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con Keiga, Liuka

18:59 Keiga:
 La tempesta si accanisce come al solito. Forse e per fortuna, essendo gli alberi molto fitti può essere che nel centro del bosco l'acqua non arrivi a terra con tutta l'incazzatura che ha quando parte dalle nuvole. E quando piove, come quando c'è il sole, per il pulcioso e la cagna è ora di cena. Il posto è sempre il solito, lungo il periodo ben spisciazzato dal cane, enorme e nero. Un pastore italiano fuori taglia di molto che di paura, almeno al villaggio, ne fa a molti. E sta correndo, con il pelo nero e folto pieno d'acqua che però non sembra appesantirlo per nulla. La cena è servita. E la sua umana ad aver fatto centro, questa volta. Ed eccola lì, che, poco più avanti di lui, rallenta la corsa fino a camminare. Non sulle gambe ma sui quattro arti. Selvatica, sta perdendo quella poca umanità che già aveva. In tutti i senti. Capelli neri, lunghi fino al sedere e lisci incorniciano il viso dagli occhi neri e la pelle olivastra con i due triangolini rossi, simbolo del clan, sempre sulle guance ma nascosti per la maggior parte da una mascherina nera di tessuto. Indossa un top nero di finta pelle che le copre il seno, lasciando libero la zona addominale ed il ventre dove un paio di pantaloni neri, attillati e di finta pelle, le coprono la parte inferiore infilandosi in un paio di anfibi neri ben allacciati. Le braccia sono scoperte se non per gli avambracci e le mani, coperti rispettivamente da vambracci e guanti senza dita con la placca di ferro a protezione dei dorsi. Dalla spalla destra, che prende di poco la scapola, fino al gomito, si nota un tatuaggio composto da strisce messe a caso che però hanno un loro perchè, rendendo il disegno guardabile. Sopra il pantalone, invece, porta gli schinieri. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro due kunai e due shuriken. Al fianco sinistro è fissata la tasca porta oggetti che porta all'interno solo un tonico curativo e uno di recupero chakra. Nella destra, che usa comunque come appoggio, tiene la lepre, per le orecchie, che continua a cercare di dimenarsi per fuggire. Il terreno è fangoso, l'ambiente umido. Per chiunque potrebbe essere uno schifo ma per lei no. Quella ora è casa sua. Casa loro.

19:09 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Un'aspra, asprissima foresta è il luogo ideale per potersi allenare, il ninja si trova a pieno contatto con la natura, con i cinque sensi a fior di pelle e l'attenzione che non balena tra le nuvole, un luogo perfetto dove potersi esercitare. Secondi, minuti, ore...neanche lui sa, precisamente, quanto sia passato, eppure, è abbastanza sicuro fosse lì a prendere a calci e pugni la flora locale da ormai molto tempo. Gli occhi rossi come il fuoco socchiusi, accompagnati dalla chioma color diaspro raccolta in una coda alta cinta da un elastico nero. A causa della tempesta che sta martoriando il villaggio, ed il conseguente aumento di un venticello a dir poco freddo, indossa un giacchetto nero chiuso fin su al colletto, combinato, ad un paio grossi pantaloni a campana del medesimo color nero pece e dai piedi nudi. A contatto con il terreno, con il legno, indossa i guanti ninja con il puro scopo di evitare che schegge di natura lignea gli si infilassero sotto la pelle. Se ne sta seduto a terra, col respiro che va e viene, decorato da una fronte perlata dal sudore. < Ok...la quota per oggi è stata raggiunta...si > si dice, tra se e se, mentre cerca di riprendere il respiro. Già, soltanto oggi il capello color carota ha capito che sarebbe meglio mischiare, nel proprio arsenale di mosso, anche qualche movimento compiuto dalle gambe, anzi, va oltre questo ragionamento, arrivando a pensare che proprio lo scarso utilizzo delle gambe fosse stata la cosa a comprometterlo di più nel suo ultimo esercizio. Tante ipotesi, pochi fatti. Seduto a pieno contatto la terra, si limita a tenere gli occhi al cielo, aspettando, con quiete e calma, che possa tornare ad allenarsi.

19:32 Keiga:
 I due se la passeggiano tranquilli, entrambi sulle quattro zampe, che avanzano verso il loro albero preferito con un insenatura che funge da riparo. E' piccola eh, ma lei rincagnata ci sta e anche mezzo culo del cane. Quella passeggiata tranquilla ad un tratto si ferma. Quella di entrambi. Il capo ed il muso ruotano verso la medesima direzione, mentre le narici di lei ed il tartufo di lui, iniziano a snuffiare l'aria. Il cane sente subito l'odore del ragazzo, spostando i padiglioni verso la direzione in cui sta. Lei, più che altro ha sentito un rumore provenire da lì. Un ringhio basso e sommesso del lupoide è come se la avvertissero della presenza di qualcuno umano, non ancora conosciuto. <Abbiamo compagnia per cena..> Gli occhi si chiudono in fessure mentre le labbra vengono umettate dietro alla mascherina nera. Akuma parte, corre proprio nella direzione di quel ragazzino con i capelli arancioni. Il rumore dei passi pesanti sul fogliame fangoso dovrebbero già far sentire la sua presenza in avvicinamenteo, neanche troppo lentamente, all'altro. Lei, invece, recupera la postura eretta, tenendo il coniglio, ancora vivo, stretto nella destra <Vediamo cosa abbiamo per contorno.> Un filo di voce, profonda e roca. E' tutta lercia, vivendo allo stato brado, pare un mowgli al femminile. Corre anche lei, cercando di avvicinarsi il più possibile ma senza farsi vedere, a differenza del cane che si sta lanciando verso Liuka senza se e senza ma, sebbene ancora on sia arrivato.

19:39 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Riposarsi sarebbe, sicuramente, un passatempo lieto, peccato che, anche questa volta, per il malpelo non c'è pace. Quel velo di silenzio, di pura calma trasparente, viene brutalmente interrotto quando le zampe coriacee del cane iniziano a batter terra, arrivando alle sue orecchie come il peggiore dei presagi. Alza di scatto il busto, poi il bacino, con una mano poggiata contro il terreno come perno, e poi le gambe. Si guarda velocemente attorno: niente, vegetazione, rumori di ogni tipo, silenzio mortale. Ha troppo poco tempo per farsi domande, ancor di meno per pensare a qualcosa di sensate. Di scatto, di riflesso, di istinto, alza le braccia davanti al viso, al fine, di entrare in guardia, assicurandosi, che i guanti da ninja siano stretto e ben collocati alle proprie mani: una semplice protezione metallica sul dorso della mani la sua speranza. Non ha un piano particolare in mente, ne una manovra specifica, eppure, vuole assicurarsi che quello che gli stia venendo incontro sia...umano. < Chi va la? > chiede, alzando il tono di voce, nella direzione dei passi veloci e costanti.

19:49 Keiga:
 Akuma, che non sembra ma si diverte da morire in questi casi, accelera le zampate, iniziando per qualche minuto, a correre attorno a quella sorta di spiazzo in cui il ragazzo si sta allenando. Le zampe affondano nel terreno fangoso e non si trattiene dal lasciare andare dei ringhi per nulla simpatici, durante la corsa. Lei nel frattempo cerca di avvicinarsi, contando sul fatto che il canone nero, con tutto quel fracasso, stia coprendo il suo, di rumore. Sente la voce del ragazzo e si ferma, nel buio, nascosta dietro il tronco di un albero di circa un metro e mezzo di spessore. Fa lo stesso anche Akuma quando il ragazzo parla, bloccando le zampe e per la velocità, slitta anche di almeno un metro prima di fermarsi, provocando altro rumore. Poi, il silenzio. Un lungo silenzio, se non per i suoni della natura, esclusa qualche preda che, con due predatori in giro pensa bene dal far casino. Poi, Akuma pianta un ringhio bello impostato, che se anche non conosci la lingua canina lo capisci che quello sta per *Che cazzo ci fai nel mio territorio*. E' fermo e nascosto dalla parte opposta dell'umana, frontale al ragazzo. Lei, se fosse possibile, sarebbe invece nascosta dietro l'albero alle spalle di Liuka. Un altro ringhio di Akuma, che però adesso inizia la sua camminata attenta, lenta e particolarmente incazzata verso il ragazzo dai capelli arancioni, fermandosi a circa un paio di metri da lui. Gli occhi neri lo fissano, le orecchie sono tese verso di lui e la coda è dritta, orizzontale, che segue la linea della schiena. Le zampe sono enormi, nere come tutto il resto di quella bestia di Satana, cattiva con gli umani solo se gli fanno girare i coglioni sul serio. Ma loro non lo sanno, quindi si diverte sempre. Lei, al contrario è stronza in ogni caso. Stringe il coniglio in mano che povera bestia cerca di sfuggire da quella presa. Ma la stretta sulla collottola è troppo forte. Attende, la cagna.

20:16 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Una bestia del genere non si vede tutti i giorni, quello è poco ma sicuro. Un canide possente, dalla muscolatura eccelsa e dal ringhio profondo come un corno cerimoniale. Deglutisce alla sol vista di quell'essere, con le iridi che ne esaminano il manto color carbone. Inutile dire che è completamente bloccato sul posto, pietrificato come un paesano sotto la vista di una gorgone, insomma, un vero e proprio caso di paura fulminante e paralizzante: un'accoppiata letale. Ad ogni ringhio gutturale del bestione, lui, molto lentamente, sollevando le ginocchia in modo così leggero che a malapena si sente le cosce, fa dei passi indietro, cercando, con le braccia, e con il corpo, di non compiere movimenti improvvisi. Quella è la prima volta che si confronta con un pericolo, uno vero, non morale, ma fisico: tanto come la bocca piena di denti aguzzi del massiccio canide. Passo passo, indietreggia indietreggia, e poi...tonfo: cade a terra. Una delle tante radici, uscite dal terreno, lo fanno cadere, bloccandogli, precisamente, il tallone che stava usando per muoversi. La paura lo ha distratto, e, di conseguenza, il suo pensar lucido e i suoi sensi si sono affievoliti. Tiene gli occhi socchiusi, volti al cielo. Forse è meglio fingersi morti, oppure fingersi svenuti. Forse l'animale era sadico e gli piaceva giocare con la propria preda, forse sarebbe stato sbranato senza troppi preamboli. Neanche sente il dolore della botta contro la testa per quanto teme di venir ferito, o peggio, anche se la seconda opzione ancora non sta venendo approfondita nella sua mente. Per ora, marmoreo, se ne sta lì: a pancia all'aria.

20:28 Keiga:
 Una scena a dir poco divertente, quella che la cagna sta guardando con un ghigno compiaciuto dietro quella mascherina nera che nasconde per la maggior parte i triangolini del clan di appartenenza. Akuma ringhia, ancora, prendendosi talmente bene in quella sceneggiata che dalla bocca inizia a vedersi della bava, come se avesse l'acquolina in bocca al solo pensiero di sentire delle ossa rompersi tra le fauci. Il ragazzo indietreggia e lui avanza, passo dopo passo, proprio come fa il ragazzo dalla testa arancione. E' minaccioso, sebbene non gli farebbe mai del male, soprattutto vedendolo così. Sente il profumo della paura e questo lo spinge ad abbaiare ringhioso, per rincarare la dose. Fino a che l'altro non cade a terra. Non smette la pantomima sbavosa, ma arresta l'incedere, piegandosi sulle zampe posteriori, prima, ed anteriori, poi, pronto a spiccare un salto verso di lui. Lei, finalmente decide che è il momento di farsi avanti. Cerca di essere il più silenziosa possibile, approfittando del rumore che il cane emette con i suoi ringhi ed abbai. Cammina sui quattro arti, fino ad abbassarsi, inclinando la schiena ancora di più, cercando di avvicinare le labbra al suo orecchio destro, visto che è sdraiato. E forse qui lui potrebbe accorgersene se non fosse che da dietro la mascherina, una voce profonda, roca ed ovattata dalla stessa, prende il volo verso il suo orecchio <Buh..> Giusto per continuare a farlo infartare. E resterebbe lì, pronta a schivare o bloccare una qualsiasi reazione offensiva del ragazzo. Akuma intanto fa ancora qualche passo, cercando di fermarsi, imponente, proprio sopra di lui.

20:52 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Che si sia mosso? Che abbia reagito come un vero Ninja dovrebbe fare? Assolutamente no. Gli occhi tenuti stretti, pronto a morire di una morte atroce e dolorosa, già, perché, nella sua mente, ora sta conciato peggio di una reginetta del drama: dove ogni scenario che riesce ad immaginare finisce con il proprio corpo sparso sul terreno al fine di formare fantasiose composizioni del Tetris. Appena capisce di star respirando più a lungo del previsto è quasi tentato di riaprire gli occhi, peccato che, ad interromperlo, vi è subito la voce roca della ragazza. Una voce umana non lo spaventa, eppure il colpo gli arriva nello stomaco quasi fosse un proiettile, di scatto, infatti, come un molla, alza pieno il busto, sfruttando, unicamente, una contrazione del ventre. < AAAAAAAH! > tira un urlo, ma uno di quelli forti, per poi, smuovere le mani a terra all'impazzata, al fine, di cercare di farsi il più lontano possibile dalla voce. Aspetta qualche secondo, qualche minuto, e poi apre gli occhi. < ... > silenzio più totale, ora più concentrato sull'altra che sull'animale. Non osa squadrarla, non fa niente, la fissa e basta. < Vuoi...mangiarmi?! > chiede, stringendosi le spalle con le mani. Già, lui di coraggio ne ha da vendere, si, proprio un sacco.

21:01 Keiga:
 Quell'urlo la porta a stringere i denti e socchiudere gli occhi, data la vicinanza. Ma non fa nulla per bloccarlo quando inizia a muoversi come un magikarp fuori dall'acqua, allontanandosi. Mantiene la posizione canina, assumendo però una seduta, con il capo che si inclina di lato nel guardarlo terrorizzato. Akuma resta immobile, fiero e ringhiante, con la bava che gli esce dalla bocca. <Tzk..> Fa schioccare la lingua sul palato, raddrizzando il capo e muovendosi sui quattro arti verso di lui. Lenta, silenziosa il più possibile, cercando di annullare la distanza che li separa. Il viso si allungherebbe in avanti, cercando, come farebbe un cane, di annusarlo. Partendo dai capelli, per poi scendere sui vestiti. Storce il naso dietro alla mascherina, alzando gli occhi neri e profondi sui suoi rossi. Il silenzio, che dura lunghi attimi, viene poi infranto da quella domanda ad occhi socchiusi <Sei solo un cucciolo> Brontola. <Chi ti manda> Chiede, visto che ha invaso il suo territorio, è giusta che le fornisca una spiegazione <Io no> Risponde al ragazzo <Ma forse Akuma potrebbe apprezzare> Aggiunge <Adora la carne tenera> E termina, restando in allerta, tanto vicina alla sua faccia con la propria. Akuma è lì che tiene d'occhio i suoi movimenti. Anche se la colpisse, probabilmente non arriverebbe ad alzarsi in piedi, non sulle sue gambe almeno.

21:09 Liuka:
  [Bosco Oscuro] La lascia avvicinare senza problemi, anzi, ne asseconda i movimenti, limitandosi, a spostamenti rigidi e veramente, tanto, troppo, innaturali: segni di una persona che, di calmo, ha ben poco. Tutto il corpo, ad eccezione dei capelli, è impestata da un lieve puzzo di fumo, fuliggine e odore di bruciato, quasi come fosse uscito, da poco, da dentro una fornace accesa. Mentre l'altra lo annusa, lui sbatte le palpebre perplesso, limitandosi, a tenere le braccia, incrociate, strette al petto, assieme, alla presa ferra che esegue, con le falangi, sulle proprie spalle. < Nessuno, signorina > la voce titubante, parecchi inciampi con la lingua, un tono teso come uno spago. < Sono venuto qui per allenarmi...e forse mi sono spinto troppo in profondità > ammette, mentre una risatina isterica condisce le sue parole. < Oh...beh...la mia carne non è buona, ne sono abbastanza sicuro > ed andrebbe a girare gli occhi, rossi come il fuoco, sul cane, limitandosi, a salutarlo con il lieve gesto della mano. < Non era mia intenzione disturbarla, se me ne da la possibilità me ne andrò subito > le spiega, forzando un ampio sorriso. Fronte sudata, postura rigida, un altro spavento e sarebbe potuto svenire: afflosciandosi come una foglia portata dal vento.

21:22 Keiga:
 L'odore che l'altro emana le fa scuotere il capo e strizzare gli occhi, con tanto di smorfia dietro alla mascherina. <Puzzi, da dove cazzo arrivi> Sempre molto carina, lei. Nella destra stringe ancora la lepre. Ci ha camminato sopra, senza pietà. E quella non è più tanto pimpante, infatti. Lo ascolta, sentendo il suo timore, o meglio, glielo si legge in faccia. E quindi si piazza, con le ginocchia piegate e gli avambracci che sostano sulle cosce. Lo guarda, inclinando il capo di alto più volte nel fissarlo. <...> E lo sguardo si fossilizza su di lui, quando le appella quel nomigliolo, secondo lei, "signorina". Annuisce poi. Si vede che a differenza dell'altro non sta ridendo per niente <Già..> Si, è andato troppo oltre. <Non hai idea di quanto sia buona la carne umana> Quasi lo interrompe per rispondere. Lo stesso Akuma si slappa i baffoni con quella lingua molto simile ad una bistecca in quanto a dimensioni. Il cane fa ruotare spesso le orecchie, mantenendo il tartufo pronto per ogni odore. <tz-tz-tz> Scuote il capo. <Adesso giochiamo> Risponde, alzando a povera lepre, tenendo la testa con la destra ed il corpo con la sinistra. La alza all'altezza del viso dell'altro e.. tira e gira. Una sequenza breve di scrocchi e poi, la bestia inerme nelle sue mani <E se perdi..> Lancia a caso, di lato, quella povera bestia, verso Akuma che spalanca le fauci e la prende al volo, mordendola con altrettanto scrocchiare.

21:32 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Al commento della Ninja, subito, prende un lembo del proprio giacchetto, per poi, avvicinarlo al naso ed odorare profondamente. Già, puzza di affumicato. < Hem...ai miei genitori piace cucinare pesante, ecco > le spiega, in modo striminzito, minimale, mentre la fronte inizia a decorarsi con perle di sudore. < a cosa si gioca? > le chiede, mentre, le iridi rossastre, seguono il termine della vita del coniglio. Deglutisce. < Ricevuto! > afferma, stendendo, con calma, le braccia lungo il corpo, per poi, poggiarle sopra le gambe. < Allora...in cosa si vuole...divertire? > le chiede, cercando di rimanere positivo e con un bel sorriso spalmato in volto. Le sue domande erano molte, ma, soprattutto, chi era quella? E perché era ammessa nel villaggio?!. < Sono disposto a fare tutto ciò che mi chiederà, quindi, non deve preoccuparsi > specifica, in modo da cercare di guadagnarsi un po' di grazia dal trattamento bastone e cane.

21:41 Keiga:
 Quando lui addirittura risponde sulla puzza, lei alza gli occhi al cielo. Li riporta su di lui quando chiede cose riguardo al gioco. Non risponde, inclinando nuovamente la testa di lato nel guardarlo, intenso lo sguardo, penetrante. Lui domanda ancora, lei non fiata. Lo studia. Le sue ultime parole però le fanno riportare la testa diritta. Quasi compiaciuta di quelle parole. Sospira, guarda Akuma, che ha fatto sparire la povera lepre. <Serio?> E deglutisce il cane, tirando le orecchie indietro. Si è mangiato anche la parte di cena della sua umana <Adesso mi tocca mangiare altro> Si alza in piedi, finalmente assumendo una posa umana, guardandolo dall'alto verso il basso. <E tu, odore a parte, sembri essere davvero tenero> Lascia passare un secondo e tenta una mezza mossa, come se si stesse per lanciare addosso a lui, senza però effettivamente farlo. Il cane già teme per la sua vita, probabilmente. Dovrà trovarle da mangiare o quella si mangia il deshi e pure lui come dessert.

21:47 Liuka:
  [Bosco Oscuro] La osserva con fare decisamente curioso, quasi come se, ora, fosse più interessato dalla sua figura che spaventato. La nota drizzare la testa, con fare sollevato, e si calma un attimino, quel che basta, per fargli rilassare i muscoli. Già, soltanto ora che sente il dolore del corpo contratto capisce quanto, prima, si stesse cagando addosso. Appena questa si alza, poi, tira proprio un sospiro di sollievo a pieno petto: allora si che era un'umana. < Tenero? Si...di carattere...suppongo > cerca di commentare, mentre sposta lo sguardo altrove e, con la mano, va a lisciarsi il retro della nuca color diaspro. Quella mezza mossa campata per aria della Ninja prende di sorpresa anche lui, non reagisce in modo particolare, ma, anzi, si limita a sbiancare: già era pallido, ora era proprio spettrale. < Ehehe...divertente > afferma, per poi, schiarirsi la voce con qualche colpo di tosse. < E se...andassimo a prendere qualcosa fuori dalla foresta? Magari...un po' di ramen... > non la guarda, non ha il coraggio per alzare le iridi su di lei. Eppure butta l'opportunità lì fuori, getta quella proposta come fosse uno sputo.

21:56 Keiga:
 Se c'è una cosa che ha capito dell'altro è sicuramente il suo essere chiacchierone. Tanto, troppo per i suoi gusti. Guarda Akuma che drizza le orecchie nel ricambiare lo sguardo, come se stessero comunicando mentalmente. Nulla del genere ovviamente ma entrambi tornando con lo sguardo sul ragazzo dai capelli arancioni, ancora più pallido di prima. Non risponde. Lui parla troppo e lei parla veramente troppo poco, almeno che non venga aizzata e fatta incazzare. Ma a quel punto non è più parlare è vomitare qualsiasi cosa e detta in modo offensivo e per nulla femminile. Non che adesso abbia tutta la femminilità del mondo. L'altro parla di Ramen, e lei stavolta pare rispondere. <Conto fino a dieci> Ha già abbandonato l'idea del ramen <E' il tempo che hai per scappare, nasconderti, impiccarti, quello che vuoi> Non gli da neanche tutto sto tempo, è stronza forte. <Al quinto secondo, spera di non essere trovato perchè ho davvero tanta fame> E termina, mentre Akuma ruota le orecchi indietro, di lato e di nuovo davanti. Sempre pronto, anche col tartufo. Ha spiegato le regole del gioco. Non ha dato restrizioni di posto. <Il gioco finisce quando ti trovo> Aggiunge <...> E non aggiunge altro, ghignando appena sotto la maschera. <Uno..> Fa delle pause, neanche troppo lunghe. <Due..>

22:02 Liuka:
  [Bosco Oscuro] Storce la testa a quelle parole, curvandola, letteralmente, verso destra e sbattendo le palpebre. < 10 secondi? > chiede, titubante. Realizza dopo, difatti, qualche istante, e spalanca gli occhi. < Oh, 10 secondi! Si si si! > deglutisce, dopo averle scaricato una sentenza veloce come quella di un registratore. < è stato un piacere...ci si vede! > spreca i suoi primi secondi così, per poi, schizzare via. Corre, a passo disperato, in modo molto raffazzonato, puntando, chiaramente, verso l'esterno della foresta: la logica era che, se quello è il suo territorio, uscirne gli avrebbe permesso di...fare tana libera tutti? Non ne era certo, eppure, era la sua unica possibilità. Avrebbe continuato a correre, a perdita di fiato, fino a raggiungere l'uscita della foresta, senza guardarsi dietro, senza volersi neanche immaginari bestioni che lo rincorrono o donne inquietanti. No, sarebbe uscito, scappato, per poi, tornare a casa. [Exit]

22:24 Keiga:
 <Tre> Ignora il suo fare, visto che molto probabilmente non sarà lei a corrergli dietro. <Quattro> Sospira, guarda Akuma <Cinque> Sembra sottolinearlo con il timbro vocale quel numero, concedendo ad Akuma il privilegio di corrergli dietro, per terrorizzarlo, come ha fatto prima. Il ragazzo parte. Lei termina quella conta, svogliata e neanche troppo ad alta voce. Probabilmente non ha neanche scampo contro Akuma che allo stesso tempo si limiterà a cercare di farlo cacare nelle mutande. Parte all'inseguimento del ragazzo molto prima che finisca la conta. Si infila nel buio della foresta seguendo l'odore dell'arancione, aumentando la velocità e rallentando quando inizia a raggiungerlo. Preda e predatore fanno scattare in lui un istinto che il più delle volte deve controllare. Stavolta però è un gioco, sebbene lui sia norme, nero, con zanne affilate e la bava alla bocca. E' un bravo attore, di certo. Lo seguirà per parecchio, anche all'esterno del bosco, facendosi spesso vedere per poi sparire, fino a lasciarlo lì con il dubbio dell'essere seguito o meno. Lei non ha fatto una piega. Si muove verso il suo albero forato, dovrebbe avere ancora un pacchetto di patatine, oltre che una coperta lurida e forse pure umida, se non bagnata. [End]

Liuka cerca di allenarsi, scegliendo come punto proprio quello che al momento è il territorio, ben spisciazzato da Akuma, di Keiga. Il povero Liuka viene bullizzato bullizzato e fatto spaventare, fino a che non iniziano a giocare.