancora imparare. Del resto, è un vecchietto – esattamente come lei lo sta definendo. Storce le labbra alla richiesta altrui, non tanto perché è lui a non assumerne, tanto meno perché lo sia. Gli dà tremendamente fastidio declinare una richiesta del genere, lavorando direttamente nel suo campo. <No, non al momento> Costernato, sul serio. Non vorrebbe in alcun modo rifiutare. <però posso procurartene in breve tempo. Il costo è un po’ aumentato finché non ho i materiali giusti.> Sostanzialmente, può provare a darle delle pasticche che non saranno mai al cento percento simili alla Sbrilluccica originale, sicché carente della materia prima. Tuttavia, gli effetti dovrebbero essere quanto più vicini possibili: chiamiamola sottomarca, ecco. Può ancora tornare in carreggiata. Può ancora riaprire quel mercato nero. Non deve arrendersi, ma deve sicuramente tartassare il biondino. [ Chk On ]

12:52 Nana:
 Il suo piccolo cervello sembra scollegarsi a poco a poco, un po' come la rete internet durante i temporali. Ancora la testolina, con un altro scatto nervoso, si sposterebbe sulle scarpe di un altro passante, per poi spostarla ancora una volta su Rasetsu. Quei movimenti sono totalmente folli, e la biondina è totalmente andata, partita verso luoghi sconosciuti. Chi la vede da fuori, non saprebbe dire se abbia più bisogno di dormire o di essere internata in un manicomio. Ma, per sua fortuna, il vecchiaccio non pensa a questo genere di cose e, anzi, sembra proprio disponibile. < Sì, missione > ripeterebbe compulsivamente, grattandosi la testolina con la mancina. Forse avrebbe anche bisogno di una doccia, ma va bene così. < Sneakers > ripeterebbe ancora le parole altrui, per poi aggiungere < quelle sportive, con i lacci >. Sì, quelle sportive, proprio quelle con i lacci. Ma come potrebbe capire il buon vecchio Rasetsu a cosa si stia riferendo la biondina, se lei non specifica che si tratti di scarpe? Questo, al momento, non possiamo saperlo. Ciò che sappiamo, comunque, è che il vecchiaccio le sta offrendo l'opportunità di prendere quelle pasticche che cercava. < Sì, pasticche, va bene > discorso completamente senza senso, mentre il suo piccolo cervello continua a spegnersi parola dopo parola, istante dopo istante. < Basta che tengano svegli > ecco sì, fondamentalmente, ciò che è importante è proprio quello. Non le importa il prezzo, le comprerebbe a qualsiasi costo, l'importante è che non si addormenti. Non può permettersi di dormire. Deve continuare a cercare, fino allo sfinimento. < Devo restare sveglia > direbbe, mentre lo sguardo si sposterebbe su un altro passante. < Devo trovarli >. Quelle frasi sembrano quasi un mantra. Forse è proprio questo che continua a sussurrare a se stessa, mentre cammina per le strade di Kagegakure. Devo restare sveglia. Devo trovarli. Trovare Naku. Trovare la Jikan.

13:06 Rasetsu:
 Tentenna un tantino col capo. Non sa esattamente come le sia preso, ma da quel che ricorda non è mai stata chissà quanto sana di testa. Quindi, reputa che sia soltanto una giornata un poco più storta delle altre, ragion cui opta per non farsi eccessive domande. Ne ha già fatte fin troppe e l’argomento non lo riguarda. Fa finta di capire, annuendo distrattamente quando ripete d’aver fatto una missione. Va bene così. Sorridi e annuisci anche quando non si capisce. <Anziché pensare a come rubarle ai passanti, non ti conviene andartene a comprare un paio?> Solleva di nuovo un sopracciglio, squadrandola però da capo a piedi si rende conto d’un problema evidente. Da quanto non si cambia d’abito? Da quando non si rinfresca sotto il getto d’una doccia? Forse, una delle motivazioni potrebbe essere la mancanza di denaro. <Te le procuro assieme alle pasticche, l’importante è trovare i ryo coi quali pagarmi. Altrimenti, dovremo trovare un modo per appianare il debito.> Aggrotta le sopracciglia con evidente titubanza. Neanche lui sa come comportarsi in un momento del genere dove la sua mente è annebbiata dal sonno, dai calcoli, dalle teorie della clonazione e quant’altro abbia studiato durante la notte e la mattina seguente. Qualcosa troverà – da chiederle, nella speranza che possa appianare quanto prima quel debito senz’alcuna problematica. Altrimenti, è costretto a comportarsi di conseguenza e chi ha davanti è un Kokketsu. <Chi devi trovare? Non puoi restare sveglia più d’un certo numero d’ore, altrimenti rischi d’uscire di senno. Non che tu sia sana mentalmente dormendo> Di questo n’è abbastanza certo. <ma se vuoi sopravvivere devi anche riposare. Non sono tuo padre e non intendo esserlo, ma abbiamo già perso un Kokketsu in famiglia.> Per lui, gira tutt’attorno a questo. Ha del sangue nero nelle vene, tanto basta per renderla importante ai suoi occhi. In fin dei conti, pur non volendo esser un padre, sta cercando d’esserlo per ogni Kokketsu che si rispetti, che questi vogliano o meno. La morte del biondo l’ha messo a dura prova – una volta in più, specialmente senza pasticche o alcol ad alleggerire il dolore. [ Chk On ]

13:21 Nana:
 Il rosso sembrerebbe, agli occhi di Nana, seguire perfettamente il suo discorso. Per lei non c'è niente che non vada, anche se è visibile che, effettivamente, c'è qualcosa che non va. Ma lei non sembra proprio capirlo. Dapprima, annuirebbe nervosamente alla prima domanda del vecchiaccio, ma poi, dopo qualche secondo, riesce a comprendere il senso di quelle parole, che prima non aveva colto < Nooo, non mi servono > okay, non ti servono delle sneakers... allora perché le stai cercando? Dai, Nana, un piccolo sforzo e ci riesci. La manina destra, con uno scatto, verrebbe portata sul braccio sinistro dell'altro, provando ad afferrarlo, senza fargli del male in realtà, dato che le è rimasta ben poca forza in corpo. I piedini si allungherebbero, per permetterle di stare sulle punte e, se le fosse permesso, vorrebbe avvicinarsi all'orecchio altrui. < Sto cercando i tre tipi con le sneakers > certo, come se tutti sapessero a chi la biondina si stia riferendo. Si allontanerebbe, poi, gli occhietti ancora sgranati cosicché non si chiudano. Ancora una volta le ambrate si sposterebbero sui passanti, per poi tornare sul Kokketsu. < No, no > ma cosa no? Okay, Nana, è giunto il momento che tu vada a dormire. < I soldi li ho > e menomale, altrimenti chissà in quale giro ti saresti potuta cacciare! La destrorsa, poi lascerebbe la presa sul braccio di Rasetsu ed entrambe le manine verrebbero portate tra i capelli, che verrebbero tirati appena. < Nooo, non posso riposare > lo sguardo perso nel vuoto, quasi spaventato. < Li devo trovare > sussurrerebbe, guardando verso un punto indefinito < Devo trovare quei tizi con le sneakers > una pausa e poi aggiungerebbe < e Naku >. Annuirebbe a sé stessa, convinta delle proprie parole e spaventata, chissà per quale assurdo motivo. Effettivamente, non avrebbe bisogno di essere spaventata, ma, semplicemente, tutto quel sonno le fa percepire una certa ansia e un certo panico che la spaventano. < Abbiamo? > quando l'altro includerebbe anche la biondina mentre parla della perdita del Kokketsu, la biondina ha un attimo di lucidità. Famiglia. I Kokketsu possono essere considerati la sua famiglia. Naku l'ha abbandonata. I Kokketsu sono la sua famiglia. Sì, è così. < Chi? > vuole sapere, adesso, chi abbiano perso. Chi sia morto. Gli occhietti si aprirebbero e chiuderebbero velocemente, nell'attesa di una risposta.

14:06 Rasetsu:
 Adesso, sul serio, non comprende esattamente cosa Nana voglia dirgli. Ha parlato di sneakers sino a pochi attimi prima, asserendo poi come non ne abbia bisogno per sé stessa. Diciamocelo… per la prima volta, Rasetsu è abbastanza confuso da desiderare ardentemente di colpirsi da solo. Le sopracciglia, dapprima già aggrottate, non farebbero altro che piegarsi ulteriormente. Non sta davvero seguendo più il suo discorso che, già in partenza, era privo di filo logico alcuno. <I tre tipi con le sneakers?> Allibito, stralunato. Faranno parte delle sue visioni? Non c’è altra spiegazione che tenga. Non conosce la Jikan. Non conosce nessuno dei membri che ne fanno parte e, con molta probabilità, non li incontrerà mai finché campa. <Senti> Inizia visibilmente a spazientirsi. È stanco, assonnato, con troppe dosi di caffeina in corpo per sottostare alle idiozie pronunciate dalla biondina. <spiegati meglio, altrimenti lascia stare. Sul serio. Non ho la pazienza, la voglia e il tempo di star dietro a delle fandonie. Hai visto qualche bel fisico scolpito e ora vuoi rintracciarli? Fammi capire.> Ma le ha appena chiesto di star in silenzio qualora non riesca a spiegarsi bene ed adesso pretende che glielo faccia capire? È un controsenso vivente, è probabilmente per questo che sembrano andare abbastanza d’accordo, nonostante tutto – o forse è per via della droga che lui spacciava abitualmente. Insomma… è meglio non sapere la risposta a questa domanda finché la situazione regge così com’è. <Okay, allora mi darai dei ryo.> Non ha bisogno d’altri accordi per il momento, sicuramente non di Nana che sembra essere psicologicamente instabile già da qualche tempo, figurarsi or con la mancanza di sonno in corpo che pare renderla uno zombie che cammina. <Ho capito che devi rintracciare questi tizi, ma pensi di riuscire a farlo conciata come sei? Hai pensato di darti una lavata, prima? E dai, su.> Scosta l’attenzione sulla mano altrui che vien poggiata sul suo braccio, come se fosse questione di vita o di morte. Non pronuncia alcunché, bensì scosta lentamente gli occhietti verde smeraldo nei confronti della fanciulla. Non può fare niente per lei, tanto meno intende provarci. Le pasticche son l’unica cosa che potrebbe portarla e dovrà farsele bastare per un bel po’ – almeno finché il rosso non riesce ad ottenere il veleno Doku. <Abbiamo, noi. I Kokketsu. Porca puttana, se devi dormire. Ho una casa, volendo.> Un po’ in disordine per via della seduta con Shinsei… ma comunque è una casa, ecco. Sicuramente non può portarla da Dokuhiro col rischio che faccia fuori entrambi. E’ mai possibile che trovi soltanto persone gelose e violente? <Kamichi, quello della Shinsengumi. L’ha ammazzato il serial Killer.> Fa da portatore di notizie, spesso pessime. [ Chk On ]

14:22 Nana:
 Gli occhietti si farebbero sempre più stanchi, vorrebbero chiudersi, senza seguire la volontà della biondina di lasciarli aperti. La sua testolina comincerebbe a vorticare in modo alquanto pauroso, a causa del troppo sonno. < Sì, loro > risponderebbe alla prima domanda del Kokketsu, senza rendersi conto che l'altro non ha capito proprio nulla del discorso di lei. E come potrebbe capirlo in quello stato? Gli occhietti, di colpo, si riempirebbero di lacrime, quando sente l'altro rimproverarla. Non è un tipo che piange spesso, anzi, non piange quasi mai. Ma in quel momento il bisogno di dormire le fa da padrone, amplificando tutte le sue emozioni. E due lacrimucce righerebbero le sue guance rosate, mentre le manine, chiuse in due pugni, verrebbero portate agli occhi. Sembra proprio una bambina. < Vecchiaccio-saaaan > lo implorerebbe, quasi scusandosi, in preda ai singhiozzi. < No, li devo trovare, perché è una missione! > e questo lo avevamo capito, cara Nana. Devi dirgli di più, però, se vuoi farti comprendere meglio! < Quelli delle faglie temporali, devo trovarli, devo riunire il gruppo >. Beh, non è detto che l'altro capisca, ma è sicuramente qualcosa in più. Le manine sfregherebbero ancora gli occhi, mentre le maniche della felpa comincerebbero a bagnarsi delle lacrime della biondina. < Io li devo trovare > non le importa se non si lava da giorni e nemmeno se non dorme da giorni. Sono passati mesi, ormai, da quando le è stata assegnata quella missione ed ancora non ha concluso niente. Proprio per questo motivo non può permettersi di sprecare tempo. < Sì, una casa > ripeterebbe le parole altrui, senza capire granché, in realtà. La destrorsa si allontanerebbe dagli occhietti, per andarsi a posizionare nuovamente sul braccio altrui, tirandogli un lembo della camicia, quasi per implorargli di portarla con lui, perché non è più in grado di capire cosa stia succedendo. < Kamichi... > una pausa, mentre gli occhietti tornerebbero a perdersi nel vuoto < Kamichi! > un gridolino, come se nella sua mente avesse appena concretizzato di chi si tratti. < Oh, l'ho trattato così male quando ci siamo incontrati! > e riprenderebbe a piangere, in preda a sensi di colpa che non aveva mai avuto in vita sua.

14:41 Rasetsu:
 Non prova compassione per la ragazzina che ha di fronte. Tutt’al più, n’è innervosito. E’ l’ultima persona sulla faccia della terra che avrebbe voluto vedere quando è insonnolito come lo è adesso. Sospira pesantemente, passandosi una mano tra i capelli rossastri e cercando di trovar un modo per far cessare quel martellante mal di testa che sta iniziando ad impossessarsi di lui. <Non piangere!> Esclama, frustrato come se ciò che avesse fatto fino ad adesso sia stato del tutto vano. Adesso piange anche! E lui non ha fatto assolutamente niente – direttamente quanto meno – per causarne il pianto. Lo sconforto la fa da padrone. Vorrebbe soltanto essere a casa a dormire e, invece, deve sopportare i piagnistei d’una Kokketsu. E, cosa più importante, li sta sopportando esclusivamente perché si tratta di questo. Avrebbe già lasciato correre. <Non hai idea di quanto abbia bisogno d’un goccetto in questo momento.> L’alcol, vecchio amico del demone, di tanto in tanto si fa sentire nei reconditi della sua mente. E’ un piccolo demonietto giallastro dall’odore acre del gin e del whiskey. Gli picchietta il cervello con due bicchierini da shot. E lui rinuncia ogni volta, sotterrandolo chissà dove. Non deve ancora cedere, non ora che sta lavorando a quei benedetti progetti. <Faglie temporali?> E’ a lui che gira la testa adesso. Non sta capendo. Di che diamine sta parlando? Non ha ascoltato – ovviamente – niente di quel ch’è uscito in televisione qualche tempo fa, poiché in tal caso si ricorderebbe di Saigo. <Okay, va bene. Devi trovarli.> L’asseconda. Che altro può fare arrivati a questo punto? Continua a guardarla piangere, battendo rumorosamente il piede a terra per scaricare il nervosismo che gli sale man mano. Non l’aiuta, non la tranquillizza. Non prova senso di colpa alcuno per quanto ne sappia lui e non prova chissà quale affetto nei confronti di Nana. E’ come con Shizuka. La rispetta esclusivamente perché nelle sue vene scorre sangue nero, non per altro. <Penso che metà Kagegakure l’abbia trattato a cazzi in faccia, ma ciò non toglie che sto aspettando che la Shinsengumi mi dia il corpo. Voglio dargli degna sepoltura. Vorrei anche che tutti voi Kokketsu siate presenti.> Quanto meno quelli che conosce… Certo che dirlo a Nana è difficoltoso. Non è neanche detto che si presenterà, così come non è neppur sincerato che abbia davvero capito. Son due psicopatici, uno più dell’altra o viceversa. Non cambia molto… [ Chk On ]

22:12 Nana:
 All'esclamare dell'altro, la piccola Kokketsu arresterebbe il so pianto per qualche attimo. Lo fisserebbe, con la mancina ancora davanti al viso. E poi riprenderebbe a piangere ancora più forte, in uno stato totalmente confusionale. Purtroppo, non sta più capendo nulla e solo in quel momento si accorge che ha DAVVERO bisogno di dormire. Fanc*lo i tre tipi con le sneakers, fanc*lo Aki. Diventerà più pazza del normale, se continua a rimanere sveglia. < E io dell'erba > singhiozzerebbe, in risposta ai bisogni dell'altro esprimerebbe i suoi. Dell'erba, effettivamente, la farebbe dormire felice come una bambina. < Sì, faglie temporali > annuirebbe compulsivamente, con quegli occhietti che tiene ancora sgranati per evitare che si chiudano quando meno se lo aspetta. < Ne hanno parlato in televisione, sì > continuerebbe ad annuire, non dandogli comunque una spiegazione abbastanza chiara da fargli capire cosa stia realmente succedendo. D'altronde, non sa nemmeno lei in che guaio si sia cacciata. Difatti, la Shinsengumi la sta usando per i suoi scopi: stanare la Jikan. E lei, di tutta questa storia, ovviamente, non ne sa proprio nulla. E, anzi, lei si sente addirittura potentissima perché le è stato dato l'arduo compito di riunire tutti i componenti. Quindi, scansatevi tutti, lei è la queen. Sì, la queen degli idioti, ma dettagli. Continuerebbe, comunque, a singhiozzare, mentre le parole si impasterebbero alle lacrime ed al sonno che la sta letteralmente divorando. < Oh, povero Kamichi... > singhiozzerebbe ancora, in preda ai sensi di colpa per chissà quale strano gioco della sua mente < Sì, vecchiaccio-san, verrò al suo funerale! > sì, come no, domani avrai già dimenticato di aver detto questa cosa e a quel funerale non ci andrai mai. E' a quel punto, però, che la sua testolina comincerebbe a vorticare più del normale. Si terrebbe stretta con la destrorsa al braccio del Kokketsu, ma la presa verrebbe pian piano a mancare. Perché gli occhietti si chiuderebbero e le gambe cederebbero. Buona ninna, cara Nana. E poi, finisce sempre che il buon Rasetsu deve trasportarti in spalla. Poverino! [END]

23:27 Rasetsu:
 Avete presente quando cercate di far smettere una ragazza di piangere, ma lo fate nella maniera meno congeniale possibile tanto da spingerla a singhiozzare più forte? Esattamente. E’ questa la scena che s’apre davanti agli occhi increduli del demone, il quale fissa l’interlocutrice senza più capire alcunché – come se finora avesse poi inteso qualcosa. Vorrebbe soltanto sparire in questo frangente. Ma chi gliel’ha fatto fare di fermarsi a parlare con una psicopatica quando sarebbe potuto andare direttamente a casa a dormire? Altro che caffè. Adesso, ha bisogno d’un tranquillante. <Ti porto le pasticche nel minor tempo possibile, ma adesso smettila di piangere o mi verrà una sincope.> Probabilmente progetterà un modo per ammazzarsi quanto subito se non smette. La testa gli scoppia. Non la sopporta oltre. Non sa calmare le persone, non capisce cosa provano. Il suo cuore è nero – il petto è arido. A sua volta, però, potrebbe provare a scoppiare a piangere – o fingere di farlo – per valutare la reazione di Nana. Non ne ha voglia… è l’unico problema. Assottiglia lo sguardo, i cui occhi son ormai tremendamente arrossati dalla stanchezza e dalla necessità di dormire. <Non guardo la televisione, devo essermelo perso.> Anche perché, s’è uscita di recente come notizia, sta a significare ch’è colpa di Dokuhiro perché guarda quello stupido programma sui vestiti da sposa gran parte del tempo. In parole povere, sa già con chi prendersela. Tuttavia, l’attenzione vien donata direttamente a Nana la quale s’appoggia al corpo del rosso, ciondolando poi in avanti. Le gambe cedono. <…> Sospira pesantemente. Non sa s’esser contento che alla fine stia dormendo o arrabbiato perché lo stia facendo a discapito suo. <Andiamo, ti porto a casa.> Non sappiamo quanto saggio sia, tuttavia nella dimora non vi ha lasciato granché. Il divano è mezzo perforato e distrutto. Il disordine regna sovrano. Sangue nero è sparso sul pavimento. Insomma… non ci tiene granché alla pulizia. Però, il letto è ben fatto – per chissà quale ragione. Quindi, qualora sia riuscito a trasportala sin lì, nel settore adeguato la lascerà riposare per quanto possibile. La trascinerà coi costrutti se necessario. <Sei insopportabile quanto Kamichi.> Ma sorride nel dirlo. [ Exit ]

Un incontro randomico tra un'addormentata Nana e uno stanco Rasetsu.
Nana è alquanto instabile mentalmente e tre quarti dei suoi discorsi son privi di senso per il demone, il quale tenta di capirla e di aggiornarla in merito a Kamichi.

La accompagna a casa propria, dormiente.